Game 7; Charlotte Hornets @ Minnesota Timberwolves 104-95

Jeremy Lamb cerca di superare Kevin Martin nel primo quarto. (AP Photo/Jim Mone)

Jeremy Lamb cerca di superare Kevin Martin nel primo quarto. (AP Photo/Jim Mone)

I Calabroni erano costretti a volare nella foresta di Minneapolis per riuscire a portare a casa una vittoria che farebbe comodo per una classifica ancora un po’ deficitaria.
L’impresa però sembrava più complessa del previsto poiché il nuovo branco di Lupi con Wiggins capobranco, paiono affamati e maturi quest’anno avendo già avuto modo di mostrare i canini durante la stagione.
A favorire Charlotte però arrivava la buona notizia che, proprio Wiggins per un dolore al ginocchio destro, non avrebbe giocato nella notte e con anche Rubio assente, i rovi del bosco parevano meno insuperabili da affrontare.
Gli Hornets si sono fatti sorprendere a inizio partita, rientrati grazie alla second unit nettamente superiore a quella dei Timberwolves, hanno poi dettato il ritmo della gara resistendo al quel paio di seri tentativi di rientro di Minnesota.
Gli Hornets tornavano quindi a pungere al Target Center andando a portare le W stagionali a quota 3, in una partita dove gli arbitri sono sembrati più europei, propensi a fischiare passi, passi in partenza, blocchi in movimento, ecc. (qualche volta forse sopra troppo le righe), spezzettando talvolta troppo il gioco..

Coach Clifford ormai pare aver trovato la propria quadratura, la formazione è sempre la stessa; Walker, Batum, P.J. Hairston, Marvin Williams, Jefferson, i Timberwolves invece schieravano; LaVine, Martin, Prince, Payne e K.A. Towns, quest’ultimo nuovo gioiello di coach Sam Mitchell.

I Lupi azzannavano subito la difesa di Charlotte passando in vantaggio sullo 0-2 ma i Calabroni con P.J. Hairston (finalmente per lui) a 11:19 realizzavano la tripla del 3-2.
I giovani Timberwolves tuttavia risplendevano di nuovo, Towns segnava mentre Charlotte commetteva un paio d’infrazioni offensive e Jefferson schiacciava sul ferro tutto solo sprecando un assist di Walker, i Lupi cominciavano ad allungare il passo; dopo alcuni canestri, a 9:35 Martin colpiva da 3 pt. portando in doppia cifra i Timberwolves, punti per il 3-12, Batum veniva stoppato in attacco e Towns puntava il canestro trovando il fallo.
I suoi liberi valevano altri due punti per i padroni di casa che raggiungevano il +11 prima che Batum a 8:54 finalmente segnasse un altro canestro (da tre) per i Calabroni.
Trentun secondi più tardi Walker scaricava fuori per un liberissimo Marvin Williams che ringraziava realizzando il 9-14, ma a 7:49 Payne con un lungo jumper da due portava a 16 i bianchi.
Dodici secondi dopo un passaggio raggiungeva Jefferson in area, finta del nostro centro, Towns franava su di lui abboccando e concedendo due liberi che Big Al non falliva.
Clifford non chiamava time-out per riassestare la difesa nemmeno quando LaVine sfruttando un blocco superava agilmente Walker e andava a schiacciare in potente elevazione con Jefferson un po’ distratto.
A 7:05 una tripla di Payne concedeva il vantaggio in doppia cifra ai Lupi (11-21), Charlotte si trovava a passare per tre volte dalle mani di P.J. Hairston in attacco, ma sulla prima occasione veniva fermato da un blocking foul; la nostra ala splittava i FT, inoltre sulla transizione successiva correndo frontalmente appoggiava sul secondo ferro con la palla a spicchi a schizzar via, mentre sull’ultima occasione sparava malamente una tripla da sinistra che quasi s’incastrava a lato del ferro, per fortuna Marvin Williams dalla lunetta era più preciso a 5:05 (fallo di Prince) e realizzava il 14-21.
Anche Minnesota iniziava a inaugurare la serie lunghissima di passi/passi in partenza con Zach LaVine (in questo caso e diverse volte in serata), tuttavia a 4:26 Martin con un arresto e tiro a una mano riportava sul + 9 la sua squadra.
Minnesota iniziava a ricorrere quasi sistematicamente al fallo piuttosto che far segnare gli Hornets e Batum a 4:12 doveva passare dalla lunetta per ottenere i due punti, così come Walker più tardi (a 3:21 passando il neoentrato Jones veniva centrato dall’aiuto dalle parti del ferro), Martin però con un’entrata e tiro in alzata riportava i Timberwolves a +9 (18-27). Zeller splittava due liberi ma i T.Wolves commettevano ancora un fallo offensivo e con le panchine in campo Charlotte iniziava a rimontare.
Zeller segnava 4 punti consecutivi; elegante appoggio e martellata solitaria liberandosi facilmente in area del suo difensore con movimento a semicerchio.
Shabazz con un runner contro due difensori trovava lo spazio per un buon canestro, ma Charlotte perveniva al pareggio avvicinandosi prima con un libero di Lin, due punti di Lamb con palla tirata su dal palleggio e tripla di Batum (assist orizzontale verso sinistra di Hawes) a :27.7 per il 29-29.
Il quarto terminava con i canestri di Bjelica (2 FT) e con il regalo dello stesso giocatore dei Lupi che concedeva, per un tocco sulla mano di Lin con poche possibilità, tre tiri liberi a :01.2. L’orientale rimaneva glaciale e Charlotte chiudeva avanti il primo quarto sul 32-31.

Adreian Payne e Nicolas Batum cercano di arrivare sulla sfera arancio.

Adreian Payne e Nicolas Batum cercano di arrivare sulla sfera arancio.

Grazie alla second unit Charlotte partiva bene nella seconda frazione; Lin nel pitturato calcolava il rimbalzo del ferro sul tiro e portava a +3 gli Hornets, Lamb ci provava da 3 punti ma il pallone colpiva l’anello e s’impennava, discendendo dal cielo a 10:48 arrivava il tap-in vincente Hornets.
Lupi che si riavvicinavano con Rudez che da 3 punti segnava il 36-35.
Ci pensava però Lamb di forza a ridistanziare la squadra di Minneapolis; penetrazione dalla baseline sinistra conclusa con una schiacciata in faccia alla difesa di Minnesota in un uno contro uno da duello al sole western.
A 8:47 Lamb usava l’arma a lunga gittata uscendo dai blocchi e sparando da 45° sx con precisione andando a modificare il tabellone sul 41-35. Jeremy era imprendibile… un Lamb mobile andava a segnare anche in appoggio prima che la squadra di Towns & Company segnasse da tre punti, comunque sia a 7:49 Lin replicava dalla lunga distanza fronte a canestro per il 46-38 e quando Lamb su una rimessa dal fondo prendeva l’ascensore per salire in cielo e deviare al volo con delicatezza tramite i suoi polpastrelli, il +10 Hornets era servito.
Dal +10 si passava al +13 quando sempre Lamb veniva servito sulla transizione oltre la linea, tre punti facili per lui e tabellone sul 53-40. Padroni di casa un paio di volte a segno, anche con un canestro di Towns che sbracciava anche oltre il consentito per liberarsi di Jefferson.
I locali scendevano dalla doppia cifra di svantaggio ma Walker a 4:07 li rimandava a -11 dopo aver segnato in appoggio su un pallone vagante faticosamente conquistato dalla squadra.
Il distacco rimaneva tra i nove e gli undici punti, anche perché Batum controbatteva un paio di vote ai canestri dei biancoblu.
A :58.1 però era Payne con una bomba frontale a riportare al -6 il suo team. Martin era l’ultimo realizzatore del primo tempo grazie a una transizione che mandava le squadre negli spogliatoi sul 63-59.

La ripresa iniziava a sfavore degli Hornets; Towns sbagliava il primo tiro ma dopo aver preso il rimbalzo segnava da sotto con Jefferson a spingerlo con l’avambraccio.
Fallo e gioco da 3 punti, seguiti da altri tre in un tempo unico di Prince che isolato nell’angolo sinistro metteva la tripla aperta per il sorpasso della squadra di Mitchell (63-65).
Uno stop & pops di Walker a 10:44 portava le due squadre in perfetta parità ma sulla seguente azione offensiva di Charlotte, Kemba perdeva palla favorendo l’appoggio di LaVine.
A 9:28 Lamb tornava a dare il suo contributo offensivo; passaggio verso di lui, difensore in ritardo, finta e difensore fuori causa, avanzamento in corsa del nostro numero 3 e pareggio con il runner a una mano.
Hornets poco abili in questa fase a proteggere il ferro; Payne sbagliava anch’esso il tiro ma recuperava il rimbalzo e correggeva.
Jefferson commetteva passi e poi non capiva le intenzioni di Walker sul passaggio che lo avrebbe liberato facendosi sfuggire la palla, il pareggio arrivava sempre però dalle mani di Lamb che si faceva schermare da Marvin Williams, tiro dalla sinistra e 69 pari.
A 7:26 gli Hornets tornavano a condurre grazie a un intercetto di Williams che correva in contropiede e rilasciava in appoggio in corsa. Sulla transizione si portava Payne che andava alla stoppata, non valida poiché il pallone si trovava in fase discendente (goaltending).
I viola accumulavano punti; Jefferson da sotto trovava spazio e tempo per l’appoggino (bell’assist del francese), Walker con un’accelerazione impressionante trovava canestro e fallo anche se falliva il tentativo dalla linea.
Le operazioni offensive di Charlotte venivano interrotte da un tap-in di Dieng (errore Martin) ma a 4:51 Jefferson riceveva nel cuore dell’area un passaggio diagonale proveniente da destra e segnava facilmente. LaVine a 3:29 portava a -2 i Lupi della foresta, ma Zeller a 3:17 segnava con una schiacciata dopo essersi concesso un’entrata sulla sinistra.
Diciassette secondi più tardi però Bjelica approfittava del leggero stacco di Zeller per punire dalla lunga distanza la difesa di Charlotte; tripla e 80-79.
Zeller riusciva a fare però da assistman a Jefferson che con un jumper dalla sinistra, unitamente a un’importantissima tripla di Batum a :14 4 contribuivano a chiudere il quarto con 5 punti di vantaggio (85-80).

Nell’ultimo periodo gli Hornets sostanzialmente chiudevano quasi subito i giochi; dopo un paio di errori di Dieng, gli Hornets andavano a segno a raffica con Hawes, Roberts e Lin, quest’ultimo anche da fermo, marcato sulla linea di fondo e da distanza ragguardevole per un tiro da due punti.
Towns commetteva anche tre secondi in area ma Shabazz nei pressi dell’anello (a sinistra) alzava un pallone che finiva dentro, chiedendo anche il fallo, gli arbitri non lo concedevano e Roberts dall’altra parte colpiva con un jumper per il 93-82 a 8:10 dalla fine della partita.
Towns provava a tenere in partita i suoi con un altro canestro, ma Lin in attacco segnava andando ad attaccare il ferro.
Jeremy assorbiva il contatto con Bjelica ma falliva il libero aggiuntivo poiché come avrete capito, il canestro c’era stato, anche se difficile. Towns a 4:19 si prodigava per la propria causa con un jumper realizzato sulla testa di Hawes, ma a 3:57 i movimenti repentini di Lin in post basso sx lo portavano a giocare in post basso sinistro.
Il tiro del taiwanese era buono e la gara si chiudeva su un paio d’episodi.
La palla persa da Towns che non intuiva il passaggio schiacciato di LaVine in post basso sinistro con palla a scorrere oltre la linea di fondo e l’hammer dunk di Zeller a due mani per il 101-91 che con 2:42 sul cronometro da giocare dava una certa garanzia alla squadra di Clifford.
Terminava 104-95 con Charlotte alla seconda vittoria esterna dopo quella sul parquet di Dallas.

Charlotte ha faticato un po’ più del previsto. Jeremy (Lin) & Jeremy (Lamb) segnavano per Charlotte rispettivamente 19 e 18 punti, seguiti da Batum che chiudeva a 17.
Buon contributo dalla panchina anche per Zeller con 14 punti, stanotte si gioca contro New York (vincente di due a Toronto) in un back to back per entrambe le squadre.

Spiccano i turnover di entrambe le squadre nelle statistiche.

Spiccano i turnover di entrambe le squadre nelle statistiche.

chamin

Pagelle:

Walker: 6
10 punti, 6 assist, 2 rubate ma anche 3 palle perse e 0/5 da tre punti (4/12 complessivo) che sarebbe potuto costar caro nella fase di riavvicinamento dei Timberwoves.

Batum: 6,5
17 punti, 6 rimbalzi, 3 assist, 2 stoppate. Perde troppi palloni (4), ma I suoi punti sono importanti; 3/5 da 3 punti e una bomba fondamentale per far partire il parziale sul finire del terzo quarto.

P.J. Hairston: 5,5
4 punti, 1 assist. Non gioca nemmeno 8 minuti. Non sarà tutta colpa sua, ma con lui in campo la squadra incassa un sacco di canestri, anche se mette la prima tripla di serata poi sbaglia le alter conclusioni.

M. Williams: 6,5
7 punti, 10 rimbalzi, 2 stoppate, 2 rubate. Non tira come suo solito ultimamente, ma prende 10 rimbalzi in una squadra che sotto le plance è andata in difficoltà nella notte.

Jefferson: 5,5
9 punti, 4 rimbalzi, 2 assist. Gioca poco più di 25 minuti e fa 3/9 dal campo, non una “seratona” nel complesso, anche in difesa soffre e il -14 lo testimonia.

Zeller: 7
14 punti (5/8), 2 rubate, 6 rimbalzi. Miglior +/- Cody si prende un paio di stoppate ma lotta anche nel finale quando a partita finite, avendo appena ricevuto la stoppata corre su tutto l’out e da dietro strappa un pallone che diverrà un assist per lui. Deve chiudere meglio gli spazi sui tiratori oltre la linea da tre punti però.

Lamb: 7,5
18 punti (8/10), 4 rimbalzi. Altra serata magica al tiro, Lamb dalla panchina quando c’è (e c’è spesso, almeno per ora), riesce a cambiare l’inerzia di una gara.

Hawes: 5,5
2 punti (1/6), 2 rimbalzi, 2 assist. Fragile a rimbalzi e a tratti in difesa, si complica la vita andando fuori ritmo e in posizioni di tiro assurde a concludere con dei tiri a percentuale di realizzazione pari allo 0%. Dalla sua parte ha un buon +/-.

Lin: 7,5
19 punti (6/11), 3 assist. Jeremy spacca la difesa di Minnesota con penetrazioni e tiri vincenti. Arroventato, gioca anche una buona difesa che costringe a qualche palla persa ai Wolves.

Kaminsky: s.v.
Poco in campo, perde un pallone e si prende un tiro in faccia ma non può essere giudicabile in meno di 3 minuti.

Roberts: 6,5
4 punti (2/2)1 rimbalzo in 6:04. Prezioso per respingere l’ultimo assaltino Minnesota. Tira in scioltezza e velocità realizzando con confidenza. Ottimo terzo play al tiro.

Coach Clifford: 6
Cambio strategia a inizio gara, nessun time-out e gara lasciata scorrere. Difficoltà a rimbalzo, gioco interrotto per turnover frequenti a parte, è una squadra che sta giocando sfruttando le proprie possibilità.

https://www.youtube.com/watch?v=5_-PYqtnZ60

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.