Game 67: Charlotte Hornets Vs Chicago Bulls 109-115

 
CampanilHornets
 
Le campane hanno sempre esercitato un certo fascino proveniente dal passato; in “Jeeg Robot D’Acciaio” è una campana magica di bronzo miniaturizzata nel petto dal padre scienziato a rendere invulnerabile il protagonista (Hiroshi), che dovrà scontrarsi contro la Regina Himika e i mostri Haniwa.
La civiltà Yamatai fu, con la sua regina Himiko (175 d.C.-248 d.C.), un’imperatrice in contatto con gli Spiriti o Dei, precorritrice della storia comune giapponese con l’idea di Tenno in comunione con gli Dei, durata sino al 1945.
Le Haniwa erano statuette d’argilla che raffiguravano uomini, animali, oggetti, comuni in questo periodo ove anche le campane erano oggetti “comuni”…
Per rimanere in Giappone, oggi, il suono delle fūrin, tipiche campanelle i cui tubicini appesi fluttuanti al vento ondeggiano e si scontrano per riprodurre un caratteristico scampanellio sono utilizzate per tener lontani gli spiriti malvagi dai luoghi abitati (ne ho una regalata da un’amica giapponese, forse servirebbero anche in quel dello Spectrum Center, la cui nuova denominazione non deve aver portato bene detto ironicamente).
Se torniamo nell’ottocento, Charles Dickens (per me uno dei più brillanti scrittori d’ogni tempo), ambientò a Genova un romanzo sociale intitolato Le Campane nel quale il suo personaggio primario (Toby Veck) viaggia attraverso il tempo a ogni rintocco di campana riuscendo a vedere il futuro della figlia Meg, vedova e povera.
Per questo deciderà d’impedirle di sposarsi con un uomo che non porterà miglioramenti alla sua condizione sociale.
Risvegliatosi dal sogno, comprenderà che la cosa più importante sarà la felicità della figlia.
In ultimo, a orario diametralmente opposto alla giornata (si giocava il nostro match partendo dalla mezzanotte), nel 1456, Papa Callisto III° ordinò di suonare la campana a mezzogiorno per pregare per i difensori di Belgrado, sott’assedio di Mehmed II°.
L’ungherese Jànos Hunyadi e l’abruzzese Giovanni da Capestrano respinsero l’attacco, così, in molte località, l’ordine di suonare la campana arrivando dopo la notizia della vittoria, si tramutò in commemorazione della stessa.
Niente di glorioso però a fine match, la Wind City passando a Charlotte interrompeva i sogni (onestamente ormai paragonabili a questi) dei propri tifosi lasciando traccia del proprio passaggio facendo scampanellare quelle fūrin abbandonate al vento che sono divenuti gli Hornets oggi.
Mirotic con 24 pt. (5/12 da tre) chiudeva come top scorer ospite, Butler e Wade salivano sul podio ex aequo con 23 punti con un Rondo era degno di menzione d’onore (20 pt.).
Bulls che iniziavano benissimo da tre punti ma terminavano con un 14/40 da oltre l’arco, sempre meglio del 7/29 di Charlotte che se vinceva la battaglia turnover (6-10), perdeva in quella dei rimbalzi (44-49) e degli assist (25-29).
Qualche rimbalzo offensivo di troppo concesso ai Bulls ha finito per fare la differenza.
A Charlotte non bastavano i 26 del top scorer Lamb ma si dovrebbe già pensare al futuro.
Una squadra più in lotta con se stessa gli Hornets che contro i team avversari, giornata campale del day after, tomorrow per rivedere un progetto che non ha funzionato.
L’aspro vespro odierno servirà a dare l’input alla società affinché i nuovi rintocchi sotto il campanile di Charlotte possano essere onorati da nuovi e più validi giocatori chiamati a raccolta per il prossimo anno?
 
I Bulls scendevano a Charlotte in back to back dopo la sconfitta rimediata a Boston ieri notte.
Il quintetto iniziale era composto da; Rondo, Wade, Butler, B. Portis e R. Lopez con F. Hoiberg in regia.
Clifford invece rinunciava a Batum per un’emicrania, andando a formare il quartetto d’infortunati giacché stasera “rientrava” nelle fila di Charlotte il natio di Chicago Frank Kaminsky.
Charlotte allora proponeva il seguente starting five; Walker, Lamb, Kidd-Gilchrist, M. Williams e C. Zeller.

Il vessillo color teal di Charlotte.
Lo Swarm però non punge più nemmeno in casa.

 
Il primo pallone era giocato dai Bulls, i quali dopo aver guadagnato la palla a due con Lopez, penetravano sino sotto canestro con Wade che serviva fuori Portis, il quale nonostante lo spazio tirava storto.
Charlotte passava al contrattacco ma Zeller vicino a canestro rischiava anche di perder palla prima di servire fuori sulla diagonale sinistra Williams che da ben oltre la linea affondava con precisione la tripla del 3-0.
Rondo lasciato a sinistra da solo si scrollava un po’ di polvere dalle spalle colpendo con la bomba del tre pari, poi R. Lopez da sotto appoggiava il 3-5 per il sorpasso dei Tori, al che Clifford chiamava immediatamente la pausa per discutere sul malfunzionamento difensivo.
A 10:14 MKG attaccava frontalmente Portis che girato in corsa dalla parte del canestro, affiancato alla nostra ala commetteva fallo sul tentativo di stoppata.
La giocata del nostro numero 14 produceva tre punti totali e gli Hornets ripassavano avanti di uno (6-5).
Lopez con una virata in area si liberava di Zeller apprestandosi a schiacciare ma da dietro arrivava il folletto Walker a strappar palla, Lamb a 9:43 con un atletico appoggio direttamente dentro la retina incrementava il vantaggio ma Wade rispondeva con un difficile due punti ottenuto da sotto dopo uno spin.
A 8:58 Lamb era ancora l’arma offensiva prediletta da Clifford che non si pentiva d’averlo schierato al posto dell’assente Batum; due punti dalla sinistra per il 107 al quale tuttavia 19 secondi più tardi rispondeva Wade.
Zeller e MKG non segnavano, Rondo sì e ancora da tre punti iniziava a scoprir la sua superficie dopo esser stato sotto la sabbia.
Il colpo del 10-12 era anche seguito dal pugno preso dal compagno di reparto Wade, uno indigesto a Charlotte… il suo fade-away alzava i punti sicurezza dei Bulls a 4 ma Lamb dalla diagonale sinistra realizzava il 13-14 inaugurando una fase prolifica per gli attacchi, soprattutto quella dei Bulls che colpivano incredibilmente con Rondo (3/3).
Uno swish del pallone passando la retina era il suono che si udiva dopo il jumper di Marvin in uno contro uno dalla media diagonale destra, il primo tiro di Butler entrava nonostante MKG difendesse.
Pesante, poiché il tre punti allontanava ulteriormente i Tori (15-20) ma gli Hornets conquistando un rimbalzo offensivo con Williams realizzavano con MKG da sotto servito da Marvin stesso.
Rondo finalmente falliva un tentativo da oltre l’arco sulla pressione di Kemba, poi era Chicago a chiamare il time-out dopo aver visto un altissimo pallone lanciato in aria da Lamb per sfuggire alla stoppata di Lopez, colpire la parta altra del vetro e discendere nella retina.
Sul 19-20 a 5:19 si rientrava sul parquet con gli Hornets pronti al sorpasso ottenuto per mano di Kemba a 4:49 (21-20), MKG a 3:20 allungava dalla lunetta con due FT ma Chicago guadagnava due FT con il tiro in salto ritardato di Butler da sotto (contatto con Zeller).
Due su due garantito e -1… Kaminsky dalla sinistra non segnava il suo primo tiro dopo il rientro dall’infortunio e Rondo sorprendendo la difesa bianca appoggiava in veloce entrata frontale il layup del 23-24.
Graham attaccava il canestro prendendosi due tiri liberi dei quali solo il secondo aveva fortuna, pareggiando comunque il match. Sembrava una gara in perfetto equilibrio, invece nella parte terminale del primo quarto i Bulls facevano il break a suon di triple, l’ipotesi più bizzarra per la peggior squadra nella lega nel tiro da fuori; Valentine, Mirotic, Butler e ancora Valentine sulla sirena (dal corner destro quest’ultimo), piazzavano 4 bombe per un parziale di 12-0 che portava i Bulls al vantaggio di una dozzina di punti (24-36) dopo i primi 12 minuti.

Jeremy Lamb e MKG alle sue spalle, una combo duo che ha portato nelle casse degli Hornets ben 48 punti stanotte (26 per Jeremy e 22 per Michael).
2017 NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

La seconda frazione vedeva segnare Kaminsky immediatamente ma a lui rispondeva Wade sull’incolpevole Graham, Belinelli non segnava al tiro ma dalla lunetta a 10:41 realizzava l’1/1 per un FT concesso dagli arbitri che punivano i Bulls rei di una difesa 3 second in area.
A Marco non erano concessi invece due liberi sull’iniziativa che lo portava dalle parti dell’area, solo il fallo concesso… Il Beli ci riprovava in maniera più decisa e frontale; l’autotreno subiva diversi contatti ma terminava con un appoggio difficile realizzando il 29-41. Mirotic da tre metteva dentro ancora una volta con Clifford nervoso a parlare con un arbitro. Williams forse lo tranquillizzava per un momento recuperando con veemenza un rimbalzo offensivo trasformato poi in due FT per un contatto subito sotto canestro.
Mirotic finalmente tirava male, l’air-ball però non era sfruttato da Williams che in transizione non si avvedeva del rientro di un Wade che in recupero cancellava il tentativo d’appoggio spazzando via palla.
Il nostro numero 2 si rifaceva poco dopo servito in corsa; attacco quasi frontale e appoggio a canestro con poca parabola per il 33-44.
I Bulls tornavano a muovere il punteggio per un fallo assegnato a MKG. Lauvergne splittava rimuovendo sul +12 gli ospiti.
MKG imitava l’avversario realizzando un’occasione per portare sul -9 che diventavano 7 dopo un errore di Lopez seguito da un gran rimbalzo di Lamb, il quale in attacco sbagliava appoggio, tap-in ma riprendendo dall’altra parte del ferro disorientava Wade con uno spin sul piede perno per l’appoggio a tabella.
Valentine rispediva gli Hornets sul -10 realizzando l’11/19 complessivo da tre punti dei Bulls prima che Lamb con un teardrop portasse lo svantaggio a una cifra.
A 3:23 tuttavia, Jeremy stanco abboccava alla finta di tiro di Wade che guadagnando due liberi portava lo scoreboard a cifre tonde (40-50).
Dopo un tre di Graham errato dall’angolo la transizione Portis per Butler avvantaggiava ulteriormente i Bulls sul +12, Rondo per Butler ancora, questa volta da sotto facevano sprofondare gli Hornets sul -14…
Un altro contropiede dei Bulls rischiava di chiuder la partita anticipatamente; Hornets sul -16 che tuttavia nel finale recuperavano 6 punti con tre tiri di Walker, il primo frontale da due e i seguenti da tre punti.
Quello a :05.3 dalla sirena che annunciava l’intervallo era valido per il 48-58 finale di tempo.
 
Il terzo quarto cominciava con un errore di Zeller che si rifaceva sull’azione successiva con un jumper lungo che lo portava al primo FG utile della serata.
Rondo con un’entrata in dribbling dalla sinistra metteva dentro il suo sesto tiro su otto tentativi ma a 10:41 iniziava a intravedersi l’energia di MKG che spronava Charlotte alla rimonta; un rimbalzo offensivo anticipando Butler lo portava ad aver l’appoggio facile, poi una transizione chiusa a 10:16 riportava a -6 i ragazzi di Clifford che accorciavano ancora con Lamb sul quale un raddoppio chiudeva la via di passaggio a destra per il pick and roll di Zeller, il raddoppio stretto però consentiva di recuperare il fallo a Jeremy e di convertire almeno un libero.
Su imbeccata corta di Lamb, MKG entrava in area battendo Butler per l’ennesimo layup al vetro. Portis in attacco era stoppato da Zeller, Lamb perdeva palla ma riusciva a recuperarla pochi secondi più tardi intervenendo nella metà campo offensiva di Charlotte e a 8:29 MKG si permetteva di segnare un lungo jumper dalla destra realizzando il 59-60…
Wade subendo una manata in faccia data da Williams faceva resistere i suoi al rientro con un 2/2 ma lo stesso Dwayne restituiva il piacere a Lamb commettendo il terzo fallo a 7:53. Jeremy questa volta era preciso ma il -1 si tramutava in poco tempo in -5 per due pt. di Butler e due FT di Wade.
Un’alzata di Cody da centro area su assist di Kemba e una martellata di Marvin in transizione davano il 65-66 a 6:29.
Sull’azione che aveva portato Marvin alla dunk, rimaneva a terra nella metà campo difensiva di Charlotte Wade, il quale perdendo palla contrastato a terra da MKG si toccava la tibia dolorante finita sotto il peso della nostra ala piccola.
Wade usciva ma sarebbe rientrato più tardi.
Grant da tre, Zeller con un 2/2 ai liberi e poi Kaminsky a 5:20 con un rilascio accomodato dai ferri, erano le marcature che riportavano la partita in equilibrio sul 69-69.
La stabilità si spezzava con gli Hornets inabili nel realizzare triple (Walker e Williams), i Bulls caricavano andando sul +4.
Un time-out di Clifford serviva a MKG per ricaricar le batterie e riattaccar il ferro poco più tardi, a 3:28 erano ancora due punti, poi Marvin mancava il pari e Felicio evidenziava le enormi lacune difensive degli Hornets senza Cody in campo.
Con Kaminsky come centro fantasma il numero 6 ospite ne approfittava per segnare in schiacciata con difesa dormiente. Bulls che toccavano il +6 (71-77), entrava Weber ma segnava finalmente Belinelli con un frontale lungo da due punti senza esitazioni.
A 1:42 Rondo guadagnava un gioco da tre punti, Marco intervallava con un 2/2 a 1:32 un’altra giocata da tre punti di Mirotic; spin su Weber (lo rivedrei ma mi ha dato ampiamente l’impressione dei passi) e tripla che era seguita da altri 3 pt. dello stesso numero 44 che subendo una spinta sotto canestro da parte di Lamb (alle spalle) era bravo a resistere e a portare a casa il massimo.
Chicago raggiungeva nuovamente la vetta del +10 con una steal di Butler invece si arrivava alla dunk del +12, anche se chiudeva il periodo Weber con un floater per il 77-87 che precedeva quella “sporca dozzina” di minuti rimasti.

Marvin Williams segna il sessantacinquesimo punto in schiacciata.
2017 NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

Weber partiva bene inanellando steal e secondo canestro in floater ma Wade al vetro ci arrivava senza grandi difficoltà appoggiando il 79-87.
Kaminsky tirava da tre lungo, Valentine tirava decisamente meglio ma un bizzarro giro della palla spediva la biglia fuori dalla roulette.
A 8:35 in entrata Cody, fuori equilibrio, riuscendo a depositare il pallone dell’83-93, dava la possibilità agli Hornets di rientrare, anche perché su uno scontro tra galassie, il movimento circolare da aikido di MKG riusciva a strappar la palla contesa a Valentine finendo per favorire i due pt. di Kemba in appoggio.
Hoiberg s’infilava in bocca una nuova gomma americana nervosamente intuendo il momento no dei suoi che, infatti, incassavano la tripla di Walker dell’88-93.
Fred chiamava il time-out. Cody avrebbe al rientro la possibilità d’accorciare ma commetteva un errore ravvicinato tirando con il braccino corto mentre dall’altra parte Mirotic andava ad abbattere Walker bravo ad aver preso posizione.
Kemba tradiva da tre mentre Wade in allontanamento su MKG colpiva da centro area, poco male se i punti erano recuperati da Zeller, il quale vedeva Lopez fermare Kemba al vetro ma seguendo toccava dentro spinto da Rondo rimasto dietro entrambi i giocatori di Charlotte.
Il 91-95 a 6:08 serviva a poco se Mirotic correggendo in transizione da un errore di Wade riportava a +6 quelli della Wind City.
Lamb s’inventava una tripla in faccia a Wade sorpreso dalla rapidità d’esecuzione, il 94-97 era servito ma Mirotic chiudeva una bella triangolazione con assist volante realizzando dall’angolo destro tre punti pesantissimi per il 94-100.
A 4:35 Clifford chiamava un time-out, al rientro Lamb falliva da tre ma Marvin correggeva con un tap-in.
Rondo arrivava al vetro realizzando poi era un rimbalzo offensivo con palla data fuori a Mirotic per l’ennesima tripla di serata a scriver i titoli di coda anticipati alla gara ora sul 96-105 a 2:34 dal termine.
Gli Hornets illudevano qualche tifoso segnando da tre con Lamb, da due con Walker e poi pressando Butler su una rimessa dal fondo; MKG e Williams riuscivano a riguadagnar palla dopo la visione al Replay Center.
Dalla sinistra Williams con un bound pass perdeva pochissimo tempo, l’assist per Lamb lesto a tagliare verticalmente appena sulla sinistra del ferro era chiuso di mano destra a :23.2 dalla fine per il 107-110.
Il tempo giocava contro Charlotte che sfiorava la steal con Williams, purtroppo Kemba doveva accontentarsi di commetter fallo su Butler, il quale con un 2/2 rimandava oltre il possesso Charlotte.
Walker segnava, ricommetteva fallo su Jimmy e i Bulls si portavano sul +4 a :10.6 dalla fine con il brivido del primo libero mancato dall’asso dei Tori.
Jimmy difendendo su Lamb compiva anche l’ultima decisiva giocata; Jeremy spostando leggermente palla sulla destra sull’alzata sperava di affondare la dunk a una mano ma il tocco portava la sfera nelle braccia di Valentine che era prontamente fermato da Williams con il fallo.
Il 2/2 chiudeva i conti sul 109-115.
 
Pagelle
 
Walker: 6,5
21 pt. (9/24), 4 rimbalzi, 10 assist. Sulla falsariga della prestazione precedente con tre punti in meno ma sempre con troppi tentativi da tre (3/12). Tuttavia se c’è lui in campo la squadra guadagna punti (oggi anche quasi la metà degli assist arrivano da lui) nonostante la difesa non sia certo il suo pane quotidiano, salvo sugli sfondamenti, statistica che lo vede stasera raggiungere i 27 presi, secondo dietro a Ilyasova con 30. Bene nei due finali dopo un avvio tranquillo, anche se nel vero finale deve forzare troppo. Certo, da solo non è il giocatore che può risolverti le partite e Charlotte ormai gli chiede la Luna.
 
Lamb: 7
26 pt. (10/17), 4 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate. Tre turnover e 4 falli. In difesa Jeremy stanotte non è certo peggio del solito Batum con la differenza che Nic è più statico mentre Lamb tende a contrastare ogni tiro commettendo falli fuori tempo regalando FT. In 30 minuti però segna 26 punti sostituendo più che degnamente il compagno. Peccato nel finale quando Butler gli tocca il pallone ma era già tardi. Nella partita invece lampi con appoggi difficili anche con campanili, lampi in schiacciata e un 3/5 da oltre l’arco che completa l’opera.
 
Kidd-Gilchrist: 6,5
22 pt. (9/12), 6 rimbalzi, 1 assist. Interpreta la partita egregiamente, specialmente a inizio ripresa dove da vigore alla squadra trascinandola al pareggio. Perde un po’ smalto nell’ultimo quarto non durando per tutto il match ma è quello che comprende di più lo spirito operaio che questo team ha bisogno per vincer le partite.
 
M. Williams: 5,5
13 pt. (5/12), 18 rimbalzi, 5 assist, 1 stoppata. Sembra ingeneroso per un giocatore da doppia doppia ma… inghiottito verso il centro, a volte in aiuto, a volte statico è quasi inutile. Se è vero che stando lì accumula ben 18 rimbalzi, è altrettanto vero che diverse triple di Mirotic arrivano con lui latitante, non sempre in aiuto, non solo su transizioni dove il “lo prendo io, lo prendi tu”, me ne viene in mente una con Graham compagno di sventura, non va bene. Clifford deve trovare soluzioni migliori per coprire le spaziature difensive. Certamente parte del piano poteva prevedere la concessione di tiri da tre punti ai Bulls ma non a Mirotic. Un -21 di +/- e un 1/5 da tre, alcuni tocchi sbagliati… prestazione ambigue.
 
C. Zeller: 6
11 pt. (4/10), 7 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 3 stoppate. L’attacco questa sera non è il solito purtroppo. In difesa fa una discreta prestazione ma è sfortunato su un tiro di Portis nel finale sul quale comunque aveva chiuso con il corpo in maniera ravvicinatissima.
 
Kaminsky: 5
4 pt. (2/7), 2 rimbalzi, 1 assist. In panca c’è Wood che non tocca il parquet. Al rientro Clifford sceglie Frank che dopo l’infortunio gioca ben 23 minuti in una delle partite chiave per recuperare la stagione. Finisce con uno 0/4 da tre, completamente fuori ritmo ha riperso la fiducia da fuori o più probabilmente deve riassestare la sua meccanica di tiro. Un paio di buoni canestri ma in difesa è assente.
 
Belinelli: 5
7 pt. (2/7), 2 rimbalzi, 3 assist. Dalla lunetta è formidabile. Anche oggi chiude con un 3/3 ma le chiusure sui tiratori sono alternate. Lui non è al rientro da un infortunio e il suo 2/7 con uno 0/2 da tre in una serata nella quale la peggior squadra della lega da tre punti trova la nottata buona, non serve certo a Charlotte a combatterla. -22 di plus/minus.
 
Graham: 5
1 pt. (0/1). Entra in campo per difendere su Wade o chi eventualmente per esso. Gli va male, spara una tripla che apre il contropiede, in 8 minuti accumula un -17…
 
Roberts: 5,5
0 pt. (0/1), 1 assist. Gioca 4 minuti, fa in tempo a scendere di mezzo voto toccando pure lui il -17.
 
B. Weber: 6
4 pt. (2/2), 1 rimbalzo. In difesa cerca di essere aggressivo ma va fuori giri su Mirotic e non solo. Non un figurone, l’assist latita ma in attacco in soli 5 minuti mette dentro due floater.
 
Coach Clifford: 5,5
Perde Batum per “emicrania” prima della partita. Avrà anche lui il mal di testa vedendo giocar la squadra non esattamente benein difesa. Sprazzi con qualche giocata spettacolare del singolo ma quest’anno il trend ineluttabile è la sconfitta agli ultimi minuti. La difesa sul tiro da tre punti non è sempre impeccabile e in generale siamo inguardabili quando la partita scotta. Mancano degli aiuti sulle entrate e l’identità difensiva è il capo d’accusa contro se stesso e la squadra di Clifford. L’appunto che gli muovo è aver fatto giocare troppo Frank, non certamente pronto, anche se capisco le esigenze in un settore lunghi limitato. Wood penso avrebbe fatto meglio. Clifford ha anche ripetuto più volte, riguardo alla difesa, la frase: “mistake after mistake” in conferenza stampa. Rispetto per la persona che ha ammesso le sue responsabilità ma ha evidenziato anche gli errori (errore dopo orrore direi io) dei singoli, senza fare nomi. La conferenza suona come la fine della rincorsa playoffs, errore dopo errore durante l’anno, persa punto a punto durante l’anno, inevitabile finisse così nonostante un 2016 buono.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.