Game 24: Charlotte Hornets @ Cleveland Cavaliers 105-116

 
 
ImpossibilitaziHornets
 
I Clevelanders (gli abitanti di Cleveland) avevano in estate festeggiato il titolo più assurdo mai vinto (Golden State, una macchina da guerra che ha disputato la miglior regular season di sempre dell’intera NBA, avanti 3-1 nella serie e con il vantaggio fattore campo in gara 7 ha finito per soccombere al team di LeBron James, Irving e soci) e in serata cercavano di dare continuità al loro progetto playoffs, apparso per ora poco disturbato.
Con qualche squadra di buon livello a Est ma nessuna eccellente, al momento solo Toronto si staglia sullo sfondo come accreditata inseguitrice per rubare eventualmente (se Cleveland dovesse fare passi falsi) il primo posto nell’Eastern Conference. Gli Hornets da trasferta, 6-3 prima di questa gara, prendendo spunto da Cleveland cercavano di fare l’impresa (volendo dimostrare di essere un buon team) in un back to back probante per entrambi i team.
Contro i Cavalieri, il tour di cinque gare da giocare in trasferta partiva male.
Troppo potenziale a disposizione per gli uomini di Lue e Charlotte costretta a vedere un James da 44 punti, 10 rimbalzi e 9 assist, quasi in tripla doppia.
Impossibile per gli Hornets tenere il passo, rientrati sul -3 erano tuttavia distaccati nel finale, nel quale perdevamo Kemba (sperando sia solo una contusione).
 
Clifford tentava l’impresa con lo stesso quintetto: Walker, Batum, MKG, M. Williams e C. Zeller.
Lue mandava sul parquet amico: Irving, J.R. Smith, James, Love e Thompson.

La palla a due alla Quicken Loans Arena vinta da Zeller.
NBAE (Photo by David Liam Kyle/NBAE via Getty Images)

 
Venti secondi dopo l’inizio del match, gli Hornets passavano in vantaggio con Batum, il quale tirava dalla diagonale destra da circa 45° sopra il proprio difensore.
Ne usciva un pullup in ritmo che portava in vantaggio Charlotte, ma la gioia durava poco, Love dalla baseline sinistra batteva un Marvin Williams apparso in difficoltà nei primi minuti.
Love stesso portava in vantaggio gli arancio andando dalla destra in spin su Marvin e appoggiando il 2-4, iniziava a mostrare le lacune e le difficoltà di contenimento su di lui nel primo quarto. Kemba a 10:27 in penetrazione subiva fallo da Thompson ma lasciava sul campo un libero e gli Hornets rimanevano attardati di un punto.
Poco male perché il pallone moriva in mano a James in attacco che non si accorgeva dei 24 in scadenza e Charlotte a 9:53 passava in vantaggio con un’alzata a una mano ravvicinata di Zeller (assist di Batum).
Ancora una volta però la felicità svaniva rapidamente perché James affondava una tripla a 9:36, Walker tuttavia 16 secondi più tardi effettuava il controsorpasso usando la stessa arma.
Un gancio ravvicinato di Love dava il via alla corsa di Cleveland che grazie a Smith da tre aumentava le distanze.
A 7:24 James chiudeva il parziale da 9-0, utile ai padroni di casa per portarsi sull’8-16.
Anche gli Hornets salivano in doppia cifra tornando al -6, Clifford chiedeva aiuto a Kemba per rientrare.
Il nostro play riceveva l’S.O.S. e a 6:09 metteva dentro la seconda tripla di serata, inoltre anticipava un passaggio sull’esterno di James per Irving, transizione, passaggio per Zeller, attacco a L con apertura sotto per un MKG solo soletto pronto a schiacciare il pallone del 15-18 a 5:47.
La partita rimaneva in equilibrio finché non entrava Kaminsky, il quale in corsa tentava un wild shot in corsa nonostante la marcatura, il tiro colpiva il secondo ferro e rimbalzava via, in difesa il nostro numero 44 non riusciva a impedire a Love la realizzazione dopo il bump nel pitturato.
Un fade-away di Batum a 3:24 ci riportava sul -4 (19-23), ma Love metteva dentro un turnaround jumper dalla linea di fondo andando oltre Kaminsky, Liggins dava dentro a Thompson che da sotto realizzava senza affanno, inoltre a 2:10 Shumpert infilava la tripla e la squadra proveniente dal North Carolina piombava sul -11 (19-30).
Hibbert con un turnaround si procurava due FT (fallo di Love) interrompendo il parziale degli uomini di Lue, Kaminsky falliva un paio d’occasioni, la differenza con Shumpert che invece metteva ancora dentro dimostrando la buona vena realizzativa dei Cavs nel primo tempo.
Sul giro palla veloce la tripla valeva il 21-33.
Il distacco dalla dozzina di punti scendeva nel finale a 8 quando Sessions sfruttava dalla diagonale sinistra un’apertura di Belinelli; Ramon tirava qualche passo indietro l’arco ma la parabola era perfetta e i Calabroni si portavano sul 26-34.
Un coast to coast di James chiudeva i conti nel primo quarto chiuso dai locali sul +10 (26-36).
 
Partiva male anche il secondo quarto; un passaggio sotto canestro per Irving era buono per il numero due avversario per portare a casa un gioco da tre punti (tocco di Sessions in allungo sul braccio della PG avversaria) solamente dopo otto secondi trascorsi.
Lamb con un bel rolling hook tentava di svegliare Charlotte che tuttavia dietro continuava a dimostrarsi in difficoltà, James andava via sulla linea di fondo destra a Belinelli, il quale non opponeva resistenza e vedeva Re James passare oltre il ferro per schiacciare una reverse dunk.
Un pasaggio per un back-door di Jefferson esaltava le qualità del “rasato” dei Cavaliers ed evidenziava un’altra “dormita di Frank the Tank. Belinelli ci provava per la prima volta in serata e gli andava bene; tripla per il 32-43, parzialmente “vanificata” da Irving in turnaround su un Sessions senza colpe.
A 8:38 un passaggio rapido per Lamb portava il nostro numero tre a tirare velocemente con scioltezza, altra tripla ma Charlotte dopo aver subito molto tornava solamente sul -10 (35-45).
Gli Hornets non erano particolarmente fortunati quando un pallone rubato da Sessions sulla linea laterale sinistra (guardando l’attacco dei Cavs), rimbalzava sulla schiena d’Irving a pelle d’orso sul tentativo in tuffo di recupero.
A 7:45 Shumpert segnava da due in sospensione andando oltre Marco che si rifaceva in attacco pareggiando il parzialino con l’avversario.
Irving a 6:59 sparava un’altra tripla vincente, Belinelli opponeva accanita resistenza con una bomba deflagrante solo 17 secondi più tardi.
Una bella tripla per il 40-50 nata da un palleggio e da un fade-away mandato a bersaglio con fiducia.
I campioni in carica mostravano un buon giro palla, Kaminsky tentava la chiusura su Shumpert, la rotazione era troppo lenta e la guardia avversaria realizzava la terza tripla personale di serata. Walker con due entrate portava punti nel forziere di Charlotte che tuttavia risultava molto meno pesante di quello dei Cavalieri che gettavano altri dobloni grazie a J.R. Smith e Love, prima che un runner di Belinelli portasse a 46 le monete d’oro di Charlotte contro le 60 avversarie.
Si accendeva anche James nel finale; prima batteva Frank dal mid-range (senza colpe per il già martoriato carro), poi sfruttava un lento cambio difensivo degli Hornets per mettere un banker, infine andava sulla baseline a realizzare contro MKG.
Gli arancioni andavano così sul +19, tuttavia nel finale Batum e Walker mettevano due punti a destra e gli Hornets andavano a riposo sul -15 (52-67).
 
Sicuramente Clifford rivedeva una difesa che non aveva funzionato nel primo tempo, una commistione tra i meriti dei Cavs e i demeriti degli Hornets aveva portato a un distacco importante che i Calabroni provavano a ricucire in avvio di terza frazione. La prima azione non era incoraggiante; palla a sorvolare la difesa degli Hornets, dalla baseline sinistra arrivava dietro a tutti Thompson che schiacciava un alley-oop.
Kemba tuttavia segnava una tripla, Marvin con un fing and roll realizzava il 57-70, Kemba sparava un passaggio verticale per Zeller, il quale non falliva da pochi passi dando il -11 (59-70) a 9:20 dalla terza sirena.
Un attacco in paleggio spalle a canestro di Marvin Williams partito dal post basso destro era efficacie e portava i primi due punti al nostro numero due, abile a sfruttare il mismatch contro Irving.
Kemba batteva Love in entrata e poi si rivedeva ancora Marvin; un’apertura sulla sinistra, dava la possibilità, anche grazie al bel blocco nel mid-range di Zeller, di portare a cinque il bottino personale della nostra ala grande.
Gli Hornets rientravano così sino al -4 (66-70) ma si risvegliava James che affondava una tripla nonostante il braccio alzato di MKG, Batum falliva due occasioni ma per fortuna Walker assegnava il ruolo di Willy il Coyote (eterno inseguitore) a Love, andandogli via nuovamente sulla linea di fondo sinistra e chiudendo con un gorgeous move per il 68-73.
Walker non s’arrestava lì perché infilava anche un tiro da media distanza, con gli Hornets a ridurre ulteriormente il gap, ora sul -3 (70-73).
I Calabroni non si sarebbero però più riavvicinati, se non con un tiro di Batum a pareggiare due liberi di Love.
James tornava a essere fondamentale per i campioni NBA; dopo uno spin di Love su MKG in post basso chiuso con due punti, James infilava una tripla dall’angolo con Kaminsky impotente. Una tripla aperta di Frank dall’angolo sinistro si stampava sul ferro, dall’altra parte James metteva dentro ancora da tre a 3:35 e i viola tornavano sul -8 (75-83).
A dare un po’ di brio all’attacco di Charlotte era ancora Marco, caldissimo a 2:38 piazzava un’altra tripla volante, un catch’n shoot sul tocco corto all’indietro di Kaminsky.
L’ex Wisconsin però difendeva male su un rimbalzo, James in ritardo gli prendeva il pallone lungo in uscita a sinistra, alla fine Love arrivava a subire fallo e guadagnava due FT.
L’1/2 anticipava un lungo catch n’shoot di Marco che in uscita da un blocco, fuori equilibrio mandava comunque il tabellone sull’80-84.
I liberi però erano letali per i Calabroni; Cleveland tornava ben sei volte in lunetta mettendo cinque delle sei conclusioni tentate. Sull’80-89 Sessions si procurava due liberi (sbarra del passaggio a livello di Thompson abbassata sull’avambraccio di Ramon) ma l’1/2 riduceva lo scarto solamente a otto punti.
Nel finale Irving usava uno schermo alto e colpendo da tre chiudeva il penultimo quarto sull’81-92.

Kemba Walker ha realizzato 24 punti, prima di uscire nel finale a causa di uno scontro con James.
NBAE (Photo by David Liam Kyle/NBAE via Getty Images)

 
In avvio di ultimo quarto Kaminsky spendeva il primo fallo in contenimento su LeBron (1/2), poi si faceva scappare Jefferson dall’angolo sinistro senza opporsi con un fallo, dietro non c’era copertura con Williams come altro lungo e il panchinaro dei Cavs chiudeva con un’altra schiacciata con la mano destra, esaltante per i suoi tifosi.
Kaminsky iniziava a riprendersi un po’ in attacco e segnava sei punti in tutti i modi (un libero, da due in post basso sinistro e una tripla aperta dalla destra).
James però era in serata playoffs e metteva dentro un coast to coast easy per l’89-102.
Rientrava Kemba, assist a destra per Marvin che s’infilava e appoggiava dopo aver subito un tocco inutile da parte di Smith che lo mandava in lunetta.
La nostra ala però errava la conclusione, Belinelli si raffreddava nel finale iniziando a mancare i tiri, ma Walker e Zeller apportavano due punti a testa alla causa, così Charlotte tornava al -8 (95-103).
Gli Hornets forzavano il diciottesimo turnover dei Cavs quando la pressione di Kemba induceva il passaggio saltato di Irving, troppo arretrato per James che vedeva sfilare la palla per raggiungere la panchina di Charlotte.
Su un contatto tra James e Walker (ginocchio sinistro contro ginocchio sinistro) sul cambio difensivo, il nostro play rimaneva per terra per un paio di minuti.
Rialzandosi guadagnava la panchina e successivamente gli spogliatoi, senza più rientrare sul parquet.
L’ala dei Kings metteva altri punti nel finale, gli arancio andavano sul +11 (97-108), infine arrivava la tripla di Shumpert dal corner sinistro a sigillare la partita.
Inutili sei punti di fila di Zeller e una schiacciata di Sessions a campo aperto.
Il finale non era in discussione e Cleveland vinceva 105-116 nonostante una discreta prova di squadra dei ragazzi di Clifford.
 
Cavs che hanno tirato con il 57,5% dal campo e con il 41,9% da tre punti…
Nei rimbalzi e negli assist i Calabroni hanno finito per averne solo uno in meno in entrambe le statistiche tirando anche con un buon 45,3% dal campo e con il 37% da tre.
 
Pagelle
 
Walker: 7,5
24 pt. (9/14), 1 rimbalzo, 5 assist, 1 rubata. A livello di punti è fondamentale. Li ottiene con facilità contro un big team. Ottime percentuali. Qualche buona difesa. Esce nel finale colpito al ginocchio da James. Sperando non sia grave il suo “infortunio”.
 
Batum: 6
9 pt. (4/12), 6 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata. Potrebbe fare meglio al tiro, però è anche vero che facilita i compiti del team, nel fare questo commette i soliti 3 turnover.
 
Kidd-Gilchrist: 5
2 pt. (1/2), 2 rimbalzi, 1 assist. Gioca praticamente metà gara. Poche le difese veramente a suo livello. Con il fisico fa fatica su LeBron, ma anche su Love talvolta. N attacco prende solo un paio di tiri.
 
M. Williams: 5,5
11 pt. (5/13), 5 rimbalzi, 1 assist. Una difesa a volte mortificata ma sufficiiente dopo un inizio pessimo su Love che chiuderà con 22 punti, molti nel primo quarto. Dopo uno 0/4 iniziale si riprende bene ma la sua doppia cifra non serve.
 
C. Zeller: 6,5
17 pt. (7/8), 9 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate. Cinque falli spesi e cinque turnover. Da vicino non sbaglia quasi nulla.
 
Belinelli: 6,5
15 pt. (6/11), 1 rimbalzo, 1 assist. Per un po’ è imprendibile. Segna tutto ma nel finale si raffredda. ¾ da tre punti sbagliando nel finale l’ultima remota speranza. Anche l’inizio in difesa è un po’ problematico. Non può tenere James anche se porta a casa uno sfondamento nel finale ma gli egala anche un circus shot più fallo.
 
Sessions: 5,5
7 pt. (2/6), 1 assist, 1 rubata. Una bella tripla e una palla rubata con esperienza, fallendo tuttavia il tiro sull’azione seguente. Un solo assist in 18 minuti.
 
Hibbert: 6
4 pt. (0/0), 2 rimbalzi, 2 assist. Un fallo su una palla vagante in attacco nel finale di terzo quarto che ci allontana. Quattro sono i punti che ottiene integralmente dalla lunetta.
 
Lamb: 6,5
10 pt. (3/7), 5 rimbalzi, 2 assist. Da generosamente due palloni per I compagni, riuscendo a far segnare Kaminsky. Buone realizzazioni, atletico strappa anche qualche rimbalzo.
 
Kaminsky: 4,5
6 pt. (2/13), 6 rimbalzi, 5 assist. Continua la discesa agli inferi del Carrarmato, il quale gioca più minuti di Belinelli e dovrebbe essere ancora quinto nel minutaggio degli Hornets. Il suo 2/13 ci porta fuori partita e anche talune sue difese contribuiscono a non arrestare il parziale avversario. Si salva solo a livello assist. Un -18 in plus/minus non casuale.
 
Coach Clifford: 4,5
Non mi piace per nulla l’idea d’insistere su Kaminsky, un buco… troppo spesso fuori partita e con un tiro in involuzione. Nel finale di secondo quarto si affaccia l’idea di un quintetto più piccolo. Lamb è usato poco e forse a tratti potrebbe essere proposto con Marco ma tenendo in campo almeno uno tra Hibbert e Hawes. Il gioco c’è anche ma regaliamo un tempo agli avversari.
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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.