Game 29: Charlotte Hornets Vs Los Angeles Lakers 117-113

 
 
RavvedimentHornets
 
“A bordo di uno yacht di nome Nellie, ancorato in un porto lungo il Tamigi, cinque membri dell’equipaggio attendono la marea favorevole per poter prendere il largo”.
Così come nel Romanzo Cuore di Tenebra (Conrad 1902) anche i nostri iniziali protagonisti erano cinque e salpavano per cercar di portare a casa un risultato che a inizio gara è sempre misterioso. L’inizio nebbioso pareva esser più un incubo tuttavia…
Marlow, il protagonista, che identificheremo con Batum, arriva alla sede della compagnia che l’ha assunto situata nella nera Africa.
Se la compagnia basa i suoi guadagni poco eticamente sull’avorio, Nic era in cerca di riscatto e di una W finale per gli Hornets.
La vera destinazione di Nic però la casa di Kurtz (Walker), l’unico agente che pareva essere in grado di portare essere l’unico in grado di procurare quantitativi del prezioso materiale punti.
Di Kemba però si son perse le tracce, vive all’interno di un’inestricabile foresta che Batum partito per ritrovare se stesso, cercava di raggiungere percorrendo un fiume dove il tempo sembrava scorrere selvaggiamente all’indietro, un po’ come vedere la regressione di questi ultimi anni dei Lakers, squadra in ricostruzione, partita bene, con qualche giocatore interessante ma ancora non certo vicina ai livelli dei tempi buoni di Bryant. Kurtz/Walker, considerato una divinità dagli indigeni è venerato a Charlotte, la sua determinazione feroce e le sue abilità ne hanno fatto un idolo.
Certo… il protagonista del romanzo originale non è un modello, anzi…
“L’orrore, l’orrore” (quello visto per un tempo dalle parti della nostra difesa), parole che pronuncerà prima della propria fine, non sono certo parole gettate lì a caso da un protagonista buono, ma da un villain che si rende conto nella sua ultima follia di aver visto cose che sprigionano un senso tragico di pietà in lui e di essere stato fagocitato da un ingranaggio più grande di lui che l’ha costretto a prender scelte sbagliate.
Per fortuna qui scriviamo di basket e Kemba è nella compagnia giusta, anche se non pare esser proprio quella dell’anello, la sua umanità si sprigiona quando non riesce a dare la W finale ai compagni, spesso, nonostante le sue buone prestazioni.
In serata tuttavia è lui a dare il là per la vittoria finale, con Batum/Marlow che da il colpo di grazia ai Lakers e i compagni come Zeller e Belinelli pronti a sostenere nel finale i due eroi in una pazza serata che ha dimostrato le fragilità dei due team ma ha dato un’importante vittoria alla squadra di Clifford nonostante i 25 di Clarkson (a dimostrazione dell’importanza per Walton della sua panchina per ottenere punti) e i 24 di Young.
Lakers che hanno chiuso con il 48,5% da tre contro il 44% degli Hornets.
 
I Lakers sbarcavano in North Carolina con; Russell, Young, Randle, Deng e Mozgov.
La formazione degli Hornets era quella base; Walker, Batum, Kidd-Gilchrist, M. Williams e C. Zeller.
 

La palla si stacca dalla mano destra di Batum e va a colpire il vetro per ricadere dentro. E’ il canestro vincente.

Il tipoff era vinto da Zeller, palla a Walker che penetrava facilmente e portava sopra gli Hornets, Russell dall’altra parte lo imitava e 30 secondi dopo la palla a due entrambe le formazioni avevano già eliminato lo 0 dal proprio tabellino.
Russell e Young portavano sul +4 i gialloviola, Marvin Williams formava una triangolazione mobile con Batum punta alta e fissa, la nostra ala grande scattava e appoggiava alla tabella sulla sinistra per il 4-6.
I Lakers non smettevano di segnare e quando perdevano un colpo conquistavano il rimbalzo offensivo; era il caso di Young che da sinistra sfruttava una seconda possibilità per realizzare la tripla del 6-11.
Gli Hornets reagivano; il cronometro si fermava a 8:24 e venti secondi più tardi, Walker e Williams affondavano le loro due occasioni a testa così Charlotte tornava sul -1, ma a 7:49 Deng da destra tirava da tre sopra Batum e vedeva infilarsi il suo tentativo.
I Lakers salivano sul 10-16 prima che Kemba desse palla in transizione a MKG, il quale veloce superava l’ultimo baluardo dei Lakers oltrepassando con il cambio mano il ferro da sinistra a destra e depositando nella retina ci riportava a -4 a 6:39 dalla prima sirena.
Una tripla quasi immediata di Young obbligava Clifford al primo time-out di serata.
Dopo aver subito l’alzata oltre il ferro di Deng per due punti che affondavano sul -9 i bianchi, gli Hornets reagivano con una tripla di Batum e una dunk di Zeller (passaggio schiacciato smarcante di Kemba) a 4:42 modificavano il risultato in 17-21.
Un altro rimbalzo offensivo dei Lakers tuttavia portava Randolph a segnare mentre in attacco Walker commetteva il terzo turnover di Charlotte.
Provava a reagire Batum da destra, finalmente lo si vedeva andare in penetrazione; contatto con il numero 14 e cucchiaiata al vetro mentre in corsa il francese si eclissava dietro il plexiglass.
La palla finiva dentro così come il libero supplementare.
Alla prodezza di Nic rispondeva sempre dalla baseline destra Lou Williams che in corsa tirava a contatto con Zeller; fallo, canestro e tiro libero, che per nostra fortuna il ferro respingeva.
A 3:21 Hibbert si girava sull’esterno appena fuori dall’area, gancio sinistro e fallo immediato di Nance che mandava in lunetta l’ex gialloviola. Roy non tremava e mettendo dentro entrambe le occasioni portava il punteggio sul 22-25.
La partita prendeva una piega surreale quando i gialloviola mettevano dentro due tiri da tre punti intervallati da una bomba di Kaminsky; le percentuali si alzavano così come il punteggio, Clifford correva ai ripari chiamando la seconda pausa e al rientro Belinelli dallo spigolo destro dell’area cacciava dentro la sfera per il 27-31.
Marco tuttavia dietro era un buco nella serata.
Clarkson segnava tre punti per il 31-36, tuttavia la replica degli Hornets pareva esser efficace, Kaminsky da sotto metteva dentro due punti, Hibbert stoppava Clarkson e in attacco sul passaggio proveniente dalla linea laterale destra (mittente Batum), rallentava la corsa verticale per superare di tronco e battere l’avversario in appoggio.
Il canestro valeva il 35-38 ma un buzzer beater di Nance da posizione frontale beffava Charlotte che tornava sul -6 (35-41).
 
Il secondo quarto iniziava ancora peggio per gli Hornets: due triple di Clarkson su Belinelli nello spazio di 37 secondi, un libero di Nance e a 10:02 altro rimbalzo offensivo Lakers con canestro di Nance…
A cavallo del primo quarto e l’inizio del secondo quindi i Lakers portavano un micidiale parziale di 12-0 con il quale avanzavano sul 35-50.
Charlotte provava a reagire ma la panchina in campo si dimostrava incapace di segnare.
Anche Big Frank a 9:46 dalla lunetta falliva due liberi, anche se lui stesso a 9:14 dopo uno spin dal post basso destro lasciava indietro il difensore e schiacciava finalmente per il -13.
Deng con un fast break e Nance segnavan due canestri “normali”, i losangelini scappavano incredibilmente sul +18 ma Belinelli scaricava dalla penetrazione per Kemba bravo da fuori a colpire da tre punti per il 42-57.
Deng in penetrazione dalla linea di fondo sinistra andava via a Marvin e realizzava altri due punti, Lou Williams dimostrava di essere un ottimo scorer non sbagliando la sua occasione e gli imenotteri precipitavano sul -19 (42-61), costringendo per l’ennesima volta coach Clifford a fermare il gioco a 6:11.
Il parziale di 7-20 veniva attenuato al rientro da uno spin di MKG che lo portava al canestro ravvicinato; Clarkson ne metteva ancora due da sotto, poi gli Hornets erano bravi a battere una rimessa dal fondo con poco più di un secondo per il tiro; assist schiacciato di Batum per Marvin che liberatosi appoggiava di mano sinistra al vetro il 46-63.
Kemba a 2:38 realizzava un’altra tripla (aperta dalla diagonale destra) spingendo sul 54-65 i compagni.
Un reverse in corsa del numero 0 ospite (Belinelli in ritardo nonostante il tentativo d’allungo) più l’ennesima bomba da fuori (questa volta targata Young) lasciavano attardati gli Hornets di 16 punti che salivano a 17 a :29.9 quando sempre Young centrava un canestro grande come un canotto evidentemente se i Lakers sino a quel momento da tre erano riusciti a tirare con il 71%… Kemba tuttavia accorciava sul -14 all’intervallo grazie al palleggio con finte sul posto e risposta saettante sempre da oltre l’arco nonostante la marcatura.
Il primo tempo si chiudeva quindi sul mirabolante punteggio di 59-73 anche se certo gli Hornets non si potevano dire soddisfatti di una difesa troppo blanda.

Louis Williams controllato da Batum.
NBAE (Photo by Brock Williams-Smith/NBAE via Getty Images)

 
L’avvio di terza frazione sembrava confermare il buono dei Lakers e le amnesie degli Hornets…
Russell segnava due semplici canestri, il secondo usando uno screen roll per arrivare al ferro senza opposizioni…
Sul 60-77 a 11:05 Kemba indovinava il pullup e 19 secondi dopo ne aggiungeva due in transizione.
Uno step back dalla sinistra di Batum da media distanza accorciava ulteriormente facendo raddrizzare le antenne al pubblico, così quando Marvin Williams da sinistra infilava la tripla del 69-77 a 9:48 il pubblico si esaltava per il veloce riavvicinamento.
Non era finita lì però comunque… i Lakers non segnavano e Charlotte estendeva il parzialone: Walker verticale per Batum che sotto canestro a sinistra con la mano destra (la più lontana dal difensore) alzava il gancetto vincente, a 8:31 era Kemba a infilarsi tra le maglie dei Lakers e a concludere nella retina, i Lakers giovani e fragili andavano nel panico più totale. Il commentatore di casa Charlotte per Fox Collins, aveva il tempo di pronunciare con enfasi: “Batuuuuum”, il quale con un lungo terzo tempo frontale chiudeva con un fluttuante fing and roll a 7:59 portando il parziale sul 15-0 e il risultato sul 75-77.
Young tuttavia sfrontatamente interrompeva l’inerzia con una bomba, ma solo momentaneamente, infatti, Cody passava a ricciolo sul difensore ricevendo e continuava la corsa sino a posterizzare Nance con una jam.
Kemba inoltre fintando la partenza riusciva a togliere il tempo alla difesa dei Lakers sul vero primo passo, l’entrata chiusa a 6:34 dava il -1 (79-80).
Kemba era on-fire e passando dietro un blocco di Zeller scavalcava Clarkson e Nance in aiuto sorvolandolo con la tripla dell’82-80.
I Lakers provavano a opporre resistenza e con un reverse di jordaniana memoria Young (tocco di Williams) portava a casa un gioco da tre punti.
Cody in penetrazione sulla sinistra aveva la meglio sull’autoscontro con il difensore; appoggio e sorpasso per l’84-83, a 4:57 un jumper di Walker e due FT di Zeller (in bonus per un fallo di Nance su un tentativo di steal che costava al lungo avversario l’abbandono del parquet per infortunio autoprocuratosi) a 4:15 lanciavano Charlotte sull’88-83 facendo credere che gli uomini di Clifford potessero macinare agevolmente i californiani da qui alla fine.
Non era così… i Lakers reagivano con velocità e orgoglio portando un parziale di 9-0 (88-94) chiuso da Randle in transizione.
L’ala dei Lakers aveva la meglio un paio di volte anche difensivamente su MKG, stoppandolo faceva salire questa statistica, già alta per i ragazzi di Walton.
Randle in attacco tuttavia falliva una ghiotta occasione e Batum a 1:11 andando ancora dentro subiva il fallo e dalla lunetta accorciava sul -4, scarto che si dimezzava con il transalpino abile a intuire le difficoltà nel pitturato dei gialloviola.
L’attacco in corsa valeva il 94-96 prima che iniziassero i 12 minuti finali.

Marco Belinelli contro Ivica Zubac e Brandon Ingram
(Photo by Streeter Lecka/Getty Images)

 
L’ultimo quarto iniziava con Kaminsky pronto a pareggiare, Russell riportava sopra i “visitors” ma Lamb firmava con due FT il nuovo pari a 10:35.
Clarkson dal limite dell’area piccola a sinistra attaccava Kaminsky, troppo veloce pe Frank che sfiorava solamente l’appoggio, buono per far toccare i 100 ai pluricampioni.
Belinelli a 9:27 si svegliava facendo superare quota 100 a Charlotte e rimettendola avanti di un punto, Russell tuttavia colpiva da tre, così gli Hornets ripiombavano sul -2 e nonostante numerosi tentativi ripetuti in attacco grazie ai rimbalzi di MKG, sembravano andare un po’ nel pallone, sull’ultimo tentativo (un wild shot di Kaminsky) il pubblico rumoreggiava, dopo la bomba di Clarkson dall’angolo sinistro si preoccupava con i Lacustri sul 101-106.
Per un fallo di Clarkson su Belinelli a 6:59 il nostro connazionale si recava in lunetta mettendo i primi due tiri liberi dei tre concessi, l’ultimo non entrava ma ci si portava a distanza di un possesso lungo.
Un’aggressiva e facilissima dunk di Lou Williams ci riportava oltre il break, Kemba sbagliava un paio di volte ma sulla seconda occasione, cadendo, forse distraeva i difensori che lasciavano prender il rimbalzo sull’altro lato a Marvin, il quale appoggiava sulla destra da pochi cm a 5:40. A 5:23 per un fallo chiamato contro Kemba Lou Williams si presentava in lunetta da dove, come in un videogame sparatutto, dimostrava le proprie abilità passando al livello successivo (3/3) mandano i Lakers sul +6 (106-111).
Marvin chiuso da sotto si faceva stoppare sbagliando in totale tre occasioni, anche sull’azione seguente il tre frontale non era preciso, il 3/17 dopo l’errore di Zeller non lasciava tanta speranza agli Hornets.
La stoppata di Randle su Zeller tuttavia non toglieva il possesso a Charlotte che rimetteva dal fondo, sviluppava l’azione e colpiva da tre con Tarzan Belinelli che si aggrappava alla liana della salvezza per non sprofondare nelle sabbie mobili.
Randle in attacco sfondava su Walker, bravo a saltare appena prima e a prender posizione, poi era Batum a passare in verticale a Cody per una rim run appesa.
Young dava spinta ed energia ai suoi andando nel pitturato a segnare il 110-113.
Belinelli tentava d’andare in entrata con un tiro selvaggio, idea pessima ma il rimbalzo offensivo era preda di Charlotte, palla a Kemba che forniva l’assist a Marco per il pareggio con una tripla di giustezza a 2:22 dall’ultima sirena.
Le squadre commettevano diversi errori in attacco così si arrivava in equilibrio quaranta secondi dalla fine; Walker provava a distanziare i Walton boys di tripla, la palla non entrava, Marvin e Cody contro Deng riuscivano in qualche modo a mandare la palla verso destra, Kemba piombava su di essa ed il nuovo possesso portava Batum ad attaccare dal palleggio Young… un suo driving bank shot allargandosi a destra sul contatto risultava il canestro decisivo.
Young marcato da Cody e MKG tirava da tre ma non segnava, così Batum era fermato con il fallo a sei secondi dalla luce rossa.
Il due su due del francese sigillava la partita sul 117-113 e dava una preziosa W agli uomini di Clifford.
 
Pagelle
 
Walker:8
28 pt. (11/26), 8 rimbalzi, 10 assist. Inizia con qualche turnover, poi esplode nel terzo quarto quando rimanda in partita Charlotte con tutto il suo repertorio. On-fire anche nel finale, va in doppia doppia a un paio di rimbalzi dalla tripla, cattura l’ottavo dopo un suo errore e lasci a Batum il compito di chiudere il match.
 
Batum: 8,5
23 pt. (8/12), 10 assist, 5 rimbalzi, 1 rubata. A parte i 4 turnover (uno nel primo tempo con palla che ormai stava dando in angolo ma il compagno era già scattato verso il centro), anche lui va in doppia doppia. Assist sempre veri ma la novità, a parte tornare a tirare bene, è che oggi attacca finalmente il ferro e nessuno lo ferma mai quando lo fa. Con lo stesso metodo vince la partita che poi difende e chiude dalla lunetta.
 
Kidd-Gilchrist: 6
6 pt. (3/11), 11 rimbalzi, 1 rubata. Prende una riga di stoppate che non si ricordava dalla prestagione, tuttavia ha un +10 di +/-, questo perché la sua energia e la sua difesa (compresa quella finale su Young) sono buone, nonostante nel primo tempo sia coinvolto in una difesa con i buchi. Meglio non esageri da sotto una volta preso il rimbalzo, forza se marcato. Con calma smistare la palla fuori…
 
M. Williams: 6,5
15 pt. (6/10), 5 rimbalzi, due assist. Si fa male a un dito, nel finale sbaglia qualcosa di troppo ma mette dentro anche a 5:40 un canestro importante. Prima era stato quasi perfetto e ha comunque portato 15 punti a casa. Deng non è tiratore da tre, a volte fa bene a “invitarlo”, per me vince lui il duello di poco…
 
C. Zeller: 6,5
11 pt. (4/8), 5 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate. Nel finale compie due buone difese, lui insieme a Marvin disturbano Deng s un rimbalzo cruciale. Anche lui però si fa stoppare un paio di volte, una nel finale, comunque discreta partita. Buono un suo recupero di sacrificio con tuffo finale che o spinge out ai piedi della panchina degli Hornets. L’azione è quella descritta in precedenza, dove Nance si fa male.
 
Belinelli: 6,5
13 pt. (4/10), 2 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata. Clarkson lo disintegra durante le prime rotazioni. Sui blocchi non passa e l’agile e filiforme avversario si avvantaggia mettendo triple in serie. Da 4,5… poi rientra e nel finale mettere due triple fondamentali per tenere aperte le speranze di vittorie degli Hornets (anche se sbaglia dall’angolo sinistro quella dell’eventuale sorpasso) riscattandosi.
 
Kaminsky: 6
11 pt. (4/6), 3 rimbalzi, 1 rubata. Coinvolto in uno dei momenti peggiori della partita, se episodicamente fa fatica a contenere sul piccolo, porta 11 punti in 18 minuti limitando a due i tiri dall’arco. Gioca più diligentemente.
 
Sessions: 6
2 pt. (1/2), 4 assist. Anche lui con la panchina subisce un parzialone ma in 6 minuti smista 4 assist.
 
Lamb: 5
2 pt. (0/6), 3 rimbalzi. Ottiene i punti dalla lunetta. Non ci prende mai dal campo e per un tiratore è grave. Solo qualche rimbalzo e due Ft sono il suo contributo, misero, infatti, la squadra con lui in campo va sotto con un -14 di plus/minus personale.
 
Hibbert: 6
6 pt. (2/3), 2 rimbalzi, 1 stoppata. Otto minuti in campo, un -10 di plus/minus come Ramon e Frank. Fa il suo, anche se non sempre è utile in difesa. Buona la stoppata in aiuto e la mano dalla lunetta.
 
Coach Clifford: 6,5
Prova a stoppare la gara tante volte per restituire fiducia e riassestare la squadra dissestata in difesa. Alla fine ci riesce e i suoi nel finale tengono bene andando a vincere sfruttando un Batum capace anche di penetrare.
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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.