Game 59: Charlotte Hornets Vs Atlanta Hawks 144-138

30 punti e 15 assist per Ball che fa volare Charlotte in serata.

 

Dopo 7 sconfitte consecutive arriva un’inaspettata vittoria per Charlotte, ancor di più sorprendente se si pensa al record attuale di Charlotte (16-43) che porta a casa la serie annuale contro i Falchi per 3-1.

Detto che alla fine (per chi l’avesse perso) è arrivato l’effettivo buyout di Reggie Jackson, già in Colorado a rafforzare Denver (saluti e baci dalla terra di Dumb & Dumber, ovviamente parliamo del film con Jim Carrey e Jeff Daniels), Charlotte ha comandato da inizio partita aprendo con un 7-0 (tripla di Ball) per non andare mai in svantaggio sfruttando le altissime percentuali del primo tempo scemate di pochissimo a fine partita.

36-27 a fine primo quarto con gli Hornets ispirati da Ball e Hayward (un paio di canestri nel primo quarto di pregevole fattura e buona iniziativa, uno in svitamento valevano prima il 22-12 e poi il 26-12), la leggera flessione Hornets era compensata da due FT di Richards e un pull-up di D. Smith Jr..

Nel secondo quarto, nonostante 5 punti di Ball consecutivi (step-back 3 su Bogdanovic molto fluido), una tripla di J. Johnson a 8:13 quasi coronava l’avvicinamento Hawks al possesso di distacco: 47-43.

Hayward spingeva con una tripla ancora gli Hornets a distanza di sicurezza e il primo tempo terminava 74-68.

21 punti per Hayward alla fine del primo tempo.

Gli Hornets hanno tentato di essere aggressivi in difesa e nonostante gli Hawks avessero un vantaggio di 10-2 da rimbalzi offensivi e second chance nei primi 24 minuti, il distacco è salito anche a 14 punti nel primo tempo, 17 nel secondo quando Ball, smistando il suo decimo assist, dava la possibilità a P.J. Washington di sprigionare la bomba del 117-110 (10:06 dell’ultimo quarto) ma gli Hawks hanno messo paura nonostante a 4:52 Rozier riuscisse a mettere un fade-away da tre punti per il 128-118 riuscendo ad arrivare a 2:22 sul -2 grazie anche a due triple di Young che sino a quel momento non era ancora riuscito a segnare da oltre l’arco.

A 1:17 l’asse Young-Capela produceva l’alley-oop del -1 (137-136) poi P.J. Washington vedeva il taglio diagonale di Rozier sulla destra che, servito dall’ala grande, agganciava e depositava il +3.

“Trae” avrebbe potuto pareggiare ma Mark Williams, in uscita libera, è andato a stoppare il tiro e Ball sulla palla vagante ha schiaffeggiato la sfera verso il nostro centro che in euro-step ha freddato l’ultimo baluardo Murray.

Mark Williams: 15 punti, 5 rimbalzi e 2 stoppate.

Il colpo di grazia nel finale l’ha dato P.J. Washington su assist di Ball che ha tenuto palla e a pochi secondi dalla fine del possesso l’ha scaricata indietro per il n° 25 bravo e sicuro dalla top of the key a realizzare la tripla della sicurezza a :23.1 con il risultato che non si sbloccherà più perché Hunter in attacco non riusciva a salvare un pallone e Nate McMillan chiedeva ai suoi di non commettere altri stucchevoli falli negli ultimi secondi.

Importante il 36-26 negli assist (15 per Ball) e il 63,1% (43,1% da tre punti) dal campo per Charlotte contro il 49,1 (39,3%) avversario, numeri alzati dagli ospiti nel secondo tempo che non sono bastati.

Bene Charlotte questa volta ai liberi mentre Atlanta è stata addirittura perfetta con un 21/21.

Charlotte ha ridotto il gap a rimbalzo alla fine (44-47) pur soffrendo Capela e avversari che da sotto hanno subito però la pressione (a volte più anomala con rubate come quella di D. Smith Jr. rapidissima) di Charlotte sbagliando alcuni tiri apparsi semplici.

Gli Hornets hanno vinto meritatamente pur con difficoltà.

Mark Williams ha bisogno di capire meglio dove posizionarsi a volte sui tagliafuori ed essere più solido sui rimbalzi (almeno questa notte è stato a tratti in difficoltà nel primo tempo) ma ha effettuato la stoppata decisiva finendo con 15 punti.

Il quintetto di Charlotte è andato oltre le aspettative: 30 punti per Ball, 29 per T-Ro, 26 per Hayward (primo tempo sparato, tripla decisiva nel finale con 9/12 dal campo), 22 per P.J. Washington (7 rimbalzi) con 4/6 da tre punti, in aggiunta da sesto uomo sono stati 12 i pt. Per D. Smith Jr..

Atlanta ha finito per segnare 74 punti nel pitturato contro i 54 di Charlotte e realizzare 25 punti (più 14 assist) con la star Young, 22 punti di Capela, 21 per Hunter, 20 per Murray (fastidioso nel primo tempo), 12 a testa per la coppia Bey (appena arrivato da Detroit) – Okongwu e 11 per Bogdanovic.

Nessun giocatore è riuscito (anche per l’alta percentuale dal campo) ad andare in doppia cifra a rimbalzo mentre nelle fila di Charlotte male Thor che si è fatto rubare un pallone sotto il nostro canestro da AJ Griffin concedendo il bucket e McGowens mentre Richards non è dispiaciuto come sostituto di Mark.

Una partita ancora prima dell’ASG per Charlotte e tentare di puntare a quota 17 vittorie vincendo un’altra partita casalinga con gli Spurs.

 

Questo articolo è stato pubblicato in Games da igor . Aggiungi il permalink ai segnalibri.

Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.