Game 63: Charlotte Hornets Vs Indiana Pacers 100-88

 
RedenziHornets
 
Si rientrava a giocar all’Alveare dopo un 3-4 fatto registrare fuori casa.
Charlotte oggi gravita come l’omonimo ridotto pianetoide (Charlotte 543, dal nome di un’amica dello scopritore) nella fascia principale degli asteroidi, quella che divide i pianeti solidi da quelli gassosi, ma non solo, è anche quella che segna un po’ il confine tra la fascia abitabile e il freddo dei pianeti esterni.
Ecco… in classifica siamo da quelle parti, in mezzo al mucchio, dietro l’arrugginito Marte, cercando di raggiungere il suo altissimo e vulcanico Monte Olimpo, rappresentante l’ottavo posto. Stanotte andava in scena anche una sfida tra settima e ottava che ci avrebbe comunque avvicinati a una delle due, in caso di vittoria.
La vittoria è stata ottenuta, nell’altra sfida Chicago, in vantaggio, ha finito per soccomber a Detroit e ora le due squadre sono appaiate in classifica mentre gli Hornets rimangono tre partite dietro a queste due formazioni.
Dal suono dei pianeti citati mi aggancio come trait d’union al nuovo tour che Cristiano De André, che, ricordando suo padre, ha fatto partire da Legnano ieri sera rimettendo in scena sonorità mediterranee (pagelle con elementi di Faber), stranamente nella noche latina NBA, altro elemento casualmente in sincrono (gli Hornets indossavano una maglietta grigia copri canotta con la scritta Los Hornets).
L’effetto home avrebbe dovuto risvegliare le coscienze dei giocatori Hornets che per troppo tempo sono state colpite da oblomovismo (disposizione mentale tendente al non far nulla, termine ricavato dal protagonista di un romanzo russo di Goncharov).
Come nel brano Mègu Mègun di Faber, gli Hornets, infatti, malati immaginari, hanno rifiutato la medicina della vittoria per troppo tempo.
MJ in panca era lì per spronarli.
Nel road tour chiuso con un 3-4 però potrebbero esserci i germi di una riscossa, sperando non tardiva, che possa portare Charlotte nuovamente ai P.O..
Con 50 rimmbalzi a 41 e con un 10-3 nelle steal gli Hornets si sono avvantaggiati nella notte nonostante i 36 pt. più 10 rimbalzi di George ei 16 di C.J. Miles.

No look pass per Nicolas Batum che finirà con 4 assist e 21 punti.
2017 NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

I Pacers schieravano un quintetto composto da; Teague, C.J. Miles, George, T. Young e M. Turner.
Gli Hornets mandati in campo da Clifford avevano l’ospite illustre in panchina con gilet smanicato e trapuntato color senape.
Trattasi come già detto di Michael Jordan, il quale provava a dar ulteriore carica ai 5 classici prescelti; Walker, Batum, MKG, M. Williams e C. Zeller.
 
Hornets che realizzavano senza perder tempo; entrata a ricciolo nel pitturato del player of the week Walker che da sinistra si accentrava e da pochi passi in corsa rilasciava un floater dalla ricaduta perfetta, il raddoppio nel punteggio era merito di MKG che avanzando in orizzontale dalla destra si prendeva un jumper da non troppa distanza.
I Pacers replicavano con la sospensione dal mid-range destro di George che sfruttava il terzo blocco davanti a lui dopo averne usati due sul fondo per cercar di eliminare MKG rimasto sul pezzo sino all’ultimo.
Sul 4-2 George cercava la penetrazione sino al ferro ma il corpo di MKG in arretramento gli faceva perder la maniglia, palla recuperata e transizione portata a termine dalla bomba di Walker dal lato sinistro per il 7-2.
A 9:16 C.J. Miles replicava da tre dal corner destro avvicinando gli ospiti, poi George otteneva il pareggio da sotto e infine Miles sorpassava (7-9) dal semicerchio esterno con libertà prima dell’arrivo di Zeller.
Walker, Batum, e M. Williams avevano contribuito con tiri da tre a non ottenere nulla in questo frangente, era quest’ultimo tuttavia ad appoggiare in layup in transizione per il pareggio a 6:26. George raggiunto da un lob non trovava ulteriori difensori davanti a lui, facile l’appoggio del nuovo vantaggio per la stella d’Indiana. Dopo un libero a favore di Charlotte, a 5:17 una tripla di Batum allo scadere dei 24 secondi restituiva il vantaggio ai bianchi che si salvavano sulla transizione di Teague grazie a una difesa di Walker che costringeva allo scarico impreciso la guardia, Mkg stampava una dunk sull’esterno del primo ferro ma Cody recuperava e segnando con più sobrietà innalzava il punteggio sul 15-11.
A 3:44 Walker da qualche passo dopo la linea di metà campo forniva un passaggio teso sull’arco del centro sinistra; Batum arrivava ed esplodeva un catch’n shoot fulminante per il 18-11…
A 3:38 i Pacers provavano a ritrovarsi utilizzando una pausa, tuttavia Lamb di sinistra avvicinandosi al ferro appoggiava usando le sue doti atletiche.
A 3:03 ripartiva la squadra d’Indianapolis che sfruttava un gioco da tre punti di Ellis per riavvicinarsi sul 20-14.
L’ex Al Jefferson entrava in campo, tiro contro O’Bryant che colpiva solo la bassa tabella sull’ottima copertura del nostro numero 8, Charlotte nel finale sprintava e Batum dalla media sinistra in uno contro uno infilava il jumper in allontanamento.
Ellis segnava ancora due punti ma in attacco Charlotte non si arrestava, O’Bryant fungeva da rifinitore vedendo rollare Batum sul bordo del pitturato sinistro; pallone perfetto per la correzione volante del transalpino che aiutata dal ferro finiva dentro.
Era sempre il francese a esser nei panni del bomber, anche all’ultimo istante quando in corsa tirava ben oltre la linea dei tre punti superando la difesa statica di Stuckey, la palla colpiva frontalmente il plexiglass ricadendo nella retina per il buzzer beater che lasciava di stucco tutti e sanciva la tregua alla fine del primo quarto con gli Hornets avanti 27-16 mentre Nic andava a “ridersela” in panchina per l’insperato canestro.

Kemba Walker al tiro schermato da Zeller.
2017 NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

 
Iniziava bene anche il secondo periodo per gli Hornets, infatti, il n° 22 Roberts scoccava un dardo da tre punti dal lato destro che portava gli imenotteri sul 30-16.
Hornets che non si accontentavano ma cercavano di doppiare nel punteggio i rivali; O’Bryant mancava il tiro ma arrivava prepotentemente Lamb che non lasciava il tempo ai difensori d’arrivar sul pallone spinto dentro a una mano per una slam dunk potente e utile per arrivar sul 32-16.
Jefferson con un tap-in sbloccava i blu notte, poi O’Bryant mancava ancora una volta il tiro sul pick and roll offerto da Kemba.
Gli arbitri però chiamavano il fallo e il nostro lungo guadagnava splittando, almeno un punto dalla lunetta.
A 8:30 George iniziava a specializzarsi in triple per cercar il recupero veloce.
La prima infilata era contrastata da Lamb che era meno preciso toccando il secondo ferro interno ma la sfera varcava comunque l’anello ottenendo a 7:51 il 36-21.
M. Ellis dal corner destro realizzava da tre punti seguendo i due esempi precedenti, Kemba a 7:14 interrompeva i bombardamenti applicando la mina del layup da sinistra del ferro.
George replicava capitalizzando con due punti l’azione offensiva dei Pacers.
Un arresto e tiro con step back per ripassar oltre la linea dei tre punti (dalla diagonale sinistra) di Kemba portava sul 41-26 il match.
Tutti giocavano bene in difesa, anche Belinelli era buttato giù da uno schermo in movimento del lungo.
Walker in attacco salutava in dribbling Teague, Ellis e Miles per poi ceder a Zeller sotto che falliva la conclusione ma solo per esser stato fermato con l’intervento irregolare.
Dalla lunetta otteneva comunque i suoi due punti a 6:05, le squadre mettevano quindi due punti a testa e anche se Belinelli sparava due tiri largamente imprecisi, Charlotte macchinava bene con l’entrata di Walker e seguente passaggio all’indietro per MKG che trovava la strada sbarrata da una manata in stampo passaggio a livello.
Due FT realizzati e Hornets sul +19 (47-28) a 4:22 dall’intervallo. MKG restava protagonista di questo spezzone recuperando un rimbalzo su un errore al tiro dei Battistrada e segnando in entrata anche il 49-28.
A 3:10 Walker, “geloso”, tornava protagonista con una tripla dalla diagonale sinistra dalla facilità disarmante sulla quale Teague nulla poteva.
Hornets in controllo sul 52-28.
George pungolato nell’orgoglio infilava due triple intervallato da un 2/2 dalla lunetta di Batum.
Sul 54-34 George ci riprovava ma questa volta la mano alzata di MKG contribuiva a far errare la conclusione al numero 13 avversario. Uno scoop di Walker a 1:24 era parzialmente restituito da un ½ ai liberi di Teague, poi toccava a Zeller metter dentro di destra arrivando con un terzo tempo spiccato da distanza piuttosto ragguardevole.
Chiudeva George che andando in uno contro uno (Vs MKG) metteva dentro dal pitturato alzandosi per il 58-35 ottenuto a un decimo dalla sirena.
 
Si tornava in campo dopo una decina di minuti ma sul parquet sembravano comparire solo gli ospiti che in poco tempo infilavano due triple e portavano il parziale sull’8-0 a 9:25 con Teague a sorprender d’infilata la difesa di Clifford.
Pacers sul -13 che accorciavano ulteriormente con Teague e la sua “tegata” (botta) finale su Walker sotto il canestro a sinistra su un’entrata di fisico.
Batum in entrata provava a interromper il parziale, un difensore dei Pacers (Turner) saltando lo costringeva a cambiare il tiro ritardandolo durante il galleggiamento in aria, solo ferro ma Zeller arrivava per una putback dunk che a 8:31 faceva conquistare i primi due punti del quarto agli Hornets ora sul 60-47.
Da registrare una stoppatona di Marvin su Teague, Walker colpiva il ferro in transizione, poi Batum incrociando sul passaggio orizzontale di Young diretto al centro anticipava Turner portando la minaccia in transizione (9-1 le steal per gli Hornets inusualmente sino a quel momento) ma Marvin falliva la tripla in spazi aperti.
Miles metteva dentro il 62-51, dall’altra parte in un duello tra guardie Batum otteneva un gioco da tre punti esattamente a metà quarto, tuttavia C.J., ancora lui, rispondeva da tre punti restituendo il -11 di prima del gioco di Batum.
Kemba con una penetrazione a destra spostava il punteggio del tabellone sul 67-51 ma Young aumentava di due le cifre degli ospiti andando a proteggersi con il ferro per metter dentro da sotto una specie di tiro rovesciato.
Difese un po’ fragili in questo frangente; Batum arrivava sulla baseline, circumnavigava coto intorno al fero e cedeva dietro a MKG che da pochi passi alzava la sfera sui due difensori piazzati davanti al ferro che rimanevano ospiti passivi sui due punti della nostra ala.
Batum perdeva un pallone ma si faceva perdonare stoppando Young, tornando a dare alla difesa consistenza.
MKG non era in campo ma per George, aiutato da uno schermo, non faceva differenza; tre punti frontali e Pacers sul -8 (69-61).
A 1:57 la tripla di Roberts era manna dal cielo per cercar di stoppare il rientro ospite, così come era bravo con la sua difesa successiva su Teague che sbagliava dall’angolo sinistro.
A 1:06 però tornava in scena George che si accontentava di due punti.
Si chiudeva con un 2/2 di Williams dalla lunetta (bonus per CHA) per gli Hornets e una tripla di C.J. Miles buona per arrivare agli ultimi 12 minuti sul -8 (74-66).

Johnny O’Bryant III, numero 8 dei Charlotte Hornets tenta il tiro.
Un solo punto per lui in serata.
2017 NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

 
Lamb in avvio di ultimo quarto restituiva la doppia cifra di vantaggio realizzando due punti, poi Ellis dava un passaggio sul lato sinistro al numero 25 che si faceva sfuggir la palla dalle mani vedendola terminare oltre il fondo ma Ellis, uno dei migliori finalizzatori della NBA in transizione, non lasciava scampo all’ultimo baluardo Belinelli.
Williams conquistava due FT per un blocking foul di C.J. Miles “close”. Dalla lunetta il nostro numero 2 non tradiva le aspettative, tuttavia Brooks andava a crearsi un tiro nel pitturato che sorprendeva Belinelli, una sorta di baby hook vincente per cercar di ridar senso alla sfida.
Clifford non era d’accordo e rispediva in campo Walker, il quale a 9:02 cancellava i patemi offensivi degli Hornets rifinendo in elegante appoggio (sull’intercetto di Williams difensivo).
Si viaggiava intorno ai 10 punti di scarto ma Paul George aveva ancora diversi assi nella manica da giocarsi.
Il primo era una tripla che non lasciava speranze a MKG e Zeller in raddoppio.
Il gap si riduceva a soli 7 punti (82-75), così Clifford bloccava con una pausa il tempo.
Al rientro George metteva i suoi tentacoli sull’entrata di Lamb, il quale non riusciva a portar su palla ma rimaneva attaccato ad essa.
Jeremy si vendicava poco dopo esplodendo la tripla tra George ed Ellis protesi ai poli opposti in salto a tentare di coprir la partenza della palla; nulla da fare, il tiro era preciso e la sfera finiva inesorabilmente nella retina per l’85-75.
George da fermo sulla destra batteva MKG ma Lamb offensivamente continuava a restituire i colpi presi; questa volta in penetrazione nel traffico faceva sparir palla dalle parti del ferro per farla ricomparire dentro la retina.
George ci provava da tre ancora, questa volta l’avversario su di lui era Williams, il quale lo costringeva a sbagliare rimanendo a distanza ideale per contrastarlo.
Kemba con un due su due dalla lunetta portava alla dozzina i punti di vantaggio di Charlotte che tuttavia tornava a 10 (89-79) quando da una rimessa dal fondo George scattava raggiungendo palla per metter entro un catch’n shoot over MKG.
Gli Hornets comunque resistevano, a 4:52 Walker faceva esultare il pubblico ma la sua tripla saltava in maniera irregolare sul ferro, alla fine la sfera indecisa entrava, l’anello aiutava successivamente anche Zeller, il tempo passava e il canestro di MKG correndo verso il canestro sula destra 1:49 dalla fine era marchiato dal contatto falloso con George.
Una giocata da tre punti che sigillava la gara sul 99-82.
Il finale saliva a 100-88 pro Calabroni.
 
Pagelle
 
Walker: 7,5
28 pt. (10/22), 6 rimbalzi, 7 assist, 1 rubata. Solo una persa, ormai da tre è una garanzia (4/9), percentuali vicine al 50% dal campo, perfetto ai liberi (4/4), vince il duello con Teague. “Io son di un’altra razza, son bombarolo”. Il bombarolo degli Hornets, non serve spiegar il perché. Tritolo puro per l’offense degli Hornets.
 
Batum: 7
21 pt. (7/19), 4 rimbalzi, 4 assist, 3 rubate, 1 stoppata. Tre turnover e 3/9 al tiro da tre, assist quasi nella norma ma buona partita per lui attivo in difesa come dimostrano le palle rubate. Mette a segno anche un’atletica stoppata e contribuisce con 21 punti. Un guerriero lontano sulla pista del bisonte (al plurale contenuta ne il “Fiume Sand Creek”) che torna a casa dopo il massacro di sconfitte, speriamo che in questo caso non sia troppo tardi.
 
Kidd-Gilchrist: 6,5
11 pt. (4/8), 13 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate. Ormai prende anche iniziative offensive proprie con arresto e tiro oltre che tentare l’appoggio al ferro. Non rischia troppo, anzi, rischia di fare brutta figura quando stampa la dunk sul ferro esterno ma chi non prova mai non sbaglia mai. In difesa ceca di fare un buon lavoro su George e non è che lo faccia male, semplicemente stanotte George è troppo in forma. MJ nel finale gli da qualche consiglio. George gli dice: “Guarda che sono un assassino”, ma lui “versa il vino e spezza il pane per chi diceva ho sete e ho fame”. Sostanzialmente George segna 36 pt. (non tutti contro di lui) ma lui lo controlla concedendo punti ma lasciandogli i tiri dalla tre (6/14) ad abbassare le percentuali (15/25 per PG13 il totale). George fugge come ne “Il Pescatore” ma MKG esce anch’esso vincitore da questo duello.
 
M. Williams: 5,5
6 pt. (1/7), 5 rimbalzi, 1 rubata, 1 stoppata. Marvin fa 4/4 dalla lunetta e non perde palloni in 39 minuti ma da tre fa 0/5 compresa una bella tripla frontale aperta. Compensa con la difesa l’attacco. “Quello che non ho”… Quello che non ha stasera Marvin è il tiro da tre punti, per il resto compensa come già detto.
 
C. Zeller: 7
13 pt. (5/10), 11 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate. Ora sta rientrando in condizione. Lo fermano un paio di volte dalle parti del ferro ma mantiene comunque il 50% al tiro andando in doppia doppi grazie ai rimbalzi, elemento importante. Contribuisce a migliorare questa statistica visto che i nostri lunghi in alcune serate si erano fatti travolgere. Senza di lui siamo 3-17… Costante minaccia di pick and roll può viaggiare sul binario di Kemba dopo il blocco e distoglier l’attenzione dei difensori. Vince il duello con Turner. “Mi scervello e mi asciugo la fronte” è contenuta in Don Raffaè, indica in questo caso la fatica fatta da Zeller in situazioni per nulla ottimali dettate dalle circostanze. Stanotte però anche i detenuti gli danno una mano rendendo il suo compito più semplice.
 
Lamb: 7
14 pt. (6/9), 5 rimbalzi, 2 assist. +13. Semplicemente segna. Il suo +/- è di +13. Utilissimo agli Hornets per tener testa nel finale alla rimonta dei Pacers. Nera che butta giù le porte. In realtà si parla di vittime di un nubifragio (il tumulto del cielo ha sbagliato momento). Lui, fluido come l’acqua “affonda terra e ponte” (piccoli e lunghi) sfruttando agilità ed elevazione. Se O’Bryant nell’ultima aveva aiutato dalla panca, questa sera è lui il migliore degli extra starting five.
 
Belinelli: 5,5
0 pt. (0/4), 2 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata. Il suo 0/4 è tutto da due punti. Finisce con 0 pt. non trovando mai la via della retina in 13 minuti. Perde un pallone ma guadagna mezzo punto in più per gli assist. “Il diavolo in cielo si è costruito il nido” citazione in Creuza de mä. Non riesce diabolicamente più a segnare. Deve giocarsela con più tranquillità e con intelligenza per sconfiggere questo momento no.
 
Roberts: 6,5
6 pt. (2/3), 2 rimbalzi. Perde un pallone e non riesce a smistare nemmeno un assist in 13 minuti andando sul sicuro, ma è provvidenziale con una tripla nel secondo tempo che si aggiunge a quella del primo. Come il marinaio Zigala in Sinàn Capudàn Pascià, catturato dalle navi di Maometto rinnega per comodità il Dio cristiano e torna al benessere dopo esser stato prigioniero. Davanti a Jordan torna da “rinnegato” a utile arma tattica.
 
O’Bryant: 5,5
1 pt. (0/4), 2 rimbalzi, 2 assist. Perde due palloni e due conclusioni (una da due e una da tre) gli saltano via dai ferri, forse la rotazione impressa alla palla è da rivedere. Ci prova e si rende utile con un paio d’assist, difesa, ma splitta dalla lunetta e sbaglia le sue occasioni. Sfortunato ma serve n pizzico di precisione in più. “Gettava riccioli neri nel cerchio del pozzo”, contenuta in Andrea “che non sa tornare”. Si perde al tiro dopo aver fornito una prestazione egregia contro Denver. Vedremo nelle prossime che fine farà al tiro l’Andrea degli Hornets.
 
Coach Clifford: 7
Partenza a razzo della squadra che va al riposo sul +21. Poi i Pacers rimontano, lui chiama i time-out dovuti. Lo spirito del team ora è quello giusto. L’effetto home potrebbe essere fondamentale, anche se forse i Pacers di stanotte erano stanchi dalla battaglia di ieri vinta all’ultimo contro gli Hawks.

Questo articolo è stato pubblicato in Games da igor . Aggiungi il permalink ai segnalibri.

Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.