Game 46: Charlotte Hornets Vs Golden State Warriors 103-113

 
Belli ma poverHornets
L’agente Segreto di Conrad è un libro che parla di un fatto di cronaca realmente accaduto.
L’esplosione di una bomba a Greenwich Park.
Il Signor Verloc è il perno della storia, l’agente segreto e mossiere di questo giallo dai risvolti psicologici interessantissimi.
Lavorando per i servizi segreti di Sua Maestà la Regina Vittoria, è spinto dal nuovo crudele referente a ottenere risultati contro gli anarchici (i quali lo credono loro amico e usano il retro del suo negozio per inutili riunioni clandestine), contro i quali Verloc non aveva fatto granché se non un lavoro di prevenzione.
Verloc quindi organizza un finto attentato a Greenwich Park ma si evince che il trasportatore in incognito del materiale, il fratello della moglie Stevie (un giovane affetto da problemi mentali) si fa saltare in aria inciampando in una radice.
La moglie una sera ascolta una conversazione tra Verloc e un’altra persona e capisce l’accaduto, in un impeto di lucida follia uccide il marito, cerca di scappare con un anarchico che frequentava casa, ma è abbandonata sul treno poco dopo che la nuova fiamma sia venuta a conoscenza della storia.
La donna, senza più amato fratello, marito (sposato per le classiche necessità imposte dalla società alle donne di un tempo, ovvero mancanza di soldi e impossibilità di sopravvivere) e futuro (possibile nuovo compagno) decide di buttarsi in mare e uccidersi.
Un dramma sulla psiche umana, le paure, le situazioni che sfuggono di mano…
In tutta questa lunga premessa le analogie sono due; Steph Curry, agente segreto infiltrato (qui nella dorata baia più che tra gli squattrinati anarchici) che tutti vedremmo bene a casa propria, ovvero Charlotte, e la fiducia.
Il basket è uno sport al quale serve moltissimo la fiducia, su un tiro ad esempio, se non ci credi, al 99% l’hai già sbagliato…
Curry ha terminato la serata con 28 punti superato da Durant con 33 (vero intruso che ha determinato la vittoria finale dei suoi con un eccelso ultimo quarto più un pizzico d’aiuto), aiutati da Thompson con 19.
Charlotte ha giocato bene ritrovando fiducia e ha chiuso vincendo 43-41 a rimbalzo e 26-23 negli assist. Nelle stoppate però GSW hapreso il sopravvento 6-14 e anche con i tiri dal campo con il 47,6% contro il 41,3% di Charlotte la quale ha altresì finito con un 20/21 dalla linea contro i 24/27 dei Warriors (curiosità tre errori di Green).
La panchina non ha retto ma ora ci sono le prossime due partite da affrontare in back to back e giocando come oggi New York e Sacramento (vincente a Cleveland senza Rudy Gay) sono ampiamente alla nostra portata.
Charlotte doveva risvegliarsi dalla sfiducia dettata dagli ultimi risultati contro Washington, un po’ intimidita, aveva finito per perdere lo scontro diretto, oggi contro il miglior team della lega, la squadra ha dimostrato d’aver fiducia.
Molti elementi hanno giocato bene, altri, pochi, però hanno determinato il risultato in una partita dove si doveva sbagliare il meno possibile.
 
Dopo la presentazione dei due quintetti (GSW); St. Curry, Thompson, Durant, Dr. Green e Pachulia, per Charlotte; Walker, Batum. Kidd-Gilchrist, M. Williams e Hibbert (out Zeller per problemi a un quadricipite) era tutto pronto per partire!
 

Roy Hibbert partito titolare per l’assenza di Zeller.
Qui in gancio su Green.
2017 NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

Sul lancio della palla a due sfidavano la gravità e il tempo dentro lo Spectrum tra Pachulia e Hibbert, il primo ad arrivare più in alto era il Guerriero, il quale dava il via alle danze con il primo attacco di che si concludeva con la tripla sul ferro di Thompson, ben marcato da MKG, il quale sfruttava il triangolo laterale destro di Charlotte: Marvin/Batum/Marvin fermato da Durant all’ultimo in entrata, MKG era lì a sinistra riprendeva e schiacciava ottenendo anche un FT. A 11:24 Charlotte passava in vantaggio sul 3-0.
Le squadre facevano sforzi in difesa, mentre la pressione dei californiani ora funzionava perfettamente, quella di Charlotte faceva perder colpi a quelli dei Warriors, i quali però attraverso la loro classe portavano un parziale di 9-0 iniziato con una dunk di Durant a 11:05 (fortunato a trovar spazio sul quasi recupero di Charlotte in pressione che finiva pur esser dannoso) e chiuso da una tripla frontale di Curry a 8:08, almeno… questo prima del time-out chiamato da Clifford.
I Pacifici ragazzi non lo erano, infatti, pacifici solo per provenienza geografica e piuttosto agguerriti estendevano di altri due punti il loro parziale portandosi sul 3-11 a 7:43 con due FT di Pachulia.
A interrompere il parziale da doppia cifra c’era un Hibbert (fino allora sofferente in attacco e difesa) con un gancio dal cuore dell’area, tuttavia Durant calava la tripla da sinistra lasciando Batum a far da palo. Marvin in entrata frontale leggermente a destra del canestro chiudeva un pick and roll in agilità pur subendo i falli di Curry e Pachulia.
Canestro difficile realizzato, libero più facile mancato a 7:00 dalla prima sirena, partita sul 7-14…
Durant serviva la prima fila laterale, mentre Kemba in dribbling s’infilava tra le maglie bianche, fintava l’assist laterale per MKG ma andava dentro a concludere sorprendendo Green. Walker ci riprovava sulla seguente ma questa volta cedeva a MKG, il quale tuttavia era coperto dall’ombrellone di Pachulia che mandava oltre il fondo la sfera.
A 6:16 gli arbitri fischiavano un fallo a Thompson, Batum ringraziava e accorciava il gap di due (11-14) ma Green batteva imparabilmente Marvin Williams da dietro l’arco.
Walker “disshava” un assist per MKG e la partita s’incendiava… Si vedeva un reverse a due mani con mezzo giro in salto mandando la palla oltre il corpo di Hibbert…
Dal corner destro sparava una tripla Marvin Williams la quale era ribattuta nove secondi più tardi da quella di Curry (5:04), MKG si prendeva un tiro e aiutato dal primo ferro, chiudeva positivamente l’azione.
Walker andava in lunetta a 3:59 (fallo di Curry) ottenendo il 20-22.
A questo punto entravano Belinelli, un Kaminsky mascherato (problemi al naso) e Hawes.
Proprio su Hawes Durant metteva dentro due punti rallentando il tempo e mettendo dentro lateralmente con cambio mano e appoggio destro.
Belinelli a 3:07 si presentava infilando tre punti frontali per ridurre lo svantaggio a un solo punto (23-24), tuttavia a MKG era chiamato un blocking su McAdoo che dalla lunetta faceva cader nella retina due liberi a 2:58 dalla prima luce rossastra al neon. Kaminsky con un grottesco tiro che non colpiva nemmeno il ferro si dimostrava poco in forma nonostante la sua convocazione all’All-Star Game nella sua categoria.
Hawes mancava un turnaround e MKG si faceva bloccare il tiro da Durant, ne approfittava a 1:31 Curry con altri 3 punti (dimenticato dalla difesa) Walker e Hawes sbagliavano ancora per Charlotte ma dall’errore del nostro doppio zero uscivano due punti da un pallone conquistato da MKG e depositato nella retina dallo stesso.
Hawes da tre dalla diagonale destra era abile a chiudere trovando il cotone, così il primo quarto andava in archivio con gli Hornets a distanza di solo un punticino (28-29).
 
I Warriors nel secondo quarto, approfittando della panchina degli imenotteri chiudevano il canale per la fluitazione punti di Charlotte, Kaminsky lasciava un metro a Green, fatale per incassare tre punti…
Hawes a 10:15 arrivava da dietro per una stoppatona su Livingston ma Kaminsky continuava a essere inguardabile, Thompson ne metteva due prima che Batum riuscisse a far rendere utile anche Frank che da sotto il canestro a destra riceveva l’assist appoggiando il 30-34.
Hawes dietro era lasciato solo in uno contro due, passaggio per McAdoo e cutting dunk per il 30-36…
Batum si ripeteva con l’assist, questa volta in diagonale, più difficile ricevere e mettere il reverse layup per il Beli, premiato dal ferro per il coraggio dimostrato.
Thompson dal corner destro mostrava la specialità della casa con la tripla, poi da sinistra segnava con lo step back da due, i suoi cinque allungavano gravando pesantemente sui tentativi di Charlotte, ora sotto di 9 (32-41).
Sessions perdeva il sesto pallone Hornets, rientravano Kemba e Marvin, ma proprio il secondo concedeva il settimo turnover a GWS buttando palla sulla prima fila a destra ingannato da una finta di movimento di Batum.
Williams si faceva perdonare con l’assist pallottola oltre Livingston, Hawes solo ringraziava e appoggiava il reverse layup aggraziatamente. Walker da tre non prendeva nemmeno il ferro ma sotto trovava Batum che con un gancetto laterale rifiniva il tentativo del compagno.
A 2:58 Walker metteva la tripla da destra, il numero 0 dei bianchi McCaw il floater dall’area.
Per un fallo di MKG su Durant, i Warriors tornavano in vantaggio a doppia cifra (39-49) ma a 1:36 Hawes restituiva il favore a Williams in taglio per la jam in corsa.
Hawes rifiniva anche per Kemba; assist verticale con la difesa dei Warriors attenta al movimento sul lato forte, capitano dimenticato e due punti facili per il 43-49 ottenuto.

I Warriors si portavano sul +8 ma Charlotte con un contestato tap-in (interferenza chiamata dai giocatori dei Warriors, possibile ma difficile da dire) si riportava a -6, differenza che Marvin sigillava in stoppata su Curry consegnando all’intervallo il vantaggio dei Warriors 47-53.

Marco Belinelli.
Con i suoi 14 punti dalla panchina è l’unico della second unit che porta consistenza e buone percentuali dalla second unit.
2017 NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

 

 Nella ripresa i Warriors erano sorpresi a inizio quarto… Hibbert a 11:47 era bloccato fallosamente sul tiro ravvicinato.
Roy metteva i liberi ma Thompson in inserimento usava il plexiglass pur marcato frontalmente pancia a pancia da Marvin. A 10:53 un floater di Walker su Durant era propedeutico alla rimonta, anche perché Thompson vedeva la palla già dentro da tre ma il ferro con le manine tirava fuori l’arancio sfera mentre MKG dalla diagonale destra con la sospensione la consegnava all’altra retina.
Pachulia era quasi stoppato da Hibbert (che lo costringeva all’errore), il quale dall’altra parte correggeva l’errore di Williams arrivato dopo una finta di partenza dalla baseline destra e contrastato da Pachulia non era riuscito a metter dentro.
I due punti valevano l’aggancio a quota 55.
A 8:40 un catch n’shoot di Batum portava avanti gli Hornets di tre, i quali dopo aver subito due punti ritrovavano Nicolas in versione bombardiera 8:09; altri tre punti e Charlotte sul 61-57 in fiducia e ritmo.
Durant in attacco spingeva via il francese con il gomito sinistro, canestro non assegnato per fallo del numero 35 e Batum in esaltazione dava sulla sinistra a Marvin che avanzando rilasciava un preciso floater per il 63-57.
Williams con un altro floater trovava canestro e contatto, gioco da tre punti e Hornets al comando di sette (66-59), poco importava se Kemba egoisticamente sprecava un contropiede tre contro due facendosi stoppare, dopo l’errore sulla transizione di Curry, Batum faceva due pasi avvantaggiandosi sul numero 30 mettendo dentro anche il 68-59 con Charlotte on-fire… Thompson segnava tre punti veloci ma Kemba replicava per il 71-62, Green travolgeva Hibbert in entrata ma il fallo era del nostro numero 55.
Green mancava il primo e trasformava il secondo, MKG segnava il jumper frontale con incredibile fiducia mentre Curry sfruttava il giro palla dei compagni per colpire con spazio da oltre l’arco.
Sul 73-66 Batum non segnava ma faceva una buona difesa su Durant. Walker si raffreddava facendo scadere prima i 24 e poi sbagliando da tre, Clifford preferiva sfruttare il momento tenendo i titolari in campo per tutto il quarto…
Curry dalla destra dava dentro per McGee che trovava il suo momento di gloria con una flash dunk, Kaminsky metteva dentro da tre dalla sinistra ma la sua tripla era annullata dai solerti arbitri per aver visto un cingolato del carrarmato toccare la linea bianca laterale.
Walker rubava un pallone e partiva in transizione non accorgendosi però alle sue spalle del decollo di Durant che cancellava l’appoggio, Curry in transizione chiudeva da tre avvantaggiandosi da posizioni un po’ scoperte nel forte Charlotte. Il colpo del 73-70 risvegliava Kemba, il quale con la mano destra da destra del canestro faceva arrampicar la palla oltre il ferro.
Un altro decollo di Durant, offensivo questa volta, con appoggio elegante, era inutile poiché Walker si posizionava davanti al semicerchio e veniva travolto da Durant in volo inducendo la terna a chiamar sfondamento.
Un reverse circus layup (passando oltre il ferro sulla linea di fondo) di Curry su Hawes che nel contempo misurava anche la febbre al piccolo, segnava il nuovo -3 GSW.
Green portava a -2 gli ospiti splittando dalla lunetta con le dinamiche personali precedenti.
Charlotte resisteva in difesa con un recupero contemporaneo in chiusura di Kaminsky e Batum, palla a Belinelli, lancio baseball per Walker che in contropiede questa volta non falliva.
I Warriors ne aggiungevano due ma Kemba ne realizzava tre grazie al fallo ingenuo (tocco sull’alzata) di McCaw a un secondo e cinque decimi dalla terza sirena.
Curry sulla sirena da casa sua allarmava lo Spectrum ma era “solo” ferro. 80-75, un +5 che valutavo non sufficiente visto il prossimo ingresso in campo della panchina…

Le Honey Bees in una performance imitatoria su Lady Gaga.

 
Così era, infatti, Thompson si prendeva tre volte la lunetta (tecnico a Hawes per proteste e fallo di MKG), a 11:12 i Warriors tornavano al -2…
Kaminsky andava a contatto con Green, il quale ripeteva dalla lunetta le precedenti prestazioni lasciando a Charlotte un punticino di vantaggio che MKG aumentava a tre con un jumper confidente dalla media diagonale destra.
Thompson a 10:19 guadagnava altri due FT riducendo allo scarto minimo il match, Charlotte perdeva un paio d’occasioni in attacco e i Warriors non potevano far altro che passar in vantaggio Livingston, assist sparato in diagonale da sinistra a destra, sotto il canestro McAdoo libero segnava il sorpasso Warriors a 9:30 dalla fine.
Charlotte dopo aver speso tanto non ci stava e con Hawes (assist di Frank) guadagnava un gioco da tre punti (finta di Hawes e fallo di Green sul giro e tiro da sotto) per ripassar avanti di due (85-83).
Una tripla di Thompson era sputata fuori dal ferro, tuttavia gli arbitri non fischiavano un fallo del n° 20 in canotta bianca che abbassava proditoriamente l’arto destro a Hawes.
Rimessa dal fondo Warriors ma niente di fatto. Session si arrestava trovando spazio ma fuori equilibrio, pur da vicino tirava orrendamente, a 8:32 Durant in entrata salutava Frank pareggiando.
A dare una spinta agli Hornets c’era Marco Belinelli dallo stivale, a dare un calcio ai suoi c’era Thompson che per proteste (fallo chiamato a lui sul tiro da tre di Marco) si prendeva anche un tecnico.
Difesa onesta quella della SG avversaria ma uno sfioramento sull’avambraccio di Marco c’era, anche se leggero. 4/4 di Belinelli e Hornets sul +4.
Livingston dalla baseline dimezzava lo svantaggio ma a 7:19 i protagonisti degli ultimi due canestri si ritrovavano faccia a faccia sulla destra lato offensivo Charlotte; Marco in uscita sparava da tre e Livingston lo toccava nettamente, altri tre tiri liberi per un Marco di ghiaccio e Calabroni sul 92-87.
Ancora poco però perché Durant andava ancora dentro e il vantaggio si riduceva a un possesso lungo, poi a un solo punto a 6:24 con altri due di Durant dalla linea della carità.
Belinelli a 6:07 sfidava Durant in entrata, circus banling shot con parabola alta ottenuto dalla corsa e 94-91.
A 5:53 gli arbitri perseguitavano MKG, altro fallo e altro giro di un Durant infallibile a gioco fermo.
Hawes andava corto da tre mentre Marco toccava sulla mano (?) Durant in entrata, la palla andava oltre il fondo con Durant in decollo ma arrivavano altri due FT per il sorpasso (94-95).
Curry metteva dentro due punti in appoggio con la mano sinistra ma Batum dalla baseline destra dal mid-range teneva in partita Charlotte con una sospensione dettata dall’esigenza vitale di segnare.
Durant trovava un tiro dalla media fortunato, buona rotazione, con ferro e vetro che anticipavano il cotone.
Sul 96-99 Iguodala rubava a Batum che chiedeva un fallo, sulla destra Curry si separava da Marco e mettendo dentro tre punti che toccavan solo la retina, ipotecava la partita.
A 3:18 Marvin s’infilava in mezzo e riduceva sul -4, Durant replicava ma Kemba con una mezza protezione di Hawes s’infilava a sinistra toccato da Livingston.
Canestro e gioco da tre punti per il -3 a 2:53 dalla fine. A 2:30 tuttavia Durant continuava la sua prestazione di rilievo mettendo due punti da destra, Charlotte non segnava e anche se MKG stoppava in salto Green ormai sicuro di due punti in transizione, Thompson sulla ricezione dalla rimessa dal fondo subiva fallo da Batum (tocco e invasione cilindro) giratosi sulla finta.
Sul 101-108 Charlotte non ci credeva più, i Warriors toccavano il massimo vantaggio prima che Walker chiudesse con i due punti del 103-113 finale.
 
Pagelle
 
Walker: 6,5
26 pt. (9/23), 3 rimbalzi, 8 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Tre turnover e una media al tiro migliorabile ma è lui il fulcro dell’azione, anche se Charlotte per lungo tempo distribuisce bene le possibilità in attacco, numericamente e intelligentemente sul campo. Fa il suo alzando anche la media assist.
 
Batum: 6,5
16 pt. (6/12), 6 rimbalzi, 8 assist. Medie più o meno da lui per rimbalzi e assist, invertite un po’… Migliora decisamente al tiro e avvia un parziale di terzo quarto entusiasmante, segna un buon canestro nel finale, poi però perde due palloni. Difesa buona.
 
Kidd-Gilchrist: 7
15 pt. (7/12), 9 rimbalzi, 1 rubata, 2 stoppate. Aggressivo fa un discreto lavoro difensivo, ci mette un po’ Thompson a prender delle misure. Un po’ troppo preso di mira dagli arbitri su Durant nel finale, anche se non sempre è fortunato, finisce con 4 falli, ma sfiorando la doppia doppia e tirando meglio in percentuale di Walker e Batum.
 
M. Williams: 6,5
14 pt. (6/12), 5 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate, 1 stoppata. Si eclissa nel finale ma all’inizio fa un buon lavoro difensivo, Durant o no, un paio di tiri nel break che avrebbe potuto darci più sprint per il finale.
 
Hibbert: 6
6 pt. (2/3), 4 rimbalzi. Gioca solo 17 minuti con un inizio da un paio di palloni persi. Alla fine la sua pagnotta la porta a casa con l’avvio di terzo quarto. Una stoppata misteriosa forse, non assegnatagli ma comunque buon intervento difensivo a protegger il canestro sempre in quel frangente.
 
Belinelli: 7
14 pt. (3/5), 1 rimbalzo, 1 assist, 1 rubata. Marco fa ciò che gli chiede MJ, ovvero segnare. Da fuori è 1/3 ma oppone accanita resistenza come un samurai nell’ultimo quarto. In due tornate di liberi mette sette punti e poi un canestro in entrata. Se qualche volta pecca dietro perdendosi gli scatti avversari guardando la palla, sembrando più in roaming difensivo (in realtà occupa un’area), in avanti fa il suo.
 
Sessions: 4
0 pt. (0/4). Indegna prestazione in 9 minuti. Due stoppate subite, un tiro orrendo, nessun assist, un turnover e Charlotte quasi crolla. Più che Lin-gotto, Lin-truso.
 
Kaminsky: 4,5
2 pt. (1/8), 2 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Un turnover e 0/3 da oltre l’arco. Convocato all’All-Star Game non si sa perché. In netto calo rispetto allo scorso anno. Il progetto di MJ è immediato, ovvio sia importante far crescere questi giovani ragazzi, ma lui era già in teoria il più pronto che ci fosse al Draft dello scorso anno, se sulla pessima difesa (in ottica futura) si può glissare, su un attacco ch è uno scempio per la pallacanestro, no.
 
Hawes: 6
10 pt. (4/13), 13 rimbalzi, 5 assist, 1 stoppata. -14 di plus/minus. In una di quelle serate in cui vuol strafare al tiro ma non è in grande vena. Peccato perché in 29 minuti sul parquet sarebbe servito offensivamente. Va comunque in doppia doppia, la sua bravura sta nel catturar i rimbalzi, sotto canestro è passato troppo facilmente, anche se lui il suo ce lo mette per far si che non finisca così. Perde un pallone che da il via a un contropiede letale ma distribuisce anche 5 assist.
 
Coach Clifford: 6
La tattica è quella giusta. Far girar palla in attacco e difendere aggressivamente in difesa. La squadra ha fiducia, ma nel finale Durant, aiutato da un arbitraggio abbastanza parziale dal mio punto di vista (non che in precedenza Charlotte abbia beneficiato di situazioni dubbie, ma nel momento decisivo i fischi principali sono andati tutti a favore degli ospiti), decideva di non dare a Charlotte la gioia di una vittoria che per impegno e abnegazione sul parquet avrebbe meritato. “Tradito” da Cho sul mercato (pochissima panchina), usa rotazioni corte, i “soliti” 9 impiegati, però io Graham e Wood li vedrei bene qualche minuto in campo al posto di altri.
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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.