Game 13: Charlotte Hornets @ Detroit Pistons 113-103

 
Intro
 
Detroit fu fondata da francesi e dai transalpini ne deriva anche il nome.
Rivière du détroit, ossia, fiume dello stretto (Detroit è anche il nome dell’omonimo fiume oggi) fu dato poiché questo tratto di acque univa due laghi.
Gli Hornets nei punteggi stretti negli ultimi due anni non si sono trovati molto a loro agio per dirla con un eufemismo visto che sono arrivate quasi esclusivamente sconfitte.
Per passare sul campo di una potenziale rivale per i playoffs quindi gli Hornets dovevano attraversare l’istmo psicologico calcato sulla faccia di Marvin Williams e alcuni compagni nel finale a Philadelphia anche in caso di punto a punto.
 
 
 
 
La partita in breve
 
Charlotte andava giocare a Detroit ben conoscendo i punti di forza della squadra allenata dal nuovo coach Dwane Casey.
Sotto le plance Charlotte avrebbe dovuto fare buona guardia non scordando il perimetro, andando a dar fastidio sulle triple. Il piano degli Hornets riusciva perfettamente anche se Bullock da fuori iniziava con un 5/5.
Partita da giocare fisicamente invitando i Pistons a tirare da fuori dove non sono complessivamente granché…
I primi due quarti vedevano le squadre superarsi più volte con un’alternanza della squadra al comando più veloce dell’intermittenza delle luci di Natale.
A regalare il vantaggio definitivo di primo quarto era la tripla di Bullock (3/3 sino a quel momento) con la quale portava i suoi sul 23-25.
24-27 era il finale dei primi 12 minuti.
Charlotte, caratteristica di tutti i quarti, partiva bene ancora, anzi, meglio del primo quarto e con l’entrata di Lamb in appoggio sinistro andava sul 32-29.
A 4:06 entrava in bonus Detroit che con due liberi di Drummond si riportava avanti sul 42-43.
Kemba a 1:29 andava per il +3 ma arrivava il pari a mezzo tripla di Jackson a 47 secondi dalla seconda sirena.
Era Parker con un pull-up frontale a issar sopra di due il vessillo del Calabrone al termine dei primi 24 minuti.
L’avvio di ripresa era tutto di marca Hornets e quando Walker in transizione a 10:42 appoggiava, la squadra di Borrego si trovava sopra 58-49 con un parziale di 7-0.
A 5:21 con un 3/3 di Kemba ai liberi Charlotte saliva oltre la singola cifra di vantaggio (71-59) e con una tripla di Hernangomez dalla destra su Drummond otteneva anche il 77-59.
Gli Hornets però avevano un blackout chiuso dallo stesso Willy che perdendo palla sulla rimessa regalava a Drummond due punti per un parziale di 0-8 che riportava a -7 i locali (77-70).
Monk dalla lunetta e Hernangomez su azione restituivano il +11 ma il quarto si chiudeva sull’83-75.
Charlotte usava la panchina per chiuder il match in avvio di ultimo quarto; Parker lanciava in pick and roll Zeller, poi segnava, sbagliava un tiro ma Bridges prendeva il rimbalzo sotto segnando, infine tornava a vestire i panni dell’uomo assist per regalar a Bridges una schiacciata lanciatissima per i fotografi.
A 8:50 Hornets tornavano sul +18 (95-77).
Un nervoso Griffin era espulso dopo esser avanzato in difesa con Monk in salto che ricadeva sulla spalla dopo il contatto con Blake.
Flagrant 2, espulsione, due FT per Monk che portava a 100 i Calabroni.
Senza Griffin e punti nell’orgoglio i Pistoni cercavano la rimonta ma Crono era contro di loro così si arrivava al minuto finale con Charlotte comunque un po’ in affanno sul 109-100. La tripla frontale di Ish Smith per il – 6 era respinta dai due ferri e dall’altra parte 15 secondi dopo Parker affossava Detroit silurando da tre dalla sua diagonale preferita. 112-100 ritoccato in 113-103.
Pistons che hanno chiuso con Drummond e Bullock (6/9 da fuori) con 23 punti a testa, ben 22 i rimbalzi per il centro però.
Griffin ha chiuso con 10 punti e uno 0/5 al tiro da oltre l’arco con un 12/45 per un 26,7% complessivo della squadra di casa che ha pregiudicato le possibilità di vittoria.
46-51 i rimbalzi con gli Hornets che son riusciti a limitare lo strapotere fisico degli avanti rossoblu.
24-21 invece gli assist a favore dei nostri.
12-10 i TO mentre decisiva è stata la difesa con il 50,6% dal campo ottenuto da Charlotte contro il 36,5% dei Pistons… Portati sul terreno voluto da Borrego, abile stratega in questo caso nel legger il match.
 
 
Le formazioni:
 
 
La partita
 
 
1° quarto:
 
Inizio con poca precisione per le due squadre, Detroit, infatti, passava in vantaggio su un errore di Drummond con tap-in di Bullock.
A 10:24 era Drummond a realizzare lo 0-4. Gli Hornets per segnare i primi due punti dovevano attendere sino a 9:31 quando un lungo jumper dalla destra di Batum su Griffin oltrepassava il cotone della retina dei Pistoni.
Detroit colta in transizione da Walker subiva l’infilata di Zeller che ricevendo dal capitano era affrontato irregolarmente da Griffin.
Due FT a 9:00 che costavano il pari ai locali.
Williams sulla linea di fondo dal basso con una manata portava via la palla a Griffin allungandogliela che forse subendo anche un colpo rimaneva giù, non se ne avvedeva nessuno perché sulla corsa in transizione Lamb sparava da tre portando in vantaggio Charlotte ma per poco perché G. Robinson III dal corner destro pareggiava quasi immediatamente.
Cody a 7:33 al volo deviava al vetro finendo dietro per l’appoggio morbido del nuovo vantaggio, poi, dopo un time-out toccava a Walker usare il vetro per mandare Charlotte sul +4.
Griffin riportava a -2 la squadra di Casey poi rischiava di perder palla ma trovava nell’angolo Jackson che infilando da tre sorpassava anche i Calabroni nel punteggio a 5:14 (11-12).
A 4:56 un gioco di passaggi raggiungeva Willy sotto canestro a sinistra da dove depositava facilmente ma solamente 9 secondi più tardi Bullock infilando la tripla consentiva il contro-sorpasso della squadra motorizzata.
A 4:32 era Kemba con una drive a passar corto sulla baseline destra dove navigava ancora Willy a chiudere l’azione con altri due punti per il 15 pari.
Era Parker con un pull-up dalla sinistra (libero grazie al lavoro di Kemba) a riportarci in vantaggio ma un missile di Bullock a 3:06 (da second chance) mostrava la fragilità del vantaggio.
Tony ci metteva cinque secondi per andare con lo scoop al vetro allungandosi oltre il difensore in rincorsa a contatto ma Griffin in mezzo gancio dal pitturato batteva MKG e guadagnava un FT (mancato).
19-20 a 2:39 dalla fine del primo quarto ma a ridarci il vantaggio era Bridges da Flint, 106 km da Detroit che chiuso sotto canestro da due difensori faceva rimbalzar palla indietro per l’accorrente MKG che metteva dentro.
A 2:07 Pachulia da sotto si divertiva a crear l’effetto montagne russe ma MKG a destra da sotto ribaltava nuovamente il risultato come una frittata (23-22).
Bridges buttava via una rimessa dal fondo sparando sul polpaccio di Kemba intento a correre verso la metà campo così Bullock infilava la sua terza tripla consecutiva per il 23-25.
Parker per MKG era un idea che Griffin stoppava ma la leggera spinta sul corpo di Galloway determinava due FT poi splittati dal nostro numero 14.
Galloway si faceva perdonare in entrata allo scadere dei 24 risolvendo la questione così con MKG che sulla sirena colpiva i ferri finivano i primi 12 minuti.
24-27.

Detroit Pistons forward Blake Griffin and Charlotte Hornets center Cody Zeller (40) reach for the rebound during the first half of an NBA basketball game, Sunday, Nov. 11, 2018, in Detroit. (AP Photo/Carlos Osorio)

 
 
2° quarto:
 
Pronti via MKG in aiuto a Bridges andava a stoppare il numero 7 Johnson ma ricadendo male si slogava la caviglia destra ed era costretto ad abbandonare il campo dopo soli 20 secondi giocati.
Una steal di Lamb e un Bridges che con uno spin nel pitturato costringeva al fallo la difesa locale davano il -1 (2 FT ben realizzati), toccava Parker con un floater su Pachulia a restituire il vantaggio agli Hornets (30-29), un +1 dilatato rapidamente da Lamb che con il sinistro appoggiava al vetro in uno contro uno allarmando Casey pronto a chiamare il time-out.
Robinson in avvicinamento al rientro accorciava ma Parker usando uno screen roll batteva ancora la difesa rossoblu. Drummond sulla baseline sinistra spingendo di forza Zeller lo eliminava dalla scena poggiando la sfera all’anello che la faceva girare prima di farla entrare.
Johnson con un palleggio dietro la schiena s’infilava frontalmente depistando Lamb prima d’appoggiare il 34-35 ma Cody trovato sotto la plancia avversaria da una drive di Malik cambiava ancora il vantaggio nel punteggio (36-35) Lamb si faceva sempre più attivo intercettando una palla in difesa e in attacco andando sullo schermo di Cody a sinistra per il pull-up solo cotone.
Johnson replicava da due, poi toccava a Kemba passare a ricciolo sotto il canestro, movimento a U, tiro dalla diagonale sinistra liberissimo per due punti facili senza pressione… Lamb commetteva il suo terzo fallo toccando Jackson alle spalle a 5:09.
Due FT di furbizia per il -1.
Walker con un turnaround appena al di fuori del pitturato a sinistra lasciava i difensori di stucco ma un jumper di Jackson consentiva ai Pistons di non mollar la presa (42-41).
Batum sbagliava da fuori, Zeller non teneva il rimbalzo così i Pistoni spingevano verso il nuovo vantaggio conquistando due FT a 4:06 (fallo di Williams su Drummond lontano dalla palla).
Marvin dalla diagonale sinistra sparava una tripla con metri di spazio sul difensore trovando il canestro del 45-43.
A 3:29 Griffin scavalcava nuovamente i Calabroni ma Walker s’ispirava con un floater per coglier la metafora nel superare Detroit e Pachulia mano protesa alla difesa.
Kemba con un lungo due da sinistra a 1:29 allungava ma Jackson con la tripla a :47.1 in un sol colpo pareggiava alle soglie della cinquantina.
Parker on rapido pull-up ci portava sopra i 50 chiudendo de facto il primo tempo sul 51-49.

Batum sfida Drummond in entrata.
AP Photo Carlos Osorio.

 
 
 
3° quarto:
 
In avvio ripresa gli Hornets sorprendevano i Pistons ascendendo rapidamente nel gioco trovando riscontro nel punteggio; Cody in area con due punti iniziava le danze, Williams dalla diagonale destra saettava da tre punti accarezzando il cotone solamente, si vedeva anche una stoppata di Batum che faceva correre Lamb il quale cedeva a Walker per l’appoggio in transizione.
Micidiale 7-0 in un minuto e 18 secondi per un 58-49 che apriva una via verso la fuga.
Williams prima in difesa rubava un altro pallone a Griffin, poi difendeva bene su Robinson ma sulla seconda a azione Drummond finiva per segnar da sotto al secondo tentativo. Poco male perché gli Hornets in attacco girando velocemente palla trovavano un Lamb sofferente di solitudine sulla top of the key pronto a realizzare da tre per il +10 (61-51).
Bullock da tre su una second chance calava un’altra mannaia sulla testa di Charlotte ma protestava Griffin a suo dire toccato sull’entrata che portava alla tripla.
Risultato?
Tecnico all’ex Clippers e 62-54 Hornets.
Drummond mancava un appoggio facile ma a 8:30 si rifaceva dalla linea di fondo sinistra andando ad appoggiare oltre Zeller che commetteva fallo ma non subiva l’onta del libero realizzato perché il n° 0 entrava in simbiosi con il numero di maglia.
Walker a 8:21 usava lo schermo per realizzare la sua prima tripla di serata mentre Charlotte serrava i ranghi e in difesa se era il caso le capitava di gettarsi a terra riuscendo a recuperare una sfera per ultimo tocco di Robinson III.
Bullock dalla diagonale sinistra metteva dentro ancora una bordata per un surreale 5/5.
Cody stoppava stando fermo un Griffin brutto da vedersi tanto più che era lui a passar quasi la palla a Cody in arretramento, a 6:20 si registrava il primo errore di Bullock da tre che invece di tirar da fermo in ritmo provando a costruirsi il tiro non ce la faceva mentre lo realizzava Batum dalla sinistra, completamente solo perché Willy prendendo un rimbalzo d’attacco smistando a sinistra trovava il francese e una difesa Pistons sbilanciata già orientata verso l’attacco. Kemba era un mastino in difesa deviando sul corpo di Drummond la palla oltre la linea di fondo.
Lo stesso Walker in attacco andava a tirar rapidamente da tre punti ma sfiorato da Jackson alle spalle era lesto a tuffarsi inusualmente in avanti per mostrare il contatto accentuandolo.
Tre liberi a segno più l’assist successivo dietro la schiena per Williams che onorato non mancava la tripla del 74-59. Hornets in controllo del match, Pistons che rompevano la pioggia di punti subita con Galloway da tre punti da destra. Willy però sullo stesso lato con uno spostamento laterale usciva dall’ombrello protettivo di Drummond calando una tripla letale comunque restituita quasi immediatamente da un Bullock da 6/7 oltre l’arco.
Charlotte perdeva un po’ la testa concedendo tre FT a Bullock e palla sulla rimessa con Willy a regalare a Drummond due punti.
Detroit accorciava quindi con un parziale di 8-0 risalendo sul77-70.
Charlotte a 3:08 andava in time-out e Monk a 2:51 si lanciava a folle velocità sbagliando.
Per sua fortuna era toccato e dalla lunetta ci regalava due punti così come Willy poco più tardi senza bisogno della lunetta.
Drummond con un punto e Galloway con due riducevano lo scarto a una cifra (81-73) ma un Parker in forma San Antonio old time cadendo all’indietro batteva Drummond in uscita sul mid-range sinistro.
Smith con un rapido spin batteva due difensori e appoggiava poi sulla sirena vedeva il suo tiro esser respinto dai ferri. 83-75, partita ancora da chiudere grazie al rientro rapido di Detroit.
 
4° quarto:
 
Un pick and roll Parker/Zeller era chiuso da un floater da quest’ultimo, Parker con uno scoop al vetro spingeva ancora Charlotte, poi il francese tornava umano sbagliando un tiro ma il pallone era conteso tra un difensore e Bridges.
La spuntava Miles che da sotto saliva a realizzare l’89-75. Monk in corsa verticale leggermente a sinistra del canestro passava corto per Bridges che proveniente dalla linea di fondo sinistra andava a schiacciare…
91-75 a 10:10 dalla fine…
Griffin ne metteva due liberandosi di Batum ma Parker dalla diagonale sinistra aveva la mattonella dalla quale estrarre money.
Due punti per il 93-77.
A chiudere un’altra partenza di quarto sprint ci pensava Bridges che imbeccato da Parker con un passaggio dalla destra arrivava in corsa decollando dal pitturato per sorvolare la no fly zone dei Pistons.
A Detroit e zone limitrofe dovevano dare l’allerta per l’onda d’urto prodotta dalla schiacciata lanciatissima di destro del nostro rookie. 95-77 a 8:50.
Parker da tre non cambiava bisettrice e Monk in entrata era affrontato in volo dall’avanzata furba e maligna di Griffin che faceva cader il nostro numero uno sulla spalla.
Dopo aver rivisto al replay l’azione gli arbitri propendevano per un flagrant 2 sacrosanto.
l pubblico fischiava ma c’era il rischio che Monk i quella circostanza si facesse male veramente.
Espulso il nervoso Griffin e incassati due FT per il 100-79, Detroit tornava a giocar meglio provando a rientrare nel finale ma i 21 punti di divario accumulati erano troppi. Jackson a rimorchio segnava il -15 a 5:29 dalla fine ma il cronometro scorreva, a 4:33 una flash dunk di Drummond e un canestro annullato ingiustamente a Parker che subiva fallo prima di commetterlo.
Jackson con un’azione da 2+1 realizzava il 107-94 poi, dopo il canestro a 2:56 di Kemba che sorgendo frontalmente sul difensore irradiava la retina con due punti, gli Hornets subivano la tripla di Galloway, si salvavano con Batum che toccando all’ultimo una palla diretta a Drummond toglieva al centro avversario la possibilità di alley-oop ma Drummond, dopo l’espulsione di Zeller, marcato da Williams metteva dentro dopo aver visto l’errore di Jackson da fuori.
109-100.
Smith a circa un minuto dalla fine avrebbe la palla del -6 ma l’anello diceva di no al piccolo dei Pistons così dall’altra parte Parker a :45.8 cannoneggiando da tre chiudeva il match (112-100).
L’aggiustamento finale sul 113-103 cambiava di poco le cose. Gli Hornets ottenevano un’importante vittoria sul campo di una possibile rivale playoffs.
 
 
 
Pagelle
 
Kemba Walker: 7,5
24 pt., 3 rimbalzi, 8 assist. 9/17 dal campo. 4/4 ai liberi. Attivo in difesa costringe anche Drummond alla persa. Se si aziona a tratti è imprendibile come quando guadagna 3 FT passando sul blocco. In campo nel finale del terzo quarto più che altro va a mettersi in angolo a riposare. Rientra in campo nel quarto quando Borrego ne ha bisogno. Perde una palla ma a poco meno di tre minuti dalla fine segna un canestro importate. Regala qualche perla come l’assist dietro la schiena per Marvin da tre. Un tecnico preso nel finale su una fiondata a canestro sulla quale ci sarebbe fallo secondo lui.
 
 
Jeremy Lamb: 7
10 pt., 6 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate. 4/6 al tiro, preciso. Molto attivo nelle fasi centrali del match, interdittore sopraffino, recupera due palloni e ne devia uno in rimessa laterale. Se Johnson lo batte un paio di volte si rifà comunque con 10 punti accompagnando la squadra.
 
 
Nicolas Batum: 6
5 pt., 8 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate, 1 stoppata. 2/6 dal campo. Tre TO, uno veramente maldestro. Infila la sua unica tripla completamente libero da sinistra ma in un momento importante. Pasticcia un po’ a volte ma in generale è un po’ più reattivo, toglie due alley-oop dalle grinfie di Drummond e si permette anche il lusso di una stoppata innescando la transizione che porterà a due punti.
 
Marvin Williams: 7
10 pt., 4 rimbalzi, 2 rubate. Nessun TO, tanta buona difesa. Innervosisce subito Griffin togliendogli la palla e si ripeterà nel corso del match. Da l’esempio giocando fisicamente, pazienza se dal campo fa 3/9. Mette tre bombe quando servono.
 
Cody Zeller: 5,5
14 pt., 6 rimbalzi, 1 assist, 3 stoppate. 5/11 al tiro. 4/4 dalla linea, non semplice per lui. Alla fine espulso per la seconda volta consecutiva. Dopo Embiid, Drummond, altro pachiderma. Non è facile per lui destinato a esser massacrato come i poveri indiani al Sand Creek. Mi fa impazzire perdendo palloni e sui rimbalzi non sembra avere il mestiere a volte. Non sembra capire come bloccarla. Le mani un po’ di burro, la coordinazione che tarda a presentarsi… Si prende tre stoppate ma ne da anche. Da comunque fastidio e se Drummond lo sposta nel primo tempo sulla baseline, lui ci riprova subendo il contatto e lo sfondamento determina il terzo fallo di Drummond. Certo… a confronto dei 23+22 di Drummond , anche se gioca 5 minuti in meno… Utile come bloccante sui pick and roll per Kemba o Lamb.
 
Malik Monk: 5,5
4 pt., 5 rimbalzi, 2 assist. Monk si dedica alla difesa ma in attacco a parte il 4/4 ai liberi sparacchia alla grande. Attivo, troppo forse, serve un bal passaggio per Bridges sulla linea di fondo poi guadagna due FT su un’entrata incauta troppo veloce, poi viene messo a terra da Griffin ma si rialza.
 
Michael Kidd-Gilchrist: 7
5 pt., 2 stoppate. Rimane in campo 4 minuti. Gioca con molta foga e determinazione ed è proprio su una stoppata che si fa male ricadendo su un giocatore dei Pistons. Si procura una distorsione alla caviglia destra. Servirà nelle battaglie, sperando sia una cosa da pochi giorni…
 
Miles Bridges: 7
8 pt., 8 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppate. ¾ al tiro. 2/2 dalla lunetta. Nessun favore alla squadra del suo Stato, il Michigan, lui che è di Flint se non la palla lanciata dalla rimessa dal fondo su Walker con il quale non s’intende e la colpa lì è tutta del nostro Miles. Si muove bene sulla linea di fondo, a rimbalzo è presente e sa stoppare anche sembrando magari fuori tempo. Ci sta abituando allo spettacolo adrenalinico puro. Altra schiacciata incontrollata che provoca uno tsunami nella regione dei Grandi Laghi…
 
Willy Hernangomez: 6,5
9 pt., 3 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. 4/6 al tiro con la gemma della tripla in faccia a Drummond. Sembra anche resistere al centro meglio del previsto se abbinato. Peccato la rimessa con regalone ai Pistoni ma è giovane. Bello il rimbalzo offensivo con il quale innesca Batum per la bomba. 4 falli, un po’ troppi… -6 in +/-, in campo in uno dei momenti di difficoltà.
 
Tony Parker: 8
24 pt., 3 rimbalzi, 4 assist. 11/18 al tiro. Parker entra e inizia a tirare. Prende la leadership della squadra. Kemba gli lascia palla anche quando sono in campo contemporaneamente. Spara mnemonicamente dalla mattonella diagonale di centro sinistra anche con l’uomo davanti, poco importa se si chiama Drummond o va in penetrazione ad appoggiare lay-up e scoop alla sua maniera. Affonda un paio di triple con le quali chiude il match. Kemba di lui dice che ha leadership e si vede. Il passo dalle vecchie PG di riserva a Tony, pur con la sue età è notevole, un upgrade importante che fa ben sperare. Ricorda i tempi di Lin con l’approdo ai playoffs. Ci si augura Tony rimanga in salute e continui a offrire esperienza e punti, oltre a qualche assist alla squadra. Gli annullano anche un canestro ingiustamente.
 
 
Coach James Borrego: 8
Piano tattico perfettamente riuscito. Squadra scesa in campo tosta e fisica per contrastare i Pistons costretti ad accontentarsi della soluzione da fuori troppo spesso. Limitati i danni nel pitturato e reso irriconoscibile Griffin, gli Hornets sono stati bravi ad attaccare con diligenza senza abusare della soluzione da fuori. Kemba e Tony hanno dato una mano ma l’impegno di Marvin Williams e degli altri, a prescinder dalle pagelle personali, ha fatto sì che si tornasse a casa con una W.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.