Game 65: Charlotte Hornets Vs Orlando Magic 106-117

Richards.
Il centro di riserva giamaicano ha chiuso con 7 punti, 4 rimbalzi e ben 3 stoppate in 20:16.

Niente di inaspettato allo Spectrum Center.

I Magic hanno più fame e vanno al doppio della velocità degli Hornets che in ottica lottery “controllano” le distanze in W proprio dai rivali sul parquet.

A fine partita coach Clifford citerà proprio la differenza di fisicità messa sul parquet tra i due team come una delle problematiche della partita.

Dopo aver tentato il “Chase the Sun” (citazione da un titolo di una canzone dei Planet Funk) contro Phoenix, agli Hornets, senza LaMelo Ball si sciolgono anche le icariane ali di cera contro i Magic in una partita che dopo le prime battute ha visto subito la formazione ospite prendere il largo approfittando anche della bench (23-47 il confronto punti tra le panchine, tra l’altro McGowens con uno 0/3 insicuro, tutto tentato da fuori l’arco non è piaciuto da quel punto di vista) per arrivare anche a +24 nel secondo tempo.

I numerosi TO concessi ed il 19-31 a rimbalzo (9 gli offensivi quelli di Orlando) a fine primo tempo avevano determinato già uno svantaggio di 16 punti (48-64) deragliato ancor di più ad inizio ripresa.

73-91 a fine terzo quarto con due FT splittati da DSJ, trend che continuava in avvio di ultimo quarto con l’1/2 ancora di DSJ e Mykhailiuk erano compensati da 5 punti di Richards e una tripla di Hayward che segnava a 8:10 l’87-96.

A 4:24, centrando un’altra tripla (29 punti con 4/9 da tre) Oubre Jr. infervorava l’Alveare illudendolo su una possibile vittoria da strappare agli ospiti segnando il 100-107 ma i 17 punti recuperati non scendevano più.

I Magic avevano i colpi (un paio di Fultz) per mantenere le distanze mentre Rozier andava a mancare un appoggio e perdeva un pallone così i Magic portavano a casa la serie annuale sull’1-3.

A livello di statistiche di squadra Charlotte ha tagliato il divario o è passata sopra alla fine anche in diverse statistiche traumatiche alla fine del primo tempo chiudendo ad esempio con un vantaggio di 25-21 negli assist o un 20-14 nei fast break, avvicinandosi anche ai punti segnati in area: 52-54 ma nonostante il 48,7% al tiro dal campo (dato in rialzo nella ripresa) ha concesso comunque il 53,5% agli avversari che hanno trovato colpi da un Banchero da uno skillset ampio o altre estemporanee, ad esempio con uno scoop laterale e da mezza distanza – nel finale – di Harris improvvisato per battere Williams.

I Calabroni quindi rimangono fermi a 20 vittorie nonostante la doppia doppia di Kelly Oubre Jr. (29 punti e 10 rimbalzi), inseguito da Rozier con 22 punti (dopo un primo tempo nefasto, un risveglio) e da Gordon Hayward con 17.

Per i Magic il top scorer è stato Banchero con 31 punti (13/26) mentre Cole Anthony ne ha aggiunti 16, Jalen Suggs 15, Mo Wagner 13 e W. Carter Jr. 12 più 9 rimbalzi a chiudere gli uomini in doppia cifra per i Magic senza player in doppia doppia però.

Per Charlotte i prossimi tre appuntamenti saranno in trasferta, difficile pensare che ne uscirà qualcosa di buono tenendo in considerazione altre variabili come la perdita di Ball, oltre a ciò che si è visto nella notte e a 17 partite dalla fine si spera comunque di concludere questa stagione con qualche altra W per il morale ma la situazione è quella che è rispetto a questi tempi della passata stagione causa perdita di due dei migliori giocatori del roster con Bridges che ha fatto tutto da solo e la preoccupazione a lungo termine per la salute di LaMelo…

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.