Game 56: Charlotte Hornets @ Washington Wizards 104-118

P.J. Washington da fuori sul close-out di Porzingis.
I due sono stati i migliori rispettivi marcatori per la propria squadra in serata.

Gli Hornets giungono alla quinta sconfitta consecutiva prima di affrontare le due migliori squadre, record alla mano in testa alle rispettive classifiche, dell’Est  e dell’Ovest…

A Washington si sarebbe potuta interrompere più agevolmente la serie negativa mentre ora bisognerà anche attendere la trade deadline per vedere se Kupchak andrà avanti con codesti volti o dipingerà nuove linee sulla trama della tela di Charlotte.

Venendo alla partita… dopo un primo tempo da rollercoaster nel quale gli Hornets erano riusciti a giungere sul +9 (50-41 a 6:29 con un fade-away di Hayward) per poi farsi riassorbire troppo facilmente (52 pari a 4:01 con un pull-up di Beal) chiudendo in parità il primo tempo (bello l’alley-oop nel finale di Ball per Mark Williams con madre presente alla Capital One Arena) per causa di una tripla di Avdija che pareggiava a quota 61 a pochi secondi dalla fine.

Gli Hornets giocavano un primo tempo attivo nel quale si avvantaggiavano grazie alle rubate e ai TO avversari ma anche ai punti nel pitturato (30-20).

Nel secondo tempo cambiava tutto: nonostante un Williams subentrato a Mason Plumlee (rientrato momentaneamente negli spogliatoi dopo aver subito un colpo alla mano, rientrerà con due dita fasciate più tardi) che faceva la sua parte, Charlotte subiva la pressione difensiva dei padroni di casa che concedevano alla squadra di Clifford solamente 15 punti nel terzo quarto dove esplodeva Porzingis che prima pareggiava, poi portava in vantaggio i Wizards e li riportava avanti dopo che erano finiti sotto grazie ad un turnaround hook di P.J. Washington.

Beal segnava un paio di canestri, il secondo in schiacciata a 7:08 e gli Hornets arrivavano al massimo svantaggio in serata (-5, 67-72), un divario che non si arrestava più perché tre triple dell’Unicorno (36 punti a 5 dal suo career-high) mandavano i Calabroni sul -12 a 3:26.

Il quarto si chiudeva sul 76-88, gli Hornets perdevano fiducia e ancor di più energie fino a far pena (nella) capitale per buona parte dell’ultima frazione e a 6:06 un altra bomba del lungo lettone stendeva gli Hornets sul -23 (82-105).

Nel finale Plumlee (lasciato troppo sul parquet da Clifford) in condizioni non ottimali con un Williams che avrebbe potuto far meglio, realizzava qualche punto ma le distanze rimanevano appena sopra la decina e i Wizards portavano a casa la serie stagionale 3-1 cercando di rimanere agganciati ad un posto playoff.

Per Washington 20 punti e 13 rimbalzi per l’israeliano Avdija, 17 punti e 10 assist per Beal, 10 punti per Gafford e 2 punti ma 10 assist per Delon Wright.

Alla fine la maggior concretezza ha premiato i locali: 45-58 a rimbalzo con un 12-21 da second chance, 23-29 negli assist, 29,0% da 3 pt. per Charlotte contro il 40,5% (41,9% contro il 50,6% in totale), la difesa di Charlotte è veramente fragile e si spera che alla scadenza del mercato possano giocare le leve emergenti come Williams mentre Thor anche stasera è stato pessimo.

Per Charlotte le speculazioni sui nomi in partenza si sprecano: da P.J. Washington (nella notte segna 20 punti e supera i 3.000 punti in carriera giungendo a quota 3.016) a Miami a Terry Rozier (19 punti) per Lakers e Timberwolves, McDaniels è monitorato da Utah, Plumlee lo vorrebbe Sacramento che offrirebbe Holmes (vecchio pallino di Charlotte) mentre Kelly Oubre (attualmente fuori dopo l’operazione alla mano) nonostante il contratto in scadenza dice di voler rimanere a Charlotte per migliorarsi, aiutare l’organizzazione, avere una “casa” e che qui ama l’ambiente.

Ah sì… Ball ha chiuso con 16 punti, 15 per Hayward, 10 per Plumlee mentre Mark Williams ha messo insieme 9 punti e 8 rimbalzi in 16:47 ma il finale di 104-118 non è niente di nuovo, altra sconfitta che sconfina nell’ossimoro della possibilità di avere il nuovo “Wemba”-nyama perché Kelly Oubre Jr. aveva aggiunto che vuole anche vincere e dopo tanti profeti mendaci, il suo arrivo potrebbe essere l’ancora di salvezza per una squadra che, davvero, si stenta a guardare in certi frangenti senza deprimersi.

 

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.