Game 50: Charlotte Hornets @ Boston Celtics 94-126


Intro

Mentre cadono idoli di cartapesta (il riferimento al nuovo Anthony Davis non è casuale) pronti a spiccare il volo per altri lidi riuscendo a lasciare i tifosi di NOLA più accigliati di lui (impresa non semplice) a pensare cosa potrà ottenere New Orleans in cambio e i tifosi delle squadre restanti a fantasticare su un possibile approdo della star che ha un prezzo come nuovo pezzo importantissimo per la loro squadra è chiaro che la NBA ormai abbia difficoltà nel mantenere quell’equilibrio che era alla base del proprio successo e rendeva le partite interessanti.

Ultimamente mi è capitato d’osservare qualche gara più tenuta in piedi con fischi dubbi che magari arrivata in volata o quasi per reali meriti della formazione con meno talento in campo.

Dopo le sconfitte di Pistons, Wizards e Magic (le tre dirette inseguitrici all’ottavo posto detenuto dagli Hornets) in serata gli Heat (squadra sulla quale fare la corsa per tentare di vincer la division) ospitavano i Bulls con Charlotte a Boston in una partita difficile.

Un “turno” sulla carta non favorevole agli Hornets quindi che non interessati moltissimo a quella che avrebbe dovuto esser la propria scelta al Draft 2012 al posto di MKG se Benson non avesse comprato la franchigia.


Le formazioni:


La partita in breve

Non c’era Irving e da un 10% di vittoria stimabile Charlotte saliva a un 20/25% massimo come scrivevo oggi sul gruppo dedicato su un noto social.

Facile profeta perché era partita difficile, alla quale Charlotte, seppur con qualche difficoltà, rimaneva ancorata per tutto il primo tempo con qualche spunto dove i Calabroni riuscendo a metter il capo avanti (vedeva la tripla di Monk per il 57-56 sul finire del secondo quarto) facevano sperare per arrivare almeno a un finale in volata, invece, a inizio ripresa, nonostante Kemba con una tripla e una giocata da tre punti recuperasse qualche punto per Charlotte, Boston prendeva il largo meritatamente nonostante l’arbitraggio nei piccoli dettagli fosse molto più propenso a favorire la squadra di Stevens (proprio sul gioco da tre punti di Walker a 6:07 arrivava il primo libero a favore di Charlotte che se li era visti negare in almeno altre ¾ occasioni o per mancato riconoscimento del fallo o perché non considerato sul tiro).

Su un contatto tra Kemba e un difensore arrivava la tripla di Morris in transizione (tra le due azioni citate di Kemba) e quella di Rozier da fermo portava i Celtics sul 72-81.

Per i Celtics arrivava un parziale di 13-0 chiuso da una plastica quanto potente dunk volante di Tatum a una mano che mandava Charlotte sotto di 19 punti (72-91) prima che Monk con una bella giocata ostinata segnasse un gioco da tre punti interrompendo l’egemonia bianco-verde.

Il finale era di garbage time con gli occhi ormai fissi sulle altre partite.

Wizards a battere in casa i Pacers che oggi sembrano preoccupanti nel post Oladipo e i Bulls a fare un favore a Charlotte con la vittoria insperata sul campo degli Heat i quali gettano al vento una grande occasione.

Per quanto riguarda Charlotte i problemi di serata sono stati molteplici:

Dal fatto di non riuscire a frenare l’attacco dei Celtics, prima Tatum e poi gli altri, con il collegamento nel subire un’alta percentuale al tiro aggravata da troppe second chance concesse.

In attacco siamo rimasti bloccati per troppi momenti.

L’assenza di Parker si è fatta sentire, ci sono molti giocatori che fanno fatica a crearsi un tiro contro difese forti e se non riescono a girar palla velocemente per creare un vantaggio ci si affida a Walker e Batum (in serata) se sono in campo per un attacco troppo prevedibile e limitante.

Jaylen Brown tra le fila “nemiche” ha chiuso con 24 punti e 10 rimbalzi, Tatum con 20 pt., 17 punti e 10 assist sono arrivati da Rozier mentre 15 sono stati alla fine i punti di Marcus Morris.

55,6% al tiro con 41,4% da fuori, 53 rimbalzi e 34 assist contro i rispettivi 31- 20 degli Hornets danno già un’idea del dilagare dei folletti nel secondo tempo.

La partita

1° quarto:

Partiva bene Boston con Smart lesto a rubar un pallone che diveniva subito lo 0-2 con Horford in gancio destro dal post basso su Biz.

Kemba con il crossover lasciava sul posto Rozier prendendo il mezzo del tappeto per segnare con sottomano incorniciato dai difensori dei Celtics larghi.

Tatum dalla diagonale sinistra segnava il 2-5 ma Lamb a 10:10 segnava sempre da tre con il suo classico missile iniziale “da fresco”…

Un tiro da tre di Smart dopo una finta su Lamb non entrava e Batum in entrata a sinistra batteva Horford in appoggio per il primo vantaggi di Charlotte che era recuperata da un pullup di Tatum una prima volta, poi sul taglio di Williams in back-door Biz faceva partire il passaggio verticale grazie al quale la nostra ala grande si voltava per appoggiare avendo quel piccolo margine di vantaggio sul difensore ma i Celtics raggiungevano il pari recuperando una seconda volta con Horford.

Biz, che era stato stoppato in precedenza da Horford, questa volta con la finta si liberava della marcatura per salire ad appoggiare ma dall’altra parte del parquet la veloce tripla di Smart issava i locali sul +1 (11-12) mentre su uno scarico di Batum a 6:41 anche Kemba colpiva da tre punti per il nuovo vantaggio che comunque era recuperato da un’entrata diagonale di Morris con tocco al vetro per il 14 pari.

A 5:45 arrivava il primo time-out e con l’entrata di Willy in campo Boston ne beneficiava, in primis con l’entrata dalla bsl sx di Tatum che schiacciava aggressivamente oltre lo spagnolo.

Batum girava in area sullo scatenato giovane di Boston e appoggiava per ritrovare l’equilibrio che tuttavia si rompeva con una finta e un tiro in avvicinamento di Tatum oltre Batum e con l’appoggio di Rozier con gli Hornets in chiusura troppo morbidi.

A 4:28 entrava Bridges per Lamb per fornire più fisicità ma servito da Horford era ancora Tatum a tagliare la nostra difesa e ad appoggiare per il +6 Celtics.

Dopo una pausa Brown allungava di due mentre sul fronte opposto Batum sbloccava la situazione offensiva con un appoggio in allungo, tuttavia Charlotte rimaneva troppo scoperta in difesa e anche Hayward metteva dentro.

A 2:45 dopo alcune finte MKG si decideva per un jumper dal mid range sinistro quasi da fermo che finiva dentro per il 20-26 ma i primi liberi in assoluto della gara a 2:27 battuti da Rozier segnavano il 20-28.

MKG ci riprovava da sinistra con un lunghissimo due che s’infilava ancora nel morbido cotone ma Hayward faceva fuori due difensori girando sul piede perno in area per appoggiare oltre Willy che cascava nel tranello.

MKG con l’hook in area portava a casa altri due punti a 1:23 per il 24-30 quindi arrivavano un floater di Tatum e la risposta del quasi omonimo Batum che saliva a 8 punti.

Un tap-in di Willy sull’entrata mancata di Devonte ci portava sul -4 ma l’ultima parola l’aveva Brown che da tre mandava a riposo dopo la prima frazione le squadre sul 28-35.

Willy e MKG osservano Tatum. Foto: Bob DeChiara, USA Today Sports

2° quarto:

Brown era anche il primo ad avere la parola nel secondo quarto segnando due punti anche se Marvin con la bomba a 11:27 ne recuperava tre, Monk sbagliava una tripla al primo tiro e Morris con cambio direzione in entrata con buon primo passo su MKG attardato sulla dinamica dell’azione, metteva dentro di sinistro.

Bridges non segnava, Brown invece lo faceva ancora trascinando i suoi sul +10 (31-41), divario che era dimezzato da Graham (9:48) con la tripla e da una steal dello stesso Graham che mandava in orbita sulla transizione Monk per l’alley-oop appeso (36-41).Miles in entrata ritmava un terzo tempo per l’appoggio in right hand e sul 9-0 di parziale sotto ormai solamente di tre Baynes dal centro dell’area lasciava partire un tiro brutto da vedere ma efficace che anticipava l’anticipo difensivo di Brown che metteva dentro una reverse dunk in solitaria per il 38-45.

Dopo qualche errore delle due squadre era il rientrante Walker a colpire in step-back ma Morris dalla diagonale media sinistra si ritagliava lo spazio per il pullup del 40-47 che portava i Celtics a un vistoso 60% dal campo…

Una quasi casuale deviazione di Brown sotto a destra rispetto al nostro ferro consentiva ai Celtics di chiuder la transizione quasi mancata ma dall’altra parte Marvin, con la seconda bomba, permetteva agli Hornets di non lasciar scappar troppo la squadra di Stevens (43-49).

Brown mancava una tripla ma il rimbalzo lungo era calamitato da Horford che girandolo fuori regalava una tripla a Wanamaker.

Hornets colpiti ancora da una transizione sulla quale Brown a rimorchio vanificava lo sforzo in salto di Batum che in rientro deviava bene un possibile alley-oop precedente.

Sul -11 (43-54) Kemba ne metteva altri due poi toccava a Monk da sinistra regalarsi una bomba per il 48-54, quindi Kemba a metà campo prima toccava la sfera a Smart, poi gliela portava via con un secondo tocco recuperandola allo stupefatto piccolo poi trafitto dal nostro capitano in appoggio solitario da transizione.

Monk mancava la tripla in transizione ma la palla, toccata da un Celtic al volo rimaneva a disposizione degli Hornets e sulla rimessa dal fondo Marvin faceva valere il fisico in mismatch avvicinandosi al canestro per depositare il -2 mentre Monk dall’angolo destro si rifaceva con l’entrata superando l’unico difensore con l’iniziale crossover per percorrer la baseline sinistra e chiudere in fing and roll per il 54-54.

Tatum mancava l’appoggio contro Kemba ma nel nulla difensivo recuperava e correggeva anche se dall’altra parte Monk da tiepido diveniva caldo segnando una tripla a 1:23 per il sorpasso sul 57-56.

Boston però aveva un buon finale riuscendo a segnare in alley-oop con Horford su lancio di Rozier e anche se il mid-range di Walker finiva dentro ecco arrivare un’alta second chance per Horford e la bomba di Rozier a :01.6 che chiudevano i primi 24 minuti sul 59-63.

Bridges prova uno spettacolare reverse layup ma lo mancherà influenzato da Baynes.

3° quarto:

Gli Hornets non iniziavano bene il secondo tempo venendo colpiti da una tripla frontale di Rozier a 11:33 su una second chance per i verdi che si avvantaggiavano molto da queste opportunità sorte grazie a rimbalzi offensivi.

A 11:08 Batum era freddo nel fondere la sfera con la retina per una tripla calda che faceva rimaner al passo Charlotte che tuttavia era colpita da Tatum dal corner sx da tre sul giro di palla periferico nato da un raddoppio Hornets nel corner opposto.

A 10:15 una steal di Rozier con runner era buona per il 62-71 mentre Kemba riduceva successivamente lo scarto con una penetrazione in left hand.

Morbido e fortunato era il tocco di Al Horford oltre Biyombo mentre Batum era bravo in un turnaround fade-away in uno contro uno (8:18) per il 66-73.

A 7:27 Charlotte tentava di rientrare con una tripla frontale di Kemba che velocemente passava lo schermo flettendo leggermente il tronco in avanti sul tiro che valeva il 69-73.

Kemba in transizione si scontrava con Smart, per gli arbitri non era fallo e sulla transizione arrivava la sliding door con la tripla da transizione di Morris a 6:47.

Charlotte accusava il colpo e un passaggio che raggiungeva lo stesso Morris lasciato tutto solo in area costava il -9.

Kemba aveva un lampo andando nel traffico a chiudere in reverse layup a contatto con un paio di difensori.

Canestro più FT a 6:07 per un gioco complessivo da tre punti che ci rimandava sul -6 (72-78) prima che dall’altra parte Rozier (da fermo) salisse rapidamente fronte a canestro per eseguire un tiro da tre punti a parabola medio-alta che finiva dentro e mentre Kemba in dribbling mancava il layup che sembrava ormai fatto, la squadra di Borrego incassava un lungo due punti di Horford a 5:12 che portava gli uomini di Stevens sul vantaggio in doppia cifra allungato a 4:31 da due FT di Brown (72-85).

Horford metteva dentro il 9-0 di parziale con un turnaround mentre Batum sul lato destro del campo si faceva sottrarre in paleggio nettamente palla da Rozier che s’involava ottenendo due liberi a 2:22 mandando Charlotte sul -17 (esattamente i punti segnati sino a quel momento dal giocatore di Boston).

I Leprechaun chiudevano il parziale sul 13-0 con il lancio di Rozier per l’arrivo lanciato in corsa dalla linea di fondo sinistra di Batum che si regalava una plastica jam a una mano esaltando il pubblico.

Hornets che interrompevano il parziale dei locali con la giocata di forza e bravura di Monk che metteva dentro in avvicinamento nonostante subisse un deciso fallo.

Il gioco da tre punti valeva il 75-91 ma non c’era più partita.

Nel finale gli Hornets mettevano dentro 4 punti contro i 7 avversari che finivano avanti 75-98 grazie a un parziale di quarto devastante (16-35).

Joe Chealey alla prima apparizione nella NBA in Regular Season. Due punti per lui all’esordio fatto però tutto di “tempo spazzatura”…

4° quarto:

Era dichiaratamente garbage time con l’entrata di Bacon nell’ultimo quarto dove la solfa non cambiava, anzi, nonostante entrasse anche la panca dei Celtics peggiorava…

Hayward dal corner destro segnava la bomba del 75-101 a 11:11 portando al 58% dal campo i vedi e anche se a 10:49 un “bump” di Graham per l’arresto e tiro tra Morris e Theis finiva dentro arrivava l’errore dalla lunetta per il nostro numero 4 sul libero addizionale.

Charlotte si esercitava più che altro nel tiro da fuori ma non molti affondavano il colpo come quello di Lamb, uno dei pochi starter a esser rimasto in campo, usciva ben presto dopo un paio d’errori al tiro.

Entrava anche Joe Chealey (mai visto con la prima squadra in regular season) che sul primo tentativo si prendeva una solenne stoppata finendo poi sul ripiegamento a commetter fallo.

A 3:56 dalla fine lo stesso Chealey chiuderà con il floater in entrata da sinistra per l’87-118, canestro non da ricordare per l’utilità ma perché il primo al debutto del n° 31.

Ormai lo sguardo volgeva sulle partite di Wizards e Heat con i primi a far un solo boccone dei Pacers che senza Oladipo si stanno mostrando molto più fragili del previsto e pur avendo un buon margine sulle inseguitrici ora dovranno stare attenti.

I secondi incredibilmente si trovavano dietro Chicago di qualche punto pur giocando in casa e con l’allungo dei Bulls nel finale, un turno ostico per Charlotte si trasformava in una mezza vittoria visto che le distanze rimanevano invariate poiché gli Heat non sfruttavano la partita che sulla carta sarebbe stata da vincere.

Intanto a Boston era festa bianco-verde con l’allungo sul 94-126 finale.

Pagelle

Kemba Walker: 6,5

21 pt., 1 rimbalzo, 2 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 9/20 al tiro. Prende in faccia una tripla di Rozier in un momento topico e sbaglia un layup dopo aver superato il traffico ma è l’unico a poter segnare con costanza creandosi il vantaggio tra step-back dal mid-range, entrate e si prende il lusso di mettere anche una tripla leggermente fuori equilibrio. Finisce per rimanere in panchina nell’ultimo quarto a scuoter la testa.

Jeremy Lamb: 4,5

6 pt., 5 rimbalzi, 1 assist. Viene completamente a mancare in attacca dove ci prova anche meno rispetto il solito. In difesa non mi piace molto in serata. Segna due triple, una all’inizio e una nell’ultimo quarto, poi basta…

Nicolas Batum: 6

13 pt., 2 rimbalzi, 4 assist, 2 rubate. 6/11 e 3 TO con un -18 di plus/minus (come Kemba). Gioca bene all’inizio creando attraverso i passaggi opportunità per i compagni e mettendo anche i tiri. Bello un suo fade-away e la tripla a inizio terzo quarto scagliata senza esitazione. Lasciato insieme a Kemba a chiuder le azioni offensive comincia a sbagliar troppo e finisce anche per farsi rubare un pallone sul lato destro troppo semplicemente (costerà la transizione e due punti subiti a mezzo lunetta). Buono l’inizio in sostanza, poi s’inceppa…

Marvin Williams: 6,5

10 pt., 2 rimbalzi, 1 rubata. 4/4 dal campo con due triple precise. Non sbaglia stanotte Marvin. I suoi punti di rottura riesce a metterli e quando marca Horford riesce spesso a farlo sbagliare. Purtroppo non è uno che riesca a crearsi il tiro e quindi se non viene messo in condizione non può contribuire all’offesa come capita nel terzo quarto quando non si vedono molti schemi per portarlo al tiro come alternativa a Kemba e Nic.

Bismack Biyombo: 6

2 pt., 5 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata. Presenza discreta in campo che chiude con un 1/3 in attacco (stoppato da dietro da Horford nel pimo quarto) mentre in difesa non mi esalta anche se prende 5 rimbalzi in poco più di 13 minuti. -7 di plus/minus, molto più solido a livello di posizionamento e fisico rispetto a Willy anche se ad esempio Horford lo batte in girata in area nel secondo tempo ma lui lì c’era…

Malik Monk: 6

16 pt., 2 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Inizia mancando una tripla ma poi due sue bombe sono utili. Segna quella del +1 a fine primo tempo poi quando Charlotte sbanda non riesce a far molto anche se ha il merito di trovare con una caparbia azione attaccando il ferro un gioco da tre punti. Nell’ultimo quarto si esercita a tirar da tre con scarsi risultati. Alley-oop molto bello.

Michael Kidd-Gilchrist: 5

6 pt., 1 rimbalzo, 2 assist, 1 rubata. 3/5 dal campo con i punti presi tutti in avvio nel primo quarto con due precisi tiri (uno quasi da tre da sinistra) e un bel gancio, poi quasi più nulla, anche in difesa non convince. Finisce con un -25 di plus/minus.

Miles Bridges: 5

2 pt., 3 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. Via Lamb, dentro lui nel primo quarto per dare più fisicità. Sembrerebbe una buona mossa ma poi nonostante gli sforzi viene un po’ a mancare l’efficacia, specialmente quella offensiva. 1/5 dal campo con un bell’appoggio in entrata a poi errori al tiro. E come direbbe l’Accademia della Crusca: “Scendi il tiro, Miles!”

Willy Hernangomez: 5

2 pt., 2 rimbalzi, 2 assist in poco più di otto minuti ma per quanto mi riguarda spicca la fragilità difensiva rispetto al centro congolese. Non rischia sulla schiacciata di Tatum abbozzando una stoppata e non lo trovo mai con la giusta grinta in chiusura. Mette l’unico tiro tentato da sotto recuperando un rimbalzo offensivo dalla parte opposta all’appoggio mancato sull’incursione di Graham.

Devonte’ Graham: 5,5

6 pt., 1 rimbalzo, 3 assist, 1 rubata. 2/8 dal campo, 1/3 ai liberi e un paio di TO. Non è la stessa cosa di Parker e si vede anche se su una transizione da lui procurata grazie a un intercetto lancia Monk in orbita e colpisce da tre in un momento dove ha una fiammata.

Dwayne Bacon: 6

5 pt., 4 rimbalzi, 1 stoppata. 2/4 al tiro, un paio di falli e un buon fade-away ma per lui è tutto garbage time.

Frank Kaminsky: 5

3 pt., 3 rimbalzi, 1 assist in 8:50. Un po’ svogliato spara quasi esclusivamente da tre chiudendo con un 1/3 da fuori e mancando un altro tiro poi dalla lunetta chiude con 0/2. Garbage time d’accordo ma non è così che si farà notar se non per una cessione eventuale.

Joe Chealey: 5,5

2 pt., 1 assist, 1/3. Entra un po’ incerto, fisico non esattamente da body bodybuilder e si fa stoppare su un tentativo telefonato, commette fallo sul ripiegamento poi va a segnare un buon canestro con l’entrata da sinistra e un floater che questa volta scavalca il difensore a debita distanza per la buona difesa della palla. Lo ricordavo meglio in preseason ma entrare così…

Coach James Borrego: 5

La squadra difetta di giocatori che sappiano cosa fare e dove andare contro difese così… Batum e Kemba provano nel terzo quarto sul lato offensivo ma sono soli. Anche nel primo tempo c’è un momento con un quintetto che non ha sbocchi offensivi. In difesa non si tiene e siamo spesso tagliati fuori dai numerosi assist di Boston. C’è da rivedere la gara e andare molto più convinti alle prossime due tra le mura amiche del The Hive…

Con la “caduta” a Boston Charlotte è 5-3 nelle ultime 8 sperando di arrivare e 7-3 grazie ai prossimi due turni casalinghi con Memphis e Chicago in back to back.
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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.