Premesso che continuare a scrivere solo di sconfitte (assurde) non è piacevole e sono furente come parecchi tifosi dei Calabroni, mi sforzerò di raccontare la gara…
Di certo l’allenatore di Charlotte, Clifford, non deve conoscere l’arte giapponese del kintsugi (kin=oro), l’usanza di riparare degli oggetti rotti ricomponendoli con oro fuso (l’idea è quella che dalla ferita dell’oggetto si possa comporre qualcosa di nuovo e unico, facendolo rinascere a livello estetico e interiore).
Di fuso qui, invece, per il momento c’è solo lui che ha un materiale umano più delicato degli oggetti da gestire e la quarta sconfitta consecutiva fa male sia alla squadra, all’entusiasmo del pubblico che dopo le tre sconfitte consecutive sperava di vincere un’abbordabile partita in casa contro i Magic e scacciare gli spettri di una stagione orribile e anche a MJ (il quale un po’ di colpe le ha visto che Cho l’ha scelto lui).
Se i fantasmi occidentali che infestano le case, per antonomasia si ricordano il loro passato, l’entità Clifford fa eccezione, mettendo in campo in alcuni frangenti (inizio ultimo quarto) una squadra composta da giocatori senza intensità e difesa quasi assente.
La tredicesima (numero porta sfortuna) gara in regular season inizia con i primi due punti appannaggio dei Magic che usano Vucevic come terminale offensivo primario nei minuti iniziali.
Williams, come spesso accade, iniziava bene mettendo un tiro da tre punti.
A 10:34 Walker dribblava e si trovava alla fine della sua corsa sulla linea di fondo, leggermente sulla destra rispetto a canestro, da lì provava il passaggio per Big Al che da posizione centrale schiacciava in faccia alla difesa di Orlando.
Era poi lo stesso play a mettersi in proprio, penetrazione e appoggio rovesciato per il 7-2.
I Magic finalizzavano un gioco da tre punti (2 pt. più libero a segno) con Fournier toccato da Jefferson per il 7-5.
Sempre Walker riusciva a recapitare un assist a Jefferson. Vucevic provava la marcatura anteriore rispetto al centro degli Hornets, ma era scavalcato dal pallonetto che permetteva a Jefferson di andare per il 9-5. A 7:35 una doppia finta di tiro di Jefferson su Vucinic gli consentiva di fare due passetti in senso circolare verso l’esterno e trovare lo spazio per concludere.
Walker era ispirato in fase assist e dava la palla a spicchi a Williams che con una bomba realizzava il 14-9.
La reazione di Orlando si concretizzava con iniziative personali che portavano al fallo la difesa di Charlotte.
Oladipo con due liberi portava per la seconda volta in vantaggio Orlando. 16-17 a 4 minuti esatti dalla fine della prima frazione di gioco.
Le squadre si sorpassavano fino a quando Biyombo non metteva a referto la sua prima stoppata di serata, sul contrattacco Stephenson era in ritmo per il tiro che valeva il 20-19, seguito dall’assist effettato con forza di quest’ultimo che faceva apparire magicamente un pallone d’oro per Zeller che concludeva degnamente la bella azione in schiacciata.
Il primo quarto si chiudeva sul 27-26 nonostante gli arbitri regalino un giro dalla lunetta (contatto leggero e dubbio Biyombo/Payton prima del tiro, con l’attaccante a liberarsi con un braccio) a Payton. La guardia dei Magic però faceva ½ e lasciava gli Hornets in vantaggio.
Nel secondo quarto i Magic tornavano subito in lunetta con Fournier che inusualmente falliva due volte.
Mentre i Magic si erano guadagnati parecchi liberi, Charlotte aveva realizzato i suoi canestri sfruttando 9 assist e non era ancora andata in lunetta.
I liberi arrivano però poco dopo, quando Zeller subiva fallo. Il lungo splittava e a 11:37 Charlotte si portava sul +2. Biyombo e Zeller stoppavano Frye in difesa e gli Hornets si portavano sul +10 quando Jefferson riceveva in centro area e segnava il 44-34. Gli arbitri iniziavano il loro personale show quando Walker passava a Jefferson che fungeva da blocco per la penetrazione presa sulla linea di fondo da Kemba, Oladipo lo toccava con il ginocchio da dietro e lo sbilanciava, palla persa secondo gli arbitri e non fallo…
Nel finale da segnalare una stoppata di Biyombo che saltando saliva per un attimo a salutare gli Dei dell’Olimpo e nel frattempo spazzava via il tentativo di Harris più l’azione che chiudeva il primo tempo; Walker in crossover, maniglia della palla persa, recupero della sfera e penetrazione a battere il cronometro per il 51-40.
Il terzo quarto iniziava benissimo per Charlotte, che dal +11 passava al +18 grazie a Jefferson, Stephenson (da 2 pt. entrambi) e Henderson che lasciato solo nell’angolo destro si esercitava per la tripla aperta.
58-40 a 10:33. Il buon momento di “Hendo” si prolungava con un assist orizzontale smarcante per Jefferson e un difficile tiro realizzato dalla destra, leggermente dietro la linea del tabellone per il +21.
Poco dopo Stephenson planando un po’ scompostamente come un aereo della seconda guerra mondiale colpito, faceva registrare il +23 (70-47).
Una piccola reazione dei Magic era contrastata da “Biz” Biyombo che prima si ritagliava lo spazio per concludere in area a 2:28, poi gli Dei dell’Olimpo iniziavano a far confidenza con lui.
Risalito a quote vertiginose ben oltre i cirrocumoli dei normali mortali, andava a scagliare via un tentativo di tiro di Green. Applausi anche dagli immortali. Il terzo quarto si concludeva con un runner di Payton per il -15, 79-64.
L’impensabile (quasi per tutti, non per me che ormai non mi fido più), accadeva nell’ultimo quarto.
Walker, Roberts, Neal, Zeller (sostituito quasi subito da Williams) e Maxiell spediti in campo non erano una squadra equilibrata, e nonostante Walker (dopo che Charlotte aveva catturato tre rimbalzi offensivi) segnava cercando di scacciare gli spiriti ma il poltergeist che gli Hornets si portano dietro, faceva la sua apparizione. Lo spirito cattivello lasciava il segno tangibile del suo passaggio facendo spegnere la luce in attacco a Charlotte.
Gordon approfittava dell’assenza di marcature dall’angolo sinistro per riavvicinare di 3 pt. i suoi, poi penetrava e subiva fallo da Neal, così a 10:15 il punteggio si muoveva sull’81-73.
Clifford sbuffava dalla panchina, Fournier invece schiacciava a 9:55 e il -10 era servito. Gli arbitri, che nel finale chiamavano l’instant replay, un paio di volte cambiando le decisioni prese precedentemente a favore di Charlotte, affidando giustamente le rimesse a Orlando, non avevano la stessa pignoleria quando Payton si palleggiava sulla tibia e mandava fuori la palla.
L’arbitro era lì davanti, ma per fargli cambiare decisione ci vorrebbe il braille… Gli Hornets avevano ancora un discreto margine di vantaggio quando a 5:09 l’ex centro dei Jazz trovava da sotto i punti per il 93-84. Willie Green però compiva uno sforzo; prima in penetrazione e poi da tre punti a 4:22 portava a -4 la squadra della Florida.
Gli attacchi non fantastici di Charlotte davano la possibilità a Green di pareggiare a 3:20 dalla fine.
Quando Payton segnava a 1:30 dalla fine e portava i Magic avanti 95-97 la tragedia era nell’aria, anche se Jefferson guadagnava un fallo e convertiva i liberi dalla lunetta per il momentaneo pareggio.
Payton a 59 secondi dalla fine subiva il fallo di Walker.
Stranamente falliva i due liberi, ma il rimbalzo era preda di Green che s’infilava sul lato destro approfittando del fatto che Walker fosse rimasto incantato a guardare il pallone non facendo il tagliafuori.
L’harakiri era completato con una tripla di Stephenson che non entrava, palla ai Magic che mandavano in lunetta Vucevic per un fallo di Zeller che provando l’anticipo prendeva palla e braccio al lungo in maglia blu.
A 35 secondi dalla débâcle si era sul 97-101.
Charlotte doveva segnare a tutti i costi ma dopo un attacco brutto, la palla era fatta pervenire a Jefferson in area, troppo prevedibile.
Big Al contornato da tre difensori si faceva portar via la palla e i Magic controllavano ai liberi il finale per un parziale di 21-41 che decretava il 100-105 finale.
Perse le due grandi occasioni di rientrare in classifica contro Pacers e Magic, sperando di essere smentito, non mi aspetto molto dalla trasferta di Miami giacché si perdono partite dominate e se MKG continuerà la sua assenza per infortunio.
Voti
Walker: 6
Numeri interessanti; 15 punti (7/19), 12 rimbalzi e 8 assist. Aveva iniziato benissimo la serata. Nei finali va in affanno. Come la sorpresa Kinder nella confezione tris, una su 3 è la giocata che stavi cercando, le altre due sono perse e nell’insieme è deleterio.
Stephenson: 5
Born Ready se ci sei batti un colpo. 12 punti, (5/15) 6 assist. Il giocatore che gli Hornets hanno bisogno non è lui se non riesce a segnare qualche punto in più. Forza troppo su alcuni tiri che non sono i suoi. Fantasmatico.
Henderson: 6,5
Henderson si prende una piccola rivincita personale dopo l’agghiacciante prestazione a Indiana. 11 punti (4/5), per il resto però non è che sia un granché.
Williams: 5
8 punti (3/6) e 3 rimbalzi in 33 minuti. Di complemento. Ectoplasma.
Jefferson: 6,5
24 punti (11/20) e 11 rimbalzi. Vince il duello con Vucevic anche se la difesa è sempre statica. Palla persa nel finale sanguinosa, ma non può fare miracoli.
Zeller: 4,5
3 punti (1/6), 6 rimbalzi e 5 falli spesi. Non in serata, si fa bloccare troppe volte sotto canestro dai difensori dei Magic e fa il fallo sciocco su Vucevic nel finale che decide le sorti della gara.
Biyombo: 8
La sua unica colpa è quella di avere un allenatore incompetente. Va beh… diciamo che deve migliorare nel non commettere falli offensivi sui blocchi in movimento, ma 4 punti, 4 rimbalzi e soprattutto 6 stoppate (e che stoppate) in poco più di 12 minuti in una squadra che non sta difendendo benissimo sono “tanta roba”…
Neal: 6,5
Ritornato dalla contusione al ginocchio, gli si chiedono punti. 6/11 dal campo per un totale di 17 punti (in 28:46) che a volte si procura da solo. -11 in difesa grazie al suo coach che lo schiera in una squadra tatticamente improponibile. Lui promosso.
Roberts: 6
6 punti in 13 minuti e quarantadue secondi con un 3/5 dal campo. Anche lui dovrebbe essere un po’ più sveglio in difesa, in attacco è promosso.
Maxiell: 5
Nemmeno 4 minuti e un -8 in +/-, un rimbalzo e una conclusione errata per 0 punti.
Coach Clifford: 3
Non so come la vedranno gli altri analisti, quelli di Charlotte, quelli che seguano la NBA, ma stasera la maggior parte delle colpe sono sue (giocatori e arbitri a parte). Si ostina a far giocare i suoi titolari che gli danno risposte negative. La pazienza per me è finita, la fiducia quasi. Urge rimischiare un po’ le carte del mazzo (o riparere i cocci se preferite e ridare un anima alla squadra con un effetto kintsurugi) per dare una scossa adrenalinica alla squadra prima da questa seduta spiritica crolli tutto l’ambiente intorno.