Game 17: Charlotte Hornets @ Memphis Grizzlies 104-85

 
ConvinziHornets
 
Seconda vittoria consecutiva per gli Hornets che battono i Grizzlies a loro domicilio e lo fanno in maniera netta e pesante, anche se la vittoria è stata agevolata dall’uscita di Conley nel terzo quarto.
Nulla da togliere agli Hornets che hanno trovato un’altra buona serata di Lamb e sono stati aiutati da Walker nel momento cruciale nonostante l’osservato speciale avesse iniziato un po’ in sordina lasciando spazio a un buon MKG.
Una difesa che è stata sui livelli di quella dei Grizzlies e le giocate giuste per scardiare la difesa di Fizdale hanno consentito di agguantare una vittoria non pronosticata da molti.
Charlotte si rilancia quindi in classifica anche in ottica di vittoria della Southeast Division.
Dovesse cadere Atlanta nella notte gli Hornets sarebbero pronti a tornare a dar battaglia…
Kemba Walker questa volta vince la sfida con Conley.

Kemba Walker questa volta vince la sfida con Conley.

 
Charlotte scendeva sul parquet dei Grizzlies schierando un quintetto: Walker, Batum, Kidd-Gilchrist, Kaminsky e C. Zeller. Memphis, agli ordini di David Fizdale schierava il seguente starting five: Conley, T. Williams, T. Allen, J. Green e M. Gasol.
 
La palla a due finiva nella metà campo di Memphis che sul primo attacco sbagliava da tre con Conley, il rimbalzo in qualche modo era preda degli ursidi i quali tuttavia perdevano palla con Gasol in spin su Zeller sull’esterno che si trascinava la palla oltre la linea di fondo.
Anche Zeller perdeva palla sotto canestro servito da Walker, tuttavia i Calabroni passavano in vantaggio a 10:52 con un jumper frontale di MKG dal semicerchio esterno dei liberi. Kaminsky sfruttava un mismatch con Conley e sulla destra dal post basso faceva un giro per trovarsi più vicino la tabella che usava per mandar dentro il 4-0.
Da una persa di Walker nasceva la transizione dei Grizzlies, triangolo per il rimorchio di Conley che da tre mandava dentro l’open.
MKG era aggressivo, entrando e compiendo uno spin in area su Allen trovava la via della schiacciata per il 6-3.
L’ottimo avvio di Charlotte proseguiva e a 8:53 dall’angolo sinistro Walker aggiungeva tre punti mentre dal post basso destro Kaminsky chiuso da Gasol, saliva per uno strict banker che portava il punteggio sull’11-3.
Si “svegliava” anche Batum a 7:35 con un lungo jumper dalla diagonale destra prima che Gasol rispondesse dal mid-range sinistro.
La pressione della difesa dei locali però iniziava a produrre risultati, in particolare Allen era lesto a sottrarre palloni come nell’occasione nella quale riusciva a portarla via a Batum e a chiudere in contropiede, ma anche a 6:10 quando Kemba trovava ancora le mani del rapido difensore e concedeva una transizione sulla quale l’ala di Memphis portava a casa due punti, fallo di Zeller (che doveva uscire per il secondo commesso) e conseguente FT realizzato.
Green a 5:47 andava via a Kaminsky sulla destra e segnava indisturbato da vicino riportando a -1 la squadra di Fizdale.
Gli Hornets tornavano a respirare quando Kaminsky trovava a destra del canestro MKG in avvicinamento, lesto ad avvicinarsi e a realizzare battendo i tempi della difesa dei Grizzlies per una volta quasi in letargo.
MKG a 4:25 con un preciso jumper dalla diagonale destra lanciava i Calabroni sul 19-14 ma la squadra di Fizdale alzava il ciuffo elvisiano e segnando con Allen, Gasol e, complici due FT mancati di MKG, passava avanti con un turnaround di Davis (19-20), continuando a produrre con la panchina un gap più consistente, il quale si fermava a sei punti (Carter da tre a sx con troppo spazio).
Lamb, però, ripagava due volte con la stessa moneta l’esperto giocatore e sparava due triple dalla stessa posizione sul lato opposto (la seconda in faccia alla difesa locale) portando in parità l’incontro, inoltre andava a stoppare il disperato tiro da oltre la sirena del n°5 avversario consegnando a un quarto di partita giocata l’equilibrio perfetto (25-25).
 
La squadra del Tennessee a inizio secondo quarto passava in vantaggio con una tripla dal lato destro di Harrison, ma fortunatamente Conley commetteva un fallo piuttosto inutile su Lamb che vedendo i 24 spirare era costretto a forzare un pullup guadagnando due FT.
Un solo libero realizzato a 9:43 ci riportava a -2 ma il gap raddoppiava causa un floater di Conley.
Memphis in attacco iniziava a trovare comunque una difesa più organizzata e pressane degli Hornets, era il caso di Carter che dalla baseline sinistra colpiva il palo contro Belinelli, Sessions era invece ottimo grimaldello offensivo e volando in area con artistico appoggio realizzava due punti, anche se meno poetico era l’atterraggio sul coccige per un fallo subito durante il tiro.
Era comunque utile per il libero supplementare che riposizionava Charlotte in scia pronta con la freccia del sorpasso che avveniva a 8:04 ancora a gioco fermo (fallo di Martin durante l’alzata di Lamb lanciato in uno contro uno nel pitturato); 2/2 e 31-30.
Dopo qualche giocata che lasciava punto a punto la partita (Allen a 6:47 con giro della palla sul ferro e ricaduta all’interno), la squadra del North Carolina iniziava ad allontanarsi…
Sessions alzava l’arcobaleno sul Verde (Green), Spencer beffava Gasol appoggiando oltre di lui e Clifford vedeva i nostri conquistare 4 pt. di vantaggio.
T. Williams però batteva sul primo passo Batum, in penetrazione dalla sinistra giungeva sino al ferro e senza l’aiuto dei lunghi di Charlotte era facile per il giocatore di Memphis schiacciare. Sessions e Kaminsky iniziavano tuttavia a produrre un break; Ramon deviava in difesa un pallone e poi in area avversaria cedeva corto per un floater vincente di Kaminsky, il quale trattenuto per l’avambraccio da Green sulla partenza a 3:47 andava in lunetta e aggiungeva altri due punti.
Charlotte teneva bene anche sulle rotazioni difensive, Kaminsky finiva per contrastare una tripla di Conley e lo mandava fuori ritmo, Zeller prendeva il rimbalzo e sulla linea di fondo destra scavalcava Conley con un passaggio orizzontale per MKG che in area batteva il difensore.
Una furbata di Batum a 2:40 consentiva al francese di far saltare Carter fuori dal suo cilindro.
Per il vecchio giocatore di Memphis un fallo ingenuo che la sua squadra pagava con tre tiri liberi tutti realizzati da Nicolas. Harrison poi spendeva un fallo a 2:11 per contenere l’avvicinamento di MKG che dalla lunetta si rivelava preciso chiudendo un parziale di 11-0 che lanciava la squadra di coach Clifford sul 48-35.
Gasol interrompeva il parziale ma Kemba segnava da tre punti, MKG ripeteva l’azione su Harrison pompando il palleggio spalle a canestro e finendo per segnare senza che il fratello del giocatore degli Hornets potesse fermarlo, infine, a :40.3 Kemba colpiva nuovamente da tre punti, anche se l’ultimo canestro del primo tempo era opera di Conley in entrata.
Gli Hornets comunque soprassalivano la squadra di Fizdale che si trovava inaspettatamente sotto di 17 punti.
Il primo tempo andava in archivio sul 56-39 a favore dei viola.
Gasol non riesce a denegare il canestro a Hawes.

Gasol non riesce a denegare il canestro a Hawes.

 
Un tap-in fortunato di Zeller su un errore al tiro di Batum portava sul +19 Charlotte che inusualmente, nonostante generalmente giocasse buoni terzi quarti, si faceva recuperare alcuni punti. Conley penetrava su Kaminsky, una transizione di Williams dava altri due punti facili ai bianchi, Conley a 9:48 segnando da tre portava a -12 i suoi.
Strana la successiva giocata offensiva dei Grizzlies; Gasol spingeva lateralmente in entrata su Zeller, poi nel pitturato si girava e rifilava una gomitata a Cody nel tentativo di realizzare.
Il canestro c’era ma era annullato, lo spagnolo prendeva il tecnico ma per un reaching foul di Batum Memphis manteneva il possesso.
A 9:02 Conley segnava un jumper ma dall’altra parte Walker conquistava la lunetta e rispondeva i due PG della controparte nel ruolo.
A 8:23 il karma lasciava Conley sul parquet; sfondamento di Kemba che toccava Conley, l’effetto birillo su Kaminsky sortiva l’effetto sorpresa.
Il corpo del playmaker passava sotto i cingoli del carrarmato e non resisteva dovendo uscire dal campo.
Frank riceveva in corsa sull’azione offensiva seguente dal lato; Batum in orizzontale per Big Frank che alzava al vetro facendo ricadere la sfera dentro la retina per il 63-48.
Gasol in fade-away faceva toccare ai suoi quota 50 e poi gliela faceva superare grazie a una tripla a 7:06.
Sul +10 Walker passava oltre il blocco alto di Zeller e riconoscendo il mismatch della marcatura di Harrison segnava in pullup da media distanza.
Kemba entrava nella sua fase calda subendo anche due sfondamenti, mentre in attacco, allo scadere dei 24 secondi (4:28) aveva la freddezza di penetrare, cambiare mano e realizzare con la sinistra appoggiando frontalmente al vetro dopo aver superato Carter.
Walker lasciava il posto da stellina a Lamb quando veniva beffato dal ferro su un tentativo di tripla, Lamb a sinistra prendeva atleticamente un rimbalzo pur contrastato, faceva girar palla e Belinelli restituiva sulla linea di fondo sinistra da dove Jeremy conquistava altri due punti per il +14 (69-55).
A 3:16 ancora Lamb sulla sinistra tentava una penetrazione, l’hesitation e l’allungo con appoggio da distanza al vetro riuscivano talmente bene che Martin era costretto a subire il canestro e a spendere un fallo.
Jeremy non realizzava dalla lunetta ma conquistava il rimbalzo. Nel finale Green si prendeva un tecnico per proteste (non le prime in serata), Belinelli segnava il tecnico e sull’azione successiva serviva l’assist per il gancio vincente di Hibbert, il quale a 1:33 metteva dentro un reverse hook grazie a un salvataggio in salto di Hawes prima che il pallone finisse fuori.
La collaborazione acrobatica dei lunghi portava Charlotte sul 78-57 e quando Belinelli dava a Lamb che con facilità appoggiava al vetro, i Calabroni raggiungevano il massimo vantaggio (+23). Martin dal corner sinistro (da tre) faceva cifra tonda, tuttavia i Grizzlies prendevano un altro tecnico quando Carter incartava Belinelli e lo trascinava vistosamente via sull’esterno sinistro vanificando la tripla di Daniels.
Fizdale era infuriato ma aveva poco da lamentarsi, fallo netto. Beli in lunetta racimolava un altro punticino vista la serata no al tiro.
Il tecnico chiudeva il quarto sull’81-60.
 
L’ultimo quarto era di mantenimento per gli Hornets che trovavano anche la prima realizzazione di Belinelli, il quale sfruttava il passaggio di Hawes e il plexiglass per siglare l’83-65. Martin in runner faceva toccare ai locali il -16 ma Belinelli metteva dentro il suo secondo tiro dal campo appena dentro l’arco dei tre punti dando ossigeno a Clifford, il quale comunque decideva di far rientrare Kemba sul parquet prematuramente rispetto al solito.
Gli Hornets tornavano leggermente sottopressione quando Gasol si caricava il peso dell’attacco del team (senza Conley).
L’iberico guadagnava sei punti in due giocate (sulla seconda un gioco da 4 punti per tripla e fallo di Hawes sul tiro) portando lo scoreboard sull’88-75 a 6:33 dalla sirena.
A scacciare la paura ci pensava Walker, il quale segnava con strabiliante facilità una prima tripla con assurda facilità e la seconda (5:28) da distanza ragguardevole grazie alle sue finte di crossover che servivano per crearsi spazio e tirare su dal palleggio velocemente.
Il muro di Gasol e Williams usciti su di lui cadeva con un soffio di vento, la traiettoria di Kemba era sfolgorante e lasciava negli occhi la bellezza struggente della scia di una meteora che si consumava dentro la retina al compimento della sua missione.
La seconda in serie di Walker chiudeva praticamente la gara sul 94-75 ma c’era ancora il tempo per annotare un alley-oop di Lamb servito da Batum e due triple di Graham nel finale.
Gli Hornets facevano entrare la panchina completa e chiudevano con una vittoria convincente.
Il 104-85 restituiva la pariglia a Memphis.
aaaamempcha
 Pagelle (basate sulla mitologia in generale)
 
Walker: 7
21 pt. (7/14), 3 rimbalzi, 3 assist. Ehecatl. Il Dio del vento atzeco in grado di allontanare la pioggia. Kemba lo produce grazie alle sue incursioni veloci ma oggi ha un’arma in più giacchè il trattamento speciale del raddoppio alto su di lui lo impegna di più (5 i turnover), il Dio del vento è bravo a sfruttare la materia come angolo e a ripararsi per colpire furiosamente da lontano trasformandosi in uragano sul pullup da tre che chiude i conti.
 
Batum: 6
6 pt. (1/5), 2 rimbalzi, 4 assist. Batum nelle intenzioni di Clifford avrebbe dovuto essere Ra, il Dio egizio del Sole che tutto crea. Dalle sue mani dovrebbero transitare traccianti letali e traiettorie perfette. Anche se è andato a corrente alternata, è in diverse statistiche presente tra i primi 100 in NBA, in serata gioca molti meno minuti del solito e limita le statistiche. Regala poco calore tuttavia al rilascio del tiro. Compensa con i suoi raggi che fano raggiungere il disco arancio nelle mani dei realizzatori.
 
Kidd-Gilchrist: 7
14 pt. (6/10), 7 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 1 stoppata). Il Grande Yu. Nella mitologia cinese regola il flusso dei fiumi per prevenire e controllare le esondazioni. Un chiaro riferimento alla sua difesa. Charlotte è squadra che sa recuperare ma talvolta subisce imbarcate pesanti in pochi minuti. Lui deve cercare di mettere l’argine necessario affinché il top player avversario o il più pericoloso non si scateni. Stasera ha vita relativamente facile e si scatena al contrattacco. Buone medie e buone scelte.
 
Kaminsky: 6,5
12 pt. (5/12), 6 rimbalzi, 3 assist. Frank il tanuki (il cane procione della mitologia giapponese) ama fare scherzi. Tuttavia il burlone tanuki è un po’ ingenuo e poco attento ai particolari che finiscono per tradirlo, questa sera è lui a combinare il maldestro scherzetto a Memphis mettendo fuori gioco Conley, il che agevola la nostra vittoria nel finale ma non toglie meriti a essa. Una brutta soluzione da sotto ma per il resto buona prova.
 
C. Zeller: 6,5
3 pt. (1/3), 8 rimbalzi, 1 assist. Non avrà le sembianze di una tündér (una fata della mitologia ungherese), ma Cody esaudisce tre desideri; mobilità, difesa e versatilità. Gioca solo 21 minuti ma a parte il fallo subito da Gasol (discorso a parte) fa discrete difese.
 
Lamb: 7
21 pt. (7/11), 9 rimbalzi, 1 rubata, 1 stoppata. Elfo Silvano. Magari poco “resistente” in difesa ma abile tiratore e stasera nemmeno poi così poco performante dietro. Scaglia le sue frecce da posizione di SG e questo è quello che principalmente gli si richiede. Non esce dal bosco ma dalla panchina, dalla faretra nel primo tempo tira fuori due frecce avvelenate per 6 pt. consecutivi. Continua anche successivamente portando scompiglio. Occhio, perché se continua così son dolori per tutti…
 
Belinelli: 5,5
6 pt. (2/9), 3 rimbalzi, 2 assist. Taranis. Il Dio del tuono venerato dalla mitologia celtica in Gallia e Britannia. Simile a Zeus e a Thor è il Dio del tuono. Marco quest’anno raramente, però preannuncia le sue saette da tre punti giacché gli avversari hanno un occhio di riguardo per lui. Nonostante ciò ha alte percentuali da tre punti. In serata tuttavia tira male sino all’ultimo quarto dove mette un paio di tiri che danno respiro. Tiene Carter in difesa e smista bene alcuni palloni che lo riabilitano un po’. Non perde palloni e fa vedere che se è principalmente un tiratore, se la serata è storta può rendersi utile anche in altra maniera.
 
Sessions: 6,5
5 pt. (2/6), 2 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. Son Gokū. Sicuramente intraprendente il Re delle scimmie usa la sua nuvoletta per arrivare sino al ferro, dove gli ci vorrebbe talvolta l’ausilio di un bastone allungabile per superare il difensore di turno. Irruente e pronto alla lotta, talvolta nella second unit ci vorrebbe qualcuno che lo consigliasse e moderasse, tuttavia il suo gioco è quello. Un po’ di sregolatezza che lo aiuta anche tuttavia nello smistare assist. Buona la sua prima parte, in calo nella seconda ma complessivamente mi va di premiarlo visto che a volte sono stato troppo severo con lui.
 
Hibbert: 6
5 pt. (2/4), 6 rimbalzi, 1 stoppata. Dovrebbe essere lui la fenice quest’anno. Morta a Los Angeles, forse inizia a far intravedere la rinascita dalle fiamme quando mette con semplicità un paio di hook estendendo le sue ali infuocate. Qualche fallo di contenimento non gravoso.
 
Hawes: 6,5
4 pt. (1/3), 1 rimbalzo, 6 assist, 1 stoppata. Il Namahage (un orco con un vestito di paglia, un coltello e un secchiello in mano) degli Hornets è figura contraddittoria. Raccoglie nel cesto solo 4 pt. ma fa il Batum di serata servendo 6 assist. Un paio d’ingenuità difensive dimostrano che è il solito generoso “casinista”, ma come il Namahage è simbolo di collaborazione e costrizione in una piccola comunità.
 
Roberts 0 pt. (0/2). s.v.
Tre minuti sul parquet nel tempo spazzatura.
 
T. Graham: 6,5
6 pt. (2/2). Tre minuti, 6 punti… Ci prova due volte da oltre l’arco e sono due conclusioni perfette che alzano il punteggio di Charlotte, anche se a partita già decisa.
 
A. Harrison: s.v.
1 pt. (0/1), 1 assist. Air-ball a parte anche lui gioca solo 3 minuti.
 
Coach Clifford: 7
Qualsiasi Dio della saggezza. E’ il suo ruolo. La squadra parte determinata, sembriamo noi la seconda miglior difesa della lega. Una vittoria su un campo non semplice che ci riconsegna fiducia.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.