Game 41; Charlotte Hornets Vs Utah Jazz 124-119 (2OT)

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Sottotitolo; marciHornets

 

Kemba Walker, 52 punti storici per lui.

Kemba Walker, 52 punti storici per lui.

 
“I have a dream” era il concetto utopistico di Michael King (poi cambiato in Martin Luther King).
M. L. K. Era un pastore protestante che come saprete, lottò per migliorare o ottenere diritti civili nell’America del dopoguerra fino al 1968, anno della sua morte avvenuta per omicidio.
Fervido credente della non violenza, seguì le orme di Gandhi nel cercare di conquistare i diritti civili in particolare per la popolazione nera, all’epoca ancora in parte sottoposta e segregata a diverse forme di razzismo.
Nella giornata odierna la NBA dedica al suo impegno e memoria il “Martin Luther King Day”, in palese contrasto con le giornate dedicate all’esercito e la sua filosofia “Peace keeping”.
Il sogno del pastore nero era quello che tutti gli uomini fossero ritenuti uguali e avessero gli stessi diritti, il mio “i have a dream” (formula introduttiva da lui usata in una famosissima marcia su Washington per chiedere uguaglianza e diritti) sportivo invece, più prosaicamente nella serata, era di vedere gli Charlotte Hornets tornare a vincere.
Raggiunto il culmine del mio personale sentimento di depressione sportiva dopo anni passati a masticar amaro, prima della gara, scrivendo degli Hornets, mi assalivano parossismi di disperazione per una crisi di risultati pluriennale, la quale al momento non lasciava intravedere sbocchi per una rapida e solida soluzione d’uscita complici infortuni e una difesa orrenda nelle ultime gare.
Charlotte si è aggrappata a Kemba Walker, il quale ha marciato su dei coriacei Jazz calpestandoli con 52 punti, è record di franchigia ma soprattutto è arrivata finalmente una vittoria per tornare a dare un po’ di serenità all’ambiente nonostante ottenuta tra atroci sofferenze.
Marvin Williams, buona prestazione. Nei momenti che contavano è stato decisivo.

Marvin Williams, buona prestazione. Nei momenti che contavano è stato decisivo.

 
Coach Clifford diceva che i problemi in difesa al momento non potevano essere risolti cambiando starting five quindi gli Hornets scendevano sul parquet amico della Time Warner Cable Arena con; Walker, Batum, P.J. Hairston, M. Williams e C. Zeller.
L’allenatore dei Jazz Snyder invece doveva rinunciare a Favors, assenza piuttosto pesante e schierava il seguente quintetto; Neto, Hood, Hayward, Lyles, Gobert.
 
Il primo canestro era per i Jazz ed era anche un grido d’allarme, Hayward a 11:32 con troppa tranquillità aveva il tempo di mirare il canestro e arrivava lo 0-3, gli Hornets reagivano e quindici secondi più tardi segnavano i primi due punti; Marvin Williams posizionato fuori fintava battendo il difensore, partenza in direzione centro area, scarico volante no look per Zeller che chiudeva l’azione in schiacciata.
A 10:37 Charlotte sorpassava con il tiro frontale di Walker che non entrava direttamente, anzi, sembrava un po’ corto sul primo ferro, tuttavia il cerchio si dimostrava benevolo e lasciava passare avanti la squadra di Clifford.
I Jazz rispondevano a 10:17 con due punti dell’altissimo Gobert che da sotto non aveva troppi problemi.
Charlotte cercava di reagire per evitare la nuova rovinosa caduta casalinga e passava dalla lunetta con Williams e Walker, 2 realizzati per il primo, uno per il secondo, tre punti che si aggiungevano ai precedenti ai quali sommare quelli di Batum a 9:02; duello francese sulla riga del tiro da tre punti a sinistra, step back del n°5 degli Hornets e tripla vincente sparata in faccia al connazionale per il 10-5.
Per i Jazz nel primo quarto a suonare c’era la sinfonia di Hayward; entrata frontale, contatto, perfetto controllo del corpo e due punti per la punta dei Jazz.
Charlotte rispondeva con Batum il quale si portava in palleggio spalle a canestro nel cuore dell’area, i Jazz accennavano il raddoppio ma con un assist schiacciato con la coda dell’occhio Nicolas passava palla a sinistra, dove sul lato fuori dalla linea dei 3 punti c’era appostato ninja Walker che sganciava la sua prima tripla di serata per il tredicesimo punto di Charlotte.
A 7:45 un gioco di Gobert da tre punti (blocking foul chiamato a P.J. che dal mio punto di vista risulta non esserci) portava anche i Jazz in doppia cifra.
Un pull-up di Batum frontale però mandava la squadra del North Carolina sul +5 (15-10), in risposta arrivava la tabellata fortunata da 3 di Hayward; tiro mal calcolato per potenza ma che finiva dentro con la stessa stellina dei Jazz a ridersela rientrando in difesa.
Walker dall’altra parte metteva la sua musica a palla, anzi, metteva la palla dentro il cesto ancora dalla sinistra e ancora dalla lunga distanza stimolando l’entrata violenta di Hayward che andava sorprendentemente in maniera decisa a mettere la schiacciata con la difesa di Charlotte nettamente sorpresa.
Kemba accettava la sfida a distanza e a 6:13 dalla diagonale sinistra era estremamente preciso nel mettere la terza tripla personale di serata portando gli Hornets a un vantaggio di 6 punti (21-15).
La squadra di Salt Lake però reagiva e si portava in parità, anzi, falliva anche il libero del vantaggio con Gobert.
Charlotte si affidava a un fade-away di Walker che arrestandosi nel pitturato riusciva a far arrampicare la palla con le manine sul primo ferro. I mormoni tuttavia con un gioco da tre punti di Johnson che subiva fallo dalle parti del canestro degli Hornets rilasciava un pallone che cadeva perfettamente nel canestro sfiorando la retina interna, il tiro libero era buono e i Jazz tornavano sopra di uno.
A 2:25 Walker segnava dopo le finte di crossover, l’entrata e lo spin veloce per trovar spazio per mettere il tiro, tuttavia alla prodezza della nostra PG rispondeva ancora Hayward in jumper per il personale 6/6. Charlotte provava a scuotersi ma prima Marvin Williams era stoppato da Gobert sotto canestro in aiuto, poi era Zeller a rovinare un meraviglioso passaggio di Lin perdendo tempo e facendosi stoppare d Gobert, tuttavia a :58.9 Marvin Williams riusciva a muovere il punteggio per Charlotte dalla lunetta con un 2/2.
Hayward buttandosi dentro era bravo a inarcare la schiena all’indietro per segnare un altro canestro ma Kemba decideva di far rispettare il fattore campo realizzando in jumper a :06.7 dalla prima sirena.
Gli Hornets chiudevano sul +1 (29-28) il primo quarto.
Mago Nicolas Batum ha sfornato ancora 9 assist.

Mago Nicolas Batum ha sfornato ancora 9 assist.

 
La seconda frazione si apriva con le panchine in campo mentre per Charlotte rimaneva P.J. sul terreno il quale contrastava bene il tiro di Hood che non entrava, Charlotte si avvantaggiava nel confronto trovando il canestro con una meravigliosa imbucata di Hawes; passaggio schiacciato in diagonale da sinistra a destra per l’arrivo di Kaminsky sotto canestro e dunk a due mani doverosa per concludere degnamente l’azione.
Quasi due minuti più tardi su un retropassaggio per Burke, Lin trovava il tempo giusto per contrastare il possesso dei verdi, Burke inseguiva la sfera nella propria metà campo dopo il contatto con Lin, ma dopo un paio di passi scivolava lasciando via libera a Lin che nonostante il pronto rientro di Burke aveva ormai il vantaggio sufficiente per l’appoggio.
I Jazz interrompevano il mini parziale di 6-0 con un tecnico di Hood, il quale provava anche di tripla a far male ai Calabroni ma Daniels difendeva bene non consentendo un tiro facile al n°5 ospite.
Charlotte spingeva ancora; Kaminsky provava l’entrata ma Whitey lo stoppava, la palla rimaneva lì e Frank si guadagnava un fallo riuscendo a realizzare il canestro e il libero.
Dopo due punti di Burke, ancora Frank dopo un pump fake su Booker andava dritto per segnare un driving layup shot e poco più tardi dal post basso sinistro spalle a canestro marcato da Lyles si girava repentinamente lasciando lì il suo difensore e schiacciando il pallone del 40-31.
I Jazz però facevano rientrare i titolari e i risultati erano immediatamente visibili; 4 punti di Gobert, 3 di Hayward, 0-7 di parziale e la squadra di Snyder tornava a -2.
A interrompere la rimonta era Batum a 4:42 con il jumper, Walker a 3:54 con un’altra sospensione dalla media distanza over Lyles metteva altri due punti nel paniere di Charlotte e grazie a Daniels che portava via un pallone a Gobert, Charlotte provava e trovava la tripla a 2:38 con Marvin Williams per il 47-38.
Trentasette secondi più tardi Walker decideva d’imitare il compagno realizzando l’ennesimo 3 punti con arco perfetto.
La gara si accendeva a suon di bombe e anche Neto esplodeva la sua portando il tabellone sul 50-41.
A 1:21 Zeller otteneva vendetta per essere stato tramortito sotto le plance da Gobert; Walker lo innescava e Cody dal lato sinistro del canestro metteva la schiacciata a due mani nonostante il contatto con Gobert deciso a fermarlo.
Forse un po’ scosso nel finale Rudy sbagliava due liberi ma Hayward a due secondi e mezzo dalla sirena dell’intervallo realizzava due punti mandando le squadre negli spogliatoi sul risultato di 52-43 pro Hornets.
 
Nel terzo quarto non succedeva nulla di speciale all’inizio; Hood mancava un tiro contrastato da Walker a braccia alzate e Zeller ormai passato in mezzo alla difesa mancava un appoggio (l’ennesimo) tra la disapprovazione del pubblico.
Occasioni multiple sbagliate anche dai Jazz, così Kemba partendo sulla baseline destra schermato da Cody raggiungeva i dintorni del canestro dove Gobert gli diceva no, ma con il fallo.
Walker metteva due liberi per i primi punti del quarto. Cody invece si presentava in lunetta più tardi sull’apertura football di Batum, Zeller però splittava e 16 secondi dopo Hood colpiva con tre punti dalla top of the key.
A 8:10 Marvin era bravissimo a ricevere nel pitturato e a concludere immediatamente con disinvoltura in turnaround hook. Utah replicava con una tripla ma a 7:30 Walker andava in penetrazione fin sotto canestro, dove scaricava sull’altro lato del ferro per Zeller, il quale saliva a schiacciare la palla a spicchi del 59-48.
Kemba era scatenato e a 6:49 faceva registrare la quinta tripla di serata (su 6 tentativi) facendo volare i Calabroni a 60 punti, un jumper di Burke riduceva lo svantaggio per poco giacché Marvin dava manforte a Kemba scagliando un’altra freccia avvelenata nel cesto dei Jazz; 3 punti e Calabroni sul +15 (65-50).
Sembrava tutto a favore dei teal & purple per una volta, invece da Hayward arrivavano due triple consecutive e il gap dei Jazz scendeva sotto la doppia cifra.
Bisognava aggiungere una palla persa da Kaminsky, il quale dava via libera alla comoda transizione di Burke e alla palla gettata via da Marvin Williams per comprendere le difficoltà momentanee di Charlotte, tuttavia Kemba spezzava il momento negativo con l’azione personale; il nostro n°15 si buttava dentro, Burke lo spingeva da furbo con il corpo e la spalla accompagnandolo ma gli arbitri vedevano il fallo e Kemba portava a casa un gioco da 3 punti per il +10 (68-58).
A 2:32 un pallone rimbalzato dalle parti di Lin e Booker finiva nel canestro di Charlotte, sembrava auto canestro di Lin, ma la mano infilata tra le due di Jeremy sembrava decisiva per il canestro.
Cody finalmente riusciva a farsi valere non solo sugli scarichi facili, ma in uno contro uno batteva il suo avversario appoggiando da sinistra in entrata la palla del 70-60.
Nel finale di frazione si registravano anche i canestri di Whitey da sotto per gli ospiti (ben pescato in area), di Lin (trovato da Walker che sotto canestro chiuso da tre giocatori rinunciava al tiro che avrebbe voluto prendersi per la scelta più proficua) da tre punti e di Burke con un lungo jumper da due, mentre Kemba chiudeva con il tiro da metà campo sulla sirena che colpiva clamorosamente il ferro.
 
Frank the Tank Kaminsky. Per lui nelle ultime uscite un buon apporto offensivo.

Frank the Tank Kaminsky. Per lui nelle ultime uscite un buon apporto offensivo.

73-64 quando si entrava nei 12 minuti finali dei tempi regolamentari…
Charlotte iniziava bene anche l’ultima frazione con un dribbling in penetrazione di Lin che in salto oscurato da Whitey decideva di lanciare i componenti a Kaminsky, il quale dalla sinistra colpiva con la tripla del 76-64.
Frank si faceva notare anche per la sua buona difesa su Lyles e per essersi andato a prendere due liberi.
Frank ne realizzava però solamente uno portando sul +13 la squadra di Jordan (in panchina vestito di rosso in serata).
Hood da tre punti e Booker in turnaround producevano cinque punti per la squadra del lago salato ma Kaminsky con l’appoggio dopo la drive era ancora una volta protagonista in fase offensiva.
Lyles dal corner sinistro (3 pt.) però riduceva lo scarto a 7 punti. Batum forzava un fade-away mentre Utah riceveva l’energia di Booker che prima conquistava rimbalzo offensivo e fallo convertendo i liberi in punti a 8:54, poi, dopo la tripla di Daniels a 8:40 un up & in dello stesso giocatore dei Jazz dava altri due punti ai suoi.
A 7:50 Lin era bravissimo nell’arresto e tiro da marcato; velocissimo e preciso dava due punti fondamentali facendo respirare Charlotte, un po’ in affanno sul rientro ospite.
Hawes in difesa faceva vedere l’intervento della serata mostrando stile e pulizia d’intervento andando con perfetto tempismo a stoppare Lyles. Spencer però non era un deterrente per Utah che a 6:35 sfruttava la tripla di Hayward dal lato destro, per fortuna Frank andava a prendersi un rimbalzo offensivo dopo l’errore di Hawes da tre e attaccando il ferro in uno contro uno metteva altro fieno in cascina per Charlotte, la quale comunque subiva due canestri (Booker turnaround il primo), incassando il pareggio di Neto tutto solo nell’angolo destro a 4:42.
86 pari, tutto da rifare per la squadra di Clifford capace di scialacquare 15 punti di vantaggio.
A 3:34 Utah in vantaggio con Neto (2/2 dalla lunetta per fallo in aiuto di Zeller), con il tempo calante ogni tiro diveniva sempre più importante, l’adrenalina saliva vertiginosamente e Charlotte non trovando sbocchi si affidava a Lin che si assumeva una gran responsabilità a 3:10 tentando un jumper lungo da marcato; parabola alta e perfetta, altra gran giocata dell’orientale.
Hood sfruttava i cm di vantaggio su Jeremy e andava a colpire in area nonostante l’aiuto di Cody, a 2:20 Charlotte sopravviveva ancora agganciando con un altro tiro in sospensione; questa volta era Walker in step back ad artigliare il pareggio a quota 90.
I Jazz perdevano palla poco più tardi poiché il coach degli Hornets chiedeva di vedere la palla scagliata su Lin da Hood poiché a suo parere il giocatore dei Jazz nel tentativo di recupero aveva già toccato con il piede sinistro terra ed effettivamente era così.
Inversione della rimessa concessa agli Hornets importante, perché a 1:48 Batum sul lato destro riceveva palla da Walker e applausi da Jordan dopo aver messo l’importante tripla del 93-90.
I Jazz sbagliavano due triple sul primo tentativo di recupero, ma Zeller non riusciva a prendere un passaggio basso e goffamente faceva carambolare di stinco il pallone oltre il fondo.
Utah ci riprovava con Burke, nulla da fare ancora dalla lunga distanza ma Hayward sul lato destro del canestro prendeva il rimbalzo offensivo; Batum non faceva bene il tagliafuori e la palla ricadendo tra lui e Marvin trovava Hayward che prima usciva e poi rientrava in area trovando un paio di contatti per andare in lunetta.
Nemmeno a dirlo i liberi finivano dentro e si andava sul 93-92. A :22.8 dalla fine.
Walker a :17.0 si presentava in lunetta per due importanti liberi e non sbagliava.
Niente time-out Utah, Hayward portava palla e sparava un pallone flash nell’angolo destro, dove Burke colpevolmente lasciato solo infilava la tripla del pareggio a :13.1 sul 95-95.
Niente time-out nemmeno per Charlotte, Kemba da marcato andava dagli 8 metri colpendo però solo il secondo ferro e di fatto mandando la gara ai supplementari.
 
Nelle uniche due occasioni quest’anno nelle quali si disputarono i supplementari avevamo sempre vinto, ma oggi la storia era diversa, antichi fantasmi erano tornati a impossessarsi della Time Warner Cable Arena, le paure che metaforicamente rappresentano questi spettri erano tangibili quando i Jazz scappavano sul +4 in avvio di OT (Gobert easy dunk da sotto e Hood).
A ridare coraggio agli Hornets era Marvin Williams che a 3:12 prendeva la baseline sinistra e con un fing and roll da poca distanza solo cotone riportava a -2 la squadra di Jordan.
I teal & purple andavano a 2:41 sul -1 con Zeller; Marvin Williams s’infilava potente e veloce in area e per evitare la stoppata di Gobert sotto canestro sfruttava il due contro uno; passaggino a destra per Zeller fermato fallosamente dallo stesso centro transalpino.
Cody però non riusciva a far di meglio di un ½. Venti secondi dopo Hayward sempre dalla linea della carità riportava a 3 il vantaggio ospite, serviva un rimbalzo offensivo di Marvin Williams, abile a prendere posizione e fallo da Booker per ritornare al -1 passando dalla lunetta ancora una volta.
Hayward attaccava dalla linea di fondo destra andando via a Batum ma su un contrasto con Zeller il pallone gli sfuggiva, dietro di lui recuperava la sfera Kemba mentre Gordon aveva un gesto istintivo di frustrazione commettendo fallo su Kemba gli facilitava il compito; bonus raggiunto, lunetta e sorpasso sul 102-101.
Battaglia sotto il tabellone di Charlotte, succede un po’ i tutto, Gobert si lamenta ma secondo gli arbitri non c’è fallo, Kemba ne approfittava sul lato destro, prove di crossover con finta di penetrazione, passo indietro fingendo tranquillità e nuovo scatto immediato in avanti passando tra Gobert e Booker con facile appoggio in allungo.
A :39.9 Burke segnava da poca distanza in posizione di baseline sinistra, jumper affidabile.
A :25.5 Kemba forse cercando anche il fallo andava con il jumper dalla media distanza, Hood in rincorsa su di lui lo sfiorava mentre Kemba perdeva l’equilibrio portando il tronco in avanti, tiro difficile ma perfettamente eseguito da Walker che portava a casa altri due punti per un bottino ormai cospicuo.
Hayward riceveva sulla rimessa laterale sul lato sinistro ma il suo passo indietro gli faceva toccare la linea laterale del campo facendo riguadagnare a Charlotte la palla.
A :22.5 Utah era costretta al fallo e Kemba metteva i suoi liberi ma i Jazz a :15.7 dalla fine trovavano Charlotte impreparata; Ingles passava palla sulla rimessa, Hayward era seguito da Williams, sullo scarico all’indietro per lo stesso Ingles nessuno andava a chiudere e arrivava il -2…
Hayward compiva una prodezza nel rubare palla a Batum sulla rimessa, anche se il suo braccio appoggiato faceva propendere per il fallo che avrebbe voluto Clifford, nulla da fare, nel finale Gobert lasciato solo sotto canestro con gli Hornets più impauriti da una possibile tripla, schiacciava senza opposizione. Zeller andava in aiuto a Batum su Hayward che trovava ancora una volta il corridoio giusto di passaggio. Kemba provava ancora a scongiurare un altro OT ma il suo era un tiraccio che colpiva il lato sinistro del ferro.
 
Nel secondo supplementare Lin si affidava a Marvin Williams, catch n’shoot immediato a 4:12 e tripla importante.
Burke volava oltre Zeller appoggiando al vetro sul lato opposto del parquet ma a 3:30 nonostante un suo primo errore al tiro, Kemba recuperava il rimbalzo e correggeva con un tiro ravvicinato segnando il 113-110.
A 2:54 dalla fine sembrava fatta nuovamente quando Walker toccava i 48 punti personali mettendo la tripla dalla diagonale sinistra; 116-110 ma dopo un tiro in sospensione di Burke dalla linea del tiro libero gli arbitri chiamavano un fallo assurdo contro Marvin Williams che falliva l’appoggio, ma il fallo era di Gobert che allargava il braccio appoggiandosi nettamente, nulla da fare, arbitri irremovibili e anzi, due FT piovevano dal cielo per Hayward dall’altra parte che rimetteva in carreggiata i suoi sul -2 a 1:20.
Zeller dopo una partita passata tra alti e bassi si rifaceva salvando un pallone quasi uscito dal campo sull’errore al tiro di Walker, sul proseguimento dell’azione a lui capitava la palla che scotta a pochi secondi dal termine del possesso; inventandosi uno spin move trovava spazio per il tiro che difficilmente avrebbe messo; Gobert abboccava concedendo i due liberi che Zeller non falliva facendo girare il tabellone sul 118-114.
Finita?
Nemmeno per sogno.
Burke a :30.6 schermandosi a destra era bravo a infilare la tripla del -1. A :11.1 però Booker commetteva fallo su Zeller, Cody non tradiva nonostante la stanchezza e gli Hornets andavano sul +3 (120-117). Burke da 3 andava corto, Kemba veniva subito fallato e realizzava dalla lunetta, lo stesso Kemba però faceva fallo su Burke, il quale dopo aver aspettato il responso dal Replay Center in NJ si avviava in lunetta per tre tiri liberi.
Trey però falliva il secondo e Charlotte conservava 3 punti di vantaggio. Silla rimessa Kaminsky aveva difficoltà e ci si doveva salvare chiamando un altro time-out per non far scadere i 5 secondi.
Andava Batum a batterla questa volta e il passaggio schiacciato per Walker consentiva a Kemba di andare in lunetta, raggiungere i 52 punti, record di franchigia e segnare i liberi decisivi del 124-119 a :01.8 dalla fine.
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Pagelle:
 
Walker: 8,5
52 pt. (16/34), 9 rimb., 8 assist, 2 rubate. Kemba sfodera una prestazione maiuscola, ma per completezza bisogna dire che sbaglia due tiri decisivi nel finale e quest’anno è capitato già diverse volte, non è un clutch shooter di prima categoria ma quando si accende è difficile da fermare. Lascia anche Burke nell’angolo da solo libero di portare la partita all’OT. Per il resto in positivo le cifre parlano da se, letale anche da 3 dove chiude con un 6/11, non va lontano da una doppia o tripla doppia. Stabilisce il record di franchigia con 52 punti.
 
Batum: 6,5
10 pt., 9 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata. Perde 5 palloni e la difesa è stata inferiore secondo me alle sue possibilità in qualche frangente. Tutto sommato partita discreta con contributo assist notevole, se fosse stata una normale gara la sua tripla nel finale sarebbe stata fondamentale, ma noi siamo una squadra fantascientifica…
 
P.J. Hairston: 5
0 pt., 6 rimbalzi, 1 stoppata. Hayward fa quello che vuole. MKG dove sei (domanda retorica visto che si trovava in borghese dietro la panchina con un paio d’occhiali fini con montatura nera)?
 
M. Williams: 7,5
19 pt., 7 rimb., 1 assist, 1 rubata. Marvin è prezioso a rimbalzi e al tiro. Spunta nei momenti giusti. Discreta presenza. Nel marasma finale segue sulla rimessa Hayward e non Ingles che segna, però è una quisquilia in rapporto all’apporto dato.
 
C. Zeller: 6,5
14 pt., 6 rimb., 1 stoppata. Diversi punti arrivano serviti su un piatto d’argento dai compagni. In difesa fa fatica ma nel finale è importante e da un 5,5 passa al 6,5 tra liberi, pallone recuperato e iniziativa, oltre una bella difesa su Gobert.
 
Kaminsky: 7
17 punti, 7 rimbalzi, 1 stoppata. Non fategli battere le rimesse, è pericoloso. Sembra addormentato, per il resto contribuisce alla vittoria con tanti bei pregevoli canestri e rimbalzi.
 
Lin: 7
9 pt., 6 rimb., 5 assist, 1 rubata. Di capitale importanza due sue conclusioni nel quarto quarto. Mette a disposizione della squadra anche le sue doti di passatore.
 
Hawes: 6
0 pt., 1 assist, 1 stoppata. Spencer fa due cose nella mediocrità della serata (15:56 giocati e -5 di +/-) e sono meravigliose; assist splendido, stoppata fantastica. Una sufficienza.
 
Daniels: 6
Finisce con un ¼ al tiro, segna una bella tripla, difende meglio del solito.
 
Coach Clifford: 7
Fondamentale per farsi dare la rimessa nel finale, chiama i time-out nei momenti giusti e cambia il battitore della rimessa nel finale. Va bene che la squadra oggi tiri con più del 50% da 3 ma deve risolvere i problemi in difesa, i giovani Jazz alla fine sono stati battuti e va bene così, bisogna un po’ lavorare anche sulle rimesse però.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.