Game 69: Charlotte Hornets @ Atlanta Hawks 129-117

Hornets ad Atlanta per cercare di chiudere la serie sul 4-0, portare a casa la vittoria numero 30 in stagione e agguantare la parità all-time con gli Hawks.
Sfumato l’obiettivo principale salvo improbabili miracoli, rimangono piccoli obiettivi e qualche soddisfazione da togliersi.
Sul fondo della classifica Hawks, Magic, ecc. faranno fatica a raggiungere 29 vittorie…
Male che vada in ottica lottery, potremmo salare davanti ai Pistons.
Howard, l’ex con il dente avvelenato contro la sibilante pericolosità casalinga dei Falchi che veniva un po’ mitigata dalla perdita di Belinelli oltre alle assenze di Bazemore e Delaney per infortunio oltre ad altri indisponibili di minor impatto (J. Morris, Bembry, A. Cleveland).
Vincevano gli Hornets come da pronostico per la modestia degli avversari (statistiche simili a rimbalzo con 45-46, negli assist 30-30, al tiro predominio di Charlotte con il 52,9% contro il 46,7% avversario mentre ai liberi il 20/30 di Charlotte si scontrava con il 17/26 dei locali che avevano in Prince e Collins rispettivamente con 22 e 21 punti i loro migliori scorer) in una serata di festa alla quale facevano da contraltare alcune scomparse.
In primis il “pastore” Henry Willims scomparso a Charlotte il 13 marzo, giocatore dei 49 di Charlotte dal 1988 al 1992 che poi venne a giocare in Italia dove svolse praticamente tutta la sua carriera con le maglie di Verona, Treviso, Roma e Napoli.
Altra scomparsa è stata quella di Tom Benson (Thomas Milton Benson), proprietario di Saints e Pelicans a New Orleans, artefice del rebrand che ha innescato la rinascita degli Hornets a Charlotte.
Scomparso ieri a 90 anni, lascia alla moglie Gayle le due franchigie.
In ultimo, anche se non strettamente inerente al basket, impossibile non ricordare Stephen Hawking, fisico, cosmologo e tutto il resto, un genio ridotto su una sedia a rotelle per gran parte della sua vita che aveva però un gran senso dell’umorismo.
Inserito anche in diversi cartoon come Futurama, nei Simpson e persino nei Griffin…
Qui alle prese con Homer…

Agnostico, diceva che essere Dio sarebbe stato noioso perché non avrebbe avuto nulla da scoprire e probabilmente la sua passione per il futuro nasceva anche dal fascino di nuove scoperte, così, anche qui, nel nostro piccolo mondo del basket (rispetto all’illimitato multiverso) possiamo ottenere le stesse sensazioni osservandole nuove future sfide.

Dopo aver ricordato “purtroppo” le scomparse recenti, passiamo alla partita e agli starting five.

 
Howard non aveva problemi sulla palla a due mentre MKG in entrata otteneva i primi due punti senza far varcare alla sfera la retina poiché sul tiro Dedmond interveniva in goaltending. Schroeder andava a vuoto mentre Howard fronte a canestro piazzava un lungo 2 per il 4-0.
Sembrava esser la serata di Charlotte perché su una drive, Batum, arrivato a pochi passi dal canestro in prossimità della linea di fondo destra provava un passaggio, Dedmond deviava ma nel suo canestro.
6-0 con il sorriso del francese…
Schroeder segnava i primi due punti per i suoi poi MKG a 9:58 batteva il cronometro dei 24 con un perfetto running hook.
Dorsey a 9:47 inaugurava la saga delle triple, Williams a 9:13 rispondeva in ritmo da oltre l’arco ma Collins dall’angolo sinistro infilava la retina sull’uscita di Howard con un altro tiro pesante per l’11-8.
Howard, pescato nel pitturato da Williams portava a casa una giocata in due tempi; tocco di Collins, due punti più FT a segno che tuttavia non facevano demordere gli Hawks che mostravano la mancanza di difesa sul perimetro con un’altra tripla di Dorsey a 7:22 mentre Collins sopravvivendo a un contatto diminuiva il gap al minimo per gli Hawks (14-13). MKG sembrava sicuro di sé e voglioso di giocarsi la gara. Piazzato da destra che ricadeva nel secchiello con armonia, entrata in corsa a 6:08 con tocco sicuro…
Charlotte era spinta dalla sua ala sul 18-13 prima di un altro canestro di Schroeder, anche se il tedesco non iniziava benissimo al tiro il match.
A 4:58 era ancora MKG, attivo nel pitturato, a costringere al fallo Taylor.
L’1/2 dalla lunetta allontanava di poco Charlotte che era recuperata da un anticipo di Taylor su un pass verso Howard, la corsa di Collins era interrotta da un fallo e i liberi a segno segnavano il 19-17.
Howard iniziava a scavare un solco tra i due team con 4 punti consecutivi (gli ultimi due dalla linea per un fallo di Muscala sull’extra pass di Batum) e a 3:17 Kaminsky pescando la tripla chiudeva il mini-parziale di 7-0 portando sul +9 (26-17) i Calabroni prima di due FT a segno di Cavanaugh per i Falchi a 2:59.
Un turnaround in post basso sinistro di Batum su White portava il francese a segnare due punti e in lunetta da dove stranamente mancava il libero ma erano ancora gli Hornets a segnare con Williams che aspettava il difensore in ritardo sulla chiusura nell’angolo sinistro per batterlo con una finta che gli lasciava via libera per il decollo in entrata sulla baseline sinistra chiusa a una mano in slam dunk.
A 1:20 un ipnotico 3 punti di Lamb con la sfera a roteare meravigliosamente in parabola alta segnava il 33-19 per Charlotte.
Un paio di fade-away di Batum andavano a vuoto, entrava la panchina e la squadra della Georgia accorciava a fine primo quarto sul 33-23 con Dorsey in entrata.

Charlotte Hornets guard Kemba Walker looks to pass as Atlanta Hawks guard Dennis Schroder (17) guards him during the first quarter of an NBA basketball game Thursday, March 15, 2018, in Atlanta. (John Amis/Associated Press)

Il trend non mutava molto a inizio secondo quarto quando il tedesco di colore degli Hawks accorciava ulteriormente con due punti anche se Monk tagliando sulla linea di fondo riceveva da Batum un passaggio verticale sul quale il rookie poi si sarebbe alzato per depositare di sinistro.
Fuoco di paglia anche i due liberi del Tank a segno, Schroeder infilava la tripla, Monk rispondeva con un fronte a canestro da due in sospensione ma il tedesco tornava a segnare da tre punti a 8:39 per il 38-31.
Charlotte in attacco mancava le proprie occasioni così Collins in entrata su passaggio del solito Schroeder segnava ricevendo il fallo di Bacon per completare il gioco da tre punti.
Lo stesso Collins entrava ancora in lunetta poco dopo ma il fallo era speso meglio e sui due liberi arrivava solamente un canestro, rientrava Kemba, ancora a zero nel tabellino punti ma era Graham in contatto sotto canestro a segnare il 40-35 cadendo all’indietro.
Prince segnava da tre dalla diagonale sinistra tirando anche da qualche passo più indietro, poi toccava a Kemba passare a sinistra il blocco del Tank, Schroeder rimaneva in scia toccandolo da dietro sulla sospensione da tre punti che colpiva la tabella e cadendo pesantemente nel cesto dava la possibilità al capitano d’ottenere la giocata da 4 punti che avrebbe realizzato a mezzo FT da lì a poco.
Damion Lee era la sorpresa degli Hawks; tripla per iniziare ma Kemba non s’impressionava andando sul centro sinistra per trovare un rapidissimo tre punti che lo spediva a 7 pt.. Schroeder in entrata segnava quindi a 4:47 arrivava un time-out che non serviva agli Hornets perché ancora Lee con una tripla frontale tornava a ridurre sul -1 lo scarto che era annullato dopo un po’ di confusione su un’azione offensiva degli Hawks.
Una second chance non a segno e un successivo fallo di MKG (2° fallo) mandavano Dedmond in lunetta per il sorpasso.
Il centro degli Hawks mancava il primo libero (corto) ma segnava il secondo impattando il match a quota 49 a 2:57.
Gli Hornets resistevano con due FT di Walker ma MKG commettendo il terzo fallo lasciava il parquet a Bacon e la lunetta a Muscala che stranamente mancava un libero lasciando sul +1 Charlotte che falliva due FT con Williams il quale si rifaceva parzialmente sull’azione successiva quando in entrata in salto era abbattuto da Collins a mo’ di passaggio a livello.
Big shot e FT in arrivo ancora incredibilmente fallito.
Collins otteneva dalla media baseline sinistra un rimbalzo amico sul primo ferro per il 53-52 ma Charlotte si staccava nel finale con Howard e il piazzatone da sinistra appena dentro la linea da tre punti, la finta con dunk a una mano a 51 secondi dalla fine dello stesso centro la transizione con tripla dalla diagonale destra di Batum con l’intermezzo dell’ennesima tripla di Damion Lee prima che Walker battesse il cronometro a 4 decimi dalla sirena una tripla in faccia a Taylor.
63-55 a fine dei primi 24 minuti.
 

Charlotte Hornets center Dwight Howard dunks against the Atlanta Hawks during the second half of an NBA basketball game Thursday, March 15, 2018, in Atlanta. Charlotte won 129-117. (AP Photo/John Amis)

Ne rimanevano altrettanti dopo i 10 di pausa che facevano bene a Howard che andando in uscita sulla sinistra stoppava Schroeder ai 24.
Tempo scaduto per gli Hawks…
Dall’altra parte innescato sotto si produceva in una schiacciata per il +10 mentre un fortunato rim/glass da tre punti di Williams ci portava sul +13…
Howard a 9:40 andava in coast to coast per prendere la linea di fondo sinistra e schiacciare in faccia a Collins che lo spingeva.
Canestro e proteste di Howard, il risultato era solo un tecnico pesante per il nostro centro…
Howard stoppava Schroeder un’altra volta mentre MKG con uno spin faceva secca la difesa dei Falchi nel cuore del nido (5/5 per MKG) Prince, Williams (catch n’shoot dalla sx su assist di Walker) e Dorsey bombardavano da te punti, Howard si accontentava a 7:39 di andare al vetro per due punti mentre Dedmond per una volta, alzando la parabola, riusciva dal cuore del pitturato a superare Howard per il 77-64.
Collins a 6:51 dall’angolo sinistro segnando da tre riduceva alla decina di punti lo scarto mentre MKG su una palla vagante commetteva il quarto fallo tornando a sedersi in panca.
Un assist intelligente di Walker (drive e passaggio all’indietro) innescava Graham, micidiale sulle triple con piedi a terra e spazio, Howard poi si elevava (pur non essendo esattamente allineato) ricevendo da Batum per uno spettacolare, atletico e difficile reverse alley-oop da highlights.
A 5:06 un passaggio schiacciato di Batum sembrava apparecchiare la tavola per Williams che correndo sul tappeto rosso andava a schiacciare costringendo Budenholzer al time-out sull’84-69.
Lee mancava il suo primo tiro e Marvin in entrata off balance compiva il suo secondo capolavoro acrobatico di serata a 4:12, Taylor metteva troppa pressione sul palleggio arresto e tiro da tre sulla destra di Kemba finendo per sfiorarlo.
Gli arbitri consegnavano tre FT agli Hornets che si portavano sull’89-69, un più 20 che ormai non dava adito a eventuali crediti per i padroni di casa anche se con il rientro della panchina in campo i Falchi accorciavano di 5 unità portandosi sull’89-74.
Monk spendeva poi un fallo su Taylor che mancava entrambi i liberi. Nel finale di quarto però due FT di Howard e una tripla di Monk molto ritmata consegnavano ai nostri il 96-79 ritoccato da un libero di Dwight liberatosi in entrata sul raddoppio su Monk abile a passare verso il centro.
97-79 a 12 minuti dal termine…
 
Charlotte avrebbe dovuto solo controllare nell’ultimo quarto e la tripla del Tank a 10:44 andava in questa direzione (100-81), Lamb poi, toccato da Dorsey cadeva mentre la sfera si divertiva a rimanere in bilico tra il mondo interno ed esterno alla retina.
Alla fine era risucchiata all’interno così come il FT seguente che segnava il nuovo +20 (103-83).
Iniziava però a insuinuarsi Prince che inizialmente segnando da due punti dava il via a una piccola rimonta interrotta dal Tank che in corsa sulla sinistra prendeva una leggera ancata da Collins rivolto nel suo stesso verso.
Buono il runner al plexiglass ma mancando il tiro libero interrompeva una lunga serie di FT a segno.
A 7:48 una transizione chiusa agilmente da tre punti da Lamb riportava i Calabroni sul +19 (108-89) ma dopo essere giunti anche sul +23 con i canestri di Howard e Kaminsky che percorrevano la no man’s land del pitturato degli Hawks, ormai senza valide difese, Prince, interrompendo il parziale di 9-0 con un tiro da tre dalla top of the key iniziava un taglio dei punti di scarto.
E’ vero che Howard a 5:21 spadroneggiava nel pitturato finendo per segnare dopo una mischia con fallo di Collins aggiuntivo.
FT a segno e season high di 3 punti ma Prince con due triple (la seconda deep su Frank) dava un minimo senso alla partita degli Hawks che sperando nell’inerzia accorciavano sul -11.
Clifford era bravo a fermare il gioco con una pausa e al rientro le triple di Walker e Batum (2:14 il francese) portavano il risultato sul 123-108.
Cavanaugh rispondeva imperscrutabilmente da oltre l’arco ma a 1:37 Kemba dissipava i dubbi rimanenti (semmai ve ne fossero stati) sulla vincente del match rispolverando la bomba che riproporrà poco più tardi dalla sinistra dopo averci preso gusto.
Le chiusure dei Falchi non erano perfette e il capitano issandoci sul 129-111 chiudeva i conti per Charlotte che lasciava 6 punti ai Falchi.
Finiva con un 129-117 e il 4-0 in stagione pro Hornets.
 
Pagelle
 
Walker: 7,5
24 pt., 4 rimbalzi, 8 assist, 1 rubata. Curioso il 6/6 dalla lunetta ma ancor di più il 6/14 al tiro che diventa 6/10 da tre punti… +19 di plus minus. Non forza se non in 2/3 occasioni nelle quali gli va anche bene. Distribuisce assist e costruisce il suo tabellino a suon di triple. Nel finale chiude il conto.
 
Batum: 8
10 pt., 10 rimbalzi, 16 assist. 4/9 al tiro con almeno tre fade-away rivedibili. E’ vero che perde 5 palloni ma innesca con asist veri i compagni. Riconosce velocemente il gioco. Sembra tornato quello del secondo anno. La compagine di fronte era modesta, quindi avrà avuto quel tempo in più ma la serata da tripla doppia è da rimarcare. Il rimbalzo decisivo arriva comodamente nel finale e i compagni lo festeggiano.
 
Kidd-Gilchrist: 7
11 pt., 2 rimbalzi. Qualche chiusura non è ancora degna del suo passato ma in serata attinge a piene mani al suo bagaglio di esperienza e trova la tecnica per finire con un 5/5 dal campo. Propositivo e veloce sembra tornato ai bei tempi. Commette 4 falli limitando la sua presenza a 15 minuti solamente.
 
M. Williams: 7
17 pt., 3 rimbalzi, 3 assist. Chiude con 7/9 al tiro e 3/5 da fuori. Gli avrei dato 4 per lo 0/3 ai liberi ma mette un paio di canestri acrobatici e infila da fuori il 60%. In 27 minuti ottiene un alto +32 di plus/minus.
 
Howard: 8
33 pt., 12 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate, 2 stoppate. Chiude con 13/20 al tiro, 7/8 dalla lunetta e udite udite… zero turnover! Viene cercato spesso perché si capisce che gli Hawks non hanno potenziale e le giuste contromisure per limitarlo sotto. Season high con trentatré punti e doppia doppia grazie ai rimbalzi. Domina la serata contro la sua ex squadra con la quale evidentemente ha il dente avvelenato. Si potrebbero travestire tutte le altre squadre avversarie da Hawks…
 
Lamb: 6,5
11 pt., 5 rimbalzi, 1 assist. 3/8 al tiro. Discreta presenza salendo in doppia cifra in 25 minuti. Non avrebbe dovuto giocare ma è in campo e infila 2/3 da fuori allungando anche la striscia dei liberi attivi consecutivi a 17. Qualche errore al tiro ma è bravo ad esempio a metter dentro nel secondo tempo sulla spinta di Dorsey.
 
Kaminsky: 6,5
11 pt., 2 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. 3/8 come per Lamb e stessi punti. Qualcosa in meno in altre stats ma positiva la sua prova con triple e canestro con possibile giocata da tre punti. Lui che era sui 27/28 FT consecutivi però interrompe la striscia fallendone uno (3/7) prima di ricominciare…
 
Monk: 6
7 pt., 4 rimbalzi. 3/8 al tiro in 15 minuti. Più attento nel posizionamento deve ricorrere a qualche fallo per tenere. Una volta gli va bene per lo 0/2 dell’avversario. In attacco segna con una bella tripla e va su per un jumper delicato. Da migliorare la difesa e benino in attacco.
 
Graham: 6
5 pt.2 rimbalzi. Gioca 18 minuti segnando un paio di canestri. Da ori fa ¼ registrando l’open grazie all’aiuto di Kemba. Si fa battere da un eurostep con cambio direzione di D. Lee facendo la figura del grizzly con le braccia alzate.
 
Bacon: 5,5
0 pt. (0/1). In 8 minuti manca un tiro e commette un fallo. -2 di plus/minus.
 
Stone: s.v.
0 pt.. Entra per salutare dal parquet in un minutino…
 
Hernangomez: s.v.
0 pt., 1 rimbalzo. Anche lui vedi Stone ma fa in tempo a prendersi un flagrant per esser crollato addosso a Lee sulla finta dell’avversario.
 
Coach S. Clifford: 7
La squadra gioca allegra, divertente, potente. L’avversario è modesto e così il gioco di Charlotte e i suoi uomini hanno facilmente il sopravvento. Time-out nei momenti giusti per riordinare le idee, squadra calma che non perde la testa.
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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.