Game 16: Charlotte Hornets Vs Boston Celtics 117-112

 

Intro

La fiducia è quell’elemento che permea qualsiasi tipo di rapporto.
Da quello personale con un parente, un amico, un/a compagno/a sino ad arrivare all’ambito economico o politico dove oggi per molti la sua percezione conta più di ciò che è stato fatto o sta venendo fatto.
E’ il caso di tutti gli ultimi governi in questo Paese (ma anche di più vecchi comprese esperienze non democratiche) che per accaparrarsi la fiducia degli elettori hanno promesso finendo spesso, non solo per non mantenere ciò che era stato detto, ma per ribaltare tutto facendo esattamente l’opposto.
Capita così oggi che s’infanghi il nome di Genova inserendo norme che nulla hanno a che fare con un decreto d’urgenza che serve a una città spezzata in due per ricollegarsi e avere un indotto.
Così capita che i decreti attuativi sul sito on-line non vengano aggiornati da luglio mentre sulla Gazzetta ufficiale al Cap. V, art. 41 si parli di sversare idrocarburi e veleni nei campi in maniera grave ben oltre le soglie consentite nella nota di settembre…
Veleni, veleni anche sulla NBA dove Charlotte, ma non solo, è stata defraudata ancora una volta di una vittoria che oggi le avrebbe dato una classifica in saldo positivo, invece, per tornare a quota .500 stanotte dovrà battere Boston.
Errori grossolani come la mancanza di un tiro libero (2 fatti battere anziché tre) e decisioni al limite del ridicolo che minano la mia fiducia in una NBA pulita.
Mi assumo pienamente la responsabilità nel dire che Adam Silver non può non sapere… se questa è la NBA del futuro, chiamate ben oltre il limite a favore delle super star, sponsorizzazioni e regole che tagliano fuori i piccoli mercati che non siano disposti a perdere per magari 4/5 anni, diverrà molto meno attraente per chi non si ferma in superficie, abbagliato dallo scintillio e dalla lucentezza del campione di turno esposto in vetrina.
Qui si mina la lealtà sportiva, aldilà della squadra di turno favorita.
A Charlotte non restava altro quindi che tornare sul campo, cercando d’ottenere una vittoria importante contro più quotati avversari confidando nella voglia di riscatto di capitan Kemba.
 
La partita in breve
 
Charlotte partiva determinata trovando subito tre punti di Walker che anticipava lo stato di forma in serata.
La gara però nella prima parte del primo quarto rimaneva punto a punto, ma dopo le triple di Bridges e Walker Charlotte scappava sul +10 (29-19).
Boston dimezzava il distacco chiudendo sul 29-24 anche perché Monk dava palla Bridges che scagliava subito dall’angolo sinistro ma troppo tardi, sulla luce rossa…
Nel secondo quarto gli Hornets partivano con le triple di Willy e Bacon arrivando su 35-24.
Bacon ne metteva altri due in entrata a poi gli Hornets subendo uno 0-14 di parziale piombavano sotto di un punto.
I Celtics si avvantaggiavano da un 13-0 nei fast break, uno dei quali li portava sul 39-44.
Charlotte comunque rientrava in partita chiudendo bene anche se Boston comandava 54-56 all’intervallo.
Nella ripresa Batum mettendo dentro due triple e sbagliando un paio di tiri dava modo ai compagni di catturar rimbalzi e convertire in punti preziosi per rimaner attaccati ai versi che nel finale con un tiro di Irving da tre in corsa sulla fascia sinistra si portavano sull’82-87 ma due FT del nostro centro spagnolo riducevano lo scarto sino al -3 (84-87).
Con Kemba in panca Charlotte crollava sino al -10 ((6-96) a 10:16 dalla fine ma Walker entrando in the zone prima colpiva da tre punti a 8:44 dalla fine, poi sulla baseline destra con l’esitazione superava Smart, il ferro e Baynes chiudendo in reverse layup per il 95-98.
Da un suo recupero con scoop in transizione nasceva i -1, poi toccava Parker, finalmente in campo nel finale, far metter la freccia del sorpasso e ottenerlo (99-98).
Boston ripassava avanti ma a 5:03 Walker scagliava l’ennesima freccia da tre punti per il 104-102.
A 4:05 l’arciere Kemba mandava a segno un altro dardo pesante per il 109-104, poi sul 110-108 Parker metteva dentro un paio di tiri che davano il +6 alla squadra di Borrego.
Tatum a 48 secondi dalla fine segnando da tre dimezzava lo scarto a soli tre punti (114-111) ma la lucida follia di Walker che dopo il time-out optava per la giocata da tre punti estraendo dalla faretra un’altra arrow avvelenata chiudeva i conti sul 117-111, anche se nel finale gli Hornets provavano a render la partita più avvincente ma gli errori di Boston condannavano la squadra di coach Stevens alla sconfitta, mentre per Charlotte diveniva una big buzz night, specialmente per Walker che chiudeva con 43 punti la sua partita…
Tra le fila ospiti Irving chiudeva con 27 punti e 11 assist seguito da Tatum con 18 punti e Smart (spesso impegnato a seguire Kemba, anche quando Stevens decideva di togliere Baynes per inserirlo proprio per cercare di arginar i capitano) con 14. Charlotte a rimbalzo vinceva 44-41, perdeva nettamente negli assist 18-31 nonostante la circolazione buona con TO sanguinosi però, tirava peggio dal campo con il 48,3% rispetto al 50,6% di Boston rischiando di più da fuori con 41 tentativi contro i 36 dei rivali.
La percentuale era pro Charlotte con il 36,6% contro il 28,1% di Boston.
13 i TO degli Hornets, 12 quelli di Boston.
 
Le formazioni:
 
La partita
 
1° quarto:
 
Boston portava avanti il primo pallone ma un tiro da sotto contrastato da Baynes non aveva fortuna. Passava allora in vantaggio Charlotte a 11:25 con la tripla di Walker dalla diagonale destra che continuava da dove aveva interrotto… Baynes si rifaceva con un banker ma l’idea di Batum per un open 3 di Zeller aveva fortuna così Charlotte raggiungeva quota 6.
La reazione di Boston si concretizzava in 5 punti con i tre di Brown che davano il vantaggio agli ospiti a 9:05 tuttavia Lamb sfuggendo alla stretta guardia di Brown usava uno schermo per il jumper dal mid-range sinistro dell’8-7.
Ancora Lamb dava sostanza e spinta all’attacco buttandosi dentro oltre Brown trovando la chiusura in ritardo di Baynes che commettendo fallo a contatto faceva schizzare l’alzata di Jeremy che trovava plexiglass e un circus shot condito da libero addizionale che realizzato faceva volare i Calabroni sull’11-7.
Cody da sotto continuava a giocar male e Horford dall’altra parte puniva il suo non rientro in transizione.
Walker segnava dopo uno step back vedendo la palla rimbalzare tra ferro e tabella a 6:46 così Boston chiamava un time-out.
Dopo la pausa Boston pareggiava con M. Morris a quota 13 ma un post basso sinistro di Williams con leggero turnaround sul difensore dava il banker del nuovo vantaggio che si espandeva con il fing and roll di Walker su Horford.
Marcus Morris in difesa a rimbalzo prima scontrandosi con Hayward e poi da solo regalava due palloni a Charlotte in attacco spedendoli oltre la propria linea di fondo ma la squadra di Borrego non sfruttandoli era raggiunta da Irving sul 17 pari.
A 2:37 Hernangomez metteva dentro recuperando un rimbalzo d’attacco dopo l’errore di Bacon.
Un pallone d’attacco filtrante spedito nel mezzo da Theis che in difesa diveniva l’Eminem della propria squadra andando a commetter fallo su un Walker lanciato a canestro che recuperando due FT li realizzava a 2:18 davano a Charlotte il +4, poi +7 quando Walker con la drive and kick da sotto canestro raggiungeva con il passaggio Bridges che dall’angolo sinistro aveva tempo per mirare e segnare la tripla.
Theis si riprendeva schiacciando ma Walker a 1:26 arrivava a 12 punti realizzando un tiro da oltre l’arco dedicandosi poi all’assist per lo stesso Bridges che tagliando perfettamente sotto riceveva il fulminante e teso assist del capitano per depositare il 29-19.
Smart però con un open 3 da destra e Theis in correzione sul ferro facevano scattare un campanello d’allarme nella testa di Borrego che chiamando un time-out provava a risistemare la squadra dietro.
Si chiudeva sul 29-24 il primo quarto perché l’extra pass per Bridges da parte di Monk non dava il tempo al nostro numero zero di segnare la tripla nel tempo utile…

Charlotte Hornets’ Kemba Walker, left, drives past Boston Celtics’ Jayson Tatum, right, during the second half of an NBA basketball game in Charlotte, N.C., Monday, Nov. 19, 2018. (AP Photo/Chuck Burton)

 
2° quarto:
 
Se la bombarda di Bridges non era utile ai fini del risultato, quelle di Hernangomez a 11:46 e quella successiva di Bacon erano utilissime per una partenza sprint che si protraeva con la ricezione in corsa di bacon che solcando il parquet in entrata arava il solco centrale per depositare nel traffico il 37-24.
Sul più bello però Charlotte s’inceppava dando possibilità di rientro a Boston che con una Smart play tornava a -10 e a -8 con un’altra jam di Theis a 9:53.
Coach Borrego stoppava ancora il gioco ma incassava due triple di Rozier che riportavano Boston a contatto (37-35) e se Monk continuava a sbagliare da fuori e il rientro di Walker a 7:53 era avvolto nel torpore, i verdi si approcciavano al sorpasso splittando dalla lunetta con Brown (fallo di Zeller sulla dunk violenta spiaccicata sul ferro) per coglierlo con Rozier e una transition dunk a 7:04.
Lamb con uno spin e arcobaleno in area ci riportava sopra (39-38) interrompendo il parziale di 14-0 pro Boston.
I Leprechaun però con un jumper di Tatum, un’entrata stretta di Irving e una transizione di Tatum si lanciavano sul 39-44.
Walker buttandosi dentro trovava il contatto con Horford a 4:37 chiudendo dalla lunetta una giocata da tre punti.
Irving usava l’euro step su Zeller segnando, poi toccava a Marvin recapitare un catch n’shoot da tre punti per il riavvicinamento.
Horford metteva dentro il +3 ma Walker slittando sulla destra dietro il blocco del lungo con un rapido tre punti riagganciava la squadra di Stevens a quota 48.
Cambiava solo la consonante a inizio nome dei due marcatori successivi; da Tatum si passava a Batum, entrambi in pull-up. Per il francese un bell’uno contro uno per i suoi primi due punti dopo un inizio pessimo.
Tatum dal post basso e poi ancora in fast break (0-13 nei fast break) davano il +4 agli ospiti, ridotto poi da due FT di Lamb che in uno vs uno puntava Morris ottenendo il fallo.
52-54 era il punteggio del primo tempo.

Ancora Kemba, qui in difesa nel duello tra point guard contro Irving.

 
3° quarto:
 
Batum con una tripla a 11:41 restituiva il vantaggio ai neri, poi Brown in entrata e Cody con una rim run sul pick and roll con Walker alzavano il punteggio sul 59-58.
Boston però aveva un’altra impennata trovando il ritmo; floater di Irving sul quale Zeller non provava l’intervento, Tatum dalla lunetta splittando per fallo di Zeller in chiusura, poi Smart da tre punti con un Cody incolpevole in uscita più un lob per Horford servito in area dietro Lamb per due facili punti davano il 59-66.
Pronti per la fuga i vedi?
No, se Cody correggendo un errore a tiro di Batum provava a rimaner in scia sebbene Brown dalle parti della linea di fondo destra in entrata spingesse Lamb appoggiando il nuovo +7 Boston.
Rimaneva quello il divario dopo lo scambio di canestri tra Lamb e Tatum ma Batum colpendo ancora “stranamente” da tre punti accorciava sul -4 (66-70).
Marvin correggeva un ulteriore tentativo del francese così gli Hornets tornavano a soli 2 punti di distacco.
Gap aumentato da Horford dal mid-range e da Brown in entrata al vetro con un Cody lento e sbilanciato da un blocco nel mezzo a 6:16 per il 68-74.
Walker e Batum passando per la lunetta tiravano su tre punti ma a 4:53 Smart da tre metteva dentro il quarto tentativo su cinque per il 71-77…
Un coast to coast a 4:13 di Lamb al glass sulla sinistra contro due difensori lo caricava, così dopo il goaltending di Smart sulla virata con fing and roll di Walker, Lamb partiva con veloce crossover su Brown che lo affrontava irregolarmente sotto non impedendogli di centrare perfettamente la retina con un sottomano brillante.
Dopo il FT Charlotte saliva sopra di un punto (78-77) prima di assistere alla strong drive di Morris e alla tripla di Hernangomez a 2:47 su assist di Parker in un’azione giunta quasi ai 24 secondi a causa della buona difesa di Boston.
Un pull-up frontale di Morris con fallo chiamato contro Parker per un contatto basso cercato dall’attaccante era pareggiato dal francese stesso dalla lunetta che splittando agganciava a quota 83 i rivali.
Irving s’inventava entrata e tripla incredibile in corsa dalla sinistra per il +5 ospite ma Willy dalla lunetta chiudeva il quarto con un 2/2 per fallo di Rozier.
84-87 pronti all’ultimo atto…
 
4° quarto:
 
Alley-oop di Theis e appoggio easy di Bridges, poi Irving attaccando Bacon usava il sinistro per distanziarsi e il destro per appoggiare.
La nostra ala lamentava l’accaduto ma veniva punita da un libero supplementare per il contatto.
Batum passava malamente a Bridges su uno stretto hand-off sul bordo destro così arrivava un altro fast break firmato Morris dalla lunetta con un 2/2.
Rientrava Kemba che perdeva la presa su un passaggio teso e Boston con le transizioni si allontanava facendo precipitare Charlotte addirittura sulla doppia cifra di svantaggio (86-96).
Gli Hornets però esplodevano letteralmente negli ultimi 10 minuti; Willy con un fisico turnaround su Theis usando il piede perno come giro perfetto si avvantaggiava per l’arcobaleno solo cotone.
Theis rispondeva da sotto le plance ma Willy girando nell’alta area su Theis andava ad appoggiare subendo il contatto con il corpo del rientrante lungo. Canestro ma FT mancato, poco importava se Kemba entrava in the zone.
A 8:44 sparava da tre per il 93-98.
Stevens capiva di doverlo fermare provandoci con il time-out. Niente da fare, a 8:18 con un’esitazione si liberava di Smart sulla linea di fondo destra per chiudere oltre il ferro in reverse lay-up dopo aver passato Baynes.
A 8:00 arrivava una palla a due tra il neozelandese e il nostro spagnolo Willy che da buon latino tratteneva l’avambraccio non utile a Baynes prendendosi fallo contro ma il suo corpo facendo da scudo all’entrata di Tatum serviva a prender uno sfondamento onestamente discutibile.
Il buon Tatum si “beccava” anche una gomitata involontaria in caduta.
Rientrava Cody che si faceva notare subito per il solito passaggio veloce (da Walker) non preso, dato che sulle gambe non si piega non avendo elasticità la palla andava persa ma Walker in un lampo si riportava in difesa dove anticipava un passaggio verticale per Morris, coast to coast, terzo tempo rallentato in uno contro uno e scoop destro per il -1.
Un jumper di Parker a 6:55 faceva esploder lo Spectrum che vedeva i propri beniamini tornar sopra (99-98).
A 6:33 Tatum mancava due FT, poi il tap-out favorendo Irving che provava a sparare da tre punti non trovava il canestro dava a sua volta modo a Bridges di catturare il rimbalzo, tuttavia in attacco Cody commetteva un fallo su Tatum, anche se prima del momento (palla vagante) incriminato dagli arbitri.
Tatum ringraziava aggiustando la mira e facendo toccare per prima quota 10 agli ospiti a 5:55 dalla sirena decisiva.
Kemba senza paura in dribbling appoggiava a sinistra del vetro contro due difensori stretti, Tatum spingendo un leggero Cody lo batteva da sotto ma Kemba uscendo dal blocco a destra dalla diagonale spigionava energia anche nel palazzetto diffondendo entusiasmo.
Catch’n shoot galattico da tre punti per il 104-102, Tatum tentava di rispondere dando gioia ai fan dei Celtics nell’etere ma sbagliava, Kemba giganteggiava a rimbalzo e correndo in coast to coast gettando il cuore oltre l’ostacolo incocciava nella presenza fisica di Horford che irregolarmente lo mandava al tappeto.
Rimasto giù per qualche secondo riceveva applausi 2/2 dalla lunetta a 4:39 per il +4.
Boston si riavvicinava con Morris dalla lunetta (collasso nel pitturato di tre difensori Hornets) ma Walker a 4:05 faceva riesploder l’arena con una tripla su Horford per il 109-104. Irving raggiungeva con un jumper frontale i 24 punti ma a 3:24 Walker con un ½ ci restituiva margine oltre il possesso anche se il classico appoggio di destro di Irving al vetro oltre Parker valeva il 110-108.
Irving sbagliava però un jumper sulla difesa di Kemba che rispuntava a rimbalzo, dall’altra parte ci pensava Parker, finalmente in campo nel finale ad affondare un jumper da due lungo dalla diagonale sinistra.
Chirurgico il 112-108.
Bridges in difesa prendeva un gran rimbalzo e dall’altra parte Mr. Tony Parker infilava anche il pull-up dalla linea di fondo per il +6.
A 1:35 Hayward mancava un tiro dal centro area da sbilanciato con Kemba addosso, lo stesso Kemba sbagliando qualcosa da stremato vedeva nell’ultimo minuto Tatum colpire da tre dalla diagonale destra contro l’uscita di uno Zeller poco atletico.
A :48.7 i Leprechaun tornavano sul -3 ma la follia di Kemba che dopo il time-out sparava da tre invece di andar sul sicuro, risolveva il match.
A :32.3 era 117-112. nel finale gli Hornets si complicavano la gara lasciando un rimbalzo a Irving dopo l’errore di Horford. Zeller arrivando tardi abbracciava il play.
Due FT a :21.9 ma solo ½…
Batum faceva scadere i 5 secondi sulla rimessa in attacco dopo il time-out e ci si salvava su un’azione nella quale Irving dalla top of the key colpiva i due ferri vedendo rimbalzar palla fuori, Tatum da sotto contro la densità degli Hornets non aveva ragione e si era costretti anche a subite l’ultimo tentativo del n°11 ospite che dalla stessa posizione replicava esattamente il tiro precedente vedendo danzar la sfera ancora beffardamente sull’anello.
Hornets salvi con due FT per Lamb che a 5 secondi dalla fine, deconcentrato, si poteva permettere di sbagliarli.
Finiva così, con una W degli Hornets fantastica determinata da un trascinatore come Walker.
Si spezzava la serie negativa contro Boston vincendo contro un team sopra i .500 e ottenendoli a nostra volta.
 
Pagelle
 
Kemba Walker: 9
 
43 pt., 4 rimbalzi, 5 assist, 1 rubata. 14/25 dal campo con 7/13 dall’arco e 8/9 dalla lunetta sono i numeri in attacco ma se in difesa a volte non ha i cm è da vedere e rivedere come a volte mettendo mano a terra per aiutarsi cambi direzione per tornare sull’attaccante. Voto più alto perché perde meno palloni rispetto alla precedente. Recupera un pallone d’oro ed è anche in grado d’offrire assist o possibili assist che a volte i compagni sprecano. La vince lui con un pizzico di follia. Semplicemente in the zone… 29,6 pt. di media, passa in testa all’intera NB come miglior score davanti anche a Steph Curry…

La shot chart di Kemba…

 
Jeremy Lamb: 7
 
18 pt., 6 rimbalzi. Aveva nicchiato a inizio stagione sotto il profilo realizzativo. Le aspettative erano queste per lui come SG. Da una bella mano con un 7/13 dal campo. Difetta da fuori con uno 0/4 ma se va dentro sino in fondo rimanendo aggressivo come lo è stato per tutta la serata in attacco e in difesa, è dura da fermare. Un paio di circus o quasi circus shot e personalità.
 
Nicolas Batum: 5,5
 
9 pt., 8 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. Già mi verrebbe da bocciarlo pesantemente solo per l’hand-off impossibile tentato con Bridges che, infatti, si lamenta sul bordo destro del campo però rimbalzi a parte, è utile nel terzo quarto con un paio di bombe anche se finisce da oltre l’arco con un 2/6 e un 3/10 complessivo dal campo. Parte malissimo si rifà un po’ nel terzo quarto dove anche un paio di errori sono utili ai compagni per convertire in punti i rimbalzi offensivi da loro ottenuti.
 
Marvin Williams: 6
 
7 pt., 6 rimbalzi, 1 assist, rubata. 3/6 dal campo ma qualche errore di troppo da fuori, anche open. Un paio di palle perse. Fa densità dietro e quando può giocare in post basso lo fa bene.
 
Cody Zeller: 5
 
7 pt., 8 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata , 1 stoppata. 3/7 dal campo per il tricotico centro. E’ legnoso e perde palloni in attacco dimostrando pochi riflessi. In difesa prova a far da barriera ma sembra la descrizione della poesia di S. Ambrogio di G. Giusti:
“Come sarebbe Boemi e Croati,
messi qui nella vigna a far da pali:
difatto, se ne stavano impalati,
come sogliono in faccia a’ Generali,
co’ baffi di capecchio e con que’ musi,
davanti a Dio diritti come fusi”.
 
Interviene poco e male, e quando lo fa come nel finale commette falli che in serata ammontano a 4. Dopo la prima tripla in attacco segna su un pick and roll e conquistando un rimbalzo d’attacco. Tutto lì in 32 minuti.
 
Malik Monk: 5
 
0 pt., 1 rimbalzo, 1 assist. In 7 minuti difficile far peggio. Sfodera un extra pass senza più tempo alla fine del primo quarto, poi sbaglia tre tiri su altrettanti tentativi. Gioca solo 7 minuti. Borrego non insiste con lui perché lo vede in regresso. Non gioca nel secondo tempo. Il tiro è molto meno preciso. Speriamo si riprenda alla prossima, c’è bisogno anche di Malik.
 
Miles Bridges: 6,5
 
7 pt., 5 rimbalzi, 1 rubata, 1 stoppata. 3/6 dal campo riuscendo ad affondare una bomba per poi presentarsi in taglio dentro su Kemba o ricevendo un lob sotto canestro. Questi sono i suoi 7 punti, per il resto anche se in difesa va meglio del solito gli manca ancora esperienza in alcuni posizionamenti ma compensa a rimbalzo grazie a razzi nelle scarpe. Vola a catturare palloni importanti in momenti cruciali del match.
 
Willy Hernangomez: 7
 
14 pt., 3 rimbalzi, 3 assist, 1 stoppata. Va sotto di 6 nel plus/minus ma la sua partita con 5/8 dal campo fatta di triple, rimbalzi ed energia vale almeno un 7. Riesce anche a smistare qualche assist. Avesse più fisico per battagliar sotto le plance son sicuro scalzerebbe Zeller in poco tempo.
 
Tony Parker: 7,5
 
7 pt., 4 assist, 1 rubata. Ci sono un paio d’occasioni nelle quali Morris e Irving lo battono ma lui in campo nel finale segna punti cruciali dimostrando freddezza. Tre jumper che filano nella retina per un 3/5 finale in 20 minuti. Personalità, senza paura, con rilassatezza aiuta la squadra nel momento decisivo. Borrego lo tenga in considerazione di più nei finali, ha esperienza e mano, unendosi alla follia di Kemba formano una doppia minaccia.
 
Dwayne Bacon: 5,5
 
5 pt., 3 rimbalzi, 1 assist. 2/6 da campo con entrate scentrate. Non arriva con il passo giusto. Ha il suo momento d’oro in avvio di secondo quarto quando contribuisce al parziale di 8-0 con 5 punti per una tripla e un’entrata con partenza e ricezione in corsa da molto lontano. Poi anche in difesa non mi piace tantissimo, anche se probabilmente su quel canestro + fallo a favore di Irving ha ragione lui che aveva comunque commesso fallo prima spingendolo.
 
Coach James Borrego: 7
 
Solo per il fatto d’aver dato una scossa inserendo Parker nel finale. Buoni i tempi dei time-out. Più calmo che contro Philadelphia (dove è impossibile innervosirsi visti i torti plurimi perpetrati). Gran gara de nostri, specialmente di Walker ma si vede anche più movimento palla rispetto ad alcune ultime gare. Poi lui ha Sky-Walker.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.