Game 44; Charlotte Hornets Vs Miami Heat 105-106

Gennaio 2007 – Sono passati undici anni dall’uscita del libro “Il Futuro di Ieri” edito da Albalibri scritto da Luigi Bonizzoni (nato a Ossona, un piccolo paesino che io ricordo solo per l’autovelox che precede un maledetto semaforo dal tempo cortissimo sulla strada principale), allenatore di numerose squadre (per citarne alcune… Brescia, Atalanta, Milan, Como, Verona, Palermo, Udinese, Genoa, Foggia, ecc.) dal 1946 al 1973.
Un libro con tanti aneddoti, un calcio romantico d’altri tempi raccontato attraverso i numerosi trasferimenti avuti, ma soprattutto pagine aperte e dedicate a singole persone con le quali il “Cina” (il suo nickname per gli occhi a mandorla) si è interfacciato.
Senza fare sconti a nessuno, nel bene e nel male, racconta la sua vita costellata da qualche episodio divertente come l’incontro con il Principe Raimondo Lanza di Trabia, presidente del Palermo che lo accolse senza veli per la stipula del contratto dicendogli:
“Che cosa vuole? Che la riceva in frac forse? Deve farci l’abitudine”… o quella volta che lo stesso principe fuse il motore della macchina tra Napoli e Roma e arrivò nella capitale facendo l’autostop.
Comprò una nuova Alfa e telefonò alle forze dell’ordine che nel frattempo si chiedevano che fare della vecchia Alfa abbandonata dicendogli di regalarla a chi volessero…
Uno sport più umano, lontano dalle luci, dai soldi, dalla fama costruita a ogni costo.
Interessante il passaggio dove dice che la vita non è un’opinione ma un’interpretazione perché se così non fosse, la vita non varrebbe nulla.
E d’interpretazioni su quello che sta accadendo a Charlotte potremmo averne diverse, sicuramente.
La mia, sulla situazione trade eventuali non è sicuramente positiva.
La prospettiva di cedere i tuoi migliori giocatori a metà stagione (magari a ragione in ottica futura) rischiando di perdere la fan base e la possibilità di partecipare ai playoffs non mi esalta.
Perdere sonno e partite in serie, però, come scrive ancora Bonizzoni:
“Mi paragono a quel bambino che ha tanto sonno, ma a letto proprio non ci vuole andare. Infatti ho ancora qualcosa da dire.
Quella del basket (sull’originale vi era scritto calcio) non è una scienza esatta, ma si tratta di materia inesauribile al centro della quale si trova l’essere più interessante che possa esistere fra cielo e terra: l’UOMO!”
Purtroppo Kemba essendo un pro, non potrà opporsi al suo trasferimento nonostante l’attaccamento dimostrato nell’intervista nella quale diceva che sarebbe devastato da un eventuale trasferimento.
Nato nel Bronx, Charlotte è la sua casa cestistica, da sempre…
Proprio New York si affaccia per sondare un eventuale passaggio di Kemba nella Big Apple.
Ma rimanendo a oggi bisogna parlare di una partita nella quale gli Hornets cercavano la vittoria per riavvicinarsi alla zona playoffs, dopo due brillanti vittorie su Pistons e Wizards, dirette concorrenti a Est.
Anche qui le interpretazioni si sprecherebbero dovendo assistere dalla parte dei perdenti, uno dei finali più assurdi degli ultimi anni…
Una vittoria a portata di mano sino a quattro minuti dalla fine con gli Hornets sul +10 ma anche a 40 secondi dal termine con Charlotte sempre sul +5.
L’imponderabile e anche un po’ di superficialità nel minuto finale però ha finito per rovinare tutto e interrompere la mini striscia vincente di Charlotte.
La squadra è apparsa perfettamente in sincrono con il periodo beffardo composto da voci e sirene che vedrebbero mezza squadra partente.
Per Miami (senza Dragic, ma con Whiteside rispetto all’ultima sfida) bene James Johnson con 22 punti, autore di molti punti nel pitturato, Olynyk che, sfortunatamente con i suoi 16 punti e 10 rimbalzi ha spostato la partita ed Ellington, autore di 26 punti con un 6/10 da fuori ha consentito a Miami d’agguantare la terza vittoria stagionale su Charlotte…
Alla squadra di “Cliff” non è bastato un regolare Walker sui 22 (la sua media attuale più o meno) e un Batum (26 pt.), che sino alla palla persa finale è sembrato quello del primo anno a Charlotte.
Le formazioni:

Shadow Dancers riassumendo il periodo.
Le silhouette delle Honeybees a inizio gara durante la presentazione dello starting five di Charlotte.

 La Partita
La partita iniziava con un’entrata in reverse layup di Walker, più veloce delle voci su di lui.
Il pari arrivava sul tap-in di Whiteside, tutto solo a correggere l’errore sul suo stesso alley-oop mancato.
Walker usava l’esperienza su Jones Jr. trovando un contatto su una finta volutamente cercata per esso.
Due FT ma solo il secondo realizzato, così James Johnson prendeva il centro in accelerazione e schiacciava trovando il primo vantaggio per gli ospiti che si allargava a 9:44 grazie alla tripla di Richardson.
MKG in uno contro uno tentava il tiro in maniera sconsiderata ma aveva ragione…
Gli Heat, però erano caldi come da nickname; Ellington fuori equilibrio totale infilava comunque tre punti, J. Johnson in reverse layup dopo essere entrato in accelerazione mostrava anche i problemi difensivi sotto canestro.
A poco c valeva il canestro di Batum a 8:01 con il classico elbow jumper se Richardson in entrata anticipava i tempi della stoppata di Howard segnando con una cucchiaiata. Kemba rispondeva in attacco compiendo un semicerchio dietro il blocco di Howard per andar a segnar un pullup dl mid range.
A 7:13 Ellington era veloce ad alzare una parabola da tre punti sopra MKG per l’ennesima tripla.
Canestro degli Hornets stregato, così rimaneva solo che tentare di contrastare le alte percentuali di Miami; era ancora Batum, sempre dalla stessa zona dalla quale aveva ottenuto il canestro precedente a colpire.
Richardson e Walker aumentavano il punteggio di sue unità ma un altro break di 4 pt. di Miami faceva salire Miami a 9 pt. di vantaggio.
Batum a 4:46 alzava un lungo passaggio alto verticale per l’alley-oop devastante di Howard ma 4 pt. di Whiteside facevano sorridere Spolestra sopra di 11 pt. grazie a un 4-16 ottenuto nel pitturato.
Un FT jumper usando Howard come schermo per le finte di sterzata consentiva a Walker di andare a prendersi un tiro dalla FT line per il 17-26, seguiva per la rimonta il primo tiro di Frank della serata (2:12) con canestro da tre punti.
Lamb era caparbio e seguendo Winslow riusciva a strappargli il pallone mettendovi le mani sopra prima dell’alzata, sula transizione fallo di Jones Jr. su Batum e due FT realizzati che riportavano al -4 (22-26) Charlotte.
Finale ancora ricco di canestri con una tripla di Winslow da sinistra che allontanava gli Heat recuperata a nove decimi dalla fine da Lamb che fintava l’entrata ma guardando il cronometro capiva che non ci sarebbe stato il tempo, decidendo quindi per il tiro da oltre l’arco che piazzava nonostante il difensore ben piazzato.
27-31 alla fine dei primi 12 minuti…

CHARLOTTE, NC -JANUARY 20: Kemba Walker #15 of the Charlotte Hornets shoots the ball during the game against the Miami Heat on January 20, 2018 at Spectrum Center in Charlotte, North Carolina. NOTE TO USER: User expressly acknowledges and agrees that, by downloading and or using this photograph, User is consenting to the terms and conditions of the Getty Images License Agreement. Mandatory Copyright Notice: Copyright 2018 NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

 
Charlotte resisteva e provava l’aggancio nel secondo quando Kaminsky a 11:27 infilando due FT accorciava ulteriormente il divario.
Purtroppo Richardson mettendo a segno un’azione da tre punti riallontanava le speranze di Charlotte di tornare in parità, Lamb si faceva portar via palla da Richardson che tuttavia sul fronte opposto trovava la contraerea di Kaminsky che lo spazzava via agilmente con una stoppata chiara.
Toccava a O’Bryant segnare da tre punti a 10:14 per il nuovo -2 (32-34), sfortunatamente a ogni riavvicinamento seguiva un contro parziale della squadra guidata da Spolestra…
Lamb sul corner sinistro fintava il tiro dando indietro in diagonale a Frank che tratteneva palla, aspettava il giro ampio del compagno che orbitando dietro di lui si smarcava nel pitturato; passaggio di ritorno perfetto per l’appoggio al plexiglass che valeva solamente il 34-38.
Un passaggio degli Heat era sporcato da Batum, recuperato da Kemba che volando in transizione batteva il proprio avversario con l’esitazione e il canestro in reverse layup levitando. Whiteside però sfuggiva a un raddoppio riuscendo tirar su la palla da terra, facile trovarsi solo davanti al canestro per schiacciare successivamente.
Batum continuava la sua buona gara segnando il decimo punto personale a 4:18 (41-45) e Howard con una dunk da second chance ci riavvicinava sul -2 costringendo Spolestra al time-out.
A 3:14 arrivava anche il pari di Howard; passaggio schiacciato e saltato di Kemba, dunk del nostro centro spinto alle spalle da Walton.
Azione da tre punti ed equilibrio a quota 46.
Di quota però ne perdevano gli Hornets che, forse stanchi e snervati dal lungo inseguimento non trovavano più la via del canestro mentre gli Heat con un parziale di 0-11 si staccavano pesantemente, anche grazie a qualche errore come il malinteso Batum/Howard sulla rimessa che consentiva la comodissima transizione con schiacciata per fotografi a firma Bam Adebayo.
46-55… c’era ancora il tempo per vedere un’altra magia di Walker il quale finiva sotto il tetto di due difensori ma nonostante ciò riuscendo a trovare ugualmente l’unico spazio per provare il tiro, segnava il 48-57, finale di primo tempo.

CHARLOTTE, NC -JANUARY 20: Dwight Howard #12 of the Charlotte Hornets dunks the ball during the game against the Miami Heat on January 20, 2018 at Spectrum Center in Charlotte, North Carolina. NOTE TO USER: User expressly acknowledges and agrees that, by downloading and or using this photograph, User is consenting to the terms and conditions of the Getty Images License Agreement. Mandatory Copyright Notice: Copyright 2018 NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

 
Si iniziava subito in maniera avvincente il secondo tempo; Ellington perdeva palla su un raddoppio, Batum recuperava la palla e aprendo il contropiede regalava a MKG una giocata da tre punti (1/1 al libero) a 11:10.
Howard andando in aiuto sulla baseline destra si trovava di fronte a un James Johnson lanciatissimo e convinto di poter schiacciare anche questa volta a una mano ma il duello al sole era vinto di forza da Howard che spazzava via come il miglior Mourning la muscolosa ala avversaria.
Gli Heat rispondevano ancora e un’alzata di J. Johnson regalava il tocchetto d Whiteside nel pitturato per il 53-61. Batum, in ottima serata, segnava anche il 55-61, poi dopo un’azione convulsa fatta di palloni persi, Kemba era lanciato dalla parte opposta della metà campo difensiva di Charlotte (dove già si trovava il capitano), facile appoggiare, anche se il canestro era ottenuto in goaltending per il prodigioso recupero di Jones Jr..
Howard attivava la modalità difensiva nightmare andando a stoppare anche Whiteside, correva così Batum che a 7:20 trovava la difesa di Miami pronta a spender un fallo piuttosto che lasciarlo tirare in maniera pulita.
2/2, poi una giocata di Richardson da tre punti che sbattendo su Walker ai bordi del canestro segnava fortunosamente…
A 6:43 show di Batum; finta in partenza, corsa, arresto nel pitturato, giro con distaccamento da Jones Jr. che mandava in salto una cartolina dalle Maldive e fade-away vincente… 21 secondi più tardi Ellington si rivelava ancora micidiale da fuori segnando la bomba del 61-67, Batum però in attacco era leggermente toccato e ottenendo tre liberi ci riportava sul -3 (64-67).
Walker da tre era sfortunato con l’in & out ma a 5:31 Batum era rapido a presentarsi in corsa sulla top of the key per una bomba difficile ma a segno che consentiva di raggiungere l’agognato pareggio a quota 67.
Gli Hornets passavano avanti sfruttando la verve di Batum che dai bordi dell’area destra infilava ancora.
Gli Heat pareggiavano, Batum disegnava un tracciante diagonale per la mina in alley-oop di Howard ma Miami ritrovava il canestro con Johnson sempre aggressivo in entrata, MKG in reverse era favorito da un altro assist intelligente di Batum ma Ellington in alzata riusciva a pareggiare ancora una volta.
73 pari…
Walker esagerava andando da sx a tirare sul lato della tabella, la palla, contesa a rimbalzo, schizzava sotto a Howard che ringraziava segnando.
MKG con il gioco dell’oca nel pitturato segnava in alzata il 77-73.
Frank da destra non badava al time-out preced
entemente chiamato da Miami continuando il parziale che saliva sul 7-0, un paio di perse degli Heat ci trascinavano al finale di quarto dove assistevamo a una tripla di Walker con passaggio dietro il classico schermo altro e una rubata sulla sirena che conservava il +10 (83-73) appena ottenuto.
 
Sembrava poter essere buon viatico per l’ultimo quarto ma… in apertura Olynyk, man of the match, apriva con due triple che lasciavano a Charlotte solo 4 pt. di vantaggio.
Lamb in correzione su se stesso al tiro a 9:16 rispondeva ma su una transizione Miami cercava ancora Olynyk che dal corner destro trovava ancora una volta la retina per l’87-82.
A 7:19 Graham mettendo dentro (girata veloce di Lamb) dall’angolo sinistro poneva un tassello importante per l’eventuale vittoria.
92-84 che diventava 94-84 quando Lamb forzando il floater dal pitturato viola catturava anche il +10.
Miami aveva la fortuna di avere Ellington in squadra.
Un’altra tripla micidiale che però non faceva demordere gli Hornets.

Il variegato pubblico di Charlotte.

MKG usciva da un blocco, Ellington era attardato, Adebayo andava su di lui toccandolo sul tiro.
Giocata da tre punti nonostante Miami provasse a serrare la difesa intensificando il ritmo.
A 4:37 dalla fine Charlotte si trovava sul 99-89.
Un comodo +10 che non faceva presagire alla rimonta del Calore.
A 4:01 Walker rispondeva al canestro di Johnson ripristinando il vantaggio in doppia cifra che si dimezzava quando Ellington da destra girandosi verso canestro sparava subito sopra MKG da tre e Olynyk contro i due lunghi (Williams e Howard) riusciva a trovar l’angolo da sotto per batterli.
A 1:36 Batum tirava sul ferro, la palla vi danzava sopra prima di entrare a imbucarsi ma Ellington da tre infilava la sesta tripla personale di serata e i punti di svantaggio per i bianchi diventavano tre.
Batum era ancora bravo a fare una minima finta aspettando l’arrivo in corsa dalla destra di MKG che s’infilava velocemente ricevendo il passaggio schiacciato del francese per andare a depositare d’autorità anche se non con molto angolo.
Si arrivava al finale con 40 secondi scarsi da giocare… Johnson segnava facilmente senza che la difesa di Charlotte lavorasse molto sui blocchi, poi, sulla rimessa di Williams succedeva l’imprevisto; Richardson andava a strappare la palla a Batum, sfera data fuori a Johnson che segnava con gli Hornets per nulla piazzati in difesa ma pronti a passare alla fase offensiva.
105 pari…
Lo schema di Clifford per i finali è sempre e solo uno; palla a Kemba che sbagliava nettamente sulla prima entrata ma la palla mandata sul fondo dagli Heat ci regalava altri 15 secondi di possesso.
Il fade-away seguente non era ben accolto dal ferro, Olynyk si trovava la palla tra le mani a rimbalzo e non sapendo che fare proseguiva nel disperato tentativo di coast to coast.
Un braccio di Howard sul bicipite sinistro di Olynyk bastava ali arbitri per chiamare il fallo contro i Calabroni che a due decimi dalla fine non avrebbero avuto facili possibilità di replica.
Il lungo sbagliava il primo FT ma infilando il secondo costringeva al tocco ravvicinato a canestro gli Hornets come unica soluzione.
Kaminsky ci provava dalla rimessa ma il tagliafuori su Howard era valido, Adebayo deviava facendo scorrere il cronometro per il briciolo restante.
Gli Heat sopravvivevano, mentre Charlotte incassava una delle più assurde sconfitte viste negli ultimi anni…
 
Pagelle
 
Walker: 6,5
22 pt., 3 rimbalzi, 7 assist, 3 rubate. Chiude con un 10/25 al tiro, percentuale abbassata dall’1/8 da fuori. In entrata se la cava bene sino ai due errori finali con la palla che scotta. Spesso gli capita ma gli avversari sanno che dovrà fare esattamente quello. Per andare sul sicuro diventiamo prevedibili.
 
Batum: 6,5
26 pt., 3 rimbalzi, 6 assist, 3 rubate. Buon primo tempo al tiro chiuso con 10 pt. Ne metterà 16 nel secondo finendo con un 8/12 al tiro. Gran partita sino alla palla persa nel finale che consente agli Heat di pareggiare. L’errore ci sta, peccato per il momento cruciale… 9/10 ai liberi e 4 turnover.
 
Kid-Gilchrist: 6
14 pt., 1 rimbalzo, 1 stoppata. La nuova versione di MKG è più offensiva che difensiva. Ellington nel finale lo batte con un tiro in turnaround, lui rimane a terra senza saltare alzando il braccio. Una volta era più aggressivo. L’apporto di punti è buono, inserimenti, elbow jumper vanno bene ma le statistiche difensive in 27 minuti sono nulle nonostante il lavoro prodotto.
 
M. Williams: 5
0 pt., 2 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. Sarebbe bastato un canestro di Marvin che nelle ultime gare aveva fatto benissimo. Forse è colui che ha risentito maggiormente delle voci. Purtroppo il suo 0/5 dal campo (0/4 da fuori) ci penalizza… Nel finale un paio di buone difese ma non è stata una gran serata.
 
Howard: 6
14 pt., 15 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 3 stoppate. Manca di copertura nel primo tempo. James Johnson segna troppo facilmente in schiacciata diverse volte, anche se non è il suo uomo. 8 punti e altrettanti rimbalzi nei primi 24. Finisce con 6/8 dal campo e nel secondo fa l’intimidatore in maniera più efficace ma, come Batum, macchia la gara con quel tocco che alla fine regalerà a Olynyk la palma d’eroe della serata. Si è visto di peggio, ma a due decimi dalla fine diventa un errore irrimediabile nonostante la doppia doppia e tante buone giocate.
 
Lamb: 5,5
9 pt., 10 rimbalzi, 3 assist, 1 stoppata. Attivo a rimbalzo, un attacco fatica con un 4/13 ma compensa un po’ con il resto.
 
Kaminsky: 6,5
12 pt., 3 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata e 2 stoppate. Entra e segna tre punti. Da un passaggio con i giri perfetti a Lamb. 4/8 dal campo, +9 di plus/minus. Batte l’ultima rimessa sulla quale nemmeno accendendo un cero alla Madonna avrebbe potuto far qualcosa con Howard rimasto dietro ai lunghi avversari. Una splendida stoppata. Gli fischiano passi in attacco nell’ultimo quarto che vorrei rivedere.
 
O’Bryant: 6
5 pt., 4 rimbalzi, 1 stoppata. Un po’ macchinoso in tutto, comunque se la cava nonostante i vari difetti. Mette una tripla e fa il suo in attacco con schermi. In 12 minuti cattura tre rimbalzi difensivi.
 
Carter-Williams: 5,5
0 pt., 2 rimbalzi, 1 assist. Come il solito gioca con le riserve. 11 minuti che sanno di poco. Non riesce a dare la scintilla vincente alla squadra.
 
Graham: 5
Si fa battere diverse volte nel primo tempo e sbaglia in transizione uno contro uno tirando basso sul ferro a destra di esso. Solo tre punti in 14 minuti e troppa fatica.
 
Coach Clifford: 5,5
Ed è di stima perché lo schema Kemba contro tutti è trito e ritrito. Quando costruiremo un’azione nel finale per far collassare la difesa? La partita si perde per disattenzioni. Il carattere della squadra c’è. La rimonta e il +10 ma è un team che se prende un paio di canestri che sembrano arrivare direttamente da un destino avverso, fatica a ritrovarsi. Detto ciò, basterebbe fare delle trade mirate adesso…

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.