Game 65; Charlotte Hornets @ Utah Jazz 66-94

Per una notte Salt Lake City si riprende l’aggettivo Great (sua vecchia denominazione storica) davanti all’attuale nome ufficiale.
Contro una delle squadre più in forma dell’intera NBA (5 vittorie di fila), anche se non avrebbe niente da dire per quel che riguarda gli obiettivi stagionali, gli Hornets escono subito di scena.
I Jazz nel primo tempo sentono dodici volte il suono della retina da oltre l’arco, mente Charlotte strimpella qualcosa, troppo poco il gioco collettivo per portare risultati concreti, così a metà tempo la gara è già persa e con poche note positive.
Charlotte scivola così al decimo posto in classifica, complici le vittorie di Boston, facile 108-89 in casa su Phila e Miami che batte in una gara che ha avuto poche storie Cleveland. SoloIndiana perde con Toronto nella notte, ma rimane avanti.
Una preziosa vittoria per 106-92 per gli Heat. Gli Hornets sono sempre lì, ma per rimanere attaccati ci vorrebbe una vittoria nella notte nel back to back a Los Angeles sponda Clippers.

Gerald Henderson. Insieme a Mo e Kemba hanno giocato male nella notte.

Gerald Henderson. Insieme a Mo e Kemba hanno giocato male nella notte.

Ritrovato insperatamente Jefferson dopo solo una gara e mezza fuori, i Calabroni (in viola) di coach Clifford se la giocavano con; Mo Williams, Henderson, Kidd-Gilchrist, Marvin Williams (ancora fuori Zeller i cui trattamenti alla spalla non sono stati efficaci) e Jefferson, la squadra di Quin Snyder (in bianco) rispondeva con; Exum, Hood, Hayward, Favors e Gobert.

Gli Utah Jazz iniziavano decisi la partita attaccando il canestro con Hayward.
Dalla sua penetrazione frontale la franchigia dello Utah guadagnava due liberi a causa di un tocco di Mo Williams in aiuto.
A 11:39 i Jazz si portavano in vantaggio 0-2, anche se a 11:23 la squadra di Snyder veniva raggiunta da Jefferson, il quale riceveva da Mo Williams. Big Al piazzato sulla baseline sinistra dalla media distanza aveva lo spazio per mirare e infilare la palla nella retina.
I Jazz ci provavano con quella che sarebbe divenuta la loro mossa risolutiva, cioè il tiro da 3 punti.
Sulla prima conclusione Exum era freddo però, non riuscendo a mandarla a bersaglio, seguivano una serie di errori da parte delle due squadre, poi Utah segnava due volte e l’appoggio dal pitturato di Gobert al vetro costava il 2-6 a Charlotte, la quale reagiva con Mo Williams e il suo tiro dalla sinistra in uno contro uno che riportava i Calabroni a un possesso. Utah perdeva palla e MKG dall’area con un jumper frontale ristabiliva la perfetta parità. Utah però iniziava il suo show a 7:57 con Exum, il quale realizzava da 3 punti e anche se Mo 12 secondi dopo si ripeteva riproducendo un’azione simile alla sua precedente mettendo un gran tiro dalla baseline, anche Dante continuava a ripetersi.
Dalla stessa posizione e libero Exum realizzava la tripla dell’8-12. Clifford memore della partenza a handicap con i Bulls avvenuta per colpa delle troppe triple subite si affrettava a chiamare time-out. Il time-out non portava consiglio agli Hornets con Mo Williams che tentava la tripla; nulla da fare per lui, buona invece quella di Hayward per l’8-15.
I Calabroni a 6:29 avevano uno dei pochi buoni sussulti della partita, anche a causa di una pressione difensiva notevole dei padroni di casa. Da una penetrazione di Mo Williams chiuso sotto canestro da 3 avversari nasceva un assist volante del nostro play a passare i suoi marcatori; la palla era diretta sulla sinistra dove incontrava Jefferson a pochi passi che da solo metteva il tiro con i tre difensori fuori gioco.
Utah non si fermava da oltre l’arco e a 5:55 Hayward si ripeteva, Mo Williams cercava d’imitare Gordon ma falliva due bombe, nel mezzo c’erano due entrate di MKG entrambe fermate irregolarmente che fruttavano 3 punti ai Calabroni dalla lunetta per il 13-18, le ripetizioni delle azioni in questa fase erano più cicliche delle stagioni e Hayward da tre punti si confermava a 3:19 per il 13-21.
La stagione invernale affliggeva gli Hornets, colpa maltempo difensivo nelle chiusure; il diluvio di triple piovuto sul canestro che non intendeva arrestarsi aveva il nome di Burke a 2:54.
Clifford si chiudeva in casa chiamando un altro time-out e cercando di far aprire l’ombrello ai nostri ragazzi ma nonostante a 2:27 Mo Williams finalmente trovi la tripla avendo un po’ di spazio, a 2:02 Exum segnava un’altra tripla, gli Hornets sbagliavano qualche tiro con Mo, Lance e Jason Maxiell, così a 5 secondi dalla prima sirena Millsap mandava dentro un’altra tripla chiudendo il quarto a favore dei Jazz sul 16-30.

Gli Hornets si apprestavano a giocare un secondo quarto con la panchina in campo per le solite rotazioni proposte da Clifford tentando di ripetere il rientro avvenuto con i Bulls.
La situazione si aggravava esattamente come nella partita precedente quando prima Lance sbagliava un jumper, poi Burke metteva la tripla del +17 Jazz (16-33).
Gli Hornets guadagnavano un punto con un libero di Biz e due di Henderson ma Hood segnava ancora da tre seguito da un due punti di Millsap per il +21… 19-40.
Su una ripartenza Hornets i Jazz spendevano un fallo a centrocampo, Walker tirava da lì mettendo un tiro non valido (appena dopo la continuazione).
Lo stesso Kemba falliva un tiro da due punti sull’azione successiva.
Hood a 9:07 faceva proseguire l’incredibile serata fatata (per i Jazz) da oltre l’arco.
La difesa degli Hornets iniziava a dare segni di cedimento strutturale e mentale, i Jazz prendevano rimbalzi offensivi e guadagnavano anche tiri da sotto aumentando il loro margine di vantaggio a 30 punti.
Kemba a 6:04 segnava dalla lunetta portando gli Hornets sul 21-49 ma i punti tornavano 30 con il raddoppio di Jefferson sulla linea di fondo; sullo scarico la palla passava e Gobert da solo schiacciava tranquillamente senza opposizione.
Charlotte aggiungeva 4 punti, ricevendone due dai FT di Stephenson e altrettanti da Jefferson, il quale segnava al secondo tentativo dopo un bel pick and roll giocato con Mo Williams.
Lance iniziava a farsi vedere grazie a un crossover pazzo che lo portava nel pitturato contro due avversari, ormai sotto canestro cercava il contatto e poi la separazione per il tiro.
Gli riusciva tutto bene; canestro e libero mandato dentro per il 28-51. Utah tuttavia giocando sul velluto in virtù del margine ottenuto metteva una tripla anche con l’australiano Ingles.
Charlotte non riusciva a reagire e finiva negli spogliatoi in ritardo di ben 31 lunghezze sul 30-61 ormai avendo già mollato gli ormeggi…

Se poi nella ripresa per vedere un canestro dovevano passare 2:11 e questa realizzazione era dei Jazz si capiva che il risultato non sarebbe più stato messo in discussione.
Era Hood a tirare da 3 frontalmente su uno scarico con Henderson che alzava un braccio inutilmente sul tiro.
Dopo il time-out il tempo scorreva, e se Henderson dalla baseline con un tiro dalla mid range riusciva a metter uno dei pochi tiri effettuati nella sua serata, Hood da 3 punti metteva il 34-71.
A 6:17 MKG in entrata guadagnava la linea di fondo, chiuso, scaricava da sotto canestro al corner sinistro per Marvin Williams che non tradiva la fiducia con i tris di punti.
Altra azione da segnalare di Stephenson che sulla baseline sinistra tentava il crossover, passava al tiro ma trovava un contatto che lo portava a tirare alzando a una mano e a gambe aperte in una simil posizione air-jordaniana che gli portava bene poiché ne usciva un bel canestro, sebbene sbagliasse il libero addizionale facendo rimanere il punteggio sul 43-81 Il finale vedeva Lance sbagliare un jumper, Favors andare a segno, Walker mettere l’unico tiro di serata (una tripla passando verticalmente dietro un blocco) e Favors chiudere con altri due punti prima dell’errore di Stephenson allo scadere che visibilmente contrariato aveva un gesto di disappunto tornando verso la panchina.
Il punteggio era di 46-85 e Clifford ormai pensando alla gara contro i Clippers poteva dar spazio alle seconde linee in maniera abbondante e generosa.

Charlotte iniziava bene l’ultima frazione con un parziale di 10-0.
Maxiell riceveva in post basso, si voltava e a 11:26 segnava utilizzando la tabella, Biyombo stoppava alla grande il tentativo d’appoggio di Ingles, Stephenson quindi produceva otto punti di seguito; a 10:20 il crossover di Lance batteva il suo difensore e l’alzata ipnotica della sfera riusciva a evitare anche il tentativo di stoppata dell’aiuto, in difesa subiva sfondamento, poi a 9:17 realizzava due liberi per fallo di Ingles, ancora andava in elegante appoggio al vetro con un’entrata verticale e infine a 8:10 dopo un palleggio dietro la schiena, infilava nuovamente con un fade-away frontale per il 56-85.
Il parziale era interrotto da Utah con Hood a 7:50 con un jumper.
Kemba giocava qualche minuto ma in entrata rilasciava anche un air-ball, Vonleh dimostrava forza e tempismo rifilando una buona stoppata a Burke e nel finale due triple di Daniels (se fossi Clifford inizierei a utilizzarlo maggiormente anche perché Steve Martin, commentatore degli Hornets dice che in allenamento impressiona) davano un finale meno pesante nel punteggio.

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Troy Daniels, 2/2 da 3 punti nel finale.

 

I Jazz hanno commesso più turnover degli Hornets (7-14) e hanno rubato meno palloni (3-5), hanno commesso più falli (19-11) e hanno messo a referto solo una stoppata in più (5-4) ma sono andati sicuramente meglio nella statistica assist (19-9), nelle % dal campo 15/24 da 3 contro il 5/19 degli Hornets per un complessivo delle due squadre di 23/78 Hornets e 32/78 Jazz…
Ciò che ha determinato maggiormente il risultato a mio parere (oltre alle triple) è stata la lotta al rimbalzo vinta dai Jazz 47-30 con ben 22 rimbalzi catturati dal lungo francese Gobert.
Adesso occorre voltare subito pagina.
La partita è stata persa, mente e gambe devono tornare fresche.
Bisogna migliorare la difesa sull’arco e provarci sin da subito iniziando con ben altra intensità sul campo dei Velieri stanotte.

Voti

Mo Williams: 4,5
7 pt. (3/12), 3 rimbalzi, 1 assist. Inizia bene con un paio di assist per Jefferson davvero belli, poi non si capisce che gli prenda e inizia a tirare da tre punti. Con il distacco che cresce lui si ostina a tirare anche senza spazio (alla fine farà 1/8), il divario si allarga e le statistiche peggiorano. Un paio di chiusure difensive molli ci costano 6 punti. Colpevole.

Henderson: 5
4 pt. (1/6), 1 rimbalzo, 1 assist. Un po’ molle sulle chiusure ai tiri, in attacco sbaglia quasi tutto quando servirebbero i suoi punti da SG.

Kidd-Gilchrist: 5
7 pt. (2/7), 2 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. Sono rare le volte in cui riesce a vincere il duello con Hayward, notte non all’altezza delle sue ultime prestazioni.

Marvin Williams: 5
3 pt. (1/5), 4 rimbalzi, 1 rubata. Sovrastato a rimbalzo, male in attacco. Il sostituto di Zeller non fa bene.

Jefferson: 6,5
10 pt. (5/11), 7 rimbalzi, 2 rubate. Gobert prende tantissimi rimbalzi, Big Al al rientro mette qualche tiro a inizi partita. Naufraga anche lui alla fine, ma era al rientro.

Walker: 4,5
5 pt. (1/8), 1 rimbalzo, 3 assist, 1 rubata. Perde due palloni, non entra mai veramente in partita. Segna solo una tripla con esitazione. Non di avvicina ancora a livello del Kemba versione inizio anno.

Biyombo: 5
1 pt. (0/0), 4 rimbalzi, 1 stoppata. Qualcosina con le palle conquistate, nullo per i punti segnati…

Maxiell: 5,5
2 pt. (1/3), 4 rimbalzi, 1 stoppata. Un po’ meglio di Biz nella notte ma non eccezionale.

Stephenson: 7
17 pt. (6/13), 1 rimbalzo. Un paio di palloni persi come al solito e qualche tiro sbagliato. Con ancora un po’ di tempo da giocare trova due canestri difficili. Anche nella parte finale segna otto punti consecutivi anche se addolciscono solamente la pillola. Quando attacca il canestro dal palleggio con il crossover e va dentro, spesso è letale.

Taylor: 5
0 pt. (0/6), 2 rimbalzi, 1 rubata in 12:00. Ne segnasse una, sebbene giochi nell’ultimo quarto co le squadre ormai poco tese.

Roberts: 5,5
2 pt. (1/4), 1 rimbalzo, 1 assist in 6:57. Un po’ come l’ultima gara. Ci prende poco…

Vonleh: 6,5
2 pt. (0/1), 5 rimbalzi, 1 stoppata. Gioca a partita strapersa per 6:57. Si prende 5 rimbalzi, mette a referto una bella stoppata, lotta un paio di volte sotto le plance, in una si guadagna i liberi. Sembra in progresso.

Daniels: 6,5
6 pt. (2/2), 1 rimbalzo in 4:33. Mette due triple con buona coordinazione. Contava poco, ma muove il punteggio e fa intravedere che c’è. Se Gerald non è in serata al tiro potrebbe prendersi dei minuti.

Coach Clifford: 5,5
Prova della verità questa sera. E’ lui che non riesce a dare i correttivi alla squadra per difendere anche sul perimetro o sono i suoi che non capiscono o lo ascoltano? I segnali con i Bull c’erano stati. Gli Hornets limitano Favors, ma subiscono qualche tripla che doveva essere contrastata meglio e lasciano spazio ai cm di Gobert che cattura più rimbalzi di Kidd-Gilchrist, Marvin Williams, Jefferson, Biyombo e Maxiell insieme (22-21)…

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.

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