Game 35: Charlotte Hornets @ Golden State Warriors 111-100

 

La legge la detta il più forte.
Il problema è capire chi è il più forte.
Non sempre chi ha le maggiori possibilità vince per vari motivi.
Amalgama, assenze, motivazioni, deterioramento sono solo alcune cause che possono influire sulla resa…
Sicuramente sulla carta i Warriors sono squadra infinitamente superiore, non solo agli Hornets ma ad almeno altre ventiquattro franchigie dell’attuale NBA, tuttavia si sono fatti sorprendere da degli agguerriti Calabroni, i quali nonostante il pessimo record da trasferta si sono concessi il “lusso” di una serata magica andando a battere i campioni del mondo sul loro terreno.
La domination proposta dalla TV dei Warriors è quindi svanita per una notte e il classico Davide contro Golia si è rimaterializzato facendomi tornare ad amare l’imprevedibilità di questo gioco.
Non perché io odi i Warriors, ma la vittoria dei piccoli sui grandi rappresenta un’utopia così grande nell’era moderna nella quale il grosso si fa forte spalleggiandosi a compari che producono leggi a favore, che, almeno in ambito sportivo NBA (sicuramente più pulito e con meno tensioni e mezzi che diventano fini rispetto alla tecnica/geopolitica mondiale) questi piccoli miracoli se interpretati con il giusto spirito, dovrebbero rappresentare uno stimolo a non cedere mai di fronte alle avversità.
Già, perché la stagione di Charlotte non è solo complicata, è stata fino a oggi una beffa e probabilmente non sarà risolvibile, ma se avessimo visto per le trentaquattro partite precedenti, una squadra sempre così attenta e grintosa, gli Hornets oggi si troverebbero nel gruppetto con Bucks, Wizards, ecc..
Nonostante i 27 punti di Durant (piccolo problema alla caviglia per lui nel secondo tempo, calpestando il piede di Batum), i 24 di Thompson e i 12 di Livingston gli Hornets hanno portato a casa la vittoria giocando di collettivo.
Non può essere gran scusante l’assenza di Curry, il quale già era infortunato all’andata a Charlotte, quando i Warriors passarono molto agilmente allo Spectrum Center.
Gioco di squadra dicevamo; gli Hornets hanno vinto rubando quasi il doppio di palloni che hanno in media durante l’anno. Dodici steal nella serata utilissime, pochi turnover (10 contro 17 dei Warriors), pochi falli (10), tanti liberi (23/34 contro i 12/13 dei GSW) anche frutto di un gioco di passaggi migliorato rispetto al quasi nulla precedente e il predominio a rimbalzo (47-43) che testimonia la voglia di vincere mostrata nella serata, non avuta in altre occasioni.
Non è bastato alla squadra di Kerr smazzare 32 assist contro i 27 di Charlotte, le percentuali al tiro dal campo si sono equivalse: 46,1% per i Calabroni, 46% per i Guerrieri.

 

 

Lo starting five degli Hornets.

I Warriors scendevano in campo con: Livingston, Thompson, Durant, Dr. Green e Pachulia.

Howard tirava giù la palla due senza oppositori, Charlotte si portava in attacco e Batum si prendeva subito la responsabilità del tiro dalla top of the key; preciso infilava il 2-0 ma la risposta immediata di Thompson dietro un blocco era da tre punti.
Gli Hornets passavano nuovamente avanti grazie a un tiro dalla media di MKG a 11:10 che trovava solo il cotone nonostante l’opposizione di Green, ma ancora una volta i californiani segnavano; era Livingston dalla baseline destra in jumper a riportare sul +1 i suoi.
Gli Hornets andavano a vuoto con Howard e Walker, mentre i Warriors continuavano a essere precisi.
In particolare Thompson segnava quasi tutto e a 8:54 raggiungendo i 10 pt. personali portava sul 5-14 la squadra di Kerr.
Walker da tre punti a 8:41 riduceva lo scarto ma un turnaround di Livingston sulla linea di fondo destra anticipava la sospensione utile per il ridoppiaggio (8-16).
Charlotte reagiva e Walker in penetrazione scaricava dietro a un liberissimo Howard che dalla top of the key faceva partire il preciso piazzato per farci toccare quota 10 punti, cifra aumentata da una steal di Marvin e dal contropiede che vedeva la decisa entrata frontale di MKG chiusa da un fing and roll.
A 7:32 ancora MKG in entrata era abbattuto ma per gli arbitri il fallo non era sull’appoggio.
Howard deviava un pallone in difesa e andava a proporsi in transizione ricevendo a pochi passi dal canestro il pallone in corsa, layup facile per il -2 che tuttavia era respinto a 6:27 da un open 3 di Thompson sul quale i giocatori degli Hornets chiedevano uno sfondamento.
L’assistente Delaney era tacciato di proteste eccessive e i Warriors con il libero gratuito si portavano sul +6 ma non incanalavano il match perché, nonostante la stoppata subita da MKG e la beffa del cronometro scaduto producevano un pick and roll tra Batum e Howard che vedeva il secondo andare a schiacciare per la settantaduesima volta in stagione.
A 4:56 di forza Howard sulla baseline destra passava Pachulia, il canestro e appoggiava altissimo al vetro un clamoroso reverse layup sul quale guadagnava anche il FT.
Libero mancato ma negli occhi una prodezza da PG che stimolava gli Hornets; finta d’entrata di Kaminsky, scarico sul lato sinistro e tripla vincente di Batum per il 21-22…
A 3:48 Batum commetteva fallo sul tiro da tre di Durant che era una sentenza a gioco fermo.
Piccola battuta d’arresto che non fermava Frank a 3:32. Finta, avvicinamento e tiro del Tank che cannoneggiava ancora per il -2, gap annullato, da Howard a 2:56 con una virata velocissima su Bell e una schiacciata per il 25 pari che “faceva suonare il campanello”.
Kaminsky stoppava Durant facilmente e O’Bryant da sotto al vetro ci portava anche avanti a 1:32.
Kaminsky in entrata guadagnava un gioco da tre punti e gli Hornets con un parziale di 9-0 si spingevano sul 30-25.
Bell e una correzione di Graham alzavano il punteggio che Durant provava a ritoccare con un canestro capolavoro fortunoso annullato dagli arbitri che consideravano il fallo del nostro n° 21 antecedente al tiro.
O’Bryant però commetteva fallo a :03.9 su Bell che con un 2/2 ritoccava il punteggio finale del primo quarto sul 32-29 pro Hornets.

Frank e Dwight vanno per il five.
Foto: Associated Press.

Il secondo quarto si apriva con il buon vecchio David West (che ricordi con gli Hornets a New Orleans) a metter dentro un roulette jumper (palla che girava intorno all’anello tante volte) su O’Bryant, MCW mancava il solito layup in entrata e anche di molto, così i Guerrieri passavano avanti con Thompson che nel pitturato riceveva un passaggio e depositava sfruttando l’urto laterale tra Graham e MCW. Lamb con un’entrata in terzo tempo saltato con cambio direzione appoggiava il teardrop.
MCW in scivolata respingeva involontariamente un tentativo di passaggio dentro, la palla rimaneva ai guerrieri che tentavano un lob sotto ma MCW recuperava la posizione e compiva una gran difesa, sulla transizione (10:14) Graham imitava Lamb, due punti e anche tiro libero (sprecato). Thompson accorciava sul -2 splittando dalla lunetta.
A 9:27 MCW si trovava dietro la linea di passaggio dei Warriors, ma beneficiava del pass non controllato così andava in transizione per segnare in leggera acrobazia il 38-34.
Young con una finta mandava al bar Graham che osservava il jumper infilarsi, dall’altra parte Kaminsky era tirato giù da Iguodala (trattenuta sul braccio) ma gli arbitri vedevano l’opposto inesistente, ne approfittava la squadra della baia che con West e Thompson ripassava in vantaggio 38-40. Frank pareggiava con un jumper dalla media, Thompson, molto mobile, si trovava sulla media a sinistra per battere Walker in sospensione.
Kemba si rifaceva sulla top of the key, passaggio saltato per O’Bryant che si sganciava in verticale e andava a segnare facile facile sfruttando il raddoppio sul capitano.
Charlotte rimetteva il capo avanti grazie a una transizione; Lamb era fermato sulla dunk fallosamente, due FT realizzati e Hornets sul 44-42.
Kaminsky mancava un altro paio di FT e West in schiacciata puniva lo spreco del Tank.
Batum mandava un brutto passaggio in avanti, Bell si produceva in transizione ma appoggiava sotto il ferro facendo carambolare il pallone proprio sotto il metallo. Occasione mancata che sfruttava Batum con la transizione in fing and roll.
A 4:51 MKG vedeva Howard nel pitturato e rilasciando un passaggio fulmineo inceneriva la difesa di casa che subiva la dunk di Dwight.
A 4:32 colpiva Durant da due punti ma MKG a 3:55 mostrava il suo duro lavoro; fade-away in uno contro uno per il canestro da delitto perfetto.
Durant con la tripla accorciava sul 50-49.
Gli Hornets attaccavano mettendo un po’ di scompiglio tra le linee difensive dei gialloblù, MKG e Howard guadagnavano due FT a testa e ne realizzavano uno, sempre “a cranio”…
I Warriors nel finale commettevano anche il decimo turnover del loro primo tempo ma riuscivano comunque a trovare il pari con Iguodala in corsa.
I primi 24 minuti terminavano con una battaglia che finiva 53 pari, nebbia bassa e futuro imperscrutabile per gli altri 24 minuti a venire.
Il secondo tempo si apriva con Walker che cambiava scarpe.
Chissà se le aveva fornite direttamente Michael Jordan… come nel sogno di Calvin, la partita girava grazie a esse. Kemba a 11:25 mostrava subito un ottimo confidenziale jumper frontale per sbloccare il risultato dopo la pausa. Durant falliva una conclusione sull’uscita di Howard dal pitturato ma Thompson poco più tardi pareggiava ugualmente.
A 10:09 un gioco dentro fuori Batum/Howard/Batum vedeva lo scarico del centro raddoppiato, il francese tirava da tre apertamente e centrava il bersaglio mentre Kemba in entrata, andando a contatto con Pachulia guadagnava due FT che realizzava spingendo Charlotte sul 60-55.
Una dunk di Livingston anticipava due buone giocate del grande assente dell’anno:
Nic Batum.
Il francese con un passaggio schiacciato dietro la schiena in avvicinamento forniva a Howard materiale per il piazzato dalla lunga che il centro realizzava tra i rumoreggiamenti del pubblico dell’Oracle, stupito, inoltre era direttamente il numero cinque a realizzare dal mid range (7:28) il +7 (64-57).
Una reverse dunk di Livingston dopo aver passato Kemba in crossover sulla linea di fondo sinistra e un lancio lungo di Green a tagliare campo e area pescava Durant solo che infilava il cesto per la rimonta sul 64-61.
Silas era bravo a capire il momento, così tagliava i rifornimenti mentali dei Warriors chiedendo un time-out. MKG in jumper a 6:35 faceva ripartire gli Hornets che si lanciavano anche in transizione su una persa di Durant, il tempo sembrava perso ma arrivava il lob di Batum per Marvin che rollando verso canestro attraeva su di se il difensore in più; extra pass sulla sinistra per Howard che subiva il tocco di Pachulia (preso in mezzo), la palla messa da Howard finiva nella retina così come il FT.
69-61 a 6:07 dalla terza luce rossa…
Durant non era in gran serata e si faceva portar via la palla da Kemba che in attacco però tirava corto da tre punti dall’angolo destro dimenticandosi delle scarpette.
I Warriors avevano un’altra piccola reazione e Durant riuscendo a segnare il 70-65 ridava voce ai tifosi di casa ma a 4:34 Howard entrava in lunetta grazie al raggiunto numero limite di falli della squadra di Kerr.
2/2 contrastato da un sottomano di Bell, tuttavia a 3:37 Howard si faceva vedere come uomo assist, passaggio dentro per Batum che da solo si divertiva nell’appoggio reverse andando a segnare il personale quindicesimo punto nonché il 74-67.
Young dal corner sinistro falliva la tripla ma sulla seconda possibilità (2:58) Durant metteva dentro la bomba frontale (74-70).
Un tiro di Lamb si schiantava sul ferro ma la palla viaggiava verso destra, Howard s’inarcava e schiacciava di potenza prima che la sfera si allontanasse…
Il nostro numero 12 era ormai lanciatissimo e nell’1 vs 1 contro l’esperto Iguodala ricavava un fallo viste le difficoltà del campione in carica a tenerlo.
Howard sbagliava un tiro ma realizzava l’altro, così come Lamb sull’azione seguente; la sua entrata era contrastata da Bell che lo costringeva all’ultimo a cambiare tipo d’alzata, palla sul ferro ma Lamb toglieva il tempo ai due difensori andando a correggere la sfera in quel mezzo tempo utile per trovare un altro canestro importante a 1:05 per il 79-70.
Nell’ultimo minuto Young infilava due punti e Durant segnava due liberi (primo fallo degli Hornets in tutto il quarto).
Ridotto lo scarto ci si avviava all’ultimo periodo.

Frank Kaminsky ha avuto una buona performance nella notte. Kyle Terada-USA TODAY Sports

 
Lamb lo iniziava benino guadagnando due FT che tuttavia splittava per l’80-75.
West in banker e Graham in reverse layup difendendosi con il ferro sul proprio passaggio sulla linea di fondo aumentavano il risultato, West segnava ancora portando a -3 i campioni del mondo (82-79) che potrebbero pervenire al -1 se un ripiegamento difensivo di Lamb non fosse utile a produrre una stoppata memorabile su Green che riprendendo palla si trovava ancora le mani del nostro numero tre a deviargli la sfera, palla recuperata da Frank che tirava malissimo in attacco, tuttavia Graham recuperava due FT a 9:20 e il 2/2 faceva sì che l’elastico tornasse a estendersi sul +5.
Gli Hornets resistevano ancora una volta al canestro di McCaw rispondendo con l’appoggio di Howard al vero per poi colpire ancora con il Tank che si faceva perdonare ricavando un buon canestro dall’altro del pitturato sverniciando Thompson.
La capacità degli Hornets di bloccare le linee di passaggio si rivelava non solo utile, ma decisiva.
Lamb capiva le intenzioni d’Iguodala e allungando un arto intercettava con gran riflesso la sfera che conduceva in solitaria dall’altra parte del campo per farla sposare con la retina.
Il canestro valeva il 90-81, una mazzata per i Warriors che vedevano West perder sfera in attacco su pressione di Howard, palla oltre il fondo e Hornets che giocavano in isolation con Howard in 1 contro 1.
Dwight però scaricava in diagonale sul lato debole, Frank tirava da ben oltre la linea dei tre punti mancando poco sul cronometro ma azzeccava una clamorosa tripla dallo stato dello Utah.
Big Frank, big shot che ci consentiva di raggiungere il +12 (93-81) e quando Green era costretto da Lamb a ballare il mumbo, i punti di distanza divenivano 14 (6:33), troppi per dei Warriors decisamente non in palla.
Lo spirito del finale era quello giusto; Kemba stoppava Green, poi come una tigre lo inseguiva tendendogli un agguato, palla toccata e tuffo oltre la linea di fondo per salvare la sfera destinata all’uscita con passaggio alla cieca perfettamente riuscito per un compagno.
A 4:51 Kemba riattivava le scarpette jordaniane colpendo da tre punti (98-83), inutile a 4:06 una bella giocata di Durant che segnava da fuori subendo il tocco di Batum in uscita da un blocco (99-90).
Kemba in versione monster infilava una bomba a 3:55 per il 102-90 per tornare a segnare due punti a 2:15 dalla fine (107-94).
Con Kemba scatenato nel finale le distanze rimanevano impossibili da colmare per i Warriors che finivano per cedere 111-100 inaspettatamente davanti al loro pubblico vittime della difesa e contrattacco degli Hornets.
 
Pagelle
 
Walker: 7,5
16 pt., 5 rimbalzi, 5 assist, 3 rubate, 2 stoppate. 5/16 al tiro migliorato tutto nel secondo tempo quando serviva. +11 di plus/minus ma soprattutto l’atteggiamento giusto. Spirito di rivalsa. Una tigre nel finale che spinge gli Hornets alla vittoria con canestri pesanti.
 
Batum: 7
15 pt., 4 rimbalzi, 6 assist, 1 rubata. I soliti palloni persi (3), con qualcosa d’evitabile ma è un Batum decisamente migliore. 6/10 al tiro frutto di maggior concentrazione evitando tiri a bassa percentuale. Sicuramene una buona prova, anche se in difesa è uno di quelli che mi piace di meno, ma si muove almeno.
 
Kidd-Gilchrist: 6,5
12 pt., 2 rimbalzi, 1 assist. Anche in apnea MKG trova canestri importanti. 5/12 dal campo, peccato per il 2/4 ai liberi. In 25 minuti però mostra qualche pecca a livello statistico difensivo, in campo però in difesa il suo lo fa.
 
M. Williams: 6
0 pt., 5 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 1 stoppata in 22 minuti. 0/2 al tiro. Lavora in difesa, anche se prende in faccia qualche canestro. Ci prova poco in attacco e finisce con zero punti ma tutto sommato una sufficienza striminzita la porta a casa.
 
Howard: 8,5
29 pt., 13 rimbalzi, 7 assist, 2 rubate. Pareggia il suo record in carriera a livello d’assist con 7… Finisce con 10/15 al tiro e 9/12 dalla lunetta. Peccato per i 4 turnover ma ha un +9 di +/-, frutto di una prestazione personale del miglior Howard ai tempi d’Orlando. I Warriors non sanno come fermarlo e lui produce rimbalzi e punti con qualche highlight.
 
Lamb: 7
11 pt., 6 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 2 stoppate. Il 4/13 al tiro è scarso ma ha il merito di piazzare una stoppata in un momento chiave e di ripetersi con rubata e canestro in un altro momento di possibile svolta della gara. Attacco e difesa con un paio di bei canestri in entrata. Altra buona prestazione di Jeremy.
 
Kaminsky: 7,5
14 pt., 6 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate, 1 stoppata. Frank finisce con un buon 5/8 al tiro. Il suo apporto in punti dalla panchina è fondamentale. Con queste prestazioni aiuta la squadra a vincere. La tripla siderale dalla galassia d’Andromeda spazza via i Guerrieri dl campo. Big night per big Frank.
 
O’Bryant: 6
4 pt., 2 rimbalzi. Gioca 7 minuti, fa il suo in attacco, in difesa si fa battere mostrando poco atletismo ma pazienza, la serata degli Hornets resta memorabile ugualmente…
 
Carter-Williams: 6,5
2 pt., 1 rimbalzo, 3 assist, 2 rubate in 12 minuti. L’1/4 con l’ennesimo layup in entrata mancato testimonia quanto faccia fatica a segnare. Tiri sballati… non sembra un giocatore da NBA in questo ma porta tanta pressione e recupera palloni oltre che a fornire assist. Grande intensità difensiva che compensa per portarlo a qualcosa di più di una sufficienza.
 
Graham: 6,5
8 pt., 3 rimbalzi in 16 minuti. Buona prova di Graham che sta uscendo dall’anonimato per ritagliarsi qualche minuto. Bacon non gioca più e lui ne ottiene 16. Non tradisce dal punto di vista offensivo con un 3/5 dal campo. In difesa va un po’ per le terre ma gli 8 pt. da un panchinaro profondo sono manna per Charlotte.
 
Coach S. Silas: 7
Squadra incredibilmente viva. Intasa tutte le linee di passaggio possibili. E’ vero che i Warriors incappano in una serata storta, ma gli Hornets mettono del loro mandando in tilt gli attacchi avversari, i quali commettono 10 turnover nei primi 24 minuti. Chiama un time-out con i tempi gusti preservandoci da un’eventuale rimonta e nel finale crea delle buone rotazioni evitando di perder per troppo tempo gli uomini titolari in blocco, cosa che Charlotte non può permettersi, nonostante il buon contributo della bench tonight.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.