Game 50: Charlotte Hornets @ Golden State Warriors 111-126

Terra Promessa
 
“Siamo I ragazzi di oggi, pensiamo sempre all’America, guardiamo lontano, troppo lontano… omissis.
Finché qualcosa cambierà, finché nessuno ci daràààà… una Terra Promessa, un mondo diverso, dove crescere i nostri pensieri, noi non ci fermeremo, non ci stancheremo di cercare, il nostro cammino!
Siamo i ragazzi di oggi, zingari di professione, con i giorni davanti e in mente un’illusione.
Noi siamo fatti così, guardiamo sempre al futuro e così immaginiamo un mondo meno duro”.
Cantava così un giovane Eros Ramazzotti quando il più famoso festival canoro d’Italia era “roba” da brividi e non la kermesse carnevalesca odierna…
Tutto è mutato, le parole son restate e riadattate per i malconci Calabroni suonano come un monito e uno stimolo a non cedere di fronte alle avversità al contempo.
Charlotte sta cercando una vittoria esterna che non arriva da otto trasferte consecutive (nove con la L di stanotte). L’ultima vittoria esterna il 28 dicembre a Orlando in un gennaio esterno da encefalogramma piatto.
Andare a Oakland e vincere non era certo semplice, se non impossibile (come si è rivelato) per la disparità di forze messe in campo, ma i Warriors, quando iniziai a seguire la NBA, nonostante un buon Mullin non erano certo squadra scintillante da titolo…
Occorre quindi che Charlotte ci creda e conquisti la sua terra promessa prima possibile. Forse sarà per attinenza al testo, se vogliamo mistificare e metterla sulla religione, la terra dei mormoni?
Speriamo, perché quasi tutti gli altri risultati pervenuti nella serata non ci sono certo favorevoli.
La partita non c’è mai stata…
In serata da registrare 39 punti di Curry e 29 di Thompson, 68 punti per gli Spash Brothers, le due guardie titolari che sotto l’effetto di una buona stella hanno segnato 17 delle 25 triple tentate facendo chiudere la squadra di Oakland sul 43,8% dalla distanza contro il 30% di Charlotte…
45-47 i rimbalzi pro Warriors, così come sopra di due sono sempre i Guerrieri negli assist (33-35) nonostante Charlotte abbia ben giocato di squadra.
Dieci i turnover per entrambe le squadre ma GSW che ha sfruttato meglio i fast break o se li è creati da attacchi errati di Charlotte, oppure ancora ha colpito con un paio di triple di Curry da ben oltre l’arco.
 
Clifford a Oakland schierava; Walker, Batum, Kidd-Gilchrist, M. Williams e Spencer Hawes, mentre Kerr aveva a disposizione tutti i giocatori principali tranne Pachulia, così componeva un quintetto con; Curry, Thompson, Durant, Dr. Green e J. McGee.

Frank Kaminsky III ha segnato 24 punti partendo dalla panchina. Nonostante abbia giocato bene, sprecando poco, Charlotte è incappata nella sesta L consecutiva.
2017 NBAE (Photo by Noah Graham/NBAE via Getty Images)

 
Inizio difficile per gli Hornets che incassavano a 11:38 la prima tripla di Curry, MKG perdeva palla in attacco sotto la pressione della difesa Warriors e se Thompson contrastato da MKG sbagliava, mentre poco più tardi (10:32) Batum pareggiava grazie a una tripla in scioltezza, servivano solo altri 9 secondi a Curry per riportare avanti di tre i suoi con un altro tiro da oltre l’arco. Kemba a 10:08 accorciava con la sospensione tirando qualche passo dentro la linea da tre punti portava le distanze a un solo punto (5-6).
Purtroppo però la partita degenerava rapidamente; le triple di Durant, Curry (da ben oltre l’arco e in transizione) e Thompson su Batum a 8:57, portavano sul 5-15 il punteggio con Clifford obbligato a chiedere un time-out.
A 8:35 MKG da destra partiva in uno contro uno per andare in area e alzare un buon tiro oltre il difensore, coraggio premiato e la palla s’infilava dolcemente nella retina.
Un assist ravvicinato sotto canestro (da sinistra a destra) per MKG lasciava solo Hawes che in “ritardo” non interveniva sulla schiacciata del centro di serata dei GSW che ripristinavano il +10, ma questo non era ancora nulla…
Marvin sbagliava la tripla dall’angolo, Thompson no, MKG era l’unico a portar punti e si ripeteva da distanze non proprio sue; piuttosto lontano dal canestro infilava comunque due punti con un altro preciso tiro.
McGee conquistava un rimbalzo offensivo e sull’apertura Curry a 6:48 colpiva ancora da tre punti con la contraerea di Charlotte azzerata.
Clifford chiamava un secondo time-out sul 9-23 ma Thompson, toccato da MKG in ritardo, portava a casa un gioco da tre punti con il jumper dal mid range che era completato dalla lunetta. McGee da sotto conquistava due punti e un libero addizionale (fallo Belinelli) andando a gioco fermo a prendersi il terzo punto sulla stessa giocata.
Iguodala in mezzo a una difesa sbandata a 5:00 esatti dalla sirena segnava il 9-31 prima che Charlotte tornasse a veder la retina a 4:38 grazie a una collaborazione italo/francese, canestro di Marco in corsa sulla linea di fondo raggiunto dal passaggio di Batum.
Thompson al vero, Kemba dalla linea a 3:39 aumentavano di due i punteggi delle due squadre, poi a 3:14 Sessions dava dentro a Hawes che si spingeva a pochi cm dal ferro per appoggiare dal lato destro il 15-33.
Dopo un canestro di Looney contrastato da due punti di Kaminsky a 2:07, Curry a 1:27 metteva a referto un’altra tripla dalla diagonale sinistra.
Nel finale Kaminsky riceveva nel pitturato, un quarto di giro verso destra, short hook e 19-38.
A :01.7 tuttavia Curry si portava a casa altri tre punti tirando sopra Batum e i Warriors chiudevano sul 19-41 il primo quarto…
 
Il secondo periodo si apriva con un turnaround di Kaminsky piazzato poco più in là del post basso sinistro, Sessions dava una mano conquistando due FT ma dalla lunetta realizzava solo il secondo.
Sessions si rifaceva dando il pallone a Williams che da sotto appoggiava al vetro, prima che la panchina dei Warriors, un po’ in difficoltà, fosse aiutata da Thompson in fing and roll.
Anche Dr. Green aiutava i compagni meno abili; la sua tripla aperta riportava il divario a 20 pt, prima che Thompson con tre punti dalla top of the key conquistasse il massimo gap.
Un Kaminsky ispirato nel suo piccolo provava ad andar dentro ma la difesa dei Warriors sporcava un pallone che viaggiando in direzione di Belinelli era sfruttato dallo stesso al meglio con un tiro dalla linea di fondo sinistra aiutato dai ferri.
Per Thompson da tre non c’era difesa, Charlotte reagiva con il gioco di squadra invece…
MKG dalla linea di fondo serviva indietro un Belinelli lanciatissimo, aggancio e due punti con tocco di McAdoo.
Gioco da tre punti a 8:41 per il 31-52 prima che Frank a 8:06 continuasse a “stupire” realizzando altri due punti. A 7:51 Thompson dalla media realizzava su Belinelli ma Frank a 7:37 in area, da solo contro due difensori, si girava e appoggiava lestamente al vetro ottenendo altri due punti.
Thompson in transizione approfittava della chiusura lenta di Marco e faceva decollare GSW a suon di triple…
Charlotte cercava qualche azione di squadra ma segnava con Batum per una violazione dei tre secondi e con Lamb, bravo a metter dentro un teardrop dalla parabola altissima.
Batum al vetro a 5:06 riportava Charlotte sul -17 e, nonostante Kemba fosse stoppato, con la palla riconquistata dal fondo, Marvin dalla rimessa segnava tre punti dal passaggio portando sul 43-61 la partita a 4:22.
Curry segnava da tre dalla diagonale destra mentre Marvin inciampava e lasciava via libera al figlio d’arte al quale in entrata non serviva nessuna “defezione” momentanea della difesa di Charlotte per segnare con abilità e meriti tutti propri.
A 2:54 Curry, su di giri, andava a commettere un fallo inutile su Kemba impegnato nel tiro da tre punti, niente canestro ma un 3/3 dalla lunetta per il capitano in divisa viola a 2:54 dall’intervallo.
I Warriors andavano sul 48-70, poi Batum pescava un’altra tripla muovendosi sul fronte di tutto l’arco, passaggio, controricezione andando verso destra e 51-70.
A poco serviva se i Warriors sparavan da tre con facilità estrema; Curry a 1:19 continuava con la pioggia di triple (bomba più vicina al cerchio di centrocampo che all’arco dei tre punti), Batum si ricordava che: “non può piovere per sempre” e dalla diagonale sinistra infilava un’altra tripla, quella del 56-75.
Chiudeva Golden State con due punti in back-door e Charlotte andava a riposo sul -21 (56-77).
 

Marco Belinelli va a segnare partendo dall’esterno sinistro. Dopo aver fatto fuori Thompson, passa Varejao andando ad appoggiare con un bel movimento.
2017 NBAE (Photo by Noah Graham/NBAE via Getty Images)

Le ultime residue speranze si spegnevano subito; a inizio terzo quarto una tripla di Green e due correzioni volanti di McGee mandavano i Warriors sul 57-84 ottenendo un +27 veritiero. Hawes stoppava due tentativi dei Warriors e a 8:27, dal corner sinistro, nonostante la folata d’aria del difensore, Marvin scoccava la freccia del 62-84.
I Warriors ripartivano da una persa di Batum (passaggio arretrato intercettato) per segnar con Durant nonostante Marvin provasse la difesa modello koala per rimediare alla giocata del compagno. Due di Durant servivano ai Warriors per portarsi sul +32 (66-98), prima che Charlotte mostrasse qualcosa di buono.
Nella fattispecie un tiro da tre di Kaminsky senza esitazioni di sorta a 5:11, una finta di Belinelli che mandava Thompson per terra e sul movimento in dribbling lasciava lì anche Varejao che vedeva Marco passarlo per l’appoggio elegante sulla sinitra del ferro.
Marco poi dava a Kaminsky sul centro-sinistra, Green provava a stopparlo ma Frank era carico e realizzando la tripla fissava per un istante lo scoreboard sul 74-98 (-24).
Durant guadagnava due liberi e interrompeva l’inerzia viola portando i suoi a toccar quota 100.
A 2:15 Kaminsky era spinto sul rilascio del pallone, un 2/2 che era seguito da un altro buon attacco di Charlotte; giro palla per trovare varchi, un giro palla difficoltoso e prolungato che vedeva però nella parte finale Marco ricevere e sparare una bombarda vincente dalla destra.
Curry metteva 5 punti di fila mentre Marvin si accontentava ad altra longitudine di schiacciare su un tappeto giallo, trovando apparecchiato grazie all’assist proveniente da destra.
Sul finale Frank realizzava altri due liberi ma l’ultima parola era ancora dei Warriors anche in questo quarto, Curry, un passettino verso sinistra oltre l’arco, Roberts rimaneva indietro e tripla veloce per l’83-108 che chiudeva il quarto e incrementava di altri 4 punti il vantaggio rispetto all’intervallo.
 
Nell’ultimo quarto Charlotte segnava due punti con Marco, poi due ottimi canestri di Kaminsky servivano al carrarmato pe far registrare il suo ventiquattresimo punto (suo nuovo massimo in carriera nella NBA), Thompson tanto per non scherzare a 7:44 interrompeva il fluido viola segnando la tripla del 91-113 e anche se Roberts segnava quasi allo scadere dei 24 secondi e una transizione Lamb/Belinelli/Lamb (assist a triangolo in corsa di Marco restituendo palla a Jeremy) serviva come il cioccolato a una donna per combatter la depressione, si rimaneva distanti, anche perché perfino McCaw segnava da tre punti a 5:56 dal termine relegando Charlotte al -22 (96-118).
Belinelli segnava due liberi e faceva toccar quota 100 a Charlotte (100-120) mentre Clifford innestava la panchina profonda. Panchina che approfittava per ridurre lo scarto finale a 15 punti.
I Warriors vincevano comunque 111-126 una partita mai iniziata.
 
Pagelle
 
Walker: 5
7 pt. (1/5), 2 rimbalzi, 5 assist. Ultimamente il team si affidava troppo a Kemba, nonostante i punti di rottura di Batum e qualche altra giocata, compresi tiri da tre non sempre ben consigliati, l’esistenzialismo cliffordiano che ultimamente aveva preso piede, trovava in Walker il massimo esponente della solitudine individualista, intento a cercar punti come quelli che stasera non va a cercare. Finisce ben presto in panchina. Inutile spremerlo inutilmente. Gioca 25 minuti perdendo tre palloni ma trovando 5 assist. Con uno 0/3 interrompe una lunga serie di partite con almeno una tripla realizzata in una partita segnata. Male anche al tiro e su Curry non può far molto.
 
Batum: 6
13 pt. (4/7), 5 rimbalzi, 7 assist. Limita a due i turnover in 24 minuti, anche se il secondo è “grave”, per il modo, non per il punteggio. Mette un ¾ da oltre l’arco e un 2/2 dalla linea ma da dentro l’arco dovrebbe tentare qualche entrata…
 
Kidd-Gilchrist: 6
8 pt. (4/11), 9 rimbalzi, 1 assist. Si fa stoppar tre volte però a parte quel tipo di situazioni, all’inizio cerca di tener a galla Charlotte. Bene nei rimbalzi, in difesa va a fortuna alternata contro clienti scomodissimi. Dei titolari è quello che ha il passivo del +/- meno pesante.
 
M. Williams: 5,5
14 pt. (6/13), 5 rimbalzi, 1 assist. Ci vuole più concentrazione sulle triple aperte. Non tira male da fuori se consideriamo che il suo 2/5 equivale al 40% ma se dall’altra parte mettono quasi tutto e lui ha spazio, almeno una in più deve metterla, è il gioco che gli chiede Clifford. Un titolare che non ha tantissimi punti nelle mani.
 
Hawes: 5,5
4 pt. (2/6), 4 rimbalzi, 4 assist, 3 assist, 2 stoppate. Di tutto un po’ ma a rimbalzi serve qualcosa di meglio. Lanciato titolare per le assenze di Zeller e Hibbert fa quel che può, cioè pochino nonostante viva veloci buoni momenti come le due stoppate rifilate nell’arco di un breve periodo.
 
Belinelli: 6,5
16 pt. (6/11), 2 rimbalzi, 7 assist, 1 rubata. Non sempre eccezionale in difesa, dopo aver perso un pallone va a intercettare e a recuperare in difesa. Male da tre punti dove continua il trend negativo con l’1/5 in serata, bene da due punti e dalla lunetta. Ottimo in fase assist. Torna lui dopo esser stato Daniel Stern (uno dei due attori che interpretavano il ruolo dei cattivi in Mamma ho perso l’aereo).
 
Kaminsky: 7,5
24 pt. (9/14), 7 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate. Non perde nemmeno un Pallone, fa alcune buone difese e in attacco raggiunge il suo massimo in carriera facendo vedere che sa giocare a basket e che i fondamentali li ha. Anche lui torna il carrarmato in contrapposizione a Salvini (giocavam con lui prima?) e alla sua ruspa, il quale, in una foto trovata su internet, assomiglia da giovane proprio a un altro altrettanto giovane Frank. Speriamo che Frank continui così, ne abbiamo un estremo bisogno.
 
Sessions: 5,5
1 pt. (0/3), 3 assist. Gioca solo 7 minuti, difficile spostare l’ago della bilancia della sufficienza. Buoni i tre assist, ma di contro ci sono due tiri sbagliati, una stoppata presa e un errore dalla lunetta e di certo non spacca le pertite come faceva Lin. Onesto gregario.
 
Lamb: 5
7 pt. (3/11), 7 rimbalzi, 1 assist. A parte un bel teardrop, molto arriva nel finale. In generale tira male e non mi piace molto. Troppo prendi e tira senza coinvolgere i compagni.
 
Roberts: 5,5
8 pt. (2/3), 2 rimbalzi, 3 assist. In difesa finché c’è Curry davanti ha gli incubi. Nel finale del terzo rimane dietro a un blocco e nonostante l’aiuto di Frank prende la tripla in faccia, dinamica simile ma non identica a quella che a pochi secondi dalla sirena dello stesso periodo lo vede ancora trafitto da lunga distanza. Bene al tiro. Dei 15 minuti sfrutta quelli contro la panchina avversa.
 
Wood: 6
4 pt. (1/1), 1 rimbalzo. Ancora 6 minuti per Wood ma di garbage. Lui fa il suo e porta un +8 a casa…
 
Graham: 6
5 pt. (1/3), 1 rimbalzo, 1 rubata. Se può tirare da tre lo fa bene. Un po’ meno da due, dalla lunetta ne mette un paio e porta un plus/minus di +9 a casa, anche lui nel tempo spazzatura.
 
Coach Clifford: 6
Si, siamo stati travolti. Non importa. Si rivede qualcosa nel gioco di squadra. Ora bisogna inserire nuovamente Kemba nel contesto alla prossima. Segue le sue rotazioni e non quelle di Kerr, coraggioso, rischia e se subisce il Curry/Roberts, recupera quando la panchina avversaria è in campo ma la disparità di forze era troppo marcata.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.