Game 10: Charlotte Hornets Vs Cleveland Cavaliers 126-94

 
Intro
 
Uluru, conosciuto anche come Ayers Rock è un imponente massiccio d’arenaria rossastro osannato dagli indigeni locali in Australia.
Gli aborigeni lo considerano sacro fin dai tempi nei quali i loro antenati vivevano sulle piste del “Tempo del sogno”, così chiamavano quei tempi secondo i quali i loro progenitori avrebbero formato questo monolite attraverso il loro movimento, le loro impronte.
I Cavaliers che a oggi mantengono questo come uno dei loro colori sociali hanno terminato il loro tempo del sogno.
Il loro massiccio, la loro montagna sacra, ovvero il figliol prodigo LeBron James, dopo aver tradito una prima volta la franchigia per Miami tornò per trascinare eroicamente i Cavaliers a un titolo impossibile, strappato per inerzia ai Warriors.
Oggi questi Cavs che hanno anche Love in lista infortunati potremmo guardarli come gli uomini bianchi osservano oggi questo sito, ovvero senza l’aura sacra, colpiti da carte geografiche e sapienza scientifica sappiamo che il massiccio è alto 348 metri e con una circonferenza di 8 km.
Moltissimi turisti amano ancora osservarlo al tramonto quando l’onfalo di pietra si colora di rosso cupo, un po’ come il presente di questi Cavaliers.
Ovvio che per Charlotte, dopo aver perso rocambolescamente, forse per un senso di pietas, forse per essersi semplicemente cullata troppo nel mondo di Morfeo nella parte finale del terzo quarto contro OKC, l’occasione per tornare a .500 e restituire un po’ delle sconfitte patite per mano di Cleveland negli ultimi anni era ghiotta.

Le statistiche dei due team a confronto prima d’inizio gara.

 
 
La partita in breve
 
Gli Hornets non volevano farsi sfuggire una buona occasione per vincere una partita alla portata e rischiarare una classifica sotto la metà delle W.
Nonostante qualche sorpasso dei Cavaliers, sul finire primo quarto, i Calabroni allungavano anche grazie a un paio di magiche giocate di Tony Parker che avrà cambiato divisa ma non si è dimenticato come si gioca.
Sul 30-22 alla fine dei primi 12 minuti gli Hornets andavano a giocare un secondo quarto che li vedeva allungare anche sul +13 nella seconda metà sulla combinazione Williams/Batum e ritorno per la tripla della nostra PF che ci mandava sul 46-33. Il rientro di Cleveland però c’era grazie anche a tre triple di Korver che mettendo l’ultimo canestro consentiva ai Cavs di mangiar un punto a Charlotte (59-52).
Gli Hornets a inizio ripresa si trovavano anche solamente con tre lunghezze di vantaggio ma l’energia di Lamb, il quale prima rubava un pallone convertendolo in due punti per poi andare più tardi ad attaccare il ferro in diagonale per l’appoggio del 67-58, ci consentivano d’avere un cuscinetto con il quale iniziare a rollare.
Un finale travolgente, dove anche un giocatore con spazio intermittente come Hernangomez si rendeva estremamente utile in ogni modo, portava i Calabroni sul +20 con i tifosi in estasi per un alley-oop di Monk e un altro canestro del nostro Malik che batteva Clarkson e sirena per il buzzer beater del 93-73.
Ultimo quarto molto tranquillo dove anche Bridges si faceva notare con le terze linee in campo nel finale che allungavano ulteriormente senza cedere alla pietà per Cleveland rimanendo con un mindset difensivo utile a non avere blackout di sorta.
126-94 era il finale contro una Cleveland che ha anche qualche buon giocatore ma poca difesa.
Hornets che finivano, infatti, con il 56,5% dal campo anche se i liberi a favore erano solo 13, ma 12 quelli realizzati.
50-27 a rimbalzo per gli Hornets è la seconda statistica da prender in considerazione per spiegar la differenza nel punteggio.
29-22 negli assist e 7-2 le stoppate.
Cleveland si è dimostrata abile invece nelle steal dove sono state ben 9 per loro contro le sole tre degli Hornets che a causa di ciò hanno perso una palla in più 14-13.
Cavs che hanno tirato meglio da fuori ma il loro complessivo dal campo è stato solamente del 43,2%, grazie anche a una buona difesa degli Hornets sotto canestro.
J.R. Smith con 14 punti e Jordan Clarkson con 13 sono stati i migliori realizzatori dei Cavs, entrambi partiti dalla panchina…

Walker nel shootaround pre-game.

 
 
Le formazioni:
 
 
La partita
 
 
1° quarto:
 
Charlotte partiva vincendo la palla a due con Zeller consentendo a Williams di spinger spalle a canestro Dekker sempre più all’interno dell’area fino a lasciarlo attardato sul movimento in turnaround a una mano che valeva il 2-0.
Cody in aiuto a Williams stroppava lo stesso Dekker in fuga sulla baseline sinistra ma lo stesso Cavaliers a 10:57 approfittando dello spazio lasciato da Williams sulla destra colpiva da tre portando sopra gli ospiti.
Hornets che passavano nuovamente avanti con un altro turnaround di Williams, questa volta al vetro e allungavano con il nostro numero 2 che questa volta forniva l’assist in transizione a Lamb per il fing and roll del 6-3.
Zeller nel pitturato realizzava l’8-3 mentre Cleveland a 7:36 si giocava il primo time-out vista l’incapacità di andare a bersaglio.
La pausa funzionava perché gli ospiti segnavano a 7:17 con Hood da tre punti e trovavano il pari con Dekker che in taglio parallelo alla linea di fondo metteva dentro da sotto su assist verticale di Osman.
Un veloce fast break aperto e chiuso da Lamb con tocchi rapidi di Walker e Batum (assist) serviva a Charlotte per riconquistare due punti di vantaggio ma un tecnico battuto da Hill e una transizione da 2+1 di Osman riportavano avanti i Cavaliers per la seconda volta in serata (10-12).
Batum pareggiava fluttuando in pull-up e Monk con un rapido catch n’shoot saettando da tre ci regalava il 15-12.
Clarkson metteva il suo primo tiro da neo entrato ma Kemba a 3:38 riceveva gioco falloso da parte del rookie Sexton andando a metter dentro due FT.
Lo stesso Walker su un coast to coast possibile s’arrestava sulla linea dei tre punti per fulminare i Cavaliers portando gli Hornets sul 20-14 anche se a stretto giro di posta replicava lo stesso Clarkson da oltre l’arco.
Willy con una finta nel pitturato trovava spazio per il tiro corto creatosi che vedeva il fondo del secchiello, poi uno spin in uno contro uno di MKG a cui seguiva l’hook da pochi passi era buono a 2:09 per il 24-17.
J.R. Smith entrava in campo nel finale e si procurava due FT segnandoli, Parker anche ma ne mancava uno così dopo un’entrata di MKG a sfidare la difesa dei Cavs in appoggio di destro con ottimi risultati J.R. Smith dal corner sinistro infilava il suo primo tre punti dell’annata, tuttavia a :15.8 utilizzando bene il passo zero, Parker si avventurava in area per allungare un pallone che finiva nella retina trovando anche il fallo e il 30-22 che chiudeva i primi 12 minuti.

Charlotte Hornets guard Kemba Walker (15) looks to pass while surrounded by the Cleveland Cavaliers’ Tristan Thompson (13), George Hill (3) and Cedi Osman (16) during the first half of Saturday night’s NBA game at the Spectrum Center.
Bob Leverone AP
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2° quarto:
 
Parker iniziava bene segnando in jumper anche da marcato sull’angolo dell’area a destra mentre Osman pareggiava in transizione il parziale di quarto ma un lento lob di Willy per Bridges sotto il canestro a destra e u tranquillo pallone alzato oltre il difensore facevano riscattare gli Hornets sul +10 (34-24).
Clarkson con un fing and roll da pochi passi riduceva lo scarto a una cifra ma Parker s’inventava un 360° circus shot in entrata dopo lo spin saltato svitando il braccio destro con un Jordan ancora annoiato sullo sfondo che avrei avuto piacere a vedere dopo la giocata.
Partita con qualche errore di troppo non rapidissima ancora che i Cavs provavano a tener lì con due punti di Osman in jumper e tre di J.R. Smith ancora dal corner sinistro per tre punti benedetti dalle collisioni della sfera rim/glass.
Sul 36-31 rientrava (8:05) Walker ma era Lamb a librasi in volo nel pitturato viola per un turnaround vincente.
Walker perdeva invece un pallone lasciando a Clarkson la transizione da due punti.
Batum li riagguantava andandosi a prendere un banker quasi dalla baseline sinistra da second chance (bravo Williams nel recupero).
Lamb in entrata frontale puntava Clarkson che sul cambio direzione commetteva fallo lasciando al nostro numero 3 il tempo di controllare il corpo e piazzare floater così come il successivo FT.
Hornets che uscivano ancora in transizione, giocata sulla sinistra con scambio Williams/Batum e ritorno per l’ala grande che dal corner sinistro bombardava da tre per il 46-33.
La risposta di Cleveland arrivava con 5 pt. di fila (Dekker da due e Korver da tre) per il 46-38, poi i ritmi aumentavano e si verificavano due botta e risposta; Cody trovava due canestri ai quali nel mezzo replicava Thompson in tap-in su mancata tripla di Korver che tuttavia dalla diagonale nonostante l’uscita di Cody metteva a segno altri tre punti in un colpo unico per il 50-43.
Una dunk avvitata di Dekker infastidiva Charlotte che a 2:08 trovava la tripla scaccia-crisi di Batum dalla top of the key.
Lamb a rimbalzo sulla baseline avversaria da sotto il vetro tirava incurante dei difensori pescando il 55-47 ma Hood scappava sul lato destro andando a chiudere prepotentemente in schiacciata.
Uno scambio con Batum portava Lamb in area a metter dentro la sfera per un solo cotone che lo innalzava a 13 punti e Kemba aiutava con uno step-back jumper dal mid range su Osman che deliziava delicatamente oltrepassando la retina.
Chiudeva il primo tempo ancora Korver da tre nonostante Lamb in salto gli fosse attaccato.
59-52 con un punto mangiato dai Cavs rispetto ai primi 12 minuti.

Alcune HoneyBees in serata.

 
 
3° quarto:
 
Hill e Walker si rispondevano da due punti poi i Cavaliers trovavano 4 punti di seguito con Thompson da sotto e con Osman che su pressione di Batum tornava nella propria metà campo (palla toccata dal francese) prima di accelerare per battere il cronometro andando a sfondar di gomito in appoggio su Zeller che tuttavia essendo dentro il cerchio antisfondamento subiva il fischio degli arbitri a sfavore.
2/2 dalla linea e fallo in attacco sullo screen dello stesso Zeller che raggiungeva i 4 personali con un margine di soli tre punti di vantaggio (61-58).
Lamb però tornava a spinger nel momento propizio con una steal a Hood per due pt. in transizione mentre Batum tagliava sulla baseline sinistra oscurato da un doppio schermo per ricever e segnar da sotto comodamente. 40-24 era l’eloquente statistica dei punti ottenuti in area a nostro favore…
Lamb attaccando in diagonale appoggiava al vetro altri due punti ma Hood ne metteva dentro due e Dekker ancora dietro la nostra difesa metteva dentro l’alley-oop a una mano del 67-62.
Time-out Hornets a 8:24 e venti secondi più tardi su una palla vagante Walker andava a riprendersela e a colpire da destra per restituir margine di sicurezza.
Ci provava anche Parker ma in quest’occasione gli diceva male anche se poi arrivava un Willy importantissimo a rimbalzo che tapinando girava lo score sul 72-62.
Hood in attacco dava una spallata volontaria molto evidente sul rientro di Kemba commettendo TO, ne approfittava Lamb che dopo un paio di errori al tiro con rimbalzo in mezzo preso, sul secondo trovava almeno il fallo.
Presentandosi in lunetta a gioco fermo (6:58) dopo il 2/2 mutava il punteggio sul 74-62 raggiungendo i 19 punti.
Hornets che rimanevano sulla decina di punti di vantaggio anche perché il nostro centro spagnolo si permetteva il lusso di stoppare Osman entrato a testa bassa, Walker da tre punti in transizione su assist di Lamb ci dava un +13 che tornava dopo due pt. ospiti a 3:30 con Willy ancora in correzione su un tiro mancato da Walker.
Cleveland in attacco faceva scadere i 24 secondi anche perché Sexton non si accorgeva del cronometro e il rientro di Parker in campo consentiva a Charlotte d’aumentare il gap di 4 punti grazie a due sue entrate.
Nance Jr. colpiva con un gioco due pt and one a 2:09 (85-71) ma Bridges trovava il secondo canestro della serata in maniera del tutto simile al primo con passaggio alto lento di Willy per il canestro da sotto con il numero zero bravo a farsi spazio.
A 1:27 dalla terza sirena in corsa MKG passava Korver schiacciando di destra in maniera esuberante oltre l’aiuto ma ancor più bello era il filo invisibile che univa il passaggio di Parker per l’alley-oop potente e magnetico di Monk che mandava in tilt tutti i sensori dei Cavaliers dirottati sul punteggio di 91-73 in poco tempo dopo esser stati a tre punti.
Monk poi esaltava il pubblico andando ad appoggiare alla tabella oltre a un Clarkson simile a un canguro, intento nel massimo sforzo sul tentativo di stoppata ma niente da fare per lui e nemmeno per la luce rossa che si accendeva una frazione d’attimo dopo convalidando il +20 (93-73) Hornets.

Charlotte Hornets’ Tony Parker (9) shoots as he is fouled by Cleveland Cavaliers’ Collin Sexton (2) during the first half of an NBA basketball game in Charlotte, N.C., Saturday, Nov. 3, 2018. (AP Photo/Bob Leverone)

 
 
4° quarto:
 
Ultimo quarto questa volta rilassante.
Anche se Nance Jr. segnava subito Monk con l’entrata e il passaggio dinamico dava la possibilità a MKG di schiacciar facilmente liberatosi del marcatore.
Nance Jr. poi imbeccato in alley-op mancava l’occasione schiacciando violentemente e plasticamente sul ferro così su una rollata e tiro di Willy dopo il blocco per Kemba, con la palla cedutagli dal capitano sul raddoppio, gli Hornets trovavano un 2+1 per fallo di Sexton (stesso fallo di Cody con i piedi nel semicerchio).
Bridges da 3 punti a 9:28 era seguito da una puntata di MKG che in fade-away involontario dopo lo scontro con il difensore riusciva a mandar dentro da posizione frontale un tiro divenuto non facile.
103-77, Hornets in controllo che di lì a poco avrebbero ceduto anche alle terze linee il posto sul parquet dando modo anche a loro di togliersi qualche sfizio nel finale. Hornets che allungavano ancora con le triple di Monk e Bridges che dalla diagonale destra fintava il passaggio verso l’angolo sinistro per Frank muovendo solo il tronco per poi tirar da fermo e segnare il 118-89 a 3:38 dalla fine.
126-94 era il finale di una partita diventata calma sul finire del terzo periodo.
Pagelle
 
Kemba Walker: 6,5
18 pt., 5 rimbalzi, 4 assist. 6/12 dal campo con 4/9 da tre. Limita molto le entrate, i canestri provengono da jumper presi anche con noncuranza. Si prende un fallo in difesa con Hood che lo scaraventa via e gioca la sua partita tranquillamente lasciando spazio anche ai compagni sebbene perda tre palloni, uno dei quali consente transizione facile ai Cavalieri.
 
 
Jeremy Lamb: 7,5
19 pt., 8 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. 8/15 dal campo con il limite di un tiro da fuori ancora non affidabile che ondeggia storto. Quando attacca il canestro però propaga insensibili onde gravitazionali che oltrepassano i corpi dei difensori. Leggero e leggiadro trova il modo di recuperare FT o 2+1 ma anche canestri diretti. Capisce che può andare sino in fondo e insiste dopo un inizio non brillante. Da la spinta in un momento pericoloso a inizio ripresa.
 
 
Nicolas Batum: 6,5
9 pt., 8 rimbalzi, 8 assist, 1 rubata. 4/9 al tiro, dimezzate le palle perse (2) rispetto all’ultima gara si muove molto e va a pressare anche alto toccando palla a Osman che poi s’inventa la corsa in entrata trovando il “fallo” di Zeller. Sfiora la doppia cifra in tre caselle, non tira nemmeno malvagiamente.
 
Marvin Williams: 6
7 pt., 3 rimbalzi. 3/6 al tiro ma ¼ da fuori. Mette la tripla del +13 ma poi i Cavs rientreranno. Inizia bene attaccando Dekker poi smette di attaccare seriamente e si dedica un po’ alla difesa. Discreta anche se all’inizio lascia spazio allo stesso Dekker.
 
Cody Zeller: 5,5
6 pt., 4 rimbalzi, 2 assist, 2 stoppate. 3/5 dal campo con un paio di tiri infilati nel pitturato di seguito. Commette rapidamente troppi falli compreso il quarto che è un semplice schermo d’attacco portato in movimento. Un po’ in difficoltà dietro a inizio ripresa. Borrego lo toglie per numero di falli ma Willy gioca meglio e sul +20 rimane in panca restando così in serata con soli 17 minuti sul parquet.
 
Malik Monk: 7
16 pt., 1 rimbalzo, 5 assist. +23 di +/-, non male… Giocatore che può creare il suo tiro, affonda un paio di bombe ma negli occhi ci sono l’alley-oop su assist di Parker e il 93-73 battendo Clarkson e sirena. In avvio ultimo quarto offre su un piatto d’argento l’assist a MKG. Un giocatore progredito in attacco. Lo scorso anno era crisalide.
 
Michael Kidd-Gilchrist: 7
10 pt., 4 rimbalzi, 2 stoppate. 5/7 al tiro e +28. Fa vedere movimenti rapidi, impensabili spin, gancetti e altro attaccando il canestro. In difesa si rende utile con un paio di stoppate, senso di posizione ed energia. Torna al suo livello mostrato da inizio regular season dopo una partentesi brutta contro OKC.
 
Miles Bridges: 7
12 pt., 3 rimbalzi, 1 rubata. Un paio di tagli sotto per due appoggi su assist di Willy, uno spin rapido in area seguito da un gancetto in uno contro uno, un paio di bombe, una con finta di scarico nell’angolo a sinistra per Frank (prima di tornare fronte a canestro) come uno di quei giocattoli/action figure che muovono il tronco lateralmente. In difesa un po’ è sfortunato, un po’ acerbo, tuttavia anche in un finale senza centri se la cava benino. Non s’intende con Parker in un’occasione convergendo dall’angolo verso il centro mentre Parker spara una cannonata diretta all’angolo che lo sorvola.
 
Willy Hernangomez: 7,5
11 pt., 7 rimbalzi, 3 assist, 2 stoppate. 4/4 al tiro, 3/3 ai liberi. Utile a rimbalzo tapina anche in attacco riuscendo anche a smistare assist mentre in difesa fa presenza stoppando anche un paio di volte gli avversari. Un jolly importante che gira il match subentrando a Zeller.
 
Tony Parker: 7,5
12 pt., 4 rimbalzi, 4 assist. 5/10 al tiro e tre perse, un paio per sfortuna. Una rimbalzando su una gamba avversaria, l’altra bloccata dal difensore interpostosi sul suo scarico volante ravvicinato sotto canestro per un compagno, oltre a un malinteso con Bridges su uno scarico nell’angolo mentre il nostro numero zero convergeva al centro. Comunque la solita prestazione fatta d’entrate condita da un paio di circus shot soprattutto quello con il bump e il 360° e appoggio oltre il difensore estendendo la destra ma anche il 2+1 ottenuto con un terzo tempo dal passo zero che manda in tilt la difesa di Cleveland.
 
Dwayne Bacon: 6
2 pt., 1 rimbalzo, 1 assist. Segna due pt. dalla lunetta poi non c’è molto altro da segnalare in 7 minuti.
 
Bismack Biyombo: 6,5
4 pt., 1 rimbalzo, 1 stoppata. Due canestri su tre tentativi, un alley-oop mancato a confermare mani un po’ di pasta frolla e una bella stoppata in recupero. Tutto sommato in 7 minuti fa il suo divertendosi ma rimediando anche una botta sulla fronte impegnato su un’azione difensiva.
 
Frank Kaminsky: s.v.
0 pt., 1 rimbalzo. Un rimbalzo, un fallo e un turnover in 4 minuti giocati un po’ alla leggera.
 
Coach James Borrego: 7
Lascia spazio alle seconde linee nel finale. In serata trova un attacco più equilibrato e anche se Charlotte dalle parti dell’anello a volte non ha la contraerea pronta è stato ritoccato e migliorato il mindset difensivo che resiste sino alla fine, sebbene questi Cavs non siano avversario abbastanza malleabile. Esalta Lamb dicendo che è stato fantastico in serata esaltandone l’aggressività a canestro.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.