Game 61: Charlotte Hornets @ Minnesota Timberwolves 121-113

Gordon Hayward ha disputato un’ottima partita chiudendo con 27 punti, 13 rimbalzi, 5 assist, 2 rubate ed una stoppata in 32:09.

Dopo la pausa per l’All-Star Game i Calabroni non si facevano trovare arrugginiti all’appuntamento al Target Center trovando impensabilmente la terza vittoria consecutiva in stagione (prima volta per Charlotte con una striscia da tre W di fila), meritata.

Uno dei motivi del buon primo tempo disputato dagli Hornets era l’energia profusa sul parquet, che, se dal lato negativo costava per inesperienza ed iperattività l’uscita precoce preventiva prima per Mark Williams e poi per Nick Richards (2 e 3 falli rispettivamente) dall’altra produceva un ottimo impegno difensivo per contrastare i tiri avversari (chiave del successo anche nel finale) ed un avvio offensivo efficace specialmente grazie ad un Gordon Hayward Tornato “young”, abile a mettere alcuni canestri difficili come il fade-away frontale su Gobert o più tardi un reverse layup passando in mezzo a due giocatori.

17 i punti per lui nel primo tempo, “passato” solo da LaMelo Ball con 18.

Dopo una prima parte di primo quarto fluida e molto piacevole con canestri pregevoli sui due fronti (vedi Gobert con uno stretto euro-step per Minnesota o a 8:01 la dunk di Williams su assist breve in salto di ball tra due difensori) cominciavano a piovere falli da ambo le parti che spezzettavano il match ma era la squadra del North Carolina ad avvantaggiarsi (18/20 contro 10/15) a fine primo tempo chiudendo sul 37-32 i primi 12 minuti.

Un parziale di 35-32 mandava all’intervallo i menta-nero-oro sul 72-64, esattamente con 8 punti di vantaggio come quelli ottenuti in lunetta.

Da segnalare il buon rientro – dopo lungo tempo a causa dell’operazione subita alla mano – di Kelly Oubre Jr. (8 punti alla fine) che a 6:14, assistito da D. Smith si faceva trovare in corsa al centro per scatenarsi in una running cutting dunk per il 55-44, big lead raggiunta diverse volte dagli Hornets nella prima parte.

Ball apriva da tre il secondo quarto per il nuovo + 11 ma un paio di triple T.Wolves (McDaniels/Conley) intervallate da uno splendido fing and roll di Ball su McDaniels e il canestro in transizione di Edwards costringevano Clifford a 9:25 al time-out sul 77-72.

Charlotte ripartiva con Hayward bravo a salvare una transizione avversaria e a fornire materiale per un secondo attacco sul contropiede, alla fine Mark Williams si inseriva di forza per una put-back dunk mentre P.J. Washington stoppava Conley e fuggiva per realizzare a 8:31 l’81-72.

A 7:50 l’intelligenza di Gordon valeva il passaggio in post basso per Mark Williams che in mismatch appoggiava al vetro il +11.

Rozier era stoppato ma segnava su Gobert, il fallo fischiatogli in attacco per la gamba fuori dal cilindro su movimento naturale vanificava un difficile canestro dando la spinta alla squadra di Minneapolis per un nuovo rientro sul -5 dopo un canestro in transizione di Edwards che “mani di forbice”, tagliava il divario.

Minnie arrivava sul -3 poi era Hayward a realizzare dall’angolo destro la tripla dell’88-82 per poi realizzare anche un two and one grazie alla ottima coordinazione in jumper sul contatto aggressivo con Alexander-Walker: 93-87 e finale di quarto sul 96-89.

Ai Lupi serviva molto di più un’eventuale vittoria e Reid da tre avvicinava la squadra di Chris Finch sul 98-96 prima che a 8:20 Edwards – ancora da oltre l’arco – trovasse il sorpasso dopo tempo immemore.

Charlotte raggiungeva prima i 100 punti con una schiacciata di Richards su un pallone spiovente nei pressi del canestro dopo una stoppata su Ball.

Reid infilava un’altra bomba, P.J. Dopo uno spin infilava dal paint, mid-range di Edwards che shakerava Ball, il quale rispondeva con un assurdo 3 punti no fear a 6:04 dalla diagonale destra.

Reid appoggiava anche al vetro dopo un ottimo movimento contro Richards che rispondeva con due FT a 5:21 per il 107-106.

Edwards sorpassava da tre ma Ball innescava P.J. Per un floater in avvicinamento eseguito nel cuore dell’area (109-109).

A 2:42 Finch perdeva il challenge per fallo di Conley su Rozier lanciato in transizione (blocking leggero del difensore) e Rozier splittava ma Charlotte non tornava più in svantaggio perché nel finale rispuntava Hayward che nel traffico infilava un tap-in smanacciato su errore di Rozier e dopo una stoppata di Williams su Edwards, dalla lunetta P.J. Washington metteva il 114-109.

Hayward, poi, con un gioco a due, liberava Ball bravo a riposizionarsi oltre l’arco per colpire con un open 3 decisivo: 117-111 a 1:20 e nella corsa contro il cronometro Minnesota si mostrava troppo frenetica finendo per incassare anche il punto esclamativo di Williams in transizione, la jam del 121-113 finale.

Per i T.Wolves non bastavano i 29 punti di Edwards, i 17 punti e 10 rimbalzi di Gobert.

Minnesota andava in doppia cifra anche con un Naz Reid da 16 pt., 15 di Conley, 13 di Alexander-Walker e 11 per Jaden McDaniels.

Charlotte trovava la big night di LaMelo: 32 punti, 8 assist e 10 rimbalzi ma anche quella di Hayward con 27 punti, 13 rimbalzi e 5 assist, una presenza decisiva con alto IQ per quasi tutta la partita (flessione a inizio ripresa a parte) mentre P.J. Washington con 20 punti ha dato una bella mano offensiva compensando alla night-off di Rozier (9 punti con 2/10 al tiro).

Rimbalzi (55-50), rubate/TO e fast break point, decisivi in chiave di squadra a livello di numeri generali ma soprattutto dopo la partenza di McDaniels e Plumlee la squadra è sembrata più solida (ai liberi Charlotte ha subito solo un 10/16 pur avendo i T.Wolves – ai quali mancano per onore al vero due punti per una stoppata tarda al vetro di Richards – in squadra Gobert), disputando un ultimo quarto all’altezza nonostante l’arrembante rientro dei Timberwolves guidati da Edwards chiudendo però con un 25/28 ai liberi, altro fattore determinante con una percentuale dell’89,3%, molto alta rispetto a diverse serate nelle quali gli Hornets dalla lunetta erano stati pessimi.

 

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.

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