Game 58: Charlotte Hornets Vs Denver Nuggets 105-119

Ball prova a portare Charlotte fuori dalle secche.
Ha chiuso con 18 punti, 12 assist ma solo con un 3/10 da fuori.

Dura un tempo l’illusione degli Hornets.

Come da copione scontato i lanciati Denver Nuggets vincono la partita grazie al loro attacco divenuto nettamente più fluido nella seconda parte di gara.

Gli Hornets non erano partiti assolutamente male, anzi, l’attacco della squadra di Clifford era un laser ad ultravioletti che la difesa di Denver non vedeva.

A 11:42 apriva Rozier in floater, 36 secondi più tardi un bound pass verticale di Hayward era manna per la jam di Williams, Ball a 10:41 realizzava il 7-0 da fuori.

15 secondi più tardi Jokic correggeva un proprio errore ma Charlotte metteva molta energia difensiva e Denver non riusciva a trovare tiri semplici così, dopo il canestro di Washington a 7:43, gli Hornets volavano sul 15-4.

Hayward a 5:46 da tre mandava in estasi i fan per il 20-8 che non rappresentava il vantaggio massimo giunto successivamente sul 29-14 ma scemato a soli 7 punti in chiusura quarto dopo due FT splittati da Richards a :15.7 (34-27).

L’alley-oop devastante di Jordan apriva male il secondo quarto ma P.J. Washington in transizione a 10:26 realizzava, un rolling hook di Richards di spessore unito ad un’entrata di Hayward dalla baseline destra e una tripla di D. Smith riportavano i Calabroni sul +13 (46-33).

Gli Hornets veleggiavano bene sino a 5:23 con la seconda tripla consecutiva di Ball nel giro di pochi istanti (52-37) ma Jokic cominciava a macinare gioco e punti infilando 4 FT e a 2:14 il quinto assist del pingue slavo valeva un two and one per l’attivo sloveno (di Capodistria/Koper) Cancar (sostituiva A. Gordon nell’occasione) e il 54-52 per Denver sotto solo di due…

Il finale di primo tempo vedeva Rozier segnare in entrata pur sbilanciato da un contatto a mio avviso falloso mentre sull’altro fronte la tripla di Cancar valeva il 60-57.

Saturno sulla spalla destra di P.J. Washington (intervistato all’intervallo per i 13 punti) è tatuato ma il giramento di pianeti è stampato in fronte anche sui fan di Charlotte.

Hornets avanti a riposo ma cambiava tutto nella ripresa sin da subito:a parte due FT di Hayward, gli Hornets andavano in blocco e dall’essere risucchiati, passavano velocemente in svantaggio anche a 8:41 quando P.J. Washington (tre triple fallite nel frangente) realizzava da due il 64-69 a 8:41.

Il formidabile attacco di Denver faceva il resto staccando progressivamente i bianchi dal team della North Carolina: la tripla di Porter (ripresosi dopo un brutto primo tempo) a 2:11 valeva il 76-90.

Gli Hornets prendevano fiato nell’ultima frazione con 5 punti di D. Smith Jr. ma non si avvicinavano e si vedeva ancora sull’altro fronte Jordan prodursi in alley-oop a 7:42 oltre a vedere la star dei Nuggets giungere alla sua ennesima tripla doppia tra canestri in entrata dal difficile bilanciamento e passaggi al fulmicotone.

Finiva 105-119 con Charlotte giunta alla settima sconfitta consecutiva nonostante l’home game ma la squadra di Clifford avrà ancora due partite casalinghe (Atlanta e San Antonio) prima di andare in pausa All-Star Game per cercare di ottenere una vittoria almeno per dare un po’ di morale ad una squadra che si avvia mestamente a tankare ma potrebbe permettersi il lusso di vincere qualche partita (forze in campo permettendo) visto il distacco dalla quintultima.

30 punti, 16 rimbalzi e 10 assist per Jokic, 15 punti per Caldwell-Pope, 14 a testa per la coppia Bruce Brown e M. Porter Jr. mentre ne sono arrivati 12 da Cancar, 11 da C. Braun per chiudere i “doppia cifra” con Jeff Green a 10.

22 i punti per P.J. Washington (13 nel primo tempo), 21 per Hayward (17 nel primo tempo), 18 per Ball (aveva illuminato il gioco nei primi minuti con 8 assist finendo con 12), 15 per un’intraprendente D. Smith Jr., solo 12 per Rozier, un po’ frustrato in questa partita.

Nick Richards, pur partendo dalla panchina, ha avuto diversi migliori numeri rispetto a Williams che ha finito però per avere stranamente meno minutaggio.

Fondamentali statistiche base come i rimbalzi (37-51), gli assist (25-35) e i punti nel pitturato (52-78) con gli Hornets che questa volta non hanno subito dal perimetro (Denver 21,7% da tre) ma a loro volta hanno tirato solamente con il 25,0%…

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.