Game 6: Charlotte Hornets Vs Indiana Pacers 122-100

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TransiziHornets
 
Viviamo in un’era di transizione.
La mutazione antropologica dell’essere umano forse può essere appresa dai libri storici o compresa per età anagrafica ma questa è un’epoca, credetemi, antietica e antieroica mai esistita in passato.
Che cosa succederà in futuro dipenda da tutti noi.
Per ora niente più rivoluzioni, niente più supereroi ma mercenari, vedi il buon Lin, preso a pretesto, anche se non giustamente perché c’è molto, ma molto di peggio, sto “forzando” un paragoone.
Non voglio accusarlo, anzi, lo ringrazio per la passata stagione ma detto senza retorica e scevro da giudizio morale, ha pensato comunque al suo portafoglio preferendo il denaro a un rinnovo a cifre più alte rispetto al rimanere nella squadra che lo ha rilanciato, per giunta, risalito dall’Hudson River è passato sulla sponda nemica.
Ecco allora i nostri supereroi sportivi attuali, odierni, quelli che hanno deciso di restare e sono stati premiati, qualcuno improbabile, qualcuno sottovalutato, qualcuno non avrà super poteri ma nella squadra di Clifford che gioca una buona difesa (MKG ottimo sul re della foresta George, si chiamava così un alter ego di Tarzan, personaggio pasticcione di un vecchio cartone animato) e un attacco a tratti ubriacante, eccoli, tutti super…
In attesa dei jazz i Calabroni si lanciano meritatamente sul 5-1 in classifica affidandosi a una partenza forte che ha prodotto diversi turnover per gli avversari ben sfruttati dai nostri in transizioni fruttifere, Kemba poi è stato il valore aggiunto.
Quest’anno se continua così, rischiamo di trovarlo all’All-Star Game.
Per i Pacers a livello di punti: CJ Miles 23, l’ex Big Al Jefferson e Turner 12, George si fermava a soli 10.
 
I Pacers di Coach McMillan scendevano in North Carolina con una formazione di tutto rispetto: Teague, Ellis, George, Th. Young e Myl. Turner.
I Calabroni schieravano il solito quintetto: Walker, Batum, MKG, M. Williams e C. Zeller.
 
La palla a due era portata giù dai Pacers che la gestivano con Teague, sul cambio un passaggio corto laterale per Miles Turner il quale con tiro chirurgico portava in vantaggio i suoi.
Charlotte però si faceva trovare subito pronta rispondendo in attacco con MKG che difendeva palla di forza e riusciva da sotto ad appoggiare per il pareggio a 11:29, così anche se i blu notte ripartivano di tripla, MKG sfruttava un match-up con M. Ellis e in attacco spalle a canestro si avvicinava in palleggio a canestro, il giro e gancio dal pitturato gli consentiva di portare a quattro le sue marcature.
Non durava molto lo svantaggio dei Calabroni che mettevano dentro quasi tutto quello che gli passava per le mani; un catch n’ shot di Batum da tre punti a 10:23 portava in vantaggio i nostri (7-5), MKG con lo stesso movimento su Ellis subiva fallo e guadagnava due liberi trasformandoli e sempre lui metteva dentro l’11-5 in un inizio esaltante.
Dopo una tripla di Ellis libero nel corner sinistro, gli Hornets tornavano a elettrizzare; Kemba a 9:01 aggiungeva due punti, da una steal di Batum e relativa transizione nasceva la tripla di Walker a 8:44 solo dalla diagonale, il nostro play si travestiva anche da uomo assist e in dirompente entrata affondava come nel burro nella difesa d’Indiana, assist saltato con palla dietro la schiena a liberare Cody che da pochi passi aveva lo spazio per mettere dentro il 20-10.
Marvin Williams su una girata del nostro numero 14 a 7:18 infilava di tripla anche il 25-12 allargando il vantaggio dei bianchi di casa.
La difesa di Charlotte sporcava palloni o come in questo caso stoppava, MKG diceva no a Th. Young, Marvin Williams dall’altra parte eseguiva uno spin da Bolle, giro e tiro perfetto baciando la retina nonostante il face to face con il difensore.
A 6:30 ecco tornare la variante pick and roll tra Zeller e Walker: il lungo rollava infilandosi imparabilmente anche se Turner ed Ellis lo toccavano, metteva dentro portando a casa un gioco da tre punti che valeva il 30-12.
Grazie ad una palla persa dei Pacers MKG riceveva in corsa un preciso passaggio schiacciato in diagonale che passava tra lo spazio di due difensori abbastanza stretti, fallo inutile sulla nostra ala e altro gioco da tre punti per l’oceanico vantaggio di 33-14.
A 4:25 Batum ingannava il difensore dalla baseline destra, spostamento laterale e poi in avvicinamento jumper da fermo per il 35-16.
Walker era veloce e preciso anche da fuori… a 3:58 dalla diagonale destra metteva un altro canestro pesante, anche se dall’altra parte entrava Jefferson facendo vedere di saperci ancora fare da sotto con i suoi movimenti, così accorciava per i Battistrada.
Complici i cambi e un po’ di lassismo dovuto al largo margine, nonostante che a 3:06 Kemba portasse un coast to coast con almeno un paio di hesitation da brividi andando a segnare e a 2:25 in avanzamento Belinelli andasse senza difensori tra i piedi a segnare una tripla dalla destra con personalità per il 43-22, il margine finale di quarto si riduceva asoli nove punti, anche perché C.J. Miles sulla sirena infilava una tripla.
La fine del primo quarto diceva: Hornets 43, Pacers 34, con i Calabroni a un solo punto dal record per quarto all-time.
Kemba Walker salta Myles Turner e appoggia. (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

Kemba Walker salta Myles Turner e appoggia.
(Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

 
A 11:35 del secondo quarto L. Allen raccoglieva al volo un rimbalzo e correggeva ma Clifford pur mantenendo i panchinari in campo mandava in campo ancora MKG come stopper, Belinelli mancava un reverse, poco male perché si prendeva per il contatto due liberi realizzandoli e a 10:09 infilava la sua personale seconda tripla di serata portando il punteggio sul 50-36.
Jefferson dall’altra parte dentro il semicerchio trovava il contatto con Kaminsky e lo batteva facilmente, fortunosamente l’ex ci graziava dalla lunetta almeno.
Kaminsky in aiuto si rifaceva stoppando l’entrata di Brooks appena in tempo ma Miles apportava cinque punti alla causa ospite inframezzati da quattro di Kaminsky, tuttavia gli Hornets si riorganizzavano nelle retrovie, da un braccio portato in alto da Marco per l’anticipo sull’attaccante arrivava una deviazione che portava a un bel contropiede, Sessions ne aveva due addosso in rincorsa però, quindi si fermava e con le finte si liberava dando l’extra pass a Kaminsky, il quale a rimorchio segnava subendo fallo ma non trasformando il libero supplementare.
A 5:56 il punteggio diveniva 60-43.
Gli ospiti arrabbiati reagivano con una dunk in corsa di M. Turner a 4:03, tuttavia Walker fermava alla disperata (1 vs 1) un George (non in forma) in transizione, dall’altra parte sempre il nostro swingman di S. Giovanni in Persiceto serviva un bell’assist per un fast break che Marvin Williams rifiniva di forza nonostante il fallo. MKG doveva uscire (forse problemi alla schiena), entrava Graham, il quale poco dopo aver preso il suo primo rimbalzo in carriera, infilava anche i suoi primi punti e lo faceva in grande stile con una bombarda dalla diagonale destra a 2:25.
Kemba riusciva a portarsi fuori dal tempo quando sorprendeva alzando più veloce della luce un preciso tiro da oltre l’arco facendo gioire il pubblico che vedeva innalzarsi il gap tra i due team a 19 punti (74-55).
Walker avrebbe anche la possibilità di battere il record di punti della franchigia in un tempo andando in lunetta per due volte.
Se li segnasse sarebbe record, tuttavia un rispettoso Kemba errava il primo realizzando il secondo, eguagliando tale record, che pare affondi le radici nel 1993, quando in NBA si segnava certamente di più.
La fine del primo tempo segnava il predominio di Charlotte che chiudeva sul 75-55, in pieno controllo della sfida.
Paul George prova a passare Spencer Hawes (Photo by Streeter Lecka/Getty Images)

Paul George prova a passare Spencer Hawes
(Photo by Streeter Lecka/Getty Images)

 
Dopo i canonici dieci minuti d’intervallo Zeller entrava di prepotenza con una dribble drive appoggiava sulla sinistra con facilità.
Dopo 4 punti ospiti era sempre lui a beneficiare di un assist di Kemba.
In serata speciale connection tra i due con Zeller in quest’occasione che andava “facile facile” da sotto.
Il postino Kemba rubava anche un pallone da ninja su un passaggio lungo a centrocampo e a 8:31 un’accelerazione del nostro play terminata sulla baseline era buona per servire un assist nell’angolo destro a Williams, il quale faceva partire un tracciante da tre punti che colpiva per l’82-59.
George, uno dei tiratori più abili da fuori infilava la prima tipla di serata, tuttavia gli Hornets tornavano a mettere in campo un’ottima difesa, le rotazioni funzionavano e su un attacco seguente tenevano benissimo, Turner forzava ma andava corto, Walker in attacco a 6:12 raggiungeva il suo diciannovesimo punto di serata grazie all’ennesima bomba.
Su un assist di Brooks Turner violentava il ferro a due mani e Miles con un tiro sparato al volo portava lo scoreboard sull’87-69. Gli Hornets dalla difesa facevano partire l’ennesimo contropiede, l’assist leggermente arretrato per Kaminsky e koala Brooks si appendeva al braccio di Cody per non fargli alzare il pallone. Liberi comunque a segno a 4:04 e +20 iniziale ristabilito.
A 3:37 Kemba intercettava un pallone in difesa sulla nostra destra, transizione, giro palla sull’esterno che finiva a un ispiratissimo Kemba, il quale infilava la sfera a spicchi ancora da oltre l’arco per il 92-69.
Batum agganciava un rimbalzo difensivo ma spinto cadeva nella battaglia tra i fischi del pubblico che avrebbe voluto il fallo, ma Miles realizzava da fuori sul mancato fischio. Nessun problema perché altro giro palla e Hawes pareggiava il conto da oltre l’arco.
Kaminsky e Batum raddoppiavano su George che sula sirena non colpiva nemmeno il ferro mantenendo, anzi allungando di un punto il differenziale tra i due team rispetto all’intervallo; +21, Hornets in vantaggio 99-78 prima dei 12 finali.
 
Cinque punti veloci dei Pacers a inizio quarto erano paradossalmente il canto del cigno.
Sul -16 i Pacers subivano un floater di Sessions leggermente fuori equilibrio (tronco in avanti sulla spinta della propria corsa) e due liberi di Belinelli (reaching di Miles) a 10:55.
Sessions si divertiva regalando a Hawes l’assist per il floater e poi sfruttava una cattiva interpretazione della difesa d’Indiana; il piccolo lasciava andare, il pick and roll non arrivava e Jefferson concedeva due liberi al nostro numero 7 a 9:37.
I due FT realizzati spostavano il punteggio sul 107-85.
Kaminsky finalmente per una volta la smetteva di tirare da tre punti e si concedeva un tiro dal suo range minacciando in post basso destro la difesa di coach McMillan.
Palleggio, giro e tiro subendo il raddoppio del numero tre dei Pacers Joe Young e il fallo contemporaneo del suo marcatore Niang, leggera ricaduta all’indietro, classico fade-away sospeso nel tempo e gran canestro.
Il libero era ok e il punteggio al sicuro sul 112-88.
Ci si permetteva anche il lusso di un po’ di show time mancato quando un passaggio orizzontale raggiungeva Belinelli che in corsa alzava le braccia sopra la testa e al volo cercava Graham che se avesse tagliato sarebbe stato tutto solo e avrebbe concluso con altri due punti la sua gara, ma il numero 12 rimasto appostato oltre l’arco vedeva solo sfilare il pallone oltre la linea laterale destra.
C’era anche una standing ovation del pubblico e della panchina degli Hornets per un imitatore di Michael Jackson (non nel look ma nei movimenti) che offriva un balletto ben fatto.
La gara terminava con i Pacers frustrati e gli Hornets festanti, con un 5-1 che per Charlotte rappresenta il miglior inizio nella sua breve storia.
La partita terminava sul 122-100 con un finale lasciato ai Pacers.
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Pagelle:
 
Walker: 8
24 pt. (7/11), 10 assist, 2 rimbalzi, 2 rubate, 1 stoppata. Flash… Velocità su tutto, coordinazione, esecuzione, ma soprattutto primo passo e penetrazione. Difficile fermarlo se non per caso aspettandolo sotto il ferro, ma anche lì bisogna stare attenti a non commetter fallo. Se poi da tre punti inizia a mettere quasi tutto… Va in doppia doppia. Sforna assist dando preferenza all’asse con il lungo, all’inizio è una spina nel fianco per i Pacers con i passaggi, poi lo diventa da fuori l’arco, il 5/6 da tre è fantastico.
 
Batum: 6,5
9 pt. (2/6), 6 rimbalzi, 4 assist, 3 rubate. La Torcia Umana. Uno dei miei preferiti. Genera fiamme e vola. Anche lui all’improvviso con scioltezza e naturalezza può infiammarsi e sa portare, volare in contropiede. Gioca meno di mezz’ora e cede come i compagni titolari il posto alla second unit. Meno performante su George di MKG, ma senz’altro buona prova. Utile alla squadra.
 
Kidd-Gilchrist: 7,5
13 pt. (4/4), 1 rimbalzo, 1 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Batman, protegge la città. Lui protegge l’anello. L’Uomo Pipistrello ha una storia tenebrosa alle spalle, così pedissequamente quando suo padre fu ucciso (pare per una rapina) e lui non aveva nemmeno tre anni, fu adottato dallo zio. Di poche parole poiché faceva fatica a parlare, poco loquace come Bruce Wayne ha ora migliorato quest’aspetto… Nella notte disturba George e lo manda fuori giri. McMillan monta la guadia con Monta su di lui, ma è un miss-match, quando cambia è già tardi, Batman è passato all’attacco ed è inarrestabile. L’inizio è tutto suo. Peccato per l’acciacco che lo costringe a rientrare negli spogliatoi sperando di averlo contro Utah.
 
M. Williams: 6,5
12 pt. 4 rimbalzi. (4/10), La Cosa. Apparentemente granitico anche se non a livelli di culturismo, se non è in serata tira mattonate, questa sera da fuori fa un discreto 2/5. Gioca però nemmeno 19 minuti. Ci si chiede come mai sia scostante ogni tanto, che cosa gli succeda…
 
C. Zeller: 6,5
13 pt. (5/7), 5 rimbalzi. Zagor. In ricordo di Gallieno Ferri, il disegnatore genovese che porta il mio stesso cognome e che da piccolo mi “regalava” questi piccoli capolavori in volumetti in bianco e nero. Il bianco qui è Zagor, amico degli indiani in realtà dapprima li odiava avendo visto uccidere suo padre. Scoprì che suo padre era stato però un militarista e ne aveva uccisi parecchi, quindi decise di schierarsi dalla parte dei più deboli e indifesi. Za-Gor-Te-Nay significa spirito con la scure e la sua mazzata di tanto in tanto cade sugli anelli avversari. Stasera ispirato, usa più la lancia in appoggio, di sicuro spreca poco. Cuspide come terminale offensivo degli Hornets nel pitturato.
 
Belinelli: 7
12 pt. (3/8), 3 rimbalzi, 4 assist, 3 rubate. Tetsuya di Mazinga. Tetsu vuol dire ferro in giapponese e la sua volontà per rimanere nella NBA dev’esser stata ferrea anche dopo il suo inizio, nel quale i biscottini al burro e cioccolato l’avevano inconsapevolmente e irresistibilmente corrotto ingrassato. Colpisce come Mazinga dalla distanza, missile centrale o laterale fa poca differenza… Un paio di bombe, un’ottima difesa e tanto lavoro per la squadra. Sbaglia un reverse e un fing and roll con partenza troppo lontana ma in casa sembra esaltarsi chimicamente con l’ambiente.
 
Kaminsky: 6
11 pt. (5/14), 2 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata. Robin. I suoi tiri da tre svolazzano tutti sul secondo ferro, esagera decisamente il giovane Robin il quale deve lavorarci di più in allenamento se vuole riproporli con costanza. Finisce con 0/6 da fuori… Difetta un po’ d’esperienza anche in qualche appoggio, anche se realizza un bel canestro subendo fallo nell’ultimo quarto. Perde 4 palloni e potrebbe essere più deciso sul finale del primo quarto ma lì tutta la squadra si fa sorprendere.
 
Sessions: 7
10 pt. (3/7), 1 rimbalzo, 7 assist, 1 rubata. Si traveste da Doraemon. Dalla sua tasca escono assist e punti. Un mini-Kemba tonight. Bene, speriamo continui a essere così ficcante, senza dubbio servirà.
 
Hawes: 7,5
13 pt. (6/11), 13 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate. Shazzan. Personaggio di Alex Toth. Va bene, ho di nuovo sbagliato colore come con Walker, Shazzan è un genio dalle fattezze mediorientali, calvo con una coda di capelli nera. Hawes cromaticamente potrebbe esserne il negativo ma risolve le situazioni offensive con fantasia, forza e astuzia. Ogni tanto si perde e bisogna invocarlo unendo gli anelli ma stasera da quelle parti prende una marea di rimbalzi e va in doppia doppia. Esce sudato.
 
Graham: 6
3 pt. (1/2), 2 rimbalzi. Sembra più Cattivik che un supereroe. In nemmeno 15 minuti rischia l’espulsione. Cinque falli, dalla mazzata facile, prende due rimbalzi e segna un calibrato tre punti. Probabilmente capisce il gioco ancora a livello medio, manca quell’entrata con il pass. di Beli preferendo aspettare fuori.
 
B. Roberts: s.v.
2 pt. (1/2), 1 rimbalzo. 4:22 per lui. La Donna invisibile. Si, lo so che magari il sesso non si adatta ma entra per la prima volta in campo chiuso da Walker e Sessions. Speriamo di rivederlo qualche volta in più. Stasera anche la prestazione negli ultimi minuti è decente nonostante ormai si giochi per arrivare alla fine.
 
Harrison: s.v.
0 pt. (0/1), 1 rimbalzo, 1 assist. Sembra più un Joe Kuruma. Un investigatore private non brillantissimo e con scarso intuito. Gioca nulla, il voto non è rapportato a questa gara dove combina anche qualcosina ma ha il tempo limitato, però la NBA sembra troppo per lui al momento.
 
Woods: s.v.
0 pt. (0/1), 2 rimbalzi. Entra anche Woods nelle rotazioni ma RoboCop (per la potenza delle dunk) dovrà sudare per trovare spazio.
 
Coach Clifford: 7,5
I complimenti glieli hanno già fatti diverse volte, dopo un primo anno da Hornets in cui mi aveva lasciato perplesso, ma avevamo avuto Walker out e diverse difficoltà, ora sta facendo divertire i tifosi e vincere gli Hornets. Mi fermo con i complimenti prima che pensiate che lo paghi.
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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.