Game 52: Charlotte Hornets @ Phoenix Suns 115-110

 
La Regular season NBA è una lunga saga.
Raccontarla momento dopo momento tra momenti di gioia, rabbia, depressione, stupore, ecc. è come seguire un romanzo epico per certi versi, se poi viviamo un comeback da 21 punti nella stessa gara, c’è dentro un mondo…
Per citarne uno famoso…
Tolkien scrisse Il Signore degli Anelli.
L’editore inglese dell’epoca lo pubblicò come trilogia per contenere il prezzo e condizionato dal razionamento della carta nell’U.K. post bellica è un altro discorso.
La compagnia dell’Anello è il primo titolo però che potrebbe adattarsi più ai Warriors, le due Torri ai Pistons o ai Pelicans (anche se la lesione al tendine d’Achille di Cousins lo terrà fuori per tutta la stagione), mentre il ritorno del Re potrebbe riferirsi a James come giocatore o a un’attualmente improbabile resurrezione dei Sacramento Kings.
No… non vanno bene…
Il Volo del Calabrone pare più un romanzo di Ken Follett (scrittore gallese) con i tifosi di Charlotte a seguire il volteggio della squadra di Clifford che aggettiverei come il cognome dello scrittore ma senza la doppia t finale.
Colpi di scena e morti improvvise sotto forma di sconfitte che tagliano le gambe lasciando una classifica deficitaria. Nell’inverno del mondo degli Hornets, non perdere a Phoenix era indispensabile per continuare a seguire il sogno di trasformare le difficoltà in successi insperati sino ad approdare agli impossibili playoffs.
Morire e successivamente gettarsi nella mischia retoricamente è da isterologia utopica, mentre la fenice di Phoenix che risorge dalle proprie ceneri ha una consecutio logica utopica ma reale.
Charlotte ha vinto ma disputando un brutto primo tempo. Atteggiamento sbagliato, proseguito sino al -21 del terzo quarto.
Nelle ultime partite è la prima vittoria partendo sotto all’inizio dell’ultimo quarto.
Kemba ha svegliato la squadra, poi il lavoro difensivo della panchina ha fatto la differenza; MCW, Zeller e Graham hanno disputato un ottimo secondo tempo.
Attento e pungente, con realizzazioni pesanti.
Nella prossima sfida però bisognerà esser consapevoli della forza degli avversari.
L’inconsistenza di Phoenix ha permesso il rientro ma non sempre sarà così.
Particolare rilievo hanno assunto nel match i rimbalzi offensivi, con Charlotte a catturarne 13 contro i soli 2 di Chandler e soci.
Vincere una gara tirando con il 41,7% contro il 53,2% degli avversari è un capolavoro…
Hanno inciso i liberi.
Phoenix è stata perfetta con 13/13 ma i numerosi falli spesi da Phoenix hanno favorito Charlotte che ha terminato con un 25/29 dalla lunetta.
Altra statistica decisiva, soprattutto nell’ultimo quarto per fastbreak e punti a favore degli Hornets, sono stati i turnover; Charlotte ha chiuso con 8, per Phoenix i 19 hanno pesato enormemente.
Tra le fila avversarie Josh Jackson ha chiuso con 23 punti mentre T.J. Warren ne ha messi 21.
Terza vittoria consecutiva in attesa degli impegni seri del mid-west.
 
Le formazioni:
Tyson Chandler non saltava sulla palla a due, Howard la portava a casa ma Kaminsky dalla sinistra cercava un contatto che non arrivava, ne usciva un wild shot che non portava a nulla, Bender invece puntava il Tank e lo beffava con il tocco al vetro.
Pareggiava Kemba che si sganciava proprio dal lungo Bender scivolando con lo step laterale sinistro, pullup perfetto che centrava la retina.
Jackson prima sfondava su Walker, poi ricevendo un passaggio laterale si fiondava in mezzo alla difesa degli Hornets per depositare in maniera atletica in fing and roll planato.
Batum a 9:50 in arresto e tiro su Jackson pareggiava e poi in turnaround fade-away dal mid range sinistro portava Charlotte al primo vantaggio di serata.
A 8:40, dopo aver subito il pareggio, Howard riconquistava il vantaggio con una mattonata al plexiglass, ma Bender infilando due triple mandava la gara sul 10-12.
Frank da tre sbeccava il ferro, Howard evitava guai peggiori in aiuto andando altissimo a stoppare la sfera al suo apice sul tiro di T.J. Warren, Batum metteva un libero ma dall’altra parte questa volta Warren aveva la meglio, troppo tardi la rejection di Dwight.
Sempre T.J. in transizione segnava l’11-16, poi MKG con un elbow jumper spigoloso segnava con la palla a rimbalzare rapidamente sui ferri.
Per veder tornare gli Hornets a distanza di un possesso serviva vedere l’entrata di Howard a 4:35.
Lo scontro a metà corsa con Chandler non gli impediva l’appoggio.
Il libero era sprecato ma si tornava a tre punti (17-20). Entrava l’ex Daniels e faceva subito male a 4:22.
Tripla che era contrastata inizialmente da Batum che a 4:00 esatti dalla fine riceveva da MKG (bravo a conquistare un rimbalzo offensivo) e sparava da oltre l’arco senza esitazioni centrando il bersaglio.
A 3:27 altro soft 3 Daniels mentre a 2:35 azione da videogame di Charlotte, sulla corsa verticale di Howard a passare alle spalle del centro ancorato in area, Batum lasciava partire un assist alto e calibrato che Dwight correggeva di potenza in alley-oop.
Un’altra tripla di Daniels iniziava a esser troppo, Ulis metteva i suoi unici due pt.
Del primo tempo facendo volare Phoenix sul 22-31.
A :42.8 per cercar di rimaner in scia Batum in palleggio andava a smarcarsi e a cercar la tripla che voleva e otteneva, fissando così il 25-31 dei primi 12 minuti.

Charlotte Hornets guard Michael Kidd-Gilchrist, left, drives to the basket past Phoenix Suns’ Josh Jackson during the first half of an NBA basketball game Sunday, Feb. 4, 2018, in Phoenix

 
L’apertura del secondo quarto non era da squadra che lotta per rientrare disperatamente nei playoffs; schiacciata di Len sfruttando un po’ d’imbarazzo difensivo…
Lamb mancava un tiro ma a 11:01 si procurava due FT con i Suns a spender il terzo fallo in meno di un minuto.
2/2, poi arrivavano altri due falli, l’ultimo a rimbalzo su Zeller che catturava l’offensivo.
Due FT per lui infilati con gli Hornets ora sul 29-33.
Dudley spingeva un passaggio verticale per House Jr. che sotto il canestro a destra si presentava segnando e subendo fallo.
Difesa senza comunicazione che incassava anche il libero. Lamb infilava la sua prima tripla di serata dopo qualche errore ma arrivava la schiacciata di Chandler in alley-oop nonostante l’interferenza di Howard e la spinta di Kaminsky alle spalle che peggiorava la situazione.
Altra giocata da tre punti a 9:37 per il 32-39…
Howard iniziava però la rimonta dei ragazzi di Clifford; piazzato al vetro, stoppata facile sul piccolo Ulis e rimorchio a rimbalzo con canestro dopo due errori da sotto dei compagni.
Howard piantava altre due stoppate e guidava con nonchalance un contropiede 2 vs 1 che impreziosiva con l’assist schiacciato a destra sulla corsa di Frank che ringraziava schiacciando il 38-39.
Booker ne infilava due frontali con spazio ma gli Hornets segnavano con Graham che si buttava dentro da sinistra, sbagliava, rimediando però in tap-in.
MCW a metà campo soffiava una palla a Booker e da terra la dava a Howard che si lanciava in contropiede; fallo della stessa guardia in divisa bianca e due FT a 5:41.
2/2 e vantaggio 42-41.
Gli Hornets però tornavano sotto con due liberi di T.J. Warren e incassando la tripla di Jackson iniziavano a imbarcare acqua.
A poco servivano i due di Kemba ancora a battere Bender, prima dall’angolo Jackson superava con la tripla Batum, poi a 3:19 lo scontro nel pitturato Graham/Warren produceva una giocata di tre punti per il secondo che serviva ai Suns per il +8 (44-52).
Jackson in area ci mandava sulla doppia cifra di svantaggio (45-56) così Clifford chiamava un time-out.
Nel finale Lamb batteva Jackson, più Chandler e MKG sbagliavano due tiri ad alta percentuale, Booker non falliva la tripla oltre un MKG lanciato si con il braccio proteso alla Superman verso la palla.
Walker metteva un libero chiudendo un orrendo primo tempo dei viola sul 58-59.

Charlotte Hornets guard Kemba Walker, left, drives to the basket as Phoenix Suns’ Dragan Bender defends during the first half of an NBA basketball game Sunday, Feb. 4, 2018, in Phoenix. (AP Photo/Ralph Freso)

 
Il terzo quarto sembrava esser la pietra tombale del match.
Bender da tre spingeva i Suns sul 48-62, Phoenix continuava ad attaccare con efficacia, specialmente sul tiro da fuori Charlotte non trovava le giuste contromisure, difesa a vagare su T.J. Warren che finalizzava un giro di passaggi con la bomba del 57-75.
Bender aggravava la malattia con un’altra tripla, quella che sembrava ammazzare la gara sul -21 (57-78).
Batum e Graham mettevano due punti a testa cercando di rialzare il capo e quando a 5:33 un Booker mai arrendevole andava da dietro a dare una manata sul collo di Batum lanciato in schiacciata arrivavano due FT e il flagrant 1.
2/2, 65-80 che era seguito dai tre punti di Walker che gli servivano per diventar nuovo recordman di Charlotte per quel che riguarda il numero di triple realizzate.
68-80…
Walker segnava anche in scoop in mezzo ai rami della difesa folta di Phoenix, a 3:43 si ripeteva fintando di guardarsi in giro, invece scattava bruciando Booker e battendo da sotto il cipresso Len per il 74-85.
Lo show di Kemba non finiva ancora perché Daniels, in ritardo a causa del blocco di Howard, toccava il capitano impegnato nella tripla.
Tre FT; sbagliato il primo, gli altri due ricadevano nella retina.
Nel finale i Suns riuscivano però a replicare e il distacco rimaneva ancorato intorno agli otto punti di scarto.
86-94 con il tiro da metà campo sulla sirena effettuato da Graham che si spegneva sul ferro.
Phoenix destava l’impressione d’esser attaccabile, infatti, Charlotte ripartiva forte nell’ultimo periodo.

La palla si stacca dai polpastrelli di Graham che mette nel finale la tripla pesantissima per la sicurezza.

 
Graham e Lamb nel primo minuto dimezzavano lo svantaggio con due punti a testa, poi a 10:55 Carter-Williams benediceva ferro e tabellone che l’aiutavano a far ricadere nella retina il suo tiro da tre punti.
93-94, Hornets affacciati sulla vittoria, Suns nervosi e pasticcioni; Ulis commetteva il terzo turnover nel quarto per i Soli.
MKG a 10:06 era toccato da House riuscendo a guadagnare due liberi che usava per mettere la freccia avanti (95-94).
House da sinistra si fiondava dentro trovando spazi liberi per chiudere con una poderosa schiacciata a una mano. Charlotte non si faceva impressionare; a 8:57 una tripla di Graham valeva il +2 (98-96).
MKG metteva a frutto le sue qualità di penetratore andando da solo contro due difensori ad appoggiare vicino al ferro; palla come in una roulette che continuava a girare con il brivido, tra lo zero e il due la seconda era la cifra che usciva.
La squadra dell’Arizona azzardava con Booker in entrata vicino a canestro ma Zeller conteneva bene, MCW dall’altra parte ringraziava commosso spedendo una tripla arcobaleno a canestro nonostante le sue abituali percentuali non fossero lusinghiere.
103-96 con divario che si ampliava in transizione; Graham per Cody a 6:53, duello al sole tra il nostro centro e Booker che dentro il semicerchio dava il cinque a Zeller ma in faccia.
Pessima scelta perché la scelta degli Hornets metteva comunque dentro i due punti più il libero supplementare, in più il n°1 avversario faceva registrare qualche problema fisico dopo lo scontro.
+10, gap però dimezzato da tre di Warren e due di Jackson.
Uno scatto in back-dor di Lamb sulla linea di fondo sinistra era premiato dal passaggio verticale di Zeller che tagliava fuori l’ingenuo rookie Jackson.
Un altro fast break Lamb/Zeller/Lamb serviva a quest’ultimo per portarci sul 110-101, anche se non facile era il suo appoggio fuori equilibrio avendo ricevuto un passaggio con i tempi diversi da quelli aspettati.
A 3:25 una bella giocata d’anticipo di Batum era coronata dal passaggio lungo dai giusti giri per Lamb, ormai la punta della freccia dell’attacco di Charlotte in transizione.
112-102 prima che un parziale di 6-0 Suns chiuso da Bender a 1:31 riportasse sotto la squadra dell’Arizona.
112-106 con possibilità per Jackson d’accorciare ulteriormente, contatto con Graham, separazione e tiro sul quale Graham tentava di rientrare, palla sul ferro e Hornets con palla pesante tra le mani. Kemba andava sul post basso sinistro tentando d’entrare in area ma bloccato dal lungo vedendo con la coda dell’occhio l’appostato Graham concedeva fiducia; open 3 trionfale a :34.8 dalla fine che scacciava i fantasmi.
115-107 ritoccato dalla tripla frontale di Jackson per il 115-110 finale.
 
Pagelle
 
Walker: 7
18 pt., 2 rimbalzi, 5 assist, 1 stoppata. Chiude il primo tempo con 5 pt. all’attivo e uno 0/5 da fuori. Si scatena nel terzo quarto. 6/19 complessivo dal campo. Leader e capitano riavvicina Charlotte superando anche il record all-time di triple realizzate complessivamente per la franchigia di Charlotte passando il mitico Dell Curry anche se il 2/10 da fuori non è lusinghiero. Gli si perdona qualche lacuna difensiva e il -12 di plus/minus perché è colui che ci aiuta a rientrare con molteplici giocate. Gli spostamenti su Bender con relativi pullup sono roba d’alta classe.
 
Batum: 7
22 pt., 4 rimbalzi, 5 assist, 1 rubata. Chiude con 7/15 al tiro. 5/5 dalla linea, più aggressivo, spende 4 falli e va a rimbalzo offensivo dove guadagna anche due FT. Nettamente migliorato nelle ultime 3 partite aiuta con le sue triple Charlotte a rimaner a galla. Bello l’anticipo e il lancio consequenziale per Lamb nel finale.
 
Kidd-Gilchrist: 6,5
8 pt., 7 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. 3/7 dal campo. Si prende una tripla in faccia di Booker e non riesce spesso a fermare gli avversari, il suo attacco però è fatto di buone penetrazioni. Riesce a darci qualcosina in fase offensiva. Aggressivo, cattura 4 rimbalzi in attacco.
 
Kaminsky: 4
4 pt., 4 rimbalzi, 1 assist. 1/7 dal campo. Travolto dall’inizio alla fine. Rare cose buone, ha la scusante del pollice fasciato per il tiro ma sulle rotazioni difensive va veramente male e in uno contro uno, difensivamente non c’è…
 
Howard: 6,5
18 pt., 14 rimbalzi, 2 assist, 3 rubate, 3 stoppate. Serata di precisione non estrema per Howard. Qualche difficoltà realizzativa che viene colmata da qualche libero. Dodicesima doppia doppia consecutiva. Un solo turnover, tre rimbalzi offensivi. Prezioso sotto le plance.
 
Lamb: 6,5
15 pt., 4 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate, 2 stoppate. 6/16 dal campo con qualche incursione con tiri semiacrobatici a basse probabilità. Finale incandescente con diversi punti in transizione, su un’azione è lui stesso che deviano un pallone in possesso all’attaccante dei Suns, inizia l’azione. +25 di plus/minus.
 
Graham: 7,5
15 pt., 4 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate. Chiude con un 6/10 dal campo e una prestazione gagliarda. Mette di tripla il suo quindicesimo punto. Ciò gli vale il career-high di pt. realizzati oltre che a metter dentro il gioco partita. Pressione sulla palla, fa sbagliare Jackson nel finale tentando di rientrare in salto, pur sapendo che avrebbe sbagliato.
 
Carter-Williams: 7
8 pt., 1 rimbalzo, 3 assist, 3 rubate. 3/5 dal campo che non spiega la pressione difensiva fatta in difesa. La palla rubata a Booker con assist possibile per Howard sono l’icona del suo impegno. In attacco trova buoni canestri compresi i due di tripla… Serata in cui ribalta le convenzioni.
 
Zeller: 6,5
7 pt., 3 rimbalzi, 2 assist. Importante in difesa, più abile nel difendere anche se ha qualche amnesia di troppo, tuttavia la sua furbesca presenza porta i Soli alla sconfitta. +22 di plus/minus…
 
Coach Clifford: 6,5
Non grida mai (almeno in pubblico), negli spogliatoi si sarà magari anche fatto sentire ma è la reazione nel terzo ad essere buona. Per oggi bene così ma le lacune difensive restano. C’è da insegnare o far ripassare qualcuno sulle rotazioni difensive. Mezzo voto in più per aver tolto Kaminsky di mezzo e aver giocato con un quintetto più basso ma meglio assortito.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.