Game 18: Charlotte Hornets @ Cleveland Cavaliers 99-100

 
Nuvole rapide (reali) fuori dalla Quicken Loans Arena.
Gli Hornets interrompono una striscia di tre vittorie consecutive dopo una battaglia gagliarda che lascia qualche amarezza per il punticino di scarto e per un finale velenoso, oltre a dover ammettere il “mea culpa” per scelte di gioco offensive non proprio azzeccatissime nel finale.
Sfiorata l’impresa, rimane un po’ d’amarezza ma si tornerà in campo domani e non c’è tempo per intristirsi,a nche se qualche recriminazione, a dispetto di ciò che pensavano i fan dei Cavs nell’Arena, c’è…
In casa contro gli Speroni gli Hornets non dovranno accusare il colpo cercando di recuperare le forze dopo una partita comunque giocata su buoni livelli.
Vinta la lotta a rimbalzo 55-45, assist pari (25), paghiamo il 38,3% dal campo contro il 45,8% avversario con una panchina che ha ritrovato MCW ma anche con un Kaminsky a zero punti.
James ha aiutato Cleveland a vincer la settima cnsecutiva chiudendo in tripla doppia con 27 punti, 16 rimbalzi e 13 assist, J.R. Smith con 16 pt. e Korver con 13.
 
Le Formazioni:
 
Il primo attacco era portato da Charlotte poiché Howard era l’unico a saltare.
Subito pressione alta sulla palla da parte della squadra di Lue e un Kemba in difficoltà recuperava il pallone nella nostra metà campo, finiva per entrare un passo oltre la linea da tre punti MKG che in jumper era aiutato dal rimbalzo amico del primo ferro per portare in vantaggio i nostri.
Il pareggio era di Love da sotto, poi Kemba falliva la tripla mentre Love no, complice l’arretramento di Howard e la distrazione di Williams, l’uomo più vicino, che guardava intorno invece d’interessarsi al lungo avversario.
Howard dalla destra cercava con un passaggio leggermente in diagonale MKG sull’altro lato sotto canestro.
Passaggio rischioso ma a buon fine che portava MKG a raddoppiare facilmente i suoi punti.
Un passaggio per J.R. Smith che tagliava sulla linea di fondo in back door per depositare con comodità straordinaria era mal visto da Clifford che usava prestissimo (10:14) giustamente il suo time-out per riorganizzare una difesa con qualche problema.
Kemba in area segnava oltre Calderon (nettamente in vantaggio sull’europeo), MKG salvava una transizione su James prima di andare a commetter un fallo intelligente (non sul tiro) per contenerlo.
Crowder segnava un lungo due a 8:32, Kemba rispondeva con un cach n’shoot da tre punti su assist di Lamb agganciando a quota nove i Cavalieri che a 6:41 subivano i primi due punti di Lamb bravo a intercettare un pallone nella nostra metà campo e a ripartire in transizione per essere fermato fallosamente.
I due punti ottenuti dalla lunetta erano vanificati dal secondo lunghissimo due di Crowder che infilava anche il terzo a cavallo della linea da tre punti, così Charlotte, che aveva qualche difficoltà a intercettarne la posizione molto mobile, passava in svantaggio 11-13.
MKG con un passaggio sull’esterno del post basso sinistro eludeva la marcatura su Howard, il quale girandosi schiacciava per il pari.
La partita si manteneva in equilibrio e Bacon dal corner sinistro realizzava il 18-17 a 4:08 dalla prima sirena, Williams si ripeteva dalla stessa mattonella a 3:31 e poco più tardi Marvin infilava un’altra bomba prima di sedersi insieme a MKG in panchina, lasciandoci però sul 24-20.
La panchina di Charlotte entrava in campo guidata da Kemba che a 1:06 infilava la tripla immediata dopo aver sfruttato un paio di passaggi dei suoi compagni, bravi a creargli un minimo di spazio.
Korver uscendo alto dalle parti della top of the key però colpiva da tre punti fissando il 28-27 di primo quarto con errori finali da ambo le parti che lasciavano inalterato il punteggio.
La sensazione dopo la prima dozzina di minuti è che Cleveland fosse superiore ma che Charlotte stesse utilizzando abilmente le sue armi per giocarsela.
 
Il secondo blocco da 12 minuti iniziava con un canestro sorpasso di Green da sotto, Bacon dall’altra parte saliva in ascensore per il jumper ma era spostato leggermente da Korver.
Un ½ e il pari era ritrovato.
Per qualche minuto il confronto reggeva, anche perché un Lamb sottotono al tiro, cambiando peso trovava il pari a quota 31, Cody da sotto alla cifra di 33 e una finta di MCW con breve scatto di Zeller nel pitturato consentiva agli Hornets di reggere il passo trovando ancora una volta il pari sulla cifra di 35.
Wade con una drive batteva facilmente l‘irrisoria protezione dell’anello da parte di Kaminsky, ma Carter-Williams posizionandosi nella terra di nessuno del corner sinistro riceveva un passaggio dal lato forte di Monk che sfruttava per portarci avanti sul 38-37.
Un black-out offensivo coinvolgeva tuttavia la nostra squadra che accusava il colpo anche in difesa mentre un parziale di 7-0 pro Cavs era chiuso con un’entrata di Wade che sfruttava il passaggio laterale dopo esser già partito in corsa per allungarsi in salto fintando l’appoggio prima di rilasciare il 38-44.
A 7:11 c’era bisogno di un altro time-out dal quale gli Hornets uscivano bene.
MCW segnava 5 punti (intervallato dai due di Frye), poi portava avanti una transizione tre contro uno sulla quale fintava andando a sbattere sul difensore, gli arbitri lasciavano correre e Howard schiacciando agguantava il nuovo pareggio a quota 46.
Calderon da tre andava oltre la mano alzata di Howard che stimolato andava in entrata usando il fisico per liberarsi con la spalla destra del “fuscello” Love prima di appoggiare il -1. Love fermava Howard ma la palla vagante era recuperata da MKG che si fiondava centralmente trovando un varco per segnar due punti.
MKG faceva buona guardia su James che volava sotto canestro lasciando via libera a Howard per l’appoggio di sx a tu per tu con l’anello.
Crowder a 2:19 di tripla faceva recuperare i punti perduti da Cleveland che riequilibrava la situazione sul 52-52.
Lamb nei primi 24 minuti segnava solo 4 punti ma era utile con tre assist; la nuova apertura a sinistra per Marvin era fondamentale per il nostro numero 2 che in ritmo realizzava il 55-52 che reggeva sotto forma di vantaggio poiché Lamb contrastava un paio di triple di J.R. Smith facendolo sbagliare.
Nel finale arrivava anche un canestro di MKG su assist di Kemba per il 57-54.

Bacon prova a fermare James.
Foto: Joshua Gunter.

 
Dopo l’intervallo, LeBron dalla sinistra si trovava accoppiato con Howard che cercava di fermare la tripla del King sfiorando il gomito destro del giocatore uscendo dal proprio cilindro sbilanciandosi.
Tre punti e FT per il sorpasso mancato a 11:16 l’azione da 4 punti della star dei Cavs sfumava mentre poco più tardi un botta e risposta con una bombarda siderale a testa per Lamb (quasi ai 24 secondi) e James innalzava il punteggio sul 60 pari.
MKG in entrata orizzontale in gancetto destro usava la distanza del proprio corpo per refrigerare il Re.
Un turnaround di Love precedeva quello di Howard a centro area, canestri buoni per muovere il punteggio sul 64-62, score che continuava a girare dalla parte di Charlotte con Kemba in pullup prima e MKG ai liberi a 8:38 (primo fallo James) per un 68-62 interessante.
Dopo una deflection di Williams dalla rimessa si liberava sotto James che riceveva da Crowder e segnava facilmente il -4 ma uno stop & pop di Kemba più una steal di Lamb su J.R. Smith con relativa dunk in transizione mandavano sul +8 i teal (72-64).
J.R. Smith infilava due triple mentre Howard nel mezzo ricavava due punti, il divario si riduceva e su un tentativo da centro area Howard si faceva toccar palla da Wade dietro di lui, palla persa e tecnico contro Dwight che James falliva l’occasione.
A 4:50 il pubblico fischiava la decisione arbitrale di concedere due FT a Williams plurimutilato da passaggi a livello dei neri cancelli sulla linea di fondo sinistra.
Il 2/2 per il 76-70 resisteva poco perché Korver con un tre aperto e J.R. Smith da oltre l’arco indovinavano le lunghe traiettorie.
Il pareggio a 3:47 era rotto da Marvin Williams che su tre tentativi da fuori faceva centro due volte concedendoci il lusso di riprendere il margine perso di sei punti.
I Cavaliers però approfittavano della panchina degli Hornets in campo; uno stanco Kemba e MKG non bastavano e un parziale di 0-7 riportava avanti LeBron e soci con la tripla di James a :30.8 dalla terza luce rossa.
Kemba sulla sirena era impreciso da tre e l’82-83 era servito.

Una delle tante giocate “sporche” di Love su Howard.
Foto: Joshua Gunter.

 
Il quarto decisivo iniziava con le vistose lamentele di Love e Wade per due situazioni di gioco diverse (giuste o meno) che non sanzionate dagli arbitri non portavano però nemmeno a nessun tecnico per i due giocatori in nero.
Kemba a 10:34 mancava due liberi per fallo di Frye, Wade approfittava di Walker andando a girargli intorno sulla linea di fondo per scappare e depositare il +3.
Lamb però cambiava tutto con un’entrata da destra con appoggio al plexiglass sulla quale arrivava anche il fallo, ma dalla linea lo 0/1 teneva avanti gli Hornets solamente di un punto.
James entrava in modalità Freccia Rossa andando come un treno a tutta velocità per segnare l’88-89 ma un Carter-Williams modello rookie fintava, subiva fallo sul jumper e realizzando il 91-89 anticipava un fallo di James su Howard avvenuto lontano dalla palla.
A 6:18 quindi, in bonus, Dwight manteneva il ritmo in lunetta colpendo con un 2/2.
La squadra di Lue rientrava a quota novantatré ma Carter-Williams a 5:24 beneficiava di due FT per un blocking foul di Love che continuava a lamentarsi.
Lo 0/2 non era buono e anche se Love a 4:59 commetteva un altro fallo sul nostro numero 12 Howard, il quale girandosi lo schiantava a terra con tutto il pubblico ululante e incurante della maglia tirata, i nostri segnando solo un libero lasciavano spalancate a Cleveland le porte per giocarsi il finale.
Gli Hornets finivano di giocare intelligentemente con Kemba che per eludere la marcatura sulla linea dei tre punti di James dava dentro dove Howard era marcato da Crowder che spendeva un fallo su Howard in pericoloso avvicinamento al bersaglio.
La tattica funzionava perché Dwight infilava i liberi del 96-93 a 4:07, inoltre, dopo un errore per parte di Korver e Walker da tre, il capitano s’infilava tra lo spazio di James e J.R. Smith, il supponente e floscio passaggio dietro la schiena dell’ala dei Cavs era intercettato da Kemba che chiamava a sé in contropiede MKG, il quale riceveva e schiacciava il 98-93.
Un ½ di James dalla lunetta a 3:22 dalla fine lasciava 4 punti di vantaggio ai Calabroni che però tiravano troppo frettolosamente con Walker da fuori, MKG faceva perdere l’apertura lunga a Wade che toccava per ultimo oltre il fondo ma il nostro numero 14 sparava malamente e a 2:28 James andando oltre proprio MKG realizzava una giocata da tre punti per il -1.
Howard dal post basso destro era raddoppiato, passaggio in area per MKG toccato duro sull’alzata.
Due liberi, uno solo a segno, l’errore sarà fatale alla fine… 99-97.
Howard cercava di controllare James sulla top of the key dei tre punti ma l’entrata di destro chiusa di tabella di LeBron pareggiava la partita.
La partita si decideva negli ultimi secondi.
Se in qualche occasione Charlotte si era avvantaggiata da qualche fischio arbitrale discutibile, i Cavs riprendevano tutto con gli interessi.
Una canotta trattenuta da Love su Howard era roba da poco, Dwight si girava e falliva l’occasione, ma Charlotte andava a recuperar palla.
Su un passaggio verso Love, MKG in salto anticipava Kevin che commetteva fallo.
Gli arbitri assegnavano i liberi ma James si lamentava e tra il fattore campo e l’aver a che fare con una stella della NBA, dopo un conciliabolo propendevano solamente per la soluzione rimessa laterale Charlotte.
Una pantomima che costava caro anche perché Lamb esagerava un po’ con una sospensione fuori cilindro, a noi era imputato il fallo sul tentativo di rimbalzo e J.R. Smith segnava il secondo dei due liberi a :48.2 dalla fine.
C’era tempo per segnare ma Kemba perdeva completamente la tramontana forzando e tirando malissimo sul vetro.
Dall’altra parte James cercava d’ammazzar la partita tirando anch’esso da distanza proibitiva, palla sul bordo del primo ferro e Hornets al time-out con :11.1 sul cronometro.
James andava a prendere Walker che si attardava in palleggio nel crossover per trovare un varco verso canestro, alla fine la palla andava a Lamb che con il catch n’shoot colpiva solamente il ferro, il rimbalzo di Charlotte era inutile, anche se prima della sirena Walker provava da troppo distante la seconda tripla che non toccava il ferro lasciandoci con l’onore delle armi ma senza vittoria…
 
Pagelle
 
Walker: 5
15 pt., 6 rimbalzi, 8 assist, 1 rubata. 6/21 dal campo e 2/11 da tre… Serata negativa di Kemba al tiro. Tradisce stranamente anche dalla lunetta con un ¼. Si salva con gli assist ma è troppo testardo. Nel finale vuol vincere da solo e causa grave peccato, il “Dio del basket” non ci premia.
 
Lamb: 6,5
11 pt., 7 rimbalzi, 7 assist, 2 rubate, 1 stoppata. Brutta serata al tiro per Jeremy che chiude con 4/15, 2 turnover e un 1/6 da fuori compresa la tripla che avrebbe potuto invertire il team vincente. Sarebbe ingeneroso però assegnargli un 5 guardando le altre statistiche. Assist e rimbalzi più due rubate, un uomo ovunque che va a contrastare anche tiri che stanno già partendo…
 
Kidd-Gilchrist: 7
17 pt., 5 rimbalzi, 1 assist. Fa quel che può e anche di più su James quando c’è lui. Peccato per l’errore dalla lunetta nel finale e un tiro non proprio ben speso, ma per il resto c’è da ricordare il recupero su Love e il rientro su Wade… E’ di supporto alle azioni offensive di Charlotte e sembra aver ritrovato potenza nel breve.
 
M. Williams: 7
17 pt, 8 rimbalzi, 1 assist. Buona gara di Marvin che con un 5/7 da fuori e un 5/9 totale, aiuta la squadra a giocarsi la partita. Cala un po’ nel finale ma prende il doppio dei suoi soliti rimbalzi (quest’anno).
 
Howard: 6,5
20 pt., 13 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Ancora doppia doppia per Dwight che sta risolvendo i problemi dalla lunetta ma i tre turnover sono pesanti. Prende il sesto tecnico dell’anno per molto meno di altre proteste da parte degli avversari. 7/14 dal campo, leggermente meno del solito. Gli arbitri non vedono su un suo errore nel finale, una trattenuta precedente di Love. Non arrendersi e continuare così. Contro gli Spurs potrebbe essere un fattore decisivo.
 
Bacon: 6,5
4 pt., 3 rimbalzi. Va meglio in difesa e infila una buona tripla. Sbaglia un libero in 9 minuti.
 
Zeller: 6
4 pt., 6 rimbalzi. Cody calca il parquet 23 minuti, li gioca bene, anche se una volta s fa passare da J.R. Smith sul cambio direzione, la sua difesa è buona. Usa i suoi cm per catturare anche due rimbalzi offensivi in serie, poi su un perde la sfera a contatto con i difensori. Il 2/6 al tiro con un paio d’errori di concentrazione ne abbassano un pochino il voto.
 
Carter-Williams: 6,5
11 pt., 7 rimbalzi, 5 assist, 1 stoppata. I numeri dicono molto in questo caso. Il tutto in 19 minuti. Peccato per quel calo di concentrazione dalla lunetta e lo 0/2 momentaneo in un momento importante che andrà a formare l’1/3 nella sua casella FT.
 
Kaminsky: 4,5
0 pt., 1 assist. Gioca 14 minuti con protezione del ferro pari a zero e tirando tre volte. Due volte da fuori per possibili punti importanti con cm di spazio ma nulla… Buco nero dalla panchina. Sarebbe bastato poco come contributo per vincere.
 
Monk: s.v.
0 pt., 1 assist. Gioca tre minuti e innesca Carter-Williams. Nulla da segnalare per altre statistiche. Non prende tiri.
 
Coach Clifford: 6
Inizia bene chiamando time-out subito e nei momenti importanti. Tira un po’ troppo Kemba nei finali di primo e terzo quarto cercando equilibrio dalle rotazioni. La squadra se la cava bene ma si rinuncia a giocare nei momenti importanti affidandosi troppo a Walker con un Howard non sempre affidabile chiuso o raddoppiato sotto canestro. La palla scotta nei momenti cruciali e un eccessivo giro palla sembrerebbe preoccupare. Si va sul sicuro, ma è una certezza aleatoria e vana se le giocate sono prevedibili.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.