Game 63: Charlotte Hornets @ Philadelphia 76ers 99-110

 
Dall’impero Austro-ungarico a “ La Mia America” (libro che uscirà postumo in aprile), attraversando più di un secolo.
Questo è stato Gillo Dorfles, poliedrico “artista” che potrebbe essere benissimo protagonista di un romanzo di J.M. Guenassia per le sue frequentazioni dotte con personaggi importanti.
Nato a Trieste nel 1910 quando ancora sventolavano le bandiere con l’aquila nera su sfondo giallo dell’impero (padre goriziano, madre genovese) e deceduto ieri all’età di 107 anni, tra i suoi innumerevoli interessi professionali é stato in grado di capire e anticipare i tempi, esternando negli anni ’60 che l’arte non sarebbe più stata fruibile da una ristretta cerchia elitaria, ma “qualsiasi” opera avrebbe potuto farsi arte.
Tra le altre cose che ricordava ad esempio, realizzazioni al computer.
Presentato da molti come colui che ha sdoganato il kitsch (la cosiddetta arte di cattivo gusto), ricordava che l’arte, l’estetica è questione di gusti.
A lui che oltre essere critico d’arte, amava dipingere (dicendo modestamente di non essere un artista), anche perché rimasto folgorato da Klee e Kandinsky, un arte che andasse alla ricerca di un ente, di un senso, che avesse una propria dimensione, astratta dalla pur bella arte del realismo.
Diceva di aver dimenticato la prima parte di secolo e di stare dimenticando la seconda perché voleva vivere nel futuro.
Sicuramente conosceva benissimo l’importanza del passato, ma voleva andare avanti con spirito ottimista di chi ha vissuto il secolo breve costellato da terribili guerre e conflitti.
Lo stesso devono fare gli Hornets, dimenticando la prima parte dell’anno puntellata da L e, voltando pagina mostrare quella tempra che Dorfles (origine austriaca) ha avuto.
Gli Hornets hanno giocato una buona partita (con energia e anche buone giocate corali) per tre quarti, ma senza cercare scuse (vi sono dei demeriti nel finale di alcuni componenti della squadra), i 5 falli fischiati prematuramente a Howard e un arbitraggio che in certi momenti è sembrato a senso unico, in un ambiente indiavolato da playoffs, sono stati elementi che hanno contribuito pesantemente alla rimonta dei Sixers con Clifford espulso, ciliegina sulla torta, a 12 secondi dalla fine…
Una partita giocata quasi interamente avanti per tre quarti che i Calabroni hanno perso subito di mano quando sono finiti sotto, tornando a vecchi problemi.
Punteggio allargatosi nel finale con gli Hornets che in serata, se avessero messo qualche FT in più del 20/32 finale, avrebbero potuto giocarsela sino alla fine.
Una finalina persa quando mancano 19 partite alla fine per gli Hornets e che langue ora sul 28-35.

Le prime 12 posizioni a Est. Ieri Miami è stata battuta dai Los Angeles Lakers, stanotte Orlando dopo un OT ha strappato la vittoria a Detroit e nella sfida tra “pericolanti” playoffs, ha avuto la meglio Indiana, con Milwaukee un po’ in crisi. Proprio Miami e Milwaukee, se Charlotte trovasse il ritmo, potrebbero essere le due squadre da riassorbire per strovare una seed playoffs, anche se bassa.

Per portare oltre quota .500 la classifica ora servirà un 14-5.
Stima ottimistica ma quasi realistica se pensiamo che molte delle prossime avversarie non avranno molto da dire, ma gli Hornets non dovranno sbagliare più un colpo.
Purtroppo la prossima trasferta è a Toronto, squadra che quest’anno ci ha messo più che in difficoltà.
Tra  le negatività da elencare c’è da inserire qualche problema a rimbalzo (non da questa sera, dopo esser stati uno dei migliori team ed esserlo ancora nella classifica generale), con Phila a catturarne 46 contro i 39 di Charlotte.
21-17 gli assist e 0-5 le stoppate.
Per Philadelphia (alla tredicesima vittoria casalinga consecutiva e reduce dalla vittoria in contro i Cavs) Embiid ha chiuso con 23 punti e 15 rimbalzi, mentre J.J. Redick e Ilyasova hanno chiuso con 18 pt. le loro prestazioni pur dovendo gestire un back to back.
 
Sulla prima palla a due, al Wells Fargo Center, Howard raggiungeva la sfera.
L’azione si sviluppava con Howard che intelligentemente passava in diagonale da destra a sinistra sul taglio di MKG che arrivava solo all’appuntamento per la schiacciata sotto il ferro.
Simmons pareggiava immediatamente con un cookie shot, Williams replicava con un tiro a una mano rapido e sicuro ma Embiid metteva il quarto tiro della partita segnando da fuori e portando per la prima volta in vantaggio i ragazzi di Brett Brown.
Charlotte andava a vuoto, Covington, pescato rapidamente con un passaggio sotto, no (reverse layup), mentre a 10:00 dalla fine del primo quarto Walker riavvicinava i nostri scivolando sul pitturato per approfittarne con un alzata lesta.
Sette secondi più tardi Simmons beneficiava di due FT (non sprecati), tuttavia passavano altri 16 secondi e Batum, fornendo il ventiduesimo assist stagionale per la schiacciata di Howard (bravo a girare dietro a Embiid), riusciva a riavvicinare gli Hornets sull’8-9.
Segnava Phila, ma pareggiava Batum dalla destra sfruttando un granitico blocco di Dwight.
Saric dal pitturato forzava oltre una buona difesa di Williams trovando comunque il vantaggio, replicava Kemba a 7:21 che arrestava rapidamente con lo step back la sua penetrazione e batteva un disorientato Saric (13-13) prima che Brown a 7:20 chiamasse il timeout.
Ilyasova segnava ma al venticinquesimo secondo.
Dopo l’annullamento era Kemba a trovare con un veloce scarico orizzontale Batum che sulla sinistra non ci pensava scaricando nella retina il tentativo da tre per il 16-13 (6:39).
Simmons con l’elbow jumper da due rispondeva, Walker gelava ancora Saric mentre Simmons, riuscendo ad appoggiare oltre MKG continuava a tirare l’elastico.
Holmes stoppava di giustezza Kemba in entrata, così sulla transizione a 5:30 Covington scaricava da tre per il sorpasso.
Un lavoro a due tra Walker e Howard con blocco del secondo e tripla del capitano dalla top of the key, consentiva ai Calabroni di tornare avanti (21-20) prima che Belinelli in entrata segnasse il +1 Phila.
Dall’altra parte però MKG in entrata nel pitturato accentrava la difesa dei Sixers, scarico a destra e tripla di Walker per il 24-22 che consigliava a Brown il secondo tim-out per cercare di bloccare Walker.
A 3:48 però era Kaminsky a trovare la tripla allungando sul +5, mentre dall’altra parte da una dribble drive Phila pescava Ilyasova libero con spazio dalla diagonale destra, bravo a replicare al tank (27-25).
Howard si salvava con il terzo fallo su Embiid ma doveva uscire dal campo.
L’1/2 del talentuoso centro avversario faceva “guadagnare” un punto a Charlotte che vedeva entrare Hernangomez e prendersi due tiri Batum, il quale imitava però il C avversario.
MCW forzava l’entrata e un tocco con il corpo di Embiid portava la nostra PG di riserva a battere nuovamente due FT per Charlotte.
2/2 e allungo sul 30-26.
Embiid nel finale ci provava tre volte ma rimediava due errori da fuori (influenzato dal nostro spagnolo) e due FT nel mezzo.
Un solo punto per lui con finale sul 30-27.

Howard contro Embiid è stato soltanto un accenno.
(AP Photo/Chris Szagola)

 
Il secondo quarto iniziava con un più morigerato Embiid a ridurre il raggio del suo tiro; l’elbow jumper oltre Hernangomez era da due e funzionava, così come la forzatura in uno contro uno di Hernangomez che era aiutato dal primo ferro per segnare i suoi primi due punti della serata.
Lamb intercettava un passaggio diretto verso l’angolo difeso dagli Hornets a destra e in attacco era trovato da Frank che scaricando fuori faceva trovare tempo al compagno per farlo mirare e trovare i punti del suo numero di maglia.
Frank faceva invece da sé con la finta che attardava Ilyasova, il quale sull’avvicinamento del Tank a centro area rientrava e commetteva fallo sul tiro.
2/2 per il 37-29.
Embiid non aveva ragione del nostro centro spagnolo, ancora in campo per i problemi di falli di Howard, quindi Covington in entrata riusciva a spostare anche Lamb prima d’appoggiare al vetro.
Charlotte sprecava un po’ in attacco con Lamb stoppato prima da Embiid oltre il fondo sul reverse.
Palla a Charlotte che ci riprovava con Jeremy a colpire il ferro dalla sinistra ma palla ancora portata oltre il fondo da i Sixers.
Nuovi 24 secondi con l’entrata di MCW bravo a far spendere al centrone avversario un fallo ma molto meno nelle realizzazioni con uno 0/2 che lasciava inalterato il punteggio.
Ne approfittava Belinelli a 7:36 che scaricava velocemente da tre per il 37-34 ma a 7:07 Frank costruiva con un passaggio rimbalzato verticale per Hernangomez che da sotto vedeva volare a terra sulla sua finta Embiid prima di schiacciare a due mani facendo alzare la panchina.
Lamb con un floater e Kaminsky con una tripla profonda che a 6:18 provocava gelicidio nella retina dei 76ers facevano toccare il +10 agli imenotteri (44-34).
J.J. Redick (primo tiro a bersaglio) e Simmons con l’appoggio da drive recuperavano 4 punti per i locali ma Batum con un lungo elbow jumper in uno contro uno da sinistra segnava nonostante non fosse un tiro consigliatissimo.
A 4:54 era ancora Frank a segnare con un soft touch frontale facendo riacquistare il vantaggio in doppia cifra per l’MJ team che toccava anche il +12 quando un’alzata di Batum in diagonale vedeva Frank accelerare il passo per staccarsi dal marcatore e raggiunger la sfera in volo a pochi passi sulla sinistra del canestro per l’appoggio al vetro (50-38).
I Sixers trovavano 5 punti di fila anche grazie a tre punti di J.J. Redick e nel finale si rimaneva lì.
Era annullato un canestro a MKG per sfondamento (per nulla d’accordo) ma Kemba si rifaceva per gli Hornets andando con il suo step back jumper dal centro destra facendo un altra vittima in marcatura (Simmons).
Simmons però chiudeva il tempo con una mazzata a una mano dopo essersi fatto spazio.
56-48 al riposo.

Charlotte Hornets’ Kemba Walker shoots as Philadelphia 76ers’ Richaun Holmes defends during the first half of an NBA basketball game Friday, March 2, 2018, in Philadelphia. (AP Photo/Chris Szagola)

 
Nella ripresa rientrava Howard, in campo per soli 9 minuti nel primo tempo.
J.J. Redick presentava subito i Sixers, vogliosi di rimonta, con una tripla, MKG realizzava dal lungo linea sinistro e poi Howard che sembrava però ancora freddo nonostante guadagnasse due FT per il terzo fallo di Embiid.
0/2 che era sfruttato proprio dal centro avversario che in corsa era pescato in area.
Prosecuzione e dunk a una mano.
Howard mancava un tiro e sulla transizione l’alzata per Embiid diventava una giocata da highlights per l’alley-oop appeso d’Embiid.
Kemba a 9:37 s’inventava un movimento per costringere J.J. Redick al fallo sul tentativo da tre.
Il capitano era solidamente concentrato.
Attributi cubici per il 3/3 dalla linea per respinger l’assalto dei locali (61-55).
Phila non mollava però e alcune scelte arbitrali discutibili, tra le quali una spinta di Saric sul rimbalzo offensivo ai danni di Marvin (non vista), tornava sul -1 con il canestro da second chance della SF avversaria.
Saric mancava il sorpasso e MKG in area si proteggeva con la spalla sinistra per realizzare un semi-gancio da due metri circa.
Embiid commetteva anche il quarto fallo quando Williams agganciava un pallone e si proponeva in coast to coast. Delittuoso lo 0/2 così come l’1/2 di MKG.
Per fortuna Batum si decideva ad andare in penetrazione battendo Covington e depositando il 66-60 in fing and roll ci dava un po’ di respiro.
Howard mancava due liberi ma il rimbalzo di MKG favoriva il riscatto di Dwight in left hook.
Era meraviglioso poi Kemba che decentrato sulla destra faceva saltare con la finta Ilyasova e in entrata andava a depositare oltre due difensori, Beli compreso (70-60).
A 4:02 l’apertura di Batum per Kaminsky era propizia per far cadere un altro tre punti nella retina avversaria (73-62). Batum continuava con la pioggia di fuoro dall’esterno, questa volta era un meteorite arrivato da un altro sistema solare a cadere dentro per il 76-62…
Ilyasova però segnava e gli arbitri chiamavano un fallo contro Howard in maniera sconsiderata.
Era il quinto e l’uscita del centrone favoriva il rientro dei 76ers.
Un time-out di Clifford a 2:18 con Phila sotto di 8 dava buoni esiti con i punti di Kemba e di Frank, lanciato lungo da MCW a subir fallo prima di mettere i due liberi.
Gli ultimi 4 punti del quarto però li metteva Embiid e si andava al terzo riposo sull’80-74.
Hernangomez faceva i conti con la rapidità di Embiid che sembrato fuori causa rientrava su di lui rifilandogli una stoppata, le mani veloci di MCW però recuperavano la sfera che Lamb riconvertiva in due punti.
Un paio di tiri di Embiid sparati a salve non fermavano Phila che con un sicuro layup in entrata di Covington di destra aiutava i suoi anticipando la tripla de -3 (82-79) ottenuta dalla stessa ala grande a 9:21.
Un fallo di Saric su Kaminsky era ben sfruttato da Frank per l’84-79.
Ilyasova con un giro nel pitturato e parabola alta riusciva ad andare oltre Covington.
Charlotte aveva una vampata con alcuni FT. Un 2/2 di Hernangomez e una tripla di Kemba, bravo a cambiare rapidamente direzione dietro lo schermo di Kaminsky per vedersi arrivare addosso Covington.
Punti che garantivano l’89-83.
Belinelli però segnava da due, Saric e Ilyasova (6:40) da tre e i locali passavano avanti sull’89-91 con un parziale di 0-8…
Saric spendeva un altro fallo su Lamb che con l’1/2 lasciava attardati i teal che passavano però avanti con MKG da sotto canestro.
Un fallo contro Williams dava la possibilità a Ilyasova di andare a bersaglio due volte a gioco fermo a 5:32.
Covington tentava di coprire ancora sul tiro di Kemba, questa volta sullo schemo, il tiro quasi frontale non entrava ma la PF avversaria franava su Walker.
2/3 e nuovo, ultimo vantaggio sul 94-93. Marvin sbagliava un runner e commetteva fallo su Ilyasova.
Due FT fortunosi che unitamente all’autostrada trovata da J.J. Redick portavano sul +3 i bianchi.
Charlotte prima d’uscire dal match trovava Howard che metteva facile andando dentro in schiacciata.
Una dunk easy di Simmons, con la difesa ad aprirsi per la seconda volta come il Mar Rosso restituiva il +3 ai locali. Charlotte, in una starna azione rallentata durante la quale si pensava potessimo chiamare il time-out andava dentro con Howard che sbagliava per sufficienza il tocco da sotto. Un back door di Ilyasova era chiuso dal lungo avversario in ottima maniera andando oltre l’allungo di Williams, un po’ impacciato…
Gli ultimi cenni di resistenza li dava Walker che fulminava Covington in crossover per trovar spazio sulla linea dei tre punti e far raggiungere a Charlotte i 99 punti contro i 101 della squadra di Brown.
Un’entrata di J.J. Redick valeva due punto perché gli arbitri vedevano forse i polpastelli di Williams ad allungare la traiettoria della palla sul secondo ferro, ma in goaltending… Uno sfondamento di MKG su un Ilyasova tutto spostato lateralmente era una persa pesante.
L’impaludamento di MKG lo rendeva nervoso, tanto più che una sua buona stoppata era segnalata come fallo per un contatto onesto con Simmons.
Tecnico e due liberi. Simmons allungava a quota 105 mentre Charlotte non si schiodava più, cercando di ricorrere al fallo per bloccare il cronometro.
A :23.3 Covington finiva in lunetta dopo aver visto geograficamente Clifford sul parquet a chiedere ai suoi di bloccare il gioco.
Facile allungare, facile anche per gli arbitri espellere un nervoso Clifford (non aveva tutti i torti) a :12.1 secondi dalla fine come ciliegina sulla torta di una partita abbastanza imbarazzante gestita dalla terna.
 
Pagelle:
 
Walker: 7
31 pt., 1 rimbalzo, 5 assist, 1 rubata. 11/21 con oltre 30 punti e come spesso accade con lui a fare gli straordinari, paradossalmente non si vince. L’ultimo ad arrendersi. Pare ispirato e in ritmo sin dall’inizio. Una penetrazione con finta che manda ai matti Ilyasova con conclusione tra due giocatori e una tripla dopo aver shackerato Covington, sono due perle. Non so che potrà inventarsi a Toronto ma contro squadre di bassa classifica potrà esserci utilissimo per tentare l’ultima spinta verso i playoffs.
 
Batum: 7
14 pt., 13 rimbalzi, 8 assist, 1 rubata. 5/9 dal campo. Non è lui al banco degli imputati. Rischia di andare in tripla doppia ma Clifford lo toglie dopo pochi minuti dall’inizio ultimo quarto per far rientrare Walker. Quando rientra sul parquet nell’ultima parte non incide più, sbagliando anche una tripla, ma prima era stato bravissimo. Una tripla da casa sua, tanti rimbalzi e buone giocate per Howard e Frank tra gli altri.

I tiri dal campo effettuati da Batum.
Si può evincere come abbia tirato meglio dai lati del campo.
I cerchi pieni viola rappresentano i tiri realizzati, quelli con interno non colorato, i tiri mancati.

Kidd-Gilchrist: 5,5
9 pt., 1 assist, 1 rimbalzo, 1 stoppata. 4/9 dal campo. -7. Forza nel terzo quarto un passaggio lungo linea di Simmons ma non sempre mi piace in difesa nonostante gli sforzi. Se in attacco è discreto ma commette uno sfondamento nel finale molto pesante, dietro prende pochi rimbalzi e in alcune situazioni è troppo passivo. Difficile dargli torto se ti fischiano contro falli inesistenti, però, nonostante l’attenuante del rientro, non è più l’MKG desiderato…
 
Williams: 4
2 pt., 2 rimbalzi, 1 assist, 3 rubate. ¼ al tiro. 5 falli. Bene solo nei palloni rubati, uno dei quali se lo ritrova in mano direttamente da un giocatore di Phila. Finisce (anche lento nel concludere una transizione sulla quale fa 0/2 in lunetta) male sbagliando un open 3, un runner, commettendo alcuni falli e facendosi battere da Ilyasova in back-door. Modello bradipo, dopo una prima parte sufficiente, si perde nel finale.
 
Howard: 5
6 pt., 6 rimbalzi, 2 assist. L’atteso scontro sbandierato dai media Howard/Embiid non c’è stato. Gli arbitri hanno pensato bene d’aggravare Howard oltre i suoi demeriti. Solo 25 minuti in campo con un 3/7 al tiro. Sbaglia 4 liberi su 4 e dopo una buona dunk, commette un errore fastidioso da sotto che ci taglia fuori.
 
Lamb: 5,5
8 pt., 1 rimbalzo, 1 rubata. 19 minuti con 3/7 al tiro. S’impegna ma viene battuto da gente, come il Beli che esce dallo schermo, nonostante i suoi rientri in salto. Il 3/7 ci può stare in attacco, con qualche minuto in più forse… Può fare meglio però complessivamente.
 
Kaminsky: 7
19 pt., 4 rimbalzi, 3 assist. 3/6 da fuori, 5/12 al tiro e un 6/6 dalla lunetta non scontato in una serata dai troppi errori a gioco fermo. Buone le sue triple, gli riesce anche qualche difesa individuale d’autorità. 26 minuti in campo di buona qualità.
 
Carter-Williams: 4,5
2 pt., 3 rimbalzi. Torna ad essere disastroso dal campo, proprio contro il team che lo ha lanciato. Se prende qualche rimbalzo e contribuisce nell’ultimo quarto a far metter la firma di Lamb su un canestro deviando un pallone appena recuperato dai Sixers, lo 0/6 al tiro, tra jumper ed entrate, lo rende una palla al piede.
 
Hernangomez: 6
6 pt., 7 rimbalzi, 1 assist. Meglio rispetto alle prime uscite, specialmente nella prima parte. Trova spazio (16 minuti) per i problemi di falli di Howard. Contiene molto bene Embiid nei primi due quarti, è sfortunato e lascia un po’ a desiderare nel secondo tempo. Non proprio fantastico al tiro ma fa vedere buoni movimenti che gli europei con finte, ecc. sanno fare. Mette due liberi su due al contrario dello 0/4 dell’ultima sfida.
 
Graham: 6
2 pt., 1 rimbalzo. Torna al suo ruolo di bench player giocando solamente 8 minuti durante i quali è premiato da un +/- di +9. Due punti ai liberi grazie a un filtrante di Batum, poco altro.
 
Coach S. Clifford: 6
Lo capisco. Nervoso viene espulso. Troppe le decisioni arbitrali, come lo sfondamento non menzionato nel testo della partita, dato come blocking foul a Walker. La squadra regge per tre quarti ma se gli avversari la riagguantano sono dolori. Si fa fatica poi ad attaccare e soprattutto difendere, come se i giocatori non ci credessero più: La tempra c’è, le energie anche. E’ il credere di poter tornare a cambiare l’inerzia al match che manca. La classica punto a punto pesa con soffiata arbitrale sul fuoco…
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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.