Game 53: Charlotte Hornets @ Chicago Bulls 98-114

LaMelo Ball, 19 punti, 8 rimbalzi, 6 assist, 1 rubata e una espulsione nel finale sotto gli occhi del lungodegente fratello “avversario” Lonzo.

Rivincita di qualche giorno fa, questa volta allo United Center dove il fattore campo influenza probabilmente la prestazione della panchina di Chicago, vera protagonista della partita che nel confronto tre le due bench si avvantaggia con un 25-44 nei punti realizzati.

Dosunmu da titolare ne realizza 22, 17 per Vucevic che danno una mano dallo starting five a Donovan con una night off-degli altri principali attori.

DeRozan termina con 15 punti, qualcuno realizzato nel finale (vedi i 4 FT a 1:21) a partita decisa e con 4/12 dl campo, LaVine ne mette a referto 10 con un 3/8 ma la fisicità di Drummond (15 pt. E 11 rimbalzi) mette in difficoltà in particolare Plumlee e la maggior esperienza della panca dei Bulls è altro fattore determinante, se poi volessimo aggiungere la nota di colore sull’espulsione di Ball che meriterebbe maggior attenzione sulle penetrazioni essendo spesso toccato ma senza che gli vengano riconosciuti liberi, non si poteva che uscire con una L da Chicago.

Ball su una transizione nel finale è stato toccato sul gomito da LaVine, palla sfuggita di mano mentre si trovava in aria in salto per l’appoggio, fischio mancante, proteste reiterate, doppio tecnico, espulsione beffa a 1:21 con partita sigillata.

Charlotte probabilmente ha creduto meno alla vittoria e anche in chiave Draft, dopo le 4 W nelle ultime 7 partite, il rallentamento del ritmo per restare nelle ultime quattro era forse inconsciamente fisiologico sebbene Terry Rozier nel terzo quarto abbia tentato di recuperare con 7 punti il gap, effettuato con break decisivo a inizio terzo quarto: parziale da 0-8 che ha spinto i Bulls sul 49-61 con Charlotte che non è mai riuscita ad avvicinarsi a un possesso di distacco andando sul -7, avendo la possibilità per il -4 ma i colpi piazzati da Vucevic e – si diceva – dalla panchina (vedi un White da 20 punti) non lasciavano spazio ad un finale aperto.

A livello di statistiche generali pesa la percentuale al tiro: -10% per Charlotte (41,9% contro il 51,9%) influenzato da un drammatico 20,0% da fuori per la squadra di Clifford che nonostante nel secondo tempo abbia rimontato diversi svantaggi nelle statistiche come i punti in area (56-54) e da 2nd chance (23-14),vinto nei fast break (18-14) e a rimbalzo 53-46, si è dovuta arrendere anche al maggior numero di tiri liberi concessi ai Bulls nonostante la miglior percentuale (13/15, 86,7%) contro il (21/26, 80,8%) dei Bulls.

23 i punti per Rozier un po’ persosi nell’ultimo quarto, 19 per Ball, 16 pt. e 11 rimbalzi per un perfetto (7/7) Plumlee che dovrebbe però essere più aggressivo in difesa, attitudine che non manca a Mark Williams, 13 punti, 7 rimbalzi e 3 stoppate mentre Hayward con 9 punti (2/9) ha fatto meglio da fuori (1/5) solo di P.J. Washington che ha chiuso da 3 con un drammatico 0/9 per 6 punti totali e di McDaniels che con uno 0/5 dal campo ha finito per tarpare completamente le “ali” (anche nel senso di ruolo oltre che metaforico) ai Calabroni che in serate spente al tiro da fuori perseverano anziché cercare di giocare per tiri più semplici

Vero è che sono stati 14 i TO di Charlotte cercando qualche passaggio per liberare l’uomo ma anche i Tori ne hanno commessi 13.

Si riparte da Detroit in una sfida “a vista” da bassa classifica dove chi vince non avrà poi così tutti questi benefici ma the show must go on…

 

Game recap

Dopo un inizio combattuto nel quale le squadre si sorpassavano più volte sino ad arrivare sul 20-19 a 5:12 con un fing and roll di P.J. Washington, Chicago partiva con una tripla di Caruso per terminare a 2:12 un parziale da 0-9 con Dosunmu preciso nel realizzare due liberi.

Gli Hornets nel tempo restante prima della sirena replicavano con Rozier, D. Smith Jr. da tre, Caruso infilava due FT per Chicago ma J.T. Thor dall’angolo sinistro bombardava ancora grazie alla drive di Ball che arrivava sulla linea di fondo e scaricava: 29-31.

Schiacciata di Mark Williams per il pareggio in avvio di secondo quarto ma i Bulls, complice il parquet amico, caricavano un altro parziale da 0-6 prima di un FT di Mark Williams a spezzare la serie di punti avversaria e due punti in schiacciata di D. Smith Jr. in corsa trovato ancora da Ball che questa volta sulla linea di fondo scaricava indietro cambiando angolo di passaggio in no look.

Schiacciata di sinistra di Vucevic e risposta di Ball in fade-away e jam aggressiva di Williams per il 38-39 a 8:15 su invito di Hayward ma dopo il vantaggio da tripla di Gordon a 6:48 si ripeteva lo schema dei primi 12 minuti: Bulls a creare un parziale atto a portarsi sul +8 a 1:28 dalla fine dopo due FT splittati da DeRozan (45-53) prima che gli Hornets riuscissero a tagliare il divario con Rozier e un tap-in di Williams prima della sirena.

49-53 all’intervallo.

Charlotte partiva malissimo nel second tempo arrivando a 10:23 con un parziale da 0-8 complici le triple di Vucevic e P. Williams ma era la panchina e una certa fisicità a dare vantaggio alla squadra di Donovan che raggiungeva la dozzina di punti di vantaggio prima che Rozier riuscisse a diminuire lo svantaggio sul 56-63 con 7 punti consecutivi ma il -12 era elastico ricorrente anche quando lo svantaggio saliva a -15 come a fine terzo quarto terminato sul 70-85.

LaMelo partiva con due ottime alzate e a 10:39 una mega-jam di D. Smith Jr. posterizzava la difesa di Chicago che rispondeva con una tripla di P. Williams 85-97 a 6:18 per riottenere la dozzina di punti di vantaggio (85-97) prima che un paio di colpi di Ball e un reverse layup con and one di Rozier mandassero il game sul -7: 92-99 ma nel finale l’espulsione di un esasperato LaMelo, dopo le proteste (doppio tecnico) sul fallo di LaVine che avrebbe potuto accorciare nuovamente sul -7 la partita (dopo un canestro dello stesso LaVine per il 98-107), chiudeva il match con 4 FT di DeRozan: 98-111 e finale scontatissimo.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.