Game 62; Charlotte Hornets Vs Minnesota Timberwolves 108-103

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Sottotitolo: Linboscata
Un Jeremy Lin (visto da me) che non ha fatto benissimo, ma ha congelato la gara con due liberi preziosi nel finale.

Un Jeremy Lin (visto da me) che non ha fatto benissimo, ma ha congelato la gara con due liberi preziosi nel finale.

 
Nella giornata dedicata alla ricorrenza delle donne e al riconoscimento dei loro diritti (auguri e buona vita), l’intreccio boschivo non vedeva solo profumate e morbide piante di mimose, gli Hornets che cercavano strada per i playoffs erano affrontati da dei Lupi famelici nascosti in un bosco pieno di rovi e irto di pericoli.
Towns, Wiggins e Lavine sono senz’altro tre buoni giocatori per il futuro, con i dovuti paragoni, assomigliano un po’ agli attuali Thunder, anche se Towns ricopre un ruolo diverso.
Certo i Lupi ormai al di fuori dai playoffs non avrebbero più nulla da chiedere, ma giustamente venivano a giocarsela per una vittoria che avrebbe dato morale e fiducia.
Nel terzo quarto l’imboscata tesa da coach Mitchell pareva potesse riuscire, ma un gran Kemba Walker infilava tre triple di seguito, pressava e segnava anche un tiro perfetto contro Rudez, dando la spinta alla squadra per l’allungo finale e una vittoria importante per non commettere passi falsi e portarsi verso i playoffs.
Kemba Walker (34 pt.) contro Lavine, con le rotazioni in campo e Lin sul parquet, abbiamo visto anche quest'accoppiamento.

Kemba Walker (34 pt.) contro Lavine, con le rotazioni in campo e Lin sul parquet, abbiamo visto anche quest’accoppiamento.

 
Minnesota veniva a giocare alla Time Warner Cable Arena con; Rubio, Lavine, Wiggins, Dieng e Towns, Clifford invece si affidava ai soliti confermando Cody come centro titolare; Walker, Lee, Batum, M. Williams, C. Zeller.
 
Ad avere la meglio nella palla a due erano i Timberwolves, i quali non sprecavano la prima occasione e andavano a segno con Wiggins grazie a un jumper frontale su Lee, Batum era troppo affrettato nella conclusione e andava a vuoto, dall’altra parte Rubio batteva Walker sulla destra e presa la baseline riusciva ad appoggiare in reverse layup per lo 0-4 a 11:25.
A portare i primi punti in casa Charlotte era Walker che dal corner sinistro, su assist di lee, non falliva a 10:42.
Le squadre però non trovavano più la via del canestro, Mitchell si stufava e chiamava un time-out a 9:19 per cercare di raddrizzare l’attacco dei Timberwolves.
Lavine cercava di andare sul sicuro alzando la palla sulla sinistra del canestro per un layup, ma arrivava Marvin Williams altissimo in salto a stoppare con la mano sinistra, scendendo riusciva anche a seguire la palla e a scagliarla contro il corpo dello stesso numero 8 che finiva per regalare la rimessa agli Hornets.
Lavine si rifaceva tuttavia a 8:56, transizione solitaria e dunk aggressiva a volersi riscattare parzialmente.
Le squadre allungavano di due con i canestri di Walker e Dieng, Zeller riportava a -1 gli Hornets a 8:08 grazie a due tiri liberi conquistati ma Towns con un lungo jumper da sinistra infilava il nuovo +3 ospite.
A 7:01 un palo di Rubio dalla destra innescava la transizione di Walker che dal pitturato cedeva a destra per la running dunk di uno Zeller arrivato a sostegno.
A 6:40 Towns mostrava le qualità contro Zeller con un turnaround hook sembrato troppo semplice (dal post basso destro).
Un’incursione rapida centrale di lavine costringeva gli Hornets a chiudere in maniera fallosa, la guardia dei T.Wolves dalla lunetta non sbagliava e issava gli ospiti sul +5 (9-14).
A salvare Charlotte da un possibile ulteriore allungo ci pensava Batum, il quale dall’angolo sinistro riceveva e sparava immediatamente per tre punti provvidenziali a 5:56.
I Lupi tuttavia non volevano certo schiodarsi dal comando e un pallone perfetto dato da Rubio a Wiggins rendeva facile il compito per l’ala ospite che portava a casa altri due punti per la truppa di Mitchell.
Big Al entrava in campo per dare consistenza alla difesa in difficoltà su Towns ma in attacco l’uno contro uno contro il centro avversario non andava a buon fine, ci pensava comunque Lee a 4:34 passando dietro un blocco a infilare dalla diagonale media destra il jumper per il 14-16.
A 4:02 gli Hornets pervenivano al pareggio; veloce finta in palleggio di Kemba, Rubio si staccava, anche se cercava il disperato recupero con il braccio proteso in diagonale a difesa del canestro, Kemba era coordinatissimo sul jumper e trovava il 16-16.
Hornets che passavano sopra quando Lin con una finta sulla top of the key da tre punti, lasciava la palla dietro il suo corpo disponibile per Marvin che raccoglieva e segnava in ritmo tre punti quasi frontali.
Lin era utile anche involontariamente a Marvin quando su un suo tiro in & out il pallone rimaneva dalle parti del ferro e Marvin era bravo ad anticipare due difensori in tap-in a 2:23 per il 21-16.
Le mani rapide di Batum intercettavano un passaggio orizzontale diretto sul lato sinistro; transizione del francese ed elegante appoggio al vetro che confermava il buon momento di Charlotte.
Era però Minnesota questa volta con Wiggins a segnare; la sua era un’azione di transizione e la dunk a 1:05 rappresentava anche l’ultimo canestro di frazione, quello del 23-18.
Batum sfugge a Wiggins.

Batum sfugge a Wiggins.

 
Il secondo quarto iniziava benissimo per i Calabroni; Big Al fintava rapidissimo su Dieng che saltava scompostamente, Big Al gli girava intorno e schiacciava nonostante l’aiuto.
A 11:10 Big Al ci provava con un floater, niente da fare, ma rimbalzo solido e gancio da più vicino per altri due punti.
A portare punti nel cestino di Charlotte però non c’era solo il nostro centro, anche Lamb con un tiro confidente da destra a 10:36 scardinava la difesa di Mitchell portando il maxi schermo sul 30-18.
Lavine dall’altra parte dal medesimo angolo rispondeva con la stessa arma, era comunque Charlotte a mantenere l’inerzia grazie a Big Al, un suo pick and roll giocato con Kemba lo portava in lunetta a 10:00 dall’intervallo, ma questa volta il nostro centro splittava solamente. Walker con un lob messo dalla diagonale sinistra serviva un Big Al dimenticato da tutti che al volo a 9:36 correggeva dentro la retina.
Per un fallo su Lin in penetrazione, il nostro numero 7 si portava in lunetta e segnava i due FT che davano il +14 ai Calabroni (35-21).
Una bella entrata con esitazione sul lato consentiva a Lavine di segnare in appoggio al vetro destro a 8:37.
Kemba non segnava il suo tiro, ma Kaminsky realizzava con un mezzo giro e un tiro frontale ma corpo laterale con gancio sempre laterale alla “Willy, il principe di Bel-Air”, nonchalance pazzesca e identico movimento da sotto, palla alzata al vetro e ricaduta dentro a 8:10.
A 7:25 dopo una penetrazione in dribble drive faceva pallare la palla a spicchi sotto il corpo di Towns, palla quasi alla mano per Jefferson che dalla sinistra ci metteva poco del suo per segnare il canestro.
Lee a 6:22 segnava un buon catch n’shoot ma la partita girava improvvisamente; Dieng segnava a 6:22, un contropiede solitario esaltava Lavine a 5:40 che eseguiva una schiacciata a 360°.
Clifford chiamava time-out ma non serviva a bloccare l’inerzia della partita; Wiggins con un salto interminabile appoggiava di destra oltre Zeller che commetteva anche fallo.
Gioco da tre punti a 4:42 e punteggio sul 41-32. A 4:21 arrivava anche un pesante coast to coast di Lavine che cambiava direzione e s’infilava tra Zeller e Kemba per l’appoggio che costringeva Clifford a un time-out supplementare.
A 3:45, sul cambio difensivo, Lee era costretto al fallo sul tiro di Rubio. Il play ospite segnava le sue occasioni e riduceva a 5 punti lo scarto. Senza Jefferson in campo la squadra di Mitchell aveva vita più facile e a 3:07 Towns con un driving layup si portava a casa un gioco da tre punti per un fallo di Zeller (contatto).
Clifford ricorreva al terzo time-out ma nonostante due punti di Batum e il rientro sul parquet di Jefferson, Wiggins in entrata veloce alzava un pallone che nemmeno l’aiuto di Jefferson serviva a non far ricadere nella retina.
Il duello Wiggins-Batum si rinnovava, da sotto Nicolas disturbava a sufficienza perché l’ala dei foresti sbagliasse di un soffio nonostante fosse ormai arrivato al ferro, la palla rimaneva però lì e a raccoglierla c’era Towns che segnava due punti per il pareggio a quota quarantuno. Kemba a 1:21 riportava avanti la squadra di Jordan con un tiro dopo esser passato dietro al blocco di Jefferson, seguiva un canestro di Towns e le controrepliche di Kemba e Karl-Anthony, capaci di segnare nuovamente e alzare il punteggio sul 47 pari.
Nel finale c’era il blitz di primo tempo dei T.Wolves; Lavine andava per segnare due punti ma Marvin ancora una volta diceva no con una stoppata decisa, ancora una volta il più lesto ad approfittare della palla rimasta lì era un giocatore dei T.Wolves, Deng, che schiacciava per il 47-49 che chiudeva il quarto.
Al Jeffferson, 20 punti per lui con una prestazione solida.

Al Jeffferson, 20 punti per lui con una prestazione solida.

 
Nel terzo quarto Marvin Williams, seppur intervallato da due punti ospiti, ne segnava immediatamente quattro andandosi a prendere dei tiri dalla media in corsa, sul 51-51 però era lui a commetter fallo su Wiggins quando il pallone stava già infilandosi nella retina.
L’ala di Minnesota sbagliava l’addizionale ma si portava sul +4 con la dunk di Dieng (Marvin lasciato sul posto nel tentativo di steal) a 9:26. Williams però dal lato destro si dimostrava giocatore capace di portare punti ai suoi (7 tutti suoi in quest’avvio ripresa), tre punti a 9:08 e riavvicinamento sul -1.
Sulla sinistra era Batum con finta, partenza e scarico ravvicinato per Kemba appena al di fuori dell’arco a creare la situazione ideale perché il nostro play potesse colpire nuovamente e portarci in vantaggio con la bomba del 57-55.
Piccola doccia gelata quando Wiggins dalla diagonale destra restituiva la tripla, Charlotte stringeva poi le maglie su un altro attacco ospite; Zeller era bravo a toccar la palla a Towns pressato in aiuto da Batum, Kemba a 7:07 faceva un passo indietro, ma solo per trovare lo spazio per la tripla vincente che ci riportava sopra di due punti (60-58).
Un pallone deviato e la pressione dello stesso Walker facevano riguadagnare un pallone importante a Charlotte ancora una volta per lo scadere dei 24 secondi, Wiggins però a 6:18 si ricordava di essere un potenziale top player per il futuro e nonostante il contatto in entrata con Kemba manteneva coordinazione e realizzava una giocata da tre punti.
Minnie in lunetta a 5:39 nel tentativo di allungo, passaggio a livello sbarrato sulla corsa di Towns e due liberi sacrosanti per l’astro dei Lupi messi a segno.
Sul -3 Big Al riceveva palla sul bordo dell’area destra, qualche palleggio in avanzamento per portarsi in post basso e tiro sopra Towns che s’infilava nella retina per il 62-63.
A 4:59 non arrivava nessuno sulla penetrazione di Rubio a Walker battuto.
+3 Lupi riassorbito da un Kemba on-fire che segnava la prima tripla in serie a 4:41 cadendo all’indietro.
Towns non si fermava però; jumper dalla media e vantaggio ospite, a 4:11 arrivava ancora la bomba di Kemba, spostamento veloce in orizzontale verso il centro e altra tripla per il +1 Hornets.
Walker segnava anche la terza consecutiva quando Big Al scaricava fuori e dava un minimo spazio di tiro a Kemba che metteva in faccia a Rubio il71-67 a 3:27.
I Lupi però erano affamati e segnavano con Rudez (2/2 ai liberi) il pari a 2:40.
Da un raddoppio sulla baseline destra ne usciva bene Frank, scarico per Lin, palla fatta girare su Walker, penetrazione e fallo trovato a 2:22. Kemba splittava ma portava sul +1 la squadra della carolina del Nord. Towns iniziava a prender le misure anche a Jefferson e segnava in jumper, era Kemba ancora a riportare in vantaggio i bianchi di casa; palleggio sulla linea di fondo sinistra, tiro arcobaleno lungo sopra Rudez e altri due punti nel Kemba show per il 74-73.
Gli Hornets allungavano quando Big Al riceveva da Walker; finta, Towns fuori tempo si scontrava con lui saltando in avanti, tiro realizzato così come il libero supplementare.
Lavine oltretutto s’incartava su Kaminsky che gli toccava quasi involontariamente palla, Kemba ne approfittava per recuperarla e andare ad attaccare due difensori appoggiando in maniera artistica dall’altra parte.
C’era anche il libero per il fallo e con questo gioco da tre punti i Calabroni prendevano un margine di vantaggio di 7 punti (80-73).
Il quarto sarebbe poi terminato sull’82-75 mantenendo invariate le distanze.
 
Nell’ultimo quarto la panchina di Charlotte (che già aveva fatto bene al primo giro di rotazioni), si esprimeva tramite Lamb; schermo per lui, entrata a ricciolo lunga, attacco frontale con tappeto rosso senza portiere ed easy layup grazie alla difesa di Minnesota collassata.
A 10:37 Lamb decideva d’incrementare il suo bottino; entrata, tiro corto, rimbalzo, leggero fade-away dal pitturato e 86-75.
Big Al a 10:00 infilava anche il suo jumper per l’88-75.
Dieng e Lavine però ne segnavano quattro per i Lupi, Jefferson, però a 7:20 con il giro sulla linea di fondo sinistra affondava il suo tiro a una mano contro Dieng portando a quota 90 i Calabroni.
Due liberi di Dieng e a 6:53 arrivava l’unico canestro su azione di Lin; raddoppio di Jefferson e tripla del 93-81.
Charlotte si sedeva comodamente sul vantaggio e a 4:23 Walker entrava in contatto con Rubio sul tiro da tre punti.
Il 2/3 portava a +12 (97-85) la squadra di Jordan. Nel finale però Charlotte aveva qualche fatica a segnare, i Lupi zampettavano veloci in rimonta, un involontario sgambetto di Walker a :25.4 mandava in lunetta Rubio, che sfruttava appieno l’occasione per segnare il 104-99. Minnesota oltretutto doveva ancora raggiungere il bonus, non servivano tutti comunque per riconquistar palla, sulla seconda rimessa Frank toccava per ultimo oltre il fondo dopo una deviazione di Jones.
Lavine andava per la tripla ma non segnava, Wiggins, però prendeva il rimbalzo offensivo in area battendo Lin e Williams e accorciava pericolosamente sul -3 (104-101).
Lin tuttavia a :12.4 subiva fallo sulla rimessa dal fondo e affondava i due liberi della tranquillità.
Finiva 108-103 per Charlotte nonostante un Towns impressionante da 28 punti, cui seguiva Wiggins 25 e Lavine con 19.
 
Per coltivare il sogno dei playoffs, questa notte Charlotte si è aggrappata a Walker (meglio alcuni panchinari dei titolari), sperando che il terreno fertile di casa dia buoni frutti e le pianta dei playoffs germogli adesso, alle soglie della primavera.
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Pagelle:
 
(Avendo come riferimento la giornata dedicata alla Donna e ospiti i lupi della foresta, perché non descrivere con il linguaggio dei fiori i giocatori.)
 
Walker: 8
34 pt. (12/20), 7 rimbalzi, 6 assist. Rosa; il fiore nobile per eccellenza simboleggia grazia e bellezza. Kemba non si smentisce dando un certo proprio senso estetico al basket con traiettorie e movenze non solo aggraziate, ma utili. Spine per i Lupi. Non lo fermano. Kemba nel terzo quarto aiuta Charlotte a uscire dall’incubo sconfitta con tre bombe di seguito. Pressa, corre, gioca, inventa… Eroe di serata.
 
Lee: 5,5
4 pt. (2/7), 3 rimbalzi, 2 assist. Bocca di Leone; indifferenza. Non viene molto calcolato in attacco e in difesa rimane un po’ anonimo nonostante il lavoro. Dopo un buon inizio, l’apporto difensivo è più scarso del solito, anche in attacco a parte due belle conclusioni, va a perdere la mano.
 
Batum: 6
11 pt. (5/15), 5 rimbalzi, 4 assist, 2 rubate, 3 stoppate. Ortensia; intenzione di sfuggire. Quando sembra partire gli piacerebbe magari arrivare sino all’anello, molte volte però vede la situazione migliore e si affida al passaggio. Si accontenta qualche volta del jumper, ma nel DNA ha questa caratteristica. Brutto cliente Wiggins. Quando va su Dieng lo costringe ai passi. Nicolas porta a casa un 6 stirato per il buon impegno difensivo, ma poteva essere anche un 5,5, voto oscillante. Rimango sulla sufficienza comunque.
 
M. Williams: 7
15 pt. (6/12), 7 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 3 stoppate. Mimosa; fiore della festa della Donna ma anche stella della croce del Sud a 553 anni luce dalla Terra. Il ragazzo della Georgia spara da quelle distanze le sue triple. Stoppate di qualità e tempismo, on-fire nella prima parte della ripresa. Marvin è dopo Walker, il miglior titolare della serata.
 
C. Zeller: 5
6 pt. (2/4), 3 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Zinnia; semplicità. Troppo semplice il gioco di Zeller, in difesa è troppo facile segnargli se sei Towns. Cody soffre il centro avversario e gioca poco più di 21 minuti solamente, proprio per questo. Avrebbe potuto far di meglio. Una schiacciata nel finale su assist di Walker che da ossigeno.
 
A. Jefferson: 7,5
20 pt. (9/14), 6 rimbalzi, 2 assist. Geranio rampicante; simboleggia solidità e stabilità. Towns deve andare in jumper su Jefferson se vuole segnare, finendo di girare intorno a Zeller. Solido anche in attacco, granitico post basso. Entra al posto di Zeller e le cose migliorano. Tiene molto meglio Towns nella prima parte e in attacco segna come vuole. Fatica anche lui un po’ nel finale a contenere la stella dei Lupi.
 
Lin: 5,5
9 pt. (1/8), 5 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. Narciso; un po’ egoista in attacco, cui prova spesso ma non gli va bene nulla al tiro se non una tripla. Una buona difesa contro Wiggins, in generale sempre rognoso dietro che la difesa riesca o meno, in attacco ha perso smalto. Perde tre palloni, ma mezzo voto in più per i liberi finali.
 
Lamb: 6,5
7 pt. (3/6), 4 rimbalzi, 1 assist. Margherita. Simboleggia l’innocenza. Fa tutto in maniera pulita, tuttavia si dimostra anche resistente e utile se serve come per deviare un pallone in difesa al momento giusto. Punti importanti in avvio ultimo quarto che serviranno a mantenere un cuscinetto fondamentale alla fine. Caparbio.
 
Kaminsky: 6
2 pt. (1/4), 2 rimbalzi, 3 rubate. Papavero; un po’ lassativo al tiro, simboleggia sogni premonitori e sorprese, così senza quasi nemmeno accorgersene ruba un pallone importante e segna con un bel gancio già descritto nella cronaca della partita. Qualcosa di meglio al tiro me l’aspetto ma verrà.
 
Coach Clifford: 6,5
Menta; simboleggia la memoria. Si deve ricordare diverse cose, la squadra poi sta diventando infestante in fatto di vittorie, speriamo di riempire il campo. Usa i time-out a ripetizione senza paura se servono. Gli arbitri gliene danno uno nel finale anche se non richiesto. Soffre un po’ la prestazione di alcuni titolari ma le rotazioni sono azzeccate, Big Al dalla panca se sta bene è un lusso.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.

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