Game 65: Charlotte Hornets Vs Orlando Magic 121-81

 
PoziHornets
 
Magic… la Magia d’Orlando, nell’epoca del disincanto vivono ancora molti affabulatori definiti maghi, ciarlatani del nuovo millennio che devono pur mangiare.
I Magic si definirono così in un sondaggio tra i futuri tifosi decise di ricordare Orlando anche per la presenza di Disneyword. L’etimo della parola magia pare però che provenga dal greco megeia/magheia (ho trovato riportate ambo le definizioni) e da magos, sacerdoti zoroastriani dell’antica Persia.
Sicuramente nel senso più stretto del termine la magia sarebbe una “scienza” in grado di sconfiggere il naturale destino delle cose, mutando attraverso gesti, riti o formule magiche, il corso degli eventi.
Le “noiose e banali” leggi fisiche sconfitte dal potere dell’uomo sono un’idea accattivante che ancora attecchisce in varie parti del mondo, ove alcune credenze trattano i maghi locali come dottori e con rispetto assoluto.
Estendendo il concetto al campo sportivo, spesse volte abbiamo udito nelle telecronache moderne enfatizzare il minimo gesto con diversi appellativi quali:
“Magica giocata, eccezionale, fantastico, incredibile, fenomenale, sensazionale, magari più raramente un sovrannaturale o che”… tutto “normale” nell’era della TV a pagamento che ha bisogno d’esaltare il giocatore per buttarlo nel fango il giorno dopo creando una sorta di fenomeno “usa e getta”, un caso umano e mediatico dai contorni forti.
E’ lecito e normale utilizzare certi termini, l’importante è non farne uso continuo dal mio punto di vista poiché abusandone, paradossalmente diventa tutto “magico” e probabilmente oggi bisognerebbe inventarsi un’altra parola per descrivere le giocate “clamorose”.
Magic e Hornets sono due squadre che quest’anno sono di sotto le aspettative.
Se i Magic come massimo traguardo forse avrebbero potuto ambire a un’ottava piazza tirata, gli Hornets che avrebbero dovuto riconfermarsi almeno ai playoffs, sono in grave difficoltà e rischiano di non parteciparvi.
I maghi delle squadre scarseggiano, Ibaka è andato come ingrediente per le lande canadesi, a Charlotte invece l’unico mezzo taumaturgo è Walker, al quale nel pentolone non serve buttar coda di rospo, occhi di cerbiatto o che…
L’intruglio di Cho è già andato indigesto ai tifosi che ora sperano in un march madness ricco di soddisfazioni casalinghe per ribaltare i pronostici e infilarsi nella corsa playoffs.
Sicuramente i Magic di stanotte sono la cosa più lontana rispetto alla magia che invece ha trovato Charlotte parlando di chimica.
Partiti bene i ragazzi di Clifford, hanno finito per staccarsi quasi immediatamente e vincer una partita mai messa in discussione e sempre controllata.
La pozione è quella giusta, vedremo se servirà la versione strong contro Pels e Bulls o evaporerà presto.
 
I Magic senza più Ibaka e con Vucevic ancora out schieravano allo Spectrum Center il seguente starting five: E. Payton, E. Fournier, T. Ross, A. Gordon e B. Biyombo.
Gli Hornets replicavano con i soliti noti, ossia; Walker, Batum, MKG, M. Williams e C. Zeller.

Cody Zeller entra in campo durante la presentazione.

 
La partita partiva in discesa per Charlotte che esultava a 11:18 con Batum bravo a metter dentro un drive banking subendo anche il contatto considerato falloso di Ross.
L’azione si concludeva dalla lunetta con il terzo punto. In difesa Charlotte recuperava un pallone che non voleva consegnarsi a nessuno, la steal era assegnata a MKG che andando poi a tirar dall’altra parte del campo, aiutato dal primo ferro, realizzava il 5-0.
Non finiva lì però perché Walker con la bacchetta magica buttava dentro anche l’8-0 andando di tripla…
I Magic si riprendevano e con tre canestri si riportavano sull’8-6. A 9:21 Gordon segnando l’ultimo avrebbe anche la possibilità di portar a 7 i suoi ma dalla lunetta fallendo l’occasione lasciava sul +2 Charlotte si salvava da un canestro di Fournier (sfondamento netto frontale su Walker prima dell’alzata del francese che andava via senza nemmeno discutere) per poi tornare a segnare dopo diversi errori grazie a un passaggio di Batum per la schiacciata di Zeller a 8:24.
Un’alzata perfetta di Payton per Gordon dava la possibilità all’ala grande della Florida di realizzare in maniera spettacolare ma il suo tentativo si stampava mestamente sul ferro, tuttavia Payton trovava comunque poco più tardi l’altro lungo; Biyombo che lateralmente si portava da leggermente a destra a sotto canestro con un passetto laterale a chiuder il rientro dei difensori prima di schiacciare.
A 6:42 Charlotte si riallontanava con Batum bravo a salvare una palla sulla linea di metà campo mentre Kemba onorava la giocata realizzando da tre punti spedendo gli Hornets sul +5 (13-8).
Un pick an roll sulla destra veniva rifinito dal post basso destro da Zeller che spediva la palla al vetro per farla terminare di carambola dentro la retina.
Aaron Gordon a 5:38 rispondeva con una giocata da tre punti ma 19 secondi più tardi una finta e tiro di Batum non dava scampo al proprio difensore.
Orlando non cedeva ancora, infatti, a 4:58 Gordon piazzava un lungo due elevandosi sopra un MKG rimasto a terra con il braccio alzato inutilmente.
Walker allo scadere dei 24 faceva tombola vedendo rimbalzare orizzontalmente la sfera tra i bordi del ferro prima di esser accolta dalla retina.
Un passaggio volante era agganciato da Gordon al livello del ferro, da 5 cm Aaron deviava realizzando il 20-15 ma a 3:59 Belinelli si presentava al nuovo match infilando la sospensione dalla diagonale destra.
Batum realizzava dalla media mentre Wood fermava irregolarmente un tentativo di schiacciata arrogante da parte di Biz.
Buona scelta poiché l’ex Hornets a gioco fermo non realizzava nessuno dei due liberi, Batum non otteneva la continuazione per una spinta alle spalle di Hezonja e pretendeva troppo lanciando con un lob Belinelli che sulla pressione nel pitturato perdeva palla lasciando il coast to coast al connazionale dell’eventuale assist man degli Hornets, ovvero Fournier, bravo a depositar due punti in layup.
Belinelli ci provava anche da tre punti ma non realizzava, DJ Augustin tuttavia commetteva fallo bloccando Williams che entrando in lunetta andava a metter altri due punti nel forziere di Charlotte.
Hezonja realizzava il diciannovesimo d’Orlando ma Roberts a 2:07 mostrava nuova e ottima confidenza spedendo senza fatica la sfera dentro la retina e da oltre l’arco dei tre punti.
I ferri si dimostravano buoni da ambo le parti; prima era Fournier a beneficiarne per due punti, poi Lamb ne metteva (cercato e trovato sulla sinistra da Roberts) addirittura tre e con qualche aiutino in più dell’anello metallico, rispetto al precedente tiro. Hornets ancora sugli scudi; penetrazione frontale di Marco, passaggio in angolo per Lamb, giro palla sull’esterno per la chiusura con tripla frontale di Roberts, ancora una volta a segno con la panchina già in piedi prima che la palla varcasse la retina. Il tiro era buono per il 35-21, la tripla era replicata però dal numero 34 Green ma ad aver l’ultima parola nel primo quarto era Roberts che con un pullup dalla linea di fondo destra, sotto lo sguardo di Jordan, infilava il 37-24 che chiudeva i primi 12 minuti.

Nicolas Batum inizia bene segnando in banker. Finirà in doppia doppia grazie a 10 assist.
2017 NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

 
Il secondo periodo iniziava con due liberi guadagnati e realizzati da Marco a 11:47, Roberts era bravissimo a deviare in uno contro uno la sfera contro un Green lanciatissimo, la deflection era utile per recuperar palla e per non interrompere il fluido di Belinelli, il quale in condizioni difficili metteva dentro altri due punti.
A 10:10 alla festa dell’allungo partecipava anche Williams che dalla sinistra concludeva un driving layup resistendo al fallo di Zimmerman nel pitturato.
La giocata valeva tre punti e gli Hornets s’installavano sul +20 (44-24), anche perché se Orlando segnava, Roberts rispondeva, tuttavia il momento delle nostre due guardie di riserva si esauriva; Marco con un air-balla da tre punti non segnava e Roberts toccando con l’anca e il braccio sinistro (girandosi) D.J. Augustin impegnato al tiro regalava al piccolo dei Magic il suono di tre palloni spediti dentro dalla lunetta.
Qualche evento sparso faceva da contorno al match; Marvin arrivava a 10 rimbalzi, Biyombo continuava a litigare con il canestro ai liberi (0/2), Gordon realizzava con un corto reverse layup su assist di Payton prima del time-out.
Al rientro Kemba non andava a segno ma Batum sulla destra in salto raggiungeva la sfera e a due mani correggeva senza validi oppositori.
Ai 24 realizzava anche Payton, il quale a 5:03 batteva Walker.
Il suo tiro valeva due punti, così come quelli di Kemba che voltandosi rapidamente segnava in pullup sfruttando un po’ di spazio concesso.
Fournier navigando sulla linea di fondo ricevendo realizzava in reverse layup, punti anche questi “cancellati” a 3:10 da Walker che da sinistra spediva dentro ancora una volta.
Biz finalmente segnava ma non dalla lunetta, un buon tap-in a scavalcare la difesa degli Hornets non proprio decisissima, poi era Batum a portar due punti per i bianchi mentre il quarto scorreva… toccava a Payton a 1:41 aumentare il punteggio (54-39) e poi a Biyombo che spezzava il sortilegio ai liberi segnando il secondo dei due liberi concessi dagli arbitri dopo uno 0/5…
Gli Hornets finivano comunque bene il quarto; iconico era lo step back di Walker seguito dal jumper perfetto per il 56-40, nessuno s’immaginava che su una buona difesa di Williams, Wood recuperasse un pallone che, nelle mani di Batum (in transizione), si trasformava in un corto assist orizzontale per l’arrivo frontale di Williams, il quale scrostava la vernice arancio in un duello al sole con Biyombo, spazzato a terra ai bordi del pilastro del ferro dopo la slam dunk poderosa di destra della nostra.
L’unico demerito era d’errare il libero supplementare concesso.
La martellata del 58-40 sarà probabilmente un season highlights degli Hornets che chiudevano così il primo tempo.

Marvin Williams schiaccia su Byombo.
2017 NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

 
Il secondo tempo partiva ancora una volta bene per Charlotte che con i canestri di Marvin (turnaround), Kemba (11:04) e Nic (11:34) con finta su Ross (saltato via) e jumper dalla media sinistra elevandosi su Gordon in aiuto, portava il punteggio sul 64-40 costringendo al break l’allenatore dei Magic.
Dopo il break, un passaggio di Payton in verticale tagliava la difesa di Charlotte a metà mentre Gordon schiacciava senza problemi.
Marvin sulla sinistra andava a contatto con il difensore cecando di farsi strada a spallate, poi vedendo Kemba libero recapitava fuori il pallone per un classico tiro da tre di Kemba, ormai uno specialista da fuori, quindi a 9:18 non tradiva realizzando il 182° tre punti stagionale.
Walker non rimaneva fermo molto a quota 182 perché a 7:37 realizzando la quinta tripla di serata muoveva sulle 183 a segno. MKG in jumper, Gordon ancora una volta abile a segnar un gioco da tre punti precedevano un fallo di Walker su Biyombo, il quale andando ancora una volta in lunetta dimostrava di non saperci fare sbagliando ancora ambo le conclusioni.
Belinelli (2 pt.) a 5:36 cambiava il punteggio dello scoreboard sul 74-48, Payton con una drive e uno scoop faceva toccare con largo ritardo quota 50 ai Magic.
A 4:27 Fournier cercava di recuperare i punti persi rispetto alla tabella di marcia; la sua tripla frontale era il prologo, intervallato da un ½ di Wood, di una dunk in stile Shaq di Biyombo che arrivando ad appendersi al ferro, ondeggiava a ginocchia alzate dopo la dunk.
Belinelli/Batum s’ingegnavano per portar a casa due punti, Wood conservava il risultato smanacciando la palla, anche se l’effetto iniziale sembrava un po’ quello del tentar d’acchiappare inutilmente farfalle, comunque sia palla sfiorata e attacco Hornets con Marco bravo ed esperto nel ricavar altri due liberi messi a segno per il 79-55.
Payton aggiungeva due punti al suo tabellino ma la partita era ormai saldamente nelle mani di Charlotte mentre per Orlando pioveva sul bagnato quando dal post alto sinistro mandava dentro sulla continuazione per un tocco di Hezonja.
Un gioco da tre punti che portava il n°2 di Charlotte a 12 pt. e 12 rimbalzi, i quali divenivano immediatamente 13 recuperando in fase difensiva la sfera sputata dal ferro.
Marvin regalava anche un assist a Marco che riconosceva l’esigenza di metter dentro con un cutting layup per poi mettersi in proprio e realizzare altri due punti.
Il quarto terminava con Gordon e Belinelli in lunetta.
Il 2/2 d’entrambi spostava il punteggio di fine quarto sull’88-62.
L’ultimo quarto era ormai una formalità; a 10:47 un giro palla veloce di Charlotte lasciava interdetta la difesa blu; palla restituita velocemente sull’esterno alto da Marvin a Jeremy che entrava in simbiosi con il numero tre dalla canotta catapultando l’ennesimo macigno sulle spalle dei Magic.
Belinelli a 8:13 in entrata modificava un po’ l’assetto dell’appoggio sulla sinistra ma il tiro risultava efficace, poi andando nel pitturato alto a ricever un pallone si trasformava in uomo assist passando un pallone schiacciato sulla rollata di Zeller esterna a Zimmerman, per Cody non rimaneva altro da fare che schiacciare.
Lamb passava a Wood sotto canestro che all’ultimo istante utile del suo tempo in salto (in discesa) correggeva perfettamente da sotto in maniera volante.
Wood ci prendeva gusto andando a segnare anche il 103-66 in coast to coast a 6:43, quando i Magic chiamavano il time-out.
Gli Hornets mettevano in campo la panchina, qualche third unit, ad esempio Briante Weber bravo a sfruttare l’assist di Roberts da sinistra con un tocco volante sotto canestro pur rimanendo nettamente più basso della linea d’orizzonte del ferro.
A 4:14 Roberts si toglieva la soddisfazione di segnare un altro tre punti con tiro immediato dalla diagonale sinistra, Wood aggressivo guadagnava punti e rimbalzi per rimpinguare il suo tabellino, finiva 121-81 con gli Hornets sul +40, il più grande scarto a favore degli imenotteri dal 1992…
 
Pagelle
 
Walker: 7
23 pt. (9/13), 1 assist, 1 stoppata. Gioca solo 24 minuti e per chi gioca al fantabasket è manna. Non è il classico playmaker da assist, qui latita ma le realizzazioni sono fatte sembrare semplici e questo è un merito. Un 5/8 da tre punti, uno step back marchio di fabbrica e anche il lusso di una stoppata. Terzo a est per numero di triple realizzate.
 
Batum: 7
15 pt. (7/14), 3 rimbalzi, 10 assist, 1 rubata. Le perse sono due, comunque non molte in media per lui, poi c’è uno 0/3 da fuori ma la partita è buona come dimostra la doppia doppia. Parte aggressivo in penetrazione e continua fornendo anche passaggi utili per i compagni.
 
Kidd-Gilchrist: 6,5
4 pt. (2/4), 4 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Gioca solo 19 minuti. Esegue il suo compito difensivo.
 
M. Williams: 8,5
12 pt. (4/6), 18 rimbalzi, 7 assist, 1 rubata. Energia. Una sola persa così come gli errori in lunetta su 5 tentativi. Va in doppia doppia facendo registrare un career high di 18 rimbalzi più alla Dwight che alla Marvin. Non esagera da tre provandoci solo una volta (0/1) ma il 4/6 dal campo lo premia come giocatore dalle scelte intelligenti, in più mette dentro due “extra” resistendo a Zimmerman e trovando un canestro difficile per poi schiacciare in faccia a Biz spazzandolo via. Una dunk sembrata come l’attacco solare del Daitarn 3, una “mina fotonica” dal bagliore accecante. +35 di +/-…
 
C. Zeller: 6,5
6 pt. (3/4), 7 rimbalzi, 3 assist, 1 stoppata. +28 di plus/minus, discreta partita per Cody rimasto in campo 31 minuti. Come al solito sbaglia poco andando sul sicuro con pick and roll o prendendo buone posizioni. In difesa non lo impensieriscono particolarmente.
 
Lamb: 7
10 pt. (4/8), 5 rimbalzi, 3 assist, 2 stoppate. Gioca bene anche nel finale, ma soprattutto prima quando contribuisce con giro palla e canestri, in più due stoppate date.
 
Roberts: 7,5
15 pt. (5/8), 1 rimbalzo, 4 assist, 1 rubata. Potrebbe sembrare esagerato ma ha un +28, 0 turnover, si riprende da alcune prestazioni indecenti e da fuori tira con fiducia realizzando un 3/3… Buon giro palla confermato dagli assist.
 
Belinelli: 7
18 pt. (6/10), 3 assist. Peccato per lo 0/2 da fuori (sembra aver ridotto l’effettivo raggio di tiro ad alta percentuale) ma stanotte mette a referto ben 18 punti segnando con buone percentuali da due. Dalla lunetta realizza un 6/6 confermandosi una garanzia e miglior tiratore degli Hornets a gioco fermo. Utile anche nel gioco di squadra, al quale partecipa attivamente con buoni risultati.
 
Wood: 7
14 pt. (5/6), 5 rimbalzi, 2 rubate, 1 stoppata. Ha voglia e non potrebbe essere altrimenti perché lui gioca poco, ma ha comunque l’argento vivo addosso a prescinder dalle qualità cestistiche. Utile in difesa durante le prime rotazioni, nel finale si togli lo sfizio di andare in doppia cifra.
 
Graham: 6
2 pt. (1/2). Gioca 7 minuti nel garbage time, si nota poco.
 
Weber: 6
2 pt. (1/4), 2 assist. Entra e Roberts lo fa segnare, al tiro “ci prende poco” ma ha visione di gioco e tempistiche per il poco visto e considerando il suo impiego a fine partita contro le seconde linee dei Magic.
 
Coach Clifford: 7,5
Tutto gira a meraviglia. Il suo “Let’s go” stasera non servirebbe nemmeno. Mai in svantaggio, non ha bisogno di chiamare time-out semidrammatici. Fa riposare giustamente nel finale i titolari impegnati domani notte nel back to back contro i “cugini” Pelicans.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.