Game 68; Charlotte Hornets @ Minnesota Timberwolves 109-98

Sottotitolo; Transizihornets.

“Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura ché la diritta via era smarrita” non è una citazione dantesca mistica ma semplicemente una metafora dei Calabroni che rischiavano di perdersi nella foresta dei Timberwolves.
Per fortuna a far ritrovare il sentiero dei playoffs c’era Mo Williams, il quale conosceva perfettamente ogni meandro del bosco e sfoderava una prestazione da guerriglia nella giungla aiutato da MKG e qualche sparuto compagno (solo otto gli Hornets che saranno attivi sul parquet).
I suoi ex compagni raramente lo prendevano, così Mo aveva una liaison con la retina e conduceva fuori dalla selva Charlotte insieme a MKG che portava delle scorribande gettandosi negli spazi, lanciando i Calabroni verso la fattoria dei Bulls per un back to back infuocato.

Henderson schiaccia in faccia alla difesa di minnesota.

Henderson schiaccia in faccia alla difesa di minnesota.

Gli Hornets (in viola) scendevano sul profumato parquet dei Wolves con; Walker, Henderson, Kidd-Gilchrist, Marvin Williams e Al Jefferson ai quali i Timberwolves (in bianco, con qualche infortunato illustre come Rubio e Garnett) contrappoevano; Lavine, Martin, Wiggins, Payne e Dieng.

I Minnesota Timberwolves sembravano più pronti per la battaglia a inizio gara; vincevano la palla a due e si portavano sullo 0-5 grazie a Lavine che da 45° sinistra centrava l’obiettivo, prima un jumper lungo da due punti e si ripeteva da oltre l’arco dalla stessa posizione, prima di graziare gli Hornets sbagliando il tiro in entrata.
Per i Calabroni a sbloccare lo zero sul tabellone ci pensava Henderson con un jumper frontale a 10:42.
Lavine segnava nuovamente e Dieng con un jumper frontale segnava anche il 2-9, mentre i giocatori di Charlotte nell’altra metà campo litigavano con l’anello.
Quando tornavano a far pace con il canestro era Dieng a stoppare Henderson, Walker riprendeva ma non riusciva a tirare entro i 24 secondi. Kemba si rifaceva poco dopo quando in entrata batteva la difesa dei Timberwolves passando oltre il ferro e segnando in appoggio rovesciato, sebbene il trend favorevole alla squadra di Minneapolis continuasse a segnare con un tiro in sospensione di Dieng che si avvantaggiava del poster a grandezza naturale di Jefferson dipinto davanti a lui…
I Lupi erano ancora affamati e nonostante Kidd-Gilcrist facesse vedere la prima cosa buona della sua serata andando a stoppare Wiggins ormai sicuro di segnare, Martin, dopo una palla rubata dai Lupi, serviva l’assist per l’alley-oop magnetico di Lavine; 4-13 e time-out Hornets a 6:47 per riordinare le idee.
Jefferson si faceva perdonare parzialmente di una difesa inesistente con un gancetto in giro e tiro subito dopo la pausa.
Dieng segnava da sotto e Henderson dopo un buon giro palla di Charlotte sul perimetro mancava la tripla.
Gerald ci riprovava a 5:18, questa volta la sua entrata a ricciolo lo portava nei pressi del ferro per andare a mettere un’esaltante jam a una mano che piegava il canestro.
Meno eccitante era la difesa degli Hornets che concedeva altri 4 punti ai Timberwolves prima che Jefferson tornasse a segnare muovendosi bene sotto canestro e battendo il raddoppio degli avversari. Wiggins sfruttava la tabella e dava il +11 ai suoi (10-21), gli Hornets ribattevano con MKG lanciato in transizione per due punti in fing and roll ma subivano altri due punti quando a 1:50 Biz abboccava alla finta di Dieng e gli franava addosso.
Il senegalese si dimostrava un abile tiratore di liberi e faceva salire il punteggio dei bianchi a 23.
Dieci secondi dopo Mo Williams iniziava la sua ottima prestazione con un tiro in sospensione dalla sinistra, a quel punto Neal, l’uomo “sacrificato” per ottenere Mo Williams, decideva di far vedere che non era inferiore al nostro attuale play e batteva Walker in jumper. Il duello continuava con Mo, il quale avvantaggiatosi da un pump fake che gli serviva a battere il difensore sul perimetro, andava in entrata acrobatica per realizzare il 16-25 a 1:01 dalla prima sirena.
Lance aggiungeva due punti per i Calabroni a :23.6 quando tentava di andare il ferro, ma una buona difesa lo costringeva alla separazione dal difensore e al tiro che comunque dava esito positivo.
Neal a :01.7 utilizzando il “glass” chiudeva la prima frazione che vedeva i Lupi in vantaggio 18-27.

Il secondo quarto partiva con gli Hornets in possesso di palla ma Stephenson aggiungeva un errore al tiro al già scadente 9/27 dal campo del primo quarto. L’aria di Minneapolis però faceva bene a Mo che con un preciso arresto e tiro frontale faceva salire i Calabroni a 20 punti, MKG ne aggiungeva due in transizione a 10:55 con un coast to coast che incontrava solo la minima resistenza sotto canestro.
A 10:00 Payne splittava dalla lunetta, così gli Hornets recuperavano due punti quando Henderson, una volta aggiustata la mira dal corner sinistro, sparava la tripla del 25-28 a 9:46.
Neal con un runner dalla baseline destra tornava a far ululare i Lupi ma i Calabroni ora tornavano a giocar la palla senza farsi prendere dalla frenesia; una serie di passaggi portava Mo Williams ad avere un po’ di spazio per realizzare la tripla del 28-30 a 9:02 e se Minnesota colpiva da due, Mo si ripeteva da tre punti a 8:10 portando a contatto (-1) la squadra in divisa viola.
Minnie però si risvegliava e riprovava ad allungare; Payne in jumper, Neal da 3 punti, Buddinger utilizzando il vetro e Lorenzo Brown mettevano a bilancio un parziale di 10-0 che portava gli Hornets sotto di 11 punti (31-42).
Una serie di passaggi dentro-fuori degli Hornets vedevano Jefferson scaricare fuori a Mo che vedeva il taglio diagonale di Henderson che faceva la cosa più difficile svitando il braccio oltre la propria spalla dalla parte del difensore; andando a contatto riusciva a segnare, purtroppo però mancava il FT. Buddinger si prendeva anche il lusso di una tripla contro Marvin Williams e la squadra di Clifford si trovava sul baratro a -12 ormai (33-45), per fortuna Jefferson in uno contro uno segnava ma Neal attaccando con un’entrata proprio il nostro centro ristabiliva le distanze. Stephenson realizzava due canestri intervallati da una realizzazione di Minnesota, poi Neal si prendeva un tecnico per proteste ma Henderson mancava ancora il libero, tuttavia a 3:40 Walker riusciva a mettere dentro su un’azione un po’ confusa; palla contesa nel pitturato da Jefferson e Walker sui quali arrivavano due difensori a tentare di strappala, Walker spalle a canestro in posizione più avanzata rispetto a Jefferson si prendeva la sfera, si girava e subiva anche il fallo dopo la realizzazione. Il gioco da 3 punti era completato dalla linea dei liberi e Charlotte tornava sul -7 (42-49).
Wiggins segnava ma dall’altra parte del campo Kemba capiva che poteva attaccare agevolmente la difesa di Minnie; a 3:05 era fermato irregolarmente e dalla lunetta segnava i suoi liberi, mentre lo stesso Wiggins fermo sulla linea opposta splittava 12 secondi dopo.
La squadra dei Lupi metteva a segno un mini-parziale di 5-0 con Martin e Buddinger che completava un gioco da 3 punti mandando sotto Charlotte di 13 punti ma la squadra di Jordan reagiva nel finale; a 1.41 grazie ad un appoggio di Henderson, a 1:08 con due FT di Walker, a :58.1 con altri due tiri liberi di Kidd-Gilchrist (transizione nata da una steal di Walker e fallo sulla nostra ala piccola al momento del tiro) e a :36.5 con un’azione confusa, sulla quale gli Hornets sono abilissimi e hanno mani velocissime per salvare un pallone in difesa e un paio in attacco che serviva a MKG per realizzare il 52-57.
Il finale di primo tempo era completato da due liberi di Dieng e da un assist al bacio di Walker per Jefferson che da sotto segnava due facili punti. Gli Hornets chiudevano i primi 24 minuti effettivi concedendo ancora una volta troppi punti agli avversari nei primi due quarti ma in netta ripresa.

Kemba Walker all'attacco del canestro.

Kemba Walker all’attacco del canestro.

Nella terza frazione era Charlotte ad aprire le marcature, sebbene a cronometro fermo; 2/2 di Hendo (fallo di Lavine) dalla linea della carità. Questa volta Gerald non tremava di fronte all’ululato dei Lupi diffuso dentro all’arena per farlo sbagliare.
A 10:51 Gilchrist si dimostrava un abile contropiedista andando a segnare in transizione grazie a un’altra palla rubata da Walker.
A 10:29 Henderson sorgeva con un jumper in fade-away contro due avversari a ridosso; tiro molto difficile ma canestro realizzato e Hornets sul -1 (60-61).
Payne segnava con un jumper lungo da due punti ma Kemba forzava la penetrazione e faceva bene visto che Lavine si dimostrava in difficoltà e si doveva aggrappare al fallo per contenerla.
Bottino pieno dal giro della lunetta e nuovo -1 che diventava +1 e primo vantaggio di serata per gli Hornets a 9:31, quando l’asse Walker/Kidd-Gilchrist produceva l’assist del primo per la schiacciata a due mani del secondo.
A 8:57 Walker tirava dalla diagonale sinistra da marcato in fade-away dopo essersi portato appresso il difensore; tiro in ritmo e canestro, che unito a quello di Hendo a 8:17 davano il 68-63 alla squadra del North Carolina.
La squadra del Minnesota rimontava e si portava con un preciso tiro di Payne dal mid range sul 70-68 e mancava la possibilità del pareggio con Wiggins a 6:42, giacchè splittava dalla lunetta lasciando a -1 i padroni di casa.
Marvin Williams mancava la tripla ma un rimbalzo offensivo di Jefferson salvava l’azione dato che da vicino poteva convertire grazie a un facile appoggio.
Henderson spendeva un altro fallo su Wiggins che litigava con il fero splittando ancora, così in attacco a 5:07 Kidd-Gilchrist passando orizzontalmente dietro a un blocco alto di Jefferson trovava tempo e spazio per un jumper con buona coordinazione che premiava la nostra ala piccola, regalando alla squadra il 74-70.
Jefferson strappava un pallone sul terzo tempo di Dieng e Marvin Williams metteva un libero dei due concessi per il 75-70 che diveniva 75-74 dopo i canestri di Brown e Payne che consigliavano a Clifford di chiamare il time-out a 3:42.
Il punteggio rimaneva in bilico per qualche azione; a 2:42 Mo passava a MKG che da solo chiudeva in schiacciata, Wiggins con un turnaround batteva lo stesso Kidd-Gilchrist, a 2:06 Mo Williams metteva una tripla importante ma Payne continuava a focalizzare bene l’obiettivo segnando l’80-78 prima che Lance a :33.4 andasse in arresto e tiro per segnare l’82-78 che sarà anche il punteggio di chiusura della terza frazione.

Lance Stephenson. Buon apporto dalla panchina per lui in serata.

Lance Stephenson. Buon apporto dalla panchina per lui in serata.

Martin inaugurava le marcature nell’ultimo quarto ma Mo dalla sinistra tirava fuori dal cilindro un altro canestro con un tiro in sospensione, poi era lo stesso Mo a fornire l’assist per l’ennesima galoppata in transizione di Kidd-Gilchrist che costava a Minnesota altri due punti, sebbene la nostra ala rimanesse a terra e Biz si vedeva costretto a spendere un fallo per non giocare in inferiorità numerica.
MKG si rimetteva fortunatamente in piedi, chi cadeva rovinosamente a terra era Neal che dal lato sinistro batteva Henderson andando a prendere la linea di fondo, poi purtroppo per lui finiva con il mettere il piede sopra quello di Stephenson che si scansava, alla fine Gary volava a terra dopo il salto non rilasciando la palla. Palla persa e problemi alla caviglia per Neal che abbandonava il parquet.
I Timberwolves ci provavano allora dall’altro lato con Martin, sul quale operava MKG che faceva una buona difesa chiudendo la linea di fondo e alzando le braccia, purtroppo non sarebbe bastato sul tiro preciso della guardia avversaria se non fosse intervenuto Biyombo in aiuto a spazzar via il tentativo, così Lance dall’altra parte andava in penetrazione decidendo di scaricare fuori per Mo Williams che ringraziava il compagno mettendo la tripla da 45° a sinistra.
Wiggins e Buddinger segnavano 2 punti a testa ma Marvin Williams segnava al volo dopo aver preso la palla a spicchi che stava allontanandosi dal ferro sull’errore di Mo Williams.
Martin segnava ma un bel passaggio di Lance che serviva sotto Jefferson facilitava la vita per la marcatura del n°25 in maglia viola.
Tornava a vedersi per i padroni di casa Lavine, il quale con un cambio mano segnava ma Walker a 5:33 passava dietro a un blocco, subiva fallo e completava un gioco da 3 punti per una prima fuga degli Hornets, ora sul 96-88, Dieng, però imitava la nostra guardia mettendo a referto un gioco da 3 punti.
Gli Hornets in attacco trovavano un varco sulla sinistra; passaggio di Henderson, partenza fulminea, ottimo primo passo di Marvin Williams (dopo una piccola finta che disorientava Dieng giunto sino alla linea laterale dell’arco da 3 punti nei pressi del corner sinistro) che andava di prepotenza a prendersi la linea di fondo e a schiacciare con veemenza. Un mismatch Walker/Dieng era favorevole al centrone avversario che segnava altri 3 punti grazie al libero. Mo Williams però dava il +6 a Charlotte depistando Lavine con un palleggio incomprensibile (100-94). Martin segnava ancora ma gli Hornets usavano i rimbalzi offensivi per vincere la gara; Mo non la metteva ma MKG prendeva il rimbalzo, Kemba ci riprovava ma niente da fare, alla fine era Jefferson a prendersi il rimbalzo offensivo e a segnare il 102-96 che a 1:53 diventava 104 grazie al jumper di Mo Williams abile a sfruttare un blocco di Big Al.
Martin dalla baseline sinistra raccoglieva le briciole con due punti, Marvin Williams, invece su assist di Kemba, sprigionava una bombarda da 3 punti senza esitazioni a 1:03 mandando i titoli di coda.
Charlotte espugnava il Target Center vincendo 109-98 una partita che si era messa maluccio nel primo tempo.

Charlotte ha vinto quest’importante sfida tirando con il 50,6%, lasciando comunque ai Timberwolves un clamoroso 55,4% dal campo, prendendo 42 rimbalzi contro i 32 avversari.
La nota positiva è che ha commesso solo 8 turnover. Ora gli Hornets cancellano il 2 iniziale e girano a 30 vittorie.
Con le sconfitte d’Indiana di ieri contro Brooklyn, di Boston (in casa contro Detroit dopo un supplementare) e di Miami a Oklahoma City torna a sperare, sebbene non si possa campare sulle disgrazie altrui, gli Hornets devono appunto dimostrare di meritare questi playoffs vincendo più partite possibili da qui alla fine della regular season.

Le statistiche di squadra.

Le statistiche di squadra.

Altre statistiche con i punti in area

Altre statistiche che evidenziano i 52 punti in area segnati dagli Hornets contro i 22 dei padroni di casa e i punti ricavati dalle seconde possibilità sulla stessa azione (17-5).

Voti

Walker: 7
16 pt. (4/11), 3 rimbalzi, 8 assist, 6 rubate. A lui va il merito di capire la debolezza difensiva dei T.Wolves e di attaccare dove fa più male. Grazie a lui e a MKG gli Hornets rientrano in partita.

Henderson: 7
17 pt. (7/12), 2 assist, 1 rimbalzo. Buona prova al tiro. Come MKG la difesa non riesce sempre, però ci prova.

Kidd-Gilchrist: 8
18 pt. (8/10), 9 rimbalzi, 1 stoppata. MKG torna ad alti livelli. I Timberwolves lo lasciano fare, lui va in transizione come se fosse un aereo in fase di decollo, in difesa si batte, anche se non sempre gli riesce bene. Ottima percentuale al tiro andando a trovare le posizioni giuste per attaccare il canestro.

Marvin Williams: 6
8 pt. (3/11), 8 rimbalzi, 2 assist. Buon finale offensivo che lo salva da una prestazione non proprio eccelsa. Un’inusuale dunk potentissima per cercare di sigillare il risultato dovrebbe essere tra gli highlights.

Jefferson: 6
18 (9/20), 11 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. Si rifà nel secondo tempo. Nel primo in difesa manda il suo cartonato. Va in doppia doppia prendendo alcuni rimbalzi importanti sotto il canestro dei Timberwolves. Al tiro si ha l’impressione che a volte forzi troppo, ma quello è il suo gioco, lui ci crede e non tiene in considerazione il limite.

Biyombo: 6
0 pt. (0/0), 2 rimbalzi, 1 stoppata. Commette 5 falli in 14:38. Troppi, ma la difesa è migliore rispetto a quella più passiva di Big Al. Una bella stoppata.

Mo Williams: 8
24 pt. (10/16), 4 rimbalzi, 4 assist, 1 stoppata in 28:39. Perde 3 palloni, per il resto guida Charlotte alla vittoria con i suoi jumper e le sue triple. Let’s go Mo!

Stephenson: 7
8 pt. (4/9), 4 rimbalzi, 4 assist in 20:32. Buona serata per Lance che non tira male e serve su un piatto caldo un paio d’assist smarcanti.

Coach Clifford: 6,5
Gli Hornets vincono e questo basta, ma per domani bisogna fare un discorso ai ragazzi; senza spendere quantità incredibili di energie non devono concedere primi tempi vicinissimi ai 60 (o oltre) punti agli avversari.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.