Game 23: Charlotte Hornets Vs Orlando Magic 109-88

 
 
CollisiHornets
 
Gara numero 23 per gli Charlotte Hornets in casa allo Spectrum Center.
Il 23 ricorda sicuramente il numero principale utilizzato da Michael Jordan durante la sua carriera e poi si associa a tante altre cose.
Il meteorite 23 Talia, è un asteroide piuttosto massiccio che orbita nella fascia principale (tra Marte e Giove).
Ecco… questi Orlando Magic oggi sembrano più un meteorite che una serie di stelle brillanti che hanno sempre contribuito a dare lustro e immagine al proprio logo.
Non sono più i tempi di O’Neal e Hardaway, oppure quelli di Tracy McGrady o ancora di Howard.
L’Orlando attuale sembra più una mina vagante, nonostante l’ultima caduta contro Boston, recentemente avevano fatto bene battendo 76ers, Pistons e Wizards, la fazione di coach Frank Vogel si era rilanciata così per un posto playoffs.
La collisione tra due rivali divisionali dava esiti incerti alla partenza quindi, i Magic, però bruciavano nell’atmosfera del North Carolina e l’invasione aliena era respinta.
Gli Hornets hanno vinto la lotta a rimbalzo nettamente; 59-40 e le percentuali dal campo sono state migliori.
48,2 per Charlotte contro il 37,4 d’Orlando.
Solo Fournier (12 pt.) e Ibaka (12) sono andati in doppia cifra per gli ospiti.
 
Vogel tentava d’infastidire I Calabroni con: DJ Augustin, Fournier, A. Gordon, Ibaka e l’ex Biyombo.
Gli Hornets di Clifford schieravano invece il seguente quintetto: Walker, Batum, Kidd-Gilchrist, M. Williams e C. Zeller.

Walker gioca metà gara ma sempre ai suoi livelli…

 
Tutto pronto allo Spectrum Center per immergersi nella battaglia spaziale quindi cercando la quattordicesima W.
C. Zeller e l’ex Biyombo saltavano per cercare di regalare il primo attacco alla propria squadra, era il secondo a vincere il duello e a consentire ai suoi, in blu, a partire a caccia di punti.
Il primo attacco ospite tuttavia non andava a segno, ai 24 arrivava il tiro ma senza spazio e convinzione, dall’altra parte Walker si girava e con un FT jumper andava sopra il difensore battendolo per il 2-0.
Un po’ di confusione, difese pressanti e ancora molta energia bloccavano il punteggio sino a 9:45, quando Ibaka per concessione arbitrale si presentava in lunetta e pareggiava la gara. Se c’era qualche dubbio su questa chiamata, così era anche per la successiva a 9:31 (fallo chiamato a Biz su Marvin intento a schiacciare), comunque sia i Calabroni si avvantaggiavano con due liberi a segno.
Non era finita lì dalla lunetta, MKG guadagnava un fallo (Fournier) e convertiva con altri due punti a gioco fermo.
A 8:47 era ancora la nostra ala piccola a portare altri due punti nelle casse degli Hornets; andando a sbattere in corsa su Fournier s’inarcava all’indietro e in modo scoordinato riusciva comunque a metter dentro in salto.
Venti secondi più tardi i Calabroni raggiungevano la doppia cifra e lo facevano in maniera spettacolare con Zeller, il quale a una mano tirava giù una schiacciata raggio laser che inceneriva Biyombo.

Sul 10-2 Biz tentava di rifarsi dalla lunetta ma il suo ½ lasciava attardati di sette gli ospiti di sette lunghezze.
Un jumper di Batum da sx allontanava la minaccia, poi un bell’intercetto di Marvin non portava risultati utili in attacco, i blu rientravano un po’ segnando quattro punti di fila.
MKG continuava a produrre in attacco; dopo un errore Zeller da sotto lottava e portava a casa il rimbalzo offensivo, sul proseguimento dell’azione Batum rischiava un po’ ma mandava fuori tempo l’intervento difensivo dei Magic, finta di MKG a togliersi dai piedi l’ultima resistenza e appoggio perfetto.
Gordon con delle finte di penetrazione raccoglieva dal palleggio e metteva dentro un tiro veloce dalla media distanza battendo la difesa di Batum, tuttavia dall’altra parte l’inaspettato terminale offensivo MKG a 5:35 aggiungeva il jumper alle sue armi vincenti di serata per allungare sul 16-9.
A 5:10 Ibaka accorciava da tre dalla diagonale destra, Marvin ci provava con un pick and pop da fuori ma non aveva la stessa fortuna, Biz da sotto evitava due interventi difensivi e depositava per il -2 costringendo al time-out Clifford quando il cronometro segnava 4:20 alla fine del primo quarto.
Gli Hornets ripartivano segnando dal campo con Batum e con Kaminsky a gioco fermo (4 punti per il 20-14 a 3:45) ma la panchina degli Hornets diveniva temporaneamente inabile nel segnare e i Magic con un jumper di Biz agganciavano la squadra di Clifford, per poi trovare anche il sorpasso, il primo di serata, con Vucevic dalla lunetta (1/2) per il 20-21.
A un quarto di partita Olando quindi si trovava inaspettatamente al comando.
 
L’inizio del secondo quarto era sulla falsa riga del finale di primo. Il pallone tra le mani di Hibbert diveniva un Unidentified Flying Object (un UFO), un suo gancio non aveva buona sorte e i Calabroni sbagliavano il sesto tiro consecutivo, fortuna che tra difesa e imprecisione ospite dall’altra parte non si faceva molto meglio…
A 11:16 Lamb era l’uomo giusto per far ripartire lo scoreboard dello Spectrum; tiro lungo da due sopra “Vuc” e controsorpasso sul 22-21.
Ibaka da tre punti ritrovava la sua mattonella dalla diagonale destra, a 10:41 Sessions per pareggiare doveva superarsi; flash spin in corsa su Vucevic e appoggio sulla sx del plexiglass.
A 10:36 Ibaka si confermava un buon tiratore di liberi riportando a +2 la squadra della Florida, ma Sessions con una penetrazione seguita da un arresto con una finta, inibiva Ibaka dall’intervento sotto canestro, appoggio e nuovo pareggio a quota 26.
Ibaka continuava a dare spinta al proprio team, quando su una buona difesa Green falliva al ferro clamorosamente, ma l’ex Thunder recuperava e metteva dentro con un elegante gancetto. Belinelli a 9:04, dopo un freddo avvio, entrava in partita con un mid-range da sinistra.
A 8:24 una bordata da lontano di Kaminsky, liberato dall’assist laterale di Walker, scassava la chiglia della navicella spaziale dei Magic.
Tre punti pesanti seguiti però a 7:24 da due di Vucevic in missione riparatrice fuori dalla navicella; attaccato al ciuffo di Payton che forniva l’assist dopo le finte tricologiche di fronte a Walker che non concedeva spazio…
Walker tuttavia forniva quattro punti consecutivi ai bianchi di casa, prima con un intercetto dalla velocità felina e transizione easy, poi passando in mezzo ai pilastri d’Orlando e mettendo dentro in elegante reverse layup.
Fournier a 6:18 in transizione segnava ma pretendeva il fallo… una parolina di troppo e gli arbitri fischiavano un tecnico contro il francese.
Il Beli realizzava il suo terzo punto di serata a gioco fermo e Hibbert imitava a gioco fermo il collega italiano (inutile fallo di Vucevic) splittando però, dalla lunetta.
Payton in attacco si faceva stoppare da Hibbert a due mani ma la copertura durava poco, il play di riserva avversario riprendeva e metteva dentro il 37-34.
A 5:35 un fade-away in corsa di Lamb tentato dalla baseline destra con uomo di fronte era vincente, MKG a 4:51 raggiungeva anche i 10 punti di bottino personale portando Charlotte sul 41-34.
MKG continuava a essere importane nell’economia offensiva di Charlotte e da un suo rimbalzo offensivo nasceva la tripla del +10 Charlotte a 4:16, Batum ne era l’artefice, ma l’altro francese, Fournier, rispondeva con la stessa arma rapidamente e i punti di vantaggio scemavano nuovamente a sette.
Cody dalle pendici del pitturato destro metteva dentro due punti facili, Payton ai 24 rispondeva ma a 3:00 dalla sirena MKG sopravviveva a un contatto con Vucevic e sull’entrata metteva dentro abilmente il 48-39.
Un runner di Fournier portava sopra i quaranta anche gli ospiti che tuttavia incassavano velocemente quattro punti (Kemba trovato sotto a destra e un MKG in coast to coast con finale dall’appoggio plastico) che li mandava sotto di 9 (52-41).
Gordon per gli ospiti tuttavia metteva dentro cinque punti consecutivi e prima del thè o di eventuali accorgimenti rigeneranti dell’intervallo i rivali divisionali riducevano lo scarto a -6.
Il finale del primo tempo era quindi 52-46 a favore di Charlotte.
 

MKG tira sopra Green. Con 16 punti l’ala piccola di Charlotte ha contribuito anche nella metà campo offensiva.

A inizio ripresa MKG sbagliava ma solcava l’immobile difesa d’Orlando, rimbalzo, passaggio esterno, apertura per Batum che dalla sinistra segnava l’open da tre.
Biz era esplosivo mettendo dentro una mano seppur allontanandosi per effetto di una mano di Zeller sul tronco. Il libero rimbalzava sul ferro destro e usciva, entrava invece l’appoggio al vetro destro di Kemba, il quale riceveva in corsa e con un’esitazione scivolava oltre la difesa d’Ibaka per il 57-48.
Gli Hornets segnavano altri cinque punti portando il parziale sul 7-0, a chiuderlo era Williams con una tripla a 9:16.
A interromperlo era 21 secondi più tardi era DJ Augustin che con la bomba innalzava il punteggio sul 62-51.
A 7:50 un tiro in corsa di Fournier riduceva il gap a 10 punti ma Zeller con un rapido floater nel pitturato andava oltre il difensore trovando la retina.
Augustin con una mattonata batteva anche il cambio di Marvin sulla top of the key da tre, plexiglass quasi infranto ma tre punti ottenuti allo scadere dei 24.
Non c’era problema tuttavia perché Kemba anche non veleggiando sul parquet dalla diagonale destra risultava micidiale: raggio gamma da tre punti e Hornets sul +12 (68-56). Batum in ritmo dalla diagonale sinistra, ben oltre la linea, trovava una soluzione visivamente affascinante con la tripla siderale. La difesa d’Orlando lasciava troppa libertà e anche se il tentativo di Cody ravvicinato era toccato, il nostro centro si riprendeva il rimbalzo e metteva dentro il tap-in.
Fournier per Vogel continuava a essere un riferimento importante per portare punti che tenessero in corsa i suoi, così era a 4:38 quando altri tre punti della guardia ridavano un -12 ai blu ma le luci telluriche iniziavano ad accendersi sopra la parte dissestata del parquet difeso da Biz & Co..
Gli Hornets però chiudevano la gara nel finale di terzo quarto grazie a un parziale di 10-0 composto da; un reverse layup di Walker che si scuciva da dosso così la marcatura di “Vuc”, una tripla di Sessions frontale a 3:33, un appoggio a sx del ferro di Belinelli che trovato da une home run pass di Batum dava un’occhiata allo specchietto retrovisore e chiudeva di mano sinistra, un’altra tripla di Sessions (dalla sinistra) trovato bene da Marco (che rinunciava al tiro disturbato).
Il nostro play di riserva ci portava quindi sul +20 (83-63) prima che Orlando trovasse due punti.
Nel finale poi Kaminsky stoppava l’ultimo attacco targato Payton e dall’altra parte Batum a :07.7 approfittava di un cinque contro quattro (Vucevic cadeva su Hibbert nel tentativo di recupero e sbattendo la schiena rimaneva giù sull’azione offensiva di Charlotte) per realizzare la tripla del 91-70 che chiudeva anche il terzo periodo.
 
L’ultimo periodo serviva a Clifford e a Vogel per provare tutte le riserve, il classico garbage time che tuttavia dava lustro a Lamb che sfruttando un errore geriatrico di Green (approssimativo nel chinarsi da ultimo uomo su un retropassaggio lento ed errato di Payton) andava a schiacciare a due mani.
Marco rimaneva in campo ancora per poco, partenza in corsa dalla diagonale destra verso il centro, pump fake galattico in movimento sul terzo tempo, il difensore abboccava e il nostro swingman chiudeva comodamente al ferro tra gli “ohh” di stupore del pubblico.
Lamb metteva anche un reverse layup penetrando dalla linea di fondo sinistra, poi spazio a tutti, Rudez segnava una tripla, poi Hezonja, ma ormai Charlotte in controllo vinceva 109-88, facendo riposare nell’ultimo periodo Batum e Walker in vista della difficile trasferta a Cleveland di domani notte.
Intanto godiamoci la terza W consecutiva.
Le pagelle saranno basate su presunte forme di vita aliene…
 
Pagelle
 
Walker: 7
15 pt. (7/13), 5 assist, 1 rubata. Se fosse un extraterrestre sarebbe di razza felina. La limitata fantasia umana ha dato sembianze ai possibili abitanti di altri pianeti attingendo da forme di vita locali. Comunque sia… Kemba è agile e sovente cade sempre in piedi. L’occhio felino a visore notturno è migliorato anche oltre l’arco e può piazzare zampate sia da lontano o sotto canestro. Qualche turnover e solo 24 in campo, più che sufficienti a contribuire.
 
Batum: 7,5
16 pt. (6/11), 9 rimbalzi, 7 assist. Non fosse per l’altezza direi che è un grigio. Gli occhi a fessura scuri, l’aspetto talvolta “distaccato” ne hanno enfatizzato alcune recenti critiche. I Grigi hanno capacità telepatiche. Lui capisce e torna quello dell’anno scorso, almeno da tre partite. Questa sera a parte un passaggio per nessuno, ritrova anche la mano e sfiora la doppia doppia.
Kidd-Gilchrist: 7,5
16 pt. (6/9), 7 rimbalzi, 1 assist. Rettiliano. Si nutrono di energia mentale. Lui cerca di soffocare sul nascere le velleità della controparte avversaria svuotandola psicologicamente. Ci riesce bene ma anche in attacco va a caccia di canestri e freddamente sfrutta tutto il possibile mostrando abilità nascoste. In 20 minuti mette 16 punti…
 
M. Williams: 6
5 pt. (1/5), 6 rimbalzi, 1 rubata, 2 perse. E.T. La connessione telefono-casa con il canestro è un po’ lenta e la mira non è il massimo stasera. I suoi polpastrelli s’illuminano solo in occasione di una tripla. Difesa sufficiente.
 
C. Zeller: 6,5
9 pt. (4/5), 7 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. Umano non terrestre. Sostanzialmente è un umano che evolutosi ha 5.000 anni più di storia più di noi e verrebbe dalle Pleiadi. Di circa due metri, occhio un po’ a mandorla, carnagione chiara, mostra le sue abilità posterizzando Biyombo… Buona serata difensiva.
 
Belinelli: 6,5
7 pt. (3/6), 3 rimbalzi, 1 assist. Essere d’energia. Uno strano essere composto da energia che sprigiona bagliori intensi. Il Beli deve trasferirla al team sotto forma di punti e assist. L’inizio non è brillante ma poi si scatena nel parziale che decide la partita e oltre. Un bell’assist non conteggiato per Hibbert che è valso comunque la lunetta al nostro numero 55.
 
Sessions: 7,5
12 pt. (5/8), 3 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. Razza Anfibia. Si butta a capofitto in situazioni che lo portano sott’acqua ma ultimamente sa darsi la spinta per riemergere. Gioca solo 17 minuti ma lo fa bene e il mezzo voto in più arriva per quei 6 punti decisivi nel finale di terzo quarto.
 
Hibbert: 5,5
3 pt. (0/6), 5 rimbalzi, 3 stoppate. Insettoide. Gioca a metter paura agli avversari come si usa dire facciano questi insetti alieni (bug fobia) ma poi in realtà in attacco sembra proprio una di quelle mantidi descritte da fantasiosi uomini. Più che mani due falcetti che non colpiscono il bersaglio nemmeno per sbaglio. Dietro invece colleziona tre stoppate e non difende male.
 
Kaminsky: 6
8 pt. (1/7), 9 rimbalzi, 4 assist. Uomini Uccello. Sarà la “millantata” parentela con il cognome Vogel ma non amando la caccia, spara a salve. Per fortuna dalla lunetta è bravo e realizza cinque dei sei liberi a disposizione. In 27 minuti sfiora la doppia doppia ma rimane sempre sotto le due cifre.
 
Lamb: 7
12 pt. (6/8), 8 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. Uomo pipistrello della Luna. Spiega le sue ali questa versione di extraterrestre falsamente portata a conoscenza del grande pubblico da Richard Adams Locke che ne voleva presumibilmente fare della satira. Lamb però può staccare almeno sino alla mesosfera e lo dimostra nel tempo spazzatura, quando le difese sono più allegre e il suo atletismo emerge. Un bel canestro a inizio secondo quarto.
 
Hawes: 6
2 pt. (1/4), 1 rimbalzo, 1 assist. Fleediano. Actarus di Goldrake per intenderci veniva dal pianeta Fleed prima che Re Vega lo invadesse. In difficoltà come Actarus all’inizio nel controllare il nuovo robot. Ormai la battaglia era vinta.
 
Roberts: 5,5
0 pt. (0/1). Lui e Graham sono comparse marziane generiche poco utilizzate. Con Wood e Harrison in D-League in prstito agli Swarm, forse giocano qualche minuto in più stasera. Brian però perde due palloni e non riesce a sviluppare vere azioni. Relegato a terzo play entra un po’ in sordina giocando 7 minuti.
 
Graham: 6
4 pt. (1/2), 1 rimbalzo. Entra volendo giocare. Non importa che la gara sia finita. Una tripla la sbaglia, un tiro lo mette e con un’incursione personale si procura due liberi.
 
Coach Clifford: 7
Tutto gira a meraviglia sulla navicella. La barriera difensiva regge e l’attacco abbatte tutti i dischi invasori da subito. Buoni giochi, saggio risparmiare i titolari per domani.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.

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