Game 64: Charlotte Hornets @ Toronto Raptors 98-103

 
Gloria victis (gloria ai vinti) è una locuzione latina che non va di moda.
Il Vae Victis invece racconta che le regole le fanno i vincitori, ma implicitamente significa di non cedere per non sottostare alle iniquità imposte.
La leggenda dice che Brenno, capo dei Galli Senoni, pronunciò la seconda locuzione (Vae Victis, ovvero “Guai ai vinti”).
La narrazione probabilmente è falsa ma vuole come autore/protagonista del “sacco di Roma” Brenno che, sentendo le lamentele dei romani che stavano ponendo dell’oro sulla bilancia con dei pesi truccati (a loro dire) da contrapporre a oro come tributo di guerra alla presa della città, si videro aumentare il peso dallo spadone posto ulteriormente dal capo dei galli che a quel punto pronunciò la famosa frase.
Marco Furio Camillo si riorganizzò e scacciò l’invasore, tutto sempre nella fumosa leggenda, atta probabilmente a screditare i galli.
Per fortuna nello sport non c’è bisogno di usare armi mortali ma altre “armi” (tecnica, velocità, esplosività, forza, astuzia, esperienza, intelligenza, tattica, ecc.) che nel nostro tribale inconscio simulano comunque una battaglia di quelle da tempi passati.
Le battaglie nella NBA sono 82 e gli esiti di una partita non sono definitivi, possono essere “ribaltati” per giungere all’obiettivo finale.
Nel caso di Charlotte lo scopo è la partecipazione ai Playoffs.
Scontata la L finale contro i primi della classe, vinta 4-0 la serie dai canadesi, gli Hornets sono tornati dal giro di tre trasferte senza nemmeno il classico pugno di mosche (sarebbe stato cibo gradito ai Calabroni) in mano, ma sicuramente hanno dimostrato di poter battere molte delle squadre che il calendario gli offrirà da qui alla fine, partendo da Phila in casa nella prossima.
Serve mantenere i nervi saldi e convinzione dei propri mezzi, in virtù della miglior prestazione complessiva contro i Raptors della stagione.
La terza sconfitta consecutiva preoccupa relativamente, solamente in termini numerici.
Sta ora alla squadra finire la stagione dimostrando di poter provare ancora a battagliare.
Toronto era fuori portata e ha finito con diversi uomini in doppia cifra (DeRozan 19, Valanciunas 18 e Ibaka 17 pt.
I primi tre), vincendo 50-46 a rimbalzo e piazzando 9 stoppate contro le 4 di Charlotte che ha faticato al tiro, specialmente da fuori dove il 5/23, pari al 28,3% non ci ha certamente favorito.
 

Gli starting five.

Nonostante la palla a due fosse vinta da Howard e il primo canestro realizzato sia stata opera di MKG in jumper da media distanza, Toronto iniziava bene, pareggiando subito per passare in vantaggio con DeRozan.
Charlotte, trovato il pareggio con Howard, tornava sotto lasciando a Ibaka, spazio per andare a schiacciare su un gioco a due.
Batum commetteva il primo errore della gara, Charlotte non trovava il ritmo mentre Toronto andava a bersaglio sempre al primo tentativo sino a mettere cinque punti consecutivi con Valanciunas (tre punti da tiro aperto su passaggi rapidi dei compagni e due in schiacciata) che portava sull’imbarazzante 4-13 la partita.
A 8:29 Clifford chiamava un time-out che interrompeva il ritmo della squadra di Casey la quale smetteva di segnare con regolarità mentre Batum andava a segno due volte con Batum che a 7:31 realizzava dalla baseline destra l’8-13. Ibaka rifilava una stoppata a testa alle nostre ali ma mancava nella stessa azione offensiva due tentativi da tre punti dal corner destro, così Batum a sinistra allungava un pallone sulla corsa di MKG che senza esitazione puntava a canestro trovando solo l’aiuto fuori tempo e falloso di Valanciunas.
La giocata era da tre punti ma a 5:53 l’ex Magic Ibaka cambiava mattonella sparando dalla diagonale destra trovando i tre punti per il 10-16.
Marvin segnava appoggiando da sinistra in corsa al vetro ma rispondeva Valanciunas in gancio trovando spazio in area contro Howard prima che a 4:11 un tap-out favorisse una second chance di Walker, il quale fronte a canestro, prima di tirare osservava la posizione dei piedi, incastrando comunque la freccia nel bersaglio andando oltre l’esitazione iniziale.
A 3:14 Lamb in taglio da destra riceveva dentro sorprendendo la difesa dei rossi per infilare il 17-18.
C.J. Miles passava dalla lunetta per ottenere due punti mentre Walker s’inventava uno zigzag in area chiuso con un elegante quanto inusuale scoop dai tempi non riconosciuti da Toronto.
DeRozan segnava n transizione, Lamb in jumper.
Il risultato si spostava sul 21-24 ma il gap non cambiava, tuttavia prima della fine del quarto c’era tempo per C.J. Miles per trovare altri due punti, quelli che fissavano il finale di quarto sul 21-26.

Toronto Raptors forward C.J. Miles (0) collides with Charlotte Hornets guard Jeremy Lamb on his way to the basket during the first half of an NBA basketball game, Sunday, March 4, 2018, in Toronto. (Frank Gunn/The Canadian Press via AP)

 
Il secondo periodo iniziava con due punti di Zeller restituiti a mezzo liberi da Wright (10:43), tuttavia Zeller si riproponeva come scorer mandando la palla a sbattere sul vetro per due punti trovati dai bordi a destra dell’area.
Una tripla in & out di C.J. Miles era manna per Charlotte che a 10:01 trovava due punti dalla lunetta con Lamb.
A 9:48 C.J. Miles con la classica uscita dal blocco laterale a ricciolo segnava tre punti difficili con un catch n’shoot ridendosela incredulo.
Kaminsky andando in area finiva per sbattere sull’austriaco Poeltl, il quale, commesso il terzo fallo lasciava spazio a Nogueira mentre il Tank realizzando le occasioni accorciava sul -2 (29-31).
Toronto però allungava, complice anche una schiacciata potente a una mano di C.J. Miles che salutava Graham in marcatura prima di chiudere in corsa.
Ulteriori due pt. Di VanVleet davano a Toronto il +7 prima che Lamb dalla media distanza trovasse spazio e tempo per chiudere in floater oltre due pressanti difensori che l’attorniavano.
A 5:36 l’arcobaleno di Kemba, bravo a resistere a una steal con le mani sulla palla del difensore, era canestro buono per il 38-41 ma VanVleet scappando a Kemba iniziava a produrre la fuga dei locali che in poco tempo accumulavano punti con una micidiale tripla di Ibaka (4:51) per chiudere il parziale di 8-0 con un’altra di DeRozan a 2:52.
40-49 interrotto da un ½ di Kemba ai liberi mail finale di tempo non portava benefici agli Hornets che chiudevano con un elbow jumper di Batum che serviva solamente per mantenere il -9 (43-52).
Eloquente il labiale di Kemba dopo la rossa luce. Parolaccia tra le più tipiche “anglofone” non essendo contento probabilmente di sé stesso (10pt., davanti a lui solo Lamb con 11) e degli esiti dei primi due quarti.

Lamb chiuderà con 16 punti, 11 nel primo. Qui in appoggio nella foto scatatta da Nick Turchiaro-USA TODAY Sports.

 
La partenza con un soft touch di DeRozan che galleggiando in aria batteva MKG e i 24 secondi non lasciava ben sperare per il terzo quarto, invece sul tocco da sotto del centro dei locali (favorito da una drive pass di DeRozan dalla baseline destra) che portava sul +13 la squadra di Casey, Charlotte iniziava una rimonta che partiva con 2 punti di Batum ai liberi, continuava con 4 punti ravvicinati di MKG,
transitando per una tripla di Kemba a 7:33 chiudendosi con con una stoppata di Valanciunas su MKG (abile a prendere il rimbalzo offensivo) che tuttavia non fermava l’azione poiché un tip layup shot di Howard a 6:58 riportava in partita Charlotte sul 56-58 (parziale di 11-0).
Casey chiamava un time-out e Charlotte tornava immediatamente fuori dal match prendendo uno 0-8 di parziale con le triple di Ibaka dall’angolo e di Valanciunas dalla diagonale destra con spazio prima del ritorno di Howard, oltre all’entrata di Lowry che battendo Marvin Williams faceva tornare i canadesi sul vantaggio in doppia cifra (56-66).
Vantaggio che oscillava tornando a cifra singola quando DeRozan faceva saltare Lamb e con un bel movimento da fermo si avvicinava per mancare l’appoggio fuori ritmo; sulla transizione l’open 3 di Kaminsky era valido per il -8 (69-77 a 1:47 dalla terza sirena).
Una giocata di Siakam da tre punti (fallo Lamb in area) a 1:33 ci riportava molto distanti e nel finale, nonostante un tecnico no damage (errore di DeRozan) contro Kemba, in arrivo c’erano due FT per VanVleet che non falliva fissando il 69-82 dopo 36 minuti.
 
Charlotte decideva comunque di giocarsi le sue carte nell’ultima frazione; che partiva con l’errore ravvicinato del Tank, il tap-out di Zeller che favoriva ancora Frank bravo a chiudere una giocata con due punti e libero addizionale a segno.
Una spinta verso il rientro arrivava dai cingoli del Tank che a 8:23 chiudeva un’azione che lo vedeva far impazzire Siakam con un reverse dribble dalla baseline sinistra prima di presentarsi vicino canestro battendo anche l’aiuto. Guadagnato anche il libero aggiuntivo, chiusa la seconda giocata da tre punti del quarto, gli Hornets sul 77-85 iniziavano a sperare di poter rientrare.
Frank recuperava un pallone in difesa e due FT sulla stessa azione.
Perfetto dalla linea, spostando il risultato sul -6 a 8:05, osservava l’ennesimo jumper a vuoto di MCW che tuttavia vedeva spuntare Zeller dietro il proprio marcatore a destra del canestro.
Il tap-in del compagno di bench serviva per il -4 (81-85). Casey chiamava il time-out a 6:51 per bloccare l’inerzia a favore degli Hornets e cercar di riconquistar punti.
A 5:25 Lamb prendeva un tecnico per essersi lamentato vistosamente per una steal non pulita di Lowry.
DeRozan questa volta andava a segno ma un Jeremy con un diavolo per capello intuiva dopo la rimessa a favore di Toronto (fallo precedente del numero 3 in difesa) un passaggio di VanVleet; lottando sulla sfera la conquistava, esitazione in area, contatto con Ibaka e giocata da tre punti complessivi che a 5:11 valeva l’86-88.
Una giocata importante per l’esito finale della gara la compiva Lowry che dopo una finta, sembrava essersi liberato di Kemba, il quale tornava come una molla su di lui costringendo la PG avversaria a un difficile tiro da tre punti (4:18) che tuttavia per nostra sfortuna s’inabissava.
Kemba aveva fretta e sbagliava un jumper, facendosi perdonare conquistando successivamente un rimbalzo difensivo sul quale Lowry lo travolgeva regalando due FT al capitano per l’87-91.
DeRozan da tre da destra oltre Batum quasi imitava il compagno di reparto a livello di difficoltà ma nonostante a :35.2 l’allungo di VanVleet dalla lunetta (92-99) più o meno lasciasse le chance che avrebbe Pierino di conquistare Belen, un big shoot di Kemba spostandosi in aria sulla bomba da tre proveniente da destra, riportava sul -4 la squadra in tenuta bianca.
A :17.0 secondi dal termine Walker avrebbe la possibilità di riportarci sul -3 (finta e fallo di Ibaka che aveva abboccato al pump fake di Walker) ma dopo il time-out tra i due liberi, Kemba mancava il secondo libeo, lasciando sul 96-100 il match.
Nello stillicidio di liberi finale, un paio d’errori dei Raptors consentivano al 2/2 di Lamb a :06.3 dalla fine di riportarci realmente a un solo possesso di distanza (98-101) seppur lungo.
Sulla rimessa passavano quasi 5 secondi, alla fine gli arbitri la davano buona e Lowry era fermato da Zeller con il fallo.
Il 2/2 toglieva le ultime speranze fissando il 98-103 finale con la bomba di Walker sulla sirena a spegnarsi sul ferro.
 
Pagelle
 
Walker: 6
27 pt., 6 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata. 8/23 al tiro e un 3/12 da fuori… Insiste troppo con la soluzione da oltre l’arco anche se cerca e trova un canestro notevole nel finale come regala altre perle andando un po’ sopra la media stagionale, ma è troppo frettoloso con un paio di conclusioni nell’ultimo quarto, sembrate quasi a voler replicare personalmente ai canestri della controparte Lowry. Deve essere più freddo e ragionare di più. Il libero mancato nel finale non lo considero, alla fine, non avrebbe spostato nulla. Discreta gara ma abbasso il voto questa volta per questa lacuna in certe situazioni sul possesso non sembra un clutch player, anche se quando s’infiamma è dura fermarlo.
 
Batum: 6
10 pt., 6 rimbalzi, 8 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Continua con percentuali da giocatore scarso. Nel finale non è fortunato su un tentativo di tripla ma forza anche un due punti in uno contro uno dalla destra. Influenza un tiro di Valanciunas toccandogli anche la sfera (credo) nell’ultimo quarto. Buoni gli assist ma complessivamente il tuttofare spreca troppe occasioni al tiro prendendosi la tripla di DeRozan in faccia nell’ultimo quarto.
 
Kidd-Gilchrist: 5,5
8 pt., 4 rimbalzi. Finisce con 4/7 al tiro giocando 18 minuti. Si nota in serata che non è un giocatore completo. Non vede su una transizione sul lato debole Walker che salta letteralmente per farsi dare la palla da smarcato… Se gli capitano certe possibilità non le sfrutta, mancandogli ad esempio il tiro da fuori che pur, un paio d’anni fa aveva accennato con buoni risultati. Subito abortito si è trasformato in un difensore aggressivo ma normale. I rimbalzi ci sono, deve ricorrere a tre falli in serata.
 
M. Williams: 5
 
2 pt., 4 rimbalzi, 1 stoppata. Gioca 21 minuti. Spara con 1/6 dal campo e in difesa dopo azione prolungata è troppo morbido nella chiusura di Lowry. Si piazza basso sule gambe se l’avversario parte da fermo fuori, ben predisposto, sta attraversando però una fase d’appannamento. Prende un paio di rimbalzi lunghi difensivi nella terra di mezzo senza rivali poi uno 0/3 con tripla storta da diagonale destra vista già in partenza.
 
Howard: 6
10 pt., 10 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. Chiude con un 4/9 dal campo in 23 minuti. Rimane in panchina, chiude Zeller nell’ultimo quarto. Da verificare se i problemi alla costola si siano acuiti. Di sicuro se la gioca con Valanciunas, anche se il centro europeo è molto bravo in certi frangenti a batterlo. Sul tabellino è segnalata una sola stoppata benché me ne ricordi due su Valanciunas. Mistero. A ogni modo raggiunge il minimo sindacale per la doppia doppia, ai liberi rimane al 50% e commette solo un TO per fallo offensivo nell’1vs 1.
 
Lamb: 6,5
16 pt., 1 rimbalzo, 2 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 5/11 al tiro. Spesso contro Toronto Jeremy è stato positivo. Si ripete anche stanotte. Tecnico a parte, chiude il primo tempo come top scorer tra gli Hornets e aggiunge 5 pt. nel finale. Commette tre TO ma due sono sospetti (un fallo e un pallone deviato da un difensore oltre il fondo). 5 falli, ma in difesa ci prova sempre con passione, anche nel finale saltando a due mani davanti al tiratore. Bella la steal con conclusione da tre punti in due parti.
 
Kaminsky: 6
15 pt., 4 rimbalzi, 1 rubata. Finisce con 3/10 dal campo. Una forzatura ai 24, si va a prendere 8 liberi e non ne fallisce uno. Dal campo si vede nell’ultimo quarto quando mette un paio di tiri utili a rientrare.
 
C. Zeller: 6
6 pt., 7 rimbalzi, 1 rubata. Rientra come sa fare lui, con grinta. Spunta sui tap-in e in difesa lotta a rimbalzo con fortune alterne. Chiude al posto di Howard non facendolo rimpiangere per energia. ¾ dal campo, espulso per sesto fallo sull’ultima azione da punti (due FT di Lowry per il 98-103 finale), a lui è toccato l’ingrato compito. 24 minuti d’apparizione.
 
Carter-Williams: 5,5
4 pt., 4 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate. Si fa male alla spalla sinistra per un fallo di Lowry sull’alzata. Riesce a rientrare in campo con una fasci nera per la spalla in neoprene ma al tiro è sempre lui. Compensa con la difesa ma non del tutto.
 
Graham: 5
0 pt. (0/0). Toccata e fuga e una riga di zero completa nel tabellino. Me lo ricordo solo per essersi fatto scappare .J. Miles molto facilmente.
 
Coach Clifford: 6,5
I voti del team forse oggi sono stati un po’ più bassi del solito, usando un metro più rigidamente severo, calcando la mano sulla L, ma la squadra può superare le lacune e tornare a vincer presto. I time-out sono perfetti, le scelte dei singoli giocatori non sempre…Mentre chiudo il pezzo, Phila è avanti 83-72 a Milwaukee. Se dovesse vincere, avremmo “più a tiro” anche i Bucks un po’ in crisi, oltre agli Heat, a patto di vincere le prossime cruciali due partite…
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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.