Game 13: Charlotte Hornets Vs Cleveland Cavaliers 107-115

 
Intro piuttosto asciutta per questioni di tempo e perchè giunti alla quinta sconfitta consecutiva, penso ci sia poco da dire ancora.
Charlotte non si può aggrappare né a eventuali amuleti, come la maglia che riproduceva antichi e festosi tempi, né ai cinque giorni di riposo, serviti per riorganizzarsi. Cleveland passa in North Carolina grazie a 31 punti di James, tornato a livelli personali altissimi, ben coadiuvato però da un Love da 22 punti, più Green da 13 pt., Korver da 11 e anche Frye dalla panchina, finendo con 9 pt. ha evidenziato le crepe della nottata prodottesi nella difesa di Charlotte.
I nostri lunghi hanno perso la battaglia a rimbalzo 41-52, dato che nel finale ha inciso, quando Cleveland ha messo qualche punticino sfruttando i mancati tagliafuori e la mancata “pulizia” sotto il nostro tabellone.
Ancora una volta paghiamo il 19/28 dalla lunetta contro il 18/20 avversario e il 23,1% da tre punti contro il 34,2% complessivo dei Cavs, mentre abbiamo tirato meglio dal campo con il 47,7% contro il 43,3% della squadra dell’Ohio.
Le formazioni:
La partenza degli Hornets con la replica del vecchio look è da incubo.
Dopo il 2-0 nato da una collaborazione tra Batum e Howard, con quest’ultimo ad attirare la difesa su di se e a scaricare sotto per la schiacciata di Batum, gli ospiti pareggiavano e si portavano avanti a 10:51 con uno spin di LeBron sul quale MKG commetteva fallo non riuscendo a fermare poi l’appoggio.
Gioco da tre punti e Cavs sul 2-5.
Gli Hornets segnavano con Batum che si faceva trovare ancora sotto sul tracciante diagonale di Kemba ma poi Charlotte scompariva dal campo.
Love da tre infilava il 4-10, mentre l’unico a segnare tra le fila di Charlotte rimaneva il francese che, ricevendo un passaggio laterale, sulla corsa centrale nel pitturato, affondava la schiacciata del 6-16 sul tappeto rosso contornato dagli involontari ammiratori.
Cleveland però non stava a guardare; LeBron restituiva la mazzata a canestro, MKG nel cuore dell’area si faceva stoppare da Love e quando Crowder segnando una tripla frontale a 7:36 portava la squadra di Lue sul 6-19.
Clifford si decideva a chiamare il primo time-out.
Charlotte reagiva grazie alla difesa; un pallone rubato da Marvin Williams era utile allo stesso per andare in coast to coast e chiudere con una giocata da tre punti (fallo di Crowder), iniziando così un parziale di 13-0 che passava per una rubata, capolavoro di un attivissimo Batum (anticipava in leggero salto Shumpert) da una rimessa dal fondo per Cleveland, continuava con una tripla di Walker e si chiudeva con Howard a 5:16 con il secondo tentativo personale consecutivo dal pitturato.
A rompere il parziale un tap-in di Love che correggeva se stesso.
Le squadre si combattevano ad armi pari ora e MKG con un jumper medio dalla baseline sinistra portava anche in vantaggio Charlotte sul 26-25, prima che Korver (1:58) indovinasse la tripla del controsorpasso.
Charlotte evidenziava un bel giro palla che portava degli extra pass tra quattro componenti in campo, alla fine spuntava con un tempo di vantaggio MKG dal pitturato alto a infilare l’elbow jumper del 28 pari.
Come spesso succedeva quest’anno tuttavia, la panchina in campo degli Hornets incassava un parziale di 2-8 che era chiuso da una bomba di James per il 30-36 di primo quarto.
 

Charlotte Hornets’ Kemba Walker (15) is fouled by Cleveland Cavaliers’ Iman Shumpert (4) during the first half Wednesday in Charlotte. (AP Photo/Chuck Burton)

Il secondo periodo iniziava con Cleveland ad allungare di altre due unità, ma sul fronte d’attacco Lamb a 11:05 dalla media si procurava due punti con la sospensione, per inventarsi ventisette secondi dopo un’alzata alla “spera in Dio” sul fallo speso da Frye.
La palla s’impennava e ricadeva dentro così come il libero aggiuntivo per il 35-38 a 10:38.
Un duello tra Dwayne vanificava subito dopo la prodezza di Jeremy. Bastava uno spin con appoggio al più navigato e talentuoso Wade per lasciar Bacon quasi sul posto, quasi perché il fallo speso non era dei migliori.
Altra giocata da tre punti e Cavs che rafforzavano il vantaggio con il passaggio da terra di Wade per Shumpert.
Era sempre Lamb a prendere l’iniziativa e un fallo di Green in entrata consentiva al nostro numero 3 di alzare di due unità le cifre del suo tabellino.
Monk, dopo un po’ d’anonimato, andando in palleggio sulla destra s’inventava un fade-away dalla media e una tripla da secondo possesso, così gli Hornets a 8:51 risalivano la china per arrivare a contatto sul 42-43.
Green da sotto cercava di tornare a farci scivolare via, ma l’arolio di Charlotte era costituito da Lamb che in entrata passava corto sotto canestro a Zeller che non aveva difficoltà a schiacciare.
Charlotte compiva tre buone difese, compresa l’ultima, quella sulla quale Frank si spostava all’ultimo con Wade che cercando il fallo in caduta rilasciava un pallone che non toccava nemmeno l’anello.
Un po’ disorientati per il fallo richiesto i Cavs lasciavano un varco centrale proprio a Frank che riportava sopra i nostri in layup.
Dopo un 2/2 di Green dalla linea della carità (Zeller si appendeva all’avversario), rientravano in campo i titolari di Charlotte, eccetto Williams.
Il primo a segnare era MKG che tirava sopra James dalla destra per il 48-47, poi gli uomini di Clifford mancavano tre liberi su quattro (Howard 0/2, Walker ½), così bastava un’azione da tre punti a Love (fallo di Kaminsky nel semicerchio antisfondamento), ben servito da Shumpert, per riportare sopra gli avversari.
A dispetto della sua pessima fama da tiratore, MKG “indovinava” un altro jumper dalla diagonale destra e servendo il 51-50 a Clifford cercava di dare una spinta per il rush finale di secondo quarto.
Slancio che doveva attendere però, giacché James si liberava in maniera spiccia di Kaminsky sotto canestro (spinta più che ai limiti) e recuperando un rimbalzo su errore da tripla metteva dentro con la dunk il 51-52.
Kemba tornava a guidare l’attacco di Charlotte; la sua fuga sulla baseline destra con passaggio orizzontale sulla sinistra arrivava preciso a Batum, che in corsa, nella direzione opposta si presentava al canestro in schiacciata incontrastata.
Batum andava a prendersi poi un pallone nel corner destro bersagliando con altri tre punti il canestro avversario.
Un fast break di Charlotte con MKG che contrastato errava era corretto a rimorchio dal transalpino che in stato di trance agonistica ci portava sul 58-52.
A 1:57 uno scarico indietro per Williams era ben sfruttato dal nostro numero due che in entrata realizzava a una mano dal pitturato.
Il tocco di Crowder faceva alzare il punteggio di Charlotte di un punticino (61-54) dopo il libero addizionale, ma i Cavs reagendo, coronavano un -2 con uno step back da tre punti frontale di James.
Walker toglieva pressione replicando; prima dalla diagonale destra dalla lunga distanza per il 64-59, poi a 33 secondi dall’intervallo con una giocata da tre punti che lo portava dalla sinistra a chiudere in appoggio dopo uno zigzag che James accompagnava con un leggero tocco sulla schiena. Love da sotto chiudeva i primi 24 minuti con due punti per il 67-61 Charlotte.

Howard contro Love.
AP Photo/Chuck Burton.

 
Nella ripresa Cleveland cercava di ricucire lo strappo segnando subito ma una tomahawk di Lamb su J.R. Smith rallentava i progetti di Lue che tuttavia giungevano quasi a termine con una tripla di uno Shumpert liberato nel corner sinistro.
Il tocco di Kemba in uscita dava sul 70-68 la possibilità ai “granata”, di tornare sul -1 ma l’errore lasciava inalterato il punteggio.
I Cavs tuttavia non si accontentavano di rimaner agganciati alla partita e dopo aver trovato il pari, sorpassavano con una tripla di J.R. Smith di fronte a Batum.
Il francese in attacco dall’angolo destro tracciava un passaggio all’indietro in diagonale che liberava Walker, il quale non ci pensava due volte per provare la tipla che riequilibrava il match a quota 73.
James realizzava ancora da tre e Charlotte a 6:51 accettando la sfida da fuori, rimetteva in parità la partita con Marvin Williams.
Zeller difendeva bene su James che in entrata colpiva il lato destro della tabella, Charlotte si portava in attacco e da una mischia sotto canestro ne veniva fuori Zeller che tentava il tiro… niente da fare, palla che usciva, ma c’era un fallo subito e i liberi realizzati per il 78-76.
MKG a 4:41 tirava fuori dal cilindro un passetto in avanti sul raddoppio e un tiro frontale per l’80-76.
James però non lasciava scampo a Marvin sullo step back 3 ma lo stesso Re incappava in due falli offensivi andando precauzionalmente a sedersi in panchina.
La leadership di Charlotte resisteva ancora un po’: Lamb a 2:02 si procurava due liberi che ci portavano, dopo realizzazione, sull’84-81.
Una tripla di Korver a 1:11 tuttavia faceva cadere il vantaggio degli Hornets (84-86) che subivano altri due punti e chiudevano il periodo sotto di quattro.
 
L’ultimo quarto partiva con un’entrata diretta di Lamb in appoggio al vetro, ma un lampo da tre di Korver flasshava gli Hornets che finendo sul -5, con la panchina in campo, incapace di dare immediate soluzioni offensive, finivano per accusare il colpo andando sul -9 dopo un canestro di Frye a 10:02.
La reazione degli Hornets arrivava ad arenarsi sul -4, quando Kaminsky resistendo al contatto di Korver segnava tre punti per il 91-95 con 8:15 ancora da giocare.
James però nel finale si riproponeva su alti livelli, come a 5:57, quando in palleggio si portava sulla baseline sinistra per andare a tirare in fade-away oltre Kaminsky e realizzare il 95-105.
La difesa di Charlotte non teneva; Green saliva sul tetto a catturare un rimbalzo offensivo dopo l’errore dall’angolo di Korver poi era Batum a cercare di lanciare a metà campo Marvin Williams, ma uno scattante James intuiva e andando a schiacciare in maniera inutilmente aggressiva tutto solo, portava a casa il 31° punto.
Howard recuperava un rimbalzo offensivo a 2:38 ma l’1/2 non migliorava molto la situazione (103-111), anche perché gli Hornets fallivano un catch n’shoot da tre con Batum che si vedeva poco dopo anticipare ancora un passaggio verso Howard.
Gli Hornets non rientravano più e Cleveland risultava la seconda formazione ad espugnare (107-115) lo Spectrum quest’anno.
 
Pagelle
 
Walker: 6,5
20 pt., 5 rimbalzi, 7 assist. Finisce con 7/17 al tiro, non sempre preciso, ma uno dei pochi a dare verve all’attacco di Clifford. Buono in fase di smistamento e si applica maggiormente in fase difensiva, dove finisce a volte per affrontare anche match up impari non sfigurando.
 
Batum: 6,5
16 pt., 5 rimbalzi, 6 assist, 2 rubate. Buono il rientro, o meglio… la prima parte. Parte voglioso e motivato. I risultati arrivano subito. Capolavoro la steal sulla rimessa da fondo campo avversaria. I due soliti problemi: il tiro da fuori (1/6) e i turnover, ben quattro, due dei quali arrivano nel finale (con il primo condannabile). Al rientro il suo 7/15 va bene, ma deve continuare a impostare e a farsi trovare sotto, come nel primo tempo, non tirare solamente da marcato o da tre come nella seconda parte.
 
Kidd-Gilchrist: 6,5
20 pt., 6 rimbalzi, 2 rubate, 2 stoppate. Terrificante primo tempo al tiro con un 4/7 che procurava già la doppia cifra. In difesa soffriva James che riemergeva nel finale. I numeri li ha. Un 9/13 dal campo non basta per Charlotte. Lo premio per l’attacco.
 
M. Williams: 6
9 pt., 1 assist, 4 rimbalzi, 1 stoppata. Gioca 26 minuti, potrebbe far meglio a rimbalzo ma dietro fa anche alcune buone difese, come quella su Shumpert nel secondo tempo… Finisce con un 3/7 dal campo.
 
Howard: 4,5
8 pt., 5 rimbalzi, 2 assist.3/5, 2/6, 4 turnover e 6 falli. Ha problemi di falli che spende per la metà in sequenza. Si fa portar via troppi palloni e non incide. Soffre la mobilità, non estrema, dei centri avversari, come fosse una specie d’armadio, ma incelofanato… Dalle doppie doppie d’inizio stagione è scemato. Senza un suo buon apporto è notte fonda.
 
Lamb: 6,5
13 pt., 5 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata. Dal campo fa 4/9, dalla lunetta non sbaglia nulla con un 5/5. Concentrato, fa più fatica nell’ultimo quarto a trovare varchi ma qualche punto lo da ancora. Relegato in panchina da comunque il suo contributo, quasi come fosse partito titolare. Unico a dare un po’ d’imprevedibilità anche da solo, all’abulica “non manovra” talvolta della panchina.
 
Zeller: 5
7 pt., 3 rimbalzi, 1 assist. Anche lui a rimbalzo fatica. Ci prova ma niente. Non è serata e si vede quando l’anello gli respinge una conclusione già dentro. Troppo poco per lui.
 
Kaminsky: 6,5
7 pt., 6 rimbalzi, 2 rubate, 3 stoppate. Nessun turnover e 3/7 al tiro. James lo sposta come un fuscello vista la differenza strutturale. Non gioca malissimo, anche se a volte l’IQ cestistico non è al massimo. Tirare da fermo, marcato, non è preferibile a giocar palla se hai ancora secondi sul cronometro e compagni piazzati meglio. Nel finale svetta correggendo una conclusione di Kemba non andata a buon fine. C’è a rimbalzo ed è il migliore dei lunghi in serata.
 
Monk: 6
5 pt., 3 rimbalzi in 8 minuti. Clifford lo utilizza poco visto il rientro del francese che può giocare da play. Lui fa il suo in un lampo trovando un paio di conclusioni ravvicinate nel tempo che chiudono il cerchio del suo tabellino. In difesa in mezzo a colossi, vederlo difendere potrebbe sembrar eresia, però prende ben tre rimbalzi.
 
Bacon: 5
0 pt., 1 assist. Gioca dieci minuti e fallisce un paio di conclusioni. Eroico una volta nel secondo tempo su James, per il resto si fa battere troppo facilmente in difesa.
 
Coach Clifford: 5,5
Un time-out chiamato tardissimo a inizio partita. Il minutaggio dato ai giocatori non mi dispiace, è equilibrato. Sulle rotazioni si potrebbe fare meglio ma è la grinta che mi pare mancare in certe circostanze. Dopo un paio di comeback con controsorpassi su Cleveland, nonostante la squadra giochi benino d’insieme, nel finale del terzo quarto come il solito si spegne. Lui manda in campo qualche titolare prima della scorsa partita a Boston. Non basta. Cleveland con James, che, quando passa a Charlotte non è mai tenero, vince ancora, continuando la sua scalata in classifica, mentre Charlotte precipita verso gli ultimi posti a est, anche se ha in mano una squadra che sulla carta, come minimo, dovrebbe lottare per i playoffs…
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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.