Game 18: Charlotte Hornets Vs Detroit Pistons 89-112

 
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CrollHornets
 
Gli Charlotte Hornets rientravano sul parquet amico dopo aver surclassato i Memphis Grizzlies a loro domicilio.
Un back to back che avrebbe dovuto dare indicazioni a sufficienza per il proseguo della stagione ma che è stato falsato da diversi elementi.
In primis, si è evinto che non c’è più la freschezza dello scorso anno su questo tipo di partite.
Charlotte è crollata a cavallo tra il finale di penultimo quarto e l’ultimo.
La squadra aveva una low battery che Kemba ha ricaricato un po’ sino al finale di terzo quarto, ma poi la squadra si è inesorabilmente spenta regalando ai Pistons una delle rare vittorie in trasferta.
La squadra di Stan Van Gundy era 1-8 fuori casa ma sfoderando la miglior prestazione esterna dell’anno ha sovvertito i pronostici e si è imposta su un parquet che, per Charlotte non sembra poi esser più così imbattibile.
I Pistons, espulso Drummod, si sono paradossalmente avvantaggiati con i tiri dall’esterno e dalla media che hanno abbattuto i tentativi dei ragazzi di coach Clifford.
Gli Hornets così, ora condividono il comando della Southeast Division con gli Hawks.
Entrambe le formazioni sono sul 10-8.
 
Il baffuto Van Gundy scendeva sul parquet di Charlotte schierando il seguente starting fve: I. Smith, Caldwell-Pope, T. Harris, Marcus Morris e Drummond.
Steve Clifford rispondeva con il seguente quintetto: Walker, Batum, Kidd-Gilchrist, Kaminsky e C. Zeller.
 
Michael Kidd-Gilchrist realizza grazie al back-door. NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

Michael Kidd-Gilchrist realizza grazie al back-door.
NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

La palla a due lanciata in aria dagli arbitri era vinta dai Pistons che da sotto andavano subito a segno con Caldwell-Pope che sorprendeva la difesa di Charlotte.
Dallo spigolo destro del pitturato, dall’altra parte del parquet, rispondeva Zeller ma l’inizio di Charlotte era tremendo, a parte una persa di Batum la difesa era inconsistente, i Pistons mettevano fisicità su ambo i lati del campo, Harris segnava due triple inframezzate anche da un fing and roll.
I suoi già descritti ultimi tre punti, pesanti, a 9:04 costringevano Clifford a chiamare il primo time-out con lo scoreboard che segnava un 2-13 a favore degli ospiti.
Kemba (se non lui, chi?) segnava da tre punti interrompendo il parziale di 11-0 ospite ma Harris andava in doppia cifra realizzando altri due pt. prima che MKG allunasse la piccola lunetta e mettesse dentro i liberi indelebilmente. Ish Smith realizzava, Batum era trovato sotto canestro a sinistra, finta ed elevazione per salire ad appoggiare tra tabella e ferro il 9-17. Charlotte però in difesa imbarcava acqua, un’altra tripla di Caldwell-Pope spingeva i Pistons sul 9-20, sebbene con un tiro dal gomito dalla media MKG riportasse le distanze a una cifra sola.
Kemba imitava il compagno dalla media distanza ma tornava a farsi vedere Harris in attacco che ne aggiungeva due prima che Kemba catapultasse dentro la retina altri tre punti.
Kemba si scatenava e in entrata diagonale lasciava sul posto il n° 19 e il n°0 appoggiando sulla sinistra con la mano mancina. Belinelli appena entrato dalla diagonale destra ne aggiungeva due completando un parziale di 7-0 che ci riconsegnava come squadra in partita, ora sul 20-22.
A 2:48 però segnava Leuer, i Pistons in generale riuscivano a riavere un parziale a favore anche se non perfetto.
Lo stesso Leuer chiudeva con un un buzzer beater mortificante il primo quarto che si chiudeva sul 25-33.
 
Detroit tentava di mettere intensità anche con la panchina nel secondo quarto cercando d’approfittare del back to back di Charlotte.
Apriva tuttavia Belinelli con due punti, Morris gli rispondeva mettendo un lungo due oltre le braccia di Hibbert, Sessions a una mano dal pitturato continuava l’intermittenza dei canestri che s’interrompeva quando Baynes e Morris ne segnavano uno a testa per Detroit. Clifford a 9:25 chiamava un secondo e necessario time-out sul 29-39.
Hawes era ambizioso provando una lunga tripla dalla diagonale sinistra, il suo tiro finiva dentro ma Udrih puniva con una tripla la difesa di Charlotte, la quale in precedenza aveva lottato bene con Hibbert e Hawes per recuperare un pallone a terra, costringere alla palla a due i Pistons, vincerla ma vedere intercettato il lancio football di Hawes. Una tripla nei pressi della top of the key che lascia attardati gli Hornets nuovamente di 10 punti.
Gli Hornets tentavano di recuperare con giocatori importanti dalla panchina; a 9:09 un gancio fluido di Hibbert colpiva il bersaglio, Lamb attaccava il canestro, il giocatore con l look più orrendo dell’intera NBA (Baynes) commetteva fallo, Jeremy ringraziava e trasformava a gioco fermo a 7:47 per il 36-42.
La partita tuttavia stagnava ancora per un paio di minuti intorno al -6, complici Sessions e Hibbert che dalla lunetta splittavano entrambi non consentendo un rientro più consistente a Clifford.
Gli Hornets tornavano a un possesso nonostante Drummond stoppasse Hibbert anche dopo le finte del caso del nostro numero 55, era Kemba a strappare un pallone dalle mani dei Pistons e ad aprire per Batum che in transizione si arrestava vedendo il difensore andando verso canestro e metteva dentro la bomba dalla diagonale sinistra (43-46).
Kemba a 4:09 fingeva di andare dentro, il n°14 finiva a terra, sottile il confine tra sfondamento e step-back successivo di Kemba, gli arbitri lasciavano correre e la prima opzione degli Hornets bombardava dalla diagonale destra ottenendo il pareggio a quota 46. Non era finita però… gli arbitri ravvedevano durante l’esecuzione di Kemba una proditoria gomitata di Drummond sulla nuca di Hibbert.
Il centro dei Pistons deliberatamente colpiva Roy visto tagliatosi fuori.
Dopo aver visto il replay e dopo un lungo conciliabolo decidevano per l’espulsione del centrone avversario.
Hibbert dalla lunetta portava in vantaggio gli Hornets che mantenevano il possesso ma su un’apertura in corsa di Kaminsky Charlotte regalava palla alla squadra del Michigan, tuttavia non sortiva nulla dall’attacco della squadra di Van Gundy, anzi, Batum segnava la sua seconda tripla e Charlotte si portava sul +4 (50-46).
Nonostante il vantaggio effimero saltava fuori un po’ di stanchezza e un po’ di rilassamento tra le fila bianche, Detroit ne approfittava e chiudeva il quarto in vantaggio 54-57.
Spencer Hawes #00 cerc di superare Leuer e Baynes con il suo tiro a una mano. NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

Spencer Hawes #00 cerc di superare Leuer e Baynes con il suo tiro a una mano.
NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

Nella ripresa Marcus Morris iniziava bene schermandosi da oltre l’arco (diagonale destra) per realizzare i primi tre punti del terzo quarto.
Charlotte tentava l’avvicinamento più volte ma i Pistons riuscivano sempre a respingerlo, era il caso dell’elbow jumper di Kemba per il 58-60, seguito da un’iniziativa di Harris che penetrava sulla linea di fondo sinistra, Kaminsky non teneva e Zeller spendeva un fallo toccando l’avambraccio dell’ala avversaria, la palla s’impennava sul tentativo e ricadeva nella retina, inoltre il libero andava a segno per il 58-63.
Kemba era irreale e segnava da tre andando a prendersi il pallone in hand-off dietro a Kaminsky ma Harris dal semicerchio frontale in jumper oltrepassava in altezza la mano di Batum realizzando.
Kaminsky e Zeller compievano una buona difesa e in attacco creavano sulla destra; Frank dalla linea di fondo ridava indietro sullo stesso lato per un piazzato di Cody che mandava il tabellone sul 63-65.
Charlotte tuttavia concedeva spazi per le triple dei Pistons: a 8:05 Morris riportava a 5 il gap di Charlotte nei confronti di Detroit, i Calabroni tentavano il rientro e riuscivano a tornare sino al -1 (69-70) quando un passaggio saltato di Batum in verticale raggiungeva MKG che strettamente in back-door riusciva ad andare a battere la difesa nei pressi del ferro.
Uno step back di Smith su un incolpevole Kaminsky e due punti di Harris iniziavano un parziale pro Pistoni che non era arrestato nemmeno dalla bella stoppata di MKG (mano destra) su un lanciato Baynes, Pope dalla diagonale sinistra e Leuer in area ne aggiungevano altri 4 concludendo un parziale di 8-0 interrotto da Belinelli dalla linea della carità.
A 1:24 Pope da dietro lo schermo colpiva da tre per il 71-81. Kemba provava a resistere sul parquet ma era chiaramente stanco, tuttavia dalle sue finte di crossover con arresto e pump fake uscivano due FT a 1:05.
Il leader maximo di Charlotte tuttavia splittava, il -9 diveniva un -10 finale di quarto (44-84) anche se Kemba dopo il dribbling in acrobazia da sotto faceva arrampicare la palla sopra il canestro e realizzava cercando di dare ancora speranze ai compagni.
 
C’era poco da scrivere e virtualmente da raccontare nell’ultimo quarto.
Udrih e Leuer aggiungevano 4 punti, a 11:14 Clifford cercava un time-out riparatore prima che la gara scivolasse via ulteriormente.
Sull’ultima azione Lamb ricadeva male dopo un contatto in entrata avuto con Baynes, caviglia e ginocchi probabilmente interessati da una torsione in ricaduta.
Jeremy, comunque non in serata usciva e nonostante un quick trigger di Hawes per il 76-88, non vedeva dagli spogliatoi la parte peggiore del match di Charlotte.
Con Walker out era notte fonda. Detroit ne approfittava per giocare un buon basket e fare il vuoto.
Morris realizzava su Batum mentre il francese andava a vuoto con diversi jumper fuori equilibrio, anche un tiro da tre di Belinelli s’infrangeva sul ferro a poco più di cinque minuti dalla fine, T. Harris da tre invece non falliva mandando sull’82-102 la partita.
Il time-out a 4:22 di Clifford era ormai inutile.
Nei minuti finali entrava la panchina profonda, testimone della vittoria dei Pistons per 89-112.
 
Chiuso novembre con un parziale di 8-7, si pensa ora a Dallas, il primo dicembre (data speciale per me e per i neworleaniani Hornets che batterono proprio i Mavs interrompendo una lunga striscia negativa contro il team di Cuban) non si può fallire.
detcha2j
 
Pagelle
 
Walker: 7
23 pt. (9/16), 2 rimbalzi, 4 assist, 2 rubate, 1 stoppata. Tre i turnover, uno per stanchezza, ma è lui che tiene in piedi la squadra per tre quarti. Evidente non possa sempre fare tutto da solo. Nei back to back poi… Ha già il fiatone a fine secondo quarto quando viene brevemente intervistato. Come al solito ci regala qualche perla giocando anche su ritmi elevati.
 
Batum: 5
8 pt. (3/11), 11 rimbalzi, 5 assist. Tre turnover e diversi tiri sbagliati nell’ultimo quarto dove si prende responsabilità, ma sembra più giochicchiare con superficialità che crederci davvero. Attenua un votaccio con qualche rimbalzo e gli assist in media.
 
Kidd-Gilchrist: 6
10 pt. (3/7), 4 rimbalzi, 1 rubata, 1 stoppata. Partita un po’ anonima per lui, anche se è in media con i punti realizzati. Mi aspettavo qualcosa di più alla voce rimbalzi, per il resto in attacco sfrutta bene gli spazi e non esagera.
 
Kaminsky: 4
2 pt. (1/11), 3 rimbalzi, 3 assist. Altra prestazione oscena al tiro di Frank (0/6 da tre). Con un giocatore in grado di mettere qualche open da tre la gara nel primo tempo avrebbe preso un’altra piega, una delle ragioni principali della sconfitta oltre la stanchezza.
 
C. Zeller: 6,5
8 pt. (4/6), 10 rimbalzi, 1 rubata, 1 stoppata. Cody mette un paio di piazzati, difende abbastanza bene su Drummond, cattura i suoi rimbalzi, anche se in 27 minuti ha un -9 di plus/minus, non il peggiore…
 
Belinelli: 5
12 pt. (4/10), 2 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata. -16 di plus/minus. Il tiro va a fasi alterne. Sale nel finale in doppia cifra. A Charlotte serve più continuità.
 
Hawes: 6
8 pt. (3/5), 2 rimbalzi, 1 assist. Perde tre palloni. Serata meno ispirata negli assist rispetto a quella precedente. Ha il merito di lottare e mettere i tiri, tuttavia un suo impulsivo lancio mal calibrato in contropiede ci costa te punti incassati.
 
Lamb: 4,5
4 pt. (1/5), 1 rimbalzo, 1 assist, 1 stoppata. Male al tiro, non in serata lascia anche qualche tripla di troppo a Caldwell-Pope. Esce per infortunio. O fa benissimo o va malissimo.
 
Hibbert: 5,5
4 pt.(1/2), 2 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata. Altra prestazione non scarsa ma incolore nei 12 minuti giocati. Luci e ombre non scalfiscono una mediocrità dettata anche da un minutaggio che lo rende difficilmente definibile per quel che riguarda il voto finale.
 
Sessions: 6
7 pt. (2/4), 1 rimbalzo, 3 assist. Non desta grande impressione. Sostituto presentabile ma non irresistibile. 12 minuti 7 punti, tuttavia sbaglia anche qualcosina di potenzialmente semplice come un layup passando in mezzo al traffico.
 
Graham: s.v.
0 pt. (0/0), 1 rimbalzo. Gioca 4 minuti senza acuti.
 
Roberts: 6,5
4 pt. (0/0), 1 rimbalzo, 1 assist. Un paio di volte in lunette segna I suoi FT. Un punto al minuto.
 
Harrison: 5
0 pt. (0/1), 1 rimbalzo. Gioca 4 minuti, ma come a Memphis dall’angolo non trova nemmeno il ferro. Un altro air-ball che testimonia come al momento non sia pronto per la N.B.A.
 
Coach Clifford: 6
I time-out vanno bene, per il resto squadra stanca, lui allunga la vita a Walker nel terzo finché può. Quando esce Kemba e gli altri iniziano a sbagliare deve alzar bandiera bianca. Personalmente vrei tolto Frank per mettere Jeremy per giocare con una lineup più bassa, ma avrei sbagliato anch’io, nella notte i due in difesa non sono andati molto bene. Adesso deve ricaricare i ragazzi, capire che il clendario è fitto e il gioco dispendioso deve avere anche del riposo ma si deve battere Dallas a tutti i costi per proseguire il cammino verso i playoffs.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.