Game 35; Charlotte Hornets @ Orlando Magic 98-90

Le due squadre si affrontavano dopo aver perso le rispettive partite giocate nella notte di ieri.
Il back to back diveniva un back to the future per gli Hornets che tornavano indietro nel tempo al periodo prenatalizio, mettendoci energia, grinta, voglia di vincere.
Chissà se i Calabroni in questo ritorno al passato avranno voglia di farlo diventare un buon futuro, abbandonando le nauseanti sconfitte, attendendo sempre le mosse societarie che dovrebbero avvenire in questa stagione.
Gli Hornets sono riusciti comunque ad accumulare un largo vantaggio e a respingere l’assalto dei Magic a inizio terzo quarto ottenendo un’importante, convincente e salutare vittoria in trasferta.

Michael Kidd-Gilchrist (buona prestazione) in entrata contro Ben Gordon.

Michael Kidd-Gilchrist (buona prestazione) in entrata contro Ben Gordon.

I padroni di casa si presentavano sul parquet amico con; Payton, Oladipo, Harris, O’Quinn e Vucevic.
Gli Hornets in tenuta viola invece confermavano il quintetto visto di recente con; Walker, Henderson, Kidd-Gilchrist, Zeller e Biyombo.

Gli Charlotte Hornets avevano voglia di riscattarsi dopo alcune prove che avevano lasciato amarezza e qualche tossina tra i tifosi, Henderson interpretava al meglio questo sentimento partendo bene, segnando un canestro dalla baseline destra a 11:45 dopo una buona circolazione di palla della squadra sul perimetro.
I Magic però passavano in vantaggio un minuto dopo con Vucevic che sfruttava un Biyombo che ancora non aveva preso le misure al centro di casa.
Il 2-4 era ribaltato da Walker, che dopo averci pensato un attimo, provava la tripla mandandola a buon fine per il 5-4.
Harris con due liberi riportava momentaneamente in vantaggio la squadra della Florida, Charlotte, però iniziava a salire di tono in difesa grazie a MKG che stoppava Payton da sotto dopo che il play avversario era riuscito a guadagnare il layup.
Zeller faceva vedere una buona difesa e portandosi in attacco, ricevuto da Walker, metteva il tiro (quasi da 3 pt.) dalla baseline sinistra per il controsorpasso.
Gli Hornets pasticciano un po’ e su un rimbalzo, Henderson va a dar fastidio a Zeller già solo e con la palla in mano, palla oltre la linea di fondo regalata ai Magic.
I Calabroni trovano anche buoni attacchi; a 7:06 penetrazione di MKG in verticale (leggermente sul lato destro grazie alla schermatura di Biyombo) conclusa bucando la difesa in appoggio e prodezza personale di Walker a 6:42 che tira dalla linea di fondo oltre Vucevic per il12-6 che mandava in fumo il cervello di coach Jacque Vaughn.
Con un runner di Williams che bucava la difesa di Vaughn, il vantaggio saliva a 8 punti (16-8), anche se Harris a 4:44 schiacciava in faccia a MKG, Charlotte si rifaceva con Walker in penetrazione arresto e tiro facendo saltare l’avversario e con Neal.
Il suo tiro oltre Vucevic trovava l’amico ferro pronto ad accogliere benevolmente la conclusione, portando la partita sul 20-12.
Nonostante Kidd-Gilchrist si prodigasse in difesa, la squadra di coach Vaughn rientrava sino al -2 trascinata da Vucevic, però a 1:09 arrivava un provvidenziale canestro di Marvin Williams dal lato destro che faceva segnare sul tabellone il 22-18, punteggio con il quale si chiudeva il primo periodo.

Le panchine in campo a inizio secondo quarto non erano ben calibrate e gli attacchi latitavano finché Neal non riusciva a mettere 5 punti di parziale personale, prima con un tiro dalla lunga diagonale destra a 8:24, poi con un gioco da 3 punti a 7:49.
Il 29-24 durava finché Gordon indovinava una tripla dall’angolo sinistro alzando la parabola sulla difesa di Hairston.
Charlotte riusciva a salire fino a 7 punti di vantaggio grazie al buon momento difensivo di Cody e a una transizione di Henderson a 5:44.
I Calabroni non si fermavano e variando il gioco divenivano inarrestabili per i Magic.
A 4:21 Henderson sbagliava un tiro ma MKG si faceva largo a rimbalzo, palla recuperata e convertita in canestro per il 40-29, unico neo, il ciclico libero addizionale mancato dallo swingman degli Hornets.
Il divario si allargava addirittura a 14 punti quando Walker con confidenza sparava da 50° sinistra la tripla del 43-29.
A 1:20 Zeller segnava con un tiro da sinistra dalla lunga distanza per il 49-29 in una fase in cui Charlotte stava dominando.
Kidd-Gilchrist aggressivo in attacco, Maxiell utile con i suoi tap-out a tenere palloni importanti e Walker con un bel lavoro difensivo nel finale a strappare un pallone sul filo ai Magic per andare a far guadagnare due liberi a Zeller in transizione, erano tutti elementi che portavano la squadra di Michael Jordan all’intervallo in vantaggio 52-29.

Charlotte però dovrebbe giocare partite senza intervalli lunghi, infatti, al rientro sul parquet ha un atteggiamento di sufficienza, mentre i Magic, che dovevano recuperare, partivano forte spaventando i ragazzi di Clifford.
Charlotte intimidita non segnava nulla, i Magici invece andavano a mettere due liberi a 8:26 con Oladipo.
Questi due punti ottenuti dalla lunetta muovevano il punteggio sul 52-39, con un parziale di 10-0 Magic.
Charlotte trovava il primo canestro grazie a 7:53 con Zeller, il quale con un tip-in correggeva l’errore al tiro di un compagno.
O’Quinn a 7:29 andava per la tripla del -12, Walker lo imitava con una tripla frontale a 6:40 riportando a +15 il gap (57-42). Nel finale Orlando diventava quasi mono-schematica affidandosi alle iniziative in penetrazione di Oladipo, le quali inizialmente avevano buon successo. Charlotte però con MKG a 5:30 in sospensione, con Henderson a 5:00 in transizione e un gioco “Liegi Bastogne Liegi” (palla passata sul perimetro da Walker a Neal e restituita al play) bastonava da 3 punti la squadra della Florida a 2:23 e si riaccomodava su 20 punti di vantaggio (68-48).
Il finale della terza frazione, nonostante il parziale a favore dei Magic, vedeva Charlotte sempre saldamente al comando per 70-54.

L’avvio dell’ultimo quarto era nettamente migliore rispetto al precedente per gli Hornets.
Il jumper di Williams a 11:43 trovava la retina e nonostante Neal s’incaponisse in qualche tentativo da tre punti di troppo con lo stesso risultato, cioè zero, Maxiell risultava importante.
Prima si prendeva un rimbalzo e splittava i liberi, poi si appendeva al ferro polverizzando i Magic per il 75-54 a 10:28 dopo aver recuperato un pallone al volo sull’errore di Neal (impegnato in un difficile sottomano).
A 9:56 Fournier anticipava sulla rimessa il passaggio destinato a Walker e concludeva in schiacciata.
Un paio di buone iniziative di Neal tenevano a distanza di sicurezza i bianchi di casa, Gary segnava l’81-64 dal post alto destro frustando la retina.
A 7:31 Roberts approfitta della chiusura in ritardo dei Magic.
Nell’angolo sinistro finta, il suo difensore lanciato abbocca, due passi per entrare nella zona da due punti e mettere il jumper dell’83-66 dalla linea di fondo destra.
Dopo essersi rivisto Oladipo, Kemba riusciva con 4 punti a portare Charlotte sul +19 a 5:39 dal termine.
Il solito Oladipo era una spina nel fianco e realizzando 5 pt. (da sotto e da 3 pt.) incoraggiava i Magic alla rimonta quando mancavano 3:23 alla fine e il punteggio era di 87-75.
Lo score veniva conservato da un rimbalzo importante di Maxiell in attacco.
A 2:04 probabilmente si assisteva alla giocata più importante e bella della partita.
Walker azionava le mandibole del Calabrone; tallonato da tre giocatori decideva di andare in penetrazione, Oladipo e Fournier allungavano i loro tentacoli trattenendo le braccia di Walker, il quale però continua l’azione gettandosi al tiro sul suo lato destro, canestro realizzato appoggiando al vetro con forza e traiettoria dosate perfettamente.
Tiro libero addizionale mandato a bersaglio e Hornets avanti 90-76.
I Magic non demordevano; a 1:52 la tripla di Fournier tornava a far sperare la squadra in tenuta bianca, quando Maxiell nella pachidermica battaglia con Vucevic era sanzionato dagli arbitri, anche i tifosi più scettici potevano iniziare a crederci.
Il lungo di casa a 1:23 realizzava dalla lunetta entrambi i tentativi e i Magic scendevano al di sotto della doppia cifra di svantaggio, 90-81. Vaughn impostava la squadra sulla modalità raddoppio, però Walker era bravo a trovare Codzeller sotto canestro.
Il suo reverse non andava a buon fine ma c’era il fallo.
Cody ne approfittava a metà realizzando solo uno dei due tiri.
L’ultimo sussulto Orlando l’aveva a 1:01, quando Payton recuperava un pallone sotto il canestro di New Orleans e segnava da sotto venendo toccato da MKG.
Libero realizzato e -7 (91-84).
Il fallo involontario (troppa pressione) di Oladipo su Walker a :58.3 chiudeva i conti poiché Charlotte gestiva dalla lunetta il finale, vincendo 98-90, prendendosi una bella rivincita su Orlando.

Charlotte ha tirato alzando le sue percentuali recenti con un 44,9% contro il 37,9 di Orlando.
La lotta a rimbalzo è stata importante e vinta nettamente dalla squadra in tenuta viola per 53-44.

Voti

Walker: 8,5
30 pt. (10/21), 7 rimbalzi, 6 assist, 2 rubate, 1 stoppata. Unico neo sono I 3 palloni persi, ma in attacco mette un triello, in difesa annulla il suo avversario. “Chi è lo Re?” chiedeva un certo Diego, alias Attila… Lo re è W.A.L.K.E.R. Doppia W come win, A come accelerazione, L come lunga distanza, K come Kinder (bambino, ha un po’ il viso…), E come efficienza e R come Regia.

Henderson: 6
9 pt. (4/12), 5 rimbalzi, 3 palle perse. Pessimo inizio di Gerald che spara da tutte le parti ma “ci prende poco”. Difesa a tratti valida a volte scarsa.

Kidd-Gilchrist: 7,5
17 pt. (7/13), 12 rimbalzi, 3 assist, 1 stoppata. Importante in tutte le fasi, attacco, difesa e rimbalzo.

Zeller: 7
12 pt. (3/5), 7 rimbalzi, 1 stoppata. Buoni movimenti offensivi. Inizia bene in difesa. L’impegno c’è, anche se non sempre può fermare il lungo di turno. Considerate le cifre in 20 minuti e 28 secondi.

Biyombo: 5,5
0 pt. (0/0) 2 rimbalzi, 1 rubata in 17:18. Non prende tiri. Vucevic gli mette il primo tiro in faccia, poi Biz capisce che deve saltare e lo fa sbagliare, tuttavia il lungo avversario vince il duello poco dopo.

Williams: 7
9 (4/8), 9 rimbalzi, 2 assist in 28:55. Un buon 50% dal campo per Marvin. Anche lui da una mano a rimbalzo e nel primo quarto segna un canestro importante bloccando una pericolosa inerzia.

Maxiell: 7
3 pt. (1/3), 8 rimbalzi, 1 stoppata. Commette cinque falli (anche perché non puoi non vederlo) e l’ingresso in campo non è dei migliori. Trova i 3 punti quando servono, all’inizio dell’ultimo quarto. Rimbalzi e tap-out decisivi.

Neal: 7
16 pt. (5/11), 2 assist, 3 palle perse. Da 3 ha un conto personale, anche stasera fa 0/3, tuttavia trova canestri importanti e 16 punti non sono male dalla panchina. Promosso finalmente.

Roberts: 5,5
2 pt. (1/4), 1 rimbalzo e 1 assist in 14:45. Qualche errorino di troppo al tiro, non mi è piaciuto oltretutto come c’è arrivato. L’unico canestro che segna è intelligente.

Hairston: s.v.
0 pt. (0/1), in 5:47. Troppo poco per giudicare.

Coach Clifford: 6,5
Chiama i suoi timeout e si vede qualche schema in più. Il blocco alto per Walker in cui il play ha trovato i punti è uno schema semplice, ma che si dovrebbe sfruttare più spesso, magari con varianti sul tema in caso di buona difesa.

Questo articolo è stato pubblicato in Games da igor . Aggiungi il permalink ai segnalibri.

Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.

3 pensieri su “Game 35; Charlotte Hornets @ Orlando Magic 98-90

  1. Bene la vittoria che da un po’ di respiro e blocca la serie negativa in cui eravamo ripiombati. Ho ancora l’amaro in bocca per le gare perse con i Bucks all’OT e con i Cavs privi di James….due sconfitte per me inaccettabili per come sono maturate. Finche’ non troveremo una continuita’ di vittorie ma soprattutto di gioco (per lunghi tratti inesistente in questa prima parte di regular season) affidandoci solo alle serate in grande spolvero di KW e di Big Al (speriamo i tempi di recupero non si potraggano oltre quelli previsti) non vedo purtroppo un futuro roseo per i nostri calabroni. Clifford per quanto sia un buon allenatore e un uomo esemplare non sembra aver piu’ in mano le redini della squadra….ovviamente la colpa non e’ sua se molte volte le percentuali dei tiri sono sconfortanti ma le evidenti lacune di gioco e la sofferente fase difensiva sono farina del suo sacco e dello staff. Non sono un GM o un head coach ma da semplice tifoso credo che sia venuto il momento per Jordan di prendere in mano la situazione e cercare di invertire la rotta prendendo in considerazione questi punti…..1- fare al piu’ presto chiarezza sulla situazione Stephenson e imbastire una trade adeguata che porti un buon lungo. 2- Cominciare a cercare un nuovo GM presentando a Cho la lettera di fine rapporto a fine stagione. 3- Dare una svegliata a Clifford e allo staff capendo quali sono i reali problemi che affliggono la squadra dal punto di vista gestionale oppure cambiare immediatamente timoniere. Fossi in lui comincerei da qui….anche perche’ non siamo una franchigia che e’ partita ad inizio stagione con l’obbiettivo di tankare come phila o i t’wolves….ma un posto nelle sweet 16 doveva essere non un obbligo ma quasi (considerando il livello della conference a est). Quindi penso che i tifosi non pretendano il rimontone a questo punto della stagione (ovviamente mai smettere di crederci anche se quasi impossibile) quantomeno un identita’ di squadra, ad oggi inesistente, ma soprattutto un progetto chiaro sul futuro e su cosa vogliamo fare da grandi, magari prendendo esempio da Milwaukee che da quando e’ arrivata la nuova proprieta’ sono stati subito definite le linee guida per la franchigia e con l’ingaggio di Kidd hanno piazzato un altro tassello verso la valorizzazione di una piazza come la citta’ del Winsconsin che e’ nettamente meno appetibile della nostra Charlotte, e i risultati si vedono…con loro in 6 posizione e noi ahime’ in 12:( Speriamo che questo 2015 possa darci soddisfazioni sul parquet e se posso esprimere un desiderio da tifoso vorrei vedere nascere una squadra con una identita’ ben precisa, un gruppo coeso che rema nella stessa direzione e non un insieme di atleti che galleggia in un limbo che non sa ne di carne ne di pesce.
    LET’S GO HORNETS!!!

    • Se eliminassimo qualche aspetto strategico/tecnico di cui hai parlato, potrei dire di avere scritto io questo commento, paradossalmente condivido tutto. Se non ricordo male Cho è stato scelto proprio da Jordan a inizio stagione e gli hanno affiancato Chad Buchanan (proveniente da molti anni passati ai Portland Trail Blazers, non proprio l’ultima delle squadre) come assistant GM. Cassare Rod Higgins dopo l’anno scorso è stata una mossa estremamente stupida, come perdere i servigi di McRoberts, un passatore e buono intorno al ferro.

      • Purtroppo il Jordan in versione front office non e’ nuovo a madornali errori manageriali….da ricordare il clamoroso abbaglio con Kwame Brown prima scelta assoluta a Washington, oppure il mancato approdo di McGrady ai Bulls nel 98 (gia praticamente opzionato dall’allora GM Krause in cambio in Scottie Pippen ai Raptors) minacciando il ritiro se fosse andato in porto. Secondo me il problema di fondo e’ che la filosofia della franchigia e’ stata impostata male gia’ dalla pre-season; si e’ dato troppo per scontato che con il minimo sforzo ci saremmo ritrovati tra le prime 8 ad est. Certo, ora come ora nella conference orientale basta anche essere sotto il 50% per assicurasi un posto nel tabellone della post-season, pero’ nessuno fa sconti a nessuno e i playoff bisogna guadagnarseli…e in questo per me l’intero front office ha peccato di presunzione. Non vorrei divagare prendendo ad esempio altri team, ma un altro chiaro esempio che penso avvalori la mia tesi e’ quello dei Cavs…ad inizio stagione si pensava dovessero dominare l’est e riportare la conference ad un livello piu’ consono, invece alle prime difficolta’ (infortunio di James, stagione finita per Varejao, Waiters ancora acerbo) si sono dimostrati squadra fragile e con poche alternative; Miller e Marion sono certo buoni gregari con un esperienza non indifferente ma non certo sufficenti a completare un roster che ha lacune in panchina come play e un buon centro. Evitando di dilungarmi troppo, anche loro sono il chiaro esempio che a volte troppa sufficenza o sbruffonaggine da parte dei front-office porta poi a stagioni al di sotte delle aspettative o addirittura fallimentari. Quello che ci si aspetta adesso da Jordan e’ sapere che obbiettivi reali ha la franchigia per il resto della stagione e per che cosa vogliamo lottare nel 2015-2016; tankare per ottenere una scelta alta al draft, un posto nei prossimi playoff, firmare un free-agent importante; qualsiasi cosa, l’importante e’ che ci si ponga un traguardo preciso e che si faccia il necessario per ottenerlo. Senza una linea guida o filosofia ben delineati non si ottiene niente in NBA, perche’ i playoff o i titoli non arrivano per inerzia ma dietro ci deve essere una macchina che funziona e che abbia gli ingranaggi ben oliati:)

I commenti sono chiusi.