Game 37: Charlotte Hornets @ Detroit Pistons 114-115

 
Allarme rosso
 
Sarà la febbre che mi attanaglia in questi giorni a farmi rivivere qualche flashback dal passato, tempi migliori, una Charlotte più genuina e in espansione che ora prova a rivivere una nuova giovinezza nei risultati, anche se “gli antichi tempi” di Bogues, Curry, Johnson, Mourning fino ad arrivare a Baron Davis e Phills a chiudere il secolo questa sera sono più lontani.
Ricordi nel cassetto migliori anche per Detroit, quelle di Bob Lanier (che non poso ricordare anagraficamente), quella dei Bad Boys dei vari Isaiah Thomas, Joe Dumars, Dennis Rodman (visti qualche volta da bambino in TV), dei Grant Hill, Ben Wallace o Chauncey Billups…
Finisce bene per Detroit nonostante il momento difficile, mentre Charlotte nonostante Walker, dice che per rivedere i tempi dei sopracitati, ci vorrà ancora del tempo nonostante le attenuanti dell’assenza di Zeller, della trasferta ad Auburn Hills e il back to back…
Atlanta vince a New Orleans e passa in testa alla Division inevitabilmente con un record di 20-16, mentre gli Hornets passano a un record di 20-17 e saranno attesi da due improbe trasferte texane (Spurs e Rockets), forse anche senza Nicolas Batum, perso in serata…
Detroit ha vinto la sfida a rimbalzo con un 49-57, complici i 19 di Marjanovic e i 9 di Drummond…
Le squadre hanno perso pochi palloni (5 Charlotte, 7 i Pistons, con due allenatori per certi versi speculari), alla fine, a parte i soliti dettagli, hanno deciso i punti accumulati da Detroit grazie ai rimbalzi e a un fallo di Kemba alla fine della gara…
Gli Hornets riscrivono un copione visto troppe volte quest’anno durante i finali punto a punto, mentre Morris sulla luce rossa del terzo quarto vedeva infilarsi la tripla, il “bizzarro” tentativo di Belinelli finito in fondo alla retina, sempre sull’onda dello stesso colore, non era concesso dagli arbitri perché appena fuori tempo massimo…

MKG prova il primo tiro della partita degli Hornets che finirà lungo sul secondo ferro.

 
Nessuna discussione sulla palla a due portata da Drummond nella propria metà campo, così come sul primo rimbalzo offensivo vinto dallo stesso Drummond a 11:46, fallo di Hibbert e ½ dalla lunetta per il numero 0 che portava in vantaggio i bianchi di casa.
A 11:10 era ancora il centro di Van Gundy a regalare lo 0-3 a Detroit, per fortuna Batum metteva dentro un pallone per Hibbert, bravo a spingerlo dentro al ferro.
Caldwell-Pope da tre era beffato dai due ferri ma Batum dall’altra parte del campo perdeva palla e Leuer schiacciava in transizione.
A 10:06 un’entrata di Walker portava il punteggio sul 4-5 ma i Pistons allungavano trovando una tripla di Morris, la quale era seguita da una bomba di Leuer dal corner sinistro per il 4-11… Dopo due FT a testa di Batum e Morris, una penetrazione di Marvin Williams costringeva al secondo fallo e all’uscita Leuer, partito bene.
In attacco però i Calabroni non riuscivano a fermare i Pistons e Drummond toccato dalla chiusura ritardata di Hibbert portava a casa un gioco da tre punti per l’8-16 a 8:04…
I Pistons continuavano a essere aggressivi anche in difesa ma Marvin in corsa metteva dentro un runner toccato da Harris e a sua volta portava a casa un gioco da tre punti a 7:46.
Gli Hornets a 6:13 si riportavano sul -1 quando un assist di Batum era sporcato da Morris, ma il pallone cadeva nel pitturato e recuperato da Marvin era utile per realizzare il 17-18.
Stan Van Gundy chiamava il time-out e Detroit si ritrovava subito portando un parziale di 5-0 chiuso da due punti di Jackson frontali con un semplice schermo.
A 4:44 Charlotte entrava in bonus e Walker dalla lunetta sbagliava il primo libero fermandosi a 43 tiri liberi consecutivi realizzati come Dell Curry…
Il secondo era buono e a 3:50 seguiva una transizione di MKG per il -2 ma Marjanovic iniziava a dettar legge sotto i tabelloni subendo fallo da Hibbert a 3:37.
Il 2/2 per il serbo inaugurava una serie personale di FT e rimbalzi che ben presto spostava la partita a favore dei locali; il suo sesto rimbalzo accompagnato da due FT portava sul 22-29 il tabellone. Nonostante un tiro fuori equilibrio dalla destra di Lamb finito nella retina e da due punti di Kaminsky su un rischio persa di Sessions (bravo a lottare e a recuperare), Marjanovic nel finale aggiungeva tre punti con un ½ dalla lunetta e due punti a :04.3 dalla prima luce rossa, portando sul 26-37 la partita.
 
Il secondo quarto iniziava in maniera promettente per Kaminsky, bravo a infilare la retina.
Marjanovic 16 secondi più tardi da sotto portava ancora due punti al team di Van Gundy ma a 11:12 Kaminsky infilava una tripla con scioltezza, poi era Sessions a servire l’assist laterale sulla corsa di Batum, il quale vedeva il corridoio e depositava in layup contornato da tre omini in divisa bianca.
A penalizzare Charlotte erano ancora i rimbalzi offensivi; giro e tiro di Smith non a bersaglio, ma nella no man’s land di Charlotte Drummond correggeva per il 33-41.
Nel pittuato era ancora Drummond a una mano a metter dentro su Hawes per il +10.
Spencer tentava di rifarci schiacciando in attacco ma la sua azione era interrotta da Smith che commetteva fallo spostando il suo avambraccio destro.
Il nostro doppio zero infilava dalla retina ambo le conclusioni a 8:49, poi, dopo un mid-range jumper di Harris dal centro destra, Batum e Belinelli recuperavano due contatti con, rispettivamente, Johnson e Hilliard, proseguendo la striscia positiva dei liberi messi a segno.
Quattro punti che spingevano Charlotte sul 39-45 a 7:40. Spencer ci provava in attacco ma da solo era stoppato da Drummond, serviva un assist schiacciato di Walker per esaltarlo in reverse layup a 6:24.
Sul 41-45 Van Gundy chiamava un altro time-out provvidenziale per i suoi, i quali come dei robottini, ricominciavano a giocare bene dopo la pausa.
Drummond segnava due punti, Belinelli in reverse tirava molto distante dal canestro lamentando un contatto, si andava dall’altra parte e Caldwell-Pope incurante colpiva da te per l’allungo sul 41-50.
25-34 i rimbalzi, 12 gli offensivi di Detroit…
A 3:26 Jackson mandava sul -12 gli Hornets che toccavano anche il -13 con una tripla quasi frontale di Harris. Per fortuna a due decimi dalla fine, Walker in corsa si arrestava e faceva partire un tiro dopo una finta alla quale aveva già abboccato Smith, contatto e tre FT procurati.
Tre su tre e finale primo tempo sul 48-58.
 
Il terzo quarto di Clifford prevedeva una partenza sprint e a 11:36 un rimbalzo offensivo di Hibbert procurava un’opportunità per la tripla di Walker che infilava il catch n’shoot a 11:27.
Pope in jumper interrompeva momentaneamente il fluido per il rientro degli Hornets che ripristinavano la liquidità con un tap-in di Hibbert (errore di Walker in entrata comunque utile a tenere sull’esterno Drummond).
Lo stesso Drummond per due falli spesi in poco tempo raggiungeva i 4 falli, il che consigliava a Van Gundy l’uscita dal campo.
A 10:19 Batum mandava fuori un pallone per Marvin Williams bravo a sparare immediatamente da tre e a colpire il bersaglio portando i ragazzi della Buzz City sul risultato di 56-60.
Un baseline jumper di Harris cercava di rompere il ritmo agli uomini in viola ma a 9:40 una tripla di Kemba dava il -3 agli Hornets che vedevano interrotta la loro corsa da un time-out di Van Gundy, il quale doveva rinunciare momentaneamente a Caldwell-Pope per uno scontro con Marvin (blocco dell’attaccante) che dava problemi alla spalla sinistra al difensore.
La pausa non serviva questa volta poiché Hibbert shakerava Marjanovic rimanendo spalle a canestro, mezzo giro, gancio sul serbo e -1…
Jackson in entrata e Marvin con il runner partendo da destra alzavano lo score, poi era Batum a pareggiare a quota 64 grazie a un tecnico fischiato a Jackson a 6:54.
Quando le cose sembravano farsi interessanti, gli Hornets incassavano un parziale di 6-21 complice l’uscita di Batum che su un rimbalzo difensivo accidentalmente si scontrava con Hibbert.
Morris sulla sirena metteva il tiro che valeva una partita da tre quarti campo spostato sulla destra.
Canestro buono e Pistons saldamente al comando 70-85.

Walker relizza dopo aver battuto Drummond nell’ultimo quarto.

 
La frustrazione di Charlotte era evidente e i Pistons si avvantaggiavano a inizio ultimo quarto raggiungendo il +19, impensabile quello che sarebbe successo di lì a poco…
A 9:30 Walker con due punti ottenuti appena fuori dall’area a sinistra iniziava il suo personale show nel finale.
Con Batum out Kemba continuava a sciorinare basket di qualità e precisione, Sessions in campo con lui lo aiutava con una smart ball a togliere l’attenzione su di lui.
Sempre lui, Kemba, in entrata artistica depositava di sinistra oltre la difesa dei Pistons per l’83-94, colpendo ancora poco più tardi con una tripla su Drummond che faceva inferocire Van Gundy, il quale si tranquillizzava un secondo grazie alla bomba di un Harris capace di raggiungere 25 punti.
Una bomba dall’angolo destro di Hawes (con ampio spazio a disposizione) a 5:30 dall’ultima sirena restringeva lo svantaggio a 8 punti, in più dopo un gancio di Drummond, Kemba guadagnava in entrata un gioco da tre punti (Harris sul corpo di Kemba in appoggio).
Il 92-99 a 4:58 era contrastato da un alley-oop leggero di Drummond che sfiorava l’interferenza (ma direi buono), Marvin segnava da sinistra appoggiando al vetro tra le proteste dei Pistons e del loro coach Van Gundy lamentando uno sfondamento ma Drummond era salito verso sinistra e non era fermissimo…
A 3:51 Jackson sembrava far calare il sipario sulla gara con un gioco da tre punti che rispediva gli Hornets sul -10 (94-104).
Una finta di Hawes su Drummond seguita da uno spin interno e dall’appoggio con il centro avversario saltato via, consentiva a Charlotte di portar lo svantaggio a una cifra ma a 3:18 ancora Jackson dalla lunetta insisteva per le due.
Impensabile che dopo i due punti di Ramon e la risposta a 2:46 di Morris (sempre dalla lunetta), gli Hornets potessero rientrare, nonostante un buon attacco, la difesa continuava a incassare punti e il 98-108 a meno di tre minuti dalla fine non dava indicazioni positive, invece, su una transizione il movimento palla portava Walker a colpire da tre ottenendo il -7 a 2:13 dall’ultima luce rossa.
Hawes a 1:44 su assist di Kemba bombardava frontalmente e i Calabroni tornavano a 4 punti di distanza.
Un circus shot di Jackson distanziava i viola di 6, ma Kemba ghiacciava Drummond con il crossover e chiudeva in floater, in più Walker tirava su dalla diagonale sinistra dal palleggio e realizzava il -2 con :42.7 sul cronometro.
Jackson a :26.6 nonostante i cm di Hawes riusciva a realizzare con una sospensione dall’altezza dei liberi per il +4 Pistoni.
Charlotte segnava con Kemba andando in penetrazione frontale ma era costretta al fallo a poco più di 13 secondi dalla fine sperando Jackson in lunetta sbagliasse.
Così era… il play avversario mandava a segno solamente la seconda conclusione lasciando un’ultima possibilità a Charlotte.
Belinelli prendeva palla andava dentro per poi scaricare fuori per Hawes, il quale freddamente a 8 secondi dalla fine colpiva da tre agganciando l’impossibile pareggio.

La carica di Spencer dopo aver messo la bomba del pareggio a otto secondi dalla fine.

Purtroppo nel finale Kemba contrastava troppo veementemente Jackson che toccato si recava in lunetta per affondare i due liberi decisivi.
Gli Hornets chiamavano time-out e sul gioco di blocchi Morris incartava Belinelli, la palla non era ancora in gioco e gli arbitri assegnavano un solo libero che Marco realizzava.
Sulla rimessa successiva Charlotte aveva bisogno di segnare essendo sotto 114-115 ma sulla rimessa di Kaminsky, gli Hornets non riuscivano a smarcarsi salvo Sessions nel corner destro curato a distanza da Jackson abile a deviar la palla e a far scorrere il tempo mandandola in rimessa laterale destra.
Sulla rimessa Marco approfittava delle terga di Morris, la palla rimbalzava sul suo fondo schiena, Marco riprendeva e segnava da tre usando il vetro.
Sarebbe stato un canestro incredibile ma purtroppo tempo non ce n’era più, la palla era rilasciata da Marco almeno un paio di decimi dopo l’accensione della sirena.
Charlotte, nemmeno a dirlo, era beffata per l’ennesima volta, 114-115…
 
Pagelle
 
Walker: 6,5
32 pt. (12/24), 7 rimbalzi, 5 assist. Prima nottata nella quale sono seriamente in imbarazzo ad assegnare dei voti vista l’assurda partita nella partita dei giocatori Hornets contro loro stessi. A guardare il tabellino di Kemba prima dell’ultimo quarto sembrerebbe guardare quello di un play sull’orlo del licenziamento, poi senza Batum in campo si carica la squadra sulle spalle, segna in entrata e di tripla, da 5 passa a 7,5 ma l’ultimo ingenuo (per troppa foga) fallo ci costa caro. Fa 4/9 da tre punti e commette tre turnover in 35 minuti.
 
Batum: 5,5
9 pt. (1/8), 4 rimbalzi, 5 assist. Perde due palloni ed è serata no. Non solamente al tiro. Quando Caldwell-Pope si fa male, sembra possa prendersi un vantaggio, invece si scontra con Hibbert a rimbalzo e si fa male. Esce raggiungendo gli spogliatoi. Se le stats non sono convincenti, senza di lui Charlotte piomba sotto velocemente. Per lui si parla d’iperestensione del ginocchio destro… A prescindere dalla serata negativa, perderlo per Charlotte comporterà turbolenze a gennaio, salvo che Kemba non decida di presentarsi all’All-Star Game sopperendo alla sua carenza, ma saremmo comunque limitati in alcuni settori.
 
Kidd-Gilchrist: 6,5
8 pt. (2/5), 13 rimbalzi. Non perde un pallone e spinge bene le transizioni che ha a disposizione. Il miglior rimbalzista degli Hornets, il che è tutto dire… Una serata difensivamente discreta.
 
M. Williams: 6,5
19 pt. (6/11), 7 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata. Fa 2/3 da fuori, gioca con e nel momento migliore di Charlotte ottenendo un +15. Lui è l’ala grande ma anche lui fa fatica contro avversari più alti. Peccato che la sua buona serata offensiva non sia servita.
 
Hibbert: 6
8 pt. (3/3), 6 rimbalzi, 1 assist, 3 stoppate. Commette 4 falli ma offensivamente non sbaglia nulla compresi due FT. Come Kemba si sveglia tardi in difesa dove contribuisce a tenere. L’inizio era stato abbastanza inquietante con Drummond a fare ciò che voleva. Per problemi di falli e rotazioni appare e scompare. Gioca 18 minuti ma fa meglio dell’ultima.
 
Lamb: 4,5
2 pt. (1/7), 1 rimbalzo, 1 rubata. Finisce con un -26 disastroso. Nella second unit si prende sette conclusioni ma ne mette solo una, completamente fuori ritmo e dall’altro lato del campo non entusiasma. Gioca 13 minuti poi Clifford gli preferisce Belinelli.
 
Kaminsky: 5,5
7 pt. (3/6), 4 rimbalzi. Coinvolto nel dramma della second unit finisce con un -15 frutto non di sue colpe se non a rimbalzo come Hawes e Hibbert. A parte una volta nella quale si fa tagliar fuori da Harris concedendo i liberi, viene battuto incolpevolmente ancora dall’avversario con un rapido tiro, tuttavia da il suo apporto in 19 minuti. Per me raggiunge almeno la sufficienza.
 
Sessions: 6
6 pt. (3/8), 1 rimbalzo, 3 assist, 1 rubata. Fa 0/2 da tre mancando un open tirato corto. Sembra non ce la faccia proprio fisicamente ad arrivare a canestro dalla distanza, non è la prima volta che mi capita quest’anno di notarlo. Sicuramente ci arriva, ma la sensazione è che tiri male caricandosi in maniera strana. Da rivedere da fuori. Inutile tentare così a basse percentuali. Migliora un po’ nel finale quando vicino a Kemba giocano una smart ball che mette un po’ in crisi i Pistons in difesa.
 
Hawes: 5,5
18 pt. (6/13), 4 rimbalzi, 3 assist, 1 stoppata. Termina limitandosi a tre falli, prima Drummond, poi Marjanovic o segnano o gli portano via rimbalzi. Una prestazione oscena per tre quarti da 4, poi nell’ultimo da un pallone delizioso a Walker in back-door, infila tre triple compresa quella del pareggio momentaneo nel finale e difende un po’ meglio. Tuttavia concede troppo. E anche se a me Spencer piace, non può raggiungere la sufficienza.
 
Belinelli: 5
5 pt. (0/6), 2 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate. Marco non perde nemmeno un pallone in 21 minuti ma non mette nemmeno un tiro dal campo. Terribilmente freddo e si vede. Segna 5 dei 6 concessi dalla linea dei liberi. Genialata o stupidata finale? Direi tentativo… Non considera il “culone” flaccido di Morris (scusate il tecnicismo per una volta) e la palla rimbalza lenta prima che torni in suo possesso. Il tiro sarebbe stato un capolavoro, la genialata artistica, una furbata (per fortuna questa volta non a discapito di nessuno), un escamotage tipicamente italiano… Purtroppo non vale.
 
Coach Clifford: 5,5
I Pistons partono con la bava alla bocca. Troppe sconfitte per loro e vogliono vincere. Hornets in back to back e con il viaggio sulle spalle che inseguono sempre senza mai riuscire a passare avanti in serata. Solo due gli agganci… Perde Batum… Sfortunatamente un quarto da 44-30 (l’ultimo) non basta e Charlotte viene beffata ancora in un finale punto a punto. La trama inizia a essere desueta e scontata, oltre che procurare crisi di nervi ai tifosi teal & purple. Si dovrebbe controllare meno il gioco a volte e sparare meno da tre in transizione, drive and kick e triple aperte o passando dietro ai blocchi sono efficaci ma occorrerebbe riveder un po’ il ritmo offensivo e soprattutto una guardatina a una difesa che ha subito 115 punti e che invece dovrebbe far la differenza.
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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.