Game 64; Charlotte Hornets Vs Detroit Pistons 118-103

chadet0
 
Sottotitolo; Incubo Meccanico Vs TrenHornets
Courtney Lee finirà con 15 pt. (7/9).

Courtney Lee finirà con 15 pt. (7/9).

 
I carrozzati Pistons scendevano in North Carolina decisi a schiacciare e stritolare tramite la loro potenza in avanti fatta da cm e peso i Calabroni, il cui esoscheletro non solo ha retto, ma a sua volta ha contrattaccato dei Pistons parsi rugginosi in alcuni elementi (soprattutto Drummond), così trovato il ritmo più gioco di squadra sin dall’inizio e infilati canestri pesanti con un Marvin Williams “in the zone”, hanno avuto la meglio sulla marchionnesca truppa di Van Gundy.
In realtà Drummond si è mal mosso, Clifford ha fatto un bel lavoro sul pick and roll, tanto che a esaltarsi per i blu del Michigan è stato Caldwell-Pope, autore di 24 punti, non tutti facili.
L’incubo però si è dissolto da subito nonostante il classico rientro concesso agli ospiti nel terzo quarto, nell’ultimo però i Calabroni sono seconda squadra in tutta la NBA per quanto riguarda le percentuali al tiro concesse agli avversari, strette le maglie, la pentola a pressione dei Pistons è saltata in aria nel finale.
Il treno Hornets prosegue la sua corsa e fa la sesta tappa consecutiva con la W.
Lin sale, anche nelle prestazioni.

Lin sale, anche nelle prestazioni.

 
L’amico di Clifford Stan Van Gundy proponeva la seguente formazione; R. Jackson, Caldwell-Pope, T. Harris, Marcus Morris e Drummond.
Gli Hornets si affidavano invece ai soliti; Walker, Lee, Batum, M. Williams e C. Zeller.
 
Zeller iniziava bene per Charlotte vincendo la palla a due contro Drummond, Kemba proseguiva bene l’azione passando a Lee, il quale girava a ricciolo dietro un blocco di Zeller per prendere verticalmente l’area e alzare un floater vincente per i primi due punti della partita.
A 11:08 arrivava il pareggio per mano di Caldwell-Pope; jumper dalla media infilato nonostante la stretta marcatura di Lee.
A 10:43 uno scambio tra Walker e Batum era produttivo; il francese restituiva dietro la linea dei tre punti la palla a Kemba, che con un pochino di spazio non ci pensava sparando immediatamente e colpendo il bersaglio per il 5-2.
Marvin a 10:06 sfruttava un ottimo tap-off di Cody che teneva vivo il pallone e segnando l’8-2 con la bomba costringeva Van Gundy al primo time-out.
A 9:46 i Pistoni segnavano ma più per merito di un indiavolato Caldwell-Pope che riusciva a battere Lee che faceva più del massimo per saltargli addosso e contrastare il tiro.
Poco male perché a 9:29 Batum con un fade-away frontale, sul quale il difensore si staccava autonomamente, infilava due punti portando in doppia cifra i Calabroni che si portavano sul 13-4 quando Marvin sparava la tripla in faccia al suo difensore dalla diagonale sinistra.
Morris rispondeva dall’altra parte da qualche cm più indietro anche se dalla stessa posizione e portava il tabellone sul 13-7 iniziando una rimonta per gli ospiti che li vedeva tornare a un punto quando Caldwell-Pope su uno scarico prendeva palla nell’angolo sinistro e metteva la tripla del 13-12.
Un jumper magari non così compostamente da manuale di Lee, anzi, piuttosto ai livelli con contorni da silhouette gotica era ancora più bello esteticamente da vedere quando s’infilava nella retina.
A 7:09 Charlotte passava ancora con Zeller; passaggio di Batum, veloce e decisa entrata in corsa di Cody che segnava con una cutting dunk. Dopo due liberi realizzati da Jackson tornava in auge Marvin Williams che a 6:35 sfruttava una serie di ribaltamenti sui lati per colpire da una fetta piuttosto centrale con la bomba del 20-14.
R. Jackson però teneva sulla corda i Calabroni rispondendo da tre 15 secondi più tardi, Marvin però era on-fire e dalla baseline sinistra si girava per un gancio che infilava trovando solo il cotone nonostante vi fosse l’opprimente opposizione del difensore davanti a lui.
Un jumper dalla media dell’inaspettato Caldwell-Pope non faceva rilassare la squadra del North Carolina, la quale tuttavia si affidava ai suoi ritmi d’attacco per scardinare la difesa dei Pistons.
Era il caso di un pallone dato a Zeller con i tempi giusti; l’airone bianco s’infilava in mezzo alla difesa, Drommond con una manata gli diceva no e lo mandava in lunetta da dove Cody recuperava i due punti mancanti. Da un raddoppio su Harris nasceva il recupero difensivo di Marvin, dall’altra parte Lee portava la minaccia passando a Cody per un’altra infilata.
I Pistons perdevano olio dalle articolazioni e commettevano un altro fallo su Cody; la storia si ripeteva dalla lunetta con un 2/2 perfetto che consentiva a Charlotte di raggiungere un +7 (26-19) a 4:38 dalla prima luce rossa.
Kemba tentava di andare per il +9 ma la stoppata di Baynes serviva solo a mandare la palla oltre il fondo; rimessa e open di Lin, tre punti e Pistons a -10.
Detroit chiamava time-out con un Van Gundy infuriato che si calmava per un attimo al rientro quando Marcus Morris segnava due punti.
Lo stesso giocatore però in difesa alzando le braccia su Jefferson era dato reo dagli arbitri di un tocco sul tiro del nostro centro. Salomonicamente Big Al dalla lunetta splittava, visto che anche il contrasto era stato un po’ ricercato abilmente dallo stesso nostro centro.
Un sottomano in penetrazione di Harris anticipava altri due punti dei Pistons ottenuti dal caldissimo Caldwell-Pope; il numero 5 avversario si metteva in ritmo e tirava sopra Kemba dalla destra da posizione piuttosto lontana.
A 1:50 Big Al si girava verso la linea di fondo dal post basso sinistro e metteva il suo classico tiro portando il match sul 32-25.
A 1:33 faceva notizia il primo errore del n°5 avversario che tuttavia sulla baseline destra prendeva il rimbalzo e appoggiando al vetro convertiva due punti sulla stessa azione immediatamente.
Un floater di Jackson mandava la gara sul 34-29 a un minuto dalla prima sirena, tuttavia Kemba voleva chiudere con un divario più ampio e rompendo il raddoppio con finta da fermo andava a penetrare, tiro corto ma fallo subito.
Due liberi a segno che nemmeno undici secondi più tardi erano contrastati da una tripla di Blake.
A dire l’ultima nel quarto però era Kemba, abilissimo a ondeggiare in penetrazione e a evitare i difensori in salto; appoggio perfetto e finale di frazione fissato sul 38-32.
 
Freddo inizio di quarto per le due squadre nel secondo periodo che a 10:39 trovavano un canestro a mezzo liberi (fallo di Jefferson su Baynes), seguito da uno dal campo di Morris.
Per vedere un canestro di Charlotte occorreva aspettare sino a 9:14 quando Batum dalla sinistra infilava un tiro per il 41-34.
Qualche errore da parte di Charlotte ancora dava la possibilità ai Pistons di accorciare con tre liberi sul -4, per fortuna Lin sverniciava in partenza Blake andando quasi a schiacciare appoggiando in maniera impressionantemente atletica a livello del ferro a 7:39.
M. Morris con due punti nel pitturato iniettava benzina per i Pistons ma a 7:03, dopo aver effettuato alcune finte sul posto per prender le misure, Jefferson batteva Drummond con il tiro dalla media sinistra.
Pistons e Hornets aggiungevano un punto a testa dalla lunetta (Drummond/Batum), ma lo stesso Drummond schermato dalla difesa degli Hornets abile a mettere pressione sparava un razzo che avrebbe dovuto essere un’apertura in angolo destro dove in realtà non si trovava nessun giocatore in maglia blu.
Il time-out di Detroit non serviva perché Zeller segnava il 48-40, la difesa di Charlotte ronzava fastidiosamente intorno a Drummond i cui cm gli consentivano di prendere il rimbalzo e successivamente di guadagnare due liberi.
Fortunatamente per noi la mano del centro avversario non era educata e falliva ambo le conclusioni.
Una spinta su Marvin di Harris a 4:40 con la nostra PF impegnata in allungo dava due FT a Charlotte che ne sfruttava uno, il duello tra i due si ripeteva e in attacco il giocatore dei Pistons aveva la meglio infilando in penetrazione, tuttavia in difesa Marvin si ritrovava lo stesso giocatore a franargli addosso a palla lontana, fallo e passando dalla lunetta Williams restituiva i punti presi precedentemente.
A 3.51 un tiro in sospensione di lee s’infilava nonostante Johnson con una spinta laterale da dietro lo sbilanciasse; gioco da 3 punti e squadra del North Carolina al comando 54-42.
Harris e Batum proseguivano mandando a segno due liberi a testa, le squadre si rispondevano ancora andando a segno da due punti ma su azione questa volta; toccava a Jackson mostrare una bella penetrazione con palla appoggiata al vetro con angolazione perfetta per eludere l’intervento di Zeller in stoppata, il quale non rimaneva deluso dal tentativo a vuoto e andava dall’altra parte a tener vivo un pallone prendendo un rimbalzo offensivo, Lee ringraziava e sulla seconda possibilità a 2:11 segnava con un buon tiro da sinistra.
Marvin nel duello con Harris si arrangiava, per gli arbitri erano due liberi, affondati poi dallo stesso numero 34.
Charlotte metteva l’ipoteca sulla gara quando a 1:44 tra il boato di stupore e ammirazione del pubblico infilava un velocissimo catch n’shoot da tre (diagonale destra) punti con Batum, poi da una rubata di Lee si creava l’occasione per Kaminsky Leggermente più spostato sul lato a destra rispetto al francese, che, sempre da dietro l’arco segnava un altro tris di punti a 1:22 e portava il punteggio sul 64-48.
Per un fallo su Kemba gli arbitri assegnavano anche tre liberi al nostro play che proseguiva il momento magico per Charlotte nella partita.
Tre su tre e 67-48 (+19).
Il quarto terminava però con un 2-5 Pistons (2 liberi Detroit, bel tiro cadendo all’indietro di Kemba a battere dal post basso destro Baynes e tripla buzzer beater di Johnson che si divertiva a saltellare sul ferro sino all’accensione della luce rossa e a ricadere dentro per il 69-53 a chiudere la frazione con le squadre al rientro negli spogliatoi.
Marvin Williams in allungo sulla baseline destra. Finirà con 22 punti.

Marvin Williams in allungo sulla baseline destra. Finirà con 22 punti.

 
Al rientro dopo l’intervallo le squadre sembravano raffreddarsi, motori a 4 cilindri però azionavano i Pistoni che dopo un minuto e trenta di nulla segnavano un open dalla sinistra con Harris.
Jackson dalla linea dei liberi segnava due punti in jumper nonostante l’uscita di Zeller e Clifford chiamava time-out.
Zeller segnava subito dopo il break appoggiando al vetro con movimento ampio circolare del braccio destro, c’era preoccupazione invece quando dalle stesse parti del pitturato s’infilava Kemba, ormai vistosi battuto Jackson ancorava con una cravatta al collo Walker in salto e con l’altra mano (fortunatamente non contemporaneamente, dopo aver mollato la presa) inarcava ancor di più la schiena di Kemba spingendolo.
Walker rimaneva giù ma alla fine si alzava senza problemi.
Flagrant 1 per Jackson, due liberi realizzati a 9:25 per Charlotte che con la palla in mano cinque secondi dopo ne aggiungeva altri due; passaggio schiacciato di Walker in diagonale per Batum, il francese usciva da un blocco di Zeller fatto benissimo e infilava fronte a canestro. Nonostante Jackson andasse a segnare oltre Zeller, Charlotte sembrava ancor poter amministrare tranquillamente il largo vantaggio; su una transizione di Walker portatosi sulla destra non rimaneva che l’imbarazzo della scelta, doppia opzione, alla fine sovrapposta, alley-oop alzato per Batum che infilava a 7:13 il 77-62.
Harris era bravo quel tanto per segnare dal pitturato spostando le braccia per evitare la stoppata, Marvin però era perso dall’altra parte nell’angolo sinistro; il n°34 andava in raddoppio su Kemba, lesto a servire l’uomo rimasto libero che puniva di tripla per l’80-64.
Un parziale di 1-8 pro Pistons però iniziava a preoccupare Clifford che riceveva da Marvin un po’ di vitamina; tripla in faccia a Harris a 3:32 e +12 Charlotte (84-72).
Pope però segnava una tripla mentre Kemba la falliva dall’altra parte, Marvin con un rimbalzo teneva palla ma Kemba in penetrazione scaricava in rimessa laterale direttamente.
Pope batteva Lin e i Pistons tornavano sul -5. Per fortuna Kemba cercando il contatto con Bullock lo trovava; due tiri liberi (grazie alle sue finte) corrispondevano ad altrettanti punti, i quali consentivano ai Calabroni di andare sull’88-81 al breve riposo prima dell’ultimo periodo.
Sulla leva del cambio per i Calabroni erano già attivi alcuni panchinari di lusso, Jefferson compreso che infilava subito due punti portando a 90 Charlotte.
Kaminsky era l’altro lungo che aiutava la squadra in divisa bianca ad aumentare il divario, spalle a canestro, spin e contro spin dall’altra parte in avanzamento, giro e tiro favoloso per due punti su Drummond che commetteva anche fallo.
Niente da fare sul libero, ma a 10:36 Charlotte si portava in doppia cifra di vantaggio.
Caldwell-Pope segnava il suo 24 punto e a 9:42 una tripla di Marcus Morris portava a -6 la truppa Van Gundyniana.
A 9:14 un tiro frontale ignorante di Kaminsky con schiena all’indietro beffava il difensore su di lui; il tiro aveva i giri giusti nonostante il ferro e il vetro fossero colpiti prima di venire a contatto anche il materiale tessile.
Era Lin poi a dare la spinta che abbatteva definitivamente Detroit; prima una tripla in attacco, poi un anticipo su Caldwell-Pope perfetto partendo da dietro gli lasciava il vantaggio di partire già in corsa, sulla transizione serviva Lee sulla destra del pitturato che appoggiava due punti facili. Morris segnava un solo libero dei due concessi a 7:49 per fallo di Lee, fazione pistoniana in discesa e affondata definitivamente da un parziale di 6-0 Hornets che vedeva Jefferson in stop & pop a far toccare Charlotte quota 101.
Nel finale entravano le riserve, Hansbrough si esaltava un paio di volte e la squadra di Clifford si portava sul 2-0 contro i Pistons (vincendo 118-103) in stagione vincendo la serie (che quest’anno è composta da sole 3 partite).
chadet1 chadet2

 

Pagelle:

Walker: 6,5

16 pt. (3/11), 8 assist, 1 rimbalzo, 1 rubata. Una serata discrete, non al tiro in percentuale ma serve in fase assist. Limita i suoi assalti personali. Risparmia un pizzico d’energia che potrà servire questa notte in back to back contro Houston.

Lee: 7

15 pt. (7/9), 6 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Buone percentuali in attacco. In difesa inizia su Caldwell-Pope che trova canestri nonostante Courtney difenda bene. Sale di tono durante la gara, difende meglio e attacca meglio con alcuni canestri perla e un gioco da tre punti. Nel finale punti preziosi.

Batum: 7

17 pt. (6/15), 11 assist, 5 rimbalzi, 2 rubate.  Va in doppia doppia, smista ben 11 assist. Pazzesco.

M. Williams: 7,5

22 pt. (7/12), 6 rimbalzi. Inizia benissimo con le sue triple. Fondamentale anche in qualche momento di difficoltà. Mano utile, terminale pesante di un gioco di squadra che lo esalta.

Zeller: 7

10 pt. (3/4), 4 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate, 2 stoppate. Alcune belle azioni difensive portano Charlotte a uscire indenne da alcuni attacchi. Drummond non combina nulla e in attacco arriva in doppia cifra.

Lin: 6,5

8 pt. (3/7), 1 rimbalzo, 2 assist, 2 rubate. Buon canestro quasi in schiacciata prima, sprint finale poi con difesa/attacco che produce punti per allontanare i Pistoni.

Jefferson: 6,5

12 pt. (5/10), 4 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. Punti utili dalla panchina. Un po’ troppo falloso, anche se utilizza il mestiere regala qualche libero.

Lamb: 5,5

2 pt. (1/5), 4 rimbalzi. Continua a litigare con il ferro senza ritrovare naturalezza nell’andare a canestro.

Kaminsky: 7

10 pt. (4/6), 4 rimbalzi, 2 stoppate. Due giro e tiro nel finale da applausi e una tripla nel primo tempo che contribuisce ad aumentare il margine di sicurezza, 2 stoppate aiutano a proteggere il canestro.

Daniels: 6,5

2 pt. (1/1), 1 assist in 2:42 come i giocatori sottostanti. Entra nei minuti finali e segna subito, anche con silhouette piegata a krumiro Bistefani. Pronto all’uso. Meriterebbe qualche minuto in più.t

Harrison: s.v.

0 pt. (0/0), 1 assist. Perde un pallone ma si vede poco con briciole di tempo a disposizione.

Hansbrough: 6,5

4 pt. (2/2), 1 rimbalzo. Si esalta un paio di volte con buoni canestri. Il pubblico lo applaude.

Gutierrez: 5,5

0 pt. (0/1), 1 rimbalzo, 1 assist. Perde un pallone ed è un po’ lento nel portar palla, fa scorrere il tempo e fallisce un tiro che risulta troppo corto, senza possibilità d’entrare. Un assist e un rimbalzo.

Coach Clifford: 7

Imbriglia Drummond e i pick and roll di Van Gundy. Le triple stanno facendo la differenza rispetto l’anno scorso, se giochiamo bene e ribaltiamo l’azione molti avversari vanno in crisi. La squadra gioca sui ritmi in attacco e sulla pressione ossessiva in difesa. Nell’ultimo quarto siamo il secondo team per percentuali dal campo concessi agli avversari. Non è un caso che  questa tenacia abbia portato anche a vincere ben 5 supplementari (tutti quelli disputati).

 

Questo articolo è stato pubblicato in Games da igor . Aggiungi il permalink ai segnalibri.

Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.