Game 59: Charlotte Hornets @ Los Angeles Clippers 121-124 (OT)

 

ImbarcaziHornets
 
 
Quando Cristoforo Colombo nell’estate del 1492 salpò da Palos de la Frontera alla volta dell’Asia, incappando nel nuovo continente non sapeva che avrebbe attraccato nel nuovo continente.
Una fortuna per lui, giacché i suoi calcoli per raggiungere l’Oriente dall’Ovest erano errati, sottostimati di un quinto.
I grandi “Velieri”, caravelle e caracca con le quali partirono Colombo e la ciurma, non potevano stazzare cibo a sufficienza per raggiungere le coste orientali.
I Velieri di oggi potrebbero navigare più velocemente e agilmente, ma la rotta per un titolo NBA ai Clippers sembra esser sempre preclusa.
Gli Hornets chiedevano agli alisei (venti che soffiano da nord-est a sud-ovest) di spingere il loro volo per uscire indenni dai pericoli di L.A..
Purtroppo il finale è stato ancora una volta amaro.
Un altro OT, un’altra sconfitta.
L’imbarcazione degli Hornets è giunta nella rada ma è affondata lì, nell’acqua melmosa del supplementare.
Tuttavia l’avversario era duro da battere, da giudicare positivamente l’attacco, un po’ meno la difesa che in qualche occasione deve far meglio se il gioco di Clifford si basa su quei principi.
Non parlo spesso degli arbitri in termini negativi, ma nel finale non mi son piaciuti, a parte il macro torto della stoppata di DeAndre (20 pt. e 19 rimbalzi) su Kemba non regolare che ha dato il via al +4 Clippers, anche qualche micro torto; falli fischiati su Griffin (43 pt. e 10 rimb.) che da serial killer non ha bisogno di esser protetto.
Contati tre contatti più che discutibili, comunque sia, due squadre che hanno dato spettacolo e avrebbero meritato entrambe la vittoria.
Ai Clippers serviva per cercar di raggiungere il fattore campo a noi i playoffs.
Ora non rimane che battere assolutamente Lakers e Suns, le due prossime avversarie, altrimenti diverrà troppo tardi.
Come andrà a finire non lo so, purtroppo una lunga giornata lavorativa chiama (settimana difficile a livello di turni dopo esser riuscito a essere tempista sino a oggi, cercherò comunque di recuperare scrivendo la parte mancante appena possibile) anche se i pronostici ostici in partenza non mi gasano, così come le prospettive di successo nell’impresa del navigatore genovese non entusiasmavano di certo i primi regnanti che denegarono il loro aiuto per la spedizione.
 
L’ammiraglio Clifford sceglieva I suoi cinque uomini da schierare sul ponte immediatamente, cioè; Walker, Batum, Kidd-Gilchrist, M. Williams e Kaminsky.
Doc Rivers contrapponeva; Paul (15 pt. e 17 assist, J.J. Redick (22 pt.), Mbah a Moute, Griffin e Jordan.
 
 

Nicolas Batum allo Staples Center di Los Angeles. Per il francese 31 punti con tiri rapidi e chirurgici.
2017 NBAE (Photo by Andrew D. Bernstein/NBAE via Getty Images)

 
 
Partenza ottimale per J.J. Redick, spina nel fianco che infilava subito una sospensione valida per due punti, dall’altra parte Kaminsky rispondeva con una flipperata da tre a 10:49 portando in vantaggio Charlotte, tuttavia 13 secondi più tardi un altro jumper della SG dei Clippers dava il +1 ai Clippers.
Walker con uno step back si allontanava dalla marcatura di Griffin e segnava il 5-4 male stelle di Los Angeles iniziavano a splendere; Paul segnava una tripla avanzando dalla top of the key, Griffin ne metteva altri due con il gancio e Jordan stoppava Kemba, in più da destra J.J. Redick era fortunato con i rimbalzi segnando ancora, infine in un duello sotto canestro tra Williams e Jordan il secondo aveva la meglio portando sul 5-13 i locali.
Hornets sotto effetto del polo magnetico e nord geografico perso.
La bussola non segnava più la giusta rotta e Clifford decideva per una pausa per cercare di tornare a navigare nelle giuste acque. Al rientro Kemba spingeva i Calabroni con tre punti, ma Redick dalla diagonale sinistra segnava ancora.
Folate fastidiose di vento contrario dal quadrante SG, vento avverso che si alzava ancor più forte quando MKG regalava il coast to coast di Griffin con approdo da due punti.
Dentro Wood, cambio di marcature con MKG su Griffin…
A 5:46 Walker passando dietro un blocco altro di Wood segnava da tre subendo il tocco di CP3.
Purtroppo il tiro libero non entrava e la nostra guardia si privava di una giocata da quattro punti ma a 5:04 da sinistra Batum penetrava in uno contro uno fino al cuore del pitturato, scontro con il difensore, spinta all’indietro per il fade-away in separation e Calabroni sul -6 (13-19).
A 4:49 Griffin segnava da tre con MKG in ritardo sulla chiusura a sinistra.
Break di Clifford che se la prendeva in particolare con il suo giocatore reo di aver seguito più l’azione che l’uomo.
La soluzione da tre rimaneva gettonata tra le file teal, l’esecutore era ancora Walker, tuttavia i Clippers tenevano miglia di vantaggio grazie alla stoppata di Mbah A Moute su Batum e tripla da destra della stessa ala (16-25).
Un runner di Lamb a 2:57 cercava di riportar a galla Charlotte ma un fulmineo assist verticale di Redick per Jordan mandava alla schiacciata il centro avversario.
Su un errore in contropiede Redick e MKG si contendevano il rimbalzo seguente, cadeva prima J.J. poi MKG con palla in mano cercando di scavalcare il corpo dell’avversario, per gli arbitri era fallo, generoso probabilmente, Redick non era d’accordo e per vistosissime e rumorose proteste finiva per prendersi un tecnico e tornare in panchina.
Belinelli da tre punti faceva riprender consistenza al punteggio degli Hornets che toccavano i 22 contro i 27 dei locali, sul finire tuttavia Speights imitava l’italiano segnando da oltre l’arco.
Lamb mandava a segno un floater centrale ma Crawford segnava il canestro del 24-32 che chiudeva i primi 12 minuti.
 
La panchina degli Hornets a inizio secondo quarto massacrava quella di L.A.; Lamb apriva con un 2/2 dalla lunetta facendo seguire alla precisione dalla lunetta anche quella da distanza siderale, Kaminsky in lento avvicinamento uno contro due subiva fallo e segnava altri due liberi, in più a 9:37 Roberts con un’entrata veloce batteva la difesa dei Clippers appoggiando da destra al vetro per il sorpasso (33-32).
Il parziale di 9-0 però non si fermava lì, Roberts sbagliava il tiro ma Wood sotto il canestro a sinistra recuperava il rimbalzo e risaliva a segnare altri due punti.
Charlotte chiudeva il parziale con una rimessa di Batum dalla sinistra; Belinelli scappava sotto canestro, nessuno lo seguiva veramente, Marco ringraziava segnando il 37-32.
I Clippers andavano sullo 0/8 al tiro nel quarto ma a 7:34 per un fallo di Wood su Griffin segnavano il loro primo punto dalla lunetta (1/2 di Blake).
A 6:49 Mbah a Moute riceveva dalle parti della linea di fondo sinistra e tagliando fuori Batum, rimasto dietro di lui, appoggiando in avvicinamento il 37-35 mostrava qualche lacuna difensiva del francese d’origine camerunense.
MKG da due in jumper rispondeva ma i Clippers, sfruttando il movimento di Redick a 6:06 si avvicinavano con un suo jumper dalla baseline sinistra ottenuto dopo aver stancato Marco in eterna ricorsa su di lui.
Mbah A Moute segnando il settimo punto pareggiava la partita, poi grazie ai titolari “secchi” i Clippers passavano avanti; Paul per Griffin che planava su MKG cambiando all’ultimo il tiro (da schiacciata ad appoggio), due punti più libero a segno per il +3 Velieri.
A 4:45 un 2/2 di Frank ridava il -1 a Charlotte che si vedeva ancora una volta tarpar le ali dall’ennesima tripla di Redick a 4:37.
Resisteva ancora Kaminsky che a 4:11 muovendosi sulla line del pitturato destro riusciva con i suoi movimenti a vincere un uno contro uno ma dall’altra parte gli assist per i Clippers salivano a 17 quando Paul serviva a Jordan un pallone per ottenere altri due punti.
Kaminsky cambiava lato risultando ancora più efficace, runner al vetro, contatto con Mbah a Moute e gioco da tre punti del 46-47. Charlotte a 2:30 ripassava in vantaggio; finta da tre di Marvin, passaggio a Batum, scatto sin sotto il canestro, triangolazione con il francese che restituendo con i tempi giusti consentiva alla nostra ala di segnar comodamente da vicino.
Il finale di primo tempo però era tutto di marca Clippers che si portavano sul 51-57 con un catch n’shoot da tre di Redick a :41.4.
Suggellava il vantaggio Jordan che al volo correggendo un errore di Rivers travolgeva Wood schiacciando con vigore alle spalle del nostro giocatore.
Il buzzer beater costava il 51-59 a Charlotte.
 
 

Jeremy Lamb nella notte finirà con 19 punti.
2017 NBAE (Photo by Andrew D. Bernstein/NBAE via Getty Images)

 
 
Evidentemente gli Hornets accusavano il colpo e a nulla servivano i 10 minuti di break, a inizio ripresa Griffin inaugurava il quarto con tre punti frontali ottenuti ai 24, Clifford di lì a poco si trovava costretto a chiamar un time-out che non serviva ancora una volta a niente perché a 9:59 Jordan schiacciando in transizione mandava sul -17 Charlotte (51-68).
Walker segnando due punti interrompeva la deriva dei teal, a 8:19 il capitano si ripeteva, questa volta da tre punti mostrando facilità d’esecuzione.
Batum con un open 3 dal corner destro accorciava sino al -9 (59-68).
Questa volta toccava a Doc chiamare il time-out ma al rientro un flaoter di Frank sull’entrata di personalità riduceva a 7 lo svantaggio.
Non pareva vero ai miei occhi quando Batum a 6:51, esaltando nella finalizzazione la trama di passaggi dei compagni, guadagnava tre punti mandando lo scoreboard sul 64-68.
Redick interrompeva ancora una volta il parziale di 13-0 e ancora con un ½ ai liberi.
Frank prendeva confidenza e andando fino al vetro metteva dentro il -3.
L’aggancio arrivava a 5:45, passaggio di Kemba, tripla aperta di Marvin fronte a canestro: Hornets-Clippers 69 pari.
Hornets forse un po’ appagati che lasciavano spazio a DeAndre per la monster dunk, spin di Griffin in area e due punti facili, Redick no, ma altro mega dunk, questa volta era Griffin a intercettare il pallone volante e a rispedirlo oltre il ferro.
A 3:26 una delle armi di serata degli Hornets scattava ancora; l’archibugio di Batum sparava tre punti per far tornar i visitatori sul -3 (72-75).
Graham per Marvin, Clifford dalla panca chiedeva di allargarsi ma era Walker fuori equilibrio con un tiro dal mid-range a segnare. Dalla destra al centro tagliando dietro Belinelli, era ancora Redick in appoggio a metter dentro in corsa.
A 1:32 gli Hornets replicavano con l’uomo più rappresentativo; Walker resisteva al fallo di Crawford e realizzando udiva anche il fischio contro il giocatore in maglia bianca.
FT realizzato che riportava a -2 la squadra di MJ.
Rivers restituiva la cortesia appoggiando sulla destra, Wood era un po’ moscio nel commetter fallo così il figlio dell’allenatore Clips mandava dentro anche l’occasione extra.
Kemba con velocità da cobra sparava la sua quinta tripla ma Rivers chiudeva il quarto con due punti che mandavano il punteggio sull’80-84 a 12 dalla fine.
 
L’ultimo quarto dei regolamentari era una battaglia; la bordata da tre di Batum a 10:40 portava Charlotte a -2, il siluro di Lamb a 9:53 portava una giocata da tre punti che riduceva il gap al minimo scarto (88-89).
A 9:20 un sandwich su Batum al tiro, fallo di Felton che serviva al transalpino per realizzar altri due punti, quelli che facevan valicare agli Hornets, i Clippers nel punteggio.
Griffin con due punti dava fastidio ma a 8:14 Batum riceveva, si alzava su Mbah a Moute che nonostante provasse in salto a stoppar la conclusione, impotente nell’osservar la tripla dal profumo di cotone del n°5, s’inginocchiava alla giocata.
Dopo il pari (93-93) dei Clips, Batum spostandosi leggermente a destra dalla top of the key, per sfuggir alla marcatura aggiungeva uno step back per guadagnar il tiro da tre punti.
Canestro clamoroso ancora una volta per il 96-93.
Dopo nove secondi (più il time-out) Paul pareggiava dalla grande distanza ma Kemba non voleva interrompere il volo, uno contro uno Vs Paul, costeggiando a L il bordo destro del campo girava l’angolo passando CP3, finendo per prender la baseline destra, facile segnare poi.
Un gioco da tre punti di Griffin (solito avvicinamento) otteneva una doppia finalità, oltre i punti MKG era costretto a uscire precauzionalmente per falli avendo commesso il quinto.
Le squadre andavano in Bonus; dalla lunetta Paul 2/2, Griffin 0/2, Williams ½, poi Kaminsky veniva espulso per il sesto fallo mentre misurando la pressione a Griffin in entrata determinava l’errore dell’ala grande dei Clippers in penetrazione.
Blake splittando ancora portava sul 99-102 il match.
A 4:07 era la volta di Kemba fare un giro in lunetta park. Per lui un 2/2 che avvicinava gli Hornets sul -1.
Per aver sbattuto su Paul, il rientrante MKG finiva out definitivamente ma i Clippers erano ancora imprecisi dalla lunetta consentendo a Charlotte di rimaner in scia.
A 3:45 le squadre si ritrovavano pari dopo un 2/2 di Marvin a gioco fermo.
Un secondo dopo Charlotte propendeva per il fallo su DeAndre, voluto, cercato…
Il centro si recava in lunetta da dove splittando portava avanti i suoi 103-104.
Era ancora lui con una schiacciata ad allontanare la squadra di Rivers A 2:43 Wood si materializzava volando dietro Jordan al quale non riusciva il tagliafuori, mazzata di Wood che faceva intraveder ancora una volta le rive del pareggio.
Un lungo tre di Batum a 2:15 (grazie a Wood a portar via il n°12) segnava il sorpasso sul 108-107.
A 1:45 la tripla di Redick era l’ennesimo colpo di scena.
108-110.
Una persa di Batum, due punti del Grifone d’oltremare con fallo di Walker (di poco in ritardo nel posizionarsi) consegnavano il +5 (108-113) ai Clippers con :48.2 ancora sul cronometro.
A :37.4 Kemba passando dietro Wood andava sulla diagonale destra, tiro rapido, arcobaleno perfetto da tre punti con De Andre e CP3 a cercar disperatamente di bloccarlo, Chris dietro e Jordan in salto davanti, pose plastiche che ricordavano i bulgari di Aldo, Giovanni e Giacomo.
Nel finale Paul provava dall’angolo destro, portato da Kemba e Wood che in sincrono come avanzando, mantenevano le distanze dal play avversario che si avventava in un brutto tiro, Walker in contropiede era contratto irregolarmente guadagnando due FT. Palloni preziosi che il nostro capitano non sprecava. Ultima palla per i Clippers, uno contro uno di CP3 che non in ritmo colpiva i due ferri tirando oltre Kemba. Nulla di fatto, si andava ai supplementari.
 
Teoricamente Charlotte sarebbe dovuta esser favorita entrandovi da squadra in rimonta ma i Clippers passavano in vantaggio per primi.
A 2:00 esatti dalla fine Batum scagliava una tripla dall’angolo destro dopo essersi fatto ripassar la palla da Wood davanti a lui. 116-115 Charlotte che resisteva fino a 1:38, quando un contatto con Batum procurava a Griffin un libero supplementare oltre la marcatura appena ottenuta.
+2 Clippers che avrebbe potuto essere annullato dall’appoggio di Kemba, purtroppo gli arbitri davano per buona la stoppata di Jordan all’inseguimento; il solito repentino e potente scatto per stoppare un pallone sul quale chiamare goaltending.
 
 

Kemba fa toccar alla sfera il plexiglass, Jordan sta per stoppar la palla, troppo tardi ma nessuno si avvede dell’irregolarità mentre Paul dall’altra parte va a segnare.

 
Niente da fare nonostante le proteste di Lamb, Williams e Clifford, Paul non si fermava se non per l’arresto e tiro che in mezza transizione dava il +4 (116-120) ai padroni di casa.
Lamb a 1:05 mandava a bersaglio due liberi e a :31.0 dalla fine sfruttava il lavoro di Kemba, il quale svolazzando tra i difensori in divisa bianca faceva anche da schermo per il piazzato dalla baseline sinistra.
120 pari…
Griffin andando dentro si faceva stoppare da Wood ma un contatto discutibile con la parte bassa del corpo di Marvin, dava l’occasione all’ala dei Velieri di battere due liberi.
L’1/2 era comunque buono poiché ottenuto a soli :20.7 dalla fine. Charlotte finiva con il perder palla.
Sul possesso Paul pressava quasi a livello di metà campo, Kemba, piedi troppo paralleli si sbilanciava un po’ all’indietro finendo per spostare anche l’arto destro e posizionarlo sopra il sinistro dell’avversario.
Nessun fallo, palla lanciata in avanti preda dei Clippers che in transizione sbagliavano con Paul ma correggevano immediatamente al volo con il rimorchio del centro iper tricotico. -3 a tre secondi dalla fine.
Fallo tattico su Kemba immediato, primo libero realizzato, secondo errato intenzionalmente per la ribattuta, ma Griffin era il più lesto e il meglio piazzato per guadagnar il rimbalzo che chiudeva i giochi.
Finiva con l’1/2 di Griffin in lunetta dall’altra parte per il 121-124.
 
 
 
 
 
 
Pagelle
 
Walker: 7
34 pt. (11/19), 2 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. Perde tre palloni e subisce un -19 di plus/ minus. Non ha le geometrie del navigato Paul che lo ammazza negli assist ma non nei punti. Un solo pallone recuperato ma ottima serata da oltre l’arco (6/10). Colleziona buoni voti ma esce affranto dal campo. Sarebbe stato bello uscire dalla L.A. rossoblù con una vittoria di prestigio ma non è andata così. Non è finita, coraggio e fiducia. Dalla prossima ancor più grinta e convinzione.
 
Batum: 7
31 pt. (9/18), 8 rimbalzi, 4 assist, 1 stoppata. 8/13 da tre ma 5 palle perse, una nel finale da evitare. Certamente le sue triple tengono in piedi Charlotte. Alcune bombe sono capolavori di velocità e coordinazione. Meccanica perfetta. Magari tirasse sempre così. Quando lui e Walker superavano i 20 punti a testa avevamo sempre vinto (6-0), stanotte entrambi superano i 30 ma non basta.
 
Kidd-Gilchrist: 5
2 pt. (1/3), 6 rimbalzi, 2 assist. Gioca venti minuti limitato dai falli. Inizia su Redick non riuscendo a fermarlo. Su Griffin non ce la fa fisicamente, è proprio lì il punto in generale. L’atletismo sembra abbia troppi cali, va a fasi alterne e a noi serve spesso il miglio MKG in difesa. Attacco inesistente. Finisce fuori per raggiunto limite di falli commessi. Sono le ali titolari a non volare stasera.
 
M. Williams: 5
8 pt. (2/6), 6 rimbalzi, 1 assist. Gioca 39 minuti, commette 5 falli sfiorando anch’esso l’espulsione, anche se su di uno non sono d’accordo con la terna ma viene spostato facilmente da Griffin. Per il resto statistiche che andrebbero bene per un panchinaro. Una buona triangolazione in memoria.
 
F. Kaminsky: 6
16 pt. (5/13), 5 rimbalzi, 2 assist. E’ un sophemore, deve crescere e metter su anche qualche muscolo in più. Nella notte degli Oscar si disimpegna bene, vince la statuetta per il miglior gioco da tre punti. Si sta svegliando, beneficia forse della continuità (anche se nella notte finisce out per problemi di falli) nel rimanere in campo potendo apprendere malizie e visionare dettagli.
 
Wood: 6,5
4 pt. (2/4), 6 rimbalzi, 1 assist. Gioca 22 minuti. Paradossalmente tra I più solidi in difesa anche se si prende in testa sulla sirena di metà tempo una schiacciata di Jordan. Il numero 35 ha però il fisico da opporre agli avversari anche se in certi fondamentali rimane imbarazzante. Deve essere un po’ più furbo. Evitasse di tirar da tre sarebbe meglio, si vede che non è sua materia. Sbaglia un canestro facile a inizio OT, buono per far stancare gli avversari e dare più consistenza, lui crea caos ma almeno si muove. Un pessimo blocco alto ma tanti altri efficaci per le triple di Kemba e Nic.
 
Lamb: 6,5
19 pt. (5/10), 6 rimbalzi, 2 assist. Gioca parecchio, 36 minuti… Perde tre palloni, spara un air-ball ma in difesa gioca meglio del solito cercando anche talvolta di oscillare tra la minaccia sotto canestro in aiuto e Redick, letale da tre. In attacco non va assolutamente male unendo un mix d’incursioni leggere a tiri liberi. Mette anche una tripla su tre tentate.
 
Belinelli: 6
5 pt. (2/4), 2 rimbalzi. Gioca solo 14 minuti. Insolitamente poco. Clifford gli preferisce Lamb che sembra più in palla e ha più velocità rispetto a Marco. Il Beli aiuta la panchina, anche se perde un pallone e si fa sorprender nettamente una volta alle spalle.
 
Roberts: 6
2 pt. (1/3), 1 rimbalzo. Gioca 10 minuti, fa poco ma va sul +15 di plus/minus.
 
Graham: 6
0 pt. (0/0), 1 rimbalzo. 6 minuti, non male in difesa a contrastare tiri. Attacco, cheee?
 
Coach Clifford: 6
Ennesimo OT perso. Non è un caso. Si evidenzia bene una certa mancanza di fisicità da opporre ad alcuni giocatori. La solidità del team ne risente. Il materiale è quello che è. Lui sperimenta un po’ cercando anche cambi di marcature. Rotazioni buone a mio avviso però è il gioco che non mi convince. Si spara troppo da tre punti, anche perché senza Cody probabilmente abbiamo perso peso sotto le plance. 27 assist per i Clippers contro i 16 di Charlotte e 14 rubate dei Clippers contro solo un pallone sottrato dagli Hornets. Il 45,5% dal campo e il 45% da tre non è bastato. Clifford invocava una miglior mano prima della gara contro Sacramento ma anche la difesa deve fare di più. In serate come questa MKG e Marvin si trasformano in punti di debolezza. Nervoso, non sempre pone motivazioni fondate per le sue proteste.
 
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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.

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