Game 49: Charlotte Hornets @ Phoenix Suns 97-128

Terry Rozier, 19 punti con 7/21 al tiro precede Plumlee con 17 e McDaniels con 15, unici giocatori di Charlotte in doppia cifra in serata.

I Calabroni escono impolverati dalle sabbie di Phoenix in vista di un doppio appuntamento casalingo.

Dopo due brillanti vittorie sono arrivati altrettanti stop pesanti, l’ultimo nella notte a Phoenix con il rischio di una disfatta abissale a metà secondo quarto con i Suns sul +30…

Quale sarà il vero volto degli Hornets del periodo ce lo diranno le prossime due sfide in settimana, per ora, oltre le croniche difficoltà, aleggia una certa sfiducia per la maniera con la quale si sono chiuse le ultime due sfide.

Dopo il 2-0 firmato da McDaniels e la tripla incassata da Cam Johnson, gli Hornets si trovavano rapidamente in svantaggio considerevole – nonostante il pari in alley-oop di McDaniels per il 5-5 – poiché proprio il tiratore dei Suns produceva un inizio incandescente con 14 punti mandando i locali sul 7-16…

I Suns chiudevano il primo quarto avanti 15-36 grazie ad un 62,0% dal campo ed a un Biyombo che unito al resto della difesa pronta a rendere difficili le penetrazioni, influenzavano Plumlee e Rozier, spenti nei primi 12 minuti mentre a McDaniels andava meglio ma anche lui spesso perdeva il turno.

Ad inizio secondo quarto i Soli, con la panchina profonda, sembravano quasi giocherellare: Landale mancava un appoggio da sotto ma realizzava 10 punti in 8 minuti segnando anche da fuori, Mikal Bridges a 7:01 con l’and one realizzava il 20-50.

I Suns si rilassavano un po’ sul perimetro e Rozier ne approfittava per sganciare tre bombe, Thor sul lato opposto (dx) infilava un lungo due e McGowens e Plumlee pescavano due giocate da and one trasformate mentre i Suns andavano a vuoto storditi temporaneamente dalla zona di Clifford.

Charlotte tornava a -8 nel suo periodo di maggior splendore affacciandosi nell’ultimo minuto ma Cam Johnson prima dell’intervallo realizzava ancora da tre per il 47-58, un avvertimento…

19-28 a rimbalzo, 12-21 negli assist, 2-9 nelle stoppate e per i Suns 11/20 da 3 al tiro (Monty Williams come quasi tutti i coach avversari sfrutta la vulnerabilità degli Hornets sul perimetro) a fine primo tempo non promettevano nulla di buono anche perché in casa Hornets il primo tempo andava in onda con McGowens come SG titolare visto lo slittamento di Rozier in PG per la mancanza si Ball e gli swingman Oubre Jr., Martin out ai quali si univa anche la mancanza di Hayward in serata…

CP3, dopo essersi visto per altri aspetti, batteva un paio di colpi da fuori in proprio e in generale i Suns non facevano fatica a sbarazzarsi di Charlotte prendendo rapidamente un +20 (57-77 a 5:09 con una tripla di Paul, già menzionata).

Nel finale i Suns raggiungevano il massimo vantaggio sul +33, due FT per Mark Williams (lanciato nel garbage time per questa partita perché Clifford ha scelto Richards come secondo centro nell’occasione) chiudevano i conti sul 97-128.

Per i Suns Biyombo ha chiuso con 6 rimbalzi e 5 stoppate, Cameron Johnson con 24 punti (9/11), Saric 19, Mik. Bridges 18, Landale 15, Paul 14 pt. ed 11 assist, Lee a completare l’opera da doppia cifra con 11 punti.

Numeri di squadra: Oltre alle solite caratteristiche positive come rubate, TO, punti in area e fast break pt. E negative come le percentuali al tiro e in lunetta che rendono comunque sempre fragile la difesa e l’attacco Hornets, questa volta la squadra di Clifford, divenuta un buon team nei rebound, ha ceduto nettamente a rimbalzo con un 46-64 finale mentre decisiva è stata la statistica assist con i teal sovrastati 19-37.

I numeri restanti nei tabellini sottostanti:

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.