Game 58: Charlotte Hornets Vs Brooklyn Nets 111-96

 
Si ricominciava.
Dopo la kermesse delle stelle, allo Spectrum Center andava in scena una gara da cometa.
Dal greco kòme (chioma), la cometa Charlotte, tentando l’avvicinamento al sole dei playoffs, ha iniziato a liberare gas e polveri, le quali fuoriescono ionizzate e scintillano per effetto del vento solare formando una scia luminosa a tracciare una strada ancora incerta.
Vincere però, mancando solamente 25 partite alla fine, rappresentava l’unica maniera per proseguire una corsa che al momento ci vede intorno al 12% di possibilità di partecipazione ai playoffs.
Fatto fuori il GM Cho, uno degli artefici di questa, speriamo, ellittica traiettoria, toccava alla squadra rispondere sul parquet contro una squadra ormai tagliata fuori dall’accesso ai playoffs, ma che nascondeva l’incognita della prima gara stagionale contro i Calabroni.
La partita è andata a strappi e i Calabroni si sono dimostrati superiori aiutati dai due punti di forza Kemba e Dwight, un “cometone” piombato a tutta forza sulle Retine nella notte.
Non siamo diventati la squadra più forte del mondo e servirà altro per battere squadre più attrezzate, ma nella serata ciò può bastare.
Una buona gara nella quale Howard ha potuto fare il bello e il cattivo tempo sotto le plance sfiorando il record di rimbalzi detenuto da Okafor dall’epoca Bobcats.
Casella rimbalzi che gli Hornets hanno vinto complessivamente 54-41, così come negli assist (29-27) i numeri hanno dato ragione alla squadra di Clifford.
Un 52,4% da tre, più alto del complessivo 48,3% dal campo ha spinto gli Hornets alla vittoria.
Brooklyn con il 38,7 ha finalizzato male anche da sotto talune volte, salvata dai 22 di Cunningham (ex Pelicans) e dai 19 del promettente D’Angelo Russell. 9 pt. e 7 rimbalzi per il C rookie Jarrett Allen.
 
Partiva bene Charlotte che vinceva il tip-off e segnava con Howard, abile a chiudere in due tempi un possibile alley-oop; il disturbo di Allen non gli consentiva di schiacciare sull’assist volante di Kemba, ma il recupero della sfera e la risalita facevano il 2-0 dopo 16 secondi.
D’Angelo Russell colpiva da tre a 11:19.
Non succedeva nulla per un minuto fino a che Walker dall’altra parte realizzava il controsorpasso con la stessa arma, dalla diagonale sinistra.
Un passaggio invitante sulla cora di Allen ed era il pareggio ospite ma Howard, conquistava un rimbalzo offensivo su un tiro mancato da MKG da lontano.
Canestro più fallo per il più classico gioco da tre punti. Si andava sul 5-8, ma si scoprirà più tardi che la tripla di Walker in realtà era stata effettuata con un piede sulla linea, quindi avveniva la correzione di punteggio durante il primo break.
Nel frattempo Howard dominava catturando rimbalzi e schiacciando una mina a una mano dopo aver oltrepassato Allen, già giunto al secondo fallo.
Proprio lui catturando un altro rimbalzo, riequilibrava la situazione sul 12 pari con due FT, dei quali solo uno a segno però.
Walker ci provava da fuori in transizione ma la palla s’incastrava sulla sinistra tra ferro e plexiglass.
Palla a due che MKG portava a casa la palla a due contesa da altri, ma non riusciva a segnare, cosa invece che faceva Batum a 6:17, quando battendo una rimessa passava dietro un blocco incrociando e tirando arrestandosi da tre.
15-12 con tripla di Acy per l’immediato pari, riapriva però le danze Williams, pescato a sinistra sulla diagonale buona, dopo che Howard, nel cuore del pitturato era stato capace di conquistare l’ennesimo rimbalzo.
A 5:14 su un tentativo di turnaround piovevano altri due punti dalla linea per il nostro numero 2.
A 4:53 era ancora Marvin a spingere gli Hornets, creando un break da 8-0 tutto personale; altra tripla dalla media diagonale destra con campo aperto e il 23-15 era servito.
Si attivava Cunningham che segnando due canestri da due punti e uno da tre (dall’angolo sinistro) riusciva a pareggiare a quota 23.
Finale del primo quarto a ricalcare gli ultimi minuti giocati con Charlotte intenta a scappare (tripla di Lamb a 2:55, entrata aggressiva di Lamb con passaggio veloce diagonale per la schiacciata inarcata di Howard) e Nets a reagire (tripla di Harris a 2:04) che portavano la gara sul 28-23. Kemba aggiungeva una tripla mentre Howard tornava in panchina già in doppia doppia (10 pt. e 11 rimbalzi).
A 1:19 segnava Harris, Kaminsky segnava un libero per proteste di Russell, probabilmente per un’infrazione di passi di MCW, salito e sceso con la palla in mano.
Frank segnava ma chiudevano i Nets, il risultato quindi muoveva sul 32-28 dopo i primi 12 minuti.
 
A inizio secondo quarto il punteggio si spostava ancora, modificando la casella ospiti dopo 19 secondi e ripetendo lo stesso numero sul tabellone a 10:51, quando due FT di Russell (spostato da Graham sotto canestro all’ultimo momento) ricadevano nella retina.
La panchina era un po’ addormentata, Zeller non aveva chance di difendere sulla serpentina con arresto e tiro dalla sinistra di Russell, Charlotte quindi finiva anche sotto di due prima di riuscire a trovare il pareggio per merito di Lamb che allungava un veloce passaggio verticale a MCW, il quale non trovando avversari sino al ferro appoggiava comodamente. Lamb da assist man si trasformava in scorer passando sulla linea di fondo e ricevendo da Kaminsky il verticale, segnava da due passi il nuovo vantaggio.
Ci prendeva gusto Jeremy che a 7:45 in azione personale sbatteva contro Acy trovando un canestro un po’ rustico, non proprio da manuale.
Charlotte allungava con due liberi di Zeller (7:20) e con due punti di MCW che dalla sinistra sull’incrocio circolare con Kemba, riceveva dallo stesso ed entrava battendo la difesa. Cunningham dimostrava ancora buona mano contro di noi tenendo in gara gli ospiti grazie a una bomba, toccava ancora a MCW andare a battere Allen con una finta e tocco a tabella per il 44-37, Russell tuttavia a 5:18 infilava la tripla del 44-40 che consigliava a Clifford il time-out.
Batum segnava due punti, poi in area contrastava efficacemente Allen, il quale si rifaceva dopo tutto solo da sotto in schiacciata a una mano trovato da un rapido passaggio.
S’infiammava la sfida Dinwiddie/Walker.
Il primo metteva due punti aiutato dall’anello, il secondo a 2:21 in entrata riusciva a infilare un circus layup, più semplici gli altri due punti a testa per i giocatori citati che rispondendosi alzavano il punteggio sul 48-47.
MKG con un gancio in salto cercava di far staccare gli Hornets dalla pressione ospite, Williams da tre continuava sullo stesso progetto per il 55-47, ma nel finale gli arbitri annullavano un canestro da tre a Kemba che segnava clamorosamente fuori equilibrio.
Se si poteva dare ragione agli arbitri per una frazione di decimo sulla non continuità dell’azione, era delittuoso il canestro annullato a Marvin dall’angolo destro; finta del numero due, spostamento verso l’incrocio delle linee con Acy depistato che tornava sotto sull’alzata di Williams, gomito sul mento di Acy, giunto nel cilindro della nostra PF, canestro ma ancora una volta inutile.
Fischi prolungati del pubblico che veniva anche beffato da Crabbe a un secondo e mezzo dalla fine.
La sua tripla riportava sul -2 i bianchi.
55-53 e partita resa ancora interessante dalla terna.

Charlotte Hornets’ Kemba Walker (15) gets by a grimacing Brooklyn Nets’ Spencer Dinwiddie, who was caught in a screen by Hornets’ Dwight Howard (12) during the first half of an NBA basketball game in Charlotte, N.C., Thursday, Feb. 22, 2018. (Bob Leverone/Associated Press)

 
Russell era il primo giocatore a trovare la retina nel secondo tempo.
Il suo canestro dalla media sinistra impattava la partita a quota 55 ma gli Hornets ripartivano con l’ennesimo rimbalzo offensivo di Howard convertito in due punti facili appena dopo il salto di Allen, ingannato da Howard nei tempi.
Una tripla in punta di Batum (catch’n shoot rapidissimo) serviva agli Hornets per ottenere il +5, Williams passando in area a tagliare dietro Howard, dava una mano bloccando l’appoggio di Dinwiddie, finiva così per segnare MKG con un crossover su un terzo tempo in transizione.
Fallo di Allen, libero aggiuntivo a segno più uno precedente di Kemba per proteste di Carroll reiterate che chiedendo un fallo sull’azione precedente finiva per peggiorare la situazione dei suoi.
64-55 con un 9-0 run per gli uomini in livrea nera, che raggiungevano il massimo vantaggio sui 13 punti grazie a un gancetto di MKG.
Russell segnava, rispondeva su alzata di Batum, Howard che, con un soft alley-oop faceva girare la palla sul ferro come in una roulette che diceva 2.
Ancora strappo di Charlotte quindi e ancora rientro degli ospiti che con una giocata di Dinwiddie da tre punti iniziavano la rimonta che si chiudeva con la tripla di Harris per il 70-66.
Batum, dopo il time-out preso da Clifford a 4:16 era aiutato dal primo ferro sul suo tiro frontale da centro area.
Un paio di tiri dal corner sinistro di Brooklyn non avevano buon esito, così Kemba fintando batteva un paio di difensori dei Nets, che attardati potevano solo osservare il veleggiare a canestro di Kemba in appoggio.
A 1:49 ancora una finta di sopracciglia di Kemba l’aiutava ad aprirsi la strada per un intenzionale appoggio al vetro dal cuore dell’area.
Sul 77-68 Cunningham (1:28) sparava da tre prima che Walker restituisse il favore.
Batum toccava due volte il pallone il palleggio a Carroll ma la sua prolungata difesa aggressiva costringeva gli arbitri a chiamare due FT al terzo tentativo.
80-74 prima degli ultimi 12 minuti.

 

Jeremy Brevard-USA TODAY Sports. Kemba finta e tiro… vari modi per raggiungere 31 punti…

 
Cunningham metteva paura a inizio quarto sfoderando l’ennesima tripla (angolo destro oltrepassando Frank), ma a stretto giro di posta, da dietro uno schermo ampio, rispondeva proprio Kaminsky che riportava a sei le lunghezze di vantaggio.
Harris mancava un reverse ma Cunningham in transizione appoggiava al vetro sopperendo a qualche mancanza di finalizzazione dei compagni.
A 9:37 si svegliava anche Cody con un bello spin nel pitturato che lo portava a esaltare ulteriormente un’azione a triangolo con l’ultimo passaggio sospetto di Lamb in salto e ricaduta dalla linea di fondo. In realtà il replay evidenziava la bravura del nostro numero tre nel rimanere completamente in campo nonostante il passaggio rischioso e il difensore davanti a lui che avrebbe potuto farlo “rimbalzare” fuori.
Un floater di Graham e un pullup di Lamb (8:37) ci portavano rapidamente sul +10.
La panchina si riscattava quindi, così tra un canestro e l’altro di Zeller a poco serviva un’azione con gioco da tre punti di Russell.
Carroll ricevendo un extra pass andava a schiacciare ma Kemba, sfruttando una serie di movimenti e di blocchi, passava largo in modalità circolare fino ad arrivare nei pressi dei bordi dell’area destra da dove appoggiava comodamente.
Era sempre il capitano a firmare i punti vittoria; il suo meteorite scagliato dalla fascia di Kuiper con finta di passaggio che mandava Crabbe al bar, (6:18) portava gli Hornets sul 98-86, ormai irraggiungibili per le possibilità della squadra di Atkinson.
A 5:03 ancora Kemba nonostante due difensori gli saltassero addosso segnava da fuori il 103-88.
Si finiva con Howard a catturare il suo 24° rimbalzo, a uno solo di distanza dal record di franchigia (Bobcats/Hornets) ottenuto da Okafor con 25.
Rimbalzo che avrebbe probabilmente catturato il nostro centro se nei minuti finali non fosse stato sostituito da Hernangomez, che debuttando, raccoglieva un facile rimbalzo difensivo.
Monk che dopo l’incidente non avrebbe dovuto giocare, probabilmente è tornato in dima.
Suoi due punti frontali facili nel finale prima della sirena finale che decretava il 111-96.
 
Pagelle
 
Walker: 7,5
31 punti, 7 rimbalzi, 2 rubate. Gioca 35 minuti e chiude con un buon 12/22 incluso un 4/8 da fuori, escluso il 3/3 ai liberi. Canestri importanti nei momenti giusti. Il valore aggiunto accelera se serve. Gli viene anche annullato un canestro da highlights possibile. +18 di +/-… La maggior speranza per raggiungere i playoffs.
 
Batum: 6,5
10 pt., 5 rimbalzi, 7 assist,1 rubata, 1 stoppata. Ci prova 8 volte dal campo e termina con il 50%. 2/4 da fuori con una tripla letale bloccando l’arresto sulla corsa e una d’intelligenza incrociando con il bloccante. È in difesa però che influenza diversi tiri avversari (non proprio grandissimi finalizzatori) e compie lo sforzo maggiore.
 
Kidd-Gilchrist: 6,5
13 pt., 5 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. 4/7 dal campo, concentrato, finisce con 5/5 ai liberi, risultato non scontato per lui. Attacca bene il ferro segnando sia in entrata che con movimenti a crearsi lo spazio. In certe circostanze forse potrebbe fare di più in difesa ma va bene così per oggi.
M. Williams: 6,5
11 pt., 2 rimbalzi, 2 assist. A parte i tre palloni persi, paradossale che il 3/8 sia in realtà composto da un 3/5 da fuori e uno 0/3 da due… Importanti le sue triple. Gliene manca una che delittuosamente gli arbitri annullano. Una bella stoppata dai tempi giusti a spazzare via Dinwiddie nel secondo tempo.
 
D. Howard: 7,5
15 pt., 24 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. Domina il match anche se si concede un 6/14 più da esterno che da centro. Non ha seri oppositori nella controparte. Allen è troppo inesperto per contrastarlo seriamente e sono poche le note negative di serata. Doppia doppia sfiorando il record di rimbalzi di franchigia, per me ottiene quello dei nuovi Hornets con 24, l’altro era di Okafor con 25 in era Bobcats. 3/7 ai liberi e 3 turnover, ma +12 di +/-, ottenuto anche per merito suo.
 
Lamb: 6,5
9 pt., 4 rimbalzi, 4 assist. Chiude con un 4/11 dal campo e qualche entrata non proprio da manuale, comunque trova canestri utili giocando 23 minuti.
 
Kaminsky: 6
4 pt., 7 rimbalzi, 4 assist. Chiude con un 1/5 al tiro e una difesa che non ama l’eccesso. Il suo verticalismo ci costa una tripla di Cunningham. Ricordo una sua uscita nel primo tempo, generosa su un tiratore, la quale pur non servendo a molto, rappresenta almeno uno sporadico tentativo di difesa vera. Alla fine segna solo un canestro dal campo rispondendo proprio a Cunningham dopo il canestro preso in faccia. Si salva con qualche rimbalzo e un paio d’assist intelligenti.
 
Graham: 6
2 pt., 1 rimbalzo in 11 minuti. Sta poco in campo e raggiunge il suo apice nel secondo tempo quando segna e prende un fallo a favore per un blocco offensivo di Acy.
 
Zeller: 6,5
8 pt., 3 rimbalzi, 1 assist. Si sveglia a un certo punto del secondo tempo. Nell’ultimo quarto trova il suo meglio riscattando la prima uscita dalla panchina, più frustrante che scialba. Sistematicamente tagliato fuori si nota la differenza con Howard. Chiude con un 3/5 dal campo. Mezzo voto in più perché la spinta arriva nel finale in un momento importante.
 
Carter-Williams: 6,5
6 pt., 1 rimbalzo, 2 assist, 1 stoppata. Inizia male ma poi finisce con un ¾ dal campo, attaccando con velocità ma senza fretta di concludere. I Nets lo permettono e lui ne approfitta per prendersi quei decimi di secondo che fanno la differenza tra un tiro avventato e uno mirato… Rapporto assist/turnover non il massimo ma la difesa sopperisca a questa lacuna.
 
Monk: s.v.
2 pt. in poco più di un minuto. Due anche i turnover. Out dalle rotazioni, non avrebbe dovuto scender sul parquet per il botto in auto. Vedremo se avrà più spazio in un prossimo futuro ma dubito…
 
Bacon: s.v.
Chiedere a Chi l’Ha Visto per il minuto in campo.
 
Hernangomez: s.v.
2 rimbalzi e una stoppata, ma anche un’entrata gentilmente concessa nel finale. Si presenta comunque bene difensivamente Willy. Lo spazio da ritagliarli sarà eventualmente premura e compito di Clifford.
 
Coach S. Clifford: 6,5
Squadra tranquilla che non sembra fenomenale ma migliore dei Nets. Giocando contro diverse squadre dalla fascia medio bassa, dovremmo riuscire con qualche individualità e qualche schemino semplice che si è rivisto in serata ad avere la meglio, considerando che tali squadre non dovrebbero giocare alla morte visto il prossimo Draft. Il problema saranno le partite più consistenti, il cui esito rimane incerto.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.