Game 35: Charlotte Hornets @ Chicago Bulls 111-118

 
 
SabbiHornets
 
Gli Charlotte Hornets volavano verso la Wind City per cercare di vincere una gara mantenere così il fragile comando della Division.
Purtroppo ancora una volta Charlotte è finita sconfitta in un finale punto a punto, il vento di Butler nel finale ha prima modellato e poi disgregato la roccia Hornets rendendola simile a una distesa di sabbia.
I 118 punti incassati sono figli della trasferta e di una super prestazione di Butler che tra tiri liberi e conclusioni da media distanza ha messo assieme 52 punti in 38 minuti con un 15/24 al tiro e un 21/22 dalla lunetta.
Chicago ha finito dalla linea della carità con un 27/29, mentre gli Hornets si sono fermati a un 20/22.
Diversi Bulls, si sono fermati, chi più, chi meno, intorno alla decina di punti.
Non mi piace parlare di arbitraggio, ma dopo un primo tempo nel quale probabilmente sono stati favoriti i Calabroni, almeno quattro fischi nel finale, compresi un paio di tecnici, hanno finito per penalizzare eccessivamente gli uomini di Clifford che comunque si dimostrano ancora inconcludenti e incapaci quando c’è da portare a casa una partita punto a punto.
A Clifford, nonostante tre quarti e mezzo di buon basket è scivolato in mano un pugno di sabbia.
A dare una mano a Chicago poi, oltre a Belinelli già out da qualche partita, ci ha pensato l’infortunio di Cody Zeller, una contusione che lo tiene fuori per accertamenti come da protocollo NBA.
Per Chicago è rimasto fuori Wade, oltre a Rondo che si è riscaldato, ma è rimasto in panca per tutto il tempo.
A nulla sono valsi i 34 punti di Walker, ricamati da diverse giocate spettacolari, gli Hornets rientrano alla base con una L d’inizio anno e si preparano a sfidare tra due giorni Oklahoma City, sperando preparino qualcosa su Westbrook vista la serata dell’uomo franchigia di turno, nel caso Butler…
 
Charlotte si presentava allo United Center con il seguente quintetto; Walker, Batum, Kidd-Gilchrist, M. Williams e Hibbert.
I Bulls rispondevano con; M. Carter-Williams, Butler, McDermott, Gibson e R. Lopez.

Nicolas Batum attacca Valentine.
Altra buona prova di Nicolas, anche se nel finale avrebbe potuto dare di più.
NBAE (Photo by Randy Belice/NBAE via Getty Images)

 
La conquista del primo pallone lanciato in aria era favorevole ai Bulls che lo portavano nella propria metà campo con Robin Lopez, MKG andava subito a marcare Butler ma il primo tiro lo prendeva Carter-Williams, la conclusione non entrava, tuttavia Lopez già caldo al salto conquistava il secondo rimbalzo utile e Carter-Williams finiva per attaccare Kemba e guadagnare due punti con l’aiuto del vetro.
Lopez stoppava anche MKG, ma dopo un giro a vuoto di Chicago (reverse layup di McDermott annullato per aver calpestato la linea di fondo), Batum faceva tutto da solo e pareggiava a 10:15 andando sulla baseline destra a mettere l’uno contro uno da media distanza.
A 10:00 esatti dalla prima sirena, McDermott infilava un lungo due, le squadre avevano difficoltà a trovare la strada del canestro per via della fisicità in campo, gli Hornets soffrivano della staticità di Hibbert, il quale comunque dal post basso sinistro, dopo un paio di finte da fermo alzava il pallone sopra la testa di Lopez per un tiro che bruciava la retina.
Butler in separation su MKG e Gibson a una mano in entrata su Marvin allungavano per i padroni di casa che tuttavia venivano colpiti a 7:34 dall’angolo sinistro proprio da Williams.
A 6:54 Lopez in lunetta splittava sbagliando il primo libero così i Bulls erano raggiunti sul nove pari a 6:16 da MKG che in transizione correggeva il suo primo errore rimediando con il tap-in.
Un rimbalzo offensivo consentiva a 5:56 a Gibson di far mantenere il comando ai Tori che tuttavia erano superati per la prima volta durante la serata da una tripla di Walker a 5:42.
I Bulls controsorpassavano con due canestri di Butler mentre a 4:41 Marvin Williams dalla lunetta non falliva le due occasioni concesse dagli arbitri per riportare i Calabroni in scia (14-15).
Era ancora Butler a essere produttivo per coach Hoiberg, virata su un raddoppio a sinistra e arrivo al ferro in reverse layup acrobatico.
Kemba a 3:37 dopo aver provato diverse entrate disorientava Lopez per arrestarsi e colpire da media distanza.
McDermott e Lopez mandavano sul +5 i Bulls, gli Hornets recuperavano con Sessions bravo ad attaccare McDermott e costringerlo allo scontro con i piedi non fermi sulla linea di fondo. Il gioco si rivelava proficuo perché da tre punti (canestro in allontanamento più fallo) e gli Hornets, tornati a -2, riagganciavano la squadra allenata da Hoiberg quando una girandola sul posto di Kaminsky si concludeva con il botto nella retina.
Butler conquistava la lunetta avendo come dote un 87% in stagione ma splittava errando il primo, tuttavia Valentine da tre punti iniziava a dar fastidio portando il margine dei Bulls a 4 punti (21-25).
Per gli Hornets Hawes in avvicinamento nel pitturato usava la mano destra per alzare il pallone e tagliare fuori con il corpo il difensore rimasto sul lato interno.
Con questo canestro il primo quarto si chiudeva sul 23-25 a favore dei padroni di casa.
 
IL secondo quarto iniziava con un errore da tre di Kaminsky, i Bulls provavano ad allungare ma Sessions come una marionetta ninja copiava i movimenti a Grant e intercettava il passaggio del medesimo aprendo un contropiede per Batum che appoggiava in layup il 25 pari.
Mirotic tentava la tripla ma il ferro diceva no, la palla anzi rimaneva come un piccione a girare sulla parte alta del tabellone per molto più tempo del normale, così si entrava nel Lamb time…
Jeremy guadagnava due liberi (realizzandoli) a 10:43, bissando con un gioco da tre punti (hesitation in transition) per un fallo di Valentine ventisei secondi più tardi.
Mirotic sparava ancora da tre ma stavolta ne veniva fuori un’inusuale tabellata, dall’altra parte per un contatto sospetto Grant/Sessions, con quest’ultimo ad attaccare il ferro sulla sinistra, Charlotte beneficiava di altri due FT.
Mancato il primo, Ramon metteva il secondo, portando il parziale della panchina degli Hornets sul 10-0 e il punteggio sul 31-25. Caarter-Williams segnava un tiro frontale approfittando del “non gigantismo” di Sessions, tuttavia a 9:15 Batum saliva in aria per colpire in eterna sospensione da media distanza scavalcando l’avversario.
A 8:23 Mirotic dalla destra approfittava di un po’ di spazio concesso per accorciare di tripla ma a 8:09 Batum metteva dentro un assurdo lungo due punti ritardando il tiro; Carter-Williams usciva su di lui toccandolo, Nick non aspettava altro ma doveva mettere un piede dentro l’area per trovare un equilibrio comunque molto difficile e usare la continuazione sul fallo, gioco da tre punti che portava i viola sul +6…
Grant batteva Kemba in entrata mentre su un’entrata Butler perdeva il pallone con Spencer che si girava dalla parte opposta durante il tiro, niente fischio, Charlotte in mezza transizione era fermata dagli arbitri che affibbiavano un tecnico a Hoiberg, il quale protestava per un fallo ipotetico.
Batum dalla lunetta non si faceva pregare e a 7:25 l’assist di Kemba per Hawes piazzato nel pitturato, procurava altri due semplici punti per i ragazzi di Clifford, ora al comando 39-32.
A 6:58 però si entrava nella fase tiri liberi; Butler ne affondava quattro intervallato da Kaminsky con il suo 2/2, Grant invece si procurava altri due punti con l’appoggio destro in transizione e i Bulls risalivano sul 41-38.
Batum tentava di mantenere un margine di sicurezza segnando due punti ma Butler dal mid-range segnava due punti, inoltre Valentine si schermava due volte riuscendo a mettere due bombe dalla zona centrale con MKG rimasto distante.
Felicio riusciva a prendere un pallone sotto per mancato anticipo della difesa di Charlotte e dopo un giretto veloce realizzava il 43-48 mettendo un eguale parziale di 10-0.
Gli Hornets reagivano con Batum che da destra trovava Hibbert libero dalle parti della FT line; jumper e Hornets sul -3.
Marvin a 2:52 con uno stop and pops accorciava sul -1 ma Butler recuperando da un suo errore riallontanava al singolo possesso lungo gli imenotteri.
A 2:23 Walker con una tripla consegnava una nuova partita con le squadre in stallo sul 50-50.
L’equilibrio si spezzava nuovamente con una tripla di Grant dalla diagonale sinistra, Kemba con un’incursione a tutta velocità finita in mezzo a tre canotte bianche accorciava per il -1 in un finale che vedeva ancora diversi colpi di scena; Butler portava a casa su un blocco alto un gioco da quattro punti (fallo di MKG), per fortuna Kemba si faceva tre quarti campo passando Grant in stile Bolt (sei secondi circa) con arresto e tripla del -1.
Gibson spingeva in area su Lamb e conquistava due punti ma sulla sirena arrivava il fallo sul tentativo di Kemba, bravo a metter dentro due punti tra i fischi per il 52-53 che conduceva all’intervallo.

Ramon Sessions mette dentro un gioco da tre punti contro McDermott. Non male a raffronto con la panchina dei Bulls l’ex Wizards ma lontano dall’apporto prestato da Lin lo scorso anno.
NBAE (Photo by Randy Belice/NBAE via Getty Images)

Nella ripresa Hibbert era colpo a metter radici nel pitturato, regalo di Natale posticipato per uno come Butler che infilava agilmente il tecnico.
Gli Hornets però con un catch n’shoot dalla sinistra di Walker (fintando il movimento interno sul blocco di Hibbert per riuscire e ricevere) recuperavano il “back on top” (60-59).
Kemba rubava (ottavo turnover Bulls) anche un pallone in difesa e MKG chiudeva la transizione a 10:30.
Charlotte guadagnava ancora punti quando Batum, attaccando il ferro, portava via tre giocatori; scarico per Kemba, abile ancora una volta a piazzare la tripla del 65-59.
Butler rispondeva con un lungo due in step-back vanificando un’ottima difesa della nostra ala piccola titolare.
Da una persa di Hibbert Chicago ripartiva in transizione ma sbagliava, si accendeva una mischia, diversi erano gli errori di Chicago, compreso quelli di Gibson, alla fine la difesa di Charlotte usciva vittoriosa ma l’attacco di Charlotte si fermava, Lopez metteva due punti, Butler commetteva passi ma segnava due liberi poco più tardi (7:22 fallo di Hibbert in rientro dopo un suo brutto passaggio) per pareggiare a quota 65.
Batum a 7:08 dava tre punti di vantaggio tirando dalla sua mattonella sulla diagonale sinistra, Butler guadagnava altri quattro punti portando sul 68-69 la gara, Kemba allora provava a cambiar ritmo con una finta su Lopez a metà attacco, facile poi accelerare e metter dentro il layup del 70-69.
Batum riusciva a segnare nonostante una prima stoppata subita da Lopez, riprendendo subiva fallo da Gibson e dalla lunetta mandava sul +3 Charlotte che toccava anche i +5 a 5:35 con due liberi di Hibbert (74-69) e si staccava sul +8 con una tripla da sinistra di Lamb in faccia a Valentine.
Mirotic da media distanza colpiva nonostante le due mani alzate di Kaminsky ben posizionato, Walker a 4:24 staccava mezzo biglietto per l’All-Star game mandando a vuoto con spin e successiva finta, due difensori, arrivando a superare il terzo in teardrop.
A 3:14 lo step-back della fenice di Batum sembrava far volgere al meglio le sorti della partita per i ragazzi provenienti dal North carolina ma prima Kaminsky in virata perdeva palla palleggiandosi sul ginocchio, poi Charlotte era lenta ad arrivare su un rimbalzo offensivo, i bianchi ringraziavano e colpivano da oltre l’arco con Mirotic.
Gli Hornets nel finale si portavano sul +7 con Lamb, bravo a sbattere sul difensore in entrata e a segnare alzando il tiro a una mano, tuttavia un terzo tempo centrale di Butler rompeva la difesa di Charlotte e un tap-in di Felicio riducevano lo scarto a tre punti.
L’85-82 era dunque il punteggio che portava agli ultimi 12 tirati minuti.
 
Lamb a 11:14 realizzava il primo canestro di quarto ma a 9:56 i Bulls si affacciavano nuovamente avanti con la sterzata sull’esterno di Carter-Williams, baseline sinistra presa dopo lo spin su Lamb e appoggio al vetro per l’87-88.
Charlotte reagiva con due FT di Lamb e un passaggio dello stesso numero tre per Kaminsky, il quale da sotto si vedeva negare il canestro da Felicio ma illegalmente, goaltending e game sul 91-88.
Ancora un gioco di passaggi veloci portava a Kaminsky a dare un bel diagonale a Hawes che tutto solo nel pitturato depositava senza difficoltà.
Lamb faticava in difesa; prima concedeva due liberi, poi si vedeva affondare senza colpe da McDermott che dalla media destra metteva un turnaround fade-away per il 94-93.
Charlotte resisteva con Hawes, il quale da sotto evitava un paio di possibili stoppate sul filo e di mano sinistra realizzava grazie all’aiuto del ferro.
A 7:14 Walker estendeva il vantaggio a 5 pt. con l’entrata conclusa al plexiglass (Felicio lo sta ancora cercando), in più Spencer a 6:40, ricevendo il passaggio corto di Kaminsky, dalle pendici dell’area metteva dentro il teardrop del 100-95.
Charlotte tuttavia si fermava in attacco con alcune brutte scelte, Mirotic subiva fallo da Lamb e metteva due liberi, Hawes veniva depistato da Butler che cambiava direzione in transizione, il fallo speso da Spencer non era cattivo e Jimmy portava a casa il gioco da tre punti che valeva l’aggancio a quota 100 a 4:00 minuti esatti dalla sirena finale.
Charlotte tornava finalmente a segnare; Marvin sulla sinistra sotto canestro non era egoista e facendo saltare Gibson e McDermott passava sotto i corpi dei due il pallone che agganciava MKG dall’altra parte del ferro per la dunk del 102-100.
Un tecnico a MKG e i Bulls si riprendevano il -1 per poi prendersi il vantaggio; errore di Butler da sotto, difesa di Charlotte che non faceva un bel tagliafuori e Jimmy ribadiva a canestro per il 102-103.
Marvin a 2:51 con un teardrop riusciva ancora a dare speranze ai ragazzi in purple ma a 2:34 Carter-Williams si elevava nel pitturato e rimandava sul -1 Charlotte.
MKG sbagliava l’entrata da destra, Butler invece non falliva il tiro e i Bulls viaggiavano sul +3 costringendo Clifford al time-out. Kemba dalla linea di fondo portava due punti freschi per Charlotte, la quale era colpita ancora a 1:39 dall’ immarcescibile Butler in sospensione.
Hawes era stoppato sul suo tentativo di reverse ma riusciva a stoppare McDermott, Carter-Williams come una furia strappava un pallone tra le mani dei ragazzi di Clifford, si accendeva una mischia ma lo stesso numero 7 usciva dal campo con un piede prima di agganciare la sfera riconsegnandola ai vespidi.
I Calabroni però non pungevano, un passaggio di Batum per Hawes era sporcato e Butler metteva dentro il colpo partita a :32.2 tirando dalla diagonale destra oltre Batum; tiro preciso e canestro del 106-11.
A :23.3 Charlotte commetteva fallo dopo un tentativo fallito di Batum (leggero fallo di Gibson che usciva dal cilindro e con il torace andava a colpire Nick non ravvisato dalla terna), nemmeno a dirlo l’uomo franchigia dei Bulls segnava i due liberi, così Charlotte tentava alla disperata la tripla con Walker, bravo a infilarla per il 109-113.
A :15.1 però serviva fermare il cronometro e Carter-Williams continuava a essere preciso per i Bulls, 2/2 condito nel mezzo da un tecnico a Clifford, il quale protestava per il fallo non assegnato a Batum.
Nel finale c’era solo spazio per un’entrata di Kemba e un 2/2 di Butler ai liberi che alzava il suo score.
Gli Hornets quindi uscivano a mani vuote dallo United Center perdendo 111-118.
 
Pagelle
 
Walker: 7
34 pt. (13/19), 11 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Un solo turnover, nonostante tutto un -9 di plus/minus. Lui ci prova a vincerla ma, a parte una difesa sempre da migliorare, ma comunque di presenza con 11 rimbalzi tutti difensivi, tira bene e regala alcune perle in attacco.
 
Batum: 6,5
19 pt. (7/17), 6 rimbalzi, 5 assist, 1 rubata. Due I turnover e le stoppate prese, per il resto una discreta partita con un paio di tiri di quelli belli da vedere per ritmo, bravura, astuzia, armonia o atletismo. Nel finale forse in attacco avrebbe potuto dare di più, ma Chicago ha bloccato le fonti del gioco. Nulla da dire sul canestro incassato da Butler nel finale, magari su quello precedente, la velocità nel recuperare non è proprio esistita.
 
Kidd-Gilchrist: 5
6 pt. (3/10), 3 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata. Da MKG mi aspettavo più rimbalzi e più grinta in una partita che Clifford aveva dipinto come importante sui rimbalzi offensivi e i fast break. Finisce fuori nel finale con 6 falli, frustrato, si prende un tecnico, sbaglia un appoggio decisivo nel finale quando tenta di sfondare sulla linea di fondo destra ma trova due Bulls dalle parti del ferro. Troppi errori, di solito è un fattore nelle W contro Chicago.
 
M. Williams: 5,5
9 pt. (3/9), 2 rimbalzi, 1 assist. Gioca 27 minuti, sbaglia qualche tiro open quando conta meno e mette dentro un paio di tiri nel finale. Ha esperienza e sembra sapere come metter dentro la palla se ne ha la possibilità, ma sarà quella minima concentrazione mancante quando la partita è ancora aperta che gli fa sbagliare tiri… Batte Gibson nei punti ma è surclassato a rimbalzo.
 
Hibbert: 5
6 pt. (2/4). 21 minuti e da centro 0 nella casella rimbalzi… due falli e un turnover. Avessimo avuto Zeller… Tuttavia nel finale avrebbe potuto far comodo per arginare Butler. La prestazione comunque è scarsa visto anche il fatto che delle volte il pallone sul passaggio che deve effettuare è oggetto misterioso.
 
Sessions: 6
6 pt. (2/3), 1 rimbalzo, 3 assist, 1 rubata. Modesto, ma il suo contributo lo porta in 16 minuti, è un +6 il +/-, anche se i turnover sono due.
 
Lamb: 6
15 pt. (4/7), 6 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata. Se qualcuno avesse visto solo gli highlights offensivi di Lamb direbbe che sono pazzo a dargli questo voto. Prende ribalzi, attacca piuttosto bene, ma dietro non tiene e a volte prende anche canestri sui quali è difficile far di più. La media tra una difesa insufficiente e un buon attacco. Riuscisse a difender meglio, con l’MKG delle ultime partite sarebbe titolare. E’ come l’uovo o la gallina, toglierlo o lasciarlo…
 
Kaminsky: 6
6 pt. (2/5), 3 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata. Bravo nello smistare palloni giocando di squadra. Fa il suo in 20 minuti ma perde due palloni, un palleggiandosi sul ginocchio in virata, ball-handling da dilettanti. Non forza e questo va bene.
 
Hawes: 5,5
10 pt. (5/9), 3 rimbalzi, 2 assist, 2 stoppate in 26 minuti. Mi taccerete d’eresia ma io vedo Spencer molto meglio come ala grande che come centro se aiutato da un centro a presidiare l’area. Una combinazione Hibbert/Hawes con il roster a posto penso potrebbe assortire bene la coppia di lunghi della second unit. In attacco è uno che fa movimento e mette tiri, dietro è uno combattivo ma nel finale è un buco nonostante la stoppata su McDermott. A riprova c’è il -13 di plus/minus e la facilità con la quale lascia andare Butler all’appoggio per poi commettere un fallo sullo stesso giocatore in una situazione ormai compromessa. Come Lamb… attacco ok, difesa nei finali da paura…
 
Coach Clifford: 6
Nel finale è salito il ritmo, dopo alcune buone giocate di Spencer avrebbe dovuto sostituirlo per Hibbert. Lo so che ho appena scritto ne “Il Punto” che Spencer dovrebbe aver più spazio al posto di Roy, ma ci sono dei distinguo in base alle situazioni. Secondo me una lettura sbagliata della situazione (anche se lui l’avrà fatta in base al quintetto dei Bulls sul parquet) in una difesa che faceva fatica a tenere poiché Spencer in un finale tirato, come centro difficile possa rendere. Probabilmente avendo tolto Lamb, voleva qualcosa di più veloce di Roy. Stasera non ci affossano le triple, anche perché Chicago dalla distanza è se non erro, la più scarsa, ma Butler. In genere la squadra è poco cattiva, stasera lo è poco di più e spende alcuni falli male, oltre a regalucci arbitrali nel finale… Sufficienza perché deve rinunciare a due buoni giocatori e perché si vede un buon basket, ma quella difesa è da sistemare, anche se per caratteristiche sarebbe un rompicapo anche per Popovich.
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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.