Game 21: Charlotte Hornets @ Miami Heat 100-105

 
I Calabroni calavano come droni a Miami.
La guida tecnica radiocomandata dalla panchina affidata a Clifford, complici le trasferte precedenti denotavano una squadriglia in avaria lontana dal proprio territorio di caccia.
Pochi gli alibi per le deludenti trasferte precedenti (1-9).
Nel mese di Natale gli Hornets cercheranno quella materia oscura sconosciuta che legherebbe l’universo e si tradurrebbe in coesione e armonia sul campo per cercar riscatto:
Non perdere ancora fuori casa per non distrugger la stagione ed esser colpiti dall’ultima cometa.
Senza la sua stella più brillante gli Hornets si affidavano all’energia del brillante Lamb, alle prese con una borsite al ginocchio sinistro ma “facilitato” dall’assenza di Whiteside nelle fila avversarie.

Con e senza Walker…

 

 

Un Lamb visto da me che ha provato a evitare la sconfitta di Charlotte ma le sue precarie condizioni fisiche e le comete piovute dal cielo di Miami nel finale non hanno permesso a Jeremy di compiere la sua missione.

Partita equilibrata e divise sudate per Charlotte che però nel finale ha incassato un parziale di 0-9 che ha finito per compromettere il buon esito dell’incontro.
Altra serata deludente dal punto di vista del risultato.
Nessun regalo esterno quindi di Charlotte ai propri tifosi con l’assenza di Walker e le precarie condizioni fisiche di Lamb che hanno finito per incidere sul match come il massimo in carriera di Richardson (27 punti) e il 25% da tre di Charlotte contro il 40% degli avversari, che, dopo un pessimo inizio da oltre l’arco, complice la difesa di Charlotte, recuperando rimbalzi e muovendo palla, hanno finito per avvantaggiarsi per l’incapacità di chiuder per tempo gli spazi a quelle latitudini e longitudini.
 
Le Formazioni:
 
La palla a spicchi sorgeva al centro del campo e tramontava subito nel quadrante degli Hornets che buttavano via un paio di palloni con Batum che cercando di servire Howard era anticipato la prima volta e andava lungo con il lob la seconda.
Miami non ne approfittava sparando a salve da fuori, finiva così per passare in vantaggio Charlotte a 10:46 con l’appoggio di MKG a tabella.
Williams colpiva con un catch n’shoot da transizione mentre MCW in attacco forzando l’entrata trovava l’aiuto del secondo ferro per trovare il 7-0.
A 9:22 il punteggio si sbloccava anche per Miami ma solo ai liberi.
Waiters realizzava solo il secondo per il 7-1.
Un tecnico a Spolestra a 8:55 per lamentele su un possibile fallo sotto il nostro canestro più un canestro di Howard in jumper da oltre la top of the key e una dunk frontale di MKG a 8:17 facevano volare gli Hornets sul 12-1 mentre Miami sbagliava con Waiters da tre e Winslow trovava sulla sua strada un Williams stellare che di sinistra stoppava il tentativo relegando gli Heat a uno 0/10 dal campo…
Carter-Williams scappando sulla baseline sinistra forzava il fisico di Richardson che non reggeva al primo impatto e lasciava via libera a due pt. in entrata per il sostituto di Walker.
Richardson poi apriva male passando alle maglie bianche che portavano un contropiede con Batum che dava fuori misura a MKG per evitare l’intervento difensivo, il nostro numero 14 salvava al volo toccando indietro verso lo stesso Batum che segnava da sotto il 16-1.
Miami a 5:46 segnava il primo tiro dal campo con Richardson in appoggio e faceva centro da tre a 4:57 con T. Johnson per il 16-6.
Olynyk, alla prima azione difensiva, entrato al posto di Adebayo concedeva due FT a Howard che realizzandoli tutti e due riportava il vantaggio alla dozzina di punti, ma, anche se Miami iniziava a riavvicinarsi, c’era il tempo per un tiro di Howard in gancio dal post basso destro che faceva secco Olynyk per il 21-9.
Ancora Howard con un semiacrobatico a contatto con il lungo bianco riusciva a segnare ugualmente un tiro non semplicissimo.
La replica dell’ex Celtics valeva tre punti mentre Batum perdeva il terzo pallone servendo uno spettatore cercando MCW in un quadrante scoperto.
Ne approfittava Olynyk, con Howard in panchina, andando a guadagnare e segnare due liberi.
La difesa a tutto campo di Miami rallentava e rendeva più difficoltose le operazioni di Charlotte che si affidava tre volte a Batum per il tiro; errore sulla prima conclusione, corpo in avanti per evitare il difensore e appoggio alla tabella per due punti sulla seconda e uscita a ricciolo per un catch n’shoot riuscito da tre dalla diagonale destra per tornare al vantaggio in doppia cifra (28-17).
Una persa di Monk costava la transizione e tre punti di Ellington.
Il monaco si rifaceva poco dopo; spinto da T. Johnson sul jumper realizzava due pt. dalla lunetta.
I primi 12 minuti si spegnevano quindi sul 30-22 pro Charlotte.

MCW contro Dragic.

 
Ellington inaugurava il secondo quarto colpendo ancora da tre punti, Zeller cercando di alzare palla vicino al canestro avversario si faceva sfilare l’oggetto del desiderio ma rimediava in difesa volando altissimo in aiuto per spazzar via di sinistra una conclusione di Waiters.
La linea degli absidi era collegata da Monk per MKG che riceveva dalla nostra metà campo difensiva e appoggiava per inerzia il 32-25.
Miami rientrava lentamente grazie alla minor intensità difensiva della panchina.
Kaminsky aveva un flash offensivo approfittando dello spazio concesso per la tripla:
A 7:41 gli Hornets andavano sul 37-31 ma Ellington sfruttando il gioco perimetrale di passaggi si trovava con km di spazio per mirare e realizzare da fuori il 37-36.
Time-out consigliato da Clifford a 6:33 e undici secondi dopo il rientro in campo primo canestro di Lamb che rientrava in possesso della sfera dopo aver cercato il passaggio ravvicinato (deviato) per Zeller; in ricaduta il nostro numero tre infilava dal pitturato.
Un elbow jumper tirato su dal palleggio consentiva a Jeremy di raddoppiare i punti e l’assist corto di Carter-Williams per Zeller che si muoveva bene sotto canestro per l’appoggio a due mani davano a Charlotte il +5 (43-38).
Richardson si ergeva a comico protagonista nel finale: prima subiva una pallonata nelle parti basse da Batum che, in difficoltà sulla rimessa dimostrava di non aver proprio mira per i passaggi nel primo tempo, poi, sfruttando l’inerzia della partita rubava palla a MCW per segnare il sorpasso in running dunk e dopo il tecnico (realizzato da Dragic per proteste di MCW), rovinava un altro contropiede e il cibo di uno spettatore a bordo campo rovesciando i suoi pop corn. Qualche fallo di troppo fischiato a Howard in attacco fra tre secondi e interventi poco regolari per liberarsi consentivano a Miami di reggere e finire avanti il primo tempo con un libero di Olynyk che segnava il 49-50, finale dei primi 24 minuti.

Miami Heat’s Kelly Olynyk (9) drives as Charlotte Hornets’ Malik Monk, center, and Cody Zeller (40) defend during the first half of an NBA basketball game, Friday, Dec. 1, 2017, in Miami. (AP Photo/Lynne Sladky)

 
Si rientrava sul parquet con un sorprendente Howard bravo a segnare un sette piedi dalla sinistra oltre Adebayo… Richardson con una penetrazione in diagonale effettuava il sorpasso prima che Marvin Williams dalla sinistra fintasse e con un passo segnasse in jumper riuscendo a liberarsi del proprio difensore.
Dragic mancava un tecnico ma segnava dalla linea di fondo destra per il nuovo vantaggio Miami, il controsorpasso era affidato ancora a Williams che in entrata, cadendo, toccava con la destra andando a contatto con il numero 11.
Gioco da tre punti e Hornets sul +2, raggiunti da Miami poco più tardi prima che Batum realizzasse in sospensione il 58-56.
Dragic provava da tre dall’angolo destro senza che nessuno lo pressasse, MKG, il più vicino, si arrendeva ma lo sloveno sbagliava, non così Waiters a 8:01 che effettuava bene il tiro per il canestro pesante del 58-59.
Su un passaggio per Adebayo, Howard spendeva d’istinto il quinto fallo andando a posizionarsi in panchina.
Il rookie di casa in Florida segnava solo uno dei liberi facendo toccare a Miami quota 60, raggiunta anche dai Calabroni per merito di Carter-Williams, in entrata resasi necessaria dopo il rallentamento delle operazioni da parte di Zeller.
Dopo due pt. di Charlotte Richardson colpiva frontalmente da tre sul secondo possesso offensivo di Miami, Marvin Williams rispondeva con la bomba dalla sinistra per il saliscendi che vedeva tornare sopra la Queen City (64-63) prima che l’orbita alta dipinta da Waiters dal corner destro finisse insieme alla sfera dentro la retina.
Batum innescava con un passaggio sotto MCW che a 5:13 subiva il contatto ma realizzava i liberi del 66 pari.
T. Johnson sorrideva infilando la tripla del 68-69 ma Cody correggendo un errore al tiro di Monk mostrava segnali di una partita che continuava a essere combattuta, inoltre in transizione MKG apriva sulla sinistra per Williams che scagliava una freccia avvelenata da tre punti per il 73-69 a 3:09 dalla terza sirena.
Miami comunque nel finale prendeva quattro punti di vantaggio grazie a un Richardson al tiro in ritmo.
Il 75-79 era punteggio sul quale entrare nell’ultimo quarto.
 
Monk in entrata di destro apriva le danze, Lamb spinto fuori dalla sua orbita da un’evidente spinta di Ellington trovava il magnetismo con la retina infilando il 2/2 che permetteva ai Calabroni di pareggiare (79-79) a 11:03 dal termine. Ellington con leggera finta si liberava di Lamb e in entrata realizzava il +2 che Jeremy non era disposto ad accogliere segnando a 10:02 dalla media l’ottantun pari. J. Johnson ai liberi per il nuovo vantaggio, mentre Batum se la risolveva da solo in attacco creandosi spazio per il tiro andando poi a segnare con la tripla l’84-83 a 9:31.
Lamb inventava un canestro sfuggendo a Waiters (19 pt. finali per il giocatore di Miami) con un giro esitazione sulla linea di fondo per poi trovare spazio sotto canestro nonostante Olynyk provasse a fermarlo in tutti i modi.
Batum a 6:50 serviva Frank sotto mandandolo in lunetta. Il 2/2 ci dava il +3 ma un open 3 mancato da Batum consentiva a Miami di beneficiare dell’attacco. Errore al primo tiro, rimbalzo di Olynyk e tripla di Waiters per il nuovo equilibrio a quota 88.
Lo scambio di canestri era circa paritario e i due liberi a 2:36 di Carter-Williams (spinta di Dragic lontano dalla palla e bonus raggiunto) servivano per spingerci sul 96-95.
Gli Hornets però pagavano l’assenza di Kemba nel momento cruciale.
Dragic in jumper andava a segnare oltre Zeller spingendo un parziale di 0-9 che si chiudeva con due punti di Richardson che batteva il nostro francese per il 96-104.
Gli Hornets segnavano con Lamb, altissimo appoggio al vetro e portando una trappola in raddoppio nell’angolo cercavano di forzare la mano.
Kaminsky a :17 5 dalla fine segnava il -4 in schiacciata ma a Charlotte non rimaneva che spender fallo o quasi, infatti, dei pessimi arbitri (molto sottili per tutta la serata nella gestione, con falli che nella NBA fischiano ogni passaggio della cometa di Halley) fischiavano contro Batum un tocco che non esisteva, avvantaggiando di fatto gli Hornets.
A undici secondi dalla fine Richardson (27 punti totali) segnava un libero solamente ma c’era poco tempo; Lamb sparava da tre ma non la metteva.
Finiva così sul 100-105 per la squadra orchestrata da Spolestra.
 
Pagelle
 
Carter-Williams: 6
12 pt., 4 rimbalzi, 6 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 4/7 al tiro e un paio di palle perse. Partita controversa di MCW che butta via un pallone nel finale provando qualcosa che non so nemmeno se sia stata considerata un tiro… L’energia difensiva c’è. I cm no e non ce la fa a contrastare il n. 16 Johnson nel finale in post basso. Il duello con Dragic lo vince lui.
 
Batum: 5,5
13 pt., 5 rimbalzi, 5 assist. 5/14 al tiro e 4 palle perse… Come quarterback è discrete, anche se trova una serata da passaggi fuori misura o lenti. La visione di gioco e le idee sono buone talvolta. Qualche avversario gli rovinando le statistiche assist rovinando sui vari terminali offensivi pescati. Segna un buon canestro da tre, poi esagera un paio di volte cercando di dare la spinta per il +6 Charlotte prima e il nuovo là la seconda volta. Finisce per danneggiarci con un 2/8 da fuori.
 
Kidd-Gilchrist: 6
10 pt., 5 rimbalzi, 2 assist, 3 rubate. Inizia bene in difesa con grinta e voglia ma la difesa con “culo molto basso” alla Cecco (alias Abatantuono) finisce come entra la panchina nel primo quarto. Poi ci prova diverse volte con esiti alterni. L’energia, anche quella offensiva c’è. Nel finale si costruisce un tiro frontale troppo pretenzioso con l’uomo davanti ma il 5/11 dal campo per uno che non saprebbe tirare e finisce sopra Batum come percentuale, non è male…
 
M. Williams: 7
16 pt., 6 rimbalzi, 2 rubate, 1 stoppata. 6/7 al tiro e 2/3 da fuori. Buona difesa e ottimo attacco. Peccato per un paio di palloni persi ma sembra il vecchio Marvin.
 
Howard: 5,5
10 pt., 9 rimbalzi in 16 minuti. 4/7 al tiro. Nove i turnover, in qualcuno ci mette del suo, in altri gli arbitri calcano la mano o prendono abbagli. Peccato perché spendendo falli (stesso discorso) velocemente non può esser fattore determinante come avrebbe tranquillamente potuto essere contro Adebayo. Clifford per non far perder ritmo a Zeller lo tiene in panchina nel finale e sbaglia perché Miami porta a casa 9 rimbalzi offensivi, spesso decisivi per punti da second chance.
 
Monk: 5
6 pt., 1 rimbalzo, 3 assist. 2/9 dal campo e 0/4 da fuori. La malattia del prendi e tira contagia pure lui che da shooter ci prova ma i tempi non sono armonici e il risultato non è buono.
 
Lamb: 5,5
12 pt., 4 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata. Gioca non al meglio (attenuante) e la difesa paga dazio. Clifford prova ugualmente a sostenere l’attacco con il tre in non perfette condizioni. Un bel numero sulla baseline e un 5/11 finale con un paio di scelte selvagge.
 
Zeller: 6,5
12 pt., 5 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate, 2 stoppate. Un paio di turnover ma un 4/4 al tiro. Una bella correzione sotto canestro avversario ad anticipare la difesa e un’azione caparbia nella quale tocca la palla tre volte prima di segnare cadendo all’indietro. Sull’azione seguente commettendo fallo concede tre punti. Non sempre sulle rotazioni difensive e sulle scalate compie la scelta migliore e paghiamo caro l’assenza di Howard nel finale. Numero da foca nel secondo tempo sedendosi sulla palla e facendola passare tra le gambe di un avversario ormai da terra. aLa maglia e la fronte sono sudatissime e lo premio con mezzo voto in più.
 
Kaminsky: 6
9 pt., 1 rimbalzo in 16 minuti. 3/7 al tiro. Prestazione sufficiente a livello di score, a rimbalzo quasi nullo.
 
Coach Clifford: 5
Taglia il non necessario come Bacon e questo va bene. A mio modo di vedere però non legge benissimo le partite senza voler esser saccente. Con Miami a guadagnar rimbalzi offensivi, Howard non è messo in campo nel finale. Coach più che classico. Crede ancora la Terra sia piatta. Di questo passo non ne vinceremo più una fuori casa. Avrei provato a metter la doppia torre Zeller/Howard per creare difficoltà sotto.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.