Game 18; Charlotte Hornets @ Atlanta Hawks 75-105

Nona sconfitta consecutiva, mensis atrox (mese orribile).
Novembre è finito con non un passo, ma due indietro rispetto all’incoraggiante gara casalinga contro i Warriors della passata notte.La squadra dimostra scarsa personalità in trasferta, un attacco che non è riuscito a segnare per più di 7 minuti è preoccupante. I volti di alcuni giocatori chiave demoralizzati sono l’immagine di un team finito nel baratro quasi inspiegabilmente. Purtroppo le squadre non si fanno con i nomi e l’aggiunta di Stephenson non è stata valorizzata. Charlotte ha un po’ smesso di far circolare la palla velocemente e bene come nelle prime gare e le difficoltà realizzative puntualmente saltano fuori.
Padroni di casa in tenuta Bianca con; Teague, Korver, Carroll, Millsap, Horford.
Tornavano in divisa viola da trasferta gli Hornets con; Walker, Stephenson, Henderson, Zeller, Jefferson.

Jannero Pargo, a partita già decisa, prova a superare Scott degli Hawks.

Jannero Pargo, a partita già decisa, prova a superare Scott degli Hawks.

Erano degli Hawks i primi due punti della partita, realizzati grazie ad Horford che sfruttava un passaggio diagonale per segnare da sotto con Jefferson in ritardo nella marcatura. Dieci secondi dopo, a 10:06, Big Al era fermato in maniera irregolare. Dalla lunetta il centro degli Hornets ristabiliva la parità. Atlanta si portava sul 2-5 con 3 punti di Teague. Squadra di casa sempre avanti, riavvicinata sul -1 grazie a due tiri un po’ rigidi di Henderson, i quali rimbalzavano tra bordi interni del ferro molto velocemente, prima d’infilarsi entrambi per il 6-7. Un parziale degli Hawks di 9-0 con 4 punti di Korver portava i padroni di casa sul +10, sfruttando anche la scarsa vena di Stephenson. Lance dalla baseline sinistra non prendeva nemmeno il ferro, ma dall’altra parte c’era Jefferson per la correzione volante. Hornets in doppia cifra con un big shot di Hairston.La sua bombarda valeva l’11-19 a 4:21 dal termine del primo quarto. Stephenson sfruttava l’onda realizzativa momentanea degli Hornets e realizzava con un tiro in ritmo il 15-19 a 3:33 costringendo l’allenatore degli Hawks a chiamare time-out. Maxiell segnava l’ultimo canestro di Charlotte (17-21) nel quarto, mentre gli Hawks, che iniziavano il loro parziale a cavallo tra primo e secondo quarto che avrebbe deciso la partita, con uno spin move di Millsap su Maxiell, il cui fisico non era in grado di tenere la velocità dell’entrata del lungo avversario. Gli Hornets avrebbero avuto la possibilità di ritoccare il punteggio anche in lunetta, con Biyombo che subiva una manata violenta sul corpo mentre stava per tirare, ma lo stesso centro congolese faceva 0/2 ai liberi. Il finale dei primi 12 minuti era 17-28.
Il secondo quarto era quello che ammazzava la gara e costringeva a vedere due quarti di garbage time. Scott da 2 pt; Schroder da 3 pt, ancora Scott con una tripla a 9:11 portavano il punteggio sul 17-36 mentre Charlotte attaccava in maniera scriteriata e poco precisa. Un air-ball di Walker prima che Schroder realizzi ancora a 7:54 il 17-41. Un parziale di 20-0 in favore dei bianchi di casa permetteva agli Hawks di artigliare la partita. Charlotte sembrava rimasta imbambolata. Attacchi pessimi e difesa inesistente. Hairston, Henderson e Big Al quest’ultimo a 5:15 con un giro sul piede perno sul lato del canestro per realizzare, cercavano di riavvicinarsi un po’. 24-15. Dopo una buona circolazione di palla gli Hawks mettevano l’ennesima tripla (alte percentuali) con Teague a 4:11. Due liberi di Zeller erano gli ultimi due punti messi dai Calabroni nel quarto quando mancavano 3:29 all’intervallo. A 2:32 Millsap entrava nella difesa di Charlotte come se nulla fosse. Jefferson e anche Zeller sembravano aver già mollato la presa, i loro tocchi leggeri sull’ala degli Hawks producevano solo il gioco da 3 punti pe gli avversari. 28-62 il finale di secondo quarto con un parziale di 11-36 a testimoniare i problemi su ambo i fronti per Charlotte.
La ripresa non si apriva meglio. Dagli spogliatoi gli Hornets uscivano ancor di più svuotati. Teague offriva l’assist verticale per Horford che a 10:49 schiacciava. L’entrata presa da Walker sulla linea di fondo dalla sinistra per due punti nonostante la marcatura asfissiante del difensore, erano un po’ come avere un salvagente nelle sabbie mobili, oltretutto a 10:09, Horford libero nell’angolo destro segnava da tre punti il canestro del 32-71. Hawks che nella frazione raggiungevano anche l’assurdo +44 con tre punti di Korver. Biyombo e Pargo provano, però almeno a metterci un po’ di orgoglio e riuscivano a riaccorciare sul 46-84 a 2:23 con la bomba del play di riserva. Un po’ di pasticci di Atlanta consentivano a Pargo di segnare ancora da 3 punti (parziale 10-0) a 49 secondi dall’inizio dell’ultimo quarto. Punteggio alla fine del quarto 51-84.
L’ultimo periodo è garbage. Il duello tra Hairston e Bazemore è interessante però. Il rookie degli Hornets si faceva valere in difesa compiendo una bella e difficile stoppata sul rivale (a 9:44) che frustrato commetteva fallo da dietro sul tiro di P.J. I liberi a bersaglio rifinivano il punteggio sul 56-88. 58-88 con Henderson in appoggio altissimo al vetro in entrata a 8:25 Hairston from downtown dava il 61-90. Atlanta segnava ancora i suoi canestri. Da segnalare una dunk potente di Biyombo, con un tiro che era finito sul secondo ferro da parte di un suo compagno, si elevava per inarcarsi all’indietro ed esplodere a molla per la schiacciata. Finale inutile, con Pargo a provare dei tiri che in buona parte entrano. Lo stesso Pargo regala l’ultima giocata spettacolare, in una notte disastrosa, con un assist dietro la schiena a una mano in entrata a 3:04. A Vonleh non rimaneva che alzare l’hook per battere il difensore.
Dopo un novembre intenso e ricco di partite, compresi alcuni back to back, Charlotte ora ha il tempo di rischiarirsi le idee, e forse di recuperare qualche “illustre” infortunato. Mancano 4 giorni all’impervia sfida con i Bulls. La caduta di questa notte in trasferta porta i Calabroni sul 4-14 in classifica, facendo registrare un 1-8 lontano dall’alveare contro un 3-6 casalingo, anche se il trend casalingo ultimamente è uguale a quello delle trasferte. Arriva dicembre e con se porta l’ultima chiamata per i Calabroni per dare una scossa alla stagione. Dovranno soprattutto ritrovare la fiducia in se stessi, cosa che manca un po’ al momento, giocare più di squadra aiutandosi, tornare a difendere con intensità se vogliono qualche possibilità di vittoria.
Voti
Walker: 4,5
Quasi 25 minuti. 4 (2/9) punti e 6 assist. Si prende qualche tiro meno ma sempre in maniera discutibile. La % è bassa, inoltre il suo +/- è di -36. Appena rifirmato…
Stephenson: 4,5
6 punti (3/9), 3 assist e 3 rimbalzi in 23 minuti circa. A parte una piccola fiammata, si allinea alla mediocrità preoccupante della squadra.
Henderson: 5,5
14 punti (6/14), 4 assist e 5 perse. Sufficiente nelle conclusioni, perde però ben 5 palloni.
Zeller: 4
4 punti (0/6). 3 rimbalzi giocando sui 24 minuti. Poca energia, difesa perforabile nella notte.
Jefferson: 5
11 pt. (4/9). Fa vedere qualcosina, ma troppo poco per lui, che scompare con il resto del team.
Hairston: 5,5
15 punti (5/13) e 4 rimbalzi. Prova come tiratore. Aggressivo, tenta un’azione in entrata dopo essersi preso il rimbalzo sul suo precedente errore, ma anche quello non va…
Maxiell: 4,5
2 punti (1/7) e 3 rimbalzi. Tiro morbido come un mattone scagliato contro un vetro. Difesa latente.
Biyombo: 6,5
7 punti, 11 rimbalzi e 2 stoppate. Tallone d’Achille nei liberi. In difesa cerca di fare il suo, non sempre ferma gli avversari ma fa il possibile.
Roberts: 4
0 punti (0/6). A secco lo shooter nella serata.
Pargo: 6,5
10 punti (4/9), 4 assist e 2 perse nel tempo “rumenta”. Ci prova a rendere meno amaro il punteggio.
Vonleh: 6
6 rimbalzi e 2 pt. (1/2) in 12 minuti di tempo spazzatura.
Coach Clifford: 3
Lo 0-9 parla chiaro. Persa un’occasione contro una diretta concorrente in malo modo rimangono più dubbi di prima, dopo la prestazione casalinga contro i Warriors che aveva fatto ben sperare.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.