Game 57; Charlotte Hornets @ Indiana Pacers 96-95

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Sottotitolo; BatticuorHornets
Courtney Lee, altra partenza in quintetto per lui come guardia tiratrice.

Courtney Lee, altra partenza in quintetto per lui come guardia tiratrice.

 
Cielo color malva ingrigita guardando fuori dalla finestra e pioggia.
Lì prima della partita a scrutare astri invisibili per l’occhio umano, per capire come sarebbe andata a finire ma le nuvole qui e la nebulosa Indiana rendevano difficile l’identificazione delle stelle da consultare.
Le speranze appese alle stelle e ai pianeti però non bastavano, nemmeno un’irrazionale fiducia che mi suggeriva che avremmo vinto, forse rimembrando la precedente vittoria sul parquet della squadra di Bird, la quale però aveva voglia di riscattarsi e tenendo conto che noi eravamo senza MKG (il quale s’infortunò proprio a Indiana), la partita sembrava un po’ più equilibrata.
I Pacers si sono affidati molte volte al jumper avendo tiratori del calibro di Ellis e George, spesso gli ha detto bene, ma nel finale hanno dovuto comunque alzare bandiera bianca e oggettivamente, Charlotte non avrebbe meritato una simile beffa dopo esser stata in vantaggio di 14 punti e aver giocato meglio di squadra oltre che esser riuscita a impostare un ritmo alla gara nonostante le difficoltà incontrate in termini di pressione e nei rimbalzi conquistati dai Pacers, specialmente nella ripresa.
 
Clifford alla Bankers Life Fieldhouse Arena schierava la formazione che dovrebbe continuare a giocare quest’ultima parte di stagione salvo un rientro di Jefferson in quintetto; Walker, Lee, Batum, M. Williams e C. Zeller. Coach Vogel per i Pacers invece mandava in campo; G. Hill, M. Ellis, P. George (32 pt. per lui alla fine), Turner, Mahinmi.
 
La partita cominciava con un aggressivo Mahinmi, più impegnato a mulinare su Zeller che a raggiunger la sfera che vinceva la palla a due e i Pacers liberavano Turner al tiro che però non risultava idoneo al canestro, Charlotte invece con due passaggi veloci (l’ultimo di Batum) pescava Zeller nel pitturato davanti al suo marcatore, un gioco da ragazzi per l’indigeno schiacciare i primi due punti della gara, ai quali se ne assommavano altri due a 10:51, quando Walker dalla dribble drive ricavava i punti per il 4-0.
Indy giocava su Turner che forniva i primi due punti per i Pacers, Mahinmi lanciato in running dunk veniva stoppato irregolarmente da Williams.
Il lungo splittava e portava a -1 la squadra di Bird che subiva un canestro di Batum, il quale tagliava come il burro la difesa gialloblù in entrata e appoggiava per il 6-3.
I Pacers si riscattavano passando in vantaggio grazie a quattro punti consecutivi di Turner cui facevano seguito altri due ottenuti da Ellis (dalla lunetta (fallo di Walker) per l’allungo sul 6-9.
Batum tentava ancora l’azione personale, questa volta George rimaneva attaccato come una sanguisuga e sulla pressione commetteva fallo.
Il francese dalla lunetta riportava i viola al minimo scarto ma Turner lanciato in quest’inizio brillante con un bel movimento in spin dal post basso destro veniva premiato dal ferro che faceva carambolare dentro la sfera.
Da una dribble drive di Kemba nasceva il canestro del pareggio; Walker arrivava sulla linea di fondo e scaricava nell’angolo sinistro, Lee prendeva la mira e scaricava tre punti dalla tessera triple. Indiana non era intenzionata a mollare però il comando e anche se dal jumper più rischioso dell’appoggio, otteneva l’11-13 con George.
Marvin a 7:14 dalla diagonale sinistra sparava in faccia la tripla al proprio difensore mutando la squadra leader del momento ma Ellis contro lee in jumper imitava il compagno riportando sopra i Battistrada che tornavano a guidare di uno.
La squadra del North Carolina ritrovava il vantaggio su una ripartenza; Walker cercato appena fuori dall’arco da tre punti (sulla diagonale sinistra), scoccava il 17-15.
Gli Hornets lo incrementavano con Zeller che con un tiro alla cameriera appoggiava in caduta (sulla pressione di Mahinmi) al vetro e segnava anche il libero aggiuntivo per il 20-15.
Mahinmi su Zeller nel pitturato accorciava le distanze, ma una penetrazione di Kemba a splittare la difesa era propizia per fornire l’assist a Zeller che da sotto imitava il collega della controparte da vicino.
G. Hill da tre punti riaccorciava sul -2 ma Walker a 4:17 con un pull-up issava sul +4 (24-20) i Calabroni.
Turner andava per l’air-ball mentre un gioco a due portava Jefferson a tirare dalla media frontale per aggiungere altri due punti nel paniere di Charlotte.
I Pacers si sorreggevano sulle sospensioni; George e Stuckey infilavano 4 punti (2 a testa) prima che Jefferson con un tempo di vantaggio sul difensore si liberasse dello stesso con il pump fake e andasse dopo un passo a prendersi l’open più ravvicinato.
George chiudeva con buone percentuali sulle sue sospensioni il primo quarto per i Pacers con altri due punti, per Charlotte un canestro di Walker dalla lunetta chiudeva le ostilità sul 29-26.
Batum controlla l'orbita della sfera.

Batum controlla l’orbita della sfera.

 
Tanti errori a inizio secondo quarto, un libero dei Pacers a segno, poi il nulla, Kaminsky falliva due triple, Lin si faceva stoppare da Allen, Kaminsky si riscattava sull’azione successiva a quella appena descritta con una stoppata su Stuckey, finalmente Lin a 10:16 dall’angolo destro infilava tre punti, inoltre una deflection di Kemba su Monta serviva per lanciare in transizione Lin (servito dallo stesso Walker) che segnava il suo quinto punto di fila portando Charlotte sul 34-27 a 9:54.
L. Allen da sotto su un tiro corto che non toccava il ferro anticipando Kaminsky e metteva dentro un mezzo reverse, dall’altra parte canestro ravvicinato anche per Big Al al vetro, Buddinger imitava in appoggio sfruttando la tabella Jefferson e il punteggio a 8:55 si alzava sul 36-31.
Gli Hornets difendevano e Kaminsky salvava in bello stile un pallone con una specie di passaggio all’indietro prima che uscisse lateralmente sulla sinistra, dallo stesso lato ma dall’altra baseline Jefferson ringraziava sull’attacco Charlotte infilando il 38-31.
Una manata di Lee su Buddinger mandava il bianco in lunetta per il 2/2 che riavvicinava la squadra di casa.
A 6:26 tuttavia Lamb riceveva ed esplodeva subito il catch n’shoot da tre punti per il 41-33.
Dopo due punti Pacers, gli Hornets ripartivano dalla difesa, Lee e Lin recuperavano palla, apertura baseball di quest’ultimo per Lamb che esaltava la difesa/attacco verticale dei Calabroni.
Ellis segnava anch’esso in sospensione, un po’ il suo pane, dall’altra parte Zeller impegnava la difesa dei Pacers tentando di correggere un tiro in tap-in, nulla da fare ma tanto bastava per mandare in confusione i difensori che mandavano la palla oltre il fondo pasticciando.
Non si aveva nemmeno il tempo della rimessa che Marvin finiva in lunetta per un hacq di Turner sul suo tentativo di taglio centrale.
Marvin splittava ma il +7 migliorava comunque la situazione.
Complice uno 0/2 dalla linea di Zeller, emozionatosi forse nell’esser tornato a casa, i Pacers piantavano quattro punti riavvicinandosi sul 44-41.
A ridare ossigeno ai Calabroni ci pensavano la coppia Walker/Williams, la doppia W creava e segnava; Walker attirava su di se il raddoppio, lo scarico per la tripla frontale con tutto il tempo e lo spazio del mondo di Marvin riportava a sei le lunghezze di vantaggio per la squadra di Jordan.
George segnava altri due punti in separazione da Walker e Charlotte per mantenere il vantaggio aveva bisogno di due punti elegantemente ricercati da Batum in fade-away sulla linea di fondo destra a 2:32.
Charlotte rimaneva aggressiva in difesa ma il lato negativo era rappresentato dall’eccesso che portava al fallo e alla lunetta per M. Ellis a 2:06.
Nemmeno a dirlo la SG realizzava.
Per due falli non sul tiro, Charlotte raggiungeva il bonus, Marvin poteva dare sfogo alla sua vena realizzativa segnando i due liberi per il 51-45.
P. George si faceva stoppare da un onnipresente Williams ma il pallone rimaneva lì e l’ala d’Indiana ne approfittava per realizzare da sotto.
Walker riproponeva l’azione attirando il lungo e passando sotto canestro a Zeller, a :02.9 arrivava il fallo di Ellis in aiuto ma questa volta Cody non si emozionava della presenza di un fratello in tribuna e segnava i due liberi.
Sembrerebbe finita ma su sulla rimessa dal fondo di J. Hill tipo football, da poco oltre la metà campo, spostato sulla sinistra, con Zeller e Lee a chiudergli la visuale in salto, George infilava la tripla dallo spazio profondo.
Il buzzer beater valeva il 53-50 sul quale si rientrava negli spogliatoi.
 
Al rientro le squadre erano fredde e impiegavano un minuto a trovare il primo canestro; opera di George in sospensione.
Lee prendeva palla sulla baseline destra e appoggiava nonostante una manata nell’occhio.
Marvin Williams aggiungeva carburante facendo della tripla l’arma per portare Charlotte sul 58-52 a 10:11.
George a 9:38 segnava due liberi, poi, dopo qualche giocata no a segno, Charlotte si riproponeva sul lato destro; gioco a due insistito ma in movimento tra Batum e Marvin Williams, il passaggio del primo e il taglio del secondo valevano il canestro in entrata della nostra ala grande.
Turner andava corto in post con l’opposizione di Marvin, il quale in questa fase diveniva più pesante di una stella di neutroni, tripla massiccia frontale in faccia ancora al rookie Turner a 7:45 e Hornets sul 63-54.
George per Indiana teneva in piedi la baracca ancora in jumper, ma la densa concentrazione di materia di Marvin portava lo stesso a far roteare vorticosamente la palla a spicchi che rilasciata dalle sue mani, nonostante il rientro di George, colpiva ancora il canestro.
M. Turner si rifaceva a 6:23 quando da sotto subiva il contatto e metteva dentro un gioco da tre punti che gli Hornets però “annullavano” grazie alla tripla che Walker si prendeva con confidenza venti secondi più tardi, nonostante il difensore gli saltasse addosso.
A 5:13 Walker faceva le prove per il blitz finale rompendo la zona d’Indiana e appoggiando in reverse lay-up.
Dopo due punti a testa di Mahinmi e del solito M. Williams, George subiva un leggero infortunio, la palla alzata sopra la testa nel corner sinistro attirava Batum come una gazza ladra, in salto in francese cercava di portargliela via schiaffeggiandola ma George resisteva e impulsivamente partiva sulla baseline, dove andava a perder palla contro Kemba che arrivava leggermente prima sulla sfera, il tuffo di George però innescava la caduta di Walker che franava addosso all’ala piccola avversaria, la quale finiva per sbatter la testa sul parquet rimanendo giù.
Al rientro sul parquet George sembrava star bene, ma dovrò abbandonare momentaneamente il campo per rientrare nella locker room a farsi vedere per avere l’ok dal medico.
I Pacers non realizzavano le triple con G. Hill e George così Marvin andava sul pratico conquistando un rimbalzo offensivo sotto canestro e alzandosi convertiva in due punti che mandavano i Calabroni sul +14.
I Pacers riuscivano a far scadere anche i 24 secondi confermando di attraversare una pessima fase nel terzo quarto, a 1:45 però, complice la panchina di Charlotte non troppo in serata, segnavano con Hill liberato da Budinger iniziando la rimonta. Jefferson tra passi, tiri sbagliati e difesa arenata combinava un mezzo disastro così con J. Hill i Battistrada dimezzavano lo svantaggio chiudendo sul -7 (77-70) la penultima frazione.
Marvin Williams 26 punti, fattore determinante nella vittoria.

Marvin Williams 26 punti, fattore determinante nella vittoria.

 
L’ultimo quarto vedeva in campo un quintetto composto da Lin, Lee, Lamb, Kaminsky e Jefferson un po’ allo sbando, nonostante Jefferson venisse fermato da J. Hill con il fallo a 10:59 (1/2) e Indy lanciasse due palloni ai tifosi a bordo campo in quest’inizio.
Jefferson continuava a tirare fuori ritmo a Kaminsky capitava di muovere il piede perno facendo lasciar giù palla a Charlotte in azione offensiva e George rientrava in campo ma Lin a 7:54 segnava con un tiro lungo da due punti per l’80-72.
Con i Pacers tornati a -6 Turner lanciato tutto solo in contropiede tentava di spaccare il mondo, schiacciata così caricata che era stampata sul ferro dal rookie, ingenuità che i gialloblù però non pagavano, palla rimasta nelle loro mani sul rimbalzo, assist di George, Lin timido in uscita e tripla di G. Hill per l’80-77 a 7:01 che costringeva Clifford a chiamare time-out e a far rientrare, tardivamente direi, Walker e Marvin Williams in campo.
Batum da tre non funzionava, Ellis da due sì, la palla iniziava a pesare, Walker creava per Zeller che in corsa sulla sinistra arrivava sul binario giusto e puntuale all’appuntamento con la schiacciata.
I Pacers però segnavano con Turner e su una palla rubata a Batum dalla transizione riuscivano almeno a conquistare la lunetta.
Hill li segnava e gli Hornets finivano sotto 82-83.
I viola ritrovavano il vantaggio a 5:08 quando Walker spaccava la difesa centralmente per segnare l’84-83.
George dal dribbling si procurava un tiro che faceva cambiare ancora una volta la squadra al comando, due tiri liberi di Zeller invece davano solo la parità poiché l’originario dell’Indiana splittava.
George alzava un campanile per Turner sul lato opposto (sinistro) sotto canestro che il rookie al volo correggeva facilmente.
Turner, da qualche azione su Kemba, cercava di fermare un Walker che deciso a sfidarlo si prendeva la tripla a 3:02, un po’ costretto anche dai 24 secondi che stavano per scadere… trovando il ritmo scoccava il dardo da tre punti che riportava a +1 i Calabroni (88-87).
Hornets che allungavano sul 90 con due FT di Kemba (fallo di Mahinmi sulla penetrazione), le parti s’invertivano e Mahinmi era toccato da dietro da Batum sul tentativo di jam.
Il centro però dimostrava le sue mani non precisissime e sbagliava il secondo libero a 1:49 dalla fine.
Kemba cercava di ovviare ai problemi offensivi di Charlotte ma i Pacers iniziavano a raddoppiarlo, Walker comunque si prendeva la responsabilità del tentativo in penetrazione che non entrava, questa volta Zeller era provvidenziale nel correggere a 1:36.
G. Hill dalla diagonale destra però faceva tornare a contatto i suoi con una bordata da tre punti.
Charlotte dava palla a Batum, la sua vista trovava Marvin, il quale impegnato a rollare orizzontalmente riusciva a prendere il passaggio verticale effettuato del francese sopra la sua testa e a segnare a una mano.
George lavorava nel pitturato contro Walker in evidente mismatch, il canestro non tardava ad arrivare.
Charlotte andava a vuoto in attacco, Zeller conquistava una palla a due ma George s’infilava sul tocco di Cody, pessima azione ma la bravura nel limitare i danni di Charlotte si vedeva sulla ripartenza, Lee da dietro era bravissimo a deviare oltre la linea laterale sinistra, la sfera che era stata fino a quel momento sempre in possesso della stella d’Indiana che forse avrebbe potuto aprire il gioco sulla sinistra.
I Pacers però pensavano alla beffa quando Monta Ellis attaccava il canestro, Walker arretrando era spinto dall’urto della massa di Ellis (che chiedeva anche un inesistente fallo), il quale resisteva al contatto e segnava due punti per il 94-95 Pacers.
Gli Hornets organizzavano nel time-out la rimessa ma l’attacco non usciva con il buco.
Clifford allora ne chiamava un altro qualche istante più tardi.
A poco più di 10 secondi dalla fine Kemba sottopressione doveva recarsi nella propria metà campo per ricever palla da Batum, schermo altissimo di Zeller, Kemba capiva e sfruttava il momento giusto per passare tra le maglie di Hill e Mahinmi in dribbling con un palleggio in cambio mano che lasciava indietro i due Pacers, sotto canestro c’era George in aiuto ma Walker sull’inerzia del salto aveva la forza per spingersi in diagonale sulla sinistra oltrepassando la stella dei Pacers, l’appoggio al vetro di left hand era cosa fatta e a :02.9 gli imenotteri tornavano meritatamente sopra.
Indy provava l’ultima azione affidandosi a George, ma il suo tiro sulla sirena contrastato da Batum era storto e finiva per toccare il bordo sinistro del ferro.
Charlotte si salvava e portava a casa una vittoria di platino.
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Pagelle:
 
Walker: 7,5
22 pt. (8/21), 10 assist, 3 rimbalzi, 1 rubata. Sole. Tiene in orbita o a galla tutti gli altri Lavora anche per gli altri e l’illumina. Irradia energia con le sue esplosioni solari, quando lo fa, le radiazioni sono letali per i Battistrada che cuociono facilmente come l’asfalto sotto il sole cocente d’estate. Doppia doppia per lui in serata e canestri pesanti compreso il vincente.
 
Lee: 6
7 pt. (3/10), 4 rimbalzi, 2 assist, 3 rubate. Mercurio. Difficile vederlo immerso nel chiarore abbagliante del sole, ma ha un movimento veloce, così come Lee, gioca in difesa più che in attacco. Non avrà appeal o atmosfera, ma si rende utile. Stesso discorso di Batum sulle triple.
 
Batum: 6
6 pt. (2/6), 7 assist, 2 rimbalzi, 2 rubate, 1 stoppata. Luna. Perde 5 palloni che quasi compensano gli assist anche se alcuni degni di menzione d’onore. Serata tranquilla al tiro, in difesa non mi è piaciuto molto, salvo qualche occasione, compresa quella finale dove invece è stato bravo a dar fastidio a George impegnandosi nel contrastare il tiro. Troppe triple senza senso. Lunatico, mostra le sue due facce, magari non lascia crateri, ma viene colpito più volte da pallate. Il romantico francese si dedica agli altri con gli assist.
 
M. Williams: 7,5
26 pt. (9/13), 13 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 2 stoppate. 4U 0142+61. Il nome non dirà molto, è una stella magnetar in Cassiopea, ha un campo magnetico miliardi di volte più potente di quello terrestre. Prima Marvin collassa con Turner a inizio gara, poi quando si fanno largo esperienza, astuzia, tecnica e precisione smagnetizza l’avversario e magnetizza il canestro dei Pacers con raggi X che fotografano le loro debolezze anche se in uscita sulle sue bordate da tre punti. Doppia doppia e tante giocate decisive.
 
C. Zeller: 6,5
14 pt. (5/5), 5 rimbalzi, 1 stoppata. Venere. Caldo come Venere su azione, vicino a Walker come Venere al Sole, torna nei posti che ama. Freddo ai liberi ma essenziale nel finale mette dentro un 5/5 dal campo.
 
Jefferson: 5,5
9 pt. (4/12), 3 rimbalzi, 1 assist, 2 stoppate. Giove, almeno per massa. Il suo inizio vulcanico è promettente, poi si raffredda e noi soffriamo.
 
Lin: 5,5
7 pt. (3/8), 3 rimbalzi, 2 assist. Terra. Il super saiyan atterra sul pianeta azzurro e concentra i suoi canestri in due momenti, l’inizio del vantaggio consistente nel secondo quarto e due punti per tentare di non soffrire nel finale. Non muore ma vive di luce riflessa, meno brillante in difesa è un po’ sott’acqua.
 
Kaminsky: 5,5
0 pt. (0/2), 3 rimbalzi, 1 stoppata, 1 rubata. Urano. Nucleo molto freddo, irradia pochissimo calore in partita. Sbaglia due tiri e si rifà con una stoppata. Poco reattivo anche in altre circostanze salvo un bel recupero.
 
Lamb: 5,5
5 pt. (2/6), 2 rimbalzi. Saturno. A inizio stagione un gigante, oggi un po’ gassoso, l’anello intorno al pianeta lo trova con il binocolo (per un giocatore come lui), prima riusciva a vederlo a occhio nudo. Un po’ calato, ma sicuramente ancora in grado di dare emozioni esteticamente e concretamente.
 
Coach Clifford: 6
Marte. Forse figlio di un tempo passato, la ruggine rossa s’impossessa di lui nel finale quando aspetta un’eternità per richiamare i titolari in campo. Si guadagna la sufficienza per la vittoria e per il secondo saggio time-out nel finale e oggettivamente la squadra gioca un buon basket.
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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.