Game 5; Charlotte Hornets Vs Miami Heat 96-89

Sottotitolo:

Profondo Rosso, come il noto film di Dario Argento.
Non solo perchè quest’anno nella Eastern Conference le due probabili superpotenze Bulls e Cavaliers (alle quali aggiungiamo gli Heat con il loro logo dal pallone infuocato), vestono con tonalità di rosso, ma anche perchè gli Hornets sono abilissimi a creare suspense, anche quando dominano la partita, soprattutto a rimbalzo, come oggi.
In tema di colori invece, dopo le due sconfitte esterne, gli Hornets si vestono di viola per la terza volta consecutiva, dimostrando di non essere scaramantici. Il viola era mal visto dagli artisti e dagli attori, che durante il periodo di Quaresima non potevano mettere in scena i loro spettacoli a causa della proibizione della Chiesa e siccome i paramenti sacri erano di quel colore…

Jefferson Al

Hornets sempre con il solito quintetto; Walker, Stephenson, Henderson (ancora fuori MKG), M. Williams e Jefferson. Miami, orfana di James ha sul parquet schierati; Wade, S. Williams, Deng, N. Cole e C. Bosh.
Le schermaglie iniziano con Al Jefferson che dimostra subito il suo IQ baskettaro, marcato sulla baseline sinistra, vede partire Henderson dalla baseline destra, servito con un passaggio orizzontale sulla linea di fondo stessa, all’ala degli Hornets non restava che realizzare.
Jefferson catalizzava tutta la manovra degli Hornets e mostrava il suo bagaglio tecnico infilando altri 6 punti.
A 6:10 Stephenson aveva il radar e serviva la palla a spicchi a Williams che tagliando in diagonale la difesa di Miami si trovava come una particella d’acqua Lete da solo in area e comodamente segnava.
A 4:18 anche Stephenson entrava tra i marcatori degli Hornets prendendosi un rimbalzo in attacco da sotto e convertendolo in 2 pt..
Gli Hornets giocavano bene in attacco e in difesa, dopo una tripla di Neal per il 16-11, Walker andava in transizione grazie ad una palla rubata da Zeller.
Poco dopo Walker, raddoppiato, ricambiava il favore a Zeller mettendolo nelle condizioni di segnare dandogli un pallone in alto a sinistra. Il lungo non falliva.
A 1:29 era ancora la ditta Zeller/Walker a produrre altri due punti per Charlotte, rubata del primo, transizione e appoggio al “glass” del secondo.
Finale di quarto che vedeva gli Hornets avanti 24-17.
L’inizio del secondo quarto era contassegnato da numerosi cambi, che, non davano però buoni frutti per i Calabroni.
Maxiell prima andava in raddoppio, poi su un’altra azione, era in ritardo su una chiusura, Miami trovava così 4 pt.
Neal a 8:07 interrompeva la rimonta di Miami per il 29-23 momentaneo, ma gli Heat erano caldi, e continuando ad attaccare, su una palla persa Wade serviva l’ex Josh McRoberts che inchiodava uno spettacolare alley-oop. Due liberi di Bosh regalavano il 29 pari a Miami.
Coach Clifford correva ai ripari rimettendo qualche titolare.
Wade, Jefferson e M. Williams fissavano sul 33-31 il punteggio.
Walker, appena rientrato, metteva una tripla su un incredibile assist ad elastico di Stephenson.
A 3:33 Deng avrebbe un potenziale gioco da 3 pt. ma falliva il libero aggiuntivo.
A 3:12 Zeller correggeva da sotto un errore di Jefferson ma Williams per Miami pareggiava la partita con una bomba, 42 -42.
Ancora Miami, ma Charlotte faceva circolare bene palla e con Walker trovava un jumper dalla mattonella della lunetta per il nuovo pareggio. Henderson cercava il duello con Wade insistentemente e a 54 secondi riusciva con un fade-away turnaround shot a batterlo per il 46-44 che chiudeva il primo tempo.
La ripresa iniziava con un sostanziale equilibrio e le squadre a sorpassarsi. Da notare a 6:55 una grande entrata di Stephenson con esitation in palleggio a mandare a vuoto il difensore in allungo e bel canestro trovato.
Gli Hornets, complice una buona difesa, iniziavano ad allungare e PJ Hairston trovava (dopo alcuni errori) un tre punti che portava la partita sul 67-60.
Maxiell girava sul piede perno e portava in doppia cifra il vantaggio. 72-62 era il punteggio ad un solo quarto dalla sirena finale.
PJ Hairston era ancora destabilizzante per Miami, 3 pt e 75-64 Hornets.
Roberts assist per Maxiell a 10:23, con i due punti del lungo di riserva dei viola e due liberi trovati da Zeller (con gli Hornets che dominavano nel pitturato andandosi a prendere falli) a 9:51 la partita sembrava in ghiaccio, 79-64, +15.
Quasi nulla poteva far presagire il finale; Stephenson si agganciava con Chalmers su un’azione d’attacco, lungo stop per vedere il replay da parte degli arbitri, che alla fine chiamavano un flagrant foul alla SG degli Hornets.
Dei due liberi Miami ne realizzava solamente uno.
Gli Hornets a 4:15 trovavano con Stephenson due punti, airball lungo di Neal, palla recuperata dalla SG che passava dall’altra parte del ferro per difendersi e tirare comodamente.
Wade, Bosh e Napier non ci stavano, quest’ultimo a 2:20 dalla fine segnava l’88-85 con un pick and roll troppo easy su assist di Chalmers.
-3 determinato in questa fase da brutti attacchi e giocatori che sembravano voler più controllare il cronometro che realizzare.
A scacciare l’incubo horror di una nuova sconfitta ci pensava prima Walker a 1:53, che con un big shot, nonostante abbia Napier che lo contrastava bene. Finta di partenza a destra, tornato sul posto tiro veloce e tripla del 91-85.
Wade rispondvae immediatamente con una schiacciona più da centro che da guardia.
La partita si chiudeva quasi quando Wade dava un pallone semplice indietro a Bosh, il quale però se lo fa sfuggire in fuori.
Stephenson però tirava corto, così Miami aveva un’ultima possibilità mal sfruttata dalla penetrazione di Chalmers, il raddoppio di Walker contenitivo era sufficiente per far sbagliare la guardia degli Heat.
Rimaneva pochissimo tempo e gli Heat dovevano necessariamente spendere falli.
Gli Hornets non rischiavano più nulla, sfatavano il tabù viola e mandavano in bianco i ragazzi di coach Spolestra portandosi in classifica sul 2-3 in attesa di ospitare Atlanta.

Voti

Kemba Walker: 7,5
18 punti, 7 rimbalzi, 4 assist, 2 steals.
Buon lavoro offensivo, decisiva la sua tripla, buon lavoro difensivo, decisivoa la sua difesa sull’ultimo possesso serio degli Heat.

L. Stephenson: 6
Il duello con Wade era dato come una delle possibili chiavi della gara. Wade fa i punti che deve fare. 8 punti, 13 rimbalzi, 4 assiste una stoppata. Ha la tendenza a tirare corto, proprio sul bordo esterno del ferro, male come % di tiro, poi regala dei numeri estemporanei che valgono il prezzo del biglietto.

G. Henderson: 6,5
4 punti, 3 rimbalzi, 3 assist e una rubata. 18 minuti per lui in campo. bella la realizzazione su Wade e bel taglio all’inizio.

M. Williams: 5,5
6 punti, 5 rimbalzi e 3 perse.
Poco elastico sui rimbalzi, in 30 minuti (29:59) di gioco ci si aspetterebbe qualcosina di più, anche se lui non è la prma opzione offensiva.

Al Jefferson: 8
28 punti, 10 rimbalzi e 3 stoppate.
E’ tornato il Jefferson dello scorso anno dopo la gita a New Orleans.
Oggi suda, oltre che metaforicamente, anche copiosamente fisicamente, fattore determinante per questa squadra.

PJ Hairston: 6,5
Il rookie parte con la frenesia di voler far vedere che è bravo, tiri un po’ affrettati e conclusioni fuori misura, fino alle due fondamentali triple. Per ora, se vuole realizzare, deve avere quello spazio di tempo e di spazio per stabilizzarsi e tirare, così è letale. 7 punti, due assist e udite udite: “3 stoppate!” il 2/9 dal campo però ne abbassa il voto.

Cody Zeller: 7,5
Se non avesse problemi di falli, direi che coach Clifford è un pazzo a lasciarlo fuori dal quintetto titolare schierando Williams. In 18 minuti firma 13 punti e 8 rimbalzi, ed è uno degli artefici della gran difesa dei Calabroni

G. Neal: 4,5
Totalmente “fuori dalla zona”. 4 punti e 3 rimbalzi in 25 minuti. 1/7 dal campo.

J. Maxiell: 6
4 punti e un rimbalzo in 16 minuti. Continua a non piacermi nelle chiusure, tuttavia fa un 2/5 dal campo con buoni tiri, almeno la sufficienza c’è.

B. Roberts: 6
13 minuti, 4 punti e due assist. Sensazione positiva. Si fa fre un paio di falli e dalla lunetta ottiene i suoi 4 punti.

Coach S. Clifford: 7
Timeout finale chiamato con il tempo giusto, quando gli Hornets stavano gettando via tutto. A tratti una pallacanestro gradevole da vedere. mentre alcuni indicano come chiave della gara il duello tra Lance e Dwane, lui capisce che dopo la partenza di James, gli Heat sono fragili nel pitturato. Sfrutta bene i lunghi Jefferson e Zeller.

Recap Video: Hornets Vs Heat 96-89

 

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.