Game 17: Charlotte Hornets Vs Washington Wizards 129-124 (OT)

 
I Sette peccati capitali.
Questo è il titolo di una geniale opera di Hieronymus Bosch, o più verosimilmente di una collaborazione (forse postuma) tra maestro e allievo (Guevara) che produsse un dipinto, nel contesto del suo tempo, significativo ed evocativo per mezzo d’immagini su quelli che la Chiesa riteneva essere i 7 vizi capitali.
In particolare l’invidia è un capolavoro nel quale si collegano le figure di questo spicchio di dipinto.
Un proverbio fiammingo che recita:
“Due cani con un osso difficilmente raggiungono un accordo” è ritratto nel dipinto.
I quadrupedi, in effetti, non ambiscono alle ossa alla loro portata ma mirano entrambi all’osso retto dalla mano sopra di loro.
La coppia soprastante è considerata alla stregua dei cani, poiché essi guardando con invidia un nobile elegante in compagnia di un falco che fa lavorare l’uomo che porta il sacco sulla schiena aspirano a quello che non possono ottenere.
Sfortunatamente, pur non essendoci invidia, il gioco a somma zero, portava le due squadre a contendersi quell’ossa fino all’ultimo.

Uno spichio del dipinto.

A spuntarla era Charlotte dopo un supplementare, il primo dell’annata che inverte quelli negativi dello scorso anno, buon segnale…
Una partita un po’ viziata da alcuni errori arbitrali non si chiudeva nei supplementari, quando Kemba segnando due dei 40 liberi concessi dagli arbitri (Washington molto sporca contro una più pulita Charlotte con 29 falli spesi contro i 20 di Charlotte) agganciava i rivali divisionali che sull’ultima azione si vedevano stoppare Beal da Howard.
Il 33/40 dalla lunetta aiutava parecchio Charlotte che vinceva anche 48-43 la sfida ai liberi.
Nelle fila avversarie Wall ha dichiarato:
“Avevamo la partita in mano, devo dare loro molto credito perché sono una squadra che non smette sicuramente di lottare. Sono rientrati e hanno strappato la partita”.
John chiuderà con 31 punti, Beal con 22, seguiti da Markieff Morris con 14 e Mike Scott dalla panchina con 13.
Meeks chiuderà con 9 punti con un 4/9 al tiro realizzando tutti i tiri da due punti e sbagliando i 5 tentati da tre, forse il peccato di gola è quello che ha punito i Wizards e Markieff Morris, ingolosito nel finale di regolamentari nel tentare una tripla fallita che, a conti fatti, con l’errore ai liberi di Beal, risultava decisiva…
 
Le formazioni:
 
La partita iniziava con un attacco dei Wizards che andavano a vuoto con Beal, anche se il suo jumper protetto da un blocco alto era open perché la buona difesa di MKG era attardata dal lungo avversario.
Dall’altra parte era sempre il nostro numero 14 a rimanere attivo segnando i primi due punti per gli Hornets dalla media distanza a destra superando Beal stesso.
Un fallo di Batum a 10:57 dava la possibilità a Porter di pareggiare dalla lunetta mentre M. Morris successivamente portava in vantaggio gli ospiti che avevano un buon inizio segnando il 2-6 grazie a un goaltending di Howard su Wall che aveva già appoggiato al vetro.
Un fallo speso da Porter su Howard mandava in lunetta il nostro lungo che stupiva gli spettatori a 9:32 centrando due volte il bersaglio.
Morris ricadeva dal salto per il tiro con la palla in mano per evitare Williams ma a 9:02 un blitz di Wall gelava la difesa di Charlotte che sopperiva al gap maggiorato con Marvin, il quale ricevendo da un Kemba in arretramento partiva sulla corsa avvantaggiandosi per concludere da sinistra al vetro.
I Wizards però iniziavano bene e Gortat da vicino riportava il vantaggio dei ragazzi di Brooks a 4, un divario che aumentava quando un ribaltamento sul lato debole prima e la poca pressione sulla palla consentivano a Beal e Morris rispettivamente di colpire con una bomba a testa e di mandare il punteggio sull’8-16.
Clifford chiamava un time-out che funzionava:
Howard a 6:41 appoggiava al vetro oltre Gortat per andare successivamente in lunetta dopo essersi infilato tra due uomini, aver mancato un alley-oop su assist di Batum un po’ arretrato e aver conquistato il rimbalzo.
Splittando riduceva un gap che scendeva a tre punti quando Walker di sinistra in salto appoggiava il fing and roll centrale.
Beal schiacciava violentemente in entrata diagonale e a 4:59 Porter colpendo da tre sembrava rimetter le cose com’erano iniziate.
Sul 13-21 Kemba sbagliava ancora da tre ma un’entrata successiva di MKG era corretta da Howard che era aiutato dall’altro lungo finalmente per recuperare terreno:
Il catch n’shoot del nostro numero 2 era valevole per i tre punti che ci portavano sul 18-21.
Oubre jr. e Wall provavano da tre punti senza fortuna, ma il secondo rimbalzo offensivo, raccolto da Gortat, portava il martello polacco a segnare due punti approfittando dell’assenza di Howard già seduto in panchina.
Williams a 1:57 colpiva nuovamente da oltre la linea dei tre punti e il distacco tornava minimo (21-23) con Lamb a mangiare dalla lunetta a :05.1 (2/2) un altro punto ai capitolini, anche se il finale di primo quarto arrideva agli ospiti sul 25-26.
 
Lamb battezzava il secondo quarto colpendo da tre punti riportando sopra i teal ma Scott da sinistra faceva secco in jumper Kaminsky riequilibrando a 28 pt. la gara.
Un’entrata di Frank su Mahinmi con scontro tra tronchi considerato neutro dagli arbitri era ben finalizzato dal tank che resistendo appoggiava il trentesimo punto per i nostri. Scott da tre effettuava il controsorpasso, ma il saliscendi non era finito perché a 10:02 Lamb con un jumper di jordaniana memoria infilava il cesto prima che Mahinmi potesse dare nuovamente il +1 ai suoi.
Mahinmi tuttavia commetteva anche un fallo su Zeller che dalla lunetta non sbagliava le occasioni concesse dando il via al piccolo parziale di 5-0 chiuso da Lamb in tripla dalla sinistra sfruttando proprio un blocco di Cody a portar via l’uomo.
Frazier dalla sinistra però ricuciva il gap con una tripla contrastata da Carter-Williams ma uno scatenato Lamb sfuggiva alla marcatura di Oubre jr. sulla linea di fondo per ricevere il passaggio schiacciato di Kaminsky e schiacciare subendo il tocco da dietro dell’avversario, completando la giocata con il libero addizionale.
Sul 40-36 entrava in scena Meeks che dalla media o da sotto in qualche maniera tra cutting e tiri fortunati oltre che abili, riusciva a pareggiare, anche se a 7:27 per un fallo lontano dalla palla su Zeller, i Calabroni entravano in bonus riportandosi sul +2.
A 7:01 Carter-Williams era fermato da un fallo dopo aver intercettato con un riflesso un pallone.
Colpevole d’aver rovinato la transizione non servendo i compagni in appoggio, si macchiava anche di un errore a gioco fermo.
Rientrava qualche titolare da ambo le parti e la partita prendeva il versante ospite con il sorpasso di Morris, l’allungo di Meeks (43-46) mentre Lamb costringeva all’air-ball lo stesso Meeks prima di andare a deviare sulla difesa seguente un pallone quasi già nelle mani di Gortat sotto canestro.
Frank dal post basso destro infilava il -1 ma il vantaggio degli ospiti rimaneva tale, anche se gli Hornets si sforzavano in difesa come ad esempio Kemba che subiva lo sfondamento di Wall a 3:56.
Marvin a 2:33 usava i liberi per il -3, ma Morris sull’ottima pressione di Williams pescava il jolly dalla sinistra, inoltre gli arbitri assegnavano un fallo di Williams speso prima dell’inizio sulla salita per il jumper.
A :47.7 gli Hornets tornavano sul -4 grazie a Kemba che riconosceva situazioni e spazi sui vari blocchi per decidere di avanzare ai limiti dell’area prima di compiere lo step-back jumper vincente del 55-59, punteggio finale di primo tempo.
 
Dopo il riposo Charlotte si presentava senza Batum, vittima di una contusione al gomito, mentre Howard si presentava in lunetta solamente a 15 secondi giocati ma l’1/2 accorciava a un possesso lungo.
Washington metteva il piede sull’acceleratore mentre Charlotte non coinvolgendo Lamb in attacco e non trovando ritmo, restava ferma al palo.
Beal dalla destra metteva un jumper nonostante l’aiuto di Howard e i Maghi scappavano sul 57-68, parziale nel quale era compreso anche un tecnico precedente a Kemba…
Era Lamb con una tripla siderale a interrompere il parziale, iniziando la mini fiammata che riportava gli Hornets quasi a contatto.
Jeremy in area cambiava peso e direzione dopo l’arresto con il difensore a frapporsi al canestro e trovava un altro canestro, Walker colpiva da tre per il 56-68 a 8:20 al termine del terzo periodo.
Gortat spezzava il poco ritmo della partita con due punti ma MKG passava due difensori resistendo ai contatti e depositando a canestro anticipava i due liberi di Kemba assegnati per raggiunto limite di falli sull’aggancio a centrocampo tra Wall e Walker impegnato a ricevere un passaggio alto e teso.
A 6:49 arrivava quindi il 68-70 frutto di un ½ del capitano.
Un recupero di MKG e una transizione con assist di Lamb per Walker consentiva a Kemba d’infilare la bomba del 71-70.
Gli Hornets viaggiavano sulle ali dell’entusiasmo e un passaggio di Kemba per Dwight portava il nostro centro a infilare un turnaround nel pitturato.
Il passeggero goaltending di Howard (in aiuto) su Morris non fermava Superman, che con un gancetto in entrata batteva nuovamente Gortat.
Sul 75-72 Lamb era costretto al fallo per fermare Beal in contropiede per l’apertura sbagliata di Walker in attacco. Clear path e 4 pt. consecutivi della guardia che rimetteva avanti i biancorossi.
Howard però non si era ancora fermato e da sotto infilava ancora il cesto, così come a 4:01 quando un reverse layup al plexiglass costringeva i numeri a girare sul 79-76.
Una triangolazione in avanzamento tra Kemba/Williams e Howard portava il centro a schiacciare da sotto prima che MKG correggesse un errore offensivo dando il +5 ai Calabroni (83-78).
La partita però volgeva nuovamente a favore della squadra di Brooks con la panchina in campo:
Nel giro di breve tempo Wall con due liberi portava sul +1 i suoi (fallo di Bacon) e Oubre jr. correggendo su tutti in schiacciata a una mano realizzava l’84-87° 29.3 dal termine del terzo…
Un blocking foul di Kemba e un ½ di Wall che chiudeva il quarto a 11 pt. davano il parziale/totale di 84-88.
 
Charlotte cercava la rimonta nell’ultimo tempo regolamentare a disposizione e quando Carter-Williams a 11:06 infilava tre pinti per l’89-90, il comeback sembrava essere alla portata.
Scott apriva e chiudeva un parziale dei Wizards da 2-7 che issava i Maghi sul 91-99.
Tutto sembrava finire ma a 7:39 Scott spendeva un fallo inutile mandando a 7:28 in lunetta MCW che segnava i due liberi.
Washington resisteva conservando un morbido cuscinetto di nove punti che MKG metteva in discussione a 4:26 con una flash dunk centrale alla quale seguiva uno tsunami.
La scossa tellurica successiva si avvertiva per mano di Howard che riceveva sotto il passaggio corto saltato in no look di Kemba e devastava l’anello.
Washington si affidava al Firewall, infatti, John riuscendo a segnare con regolarità jumper da due punti rintuzzava e posticipava il rientro dei Calabroni.
Kaminsky e Lamb con due punti a destra battevano il cronometro che scorrendo viaggiava verso la fine.
Sul -5 a 1:55 dalla fine Kemba in lunetta infilava entrambi i liberi riportandoci in scia sul 108-111.
Morris però da sotto puniva i raddoppi degli Hornets e Kemba, scegliendo di andare dentro anziché pareggiare la partita di tripla: a 21.4 accorciava sul -1.
Lamb era costretto a spender due falli veloci e Beal, tiratore da 82% in stagione, lasciava sul campo il secondo libero, dando agli Hornets la situazione ideale per pareggiare o vincer la partita.
Più scontato di un saldo invenduto da anni Kemba si buttava dentro, il contatto con Wall, un po’ in spinta fuori cilindro era premiato da una comunque pessima terna arbitrale con due liberi.
Sul 112-114 non si poteva sbagliare.
Kemba faceva venire i brividi sul primo tirando sui ferri che ben accoglievano però un tiro con i giri giusti.
Il secondo era perfetto ma rimanevano due secondi da giocare.
Time-out ospite e rimessa per Beal che andava sulla linea di fondo sinistra ma Howard era bravo a rimanergli accanto prima di piazzare la stoppata salva partita.
Si andava all’OT dove l’inerzia era spostata tutta dalla parte di Charlotte.
 
Howard con un giro (verso il fondo) e tiro oltre Gortat metteva dentro il +2, Porter mancava la tripla per merito del disturbo di Lamb.
Wall in appoggio, però puniva l’errore di Williams da fuori. MKG sulla destra si trovava in difficoltà sulla pressione della difesa avversaria, la palla toccatagli si allontanava dalla sua figura verso il centrocampo, ma in tuffo, il ragazzo di Camden riusciva a deviare verso Kemba che avanzando trovava lo spazio per una tripla dalla top of the key.
Giganteggiava Lamb che andava a stoppare Morris sulla line di fondo sinistra lanciato per una dunk memorabile.
Di memorabile invece restava la stoppata-scippo di Jeremy che a 2:50 invertiva la marcia e forzava l’appoggio per il 121-116.
Wall con un cambio direzione disorientava la difesa di Charlotte per arrivare ad appoggiare rapidamente da sotto.
Beal era stoppato da MKG con precisione ma per gli arbitri c’era il fallo.
L’1/2 però ci confortava anche perché MKG fracassava a 1:55 la difesa dei Wizards ottenendo anche il libero aggiuntivo (errato) che ci lasciava sul 123-119.
Wall da tre non realizzava (forse leggermente toccato, ma vista la pessima serata della terna su ambo i fronti) e Lamb passando dietro il blocco di Howard metteva un lungo due che ci regalava il +6.
Porter da tre rimetteva in discussone il punteggio (125-122)ma quando Lamb si concedeva un air-ball, la palla era provvidenzialmente raccolta sull’altro lato del canestro (destro) da Howard che appoggiava a :54.9 dalla fine i punti del 127-122.
A vuoto in attacco come pallottole fuori bersaglio o spuntate, Washington si aggrappava al fallo su Kaminsky che resisteva alla tentazione di fallire i liberi.
Sul +7 la vittoria era ottenuta, nonostante l’ultima inutile (se non ai fini personali) scorribanda di Wall che fissava sul 129-124 il punteggio.
 
Pagelle
 
Walker: 7
24 pt., 5 rimbalzi, 5 assist. Sparacchia con un 8/22 dal campo e la sua serata non sembrava esser delle migliori fino a un certo punto tra errori, difese buone ma non efficaci e il tecnico fischiato contro. Il dilemma era che voto dare fino a pochi minuti dalla fine, poi come Mosè nel mar Rosso andando a pareggiare la partita con due liberi e infilando la tripla nell’OT con la quale vedevamo la luce in fondo al tunnel, il voto migliorava sicuramente. Il capitano per una serata si era affidato anche ai compagni, per riapparire sulla scena nel momento decisivo. Teatrante e protagonista.
 
Batum: 5,5
2 pt., 3 rimbalzi, 1 assist. Gioca 13 minuti nel primo tempo e poi si deve arrendere a una contusione al gomito. Sparacchia con un 1/6 e 0/3 da fuori. Spende un paio di falli, uno in aiuto, non in serata però.
 
Kidd-Gilchrist: 7
12 pt., 7 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Chiude con un 6/11 dal campo sbagliando qualche canestro ma per lui oltre il 50% è “tanta roba”. Due schiacciate spettacolari e una difesa di buon livello su Wall e giocatori rapidi. Il tuffo con il quale favorisce il recupero di Kemba, pur nascendo da un suo problema nel controllo di palla, è decisivo.
 
M. Williams: 6,5
12 pt., 4 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata. Bene dalla lunetta con 4/4, al tiro chiude con un 3/7. S’impegna in difesa, gli arbitri gli chiamano un fallo posticipato su Morris. Infila un paio di bombe mancando quella tentata nell’OT.
 
Howard: 8
26 pt., 13 rimbalzi, 3 assist, 1 stoppata. L’occhio va sempre ai liberi e ai turnover, rispettivamente 6/10 e 2. Buonissimo per lui che aveva statistiche peggiori fino a qualche partita fa. Domina alla distanza contro il suo ex compagno di Orlando che stasera deve abbassare la cresta. Esploso nel terzo quarto, effettua la stoppata salva partita e recupera rimbalzi offensivi convertendoli in punti.
 
Lamb: 9
24 pt., 7 rimbalzi, 5 assist, 3 stoppate. Un hurricane Lambisce le coste del North Carolina. Non è solo l’impatto offensivo in 37 minuti a essere buono, ma soprattutto lo sforzo difensivo come si può notare dalla casella stoppate. Tanti tiri fatti sbagliare agli avversari andando sempre a disturbare. Grande impegno che non lo rende meno lucido in attacco dove evidentemente ha fiato per portare a termine i giochi o le incursioni. Nell’OT sospinge ancora i Calabroni alla vittoria chiudendo su un granitico +26 di plus/minus.
 
Zeller: 6,5
4 pt., 3 rimbalzi, 1 assist. Turnover a parte dalla lunetta contravviene alle sue percentuali con un 4/4 decisivo. Qualche contrasto lo perde ma recupera alcuni rimbalzi difensivi, mentre in attacco i suoi blocchi funzionano.
 
Bacon: 5,5
2 pt., 1 rimbalzo in 12 minuti. Un -4 di plus/minus e tre falli spesi. Partita mediocre per il rookie che, infatti, nell’ultimo quarto va a sedersi in panchina prima del rientro degli altri titolari, sostituito da MKG. Sparito Monk dai radar, Clifford lo utilizza per il suo maggior apporto difensivo, ma deve imparare ancora parecchio.
 
Kaminsky: 6
12 pt., 5 rimbalzi, 2 assist. Non sarebbe male (2 TO a parte) se difendesse meglio. Porta poca pressione sulla palla. Nella NBA non puoi concedere quegli spazi. Scott ci punisce con due triple che ci sarebbero potute costare la partita. E’ un’arma a doppio taglio. Nel finale di regolamentare corregge bene un errore di Jeremy e fissa con 2 FT il punteggio nel finale.
 
Carter-Williams: 6,5
11 pt., 3 rubate. Controversa partita di Carter-Williams che d play non fornisce un assist, anche se per un certo periodo torna in campo insieme a Walker a formare la coppia da doppio play. Sotto tabella patisce contro i giocatori più lunghi ma la sua difesa si materializza in tre rubate e il suo attacco in 5/6 ai liberi, oltre a un 2/2 importante da fuori. Clifford lo tiene sul parquet nel finale proprio per la sua abilità difensiva.
 
Coach Clifford: 6,5
Fortunato, aiutato dal rumore del pubblico riprende una partita per i capelli, anche se lui non ne ha e il gioco finale è sempre lo stesso la testa funziona ancora. Time-out al momento giusto e buone scelte. Non condivido solo Kaminsky in campo per troppo tempo e con quintetti abbastanza strambi. Si corregge quando vede scappare i Wizards con un paio di cambi provvidenziali come quello di MKG con Bacon. Al resto pensano Howard e Lamb che beneficia dell’assenza di Batum.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.