Game 4; Charlotte Hornets VS Chicago Bulls 130-105

Sottotitolo; DistruziHornets
 
Charlotte affrontava l’ennesima squadra, inutile nascondersi dietro a un dito, superiore a livello d’individualità, un po’ sottopressione a causa della falsa partenza (0-3) che di certo non aiutava a entusiasmare un ambiente che nell’ultima giornata è stato reso effervescente dalle voci di mercato future.
Pare che P.J. Hairston sarà lasciato libero di cercarsi una squadra non appena il contratto tra le parti scadrà.
Gli Hornets non sono contenti della sua fase offensiva, anche se Clifford, privato dalla malasorte di Kidd-Gilchrist continua a schierarlo in quintetto sperando di ottenere una difesa migliore rispetto ad altri giocatori.
Jeremy Lamb invece avrebbe prolungato per tre anni (a 21 mil. totali, 7 di media l’anno) il proprio contratto con gli Hornets, convinti dalle discrete prestazioni dell’ex ragazzo di Oklahoma City.
Mentre Daniels che stava lentamente uscendo da un infortunio un po’ trascinato era dato per quasi certamente a disposizione di coach Clifford, l’ultima news extra parquet riguardava Zeller (il cui contratto è stato esteso lunedì dagli Hornets per il quarto anno), la cui presenza era ritenuta incerta per quanto riguardava la partita con i Tori a causa di una disidratazione che lo sta portando a compiere diversi esami per capirne la causa.
Tornando alla partita, le parole d’ordine erano “niente panico”, bisognava tornare a lottare e questo è stato fatto, i risultati si sono visti.
Finalmente oltre a dimostrare di essere una buona squadra, è arrivata anche la prima W stagionale, in maniera devastante, forse non del tutto inaspettata perché Clifford con l’aiuto dell’ex Thibodeau probabilmente ha potuto conoscere i Tori più da vicino.
Zeller schiaccia in faccia a Noah e Gibson.

Zeller schiaccia in faccia a Noah e Gibson.

 
Ecco i Bulls mandati sul parquet dal nuovo coach Fred Hoiberg; Rose, Butler, Snell, Mirotic e P. Gasol. Gli Charlotte Hornets replicavano con; Walker, Batum, P.J. Hairston, M. Williams e Jefferson.
 
La prima palla a spicchi che vedeva il fondo di una retina era depositatavi da P.J. Hairston, il quale dopo una serie di passaggi da parte degli Hornets, rompeva gli indugi attaccando frontalmente, prendendo il tempo al difensore, avvantaggiandosi sul primo passo e appoggiando al vetro a 11:45 per il 2-0.
Butler inaugurava invece la sfida al tiro da media distanza mandando a bersaglio il pareggio a 11:24.
Venti secondi dopo Marvin Williams si avventurava nel cuore della difesa di Chicago e chiuso s’inventava un tiro in salto vincente, seguiva l’iniziativa presa da Jefferson a 10:37 che dalla sinistra sorprendeva con movimenti rapidi Gasol e appoggiava il pallone senza che il centro spagnolo riuscisse a bloccarlo.
A 10:05 Charlotte si portava sul punteggio di 8-2 grazie a uno scambio Walker/Jefferson/Walker che vedeva Kemba mettere la freccia passando a fianco al compagno, il quale gli restituiva il pallone in un tempo unico facendo al contempo da bloccante, per un’azione fluida che il figlio del vento Kemba finalizzava appoggiando la palla a spicchi.
Butler quindici secondi dopo colpiva da 3 punti e Mirotic a 9:07 da solo sotto canestro segnava l’8-7, ma Charlotte tornava sul pezzo e dopo due liberi di Batum, un canestro di Gasol, accumulava punti di vantaggio con Jefferson che a 7:26 rispondeva dalla media allo spagnolo, poi dopo una buona circolazione di palla dal corner destro Charlotte segnava 3 punti, chiudendo con un jumper di Jefferson per il 17-9 prima che da una rimessa dal fondo Gasol con un giro su se stesso si liberasse facilmente di Jefferson e segnasse per i Bulls.
Big Al si rifaceva segnando due punti ma Mirotic dall’esterno colpiva da tre punti con uno Zeller in entrato in campo da poco ma in uscita ancora una volta ritardata.
Lo stesso Cody falliva da sotto un facilissimo appoggio in solitaria destando qualche preoccupazione anche per la sua salute, tornato magro a causa dei recenti problemi si sarebbe rifatto nel corso del quarto.
Hornets che accettavano con intelligenza anche la sfida al tiro; a 3:44 Kemba con un jumper dalla media frontale segnava il 23-16, Mirotic tentava di imitarlo ma il tiro non era vincente, trenta secondi più tardi un passaggio di Zeller quasi alla mano per Batum diventava un’ottima occasione per Charlotte; fallo di Butler che esageratamente aggressivo colpiva il braccio della guardia francese in alzata per il tiro.
Tre liberi a segno e +10 Charlotte (26-16), un catch n’shot del francese mandava sul 28-16 il tabellone, ma un McDermott caldo in serata a 2.13 realizzava.
Charlotte tornava alla carica prima con Lamb e poi con due liberi dopo un attacco al pitturato che McDermott fermava con il fallo; in entrambi i casi gli Hornets mettevano due punti in cascina, inoltre a :49.2 Lamb dopo una finta metteva in condizioni (grazie a un passaggio schiacciato smarcante) Zeller di schiacciare a due mani su un Noah leggermente in ritardo sulla chiusura.
Lo stesso Zeller in difesa conquistava un pallone andando in anticipo su un passaggio diretto dalle parti del ferro, Charlotte ribaltava l’azione in attacco e a circa 29 secondi Hawes segnava da 3 punti su assist di Lin per l’incredibile 37-19.
Butler chiudeva, splittando dalla lunetta, il quarto per il 37-20, punteggio immutato fino alla prima sirena.
 
Il secondo quarto si apriva con il duello Zeller/Gibson; dapprima Cody costringeva ai passi il giocatore dei Tori, poi in attacco riusciva a segnare in appoggio sul suo avversario per il 39-20.
Su un’azione offensiva di Charlotte, Noah saltando scendeva con il braccio largo, colpendo Zeller sul naso e costringendolo a terra, sul ribaltamento Brooks colpiva da 3 punti, mentre la nostra ala/centro era costretta al rientro negli spogliatoi.
A 10:18 Lamb iniziava la sua ottima serata con un top shot. Anche Hawes tra i panchinari di Charlotte decideva di dare il suo contributo; scatto su Noah sul lato destro e raggiungimento della baseline da dove colpiva da due punti, ai quali se ne aggiungevano altrettanti grazie a una “furbata” di Lin che astutamente fintava il tiro mentre Gibson gli planava addosso; passetto in avanti e tentativo di tiro sul quale il lungo dei Bulls inevitabilmente franava.
Tiri libero a bersaglio e a 9:24 Charlotte raggiungeva il +18 (45-27).
Rose riduceva lo scarto con un tiro anche se doppiamente contrastato, ottenendo anche da mascherato (giocava con una protezione per il volto) i primi due punti personali della serata.
Charlotte però giocava di squadra e bene; dopo un canestro pregevole di Lamb, arrivavano tre punti da Hawes, il quale si andava a piazzare sul lato sinistro, aspettando l’entrata con scarico teso di Kaminsky per non dar scampo alla difesa dei Tori distratta dall’irruenza di Frank The Tank. Mentre i Bulls continuavano a commettere troppi turnover, Charlotte ritrovava la confidenza anche dalla grande distanza; a 7:10 era Lin a passare dietro al blocco di Hawes liberandosi di Rose e a sparare i tre punti per il 53-29.
I Bulls andavano in panne e commettevano anche la shot clock violation mentre Kemba con due punti frontali aumentava il divario.
Butler da tre punti fronte a canestro riaccorciava ma Kaminsky faceva capire agli ospiti che non era serata per loro con una tripla di tabella a 5:20 che valeva il 58-32.
McDermott comunque tornava a farsi sentire da oltre l’arco; i suoi tre punti non riaprivano certamente la sfida ma davano fastidio così come il jumper di Rose al secondo canestro in serata.
A bloccare sul nascere l’eventuale rimonta dei Bulls era ancora una volta il gioco corale di Charlotte che usufruiva di una penetrazione di Batum sulla linea di fondo; bel passaggio per P.J. Hairston fermo ad aspettare nell’angolo sinistro il passaggio e tripla del 61—37 a 3:34 dall’intervallo. Hornets che andavano a segno ancora da oltre l’arco su una seconda possibilità; errore di Batum, rimbalzo di Jefferson, scarico fuori per Kemba che spezzava il polso con tranquillità per la parabola perfetta del +26. Bulls che reagivano con quattro punti di fila ma a :57.7 il rookie di Charlotte Kaminsky buttava dentro un’altra bomba da posizione frontale, seguivano a chiudere un due punti di Gasol dalla sinistra, il layup di Kemba e la tripla pazzesca di Brooks che sulla sirena segnava da molto oltre l’arco per il 69-47 che chiudeva i giochi nel primo tempo.
Jeremy lamb. 20 punti con 9/10 dal campo in serata.

Jeremy Lamb. 20 punti con 9/10 dal campo in serata.

 
Dopo il riposo, le squadre tornavano sul parquet pronte a darsi nuovamente battaglia e Charlotte puntava a non far rientrare i Bulls in partita, la prima palla disponibile, infatti, era preda di Jefferson che la rubava con maestri e poi sull’azione offensiva si affidava ancora al suo tiro che non perdonava nemmeno dalla media diagonale destra.
Big Al era caldissimo e a 11:05 con uno step back jumper dalla sinistra su assist di Kemba realizzava anche il 73-47.
Walker in aiuto tornava in difesa e andava a stoppare Mirotic da dietro, spedendo la palla oltre la linea di fondo e con Batum che andava in entrata agli autoscontri con Butler, ma capace di realizzare i due punti a Chicago non rimaneva altro che aumentare l’intensità.
Dopo un buon movimento palla Gasol riusciva a schiacciare ma il Jimmy dei Bulls conteneva ancora Batum con le cattive; questa volta veniva fischiato il fallo e il francese non perdonava dalla lunetta. La SG dei Bulls si rifaceva con una tripla da 45° sinistra ma a 8:10 Jefferson rientrava in azione con un morbido tiro che dimostrava che nella serata era arrivato a essere “in the zone”.
Gasol e Butler realizzavano due punti in uno sforzo dei Bulls di mettere la partita sul piano fisico ma Marvin Williams dall’altra parte era abile ad anticipare e a correggere al volo due difensori dei Bulls, mandando il pallone dentro la retina dopo l’errore di Nicolas.
Gasol e Butler fornivano ancora punti alla squadra di Hoiberg, mentre Noah combinava danni ad esempio facendosi pescare in flagrante su Kemba con un blocco in movimento.
Charlotte sulla stessa azione pasticciava due volte; prima Kemba riusciva a riguadagnare la sfera, Batum invece la spediva direttamente in panchina tra i compagni non controllandola.
A 4:21 nonostante P.J. fosse sulle tracce di McDermott i Bulls con la tripla del giocatore appena citato, si riportavano a 20 punti di distanza.
Lamb tuttavia rispondeva in maniera convincente quando fuori equilibrio, quasi alo scadere dei 24 riusciva a mettere una tripla pazzesca che dava respiro agli Hornets fino agli 8:00 quando Brooks metteva un tiro da distanza notevole per l’86-66.
Grazie a una palla rubata di Butler su Batum i Bulls si portavano sul -18 ma il francese a 2:00 andava verso il centro dell’area da dove si prendeva la sua vendetta forzando un tiro che con la benevolenza del ferro regalava due punti alla squadra di Jordan.
Ancora strepitoso Lamb a 1:41 che riusciva a controllare il corpo in entrata, ancora una volta la postura per il tiro era inesistente e in più subiva un piccolo fallo da Brooks ma realizzava nonostante tutto.
I Bulls suonavano la carica e McDermott continuava il suo show da 3 punti, Gibson piazzava una schiacciata cattiva, ma Batum dalla destra segnava un canestro che veniva dato erroneamente dal tavolo da due punti e corretto solamente nell’intervallo tra il terzo e l’ultimo quarto.
Le squadre ora erano entrambe intensamente in trance agonistica, ma Lin lo era più di tutti; 5 punti comprensivi di tripla baciata dal vetro a :04.1 per chiudere le ostilità nella penultima frazione di gioco.
Jeremy Lin va a realizzare in penetrazione.

Jeremy Lin va a realizzare in penetrazione.

 
Con gli Hornets avanti di 23 punti (100-77) si apriva il quarto decisivo che era chiuso subito da Lamb.
Trenta secondi dopo lo swingman degli Hornets segnava da 3 punti una tripla frontale che tagliava definitivamente le gambe ai Bulls.
Ormai Charlotte giocava sul velluto e faceva vedere altre azioni interessanti come un passaggio schiacciato di Hawes per Lin, il quale girava dietro a Brooks in back door e andava a prender palla in entrata segnando a 10:29 il 108-77, poiché realizzava anche un FT per il fallo subito, Lamb in entrata invece smistava l’assist per il gancio di Hawes… Era notte fonda per i Bulls.
Gli Hornets nel finale schieravano la panchina e anche chi non aveva ancora giocato e segnato andava a bersaglio; Hansbrough a 6:31 con una caparbia penetrazione e Daniels a 5:10 al primo tiro tentato piazzava la bomba da destra che valeva il 122-91.
A 4:36 Lamb passava dietro il bloccante (Hansbrough) e in ritmica penetrazione frontale ipnotica chiudeva con un elegante fing and roll.
I Bulls nel finale accorciavano facendo vedere un buon Portis ma ormai era la panchina di Charlotte a giocare per finire la partita.
 
130-105 è stato un risultato determinato dal fatto che Charlotte ha vinto largamente in quasi tutte le statistiche, evidenziando un 60,9% da tre punti, risultato determinante per gli esiti del match.
chachi1chachihhhh
 
Pagelle:
 
Walker: 7
13punti, 5 assist e 2 stoppate. Difesa su un Rose sottotono perfetta. Buona prestazione impreziosita con un crossover dei suoi.
 
Batum: 7,5
18 punti, 8 rimbalzi, 3 assist e 9/9 ai liberi. Mezzo voto in più perché è lui a trascinare nei break Charlotte. Qualche selezione di tiro più accurata a volte sarebbe l’aspetto da migliorare. Si limita a una palla persa e questo è ottimo per Charlotte.
 
P.J. Hairston: 6,5
Gli Hornets hanno fatto sapere all’agente di P.J. che non era sufficiente quello che faceva su entrambi i lati del campo e l’avrebbero lasciato libero. Lui ha risposto, chissà se gli Hornets ci stanno ripensando. 10 punti e 5 rimbalzi, oltre a una buona difesa in poco meno di 20 minuti.
 
Marvin Williams: 7
4 punti, 10 rimbalzi, 3 assist. Ottima difesa, il mezzo punto in più lo guadagna lì. Charlotte quando serviva è riuscita a far prendere agli avversari tiri difficili.
 
Jefferson: 7
14 punti (7/12), 1 stoppata, 3 rimbalzi, 2 assist. Saranno pochi i due assist ma sono stati di qualità. Buona media al tiro, entrato in fase on fire a un certo punto. Discreta difesa, non sempre fortunata. Mattonella su mattonella si costruisce i suoi punti e tiene a bada i rivali.
 
Zeller: 7
6 punti, 5 rimbalzi. Entrata in campo da brividi, poi fa buone cose. Esce per un colpo al naso. Sfortunato ma rientra e cattura alcuni rimbalzi con energia e voglia. Presenza nonostante il vistoso dimagrimento dovuto a questa misteriosa malattia.
 
Lamb: 8,5
L’arma in più. 20 punti (9/10), 4 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate. Quasi non ci si crede quando sbaglia l’unico tiro della serata. Palla telecomandata anche in situazioni impossibili… Appena rifirmato si regala una prestazione super. Speriamo continui così, anche con l’aiuto dei compagni.
 
Hawes: 7
13 punti (5/6), 3 rimbalzi, 2 assist. Quanto mi piace quando mette quegli assist schiacciati su cui il ricevente si trova in ritmo con il suo passaggio. Buona prestazione al tiro. Rincuorante dopo l’orrenda prestazione scorsa.
 
Lin: 7
15 punti, 5 rimbalzi, 4 assist e anche una stoppata en passant. Fare 4/8 dal campo sembra anche riduttivo in una serata magica al tiro (sperando non sia l’unica ma sia una costante poiché realizzata grazie a buoni giochi), lui con 5 punti in serie personali ci mette del suo sul finire del terzo quarto per far capire che la partita non va riaperta.
 
Kaminsky: 7
Frank the tank giocava contro la “sua” squadra ma non si è emozionato troppo. Ha terminato con 6 punti frutto di due triple, per il resto nel finale ha fallito occasioni più facili, ma quando serviva dalla grande distanza ha regalato punti importanti. Il suo gioco di penetrazione e scarico e una difesa migliore in serata gli alzano un po’ il voto.
 
Hansbrough: 6
Giocatore muscolare di casa nel North Carolina. Segna un canestro nel finale ma pasticcia parecchio. Commette anche uno sfondamento e osserva a occhi sgranati l’arbitro che l’ha fischiato. Servirà eventualmente in altre battaglie ma deve canalizzare meglio le energie.
 
Roberts: 6
Entrato nel finale realizza due punti. La squadra stava portando a termine il compitino.
 
Daniels: 6
Come Roberts l’esterno degli Hornets scende in campo negli ultimi minuti. Segna con una bomba al primo tiro, poi fallisce un paio di tiri ma non importanti ormai.
 
Coach Clifford: 7,5
Squadra che ha cambiato volto. Tutti gli uomini scesi sul parquet hanno segnato. A parte Lamb in serata di grazia, si è cercato di opporre alla qualità dei singoli il gioco del basket e questo ha funzionato, ha regalato imprevedibilità e soluzioni ai suoi ragazzi.
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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.