Game 12: Charlotte Hornets @ New Orleans Pelicans 116-121 (OT)

 
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MalediziHornets
 
Non prendetemi per pazzo ma a volte ho la sensazione che il tempo, inteso come lo scorrere, non come dimensione, non esista.
Certo, scritta così la cosa sembra assurda, tuttavia se iniziassimo a eliminare il tempo che scandiscono i nostri orologi basati poi sul ritmo che imposta il pianeta Terra (differente da altri pianeti dai “tempi diversi”) e ampliassimo il nostro pensiero osservando la realtà come una specie di diapositive in sequenza a formare una serie d’eventi irripetibili, unici, immutabili, con un ordine prestabilito da taluni avvenimenti non riavvolgibili, ma ci calassimo in uno spazio immobile immuni da ciò che provoca il nostro invecchiamento (eliminando la condizione umana), sembrerebbe di assistere probabilmente a una serie d’avvenimenti che si ripetono indifferenti a tutto ciclicamente. Stelle che esplodono, si riformano tra le polveri cosmiche che pian piano si ammassano e si collegano a riformare nuove forme, nuove macchie di colori dette nebulose…
Ogni volta che si gioca contro New Orleans, mi chiedo se il parallelo con ciò che è successo con la NBA non sia attillatamente attinente.
Franchigia mutaforma a New Orleans, disgregazione e resurrezione nel punto precedente molto simile a quella “antica”. Vero è che è stato un pasticcio su diversi aspetti, vero è che il pianeta Hornets trasmigrò in orbita Louisiana per nove anni passando per Oklahoma City (altri due), fino all’arrivo della cometa Benson e alla distruzione per poi ricomparire dopo la supernova sulle coordinate originali, spinta dal vento jordaniano. Gli Hornets perdono una partita infinita, interminabile (una specie di fondale marino dove solo l’acqua scorre, non il tempo, una Fossa delle Marianne per gli Hornets) dove questa volta, probabilmente anche più spossati dalla precedente partita (più impegnativa rispetto a quella dei Pels) e dal viaggio, hanno finito per cedere al supplementare e anche questa è una notizia dopo i cinque supplementari tutti vinti lo scorso anno.
Alla fine il tempo si è ripetuto, abbiamo perso per la terza volta su tre a New Orleans da quando le franchigie sono “mutate”.
Qui, soggetti alla condizione umana, prendiamo atto e descriviamo i “48” minuti di questa strana partita gettata via:
 
Due squadre in back to back, gli Hornets si sobbarcavano il viaggio sino alla Big Easy, dove a Clifford frullava l’idea in testa di schierare allo Smoothie King Center il seguente quintetto: Walker, Batum, MKG, M. Williams, R. Hibbert dovendo rinunciare a Zeller.
I Pelicans di Gentry tenevano in panchina Holiday (rientrato ieri contro Portland) e mettevano in campo: Frazier, Moore, Cunningham, Davis e Asik.
Nicolas Batum chiude con 13 punti ma un 3/10 dal campo. NBAE (Photo by Layne Murdoch/NBAE via Getty Images)

Nicolas Batum chiude con 13 punti ma un 3/10 dal campo.
NBAE (Photo by Layne Murdoch/NBAE via Getty Images)

 
Davis vinceva la palla a due su un meno tonico Hibbert, Batum, però s’infilava nel campo nemico e rubava palla, tuttavia le squadre andavano a vuoto sino al primo canestro di Davis ottenuto dal pitturato a 10:49 con un floater.
L’inizio degli Hornets non era buono, anche Clifford faceva segni di disapprovazione con il capo, Davis era servito in area e andava a contatto con Kidd-Gilchrist trovando un banker più il fallo a 9:48.
L’ala grande dei Pels dalla lunetta portava vanti i Pelicans 5-0. I primi due punti in viola arrivano per mezzo di Walker che in orizzontale andava oltre il canestro, si voltava da poca distanza a sinistra e non chiuso metteva dentro a una mano a 9:31.
I Pelicans tentavano d’allungare ma Cunningham era stoppato sotto canestro, Davis da tre non realizzava, Batum in transizione fuori dall’arco ne approfittava e pareggiava a 8:10.
Marvin Williams arrivava in prossimità della baseline sinistra e da appena fuori area trovandosi la montagna Davis davanti doveva fintare due volte prima di superarlo con un arcobaleno portando in vantaggio Charlotte per la prima volta in serata.
New Orleans si affidava all’Anthony Davis contro tutti e faceva bene perché ripassava avanti grazie a suoi due canestri ma gli Hornets colpivano da tre in transizione a 5:32 con Belinelli e si riportavano sopra di uno (10-9).
Frazier andava al tiro veloce a tabella sopra Hibbert e riportava avanti la franchigia della Louisiana, dall’altra parte Hibbert si rifaceva andando al tiro sopra Asik, il saliscendi continuava con Jones che metteva in difficoltà Hawes, giro, tiro canestro e fallo. Uno su uno dalla lunetta e Pellicani di nuovo avanti (12-14) prima che Hawes vedesse il taglio in back-door di Walker sulla destra e lo servisse sulla corsa; il nostro play raggiungeva il canestro e depositava il 14 pari.
Entrava sul parquet Holiday, il quale da lì a poco si faceva notare smistando a destra per un catch n’shoot con il quale Galloway portava al +3 i locali che tuttavia erano raggiunti da un’altra tripla confidente di Belinelli a 2:00 dalla sirena.
Marco commetteva però fallo su S. Hill in entrata regalando due punti a gioco fermo all’esterno in maglia bianca, tuttavia Charlotte perveniva ancora al pareggio con un cutting layup di Sessions da sotto in mezzo a un paio di canotte bianche.
Jrue scappava a MKG e issava ancora New Orleans sul +2 che nel finale tuttavia subiva una tripla di un fiducioso Kaminsky e a :00.3 MKG provava la correzione volante sull’errore di Belinelli dall’angolo, il tiro era corto ma Hill lo toccava sul tentativo.
L’uno su due dava il 23-21 finale dei primi 12 minuti.
 
Nel secondo quarto con molta panchina in campo gli Hornets producevano un break ma non immediato, poiché se MKG in due “rate” portava a casa tre punti, Holiday in un’unica mono-soluzione pareggiava il parziale di quarto di tripla schermandosi oltre l’arco. Il gioco di Charlotte si faceva più liquescente, Kaminsky, Sessions, e MKG portavano sul 32-24 il tabellone prima che Davis e Hield rispondessero con due punti a testa. Sessions con un little runner a 7:04 innalzava il punteggio sul 34-28 ma Galloway approfittava di una persa dei Calabroni per andare ad appoggiare in solitaria in contropiede.
Gli imenotteri producevano un secondo break partendo da un canestro sotto di Hawes, il quale fintando da sotto il ferro sulla sua sinistra spalle a canestro cambiava mano e lato battendo il difensore alle sue spalle per un elegante e inusuale appoggio. Belinelli vedeva il nostro numero 00 scappare nel pitturato e lo serviva con assist verticale, Spencer metteva dentro così come Kaminsky a 4:52 perforava da tre la difesa dei Pelicans usando un blocco del nostro terzo centro.
Il parziale di 7-0 portava Charlotte sul +11 ma Anthony Davis rientrava e in isolamento lo interrompeva con un gancio dopo aver lavorato su Marvin Williams e avendo preso posizione più centrale.
S. Hill segnava due liberi, Kemba s’infilava tra Cunningham e Hill rispondendo in reverse layup ma i Pelicans con Moore e Frazier diminuivano il gap.
A 1:51 Batum con uno step-back dal mid-range ridava il +5 a Charlotte (45-40) ma i Pelicans trovavano dall’angolo destro una tripla di Cunningham e due liberi di Frazier a 1:14 ristabilendo la parità.
MKG era toccato da Jones ma si rivelava un affare per i padroni di casa che a :24.7 dalla fine con un pullup di Frazier chiudevano avanti il primo tempo 46-47 poiché Walker sull’ultima azione prendeva una pessima scelta facendosi stoppare la tripla da Jones.
 
Il rientro sul parquet sembrava favorevole ai Pels giacché Frazier e un open da media distanza di Davis lanciavano sul +5 la squadra di Benson.
Charlotte rispondeva da tre con Marvin Williams che avendo un po’ di spazio anticipava l’apertura alare di Davis arrivato troppo tardi.
Davis andava contro i due lunghi di Charlotte ma non riusciva a segnare lamentando un contatto, in coast to coast non seguiva MKG che si prendeva due liberi e questa volta li trasformava facendo pervenire al pareggio la squadra del North Carolina a 10:46.
Davis era sfortunato, il suo tiro era respinto dal ferro, dall’altra parte Hibbert sfruttava la difficoltà di Asik sul suo fisico per girarsi e segnare in gancio.
Walker recuperava un passaggio arretrato verso Frazier e dopo uno scambio dalla linea di fondo destra metteva dentro con atletico ed elegante cucchiaiata.
Frazier si rifaceva segnando la tripla del 55-54 (Hornets) ma Charlotte scappava via, Walker andava via ad Asik che commetteva fallo sul suo cambio mano in appoggio e regalava canestro più libero supplementare, un gioco da tre punti che lanciava i Calabroni sul 61-54 a 8:50.
Si passava per le lunette altre tre volte, gli Hornets portavano a casa due punti i Pels 4, finché Batum non schiacciava un passaggio diagonale verso il centro (proveniente da sinistra) che Walker utilizzava per realizzare due punti facili.
Il cronometro si fermava ancora quando su un pick and roll Marvin Williams veniva a contatto con Asik che concedeva due liberi.
Marvin non si faceva pregare e aumentava di due il suo bottino, Walker invece passando dietro un blocco alto a destra realizzava da tre aumentando il differenziale tra i due team a 12 (70-58). Hibbert veniva stoppato da Davis, Holiday e Davis centravano una tripla a testa dimezzando lo svantaggio, Holiday in transizione appoggiava, la palla rimbalzava almeno tre volte sul ferro e finiva nella retina.
Belinelli però entrava nel suo periodo on-fire sganciando una prima bomba a 4:46, Batum su una seconda opportunità offensiva lo imitava, anche se da altra posizione, Belinelli ne aggiungeva uno splittando dalla lunetta per un’artigliata di Holiday che in salto precedentemente aveva abboccato a una sua finta.
Sul 77-66 nella metà campo difensiva di Charlotte usciva un flipper, la palla carambolava ovunque, Jones finiva per segnare subendo fallo e mancava il libero che gli arbitri però facevano ripetere per una violazione, il secondo era buono e precedeva due punti di Holiday che servivano ai Pels per portarsi nuovamente sul -6.
La notte magica del Beli però continuava con un catch n’shoot dalla grande distanza a 1:58 per l’80-71.
Hornets che continuavano a produrre il loro gioco offensivo anche con la panchina, Sessions per Hawes nello stretto, pick and roll che il nostro numero 00 chiudeva in jam.
Belinelli s’infuocava a meno di 19 dalla fine quando sulla diagonale sinistra faceva un passo verso l’esterno per trovar i cm per il tiro, altra bomba che spediva NOLA sul -13.
Holiday precedeva l’abbaglio della luce rossa d’un soffio e da sotto metteva due punti fondamentali per chiudere il terzo quarto sull’85-74.
 
Ventidue punti di Marco Belinelli non bastano agli Hornets. NBAE (Photo by Layne Murdoch/NBAE via Getty Images)

Ventidue punti di Marco Belinelli non bastano agli Hornets.
NBAE (Photo by Layne Murdoch/NBAE via Getty Images)

L’ultimo quarto partiva in maniera scoppiettante, Kaminsky e Galloway alzavano le medie del tiro pesante con una bomba a testa, a 11:12 Sessions andava in lunetta ma per noi era nocivo il suo 0/2 che alla fine si sarebbe rivelato decisivo.
Galloway decideva che era “tempo di triple” mettendo la sua seconda nel periodo.
Clifford chiamava time-out avendo visto concedere troppo spazio al numero 10 avversario.
Dopo la pausa Hawes in jump hook ristabiliva il vantaggio a doppia cifra (90-80) a 8:53 Belinelli realizzava una tripla ma Cunningham questa volta gli rispondeva quasi immediatamente per il 93-86, Hawes inchiodava Jones al plexiglass e Belinelli a 7:39 la metteva ancora dentro da tre raggiungendo i 22 punti personali.
I Pelicans si reggevano grazie a Galloway che replicava con la quarta tripla del periodo (96-89), Walker però dava sicurezza con un teardeop preso nell’area neworleaniana allo scadere dei 24. Kaminsky in area aveva vantaggio in cm su Frazier e metteva dentro il 100-89.
A 5:05 Holiday lasciava Batum sul blocco e infilava la tripla, Frazier spingeva Marvin alle spalle su un rimbalzo e prendeva un tecnico.
Batum realizzava ma nonostante i due a segno della nostra ala grande a 3:49 Galloway realizzava la quinta tripla di quarto e aiutato 37 secondi dopo da scarpette rosse Davis, lasciato colpevolmente solo, riportava in partita la squadra di Gentry (103-100).
Charlotte senza centro giocava con MKG in penetrazione, spinta del diabolico “pizzettato” Cunningham e due FT in arrivo.
Il numero 14 ne realizzava uno, a 2:35 per un’uscita in ritardo di MKG su Galloway gli arbitri concedevano tre liberi (realizzati) ai Pels.
Sul 104-103 Kaminsky si faceva stoppare da Davis mentre Holiday dall’altra parte era lesto ad andar via ai difensori e ad appoggiare in reverse per il clamoroso vantaggio bianco. Walker si metteva in proprio guadagnando con l’entrata due FT a 1:51 che consentivano a Charlotte d’aver meno paura.
Walker riusciva anche ad appoggiare al vetro sulla destra contro il Monociglio.
Sul 108-105 Davis aveva la possibilità di pareggiare dalla lunetta (fallo chiamato a Marvin su un tiro da tre). Il fenomeno faceva poco il fenomeno e realizzava solo il libero “centrale” ma sul rimbalzo dell’ultimo gli arbitri andavano a vedere del monitor e dopo una lunghissima pausa propendevano per l’ultimo tocco di MKG piuttosto che di Cunningham.
Frazier e Walker andavano a vuoto da tre, Holiday era fermato da Marvvin in entrata ma finendo a terra non aveva supporto dai compagni che vedevano Davis recuperare e appoggiare comodo da sotto per il pareggio. Walker avrebbe la possibilità di far vincere Charlotte ma si dimostrava ancora poco pratico nei momenti decisivi.
Un tiro contro Holiday dalla media, il ferro colpito e la partita ai supplementari.
 
All’OT Davis vinceva la palla a due ma era Charlotte a passare avanti con Marvin Williams che seguito dal proprio difensore si accentrava e segnava in gancetto.
Pareggiava Holiday e poi a 2:46 si notava la mancanza di un centro negli Hornets, una correzione di Davis dava il vantaggio ai Pels.
Walker da tre falliva e New Orleans chiamava un time-out per rischiarare le idee a 2:00 esatti dalla fine.
Walker si prendeva uno sfondamento netto di Holiday, Belinelli provava da fronte a canestro un tiro in corsa girandosi ma era una brutta scelta, AD in jumper realizzava e anche se Kaminsky appoggiava alla tabella a :47.2 Frazier toccava lateralmente per AD che comodamente ridava il +4 alla squadra di Benson. Nicolas tentava il jolly ma la sua tripla non entrava, i tre preziosi liberi per fallo di Galloway sì invece.
Sul 115-116 Davis metteva dentro un tiro moscio battendo Kaminsky, sul tentativo d’eventuale rimbalzo però saltava Cunningham che dava una sinistra manata al punchball Marvin. Tecnico e riduzione dello scarto a due punti ad opera di Batum. Walker tentava di pareggiare ma compiva una brutta scelta, il suo arresto con finta faceva saltare Galloway ma lo mandava fuori equilibrio, il suo tiro era corto, la palla recuperata da New Orleans e i Calabroni spendevano due falli per mandare in lunetta Holiday che realizzava il primo ma non il secondo tenendo al respiratore Charlotte con :09.9 sul cronometro.
Sulla rimessa laterale a destra Batum si sganciava dalla marcatura e girandosi tirava in faccia a Davis ma il tiro era brutto e corto, NOLA recuperava palla e aggiungeva due punti finali dalla lunetta con Frazier per il 116-21 finale.
Le pagelle degli Hornets saranno basate su periodi storici o particolarità in tali contesti.
 
Pagelle
 
Charlotte Hornets
 
Walker: 5,5
25 pt. (10/25), 7 rimbalzi, 5 assist, 1 rubata. Anno zero. Da lui riparte la storia dei nuovi Hornets. Il Giocatore Messia che cerca di rinverdire i fasti passati a suon di superamenti record per arrivare a essere inserito tra le stelle di pima grandezza che hanno vestito la divisa degli Hornets. In realtà sono numeri di tutto rispetto ma il voto va diviso con Clifford. La motivazione è che ormai c’è troppa pressione e Kemba genera molta prevedibilità nei momenti cruciali. Stasera viene stoppato da Jones a metà tempo, sbaglia il tiro sulla sirena dell’ultimo periodo, manca una tripla fondamentale nell’OT. Avrei potuto dargli anche 6 ma lui è il leader.
 
Batum: 5,5
13 pt. (3/10) 7 rimbalzi, 4 assist, 2 stoppate. Legione straniera. Luigi Filippo di Francia la fondò nel 1831 facendovi entrare tutti gli stranieri che desideravano aderirvi (all’epoca vi era uno scontro in Algeria). Il franco/camerunense Batum è uno di quelli arruolatosi oltremare, guadagna il suo lauto stipendio al servizio degli Hornets e i suoi mesi di addestramento (anche giocando) in estate hanno forse superato i quattro. Spara tuttavia male, come troppe volte accade, riempie il tabellino, poi quella sciagurata tripla nel finale con poco acume e saggezza.
 
Michael Kidd-Gilchrist: 5,5
10 pt. (2/6) 13 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 2 stoppate. Medioevo. Non fu un periodo poi così buio, ma nell’immaginario collettivo le malattie, le scorribande, il vassallaggio e le lotte d’armi con i castelli lo identificano così. MKG fa da sentinella su un torrione cercando di proteggere sia il fossato della linea dei tre punti, sia le mura del canestro ma stasera mi piace molto meno del solito. Un po’ meno protezione nel finale dove, nonostante i suoi tanti rimbalzi, ne concede due fondamentali ai Pelicans, almeno il primo su Galloway avrebbe dovuto portarlo a casa. Va in doppia doppia ma per me la prestazione non è stata eccezionale, anzi è andata scemando…
 
M. Williams: 5
13 pt. (3/14), 2 rimbalzi. Periodo romantico ma anche rivoluzionario. Marvin è un idealista che ha l’etica del lavoro al primo posto quando è nel team ma ha anche fantasia nel variare il gioco e una spiritualità contagiosa tra i tifosi di casa. Stimato e apprezzato dai compagni è anche controverso nei risultati, nelle statistiche delle sue serate. Questa è un’altra serata no al tiro, ci prende poco, così come Frank. Per noi è fondamentale metta qualche canestro in più.
 
Hibbert: 6
4 pt. (2/4), 2 rimbalzi. Illuminismo. La fede nella ragione e la cancellazione delle paure sotto i tabelloni. Roy è consapevole del suo fisico e lo usa per illuminare le giocate di Charlotte rendendole più semplici, a più alta percentuale cercando di concretizzare facilmente. Se però manca il fuoco dentro romantico si è giocatori a metà, lui ha poco tempo per stare sul parquet, limitato dai problemi a un ginocchio. Non sarà solo merito suo ma con lui in campo il +/- è di +10…
 
Belinelli: 7
22 pt. (7/13), 10 rimbalzi, 5 assist. Anno 1.000. La credenza dovesse finire il mondo, così come i pregiudizi su Marco, ogni anno non l’avrebbe fatta a rimanere in NBA secondo i detrattori. Datome è out, Gentile è rimasto a Milano, Bargnani è fuori, rimangono lui e il Gallo oggi a rappresentare la pattuglia italica. Lui c’è e ogni anno, anche se da errante. L’ex New Orleans Hornets si conquista il suo pane lavorando e registrando la miglior prestazione da quando si trova a Charlotte, peccato non basti. 7/9 da tre punti, peccato per le 4 perse. Un solo brutto tiro, quello nell’OT per scelta, per il resto buona difesa e attacco incisivo.
 
Sessions: 5,5
6 pt. (3/7), 7 assist, 3 rubate. Preistoria. Ramon gira con la lancia, le pietre a caccia di canestri e assist, anche se il confronto impietoso è con il Lin dello scorso anno. Colpisce qualche pterodattilo vicino al ferro, viene affondato almeno ¾ volte dalle triple di Galloway nel periodo decisivo. Bene negli assist e nei recuperi.
 
Kaminsky: 5,5
15 pt. (6/12), 5 assist, 2 rimbalzi. Rivoluzione industriale. Il periodo storico che amo di meno, anche se ha rivoluzionato il mondo e qualcuno crede abbia portato solo benessere. Frank mi piace, anche se è scostante, mi spiace paragonarlo a tal periodo ma solo per la rivoluzione capace di far giocare un centro/ala grande anche da fuori, un aspetto moderno e rivoluzionario del gioco. Talvolta però il suo gioco non è efficace, la mutazione antropologica del lungo è un processo che non sempre va a buon fine. Stanotte fa 3/8 da fuori ma si fa stoppare da Davis in un momento cruciale e poi anche battere in difesa.
 
Hawes: 6,5
8 pt. (4/6) 6 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata. Fuori dal tempo. E’ il terzo centro ma con i due avanti a lui sempre alle prese con qualche problema, si ritaglia spazi. Buone statistiche in 21 minuti e un +9 che condanna Clifford.
 
Coach Clifford: 5
Guerra d’indipendenza Americana. Se Lord Cornwallis pensava che Charlotte fosse un nido di Calabroni ribelli non aveva visto ancora questi Hornets che sovvertendo i pronostici stanno meravigliando quasi tutti gli analisti. Questa volta però perde la battaglia. Niente Hawes, niente Hibbert nel finale, Kaminsky e Marvin concedono troppo e Davis ringrazia. La scelta dell’ultimo pallone a Walker dovrebbe essere un po’ variata, contro gli Hawks si è fatta girar palla e si è vinto.
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New Orleans Pelicans
 
Frazier: 6,5
17 pt., 5 rimbalzi, 8 assist. Il solito folletto. Buona prestazione. Finché non rientrerà Holiday in quintetto i Pelicans avranno un giocatore interessante.
 
Moore: 5
Due punti con 1/7 dal campo, avesse continuato lui avremmo vinto.
 
Cunningham: 6
Compie alcune buone difese, ma anche un gesto insulso nel finale che sarebbe potuto costar caro se gli Hornets avessero concretizzato.
 
A. Davis: 7,5
38 punti e 16 rimbalzi. Metà New Orleans è lui. Tira con precisione, si avvantaggia nel pitturato nel finale quando l’inesperienza di Frank e I cm mancanti di Marvin, unito a qualche rotazione non fantastica, gli consentono di fare la differenza.
 
Asik: 6
0 pt. e 5 rimbalzi in 13 minuti. Il compitino su un Hibbert che forza poco.
 
T. Jones: 6
Qualche buona giocata in attacco e in difesa ma media tiro brutta.
 
Sol. Hill: 6
Una bella stoppata su MKG poi normale partita.
 
J. Holiday: 7
22 pt., 9 assist, il braccio destro di Davis. Senza di lui avremmo vinto sicuramente. Il giocatore con gli occhialini sa come innescare i compagni e segnare.
 
Galloway: 7,5
23 punti e 7 rimbalzi dalla panchina, più tre rubate e una buona difesa su Kemba nel finale. 6/11 da tre, roba pesante nell’ultimo quarto prima dell’OT.
 
Hield: 5,5
Due punti in cinque minuti. Male al tiro.
 
Coach Gentry: 5,5
Spesso si lagna ma se la squadra produce un gioco decente è anche merito di Holiday e vince grazie alle prodezze di Galloway.
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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.