Game 60: Charlotte Hornets Vs Detroit Pistons 114-98

 
C’è un pezzo degli anni ’80 di Nick Kershaw (artista, cantante e songwriter inglese) intitolato The Riddle (l’Enigma), che ho sempre trovato molto affascinante.
Mi chiedevo però il significato di un testo apparentemente confuso o indirizzato in direzioni indefinite…
Ebbene… dopo anni fu lo stesso cantante a rivelare che quel testo non presentava soluzioni, per lui era “spazzatura”, un’“assurdità”, “cazzate” (le definizioni le dette lo stesso Kershaw) tipiche da prodotto anni ’80 (potremmo discuterne), ma rappresentavano un adattamento alla musica che era stata evidentemente partorita prima.
Eppure, nonostante la distruzione della sua opera a livello di testo, forse non sa che ha fornito non solo la base per vari remix (famoso quello di Gigi D’Agostino), ma ha avuto il merito di far riflettere e pensare tanti fan che hanno cercato di comprendere tra le righe un significato (ancor più misterioso e “incasinato” dal video che mostrava immagini che parevano esser prese da Alice nel paese delle meraviglie e con la presenza dell’Enigmista in tuta verde, nemico di Batman) che non c’era.
Tratto forse da un amore per l’espressionismo, incamerata la fotografia dall’esterno e violentemente rilasciata l’immagine che si è riverberata violentemente all’esterno, è l’impressione dell’artista sul mondo a far la differenza, in contrasto con la realtà oggettiva.
Se avessimo tentato di comprendere qualcosa sulla stagione di Charlotte, basandoci solo sulle presunte forze in campo, la tattica, gli infortuni… probabilmente saremmo rimasti delusi.
Battere alcune tra le squadre più forti (almeno a Ovest) e poi perdere reiteratamente gare punto a punto o contro team di non altro livello, avrebbe stordito anche il padre della psicanalisi.
Espressionismo dicevamo… un movimento il cui fulcro consiste nel produrre una ribellione dello spirito contro la materia, i giocatori nelle ultime partite, con le spalle al muro hanno iniziato a sfidare quella bassa percentuale appena al di sopra del 10% data come possibilità di partecipazione ai playoffs e con impegno, cuore e determinazione, stanno tracciando nuove imprevedibili traiettorie sfidando la legge numerica.
Hornets però che ora sono alla quarta vittoria consecutiva e sono sembrati da subito nettamente superiori ai Pistons durante la partita.
La squadra della Motor City probabilmente ha peggiorato la sua situazione nello scambio con i Clippers, si è notata infatti l’assenza di esterni brillanti pronti a colpire da fuori…
Griffin ha chiuso con 20 punti, Drummond e Bullock con 14 a testa ma Charlotte ha portato a casa la serie per 2-1 e sembra tra le due essere l’unica accreditata per andare a romper le uova nel paniere a Miami o a qualche altra squadra che ormai credeva d’avere i playoffs in tasca…
Il 16/35 da fuori ha aiutato molto Charlotte che in una gara con diversi turnover (18 CHA, 17 DET), ha vinto 47-41 a rimbalzo e 28-23 negli assist (9 di Batum) dimostrando d’aver ritrovato anche gioco di squadra.
 
Pronti, via… alla conquista dello spazio sulla palla a due, in qualche maniera la sfera finiva nella metà campo dei Pistons che partivano determinati…
Drummond con un appoggio al vetro particolare segnava il primo canestro, Ish Smith il secondo dalla FT line nonostante l’opposizione attiva di Walker.
Marvin, circumnavigando il fianco destro di Drummond depositava nella retina dopo aver mandato prima la sfera a toccare il vetro ma ancora i Pistons con Smith da sotto riuscivano a segnare il 2-6.
Difesa aggressiva con frequenti uscite di Griffin a disturbare/raddoppiare Walker, il quale, per tutta risposta, infilava proprio davanti al neoacquisto di Van Gundy il 4-6 in jumper.
A 9:36 il pallone rimaneva nei pressi del canestro dei Pistons (entrata di Walker non a segno), ci pensava Howard a riprendere e a ribadire a canestro per il pari…
I Pistons segnavano con Griffin, ma per la seconda volta in partita a Drummond erano fischiati i tre secondi nella nostra area.
Arrivava quindi l’occasione del pari con un passaggio saltato di Batum per l’infilata sul pick and roll di Howard e relativa slam dunk a una mano.
Marvin da destra con la tripla ci portava avanti e su un rimbalzo offensivo Howard metteva dentro il tredicesimo punto trovando l’asse con Batum che lo mandava nuovamente a canestro con un alley-oop sul quale in nostro numero 12 però doveva esaltarsi in volo per concretizzarlo…
Si andava sul 21-15 mentre Batum approfittava del raddoppio su Howard in modalità scatto da pick and roll per tirare in fade-away agilmente: 23-17…
Batum continuava a fornire assist: questa volta dalla sinistra un passaggio orizzontale tagliava la difesa dei Pistons che subivano la bimane di MCW, il quale era attivo anche in difesa andando a stoppare Griffin da dietro…
MCW metteva anche due liberi, Drummond mancava un potente alley-oop a una mano e dall’altra parte Kaminsky lo puniva dalla diagonale destra colpendo da tre con il centro non reattivo sull’alzata.
Il big man di Detroit si rifaceva conquistando un canestro da due punti nonostante il fallo di Frank.
Drummond però mancava il libero e sulla sirena, durante l’ultima azione a disposizione degli Hornets, spuntava nel traffico Zeller a tapinare un errore di Lamb…
32-17 era il finale di primo quarto…

Charlotte Hornets’ Michael Carter-Williams (10) blocks Detroit Pistons’ Blake Griffin (23) shot during the first half of an NBA basketball game in Charlotte, N.C., Sunday, Feb. 25, 2018. (AP Photo/Bob Leverone)(Photo: The Associated Press)

 
Il secondo iniziava ancora con un paio di punti dei Pistons, questa volta ottenuti a mezzo lunetta da Ennis.
Cody però replicava cambiando sport; con l’uomo davanti cercava spazio in maniera ortodossa, ne usciva un gesto atletico simile al getto del peso con palla a rimbalzare sul plexiglass e a finire in retina…
Tolliver mancava un tiro da due, rimbalzo, tripla di Nelson, classico in & out mentre Charlotte non falliva; ultimo passaggio a liberare Graham nell’angolo destro e preciso tiro che issava i viola sul 37-21.
Galloway da fuori era sfortunato come Nelson, Frank invece da posizione quasi frontale aveva il tempo per mirare e infilare un altro tiro pesante…
Ormai esaltatosi Frank si faceva spazio in avvicinamento tra un paio di giocatori, Galloway commetteva fallo, mentre Frank imitava una ballerina di Flamenco con braccio alzato sopra la testa; circus shot con libero aggiuntivo a bersaglio. Inizio meraviglioso degli Hornets tra gioco di squadra e prodezze personali di giocatori redivivi…
Bullock dopo lungo tempo sbloccava gli ospiti con due punti ma il risultato variava solamente sul 46-23.
C’era il tempo anche per un’entrata di MCW che da sotto canestro in salto passava al volo dietro la nuca il pallone per Zeller che dal pitturato ravvicinato infilava il piazzato…
A 6:41 anche Lamb, dopo diversi errori, infilava una tripla open dalla diagonale sinistra.
Ci riprovava Lamb ma non andava a segno, tuttavia intercettava la riapertura dei Pistons per il contropiede… Smith in entrata scomposta segnava il 51-27, ma nella battaglia delle PG Kemba aveva la meglio infilando una bomba fuori equilibrio dopo aver oltrepassato lo schermo di Howard e ripetendosi anche da tre a 4:50 con un deep 3, mandava Charlotte sul 57-29.
7/14 per gli Hornets e 0/6 per i Pistons da oltre l’arco era un dato chiaro…
Griffin in avvicinamento e poi Howard con uno spin, un arresto a mandar fuori tempo Drummond prima d’appoggiare di dx proteggendosi con il ferro, erano canestri che non cambiavano la sostanza, così come le repliche di Griffin e di MKG in coast to coast.
Blake perdeva la testa sulla rimessa rimettendo palla in gioco con i due piedi in campo, poi si metteva a protestare a 2:05 ma Kemba infilava due liberi facendo toccare agli Hornets il +30 (mai raggiunto in stagione simil divario).
I Pistons però rientravano di qualche punto andando a riposo sul 70-46…

Già a fine primo tempo il +/- della panchina dava l’idea della supremazia dei viola.

 
Il terzo quarto lo apriva Batum di tripla a 11:13, Howard a 10:04 segnando un libero su due infilava il 74-46 ma gli Hornets si addormentavano un po’ consentendo ai Pistons di rientrare.
A sugellare il buon momento ospite e il pessimo dei locali era Drummond in raddoppio su Kemba in palleggio, la sua steal con successivo passaggio dietro la schiena per sé stesso gli consentivano di lanciarsi in contropiede, Marvin tentava d’intervenire sul palleggio, ma un principio di crossover con una chiusura brillante consentivano alla squadra di Stan Van Gundy di raggiungere il 74-51.
Per riavviare il motore degli Hornets serviva una tripla di Batum per farci toccare quota 77, c’era ancora qualche scoria del sonnifero nel sangue degli Hornets però che incassavano una tripla di Bullock in transizione alla quale rimediava Williams ripagando con la stessa moneta per l’80-60.
Era sempre Bullock con due punti a riavvicinare i Pistons sul -16 (80-64), ci pensava ancora Batum tracciano un passaggio teso e rischioso ma perfetto per il back-door di Howard che riusciva a battere la spietata marcatura di Drummond con l’alley-oop stretto a sinistra del canestro. Batum stoppava Griffin in aiuto ma iniziavano a piovere decisioni a favore dei Pistons che Clifford e giocatori contestavano (qualcuna a torto, qualcuna a ragione), comunque a 3:23 arrivavano due FT a favore di Smith ma lo 0/2 lasciava la partita sull’82-66 salvando Charlotte da un possibile principio di serio rientro della formazione della Motor City…
A 2:57, partendo dalla sinistra con finta, Kemba arrestava il palleggio poco più avanti trovando un importante banker, Kaminsky a 2:21 infilava la tripla ma Ennis replicava immediatamente ultimando le ultime resistenze dei grigi. Kemba a 1:52 passava sulla sinistra del blocco portato da Howard rompendo il raddoppio, palleggio a testa bassa e volo alla sinistra di Tolliver (aspettava lo sfondamento) svitando l’anca sinistra in ascensione per chiudere in appoggio con la stessa mano tra l’incredulità di qualche fan.
Libero aggiuntivo per il 90-69, 21 pt. di vantaggio ripristinati…
Si finiva con una tripla di Batum che vedeva il fondo del secchiello mentre Ennis, sull’uscita dal blocco, era aggressivo finendo addosso al francese che portava a casa l’azione da 4 pt., anche se era “Geremia Agnello” (Lamb) a finire sul tabellino come ultimo realizzatore del quarto con un’elegante rilascio in avvicinamento per ritoccare il punteggio fino al 96-71.

Walker va dritto contro Drummond…
(AP Photo/Bob Leverone)

 
L’ultimo quarto poteva riservare poche insidie ma a mettere la parola fine sulla partita ci pensava ancora lui: Jeremy Lamb, il quale, dopo aver visto una tripla di MCW e un semigancio di Zeller finiti dentro, andava a forzare Griffin al quinto fallo.
Ne approfittava poco dopo per colpire da tre dalla diagonale destra, proprio con l’ex Clippers in marcatura più passiva per non esser buttato fuori…
Il nostro numero 3 si ripeteva dal corner sinistro facendo toccare il margine, glaciale per i Pistons, di 32 punti.
La macchina di Marchionne era in panne, Griffin segnava in schiacciata ornamentale arrivando a quota 18, ma si prendeva un tecnico per spinta a Zeller successivamente (sull’inerzia, ma spinta voluta) ai passi fischiati dall’arbitro. Anche Tolliver rifilava una mazzata a Frank sotto il canestro dei Pistoni in un uno contro uno, ma c’era poco da dire.
Partita finita con la panchina in campo, poi con la panchina profonda ne approfittavano gli uomini di Van Gundy per render lo strappo più dignitoso.
114-98 era il punteggio finale, ma il divario è sembrato dall’inizio molto più netto dello score finale…
 
Pagelle
 
Walker: 7
17 pt., 1 rimbalzo, 6 assist, 1 stoppata. 5/11 dal campo. Kemba regala sempre qualche perla come un’entrata e una tripla fuori equilibrio. Un po’ sotto media perché non vuole strafare. Prende meno tiri ma è più attivo in difesa. Un paio di difese nelle quali gli scappa Smith, per il resto attento e pronto e disponibile a ceder anche palla. Altruista.
 
Batum: 8
15 pt., 5 rimbalzi, 9 assist, 3 rubate, 1 stoppata. 5/10 al tiro. Lo so… non sembra vero ma per me (non solo per me, è stato il miglior giocatore premiato da Sprite) è stato il migliore. Assist in serie già dal primo quarto trovando l’intesa anche con Howard finalmente. Segna subito da tre nel terzo quarto e ancora quando si stavano riavvicinando gli ospiti, dandogli anche la spallata nel finale di terzo quarto con un’azione da quattro punti. 5 rimbalzi, 3 rubate, una stoppatona a Griffin… Qual è il vero Batum? Noi ci auguriamo questo sino a fine stagione…
 
Kidd-Gilchrist: 6
6 pt., 2 rimbalzi. 3/6 al tiro in 20 minuti. Una difesa tarantolata a tratti ma non sempre adeguata nei 20 minuti. Bullock dalla destra gli mette in faccia una tripla un po’ troppo semplice, tuttavia ci prova. Peccato per lo 0/2 ai liberi, bello il coast to coast con il quale batte Griffin.
 
M. Williams: 6,5
8 pt., 7 rimbalzi in 23 minuti. Non gioca moltissimo, ma come nella precedente partita indovina una tripla al momento giusto. In difesa contiene bene e cattura anche parecchi rimbalzi per i suoi standard attuali.
 
Howard: 7,5
17 pt., 12 rimbalzi con 8/10 al tiro. Non sbaglia quasi nulla, anche perché Batum gli propone alley-oop in serie, ma lui è più bravo di Testsuya e del Brain Condor di Mazinga sull’agganciamento, non semplice… Vince ancora il duello con Drummond che in attacco ha timore di lui e affretta tiri andando fuori ritmo. Doppia doppia da favola ancora una volta.
 
Lamb: 7
11 pt., 5 assist, 1 rubata. +34 di +/-… Non parte benissimo mancando tre conclusioni, poi trova una tripla e altre due nel finale. Nel mezzo c’è anche tanta difesa a disturbare tiratori e se deve ricorrere al fallo non lesina, tanto che Clifford gli fa capire di non eccedere in alcune circostanze. Un plus/minus clamoroso…
 
Kaminsky: 7
13 pt., 8 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 4/9 al tiro. Buona partita incentrata sul 3/5 da fuori per quanto riguarda i punti. Attivo a rimbalzo, conquista anche quello sull’errore di Drummond dalla lunetta. Un circus shot spettacolare nel primo tempo, fortunoso ma voluto. Altra buona serata per il risveglio del Tank che in difesa tiene meglio. Va K.O. su una mazzata di Tolliver ma si rialza…
 
Carter-Williams: 7,5
10 pt., 3 rimbalzi, 6 assist, 3 rubate, 1 stoppata. +24 di +/-… Big night per il redivivo MCW. Parte bene tra punti, palle recuperate con voglia e anche una clamorosa stoppata rifilata a Griffin. Un air-ball da tre e un palleggio non riuscito sul lato sinistro sono le note negative. Nell’ultimo quarto trova anche la tripla, oltre ad assist pregevoli sfornati in precedenza…
 
Graham: 6
4 pt., 4 rimbalzi, 1 assist. Bella la tripla dall’angolo, poi splitta due FT e manca un paio di tiri da sotto (in serie) nel finale, dopo essersi preso il suo rimbalzo. Può essere importante in alcune partite come sfogo, ma va anche ad attaccare il canestro, tuttavia da sotto deve affinare la mano, così come ai liberi…
 
C. Zeller: 7
13 pt., 5 rimbalzi, 1 rubata. 6/9 al tiro. Equilibrato in difesa, va a dar fastidio anche nell’area avversaria dove recupera anche falli da trattenuta o rimbalzi (3 dei 5 sono offensivi). Partita nella quale fa valere il suo tocco ravvicinato nonostante non sia semplice. Nel finale garantisce solidità con un canestro e un rimbalzo difensivo in sequenza.
 
Monk: 5,5
0 pt. (0/5). Circa 6 minuti in campo finendo con uno 0/5 dal campo. Se vuole ottenere qualche minuto in più deve far meglio di così anche se stai giocando con una squadra che se non è quella casuale di giornata trovata con gente al campetto che forse più o meno conosci, poco ci manca per l’affiatamento… MCW sta rendendo di più attualmente…
 
Hernangomez: s.v.
0 pt. (0/2). Si prende una stoppata netta e sbaglia un tiro in tre minuti. Da rivedere con più tempo in campo a disposizione.
 
Bacon: s.v.
0 pt. (0/0). Tre minuti e riga di zero nel tabellino.
 
Coach S. Clifford: 7,5
Squadra rimessa a nuovo e tirata a lucido che gioca una delle partite, o almeno, un primo tempo spettacolare e fortunato con schemi e giocatori “nuovi” nello spirito. Non so che sia successo ma questa squadra al momento sembra rinata, lontana parente di quella impaurita che perdeva tutti i finali punto a punto… Spareggio vinto, ora bisogna mantenere i piedi per terra e continuare a giocare così…

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.